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1.3 LA PIANIFICAZIONE FINANZIARIA
La cosa più importante per qualsiasi risparmiatore è riuscire a fare propri una
serie di comportamenti affinché si possa mantenere il focus sul risultato che si
vuole raggiungere.
La pianificazione finanziaria è un processo attraverso il quale vengono
individuate le necessità di tutela e di risparmio di un soggetto, con la successiva
selezione dei mezzi più adeguati a raggiungere gli obiettivi prefissati.
In questo modo, con una vera consapevolezza delle entrate e delle uscite
economiche di ogni giorno, sarà possibile mettere a fuoco quelle che sono le
reali esigenze di ognuno di noi.
Come accennato nel paragrafo precedente, talvolta può essere fondamentale
affidare la propria pianificazione finanziaria ad una figura professionalmente
abilitata, il quale sarà in grado di stilare un quadro puntuale della situazione
finanziaria-economica-assicurativa del cliente.
Per una corretta pianificazione sarà necessario percorrere tre fasi fondamentali:
- Acquisire informazioni;
- Definire il piano di investimento;
- Controllare e ribilanciare.
La prima fase è quella, a mio avviso, fondamentale. Un buon consulente ha il
compito di entrare nella vita di un cliente in punta di piedi, con professionalità
ma soprattutto empatia, per cercare di attingere quante più informazioni possibili
in grado di poter identificare le esigenze reali dell’individuo in questione;
concordare insieme gli obiettivi di investimento; comprendere la propensione al
rischio e che cosa rappresenta per il cliente; attuare una giusta diversificazione
delle risorse nel corso del tempo.
Una volta effettuata una analisi generale dei punti sopra elencati, il consulente
potrà procedere con la fase successiva, ossia quella relativa alla definizione del
piano di investimento, fase rappresentata da tecnicismi e concretizzazioni degli
obiettivi stimati. Dopo aver analizzato quale sia la posizione finanziaria del
soggetto, si potrà procedere con la definizione del piano di investimento coerente
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con le informazioni ricavate nella prima fase, selezionando le soluzioni più
adatte al profilo del cliente.
Ultima fase è quella del controllo e del ribilanciamento, fondamentale anch’essa
per assicurare che la pianificazione sviluppata stia procedendo come previsto e
per, eventualmente, effettuare delle modifiche conseguentemente ai
cambiamenti del mercato e dei bisogni del cliente
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.
Ogni pianificazione finanziaria che si rispetti ha il compito di rispettare l’ordine
di priorità di ogni obiettivo che l’individuo razionale deve soddisfare. Occorre
far fede allo schema della piramide della pianificazione, che non fa altro che
ordinare in ordine di importanza gli obiettivi di tutela e di risparmio che il
soggetto desidera raggiungere.
Per ordine di importanza, troviamo: Protezione, Previdenza, Risparmio,
Investimento.
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L’individuo dovrebbe per prima cosa focalizzarsi sul proteggere sé stesso e la
propria famiglia da quegli imprevisti che potrebbero mettere in discussione la
sua disponibilità reddituale. Dopodiché potrà dedicarsi all’accantonare delle
cifre in vista dell’età pensionistica, in modo tale da poter godere in futuro di un
tenore di vita non inferiore rispetto a quello cui si era abituato nel corso della
vita lavorativa.
Solo dopo aver individuato delle soluzioni in grado di risolvere questi primi due
interrogativi, allora l’individuo potrà dedicare la sua attenzione
all’accantonamento a risparmio del proprio denaro e successivamente a
massimizzarlo.
1.4 QUANTO SONO EDUCATI GLI INVESTITORI ITALIANI AD UNA
GESTIONE EFFICIENTE DELLA PROPRIA RICCHEZZA?
La scarsa conoscenza del mondo finanziario e le paure ed incertezze portate dal
Covid-19 e lo scenario macroeconomico in generale, costringono il popolo
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Come esposto dalla teoria del ciclo di vita (Modigliani, 1954), i bisogni e le prospettive mutano
di pari passo con il cambiamento dell’età del cliente, il quale potrà doversi trovare a mutare le
proprie prospettive in relazione ai cambiamenti dello stile di vita che esso adotterà.
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Aief, La pianificazione finanziaria assicurativa, 2017. (Aief, 2017)
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italiano a posizionarsi in fondo alle classifiche in ordine delle capacità di
risparmio dei cittadini europei.
Una cattiva educazione finanziaria comporta l’adozione di scelte di risparmio ed
impiego delle risorse stesse in soluzioni errate e dettate, da un lato, dalla
emozionalità di volere tanto e subito (come il cadere in uno schema ponzi, legato
al mondo delle criptovalute che fanno di tanta gente con scarse conoscenze i
nuovi guru dei mercati di investimento) e dall’altro, dal timore di vedere dissolti
il proprio cachet: in questo modo il mondo dei risparmiatori subisce una
profonda spaccatura, che deve necessariamente essere rimarginata.
L’inflazione incalzante che spinge ormai da un anno sui portafogli degli italiani,
tra l’altro, rischia di abbattere la capacità di acquisto del denaro che i
risparmiatori hanno tenuto, e tengono tutt’ora, custoditi sotto il materasso.
Partendo da questi presupposti, risulta utile ed interessante monitorare se gli
italiani soddisfino i principi della pianificazione finanziaria.
A tal riguardo, la CONSOB (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa),
pubblica periodicamente sul sito web nell’area “Pubblicazioni” una serie di
documenti e rapporti riguardanti lo scenario del mercato italiano, con una
sezione in particolare dedicata alle scelte di investimento adottate dalle famiglie.
Il report 2022 si basa sull’indagine“ L’Approccio alla finanza e agli investimenti
delle famiglie Italiane” che ha analizzato le scelte di investimento delle famiglie
italiane in correlazione alle loro abitudini, conoscenze ed attitudini prendendo
un campione di 1.436 individui. L’analisi è stata effettuata da Nadia Linciano
(Responsabile dell’ufficio Studi Economici in CONSOB), Valeria Caivano,
Daniela Costa, Monica Gentile, Paola Soccorso.
Dalla lettura dei dati riportati è possibile disporre di un quadro generale di quello
che è sommariamente lo scenario del mercato italiano dal punto di vista degli
investitori, e si evince un deterioramento delle condizioni finanziarie delle
famiglie che ha provocato una diminuzione della capacità di effettuare una
pianificazione finanziaria efficiente. Molti aspetti negativi, tra cui una bassa
conoscenza nel tema, bassa percezione del rischio, il tutto alimentato
dall’inflazione che ha eroso il potere d’acquisto. Tuttavia, è possibile cogliere
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una nota positiva in quanto gli individui intervistati sono consapevoli di dover
accrescere le proprie competenze.
Più nel dettaglio, nel paragrafo “Scelte ed Abitudini di investimento” del
documento, scaturisce che circa il 40% degli investitori partecipa al mercato da
più di 10 anni, il 23% invece si è affacciato a questo mondo per la prima volta
tra il 2020-2022. Tra questi, solo coloro i quali dispongono di conoscenze
finanziarie più elevate riescono a costruire un portafoglio performante,
consapevole in tema di diversificazione ed asset allocation, a differenza del resto
degli investitori che purtroppo non dispongono di queste competenze.
Un dato molto importante riguarda la richiesta di una consulenza finanziaria, che
si conferma essere molto contenuta, difatti solo il 26% degli investitori decidono
di affidarsi ad un professionista.
Aleggia un clima di profondo scetticismo, legato alla presunzione di non ritenere
necessario godere di un servizio di consulenza per l’investimento di piccole
somme o strumenti semplici, legato anche al costo importante che
comporterebbe (costo che circa il 69% degli investitori dichiara non essere
disposto a sostenere). Questo porta quindi ad effettuare investimenti fai da te, o
ad affidarsi a parenti, colleghi ed amici.
Un aspetto fondamentale che muove le redini dei processi decisionali di scelta
sono le diverse sfaccettature psicologiche che travolgono l’essere umano,
facendo scattare delle dinamiche, tutte diverse da individuo a individuo, che
generano un’avversione o propensione all’investimento nei mercati finanziari.
Un tratto che risulta essere stabile tra gli investitori italiani è l’elevata avversione
al rischio, e lo studio portato avanti ha elaborato le incidenze percentuali sul
campione preso in considerazione. Difatti, il 70% degli intervistati è propenso
ad effettuare investimenti con basso rendimento rapportato ad un rischio molto
contenuto. L’avversione a questa variabile così scottante viaggia di pari passo
con l’avversione alle perdite, situazione che sembra essere non sostenibile a
livello psicologico da circa il 69% degli intervistati. Un tratto molto interessante
emerge che emerge tra le tante altre analisi effettuate sui partecipanti
dell’indagine è la propensione alla contabilità mentale, che porta circa il 60% di
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loro ad assumersi un rischio elevato su una piccola quota degli investimenti
effettuati, scelta che non risulta essere in linea con le reali valutazioni di
portafoglio.
Lo studio si è poi soffermato su quei comportamenti autoindotti che provocano
ansia e stress riguardo agli investimenti. L’ansia finanziaria si manifesta in vari
modi, circa il 67% dei partecipanti al sondaggio si considera impotente verso la
perdita possibile dei risparmi e il 49% avverte il bisogno di affidare i propri
risparmi ad una persona fidata. È poi evidente una lampante correlazione tra
quelli che sono i tratti personali e psicologici con variabili socio-demografiche,
e risulta che tra gli investitori intervistati l’avversione al rischio cresce assieme
all’ansia finanziaria e alla difficoltà di avere una gestione efficiente della propria
ricchezza, mentre diminuisce nei soggetti che hanno buone disponibilità
reddituali e che sono soddisfatti finanziariamente.
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Tuttavia, ritengo che ciò non dovrebbe scoraggiare le attese, e che la seppur
timida domanda di consulenza (in crescita), debba essere vista come un punto di
partenza ed un’opportunità al quale Gli italiani stanno cominciando ad
affacciarsi. L’affidare i propri risparmi ad una figura professionale come quella
del consulente in grado di trovare, grazie alle competenze acquisite, delle
soluzioni davvero indispensabili per la persona e capaci di salvare la vita della
stessa, che salvaguardano prima di tutto la capacità di sostentamento di cui essa
dispone, ossia il proprio denaro, dovrebbe essere una scelta inserita
nell’itinerario di gestione del proprio denaro di tutti i cittadini italiani, e si spera
possa nel più breve periodo possibile, essere alla portata di tutti, senza inibizioni
o paure dettate dalla troppa irrazionalità che purtroppo detta le scelte
dell’individuo normale.
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N. Linciano, V. Caivano, D. Costa, M. Gentile, P. Soccorso, “Rapporto sulle scelte di
investimento delle famiglie italiane”, in Quaderni di Finanza, CONSOB,
2022.https://www.consob.it/documents/11973/287812/rf2022.pdf/cf6f38e9-dbcc-6057-8fff-
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