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Introduzione
Sono trascorsi oramai trent’anni da quando il
leasing, ha fatto il suo timido ingresso in Italia, soprattutto
grazie all’operato di alcune società americane, indirizzate
alla conquista di nuovi mercati.
Dalle ultime risultanze statistiche è emerso che
l’uso del contratto di leasing ha registrato un cospicuo
aumento ed in particolare il sale and lease back, sua
speciale forma, ha presentato un’impennata. A
testimoniare l'importanza del risultato raggiunto, vi è il
numero dei contratti di lease back che è vistosamente
aumentato dal 1996, tale incremento, non è da attribuirsi
esclusivamente ad una crescita dell'intero settore del
leasing, in quanto l'aumento del numero di stipulazioni del
negozio esaminato è avvenuto a tassi superiori rispetto
all'aumento di contratti stipulati nella forma tradizionale
di locazione finanziaria. Con ogni probabilità, tali tassi di
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crescita sono da attribuire ad una maggiore certezza di
diritto registrata di recente in ambito civilistico e percepita
anche dagli operatori economici. Da qui la necessità di
individuare quale argomento da trattare l’operazione di
sale and lease back altrimenti denominata lease-back o
locazione finanziaria di ritorno, nel presente lavoro è
stato affrontata tale operazione soprattutto dal punto di
vista contabile.
Al lease back, infatti, soprattutto in questi ultimi
anni, un numero sempre maggiore di imprese ha fatto
ricorso come mezzo di finanziamento, questo perchØ, il
costante e rapido sviluppo tecnologico, che sta
caratterizzando i nostri tempi, accorcia sempre di piø il
ciclo di vita dei prodotti che diventano obsoleti nel giro di
poco tempo. Il sale and lease back, proprio per le sue
caratteristiche, ben si inserisce in questo clima di profonde
e repentine trasformazioni; infatti, esso si configura, come
un’operazione negoziale complessa che riesce a
rispondere all’esigenza degli operatori economici di
ottenere, con immediatezza, liquidità, mediante
l’alienazione di un bene strumentale, di norma funzionale
ad un determinato assetto produttivo e, pertanto,
agevolmente collocabile sul mercato, conservandone
l’uso, con la facoltà di riacquistare la proprietà a termine
del contratto.
Prima di entrare nel vivo delle questioni accennate
sarà, però, utile riassumere le peculiarità di
contabilizzazione del leasing, il quale costituisce, da un
punto di vista meramente contabile, l’aspetto piø atipico,
innovativo e complesso dell’intera operazione. In effetti,
le fasi del riconoscimento e della raccolta dei valori
originati dalle operazioni del leaseback restano per molti
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aspetti le stesse del leasing tradizionale, essendo vista tale
operazione come una particolare variante del modello
negoziale di base.
Il capitolo primo offre, quindi, una panoramica degli
aspetti del leasing, e si prefigge lo scopo, oltre che di
individuare le principali caratteristiche del leasing, di
analizzare le piø importanti forme in cui esso si può
manifestare, trattandone non soltanto gli aspetti civilistici,
ma anche le problematiche di natura fiscale e soprattutto
contabile.
Si parte con una breve dissertazione sui profili
generali dell’operazione: le sue origini, la sua valutazione,
vengono anche esaminati i profili fiscali ed un preciso
paragrafo del capitolo introduttivo è dedicato a
considerazioni di natura strategica circa i vantaggi, di
natura fiscale e di natura extra-fiscale, ottenibili a seguito
della stipula di un leasing. In seguito si analizzano
brevemente le varie e piø importanti forme con le quali il
leasing si può presentare ovverosia il leasing finanziario
ed il leasing operativo. Viene fatto un accenno al sale and
lease back, che, invece, costituisce una particolare
tipologia di leasing con una chiarissima finalità
finanziaria in quanto con esso si smobilizza un
investimento cedendone la proprietà ma non perdendone
l'uso (il possesso).
Sfruttando il collegamento con il lease back, si
affronta il contratto di leasing adossØ, definendone
semplicemente le caratteristiche generali.
Successivamente, si accenna alle operazioni di structured
leasing: un genere nuovo ed autonomo rispetto al leasing.
Dalle suddette tipologie di leasing ed in particolare del
leasing operativo e finanziario si passa ad approfondire,
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sempre nell’ambito del capitolo primo, gli aspetti piø
prettamente contabili dell'istituto, vengono descritti i due
differenti metodi di rilevazione contabile delle operazioni
di leasing, ovverosia il metodo patrimoniale ed il metodo
finanziario. Notevole rilevanza viene data al principio
contabile IAS 17 che sancisce che le operazioni di leasing
finanziario devono essere contabilizzate usando il metodo
finanziario. Cosa questa che, però, ancora non avviene in
Italia in quanto il codice civile, nonostante la novella del
2003, prevede ancora la rilevazione con il metodo
patrimoniale. La disciplina italiana si presenta invece
conforme a quella degli IAS (International Accounting
Standard) per ciò che riguarda la rilevazione del leasing
operativo in quanto ambedue prevedono l'uso del metodo
patrimoniale.
Il capitolo secondo risulta, invece, essere
direttamente focalizzato sulle operazioni di sale and lease
back, esso rappresenta un contratto mediante il quale un
soggetto (lessee) - imprenditore o lavoratore autonomo -
proprietario di un bene mobile o immobile, strumentale
all'esercizio della sua attività, aliena lo stesso ad una
società di leasing (lessor) la quale contestualmente lo
concede in locazione al venditore contro il pagamento di
un canone. Di tale operazione vengono innanzitutto
sottolineati i suoi aspetti generali, quindi la sua origine
come anche le due principali forme sotto le quali si può
presentale: il leaseback operativo ed il leaseback
finanziario.
Vengono poi analizzati i vantaggi di tale istituto e si
accenna anche di quella sua particolare variante ovverosia
il leasing adossØ, già nel primo capitolo citato, anche per
tale fattispecie vengono messi in evidenza i vantaggi ed i
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punti di debolezza, ed infine, si rileva un confronto tra il
lease back ed il synthetic lease uno strumento
quest’ultimo che permette all’impresa utilizzatrice di
acquisire i benefici fiscali collegati alla proprietà dei
cespiti e allo stesso tempo di non rilevare contabilmente il
debito e l’imponibile.
Nel capitolo terzo si è proceduto all'analisi del
trattamento contabile delle operazioni di sale and lease
back, si è voluto focalizzare l’attenzione sugli effetti
prodotti dai diversi metodi di contabilizzazione di tali
operazioni sui valori del bilancio di esercizio, presentando
una panoramica sulle tecniche di rilevazione contabile dei
valori suscitati dal contratto, proposte a livello nazionale e
internazionale dalle organizzazioni professionali. Quindi,
obiettivo del lavoro è stato soprattutto quello di
analizzare, per le operazioni di leaseback, i profili
contabili previsti dai principi contabili nazionali, i profili
contabili previsti dai principi contabili internazionali ed
infine, sempre nel suddetto capitolo, tra la disciplina
contabile nazionale ed internazionale delle operazioni di
sale and lease back, si procederà ad un confronto.
Nel capitolo 4, ultimo capitolo, è stato, invece,
analizzato il bilancio del 2007 della Telecom s.p.a.
guardando a ciò che concretamente avviene, da un punto
di vista contabile, per un’operazione di sale and lease-
back finanziario al fine di poter capire se per essa siano
seguiti i principi contabili internazionali ovvero quelli
nazionali.
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Capitolo 1
Aspetti generali sul leasing e principi
contabili internazionali.
1.1 Origini e nozione di leasing.
L’approvvigionamento dei fattori produttivi avviene
sempre di piø attraverso forme diverse dall’acquisto, come
le tradizionali forme di locazione, di comodato o anche di
concessioni.
Di recente sono state svolte indagini che hanno
dimostrato come, soprattutto quelle imprese che
effettuano investimenti in immobilizzazioni tecniche, non
preferiscano piø l’acquisto dei fattori produttivi di cui
necessitano, ma, un approvvigionamento che: assicuri
un’adeguata diluizione temporale dei corrispettivi
d’impiego; permetta una delimitazione quantitativa dei
costi complessivi di tale impiego
1
; assicuri contro il
rischio di obsolescenza; non impieghi la capacità
finanziaria e non appesantisca la struttura del passivo.
2
In
queste forme di acquisizione dei fattori produttivi, non si
riscontra un trasferimento di proprietà del fattore stesso,
ma questo è soltanto un’eventualità, di conseguenza tali
1
Oneri di acquisizione in senso stretto, manutenzione e riparazione,
assicurazione.
2
R.Tizzano, I fattori produttivi di terzi nei bilanci delle imprese,
Giuffrè editore, Milano, 2003,pag. 43-44.
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forme rientrano in una categoria particolare, quella del
leasing.
3
Ciò che qualifica il fattore produttivo è l’effettiva
possibilità d’impiego in effetti, al fine di raggiungere gli
obiettivi aziendali, indifferente è il titolo giuridico che
vincola il fattore all’impresa, conclusioni interessanti su
tale aspetto sono state effettuate in merito all’appostazione
nei bilanci dei fattori acquisiti in leasing finanziario
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dove
i beni trasferiti con siffatta tipologia sono destinati alla
definitiva permanenza presso l’impresa utilizzatrice fin
dal momento della stipula.
Strumento giuridico in grado di facilitare l’attività
commerciale di un’impresa, il leasing nasce negli Stati
Uniti intorno agli anni 50’, dove imprenditori capirono
l’importanza di nuovi strumenti di finanziamento delle
imprese.
A partire dagli anni 60’ anche nell’Europa
occidentale si affacciò tale nuovo strumento ed in
particolare in Italia uno dei principali motivi che ne
3
Interessante, al riguardo, è la prassi delle imprese di navigazione
aerea, che fa recentemente assistere a modalità di utilizzo delle
aeromobili, o anche solo di parti meccaniche di queste, correlate a
contratti locativi almeno formalmente operativi, o quanto meno non
pienamente caratterizzate dai requisii convenzionali tipici delle
operazioni di leasing finanziario. Sul punto, McGREGOR,
Accounting for Leases.
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La tesi dell’iscrivibilità dei beni in leasing finanziario nell’attivo
dello Stato Patrimoniale trova pratico riscontro anche nell’esperienza
anglo-americana: la cui prassi è basata sul principio contabile di
prevalenza della sostanza sulla forma.
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permise lo sviluppo fu lo shock petrolifero del 1973 e la
crisi economica derivatane e che comportò, come politica
antinflattiva, una restrizione del credito. In questo
contesto le piccole e medie imprese, piø delle altre, furono
interessate ad affrontare la situazione, ecco perchØ per
poter soddisfare il proprio fabbisogno di credito trovarono
come soluzione proprio quella di potersi rivolgere ad una
società di leasing
5
.
Si definisce leasing un rapporto regolato da un
contratto atipico che abbina ad un’operazione di
locazione, una di finanziamento e l’imprenditore
attraverso di esso può semplicemente scegliere il bene di
cui necessita e farlo acquistare o costruire dalla società di
leasing (locatore) che lo cede in uso all’impresa
(locatario) piuttosto che acquistare e diventare quindi
proprietario dei beni, facendo ricorso alle proprie risorse
economiche o al credito. L’impresa utilizzatrice si obbliga
a pagare dei canoni periodici di numero prefissato; il
locatore riconosce inoltre al locatario, terminato il
pagamento dei canoni, la possibilità di riscattare il bene,
di diventarne cioè proprietario, contro corrispettivo di un
prezzo di riscatto predefinito alla sottoscrizione del
contratto e di importo usualmente contenuto
6
.
5
A. Di Amato, Impresa e nuovi contratti, Edizioni Scientifiche
Italiane, Napoli, 1998, pag. 258.
6
G. Del Medico, Leasing: analisi finanziaria, Ergon Business
Communication, Trieste, 1990 pag 1.
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In altri termini, “Tale contratto, non disciplinato
dalla normativa civilistica, consente di disporre di beni
strumentali con ridotto fabbisogno finanziario. In tal
modo, da un punto di vista economico-finanziario, il
leasing è un’operazione di investimento oltre che di
finanziamento”
7
.
Nel leasing è favorita la capacità di investimento
delle imprese, in effetti, è presente sia la disponibilità di
questi beni, senza immobilizzare le proprie disponibilità
finanziarie, sia la possibilità di rivolgersi alle forme
tradizionali di finanziamento.
La durata varia in relazione al tipo di bene
finanziato: per il leasing immobiliare la durata minima è
di 8 anni; per il leasing su autoveicoli e veicoli
commerciali dai 2 ai 5 anni; per leasing strumentale
(impianti, macchine per l’edilizia, ecc.) da 30 a 60 mesi.
Il primo canone corrisposto dall’utilizzatore è in
genere piø elevato rispetto a quelli successivi ed è il c.d.
maxicanone iniziale che vuole diminuire quei rischi di
perdita del concedente nel caso di insolvenza
dell’utilizzatore, in quanto, potrebbe accadere che
l’utilizzatore non paghi piø i canoni, di conseguenza il
locatore si andrà a riappropriare del bene il cui valore di
mercato, aggiunto al maxicanone iniziale e a quei canoni
già corrisposi, si prevede superiore ai costi sostenuti dal
locatore.
7
L. Marchi, La contabilità aziendale, Ipsoa, Milano, 2001, pag. 358.