2
In questo testo si cercherà di dare una visione quanto più completa
possibile della contabilizzazione delle partecipazioni nei documenti che
formano il bilancio ed in quelli che lo accompagnano, dando naturalmente
preminenza all’iscrizione nello stato patrimoniale. Inoltre si tratterà dei
bilanci consolidati, espressione contabile dei gruppi che si formano
anzitutto attraverso lo strumento delle partecipazioni. L’esame verrà
condotto nelle realtà contabili di due Paesi, gli Stati Uniti e la Germania,
che possono considerarsi quasi antitetici nella teoria e nella pratica
contabile, essendo i primi il maggior rappresentante del modello
anglosassone, la seconda capofila, e per molti versi fondatrice, del sistema
europeo continentale. Dopo aver descritto la situazione di questi due Stati
tenteremo un confronto riassuntivo, e si formuleranno alcune
considerazioni conclusive.
3
Capitolo 1
La contabilizzazione delle partecipazioni negli Stati Uniti
1.1. Premessa
La funzione di regolamentazione della materia contabile negli Stati Uniti
è affidata oltre che al Congresso, cui spetta l’emanazione delle leggi
federali in materia, ad un sistema misto di organismi pubblici e privati.
Agli organismi pubblici appartiene la Securities and Exchange
Commission (SEC), istituita nel 1934 e indipendente dal Governo federale,
il cui compito principale è quello di garantire la piena trasparenza ed
esaustività dell’informativa societaria, così da consentire agli investitori di
ottenere tutte le informazioni necessarie per prendere le decisioni di
investimento. Più in particolare la SEC esercita una funzione di controllo
del mercato finanziario e delle società che su tale mercato operano e,
inoltre, una funzione di regolamentazione diretta di alcune materie. Questo
ultimo compito è stato assolto, ad esempio, con l'emanazione dei
regolamenti S-X, con i quali la SEC ha disciplinato la forma ed il contenuto
del bilancio d’esercizio, degli allegati per le informazioni supplementari
(mod. 10-K) e dei bilanci trimestrali (mod. 10-Q). Inoltre ha imposto la
redazione di un apposito prospetto (mod. S-1) alle società intenzionate a
collocare pubblicamente i propri titoli, e ciò ad ulteriore tutela degli
investitori.
4
La SEC emana periodicamente altri documenti, come i Financial
Reporting Releases (FRR) e gli Staff Accounting Bullettins (SAB) destinati
i primi alla regolamentazione di specifiche procedure contabili e i secondi a
regolare particolari operazioni.
La Commissione ha però rinunciato al compito di emanare i principi
contabili vincolanti per le società sottoposte al suo controllo. Sin dalle
origini ha preferito delegare questa funzione ad organismi privati dotati di
adeguata autorevolezza professionale, che comunque sono sempre
sottoposti alla sua sorveglianza e devono rispettare, nell’attività di
statuizione dei principi contabili, le raccomandazioni e le esigenze già
espresse dalla SEC attraverso i suoi documenti. La SEC non manca di far
sentire la sua voce quando ritiene necessario intervenire su alcune
questioni, anche se ciò avviene raramente.
Gli organismi regolatori privati succedutisi nel tempo sono stati il
Committee on Accounting Procedure (CAP) dal 1934 al 1962, l’
Accounting Principles Board (APB) dal 1962 al 1973 e, infine il Financial
Accounting Standards Board (FASB). Quest’ultimo organismo emana due
tipi di documenti, gli Statement of Financial Accounting Standards (SFAS)
e le FASB Interpretations. Occorre però tener conto che i principi contabili
generalmente accettati (GAAP), che la SEC impone di seguire nella
preparazione dei bilanci, sono contenuti, oltre che in questi pronunciamenti,
anche in quelli dei predecessori del FASB, e cioè nelle APB Opinions e
negli Accounting Research Bullettins (ARB)
1
1
Occorre tenere conto anche delle disposizioni dell’AICPA (American Institute of Certified Public
Accountants) che riunisce più di 250.000 Certified Public Accountants, i quali nella loro attività di
5
Fatta questa breve premessa per individuare le fonti dei principi contabili
statunitensi, ci si occuperà particolarmente di quelli riguardanti le
partecipazioni.
1.2. La contabilizzazione delle partecipazioni nei bilanci societari
Le partecipazioni possono essere brevemente definite come le quote del
capitale di altre imprese acquistate e detenute per motivi diversi. Vi può
essere l’intenzione di creare un legame duraturo tra la partecipante e la
partecipata, oppure le quote sono acquistate per motivo di speculazione o
temporaneo investimento di liquidità. Alcuni studiosi italiani riconoscono
come partecipazioni solo gli investimenti del primo tipo, altri propendono
per una interpretazione estensiva che includa anche le partecipazioni del
secondo tipo.
A questa distinzione corrisponde una diversa collocazione nei bilanci
della partecipante in quanto, come si sa, le partecipazioni del primo tipo,
destinate a permanere a lungo nel patrimonio della società, rientreranno fra
le immobilizzazioni, mentre quelle del secondo tipo saranno iscritte
nell’attivo circolante.
I criteri di classificazione non sono però chiaramente definiti. Mentre le
partecipazioni destinate a permanere sono incluse nella categoria dei
"Long-term Investments" sotto la voce "Investments in common stock"
2
,
certificazione dei bilanci non possono discostarsi dai principi contabili generalmente accettati
(GAAP), salvo rare eccezioni.
2
Le common stocks corrispondono alle azioni ordinarie italiane, danno diritto al voto nelle
assemblee permettendo così di arrivare al controllo della società partecipata. Le preferred stocks (
azioni privilegiate), invece, di regola non hanno questo diritto in cambio di un dividendo più elevato.
6
una seconda categoria, quella delle "Marketable securities" (titoli
negoziabili, tra i quali le azioni) può essere considerata parte delle
immobilizzazioni o dell’attivo circolante (Current assets). Precisamente
dovranno essere considerati parte del circolante quei titoli che sono stati
acquistati al fine di investire temporaneamente liquidità generata dalla
gestione; essi sono destinati ad essere ceduti entro un anno o comunque
entro il ciclo operativo dell’impresa, se più lungo.
Le partecipazioni che entrano a far parte dell’attivo immobilizzato, e che
da ora in poi saranno chiamate semplicemente partecipazioni, devono
essere iscritte seguendo il criterio del costo o quello del patrimonio netto, a
seconda dei casi.
I metodi di contabilizzazione delle partecipazioni sono contenuti in gran
parte in due documenti ufficiali del Financial Accounting Standards Board:
l’APB Opinion 18 e la FASB Interpretation 35.
L’APB Opinion 18: The Equity method of Accounting for Investments in
Common Stock, emanata nel 1971, elenca i casi in cui le partecipazioni
devono essere iscritte in bilancio secondo l’Equity method (metodo del
patrimonio netto) e i criteri da seguire, rimanendo così indicati per
esclusione i casi in cui deve essere applicato il criterio del costo. La FASB
Interpretation 35: Criteria for Applying the Equity method for Investments
in Common Stock chiarisce alcuni aspetti del metodo di valutazione.
Il FASB afferma che dovrebbero essere contabilizzate secondo l’equity
method:
1) le partecipazioni costituite dalla maggioranza assoluta delle azioni
ordinarie di società consolidate o non consolidate;
7
2) le partecipazioni in società costituite come corporate joint ventures.
3) le partecipazioni in società in cui la partecipante esercita una
“significativa influenza”.
In questi casi la partecipante riesce ad influenzare l'attività operative e
finanziaria della partecipata, e di conseguenza il suo risultato economico.
Perciò l'equity method è ritenuto dal Board più adatto a determinare il
valore della partecipazione
3
.
Le partecipazioni di cui ai punti 1) e 2) sono facilmente ed
oggettivamente individuabili, mentre per quanto riguarda il punto 3), al fine
di raggiungere un ragionevole livello di uniformità nell’applicazione
dell’equity method, il FASB stabilisce delle percentuali di possesso che
presumono, fino a prova contraria, l’esistenza o meno della significativa
influenza.
Il Board afferma che una partecipazione (detenuta direttamente o
indirettamente) costituita da almeno il 20% delle azioni ordinarie di una
società fa presumere, salvo evidente contrario, la capacità della partecipante
di esercitare una significativa influenza sulla partecipata. Al contrario il
possesso di una quota inferiore al 20% delle azioni ordinarie fa presumere
l’assenza della significativa influenza, sempre, però, salvo prova contraria.
Tra i fatti indicativi di una significativa influenza il Board indica
espressamente:
1) la presenza nel consiglio di amministrazione della società partecipata;
2) la partecipazione ai processi decisionali;
3
Così afferma l'APB Opinion 18 al par. 12. Tuttavia le critiche all'uso dell'equity method non sono
mancate negli Stati Uniti. In proposito si veda l'articolo di B.S. Neuhausen, Consolidation and the
equity method-time for an overhaul, in The Journal of Accountancy, febbraio 1982.
8
3) rilevanti transazioni intersocietarie;
4) interscambio di personale dirigente;
5) dipendenza tecnologica della partecipata dalla partecipante;
Occorre considerare, inoltre, la concentrazione del capitale della
partecipata nelle mani di altri azionisti, poiché, e ciò ci sembra rilevante, il
possesso della maggioranza delle azioni ordinarie da parte di un terzo
azionista non esclude che l’investitore, pur con una quota di minoranza,
possa esercitare la significativa influenza
4
.
Tra le circostanze che possono provare l’inesistenza dell’influenza
notevole citiamo:
1) forme di opposizione della società partecipata, come controversie,
cause, vertenze, ricorsi alle autorità competenti, alla possibilità che la
partecipante eserciti la sua influenza;
2) accordi tra le due società con i quali la partecipante limita o comunque
modifica i propri diritti di azionista
5
;
3) la maggioranza delle azioni della società appartengono ad un ristretto
numero di soci che gestiscono la società escludendo la partecipante
6
.
4) la società partecipante non riesce ad avere dalla partecipata le
informazioni necessarie per l’applicazione dell’equity method, che però
altri azionisti riescono ad ottenere (ad esempio, la partecipante vuole dati
trimestrali e la partecipata redige solo bilanci annuali).
4
Così afferma la FASB Interpretation 35, par. 6.
5
Tra questi possibili accordi vi sono gli stand-still agreements, detti così perchè con essi la
partecipante si impegna a non aumentare la sua quota nella partecipata. Questi accordi sono di solito
conclusi quando la partecipata deve difendersi da scalate ostili o da tentativi da parte di qualche
azionista di aumentare la propria quota. Pertanto, se la partecipante con tali accordi rinuncia ad
importanti diritti, dovra valutare tutti i fatti e le circostanze riguardanti l’investimento per determinare
se sono sufficienti a smentire la presunzione di significativa influenza (Fasb Interpretation 35, par. 9).
9
5) la partecipante chiede ma non riesce ad ottenere una rappresentanza
nel consiglio di amministrazione.
Il FASB chiarisce infine che questi esempi non esauriscono tutto il
campo delle possibilità e non devono essere seguiti pedissequamente nei
casi concreti, poichè ogni rapporto controllante-controllata è unico; quindi
l’investitore dovrà esaminare tutte le caratteristiche del suo caso per
valutare se la sua influenza significativa esiste oppure no, ricorrendo se
necessario ad un giudizio professionale.
Enunciati i criteri atti ad individuare le partecipazioni che devono essere
valutate secondo l’equity method, l’ Opinion n. 18 aggiunge che tale
criterio di valutazione deve essere seguito, per le partecipazioni di tipo 1),
2) e 3), sia nel bilancio della partecipante, che nel bilancio consolidato e
inoltre che l’equity method non è un valido sostituto del consolidamento e
non può pertanto essere usato per giustificare l’esclusione di una
controllata quando il suo consolidamento appare invece appropriato. Ciò
significa che una società di cui si possiede la maggioranza assoluta delle
azioni ordinarie deve essere obbligatoriamente consolidata, quindi la
relativa posta "partecipazione" nel bilancio della controllante deve essere
sostituita dalle attività e passività della controllata, a meno che non si
verifichino le cause di esclusione dal consolidamento, che sono:
1) la natura temporanea della partecipazione;
2) eventi e circostanze particolari come il fallimento, l’amministrazione
controllata e la liquidazione, che limitano il pieno controllo della
capogruppo;
6
Potrebbe essere il caso dei patti di sindacato o dei sindacati di blocco.
10
3) restrizioni alla gestione di controllate estere così severe da
pregiudicare l’effettivo esercizio del controllo.
Ricorrendo queste situazioni la partecipazione nell'impresa esclusa dal
consolidamento non può essere valutata con l’equity method e deve essere
necessariamente iscritta in bilancio al costo storico
7
.
Questo divieto ha una motivazione ben precisa: con il consolidamento di
una società appaiono nel bilancio consolidato anche la quota del suo utile o
della sua perdita di spettanza della capogruppo, ovviamente dopo aver
proceduto alle rettifiche richieste dalla procedura di consolidamento. Ma
poiché, come vedremo meglio in seguito, l’equity method conduce
egualmente a rilevare nel bilancio della holding la quota di sua spettanza
del reddito della controllata, sarebbe incongruente vietare un procedimento
e permetterne un altro che conduce allo stesso risultato. Il par. 19 afferma
correttamente che la differenza tra consolidamento ed uso dell’equity
method sta solo nei maggiori dati che appaiono nel bilancio consolidato,
poiché la quota di reddito d’esercizio e di patrimonio netto della controllata
rilevati dalla controllante sono eguali con i due metodi. D’altronde
l’obiettivo dell’equity method è quello di dare subito un idea del valore del
gruppo costituito dalla holding e dalle società ad essa legate da vincoli di
carattere operativo, attraverso un consolidamento sintetico (o one-line
consolidation, come dicono gli americani). Quando tale legame è incerto o
temporaneo e tali società vengono pertanto escluse dal consolidamento, non
sussiste neanche la motivazione sostanziale per l’applicazione dell’equity
method. Ciò che abbiamo detto per le partecipazioni di controllo vale anche
7
Si veda lo SFAS 94, par. 15.
11
per le corporate joint ventures e le partecipazioni in società in cui si gode di
significativa influenza.
Quando queste partecipazioni in imprese controllate ma non consolidate,
in base alle ragioni suesposte, devono essere escluse dall’area di
consolidamento, dovranno essere iscritte in bilancio con il metodo del
costo. In realtà, poiché i principi contabili generalmente accettati
impongono ai gruppi la certificazione e la pubblicazione del solo bilancio
consolidato, e non anche di quello della capogruppo, accade spesso che le
partecipazioni maggioritarie siano iscritte in quest'ultimo bilancio secondo
un equity method corretto oppure incompleto, anziché al costo storico.
Poiché tali bilanci non sono diffusi pubblicamente, non vi è violazione dei
GAAP, e la decisione sul metodo da utilizzare è rimessa interamente alla
libera decisione degli amministratori della capogruppo. Le partecipazioni in
controllate non consolidate saranno contabilizzate secondo il metodo del
costo nel solo bilancio consolidato
8
.
Riassumendo, devono essere contabilizzate con il metodo del costo:
1) le partecipazioni in società non controllate nè collegate (intendendo
quelle in cui non si ha una notevole influenza);
2) le partecipazioni in società controllate escluse dall’area di
integrazione (nel bilancio consolidato e in quello della capogruppo
certificato e pubblicato);
8
Confermano in tal senso C.R. Baker-D. Rapaccioli-M.B. Solomon, USA Group Accounts, in D.
Ordelheide-KPMG, Transnational Accounting, vol. 2, Macmillan Press Ltd, London, 1995, p. 3136-
3137 e p. 3149 e F.A. Beams, Advanced Accounting, 5th ed., Prentice Hall, Englewood Cliffs, NJ,
1992, p. 44 e p. 129. Fa notare il Beams che se una banca, ai fini della concessione di un
finanziamento, richiedesse il bilancio certificato della capogruppo, quest'ultima dovrebbe
necessariamente iscrivere le partecipazioni di maggioranza secondo il metodo del patrimonio netto.
12
3) le partecipazioni in società collegate e in joint ventures per le quali
ricorrono le stesse cause che hanno condotto all’esclusione dal
consolidamento delle partecipazioni di controllo
9
.
Illustriamo ora il procedimento di applicazione dell’equity method
secondo le direttive del FASB contenute nell’Opinion n. 18:
1) la partecipazione dovrà essere inizialmente iscritta nel bilancio della
partecipante al costo;
2) successivamente tale importo dovrà essere modificato per tener conto
della quota di utile o perdita spettante alla partecipante secondo il principio
della competenza economica, e cioè indipentemente dalla riscossione degli
utili e dal sostenimento delle perdite.
La quota suddetta dovrà essere determinata dopo aver eseguito le stesse
rettifiche ed eliminazioni richieste dalla preparazione del bilancio
consolidato e ciò significa, tra l’altro, la sottrazione da tale importo dei
dividendi ricevuti.
In questo modo la posta partecipazioni nel bilancio della partecipante
varierà ogni anno al variare del netto delle partecipate.
Facciamo un semplice esempio per chiarire quanto detto: si supponga che nel
febbraio 1996 la società A acquisti l’80% delle azioni ordinarie della società B per $
400. Il netto della soc. B a quella data è di $ 500, quindi non vi è differenza tra prezzo
pagato e valore contabile della partecipazione. La controllata ottiene nell’anno 1996 un
utile di $ 60 e, dopo aver proceduto agli accantonamenti, nel marzo1997 delibera la
distribuzione di dividendi per totali $ 40.
Le scritture della controllante saranno, nel seguito, queste:
9
Il sistema così delineato deriva dalle modifiche apportate dallo SFAS 94 sia all’APB Opinion 18 che
all’ARB 51.
13
febbraio 1996
partecipazioni in società controllate 400
cassa 400
per contabilizzare l’acquisto della partecipazione
dicembre 1996
partecipazioni in società controllate 48
proventi da partecipazioni 48
per rilevare l’80% dell’utile conseguito dalla soc. B
marzo 1997
crediti v/ società controllate 32
partecipazioni in societa controllate 32
cassa 32
crediti v/ società controllate 32
a rilevare la deliberazione e la successiva riscossione dei dividendi
spettanti alla soc. A ( 80% di 40)
A conclusione di queste scritture la voce partecipazioni in società controllate avrà un
saldo in dare pari a $ 416, che rimarrà invariato sino alla fine del 1997 quando si dovrà
di nuovo rilevare la quota di risultato economico della controllata. I proventi da
partecipazioni, invece, saranno stati inclusi fra i componenti positivi del conto
economico della controllante e avranno contribuito alla formazione del risultato del
1996.
Abbiamo già detto che secondo il FASB, per la corretta applicazione
dell’equity method non basta calcolare la quota del risultato economico
della partecipata ed aggiungerlo al costo storico della partecipazione, come
14
esemplificato, ma occorre effettuare una serie di aggiustamenti, come se si
dovesse redigere un bilancio consolidato
10
.
Le procedure da seguire sono elencate nei punti del par. 19 dell’
Opinion così come segue:
a) gli utili e le perdite risultanti da operazioni tra le imprese del gruppo,
siano essi conseguiti dalla capogruppo o dall’affiliata, devono essere
eliminati, come se la controllata, la joint venture o la partecipata venissero
consolidate. Ciò impone anzitutto di distinguere tra operazioni downstream
e operazioni upstream. Nelle prime il reddito infrasocietario è realizzato
dalla partecipante, nelle operazioni del secondo tipo è realizzato dalla
partecipata. Il par. 14 dell'ARB 51: Consolidated Financial Statements
impone di eliminare ai fini del consolidamento la totalità degli utili o delle
perdite infragruppo, concedendo che in caso di operazioni upstream la
parte dei profitti non realizzati di competenza degli azionisti di minoranza
della controllata venisse loro addebitata (o accreditata in caso di perdita).
Questa è la regola quindi a cui rimanda l'Opinion 18 nel momento in cui
richiede che la contabilizzazione con il metodo del patrimonio netto
produca gli stessi effetti del consolidamento. Senonché l'Accounting
Interpretation No. 1 dell'Opinion 18, emanata nel novembre 1971,
affermava che la partecipante avrebbe dovuto eliminare i redditi
10
Il par. 6b dell'Opinion 18 recita: «The amount of the adjustment is included in the determination of
net income by the investor, and such amount reflects adjustments similar to those made in preparing
consolidated statements including adjustments to eliminate intercompany gains and losses, and to
amortize, if appropriate, any difference between cost and underlying equity in net assets of the
investee at the date of investment. The investment of an investor is also adjusted to reflect the
investor's share of changes in the investee's capital. Dividends received from an investee reduce the
carrying amount of the investment».
15
infrasocietari in misura pari alla sua partecipazione, e ciò
indipendentemente dal fatto che derivassero da operazioni downstream o
upstream. Il conflitto con la stessa Opinion 18 e le norme sul
consolidamento è però solo apparente, in quanto il documento stesso
chiarisce che l'eliminazione parziale è richiesta nel caso che la
partecipazione, se pure influente, non sia maggioritaria. In quest'ultimo
caso, invece, la controllante può decidere le condizioni dell'operazione,
perciò gli utili o le perdite che ne derivano dovranno essere totalmente
eliminati
11
.
Alcuni studiosi statunitensi hanno criticato l'obbligatoria eliminazione
dei profitti infrasocietari, sostenendo che tale eliminazione è giustificata in
un processo di consolidamento di imprese che costituiscono un'unica entità
economica, ma non lo è quando tale entità non esiste e le imprese sono
legata da una semplice partecipazione influente. Nell'uso del metodo del
patrimonio netto, che realizza un consolidamento sintetico, l'eliminazione
sarebbe quindi corretta solo se la partecipazione fosse di maggioranza
assoluta. Se la partecipazione fosse invece compresa tra il 20 ed il 50%,
non essendo rinvenibile un rapporto di controllo, utili e perdite
infrasocietarie non dovrebbero essere cancellate
12
.
b) una eventuale differenza tra il costo dell’ investimento e la
corrispondente quota di netto della società partecipata deve essere
11
Le regole sull'eliminazione dei risultati infrasocietari sono contenute nella sezione I82, Investments:
Equity Method, parr. 501-507 del libro FASB, Current Text, vol. I, General Standards al 1° giugno
1987, Stamford, 1987.
12
Sostengono questa tesi T.E. King-V.C. Lembke in Reporting investor income under the equity
method, in The Journal of Accountancy, settembre 1976, pp. 66-69.