5
(nella quale, tra l’altro, ho avuto la possibilità di sfogliare le riviste
dell’epoca) ed aver raccolto tutto il materiale necessario, ho deciso
che era ormai tempo di passare dalla teoria alla pratica:
accantonare, per un attimo, i libri e viverla di persona, convinta di
non poter captare l’essenza ed il significato della corrida finché non
vi avessi assistito personalmente. Non mi sbagliavo: descrivere le
emozioni che ho provato mi riesce molto difficile e ora più che mai
capisco cosa volesse dire Juan Ramón Jiménez agli inizi del
Novecento quando, rivolgendosi alla sua musa ispiratrice, la
Inteligencia, le chiedeva di aiutarlo a trovare «el nombre exacto de
las cosas».
Anche se quasi sicuramente non sempre sono stata capace
di conseguire tale intento, spero di essere riuscita, almeno, a
trasmettere l’amore e la passione con cui ho affrontato questo
lavoro.
Sento, infine, di dovere un ringraziamento particolare al
mio relatore, il prof. Luis de De Lera, che ho ammirato sin dalle
prime lezioni per il suo modo coinvolgente di raccontare la Spagna;
al mio correlatore, il prof. Luigi Surdich, per la sua estrema
disponibilità e per avermi messo in contatto con uno scrittore
contemporaneo magari poco conosciuto ma straordinario, Antonio
Steffenoni.
Il mio ultimo “grazie” lo dedico ai miei genitori, per avermi
permesso di studiare ed avermi, in tutti questi anni, sostenuto
materialmente e moralmente: senza di loro non ce l’avrei
sicuramente fatta.
Legenda:
Relativamente all’utilizzo delle norme editoriali, ho scelto
di attenermi alle seguenti:
- « »: i caporali per le citazioni
- “ ”: le virgolette alte doppie per le parole a cui ho voluto
dare particolare risalto; per quelle intraducibili o di
maggiore impatto se mantenute nella lingua madre; per
le pubblicazioni periodiche; per i titoli di capitoli di un
libro o per i titoli di articoli di pubblicazioni periodiche.
- ‘ ’: le virgolette semplici per citazioni entro le citazioni
- il corsivo: per le pubblicazioni periodiche, per i titoli di
libri, i termini in lingua straniera e in latino, fatta
eccezione per i nomi propri
- il corpo minore: per le citazioni tratte da documenti
dell’epoca
- […]: per l’omissione di parti di una citazione
- per le citazioni superiori alle tre righe ho proceduto
distinguendo tra quelle tratte da:
o un documento dell’epoca: in corpo minore
o uno studio, una critica o chiunque dia una sua
opinione su un tema: nello stesso corpo del testo
In entrambi i casi tali citazioni sono precedute e seguite
da uno spazio supplementare avente una distanza di
interlinea minore rispetto a quella nel testo
6
- Ibidem: per citare di seguito la stessa opera e la stessa
pagina
- Ibidem, seguito dalla pagina: per citare di seguito la
stessa opera che, però, ha una pagina diversa
- op. cit.: al posto del titolo dell’opera che si è già citata
più volte
- il titolo abbreviato in modo intelligibile seguito da tre
puntini sospensivi e dall’indicazione op. cit.: per
abbreviare il titolo di un’opera
- cit. in: per indicare un’opera non letta ma citata a sua
volta in un’altra opera
- Passim: per indicare riferimenti a concetti disseminati
nell’opera citata
- cfr.: per confrontare il pensiero esposto nel testo con
quello dell’opera a cui si rimanda o tra due o più opere
citate
- http://www.dominioprincipale, senza estensione: per
indicare il sito web da cui ho estratto la citazione
7
8
L’EPOCA DEL COSTUMBRISMO (1834-1868)
Le premesse della crisi monarchica: la questione dinastica e la
prima guerra carlista
Gli anni 1829 e 1830 sono segnati da importanti
avvenimenti che hanno per protagonista Fernando VII, sovrano di
Spagna dal 1814
1
: le sue nozze con María Cristina
2
di Borbone, la
pubblicazione della Pragmática Sanción e la ricerca di appoggio
tra le fila dei liberali moderati. María Cristina era figlia di
Francesco I di Borbone, re delle Due Sicilie e dell’ infanta spagnola
María Isabel: la sua spiccata intelligenza e la buona istruzione
ricevuta facevano di lei una principessa particolarmente
carismatica. Grazie a queste doti e all’aiuto della sorella Carlota, il
21 dicembre 1829
3
diventa seconda moglie di Fernando VII ad
Aranjuez. Da regina esercita da subito una forte influenza sul
marito, come testimonia la pubblicazione della Pragmática
1
Il regno di Fernando VII (1814-1833) attraversa tre fasi: assolutista (1814-
1820), costituzionale (1820-1823) e nuovamente assolutista (1823-1833).
2
C. Cambronero, “La reina gobernadora” in “La España moderna”, Madrid,
1904, n. 307.
3
«El 18 de mayo de 1829 muriò la reina doña María Amelia de Sajonia.
Fernando VII, que […] no tenía sucesión, pensó en contraer nuevo matrimonio, y
doña Carlota le propuso a su hermana María Cristina de Nápoles, princesa de
hermoso continente. A pesar de la oposición que hicieron al matrimonio los
partidarios de don Carlos, triunfó esta candidatura, siendo mirada la nueva reina
[…] como afecta a los liberales», Enciclopedia Universal Ilustrada, Madrid,
Espasa-Calpe, 1928, vol. LXIII, p. 389.
9
Sanción, una vilta fu scopertasi in stato interessante
4
. Con tale
documento, infatti, il monarca annullava la precedente Ley Sálica
che escludeva dalla successione al trono le eredi femmine, a favore
del fratello Carlos. Da questo momento, invece, il diritto di
subentrare al re sarebbe spettato ai discendenti, indipendentemente
dal loro sesso. Otto mesi dopo la pubblicazione della Pragmática
nasce colei che avrebbe poi regnato con il nome di Isabel II,
creando inevitabili tensioni e divergenti prese di posizione: da un
lato i tradizionalisti partitari di don Carlos, definiti perciò carlisti,
dall’altro i liberali sostenitori di Cristina e Isabel, divisi a loro volta
in moderati e progressisti, a seconda della diversa inclinazione
ideologica. Quando le condizioni di salute di Fernando VII, già da
tempo precarie, si aggravano al punto tale da fare pensare ad una
imminente morte
5
, la regina, non sapendo che risoluzione adottare
per fare fronte alle crescenti tensioni politiche, decide di affidarsi
all’allora primo ministro Calomarde; questi le consiglia di
ingraziarsi don Carlos ma invano, essendo il fratello del re
irremovibile dalla sua posizione. A questo punto il sovrano,
mediante il Decreto-codicilo del 18 settembre, ristabilisce i diritti
4
«Celebróse la boda el 21 de dicembre, y habiendo la reina entrado en estado
interesante, publicó el rey la Prágmatica Sanción del 29 de Marzo, […] Por
virtud de ella volvían a ser las hijas a los hermanos del rey, con lo cual perdía
don Carlos el derecho al trono en el caso de que la reina diese a la luz una niña»,
Ibidem, p. 389.
5
Approfittando dei problemi di salute di Fernando, il fratello Carlos si esprime
così in proposito: «Siento mucho tener que hablar así estando enfermo mi augusto
hermano, a quien tanto amo y respeto; pero juzgo deberlo hacer porque el hombre de
honor que defiende una causa justa habla sempre con claridad. […] No ambiciono ser
rey, antes por el contrario desearía librarme de carga tan pesada […]. No estoy engañado,
pues sé muy bien que si yo, por cualquier motivo, cediese esta corona a quien no tiene
derecho a ella, me tomaría Dios estrechísima cuenta en el otro mundo. […]. Yo no quiero
una guerra civil […], vosotros sois los que la quereis, puesto que os empeñáis en sostener
una cosa injusta», Ibidem, p. 390.
10
del fratello ed inizia una politica di repressione nei confronti dei
liberali
6
. Già ai primi di ottobre, però, una volta scampato il
pericolo, ripristina la Pragmática
7
, cambia completamente il
Ministero, destituendo l’assolutista Calomarde a favore
dell’illuminato Cea Bermúdez, e nomina doña Cristina governatrice
del regno; inoltre sostituisce:
en seguida todos los altos jefes militares y aun
civiles que se consideraron sospechosos de carlismo,
por otros adictos a la reina gobernadora. Uno de estos
jefes fué Tomás Zumalacárregui, coronel del
regimiento de Extremadura y gobernador militar del
Ferrol, al que se obligó a pedir el retiro
8
.
Concede, inoltre, un’amplia amnistia ai liberali perseguitati
e riapre le università
9
.
Carlos si avvia in esilio verso il Portogallo e solo nel 1833,
alla morte del fratello, è protagonista di una nuova sollevazione, in
occasione della quale cerca, questa volta, appoggio tra gli esponenti
di quelle classi sociali che non hanno interesse a che le cose
cambino: i contadini danneggiati dalla vendita dei beni comunali, la
massa che difende i fueros
10
, i funzionari, una minoranza di nobili -
la maggioranza si era, invece, schierata dalla parte della regina
6
«Esta conducta de Fernando VII y su Gobierno no satisfizo a los liberales (que
la calificaron con el título de despotismo ilustrado) ni a los realistas exaltados,
promoviendo unos y otros sublevaciones que fueron reprimidas con igual
severidad para con uno y otro bando», Ibidem, p. 386.
7
Il re dichiara nullo il Decreto-codicilo por «haberle sido arrancado por
sorpresa, con los falsoso terrores con que sobrecogieron su ánimo durante su
enfermedad», Ibidem, p. 390.
8
Ibidem.
9
«Publicó Cea una Circular el 3 de Diciembre en la que decía […] que estaba
decidido a llevar a efecto la amnistía con otras providencias para la unión,
concordia y felicidad de los pueblos […]», Ibidem.
10
La foralidad in alcune zone della Spagna costituisce una forma di autonomia
economica, caratterizzata dall’esistenza di Juntas Generales, da una minore
pressione da parte della Hacienda, nonchè dalla soppressione dell’usanza di
concedere terre ai giovani militari.
11
insieme ad un discreto gruppo di soldati- e di vescovi. Grazie alla
debolezza delle classi al potere si impongono i settori militari dei
più importanti partiti politici, come il partito liberale e il partito
tradizionalista carlista.
Il carlismo
11
non ottiene nè l’appoggio da parte di nazioni
come il Regno Unito o la Francia, né quello di potenze assolutiste
come la Russia, la Prussia e l’Austria.
La guerra carlista attraversa tre fasi
12
: durante la prima
(1833-1835) si uniscono alla causa di Carlos i contadini dei territori
baschi, navarri e catalani; l’organizzazione è nelle mani del militare
Tomás de Zumalacárregui
13
che muore nell’assedio di Bilbao. Il
secondo stadio (1835-1837) vede, invece, un estendersi delle
operazioni militari per tutto il paese: le truppe di Carlos assediano
Madrid, ma non riescono a conquistare la città e ripiegano, così,
fino alla zona dell’Ebro. Nel corso del terzo ed ultimo momento
(1837-1838) l’esercito carlista è progressivamente logorato da
tensioni interne che lo costringono alla ricerca di un accordo con le
truppe cristine: in occasione della famosa pace di Vergara (1838)
11
Il tradizionalismo comprendeva diverse tendenze: carlismo, integralismo e
cattolicesimo sociale. La più significativa era proprio il carlismo: come le altre
due, difendeva i principî tradizionalisti della monarchia assoluta e della religione
cattolica ma da quelle si distingueva per la propria posizione intransigente e per
la strenua difesa dei diritti della stirpe borbonica spagnola bandita dalla Corona
(in particolare pretendeva fare salire al trono don Carlos).
Parlare del tradizionalismo spagnolo equivale, quindi, a tracciare un profilo
storico del carlismo, Enciclopedia Universal Ilustrada …, passim.
12
C. F. Henningsen, Campaña de doce meses en Navarra y las Provincias
Vascongadas con el General Zumalacárregui, Madrid, Imprenta de Juan Pueyo,
1935, passim.
13
A. Pirala, Historia de la Guerra Civil y de los partidos Liberal y Carlista,
Madrid, Turner, 1984, passim.
12
gli interessi di Carlos e della reggente vengono rispettivamente
difesi da Maroto ed Espartero. I militari carlisti ottengono la
possibilità di scegliere se ritirarsi o incorporarsi all’esercito
liberale, nonché eventuali pensioni per le vedove e gli orfani di
guerra.
Nel 1833 muore Fernando VII
14
, lasciando da sola al trono
la consorte María Cristina: pur non eccellendo per particolari
abilità nell’arte di governare, la reggente si dimostra sin da subito
molto risoluta nella difesa del suo titolo regale per poterlo lasciare
in eredità alla figlia Isabel
15
. La donna si rende conto che è
necessario eliminare i settori raggruppati intorno a don Carlos e
quindi più pericolosi: affida il governo a Francisco Cea Bermúdez
che, in qualità di primo ministro, abbandona le sue premesse
liberali ed assume, invece, un atteggiamento più simile a quello di
un tiranno illuminato: María Cristina scopre il suo tentativo di
sottrarle appoggi e così lo sostituisce nel 1834 con il liberale
Martínez de la Rosa
16
. Questi si pone come obbiettivo il
14
«Muere un rey, no muy llorado por cierto de la mayoría intelectual de su
pueblo, y 35 años después una reina castiza abandona el trono y se marcha al
destierro. Son éstos, sin duda, hechos relevantes en la historia política y social de
la nación española, en atención sobre todo a las consecuencias que acarrearon y a
las causas que los determinaron […]», C. Vian, “La literatura”, in Historia
general de España y América, vol XIV, Madrid, Rialp, 1985, p. 273.
15
«El 10 de Octubre de 1830 nació la princesa Isabel, y las discusiones y
divergencias, iniciadas ya por la publicación de la Pragmática, tomaron mayor
cuerpo, discutiéndose por todos sobre el derecho a la Corona y la conveniencia
para la nación de que la ocupase don Carlos o doña Isabel. Los liberales,
conocedores de las ideas y sentimientos de don Carlos, veían que con éste no
lograrían imponerse, por lo que defendieron desde luego la causa de la princesa,
cuya minoridad y la tendencia que se suponía en doña María Cristina les
ofrecieron facilidades para apoderarse del gobierno e instaurar su sistema»,
Enciclopedia Universal…, op. cit., p. 389.
16
«Reunió todos los requisítos del protótipo del liberal moderado y ejemplar.
Encarnó la perfecta síntesis de iluminismo y tradición, es decir de romanticismo
gubernamental: patriota contra Napoleón, encarcelado en 1815 por oponerse al
absolutismo fernandino y exiliado en 1823, conoció a muchos grandes hombres
de cultura europea sin dejar de relacionarse ni con la aristocracia francesa, ni con