Prefazione
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comunicativo a ditte esterne specializzate nel settore, qualora
dovessero mancare figure nell’organigramma.
I soggetti incaricati del compito dovranno sviluppare e
amplificare la voce del partito agli elettori. Per fare questo
utilizzano i mass media, in altre parole mezzi necessari per
diffondere notizie, opinioni ed idee.
Grazie all’avvento tecnologico si riesce a vedere la battaglia
politica in tempo reale; gli scontri elettorali tra partiti, le lotte per
i sondaggi d’opinione; ci si trova di fronte al mastodontico
universo della “tecnopolitica”, dove il primo che riesce a
trasmettere messaggi in modo repentino si aggiudica una
piazza migliore.
La stampa resta ancora importante veicolo d’informazione e
opinione, ma la radio conquista il primato della tempestività nel
diffondere la notizia.
Nello spartiacque storico dello sviluppo dei media, l’avvento
della televisione nell’arena politica fa intuire che ci sono degli
attori politici da una sponda e dall’altra la presenza di spettatori,
i cittadini, la cui funzione è demandare la facoltà di governare ai
politici che ottengono maggiori consensi per mezzo del loro
voto.
I leader di partito, gli esponenti dei governi e le figure presenti
nelle moderne istituzioni fanno comunicazione politica, in
quanto la carica ricoperta richiede loro in qualità di gestori della
cosa pubblica; per mantenere o diversamente ottenere
Prefazione
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consenso popolare, si deve andare nell’arena politica e
combattere con gli avversari.
Rispetto ad epoche precedenti, dove non c’era tanta
informazione, ora ci si trova di fronte ad un numero
impressionante di notizie, spesso ci si confonde tra le notizie
della campagna elettorale e l’aspetto pubblicistico del marketing
politico.
Oggi nella comunicazione si utilizzano termini come
democrazia elettronica oppure videopolitica, e spesso si è
fortemente influenzati dai media in sede elettorale.
I mass media nascono in tempi remoti, già nei millenni
precedenti al nostro esistevano messaggeri il cui compito era
recapitare notizie al popolo; con il passare dei tempi, i media si
sono perfezionati e hanno dato la possibilità di comunicare a
più persone in diversi territori in tempi esigui. Sicuramente
l’innovazione madre è l’introduzione della stampa e quindi la
comparsa dei primi quotidiani (in Italia nasce il Corriere Della
Sera nel 1876); rispetto a quelli moderni, contenevano meno
notizie, erano stampati in pochissime pagine e la pubblicità non
era così imponente.
Un’altra spinta all’innovazione è stata la radio; con l’invenzione
di G. Marconi è stato possibile recapitare un messaggio a
migliaia di persone in diretta: si aveva la possibilità propinare un
messaggio ai terzi in modo repentino, senza ricorrere a
continue riunioni in piazza o comizi.
Prefazione
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Contrariamente a quanto si possa pensare negli anni ‘40 sono
inseriti in campo militare i primi elaboratori, padri degli attuali
computer; il loro compito era strettamente collegato a fini
militari.
Il secolo scorso ha visto due grandi rivoluzioni nel sistema della
comunicazione; la televisione e in questi ultimi anni i nuovi
media che sfruttano la telematica. Negli anni ‘50 entrano in
commercio i primi tubi catodici (le televisioni); questi mezzi
grazie a immagini e suoni consentono la diffusione di pensieri.
Con il passare del tempo sono stati numerosi i passi avanti
dell’uomo, nel 1969 grazie alle moderne tecnologie l’uomo
atterra sulla luna e strumenti prima utilizzati solo per fini militari
vengono utilizzati per scopi diversi.
Negli anni novanta compare Internet, mezzo comunicativo poco
utilizzato dalla popolazione mondiale, ma a breve sarà lo
strumento indispensabile nei regni comunicativi e commerciali.
Ora dopo questo prologo di natura storico scientifica, si
cercherà di sviluppare nella tesi in questione quali saranno gli
effetti dell’inserimento nei sistemi comunicativi di un mezzo
quale Internet, strumento comunicativo differente dai
precedenti, in quanto richiede all’utente finale sia capacità
materiali (ovvero l’utilizzo del personal computer e dei suoi
sistemi operativi), sia di finanze adeguate per correre di pari
passo rispetto all’innovazione tecnologica nel settore. I mezzi
comunicativi precedenti, a differenza di quelli multimediali, non
Prefazione
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richiedono capacità e conoscenze sopraffine, poiché è
sufficiente saper recepire i messaggi propinati dai media con
delle qualità innate umane. Non è neanche da sottovalutare
l’aspetto dell’età, infatti l’apprendimento e la capacità di
applicazione nella rete spesso taglia fuori una fetta di
popolazione appartenente a generazioni passate che
rimangono ancora legate ai vecchi strumenti comunicativi e
quindi non essendo in grado di recepire messaggi informatici,
ripudia l’innovazione dell’informazione multimediale.
La tesi propone un’attenta analisi sul fenomeno di Internet nella
politica, infatti oltre a delucidare le possibili applicazioni di
Internet nel settore politico (ad esempio e-vote, la democrazia
elettronica), verifica l’attuale utilizzo di Internet da parte dei
partiti politici, da tempo fruitori del sistema multimediale. Per
rendere la tesi oggettiva, sono stati interpellati alcuni partiti
politici con criteri legati fondamentalmente alla grandezza, alla
fama, all’innovazione, e grazie all’analisi dei loro siti web e alle
interviste proposte ai loro responsabili, sono emersi dati degni
di attenzione.
Parte prima
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PARTE PRIMA
Analisi descrittiva della comunicazione politica nel partito
Capitolo 1: modelli di partito nel XX secolo
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Capitolo 1: Modelli di partito nel XX Secolo
1.Caratteristiche del partito moderno.
Cercare di descrivere la genesi dei partiti politici, implica
l’esclusiva redazione di una tesi, quindi l’analisi svolta sarà
necessariamente un prologo dell’argomento in discussione nei
capitoli successivi. Urge comprendere alcuni punti cardine nella
vita del partito politico per rendere la redazione della tesi
completa e ben articolata.
Dare una definizione di partito politico è difficile, forse per le
diverse interpretazioni e per i diversi target che gli autori si sono
posti nell’oggetto del loro studio.
Storicamente i partiti politici si possono incontrare nel XIX
Secolo, dove il ruolo svolto era accessorio e marginale. Ai
tempi non esistevano concetti quali la militanza, la sezione, la
cellula, prerogative che diverranno fondamentali nel secolo
successivo. Nel partito ottocentesco le prerogative erano
differenti, la simpatia e il concetto ideologico sembravano
essere elementi necessari per la costituzione del partito dei
tempi. Nella struttura partitica non c’era nessun tipo
d’interazione sociale, il solo luogo dove si poteva riscontrare
era nella società dove era presente lo stato costituzionale, la
classe borghese e il sistema elettivo prescelto era censitario
uninominale.
Capitolo 1: modelli di partito nel XX secolo
11
Nella metà del XIX secolo nessun paese europeo conosceva la
struttura partitica; solo negli Stati Uniti era possibile riscontrare
quella realtà. Nella tradizione europea si potevano riscontrare
club, associazioni e svariati gruppi parlamentari. L’avvento del
XX secolo ha portato nella maggioranza dei paesi civili il
confronto tra realtà partitiche, quindi si intuisce che la struttura
partitica moderna è binaria, percorre un cammino in modo
parallelo con strumenti democratici, dove la natura del
consenso popolare e parlamentare rivestono le principali
prerogative d’esistenza.
Il partito politico può essere la risultante di diversi elementi, da
un insieme di comunità; è una sorta di collante nazionale di più
istituzioni dislocate nel paese.
La storia dei partiti politici percorre diverse tappe, sia nella
tipica interpretazione eurocentrica, sia nell'ipotesi statunitense.
Fondamentalmente i partiti che emergono negli stati europei
attraversano delle tappe decisive, fondamentali. Solitamente
sono gli eventi esterni l’origine dei cambiamenti del tessuto
socio politico. Sicuramente alcune tappe storiche possono
sicuramente aiutare a capire le diverse mutazioni nel settore
politico; la rivoluzione francese, la rivoluzione industriale del
XIX Secolo, i conflitti mondiali, le forme statali e i regimi tra le
due guerre, ultimo ma non per importanza il sistema elettorale
adottato dal paese in esame.
Capitolo 1: modelli di partito nel XX secolo
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La ricerca nel settore politologico e sociologico sui partiti ha
intrapreso indirizzi differenti, in quanto grazie a tecniche più
mirate si è cercato di focalizzare meglio il target di studio,
comparando l’attività di partito sia con le strutture del paese in
questione, sia con l’attività tra partiti politici diversi.
Per quanto riguarda le definizioni applicabili al concetto di
partito politico sono state intraprese diverse strade. Le teorie
classiche sono state sempre considerate come le fondamenta
dell’analisi, e allo stesso tempo, sono state coniate teorie
partitiche tipicamente comparative tra partiti, sia tra loro
oppositori, sia competitori.
1
Se si dovesse interpolare per ogni periodo un modello partitico
la cosa non sarebbe semplice; il XX secolo, ad esempio, è un
periodo politicamente problematico, pieno di avvenimenti che
hanno cambiato il sistema socio-politico in modo repentino.
Un’analisi moderna del partito politico trova la sua sistemazione
in un contesto di democrazia parlamentare; bisogna essere a
conoscenza che il termine latino “pars” parte dal significato di
separazione rispetto ad altre realtà che sono già preesistenti.
Nel contesto tipicamente europeo i partiti politici moderni sono il
frutto dell’interazione tra il senso d’appartenenza ad una
religione, a una differente gerarchia sociale e da posizioni
economiche differenti (con riferimento allo status economico e
1
Per competitore si intende un partito in lotta elettorale con un partito ideologicamente
simile, mentre per concetto di oppositore si intende lo scontro di partiti tra loro
ideologicamente schierati in modo differente. Tra le possibili liti il conflitto tra competitore
sembra essere quello che desta maggiori preoccupazioni.
Capitolo 1: modelli di partito nel XX secolo
13
sociale). Nell’Europa continentale i partiti sono figli della
Rivoluzione Francese, la quale fissò sia i punti fondamentali del
sistema partitico, sia il campo d’azione dello stesso.
Alcuni tra gli esponenti della Rivoluzione francese, Rosseau,
ma soprattutto Sieyés E.J., elaborarono una sorta di definizione
non del partito politico, bensì dell’azione che lo stesso deve
effettuare. Considerarono il principio di rappresentanza come
elemento necessario nella società, che spetta ai soli cittadini; il
mandato conferito nelle mani dei rappresentanti non doveva
essere né ristretto né imperativo, bensì doveva essere l’antitesi.
I rappresentanti dovevano godere delle libertà nell’esercizio del
loro mandato, infatti, al popolo era consentito parlare e
interagire in ambito politico solo grazie ai loro eletti.
La nascita del partito dei notabili del XIX secolo, detto anche
partito di comitato, aveva come peculiarità la transizione dello
status sociale al quello politico, in altre parole, qualora una
persona avesse avuto un ruolo socio economico elevato ai
tempi era premiato con l’assegnazione di un ruolo politico.
In passato il partito dei notabili, essendo un partito ristretto,
traeva supporto da un corpo elettorale dello stesso ceto che li
riconosceva come “suoi” grazie a una metodologia elettorale
censitaria che consentiva loro il rimpasto degli stessi attori.
Il partito politico moderno strutturalmente può essere definibile
come risultante dell’interazione tra un rapporto regolare e
permanente tra un gruppo parlamentare e un comitato
Capitolo 1: modelli di partito nel XX secolo
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elettorale; quelli di origine interna ai parlamenti, nati come partiti
di comitato, osservano la continua crescita evolutiva di quelli
esterni, i cui comitati elettorali sono l’emanazione di
associazioni preesistenti come le note “società di pensiero”,
oppure le forme generate dalla sovrastruttura, come la chiesa, i
sindacati o le associazioni più disparate, compresi i poteri
macroeconomici.
L’interpretazione dei partiti nati per portare la democrazia e
affermare il governo dei molti al posto dei governi dei pochi
fanno sì che si interpretino come principali autori del nuovo
mutamento politico.
Spesso i partiti sono considerati come i promotori dei
cambiamenti del sistema in cui vivono, sia per la propria vita
organizzativa, sia per gli ideali che sostengono.
Il partito di massa, cui tutt’oggi alcuni fanno delle comparazioni
si sviluppa a cavallo dei due secoli contingenti, il XIX e il XX
secolo grazie allo sviluppo sociale, e al fiorire delle economie
democratiche. Questo modello partitico rispetto a quello dei
periodi precedenti inverte l’ordine dei fattori di status, infatti,
grazie al ruolo politico a loro assegnato ottengono benefici o
aumenti di status a livello sociale, il tutto in antitesi rispetto al
modello del partito di comitato.
Bisogna puntualizzare che storicamente non nasce un partito
dei notabili, o un partito di massa, questi non sono altro che dei
Capitolo 1: modelli di partito nel XX secolo
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modelli (idealtipi) cui si fa riferimento nello studio dei partiti
politici in fasi temporali differenti.
Attualmente si parla di altri modelli di partito, che nei paragrafi
successivi saranno ampiamente ripresi, quali il “catch all party”
e il modello del “cartel party”, prototipi tipicamente
contemporanei applicabili a realtà politiche che si affacciano a
modelli democratici.
Nel sistema moderno regna l’ideologia del “party government”
inteso come la sommatoria delle funzioni, cui i partiti devono
adempiere, quindi la mobilitazione dei consensi generata tra le
masse, l’implementazione delle politiche pubbliche, e la
stabilizzazione del proprio “head quarter”
.
Quindi per “Party
Government” non si intende solo l’insieme delle funzioni da
adempiere, bensì raccoglie un insieme di problematiche che il
partito deve svolgere quando è alle prese con il governo.
L’esistenza di un cambiamento radicale dei partiti fa sì che da
una schiera di funzioni delineate in principio si passi a una
logica complementare rinnovata che ingloba tutte le funzioni,
compresa la logica di governativa.
Sono molteplici le interpretazioni che si danno al concetto di
party government. Downs
2
sostiene e riformula l’ipotesi
schumpeteriana sul modello statunitense, dove i partiti di
governo sono degli intermediari dell’elettorato e delle sue
preferenze in ambito politico. Nella sua logica evince una
2
Calise M., Come cambiano i partiti, Bologna, Il Mulino, 1992.
Capitolo 1: modelli di partito nel XX secolo
16
visione partitica tipica da imprenditore, cui spetta lo svolgimento
di funzioni tipicamente commerciali, come la mediazione
nell’economia di mercato.
Oggi i partiti politici tendono a differenziarsi tra loro meno per il
programma, o per la o la classe degli elettori aderenti; sono
chiaramente più autonomi rispetto al passato.
Alcuni concetti diventano fattori determinanti dei moderni
sistemi di partito. La distinzione nel partito delle strutture
esistenti e le disparità dei membri appartenenti, generano delle
differenze tra partiti politici di interpretazione moderna, creando
modelli (o definiti anche “idealtipi”) cui molti partiti possono
affiancarsi e riconoscersi nelle loro vicissitudini. Non solo, la
classe dirigente partitica, solitamente ha un’investitura di breve
durata e viene eletta per mano degli iscritti come previsto dalle
culture democratiche.
Fondamentalmente la cultura politica è tipicamente orale, sono
rare le occasioni in cui si riscontrano atti e fatti in forma scritta;
la tipica fonte sembra avere natura consuetudinaria, tranne per
regolamenti, statuti e altre documentazioni partitiche. Questo
tipo di tradizione fa sì che le zone di incertezza si accrescano
provocando lacune e crisi d’identità nel partito in questione.
La presenza politica dei partiti in uno stato comporta per
l’elettore una scelta postulata su determinati elementi
considerati fondamentali. Per sistema partitico si intende
l’esistenza di partiti diversi che mostrano nella loro interazione,
Capitolo 1: modelli di partito nel XX secolo
17
sia differenze, sia somiglianze. Chiaramente le discrepanze di
uno rispetto all’altro nascono dal numero dell’estensione sul
territorio della scelta politica intrapresa. E’ palese che il partito
politico moderno tende ad interpolarsi tra due elementi: la
società civile, che genera consenso, e lo stato che genera
potere.
Nota al grafico
3
.
3
Nella figura si cerca di rendere chiaro quali sono gli indirizzi che il partito politico deve
intraprendere nella sua campagna per il potere. Il suo compito sarà quello di conquistare
in modo differente le due realtà per gestirle a suo piacimento, o quantomeno controllarle.
STATO
SOCIETA’ CIVILE
PARTITO POLITICO
Capitolo 1: modelli di partito nel XX secolo
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Come noto, i partiti politici hanno svolto la funzione di canali
capaci di integrare sia gli individui, sia i gruppi nell’ordine
politico esistente. Oltre alla funzione integrativa rivolta alla
società, alcuni hanno svolto la funzione opposta, quella
disintegratrice; si cercava di coalizzare individui in modo da
modificare o sostituire l’ordine politico esistente.
La più naturale tra le considerazioni che si possono fare per un
partito politico, è determinare la sua genesi differente secondo il
territorio in considerazione. Non è casuale che i sistemi di
partito siano diversi a seconda dei paesi in analisi, infatti queste
peculiarità sono la risultante di processi storici, di evoluzioni e
rivoluzioni che un paese ha conosciuto durante la sua storia.
Risulta normale trovare dei paesi in cui il conflitto si misura tra
solo due partiti politici, mentre altrove il conflitto è esteso a un
numero fattoriale di partiti. Il numero dei partiti moderni presenti
nell’arena politica di in un paese, dipende anche da altri
indicatori, altre problematiche, dai rapporti di potere del paese e
alle volontà delle masse.
Tra le tante cause che hanno mosso il mare politico, l’instabilità
elettorale rientra tra queste. Dovendo ragionare per decadi si
potrebbe asserire che il ventennio 1950 – 1960 risulta essere
un periodo storico con stabilità politica, garantito anche dalle ali
dell’entusiasmo del “Miracolo italiano”. In antitesi a questo
periodo, quello che intercorre nelle decadi successive 1970 –
1980 risulta essere molto instabile. I periodi post bellici sono
Capitolo 1: modelli di partito nel XX secolo
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interpretabili come segnali dell’esaurimento dei processi di
stabilizzazione; gli stessi anni ’20 e ’30 segnalarono nel
contesto Europeo una fortissima volatilità elettorale
4
.
Spesso le fratture di classe e il loro confine, separano
schieramenti o blocchi di partito (lo schieramento operaio
costruito sulla base comunista e socialista si sfida contro il
blocco cattolico formato dai democristiani) piuttosto che i singoli
partiti politici. Utilizzare come unico indicatore un singolo partito
non potrà mai essere fonte di un’esatta analisi del blocco
d’appartenenza.
Si pensa che l’analisi migliore per comprendere gli schieramenti
e il modo in cui questi si affrontano con la loro volatilità
elettorale sia quella interpretativa dei blocchi.
4
Salvatori M., Storia dell’età contemporanea vol. II, Torino, Loescher, 1977.