5
conforta gli americani delusi dalla recente politica bushiana e crea
nell’elettorato statunitense nuove speranze.
Obama fa ampio uso di parole che sembravano dimenticate nel lessico
adottato da G.W.Bush; con lui si torna a parlare di liberty, di hope, di faith,
mentre parole come terrorism e war sembrano essere messe da parte, quasi
dimenticate.
Obama è un politico moderato di sinistra che gli americani vedono come
l’emblema moderno dell’ american dream: un uomo che, grazie alla propria
ars oratoria, un dinamismo pari a pochi e ad un lessico che usa parole come
religion, democracy, equality, family , sembra aver conquistato anche lo
zoccolo più duro dell’elettorato americano, i values voters.
La figura di Obama, in verità, si inserisce in un contesto più generale di
innovazioni e cambiamenti, che hanno coinvolto tutta l’America e di cui egli
ne diventa degno rappresentante.
Per tale motivo, prima di soffermare la mia attenzione sulla presentazione del
politico in questione e sull’analisi testuale dei suoi discorsi, ho deciso di
offrire una presentazione delle fasi evolutive e dei cambiamenti che il
linguaggio politico statunitense ha subito di recente.
Nel corso di alcuni anni il lessico adottato dai politici ha modificato in modo
più o meno radicale il proprio assetto, la propria funzione e il modo di
rapportarsi con gli elettori.
In merito a ciò, il riferimento agli Stati Uniti sembra essere inevitabile in
quanto, come dimostrerò in seguito, è da qui che partono le scoperte, le
innovazioni e gli input che hanno indotto nel passato e inducono ancora oggi
i leader politici di tutte le democrazie occidentali a rinnovare il proprio
linguaggio .
Dunque, siamo di fronte ad un Paese che ha acquisito negli anni il ruolo di
precursore e di anticipatore di un modello comunicativo definito, per
l’appunto il 'modello americano', reinterpretato e riadattato dagli altri Paesi
in relazione al proprio contesto di riferimento.
Attraverso una sommaria introduzione degli aspetti caratterizzanti le prime
due fasi della comunicazione politica (‘Era premoderna’ e ‘Era moderna’), si
6
giunge alla presentazione della terza fase, la cosiddetta ‘Era postmoderna’
verso cui focalizzerò maggiore attenzione in quanto precorritrice delle
innovazioni che la comunicazione politica sta vivendo attualmente.
A ciò seguirà una presentazione dei nuovi strumenti di propaganda
elettorale, ovviamente made in America, di cui molti politici statunitensi si
stanno avvalendo per le elezioni presidenziali previste per l’ottobre del 2008.
Negli ultimi anni, infatti, l’America ha assistito all’avanzata di Internet,
nuovo fenomeno mediatico che ha letteralmente soppiantato il ruolo
egemonico rivestito dalla TV fino a pochi anni fa. Con il Web si è assistito
alla diffusione di video di propaganda on-line e dei Social Network.
Il politico Obama si è ben adattato a queste nuove logiche propagandistiche
facendosi portavoce di una comunicazione politica che si avvale dei nuovi
mezzi di comunicazione di massa e utilizzando una campagna politica
'permanente' e on-line, attuata grazie alla creazione di un apposito 'blog' in
cui Obama entra in diretto contatto con l’elettorato. A ciò si affianca il
ricorso a numerosi video di propaganda che utilizzano un linguaggio
immediato, facilmente memorizzabile e rivolto a tutti, in quanto
comprensibile.
Sono questi alcuni degli accorgimenti che, affiancati all’utilizzo di un lessico
appropriato, hanno consentito ad Obama di raggiungere, nell’arco di soli tre
anni, una fama rilevante e di presentarsi come candidato alle prossime
elezioni presidenziali statunitensi.
Come ho già detto, il mio lavoro di analisi ha come oggetto due discorsi
pronunciati dal politico americano. Anche in questo caso, si tratta di una
scelta non casuale ma intenzionale, determinata dall’accoglienza tributata ad
Obama dagli elettori americani e, in generale, dalla rilevanza che tali discorsi
hanno avuto nel panorama politico americano.
I discorsi cui farò riferimento, sono infatti rappresentativi di due momenti
cruciali nell’avanzata politica di tale leader . Il primo discorso, il Keynote
Address, è stato pronunciato dal politico durante la Convention dei
Democratici tenutasi a Boston il 27 luglio del 2004; esso è importante perché
segna l’inizio dell’ascesa politica del candidato democratico. Il secondo
7
discorso, più recente, è datato 10 febbraio 2007; anch’esso è molto
importante in quanto, finalizzato a presentare la candidatura di Obama alle
prossime elezioni presidenziali statunitensi.
Prima di affrontare il mio lavoro di analisi dei due discorsi citati, però, offrirò
una breve presentazione di alcuni punti di vista e formulazioni teoriche della
moderna linguistica, gli studi della quale, hanno offerto un valido punto di
riferimento ed efficaci strumenti metodologici nel lavoro di analisi qualitativa
da me eseguito .
L’intenzione di partenza è enunciare alcuni dei principi basilari (Critical
Discourse Analysis e Framing) su cui si fondano le posizioni dei linguisti,
studiati durante il biennio specialistico.
Particolare attenzione sarà infine dedicata all’analisi dei due discorsi politici
di Obama, mediante le dimensioni tipiche che spettano a questo approccio:
vale a dire secondo gli aspetti strutturali, quelli retorici e ideologici, le
modalità e le strategie lessicali e, naturalmente, il contesto di riferimento. Sul
piano metodologico, l’indagine viene condotta attraverso un’impostazione
qualitativa che si concentra su retorica, simboli, lessico .
All’analisi 'qualitativa', sarà affiancato un lavoro di tipo 'quantitativo'; si
tratta di un approccio metodologico che , per la sua realizzazione, si avvale
dell’utilizzo e della collaborazione di particolari software (quelli da me
utilizzati sono i software ‘Concapp’ e ‘Monoconc’), che consentono di
eseguire un’analisi automatica dei testi considerati. Il processo è semplice: si
seleziona il testo da analizzare, lo si trasforma in un file che può essere
elaborato dal software scelto, poi si sceglie una voce specifica, finalizzata al
tipo di analisi che si vuole eseguire (analisi delle occorrenze, analisi delle co-
occorrenze, analisi delle keywords) e si procede all’analisi del testo.
La conclusione a cui sono giunta con il mio lavoro di analisi è che, anche il
lessico di Obama, come quello di gran parte dei politici , attinge parole ed
espressioni derivanti da altri contesti linguistici quali: la religione, lo sport, la
finanza, il lessico dei giovani, ecc; attraverso una commistione ben riuscita di
parole estrapolate da diverse categorie lessicali, i suoi discorsi diventano
espressione della capacità del candidato statunitense di farsi portavoce di un
8
linguaggio che non esclude nessuno dal gioco politico e, soprattutto, che
risulta appropriato al momento storico vissuto dall’America in seguito agli
avvenimenti terroristici dell’11 settembre 2001 .
9
Capitolo 1
LA COMUNICAZIONE POLITICA NEGLI STATI UNITI
1.1
Le tre fasi dell’evoluzione politica
La comunicazione politica ha subito, col trascorrere degli anni,
trasformazioni rilevanti. La maggior parte delle democrazie occidentali,
infatti, ha attraversato, nel corso del Novecento e nei primi anni del nuovo
millennio, un percorso comune di mutamenti, a volte significativi, anticipati
dagli Stati Uniti che sono diventati, per tale motivo, un importante punto di
riferimento
1
. In merito a ciò , avvalendomi degli appunti presi durante le
lezioni di ‘Linguistica Italiana’ tenute dal Prof. Giuseppe Antonelli
2
( A.A.
2004-2005), nonché degli studi più specifici sulla politica americana attuati
da Norris
3
(2000), in questo primo paragrafo, evidenzierò il percorso
evolutivo della comunicazione politica, percorso che molti studiosi hanno
ricostruito come il susseguirsi di tre importanti fasi : era premoderna, era
moderna, era postmoderna.
1
Vaccari C., La comunicazione politica negli Usa , Carocci Editore, Roma, 2007, p. 13.
2
Per tale argomento cfr. Antonelli G., 'Sull'italiano dei politici nella Seconda Repubblica', in
L'italiano oltre frontiera, atti del V Convegno Internazionale [Lovanio, 22-25 aprile 1998], a
cura di Serge Vanvolsem et alii, Leuven University Press - Cesati, Lovanio-Firenze, 2000.
3
Norris P., Critical citizens:Global support for democracy governance, Oxford University
Press, Oxford, 2000.
10
1) Era premoderna (il dopoguerra e gli anni ‘50)
In tale periodo, le campagne elettorali vengono condotte esclusivamente dai
partiti con cui gran parte della popolazione tende ad identificarsi.
4
E’ l’epoca
delle “campagne elettorali premoderne”
5
, detta anche la “prima era” della
comunicazione politica.
6
Il politico interagisce con i candidati, utilizzando
un linguaggio comprensibile a pochi , formale , denso di arcaismi
7
,
avvalendosi di uno stile comunicativo in cui i messaggi espressi, servano
innanzitutto a rafforzare le ideologie di appartenenza.
8
I dibattiti politici
affrontano problemi a cui sembra essere interessata solo la classe dirigente
del partito; essi sono articolati, complessi e, volendo utilizzare l’espressione
del Vaccari (2006), passano “sopra le teste”
9
degli elettori. Questi ultimi,
inoltre, votano principalmente per identificazione di gruppo, per confermare
la loro adesione al partito di appartenenza. In tale contesto, i mezzi di
comunicazione sono : i manifesti, i volantini, la radio, la propaganda porta a
porta. Siamo ancora lontani dall’utilizzo dei mezzi di comunicazione di
massa .
4
Vaccari C., La comunicazione politica negli Usa , Carocci Editore, Roma, 2007, p. 15.
5
Norris P., Critical citizens:Global support for democracy governance, Oxford University
Press, Oxford, 2000, p. 137
6
Blumler J.,Kavanagh M., The third age of political communication: influences and
features, 1999, pp. 211-2.
7
Informazione tratta dagli appunti del corso di Linguistica italiana del prof. Antonelli
Giuseppe, A/A 2004-2005.
8
Vaccari C., La comunicazione politica negli Usa , Carocci Editore, Roma, 2007, p. 27
9
Cit. ivi, p. 16.
11
2) Era moderna (1960-1980)
Negli Stati Uniti i partiti tradizionali (Democratici e Conservatori)
cominciano a perdere il potere che avevano sull’elettorato; a ciò si affianca la
nascita di nuovi partiti, nonché del “voto d’opinione”
10
in base al quale gli
elettori non votano più in base alle tradizionali fedeltà partitiche, ma in base
ai programmi proposti dai candidati e alle loro caratteristiche personali.
11
In questo periodo la comunicazione politica cambia grazie, soprattutto, alla
diffusione della comunicazione di massa: la televisione generalista si afferma
con prepotenza al centro dei nuovi sistemi di comunicazione. In realtà, già
con la campagna elettorale di Eisenhower , presentata negli Stati Uniti nel
1952, si assiste alla nascita dello spot elettorale utilizzato con finalità
propagandistica, laddove in Italia bisognerà attendere il 1970-80 per le
amministrative e il 1983 per le politiche.
12
È però nel 1960 che, per la prima
volta, due candidati presidenziali, Kennedy e Nixon, diventano protagonisti
di un dibattito televisivo, presentandosi e venendo giudicati più come persone
che come candidati legati ad un partito. Nel 1968, memore della disfatta
conseguita nel dibattito con Kennedy otto anni prima, Nixon realizza la prima
campagna elettorale pensata in funzione della televisione e per fare ciò
assume nel suo staff produttori e autori televisivi.
Ovviamente, l’affermazione del mezzo televisivo impone anche
cambiamenti linguistici; esso richiede infatti un linguaggio più semplice
(spesso ridotto a slogan) perché rivolto ad un elettorato eterogeneo, più vasto,
appartenente a diversi livelli culturali e sempre più desideroso di partecipare
alla politica . Si verifica inoltre l’aumento sensibile dell’importanza rivestita
da aspetti non linguistici ma formali; cominciano ad affermarsi, in campo
politico, esperti di marketing, di comunicazione, sondaggisti, psicologi .
10
Parisi A., Pasquino G. ( a cura di ), Continuità e mutamento elettorale, Il Mulino, Bologna,
1997.
11
Campbell A., Converse P., Miller W., Stokes D., The American voter, Wiley, New York,
1960.
12
Mazzoleni Giampietro, La comunicazione politica, Libromazzo, p. 30
12
3) Era postmoderna ( dagli anni ‘80 in poi) .
L’ultima delle tre fasi della comunicazione politica, merita una trattazione
più approfondita nel paragrafo seguente. Volendo però delineare in modo
generale gli aspetti più significativi di suddetto periodo, possiamo dire che
l’assetto della comunicazione di massa subisce, a partire dagli anni ‘80,
nuove e sostanziali modifiche. L’inizio di tale mutamento si verifica negli
Stati Uniti che anticipano i tempi.
13
Si verifica una notevole moltiplicazione
dei mezzi di comunicazione di massa: ai tradizionali canali radiofonici e
televisivi generalisti si affiancano offerte specializzate che utilizzano
tecnologie digitali e satellitari; esse consentono anche nuove possibilità di
espressione per le minoranze e grandi opportunità per la salvaguardia delle
specificità culturali. In questo periodo nasce negli Stati Uniti il marketing
politico, nuovo strumento di propaganda, che salda i due campi della
comunicazione (politica + pubblicità)
14
, caratterizzati dalla funzione
conativa.
15
13
Vaccari C., La comunicazione politica negli Usa , Carocci Editore, Roma, 2007, p.18.
14
Ivi, p.27.
15
La funzione conativa esprime, secondo il linguista Roman Jakobson , “la tendenza ad
avere degli effetti extralinguistici sull'emittente, effetti cioè che non si limitano alla pura
comprensione linguistica; sono ad esempio messaggi conativi: gli ordini, i consigli, le
preghiere e le suppliche.” cit. in http://www.funzioniobiettivo.it/glossadid/ funzioni-
linguistiche.htm