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nell’apertura a recepire le novità indotte dal progresso tecnologico di una branca
importante del diritto, ossia il diritto industriale.
Proprio in questa disciplina giuridica, le novità più significative introdotte dalla rete
Internet riguardano l’applicazione delle norme che tutelano i principali istituti della
proprietà industriale e intellettuale. Va considerato, infatti, che l’avvento di Internet
scardina la normale e tradizionale interpretazione circa la disciplina dei segni
distintivi delle imprese e delle opere dell’ingegno. Nello specifico, trovano
un’importante rilievo le controversie giudiziarie causate dal rapporto non pacifico tra
istituti “tipici” del diritto industriale e nuove categorie giuridiche, specie i cosiddetti
domain names, ossia i nomi di dominio che gli utenti o le entità della rete
conferiscono ai “siti” Internet.
Nel presente lavoro, in effetti, l’attenzione sarà posta essenzialmente sullo studio dei
casi principali di concorrenza sleale che, attualmente, sono perpetrati nella “rete delle
reti”, partendo da un breve studio delle origini storiche e della funzione di Internet ed
esaminando le principali caratteristiche dei nomi di dominio.
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Natura, origini e sviluppo di Internet.
Internet non è un’entità fisica o tangibile, ma piuttosto un enorme network che
collega innumerevoli più piccoli gruppi di networks di computer a loro volta
interconnessi. Può essere definito, quindi, una rete di networks, ossia una rete
internazionale di computer tra loro collegati. Questa nozione può essere meglio
compresa se si considera cosa sia e cosa possa fare un gruppo di computers collegati
in rete (qui definito “network”).
Oggi, reti anche di limitate dimensioni esistono dappertutto e prendono il nome di
“networks locali”. Per esempio, nelle sedi di numerose organizzazioni nazionali o
internazionali i computers sono collegati tra loro non solo per lo scambio di dati
(files) e messaggi, ma anche per condividere apparecchiature più o meno complesse,
come le stampanti. In tutti questi casi, si ricade nella fattispecie dei networks.
In particolare, si ricorda che alcuni di essi possono essere “chiusi”, vale a dire non
collegati ad altri computers o reti. Molti di questi, però, sono collegati ad altre reti, le
quali a loro volta sono connesse ad altri networks ancora, in modo da permettere ad
ogni singolo computer di ciascun gruppo di comunicare con i computers di
qualunque altro network del sistema esistente.
È questa ragnatela di computers e networks tra loro collegati che viene chiamata
Internet.
La natura di Internet è tale che risulta molto difficile, se non impossibile, determinare
la sua estensione in un dato momento. Risulta certo e incontestabile il fatto che la
“rete delle reti” abbia conosciuto una crescita straordinaria negli anni recenti. Basti
pensare che, nel 1981 meno di trecento computers erano collegati ad Internet e nel
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1989 non si superava ancora il numero di novantamila. Nel 1993, in tutto il mondo,
erano connessi più di un milione di computers; cifra questa destinata ad aumentare,
tant’è che nel 1997 si superarono le dieci milioni di unità collegate. Le stime attuali
valutano che, complessivamente in tutto il mondo, il numero dei computers connessi
alla rete è destinato a crescere esponenzialmente superando nettamente la cifra di
duecento milioni di utenti nell’anno in corso. Ad ogni modo, va ricordato che tali
dati sono suscettibili di repentine modifiche a causa dell’inarrestabile espansione che
il “fenomeno Internet” sta riscuotendo in tutto il mondo.
La forte spinta che nel presente si riscontra all’accesso in rete, la quale sarà ancora
più marcata nell’immediato futuro, la si spiega con un dato di fatto importantissimo.
Tutti i computers e i networks che costituiscono Internet, appartengono a istituzioni
pubbliche e governative, organizzazioni con e senza scopo di lucro, privati: ne risulta
un mezzo di comunicazione globale e decentralizzato – il cosiddetto “ciberspazio” –
che collega tra loro persone, associazioni, imprese e istituzioni pubbliche di tutto il
mondo. In sostanza, Internet è un sistema internazionale. Un mezzo di
comunicazione che permette a ciascuna delle decine di centinaia di milioni di
persone che vi hanno accesso di comunicare, accedere e scambiare una grande
quantità di informazioni provenienti da tutto il mondo
1
. Le comunicazioni sono,
infatti, quasi istantanee e possono essere dirette a soggetti determinati, a più ampi
gruppi di persone interessate ad un particolare argomento o anche al mondo intero.
Ma quali sono le origini della rete delle reti?
1
Internet è “un mezzo di comunicazione umana mondiale unico e assolutamente nuovo”. Tratto da
Corte Suprema degli Stati Uniti, sentenza 26 giugno 1997, Foro Italiano, 1998, IV, pag. 26
(traduzione italiana a cura di A. Cucinotta).
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Internet nasce nel 1969 negli Stati Uniti, come progetto sperimentale dell’Advanced
Research Project Agency (ARPA), ed era allora chiamato ARPANET. Questo network
collegava computers e reti di computer che appartenevano alla difesa, a fornitori
dell’esercito e a laboratori universitari impegnati in ricerche nel settore militare. Il
network, successivamente, permise a tutti i ricercatori statunitensi l’accesso diretto a
supercomputers estremamente potenti, localizzati in alcune università e laboratori
chiave. Non appena si sviluppò ben oltre le iniziali finalità di ricerca nell’ambito
degli Stati Uniti, estendendosi a università, imprese e persone fisiche di tutto il
mondo, ARPANET venne ribattezzato DARPA INTERNET e, infine, semplicemente
“Internet”.
Fin dagli esordi, questo network venne strutturato per funzionare come un sistema di
collegamenti multipli, autosufficienti e decentrati tra computers e reti di computers,
capaci di trasmettere rapidamente comunicazioni, senza la necessità di alcun
intervento o controllo umano, e di dirottarle automaticamente in caso di
danneggiamento o, comunque, di indisponibilità di uno o più collegamenti. Tra le
altre cose, il sistema venne progettato in modo tale da permettere la prosecuzione di
ricerche e comunicazioni di vitale importanza anche nell’ipotesi in cui fosse stata
danneggiata una parte della rete, per esempio nell’eventualità di una guerra.
Per organizzare questo flessibile mezzo di comunicazione prima nazionale poi
internazionale, ARPANET incoraggiò la creazione di collegamenti multipli da e per
ciascun computer (o computer network) della rete. Perciò, un computer situato a
Washington poteva essere collegato (solitamente attraverso una linea telefonica
dedicata) ad altri computers situati negli Stati confinanti. Ciascuno di tali computers
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poteva a sua volta essere connesso ad altri computers, questi ad altri, e così via.
Peraltro, una qualsiasi comunicazione inviata mediante la serie ridondante di
elaboratori elettronici tra loro collegati, poteva utilizzare uno qualunque dei
numerosissimi percorsi disponibili per giungere a destinazione
2
.
Nello stesso periodo in cui ARPANET (che più tardi cessò di esistere) stava
espandendosi, si svilupparono analoghi network che collegavano università, centri di
ricerca, organizzazioni economiche e singoli individui in tutto il mondo. Questi
network – più o meno formalmente strutturati – comprendevano BINET, CSNET,
FIDONET, e USENET. Alla fine, ciascuno di questi network venne collegato agli
altri, permettendo agli utenti dei computers collegati ad uno di essi qualunque di
trasmettere comunicazioni agli utenti di un altro network. Proprio la suddetta “serie
di networks” tra loro connessi (e che a loro volta collegano singoli computers e reti),
oggi è comunemente nota col nome di Internet.
Fermo restando quanto detto, è opportuno fare una importante precisazione. In realtà,
nessuna singola entità di tipo accademico, economico, politico governa e controlla
Internet, che esiste e funziona in virtù del fatto che centinaia di migliaia di singoli
gestori di computers e computer networks hanno autonomamente deciso di utilizzare
comuni protocolli per il trasferimento di informazioni e per lo scambio di
comunicazioni con altri elaboratori elettronici (i quali a loro volta scambiano
2
Va ricordato che i messaggi tra computers collegati ad Internet non viaggiano necessariamente
integri lungo lo stesso percorso. Infatti, “Internet utilizza protocolli di comunicazione cosiddetti
packet switching, che permettono ai singoli messaggi di essere suddivisi in unità più piccole le quali
vengono inviate autonomamente a destinazione e vengono, quindi, auotmaticamente riassemblate dal
computer ricevente. Sebbene tutti i componenti di un dato messaggio viaggino solitamente lungo lo
stesso percorso fino alla destinazione finale, qualora determinati computers lungo il tragitto
risultassero sovraccarichi, le singole unità di un messaggio possono essere smistate verso computers
meno intasati”. Cfr. Corte federale USA, Distretto orientale della Pennsylvania, sentenza 11 giugno
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comunicazioni e informazioni con altri computers ancora). In sintesi, non esiste nel
ciberspazio una sede centrale di archiviazione dei dati, un punto di controllo su
Internet. Del resto, non sarebbe neanche tecnicamente possibile per una singola
organizzazione rilevare e controllare tutte le informazioni convogliate nella rete delle
reti.
I modi di accesso ad Internet e i principali sistemi di comunicazione.
I singoli utenti possono accedere ad Internet in diverse maniere, generalmente
tramite conputers direttamente connessi alla rete, o mediante l’impiego di un modem
che si collega alla rete attraverso linea telefonica dedicata, o ancora avvalendosi dei
servizi di connessione offerti dai providers, i quali hanno a loro volta una qualche
affiliazione a computer capaci di memorizzare le informazioni e trasmettere le
comunicazioni (cosiddetti “computer host”).
Ora, chiunque abbia accesso ad Internet può utilizzare una grande varietà di sistemi
di comunicazione e di recupero delle informazioni. In realtà, tali sistemi sono in
continua evoluzione, ed è perciò difficile classificarli in modo preciso e
inequivocabile. Comunque, per quanto riguarda quelli attualmente disponibili, i più
rilevanti sono la posta elettronica (e-mail), i servizi di mailing list automatici
(cosiddetto mail exploders), i newsgroups, la chat rooms e il World Wide Web. Tutti
questi metodi di comunicazione e recupero di informazioni remote, possono essere
impiegati per trasmettere testi e, la maggior parte, anche per trasmettere suoni,
immagini e video. Considerati nel loro complesso, i suddetti sistemi formano un
1996, Rivista di Diritto Industriale, 1997, II, pag. 233, con nota di A. CUCINOTTA (traduzione italiana
a cura di A. Cucinotta).
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unico medium (chiamato “ciberspazio”) privo di una specifica localizzazione
geografica, ma a disposizione di qualsiasi soggetto, dovunque nel mondo, abbia
accesso ad Internet.
Entrando nello specifico, va detto subito che la posta elettronica permette di
trasmettere un messaggio elettronico – in genere simile ad una nota o ad una lettera –
ad uno o più destinatari. Il messaggio è di solito memorizzato elettronicamente, a
volte con una qualche indicazione relativa al contenuto, nell’attesa che il destinatario
controlli la sua “casella postale”.
Un mail exploders, invece, è una sorta di gruppo di destinatari di messaggi di posta
elettronica. Gli abbonati possono mandare messaggi ad un indirizzo di posta
elettronica comune, il quale provvederà poi a trasmetterli agli altri abbonati del
gruppo.
I newsgroups, diversamente dai sistemi precedenti, sono tendenzialmente frequentati
da utenti abituali, ma anche soggetti occasionali possono accedere ai materiali in essi
contenuti. Esistono migliaia di newsgroups per lo scambio di informazioni o opinioni
su particolari argomenti, i quali variano notevolmente e tendono a soddisfare tutti gli
interessi conoscitivi degli utenti. Si ricorda che, nella maggior parte dei casi i
messaggi vengono automaticamente rimossi a intervalli regolari.
Piuttosto che trasmettere un messaggio destinato ad essere letto in un momento
successivo, due o più individui in cerca di un sistema di comunicazione più rapido
possono entrare in una chat rooms e conversare in tempo reale, vale a dire scrivere
messaggi che compaiono quasi immediatamente sullo schermo dell’interlocutore.