7
riflessioni teoriche. La seconda è inevitabilmente influenzata dalla
prima.
Ritengo che, come per un analista l’adozione di una teoria sia
condizionata dal suo modo di operare nella pratica clinica, anche
per uno studente l’attrazione per certe teorie piuttosto che altre
dipenda da fattori di ordini personale. Così, senza nulla togliere a
nessuno, oltre a Freud, sono stato profondamente colpito da
autori quali Jung, Lacan, i fautori della psicoanalisi delle relazioni
oggettuali e della teoria dell’attaccamento. All’interno di questo
limitato ed eclettico campo di conoscenza ciò che mi ha spinto a
considerare proprio Freud, Jung e Bion è stata una riflessione di
quest’ordine: Freud, tramite il concetto di Nachträglichkeit (il
processo di ritrascrizione delle memorie passate, che si associa
all’effetto di risignificazione del passato), sviluppa un certo
modello di funzionamento della memoria, associato ad una sua
concezione del tempo soggettivo. In Jung trovo che il principio
di sincronicità (il coincidere di uno stato psichico con un evento
obiettivo, in base al loro significato comune) rimandi ad una
concezione del tempo soggettivo che ha le sue basi in quella
proposta da Freud, anche se Jung arriva a conclusione diverse.
Analogamente in Bion il concetto di “fatto scelto” (un’esperienza
emotiva consistente nella sensazione di aver scoperto qualcosa di
coerente), credo si possa accostare al concetto di memoria
implicito nel Nachträglichkeit.
Dunque ritengo che in questi autori il tema del tempo soggettivo
e della memoria si intrecciano secondo una specifica logica di
sviluppo: Freud condensa nel Nachträglichkeit certe idee sul
tempo e sulla memoria, in Jung il principio di sincronicità si
8
allaccia alle idee sul tempo proposte da Freud, mentre in Bion il
concetto di “fatto scelto” può accostarsi al modello di memoria
implicito nel nachträglich.
Per sostenere quanro proposto, nel primo capitolo viene passato
in rassegna il modo in cui Freud sviluppa il concetto di
Nachträglichkeit a partire dallo studio sull’isteria. Dopo alcune
considerazioni sul tipo di memoria implicita in questo concetto
ed una breve riflessione sul modo in cui Freud concepisce il
tempo, viene evidenziato il modo in cui memoria, tempo e
nachträglich sono interconnessi.
Inoltre, nel secondo capitolo, vengono analizzati i contributi di
autori successivi a Freud (Lacan e Modell) che riprendono
direttamente il suo concetto di Nachträglichkeit e da questo
elaborano una teoria che sviluppa alcuni punti accennati già da
Freud ma che non indaga ed approfondisce ulteriormente.
Nel terzo capitolo viene anzitutto analizzato il principio
junghiano della sincronicità. Dopodiché è proposto un possibile
percorso che lega il nachträglich alla sincronicità; percorso basato
sul fatto che entrambe i concetti derivano dalla rilevazione di un
fatto clinico: in analisi emergono fantasie infantili riportate dai
pazienti a sostegno della loro sofferenza attuale.
Il quarto capitolo esamina il concetto bioniano di “fatto scelto” e
le teorie ad esso associate. Dopo averne proposto una possibile
interpretazione, viene collegato all’ipotesi freudiano sul
funzionamento della memoria, associata al nachträglich.
In conclusione viene trattato il pensiero di ogni autore
relativamente al tema oggetto di questo lavoro.
9
C a p i t o l o 1
FREUD E IL NACHTRÄGLICHKEIT
1.1 Premessa
Credo che il termine Nachträglichkeit sia il più sfuggente, ma
anche il più fecondo del lessico freudiano. Anzitutto perché è
intraducibile: non si trova un lemma corrispondente di un'altra
lingua. In più lo stesso Freud non affronta mai l’argomento in
maniera diretta; ogni volta che parla di questo concetto lo fa
riferendosi ad altre ipotesi e teorie; risulta come sullo sfondo
rispetto al tema centrale trattato. Ma questi fattori sono gli stessi
che lo rendono così fecondo. Infatti la mancanza di una teoria
esaustiva e sistematica proposta da Freud ha dato luogo alla
comparsa di “tante e spesso non brevi riletture, quante sono gli
strati di senso che racchiude
1
.” Ritengo che uno di questi sia
quello di considerare questo concetto come luogo dove si
incontrano altre ipotesi freudiane relative al tempo, alla memoria
e agli affetti. In particolare cercherò di mostrare che il
Nachträglichkeit si associa all’idea che l’esperienza del tempo va
distinta tra esperienza conscia e vissuto inconscio; è associato ad
un particolare modo di concepire la memoria e che gli affetti
hanno una loro importanza nel suo sviluppo.
Per sostenere questa lettura verrà anzitutto affrontato il problema
di come Freud giunge all’ipotesi del nachträglich e come si evolve
lungo il suo pensiero, al fine di cercare di chiarire il senso che
Freud gli attribuisce.
1
Furio Di Paola, Osservazioni si psicoanalisi e neuroscienze, in Aut Aut, 277-278, 1997,
161-205.
10
1.2 Origini ed evoluzione del concetto.
Definire cosa Freud intendesse con il termine nachträglich e
Nachträglichkeit non è un compito semplice. Prima di tutto
perché, come ho già ricordato, Freud non elabora una teoria
sistematica ed esaustiva di questo concetto. Infatti questi termini
compaiono in modo frammentario in scritti diversi di epoche
diverse; a volte sono usati in senso tecnico, ma primariamente
viene attribuito loro un significato colloquiale (Thöma, Chesire;
1991). Inoltre il senso tecnico varia in base allo stadio di sviluppo
del pensiero freudiano. Credo che il modo migliore per cercare di
comprendere il senso attribuito da Freud al nachträglich sia
esaminare in che modo arriva a formulare questo concetto, ed
analizzare come questo subisce delle trasformazioni lungo
l’evoluzione del sistema freudiano.
11
1.2.1 Lo studio sull’isteria: il ruolo del trauma.
Freud comincia lo studio dell’isteria adottando l’ipotesi
traumatica proposta da Charcot, secondo il quale l’isteria e
assimilabile alla nevrosi traumatica, e utilizzando il metodo
ipnotico per combattere i sintomi isterici. In seguito, arricchirà le
sue conoscenze teoriche e metodologiche grazie al contatto con
Bernheim (che sottolinea l’importanza della suggestione) e Breuer
(che introduce il metodo catartico). Uno dei risultati a cui
perviene partendo da queste conoscenze è l’ipotesi che il trauma
alla base dell’isteria continua ad esercitare la sua azione patogena
anche molto tempo dopo il suo verificarsi. Infatti, visto che
quando “il medico scopre in quale occasione il sintomo si era
manifestato per la prima volta e da cosa era stato determinato, è
anche il momento in cui il sintomo scompare” (1893, pag.96),
allora “bisogna supporre che il trauma psichico continui
realmente ad agire […] mantenendo in vita il fenomeno
isterico”(ibid.). Freud osserva che durante l’ipnosi il ricordo del
trauma è estremamente intenso e ha mantenuto tutto il suo
affetto e collega questo fatto con l’ipotesi che l’affetto è
mantenuto poiché non è stata scaricata l’energia accumulatasi nel
sistema nervoso, in seguito al trauma. Dunque, la mancata
abreazione dell’affetto legato al trauma fa si che questo continui
ad esercitare la sua azione patogena.
Ho sottolineato questa ipotesi perché credo che a partire da essa
Freud svilupperà le teorie successive sul rapporto fra trauma e
isteria, all’interno del quale compare l’ipotesi dell’azione postuma
del trauma sessuale infantile.
12
1.2.2 La difesa: sessualità e nachträglich
Primo passo verso questo sviluppo è l’introduzione del concetto
di difesa. Questa porta Freud a sviluppare una diversa ipotesi
dell’azione patogena del trauma. In “Meccanismi dei fenomeni
isterici”, dove compare l’ipotesi sopra descritta, Freud paragonava
il trauma ad un corpo estraneo che direttamente causa il disturbo
isterico. Adesso, invece, Freud riconosce che il soggetto ha un
suo ruolo nello sviluppo del sintomo: la scissione dello stato di
coscienza (ritenuto carattere peculiare dell’isteria alla base dei
diversi sintomi) è il risultato indiretto di uno sforzo di volontà del
paziente, che cercherebbe di dimenticare qualcosa di penoso ma
non ci riesce, e là dove doveva esserci la dimenticanza appare il
sintomo. In questo nuovo quadro teorico Freud riconosce che il
trauma non agisce una sola volta protraendo il suo effetto nel
tempo, ma “una volta divenuto momento traumatico […]
raggiunge il suo potenziamento in altri momenti, che potrebbero
essere definiti traumatici in via ausiliare” (1894, pag.125);
precisamente quando una impressione attuale simile a quella
allontanata riesce a scavalcare la barriera della volontà e,
apportandovi nuovo affetto, rinnovare l’effetto traumatico della
rappresentazione contro cui il soggetto si difende. Freud osserva,
già da ora, che le impressioni oggetto della difesa hanno
primariamente a che fare con la sfera della sessualità. Partendo da
questa osservazione arriverà a constatare che solo le
rappresentazioni sessuali sono oggetto della rimozione (processo
nel quale, in seguito, riconoscerà l’azione della difesa), e infine a
domandarsi il motivo di questa esclusività. La risposta a questa
13
domanda si trova nel “Progetto di una psicologia” (1895) dove
sostiene che “viene rimosso un ricordo il quale è diventato un
trauma solamente più tardi”, e che “la causa prima di tale stato di
cose sta nel ritardo della pubertà in paragone con il rimanente
sviluppo dell’individuo” (pag.256). Ciò che Freud nota dalla
clinica è che certi ricordi sono associati ad un affetto che non
risultava essere presente al momento dell’esperienza vissuta,
poiché “i cambiamenti della pubertà hanno reso possibile una
diversa comprensione dei fatti ricordati” (pag.255). Dunque, solo
dopo che l’individuo ha sperimentato sensazioni sessuali potrà
attribuire un certo significato ad un ricordo, significato che solo
ora da vita ad affetto penoso e può dar luogo alla difesa. Questo
processo si può osservare solo nella sfera della sessualità poiché
lo sviluppo sessuale è il solo che si discosta dal restante sviluppo
psichico.
L’approfondimento dell’analisi della sessualità negli isterici
porterà Freud a identificare il trauma alla base dell’isteria con il
trauma sessuale infantile, cioè un esperienza precoce di
irritazione degli organi genitali. Questo ricondurre il trauma alla
sfera sessuale gli permetterà di chiarire l’azione in due tempi del
trauma, il fatto che l’episodio non dia luogo a quasi nessuna
conseguenza al momento, ma il suo ricordo più tardi causa
fenomeni psicopatologici. Infatti, l’irritazione durante l’infanzia
non produce alcun effetto; ma i cambiamenti della pubertà
faranno si che “il ricordo svilupperà una potenza del tutto
assente nell’episodio originario” (1896a, pag.299) e agirà come un
episodio attuale, dato che produrrà “un eccitamento
enormemente più intenso di quello a suo tempo provocato
14
dall’esperienza stessa.” (1896b, pag.311, n.1) L’azione postuma
del trauma sessuale infantile sostituisce la spiegazione della
disposizione isterica, rimovendo il fattore ereditario. E’
importante evidenziare che il ricordo del trauma non è cosciente,
ma emerge grazie all’analisi.
Freud osserva che il ricordo inconscio dell’esperienza sessuale
infantile, non è mai collocato dopo un certo periodo. Così pensa
che ci sia un momento critico oltre il quale l’esperienza sessuale
non ha più un effetto postumo. Fino a l’Etiologia dell’isteria
considera che si può verificare l’effetto postumo dell’esperienza
sessuale solo se questa è antecedente all’ottavo anno.(pag.352)
Ma in seguito arriva ad una conclusione diversa: Freud propone
una divisione della vita in quattro periodi; l’effetto postumo si
verifica se il ricordo sessuale di un epoca anteriore viene
riattivato in un epoca successiva. Ciò “produce, nella psiche, un
eccesso di sessualità che ha un effetto inibitorio sul
pensiero.”(1896d) Credo che il passaggio a questa nuova
posizione sia dovuto alla constatazione (vedi: Freud 1896a,
pag.289; 1896b, pag.310; 1896c, pag.352) che il ricordo inconscio
del trauma non è collocato sempre nella stessa epoca; a volte
risale al primo o secondo anno di vita, più spesso si situa tra i
quattro e cinque anni. E’ possibile che abbai osservato che certi
ricordi collocati in una certa epoca si manifestavano in un modo
particolare, facendo supporre che ogni periodo presenti delle
caratteristiche particolari.
Ritengo che questa lettura è in linea con quanto si trova esposto
nella lettera del 6 dicembre 1896 a Fliess. Qui avanza l’ipotesi che
“il meccanismo psichico si sia formato mediante un processo di
15
stratificazione: il materiale di tracce mestiche esistente è di tanto
in tanto sottoposto ad una risistemazione in base a nuove relazioni,
a una sorta di riscrittura.” Continuando l’analisi del testo si può
concludere che Freud ipotizza l’esistenza di un certo peculiare
modo di trattare la sofferenza ed il piacere per ogni periodo
definito (“le successive trascrizioni rappresentano la realizzazione
psichica di successive epoche della vita”), e che al passaggio ad
un epoca successiva questo modo deve venire tradotto in quello
tipico della nuova epoca, il che comporta un riordino delle
esperienze passate alla luce della nuova legge psichica. La
rimozione è il risultato di una mancata traduzione del materiale di
tracce mnestiche.
Dunque, partendo dall’introduzione del concetto di difesa e
dall’approfondimento dell’analisi della sessualità, Freud arriva ad
una ipotesi dell’isteria nella quale il nachträglich gioca un ruolo
fondamentale. Con questo termine vuole evidenziare che il
trauma infantile alla base dell’isteria non produce subito i suoi
effetti, ma solo in seguito quando la maturazione sessuale
permetterà di rivivere l’esperienza sessuale originaria con un
surplus di eccitamento che causa dispiacere, che il soggetto non
vuole accettare. In base a quanto detto si comprende perché
utilizzi proprio il termine nachträglich: usato come aggettivo
significa in ritardo, quindi il trauma agisce più tardi; ma come
avverbio evidenzia che qualcosa avviene in un secondo
momento. Per meglio chiarire ritengo opportuno sottolineare che
l’aggettivo deriva dal verbo tedesco nach-tragen che vuol dire
aggiungere successivamente ma anche portare in dietro. Quindi
ciò che si può dedurre è che il fenomeno isterico può essere
16
compreso solo guardando indietro nel passato, ma che si spiega
perché nel guardare indietro si aggiunge qualcosa che produce un
certo effetto solo ora, a posteriori. Vorrei concludere precisando
che fino a questo punto del pensiero freudiano ciò che Freud
ritiene venga aggiunto in seguito è un in più di eccitamento
sessuale; con l’abbandono della teoria della seduzione e la
scoperta del ruolo delle fantasie l’accento viene posto su un altro
aspetto: Freud riconosce che il processo del nachträglich ha
come effetto un aggiunta di significato, aggiunta primaria rispetto
alla aggiunta di eccitamento. Tuttavia l’aggiunta di significato
risulta strettamente connessa con la sessualità.