del Millennio. Il secondo capitolo, da un lato descrive quelli che sono gli strumenti a
disposizione della Comunità Internazionale per il conseguimento di un'alleanza
mondiale per lo sviluppo, dall'altro analizza i vari incontri e forum mondiali che si sono
svolti con lo scopo appunto di incentivare l'impegno reciproco, da parte di tutti gli Stati,
per il raggiungimento di una partnership globale per lo sviluppo. Il terzo ed ultimo
capitolo, si occupa della questione del debito estero gravante sui Paesi in via di
sviluppo: un problema da risolvere per raggiungere l'ottavo Obiettivo di Sviluppo del
Millennio. Dopo aver accennato alle cause di formazione del debito, il capitolo
prosegue con una breve descrizione delle sedi internazionali di negoziato, nelle quali il
problema è stato finora affrontato. Vengono poi analizzati più specificatamente i Piani di
ristrutturazione, che si sono succeduti a partire dagli anni ottanta, con lo scopo di ridurre
la pressione del debito pubblico gravante sui Paesi in via di sviluppo, fino ad arrivare
alla recente proposta del Fondo Monetario Internazionale che configura un tentativo di
riforma. Infine, il capitolo si chiude con una riflessione generale sul fenomeno
dell'internazionalizzazione del debito estero.
4
Capitolo primo
Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
1.1 Il Vertice del Millennio.
L'enunciazione in otto punti degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio rappresenta il
punto di sintesi di numerosi incontri e confronti planetari, promossi dalle Nazioni Unite.
Già agli inizi degli anni sessanta, finito il processo di decolonizzazione, i nuovi Stati
africani, divenuti membri dell'Onu, riuscirono a presentare in seno all'Assemblea
Generale le loro richieste di un sostegno economico e finanziario da parte degli Stati più
ricchi per superare le difficoltà che impedivano il loro decollo economico ed avviare lo
sviluppo. Gli Stati industrializzati, dal canto loro, volevano mantenere rapporti con i
Paesi in via di sviluppo per interessi strategici, geopolitici o commerciali. Nel 1960 fu
convocata dalla Banca Mondiale la Commissione sullo Sviluppo Internazionale,
presieduta da Pearson, in quegli anni Primo Ministro del Canada. La Commissione
stabilì un criterio preciso di aiuto da sottoporre ai Paesi donatori: a partire dal 1975 i
Paesi donatori dovranno destinare ai Paesi in via di sviluppo lo 0,70% del loro prodotto
interno lordo annuo, in qualità di Aiuto ufficiale allo sviluppo. Con tale strategia
s'intendeva massimizzare l'utilità delle risorse mondiali, sia umane che naturali, grazie
alla cooperazione internazionale andando ad incidere sull'economia dei Paesi in via di
sviluppo1. L'anno seguente, con la risoluzione del 19 dicembre 1961 fu definita la
strategia per il primo decennio delle Nazioni Unite per lo sviluppo, tesa ad eliminare il
divario tra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo e tra i redditi pro capite dei diversi
Paesi. Preso atto che gli obiettivi proposti dalla strategia non erano stati raggiunti, circa
un decennio più tardi, venne approvata la Dichiarazione di Stoccolma sull'Ambiente
Umano il 16 giugno 1972, firmata dai Capi delle 113 delegazioni presenti e articolata in
26 principi, la quale rappresenta la prima presa d'atto che la difesa e il miglioramento
dell'ambiente, insieme alla pace e allo sviluppo sociale ed economico sono diventati uno
scopo imperativo per tutta l'umanità2. Nel 1974, da menzionare due risoluzioni ONU e
una Conferenza Mondiale. Vennero dapprima approvati la Dichiarazione e il
Programma d'azione per l'instaurazione di un “Nuovo ordine economico internazionale”
1 CRISTIANO, Incontro di civiltà, in Studi politici S.Pio V , 2008, pp. 152-170.
2 DI LIETO, Gli obiettivi di sviluppo del millennio, in La comunità internazionale, 2007, pp.522-530.
5
con risoluzioni dell'Assemblea Generale, nei quali furono indicati i principi di tale
Nuovo ordine basato sull'equità, l'eguaglianza sovrana e l'interdipendenza tra Stati.
Fece seguito alle risoluzioni la prima Conferenza Mondiale sull'Alimentazione, durante
la quale fu approvata una Dichiarazione: “Tutti gli uomini donne e bambini hanno il
diritto inalienabile a non soffrire la fame e la malnutrizione, per svilupparsi pienamente
e conservare le proprie facoltà fisiche e mentali. La società ha il compito di predisporre
risorse, organizzazione e tecnologie adeguate per realizzare quest'obiettivo. Di
conseguenza l'eliminazione della fame è il fine comune di tutti i Paesi appartenenti alla
comunità internazionale, in special modo dei Paesi sviluppati e di quelli che possono
prestare aiuto3”. A partire da questo importante momento storico, si assiste ad una presa
di coscienza: la cooperazione allo sviluppo non doveva più essere sinonimo d'assistenza
ma strumento per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad entrare sul mercato internazionale;
a tale proposito inizia tutta quella serie di incontri promossi a livello mondiale che se in
principio erano mirati soltanto all'analisi della “sostenibilità” si sono progressivamente,
nel tempo, intrecciati con i dati imprescindibili relativi alla povertà, allo sviluppo e al
commercio di tutti i Paesi del mondo. Gli anni novanta infatti, sono caratterizzati da
altre due tappe fondamentali. La prima è del giugno 1992: il Summit della Terra
(UNCED4) svoltosi in Brasile a Rio de Janeiro. La Conferenza rappresenta un punto
cardine nel cammino verso la promozione di modelli di sviluppo sostenibile a livello
mondiale. L'obiettivo principale dei 183 Paesi che vi hanno partecipato era quello di
instaurare una nuova cooperazione tra gli Stati. In tale ottica sono stati raggiunti
importanti accordi sul futuro del pianeta ed in particolare: la Dichiarazione di Rio5, che
ha posto l'accento sul legame tra protezione ambientale e sviluppo, sulla necessità di
eliminare la povertà e di cercare di soddisfare le esigenze dei Paesi in via di sviluppo,
sull'urgenza di trovare alternative ai modelli di produzione e consumo non sostenibili, di
promuovere un sistema economico internazionale che fosse di sostegno allo sviluppo
sostenibile. In applicazione della Dichiarazione di Rio è stata approvata l'Agenda 216 un
Programma d'azione che pone lo sviluppo sostenibile come una prospettiva da
perseguire per tutti i popoli del mondo. La seconda tappa è del 13 novembre 1996: il
Vertice Mondiale sull'Alimentazione convocato dalla FAO che si concluse con
3 Http://www.fao.org/legal/rtf/mooreit.pdf .
4 United Nations Conference on Environment and Development.
5 Per leggere l'intera Dichiarazione Www.centrodirittiumani.unipd.it.
6 Per leggere l'intero Programma d'azione www.rolac.unep.mx/agenda21.
6
l'approvazione della Dichiarazione di Roma. Quest'ultima contiene un concreto
Programma d'azione per il raggiungimento della sicurezza alimentare, la quale, consiste
nella possibilità per tutte le persone, in ogni momento, di accedere in senso fisico ed
economico al nutrimento necessario per svolgere una vita sana7. Ciò si raggiunge
assicurando un ambiente politico, sociale ed economico atto appunto, a ridurre la
povertà e a promuovere l'accesso di tutti ad un'alimentazione sufficiente8.
Infine, Il 18 settembre del 2000, in occasione del Vertice del Millennio convocato dalle
Nazioni Unite, 191 Capi di Stato e di Governo hanno sottoscritto un patto globale di
impegno congiunto tra Paesi ricchi e Paesi poveri che prende il nome di Dichiarazione
del Millennio. Patto globale ispirato ai principi di:
– Libertà: il governo democratico, fondato sulla sovranità popolare è quello che
meglio garantisce il rispetto dei diritti di libertà;
– Uguaglianza: la parità di diritti tra uomini e donne deve essere garantita;
– Solidarietà e giustizia sociale: quelli che soffrono o traggono minori benefici
meritano di essere aiutati da quelli che hanno ottenuto i maggiori vantaggi;
– Tolleranza: deve essere promossa attivamente una cultura della pace e del
dialogo tra tutte le civiltà;
– Rispetto per la natura: gli attuali insostenibili modelli di produzione e di
consumo debbono essere modificati nell'interesse del benessere futuro e delle
prossime generazioni;
– Responsabilità condivisa: la responsabilità per la gestione dell'economia e dello
sviluppo sociale mondiale, come pure delle minacce alla pace e alla sicurezza
internazionale deve essere condivisa tra tutte le nazioni del pianeta che devono
cercare di esercitarla in maniera multilaterale.
Dalla Dichiarazione del Millennio sono nati otto obiettivi, noti come Gli Obiettivi di
Sviluppo del Millennio (MDGs9) che costituiscono un accordo a livello planetario
fondato sul reciproco impegno a fare ciò che è necessario per costruire un mondo più
sicuro, più prospero e più equo per tutti10. Si tratta di otto Obiettivi cruciali da
raggiungere entro il 2015.
7 FAO, Rapporto del Vertice Mondiale sull'Alimentazione, The State of Food Insecurity in the World,
Roma, 1997.
8 CRISTIANO, Incontro di civiltà, in Studi politici S.Pio V , 2008, pp. 149-152.
9 Millenium Development Goals.
10 Http://www.unicef.org/mdg/ .
7
✔ OSM 1 S radicare la povertà estrema e la fame
- Dimezzare entro il 2015 la percentuale di persone il cui
reddito è inferiore ad 1$ al giorno e la percentuale di persone che
soffre la fame;
- Raggiungere un'occupazione piena e produttiva ed un lavoro
dignitoso per tutti, inclusi donne e giovani.
✔ OSM 2 R endere universale l'educazione primaria
- Assicurare che ovunque, entro il 2015, i bambini, sia maschi che
femmine, possano portare a termine un ciclo completo di
istruzione primaria.
✔ OSM 3 Promuovere l'eguaglianza di genere e l' empowerment delle donne
- Eliminare la disparità di genere nel campo dell'educazione
primaria e secondaria, preferibilmente entro il 2005 e a tutti i
livelli educativi entro il 2015.
✔ OSM 4 Ridurre la mortalità infantile
- Ridurre di 2/3, fra il 1990 e il 2015 il tasso di mortalità infantile
sotto i 5 anni.
✔ OSM 5 Migliorare la salute materna
- Ridurre di 3/4 fra il 1990 e il 2015 il tasso di mortalità materna;
- Raggiungere entro il 2015 l'accesso universale ai sistemi di
salute riproduttiva.
✔ OSM 6 Combattere l'aids, la malaria e le altre malattie
- Arrestare entro il 2015, invertendo la tendenza, la diffusione
dell'HIV e raggiungere, entro il 2010, l'accesso universale alle
cure contro questa malattia per tutti coloro che ne hanno bisogno;
- Arrestare entro il 2015, invertendo la tendenza, l'incidenza della
malaria e delle altre principali malattie.
✔ OSM 7 Assicurare la sostenibilità ambientale
- Integrare i principi dello sviluppo sostenibile all'interno delle
politiche e dei programmi dei Paesi e invertire la tendenza alla
perdita di risorse ambientali;
- Ridurre la perdita di biodiversità raggiungendo, entro il 2010,
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