5
Una serie di riforme culturali, prima che normative, pone gli
Enti locali in prima linea: spetta, infatti, ad essi interpretare e
valorizzare al meglio i fattori di identità e distinzione che
caratterizzano i singoli territori. Nuovi strumenti e nuove
modalità d’azione caratterizzano gli Enti locali nel terzo
millennio: abbandonata la rigida struttura burocratica in favore
di una più agile mentalità aziendalistica, concetti e metodi del
“privato” sono reinterpretati per facilitare il perseguimento di
interessi collettivi.
Le amministrazioni locali si avvalgono di strumenti nati in
ambito aziendale per migliorare la propria azione, arrivando a
definire un “marketing degli enti locali”.
La necessità di valorizzare il territorio e le sue diverse
caratteristiche, nonché di veicolarne l’identità verso i diversi
stakeholder, ha portato allo sviluppo di metodologie di analisi
ed azione che hanno dato vita al “marketing territoriale”.
Il turismo, fenomeno complesso, in cui convergono diversi
fattori di tipo economico, culturale e sociale, rappresenta al
contempo uno dei settori maggiormente investiti da queste
trasformazioni ed un campo di applicazione di questi nuovi
strumenti. Non deve stupire quindi che, nell’ambito della
promozione turistica, si assista a notevoli investimenti di risorse
umane ed economiche da parte degli Enti locali in azioni di
“marketing turistico”.
6
La Comunicazione istituzionale rappresenta in questo senso un
modo ed uno strumento per permettere a tutti gli attori,
pubblici e privati, coinvolti a qualunque titolo nella filiera del
“fenomeno turistico” di incontrarsi e confrontarsi, apportando
ognuno il proprio contributo alla definizione ed alla promozione
dell’identità del territorio.
In particolare si intende descrivere come tutti questi fattori
di trasformazione vengano interpretati e comunicati dalla
Amministrazione di un territorio ad elevatissima vocazione
turistica: il Comune di Napoli, nel decennio che va dalla prima
amministrazione Bassolino nel 1994, a quella Iervolino nel 2004
in cui il turismo, da fenomeno “scomodo”, è diventato un
volano di sviluppo del territorio e di rivalutazione culturale,
occupando un posto sempre di maggior rilievo nella
programmazione e nella implementazione di interventi del
Comune, ed in cui si è passati da iniziative isolate e di breve
respiro alla definizione di una vera e propria strategia di medio–
lungo periodo per dare continuità alla comunicazione della
identità turistica della città di Napoli.
Uno degli strumenti operativi di particolare rilievo è stato la
definizione e creazione di una vera e propria “Rete del turismo”,
con l’obiettivo di realizzare un nuovo modello operativo di
organizzazione e comunicazione per mettere a sistema, in
modo coordinato e continuato nel tempo, i servizi della P.A. e
7
gli operatori della filiera turistica, allo scopo di sostenere con
maggiore efficienza l’offerta turistica della città di Napoli.
Esempio concreto dell’implementazione di questo modello e’ il
progetto “Viaggiare a Napoli”, offerta turistica evoluta in una
logica di filiera del turismo e di sostenibilità ambientale che ben
si coniuga e si collega con iniziative di successo già esistenti e
coerenti quali: Estate a Napoli, Natale a Napoli, Notti d’arte, I
Cortili e la Musica, Neapolis Rock Festival, Galassia Gutenberg,
Il borgo degli orefici, Maggio dei monumenti.
Una delle maggiori sfide sarà certamente quella di coniugare
l’autenticità, la spontaneità del popolo napoletano e la sua forte
identità culturale con i flussi turistici nazionali ed internazionali
che hanno radici storiche, culturali e comportamentali proprie,
ugualmente valide ma diverse e complementari.
In definitiva la comunicazione istituzionale diventa un obiettivo
ed una strategia oltre che un mezzo per cogliere quelle
opportunità di sviluppo, qualificazione, rivalutazione ed
esaltazione dei valori, dell’identità e rappresentazione di un
territorio bellissimo ma allo stesso tempo articolato e complesso
quale quello di Napoli.
8
Capitolo I
Territorio e turismo:
Identità locale e competizione globale.
1.1 Identità del territorio.
Se cercassimo su un vocabolario della lingua italiana, ad
esempio il Devoto – Oli, i termini “identità” e “territorio” per
poter definire che cosa si vuole intendere con “Identità del
territorio” non troveremmo affatto una definizione esaustiva; ci
imbatteremmo infatti nelle seguenti definizioni di “identità”:
¾ Rapporto di esatta uguaglianza o coincidenza;
¾ Principio di identità, il primo dei principi fondamentali della
logica, espresso dalla formula “A è A”;
¾ Uguaglianza tra due espressioni algebriche, verificate per
qualsiasi valore attribuito alle variabili;
¾ Il complesso di dati caratteristici e fondamentali che
consentono l’individuazione o garantiscono l’autenticità;
¾ La coscienza, anche collettiva della propria individualità e
personalità.
Per il “territorio” troveremmo le seguenti definizioni:
¾ Porzione di terra di estensione abbastanza considerevole;
9
¾ Estensione di un paese compreso entro i confini di uno stato
o comunque costituente una unità giurisdizionale ed
amministrativa;
¾ Ambito di interesse culturale o scientifico.
1
Ben poca cosa quindi, per descrivere la complessità delle
componenti economiche, sociali, culturali, ambientali,
strutturali, degli attori, dei valori, delle tradizioni, delle
stratificazioni storiche, delle dinamiche competitive, delle
molteplici variabili insite negli scenari sia micro che
macroeconomici, di quei processi di evoluzione, di sviluppo e
delle loro discontinuità, delle interrelazioni interne ed esterne,
locali e globali che concorrono a determinare quel complesso
sistema che identifica, diversifica, valorizza e definisce quindi,
“l’identità di un territorio”.
Il sistema territoriale dovrebbe essere inteso come un
organismo vivente ad alta complessità dotato di una propria
logica interna fatta di relazioni, di conoscenze, di sapere
professionale, d’identità e di condivisioni di valori umani.
In altri termini potremmo definirlo come un insieme di soggetti
sociali, economici e politici operanti, in certe situazioni, come
un soggetto collettivo.
Il territorio come soggetto viene metaforicamente considerato
un individuo vivente, dotato d’intelligenza quindi capace di
1
Devoto G., Oli G., “Il dizionario della lingua italiana”, Le Monnier, 1996.
10
produrre conoscenza e, dal confronto con l’ambiente, in grado
di attivare anche un continuo processo di apprendimento che si
basa sull’esperienza, sul successo / insuccesso, sull’imitazione,
per raggiungere un sapere acquisito su una realtà materiale.
Naturalmente in questo modo si può determinare una
differenziazione territoriale dei meccanismi di accumulazione
della conoscenza che dà origine ad una conoscenza contestuale
e ad una conoscenza codificata tra loro connesse tramite
quattro processi principali:
¾ La socializzazione, come passaggio dalla dimensione
individuale a quella territoriale;
¾ La codificazione, che rende trasferibile all’esterno del sistema
locale la conoscenza tacita;
¾ La combinazione, dei due tipi di conoscenza, per produrre
nuova conoscenza;
¾ L’internalizzazione, di questa nuova conoscenza, da parte del
sistema locale che la reinterpreta.
2
Poiché il processo di conversione della conoscenza si svolge
localmente, la dimensione locale si afferma come elemento
chiave nell’evoluzione del sistema globale.
E’, infatti, condivisibile che il processo di globalizzazione della
cultura e dell’economia, ha affidato ai territori il ruolo centrale
di creare valore attraverso la capacità di produrre conoscenza
2
Nonaka N., Takeuchi H., “The knowledge-creating company”, New York, 1995.
11
dei soggetti in esso operanti; capacità che essendo non
trasferibile diviene non solo decisiva nella competizione dei
mercati, ma anche importante elemento di valorizzazione e di
rafforzamento della propria identità - diversità territoriale.
Ma la produzione di conoscenza o la semplice appartenenza a
norme e valori comuni, identità storico - culturali e potenzialità
dei luoghi, non riescono da sole a spiegare la diversità e
l’identità dei territori.
Occorre allora definire anche le attività possibili e le azioni con
le quali i soggetti, in funzione della loro cultura, interpretano il
proprio patrimonio, naturale e costruito, per dare valore ai
territori nei quali operano con l’elaborazione di regole condivise,
per trasformarlo, conservando ed aumentando identità e
patrimonio.
Va anche considerato che sia l’uomo che la società svolgono la
propria esistenza cercando di preservare la propria identità
rispetto all’ambiente esterno, individuando e selezionando,
attraverso il riconoscimento e la rappresentazione dell’ambiente
naturale, quelle pratiche che consentono di finalizzare ed
aumentare la propria autonomia. I sistemi sociali dispongono
quindi di una gamma autonoma di potenziali strategie quanto
maggiore sarà la complessità stessa del territorio in cui
operano.
Nell’ambito di un processo di “territorializzazione” occorre però
sviluppare strumenti di controllo atti a ridurre la complessità ed
a razionalizzare le azioni.
12
Si possono definire tre tipi di controllo:
3
¾ Simbolico (o di denominazione), attraverso il quale una
società appropriandosi degli attributi spazio-temporali, forma
il sapere territoriale che tradotto in strategia riproduttiva
certifica la nascita del luogo che diviene un prodotto
culturale universalmente accessibile;
¾ Pratico (o di reificazione), che permette di governare lo
spazio sia naturale che costruito, modificandone le proprietà
affinché possa meglio corrispondere alle proprie esigenze;
¾ Sensitivo (o di strutturazione), che tenta di ripartire il
territorio in “maglie” per meglio governare le informazioni e
l’energia che sono alla base delle strutture localizzate al suo
interno.
In sintesi questi strumenti di controllo consentono alle
collettività di ridimensionare o ampliare la gamma di possibilità
offerte dallo spazio disponibile. La collettività, liberandosi dai
condizionamenti naturali, opera naturalmente e costantemente
delle scelte, dando vita a tutti quei fenomeni e processi di
territorializzazione, cioè di contestuale evoluzione sia dell’unità
sociale che di quella economica, di de-territorializzazione, cioè
di discontinuità se non di rottura di quelle regole di crescita e/o
di degrado ambientale, di ri-territorializzazione, che si fonda in
ultima analisi sul recupero e ri-valorizzazione delle specificità
3
Turco A.,“Verso una teoria geografica della complessità”, Unicopli, Milano, 1988.
13
locali esaltando soprattutto il valore di tutto quel sapere
ambientale che si è sviluppato nel corso di generazioni.
4
Questo processo definisce la genesi e la formazione dell’Identità
Territoriale.
La re-identificazione sociale, culturale, politica ed economica
può promuovere stili di sviluppo auto-sostenibili che
riconquistano quel “saper fare” locale inglobandolo nelle azioni
di controllo e di governo del territorio in modo da esaltare il
valore complessivo del patrimonio territoriale, naturale e
costruito, attraverso la creazione di nuove risorse.
Il territorio quindi, assurge a patrimonio che produce ricchezza,
tramite l’attribuzione di nuovi valori come risorsa e tramite la
produzione di nuovi atti territorializzanti che ne aumentano il
valore.
5
Ma in un’epoca di globalizzazione, è anche opportuno analizzare
le relazioni che si instaurano tra essa e le “Identità locali”.
Il rapporto locale / globale comporta, infatti, un’opposizione
teorica e metodologica tra comportamenti generalizzanti ed
atteggiamenti particolareggianti, tra universalità e specificità.
6
L’impossibilità di ricondurre il tutto a pure e semplici categorie,
costringe ad interpretare la dinamica di questi fenomeni come
una relazione complessa tra globale e locale, come livelli
4
Raffestin C., “Territorializzazione, deterritorializzazione, riterritorializzazione”,
F. Angeli, Milano, 1984.
5
Magnaghi A.,“Il progetto locale”, Bollati Boringhieri, Torino, 2000.
6
Tosi A.,“Il trattamento delle differenze e le teorie urbane”, Milano, 1989.
14
inscindibili di un’unica articolazione la cui estensione più che
dimensionale ha un carattere relazionale.
Possiamo quindi dire che globale e locale fanno parte di una
unica organizzazione che include a vari livelli, attori operanti sia
a livello globale che locale.
7
L’accelerazione dei processi ha profondamente modificato
l’economia il cui controllo richiede anche la mobilitazione di
risorse sociali legate alle strutture territoriali. Di conseguenza le
entità territoriali hanno adottato logiche e strumenti di gestione
strategica, ricorrendo anche al marketing per accrescere la
competitività dei luoghi. Ne deriva una forte tendenza alla
specializzazione, sviluppando contemporaneamente tutti quei
collegamenti tra le imprese per favorire lo scambio delle
conoscenze che alimentano nuovi processi di creazione del
valore. In tale maniera si determinano vantaggi competitivi
radicati sul territorio; la pianificazione territoriale deve quindi
tendere a promuovere, verso l’esterno, l’identità locale,
valorizzando la specificità del territorio, le sue connotazioni
ambientali, economiche e culturali che ne costituiscono l’unicità.
La sfida della globalizzazione obbliga ad esaltare le regole
costitutive della propria identità che, necessariamente, richiede
il coinvolgimento di tutti gli stakeholder radicati sul territorio
affinché contribuiscano alla definizione del sistema dell’offerta
7
Camagni R.,“Innovation networks”, Belhaven Press, London, 1991.
15
territoriale, oltre che all’implementazione di quelle riforme
amministrative necessarie a governare il cambiamento.
Acquisire vantaggio competitivo comporta quindi favorire
risorse specifiche, trasformandole in competenze, ma anche
sviluppare capacità gestionali superiori a quelle dei concorrenti,
creando quelle competenze distintive a loro volta capaci di
assicurare vantaggi competitivi.
8
8
Storper M.,“Le economie locali come beni relazionali”, Sviluppo locale, IV, n° 5, 1997.
16
1.2 Turismo :
Fenomeno socio-demografico ed economico.
Il settore turistico si pone a metà strada tra la dimensione
macro e quella settoriale del marketing in quanto, oltre ad
essere un settore produttivo, è fondamentalmente un’attività
umana. Il settore turistico è costituito da un insieme articolato
e complesso d’imprese appartenenti a settori diversi che
concorrono a supportare l’attività turistica offrendo beni e
servizi di genere e natura molto diversa, ma che possono
essere combinati in modo estremamente vario.
Nell’ultimo decennio l’industria del turismo è diventata il settore
più importante al mondo per numero di addetti al punto che,
alla fine degli anni ’90, i soli investimenti in strutture turistiche
sono stati stimati in tremila trilioni di dollari. In Italia la sua
importanza economica è stata paragonata a quella che il
petrolio ha assunto per i paesi produttori. In un paese come
Cuba, ad esempio, il suo impatto sociale ed economico sta
trasformando silenziosamente, ma in profondità, l’assetto
sociale, economico e politico.
I paesi più fortunati dal punto di vista delle risorse naturali o
artistiche devono attrezzarsi per sfruttarle al meglio senza però
compromettere od inaridire le fonti, mentre quelli meno
fortunati da questo punto di vista, possono ricercare nella loro
storia, o creare, eventi in grado di diventare anch’essi un
richiamo turistico. Attrazione che in ogni caso va coltivata,
17
valorizzata, sviluppata, adeguata e gestita affinché diventi
economicamente interessante.
In questa prospettiva, il turismo quindi può e deve assumere
necessariamente e contemporaneamente quelle logiche di
comportamento di concorrenti e clienti che si relazionano
tramite un comune denominatore: il viaggio.
In ogni modo, qualunque sia la prospettiva assunta, dall’offerta
dei servizi di ristorazione, di trasporto, di intermediazione, o
quella territoriale della Pubblica Amministrazione di promozione
dell’offerta turistica locale, il marketing non può che mediare
tra l’esigenza di rispondere alla specificità dell’attività svolta e la
necessità di interagire in modo collaborativo con l’azione delle
altre componenti del sistema.
In questo settore, oltre all’immaterialità ed all’intangibilità del
prodotto, assume particolare rilevanza la dimensione delle
relazioni personali tra i viaggiatori e le imprese, le popolazioni
residenti e tra gli stessi viaggiatori, poiché la dimensione
dell’incontro tra diverse culture è tutt’altro che marginale.
Paradossalmente il consumatore diventa parte integrante del
prodotto stesso.
Non sono da trascurare, come nuovi elementi di specificità del
settore turistico, i fenomeni di globalizzazione e diffusione delle
tecnologie di telecomunicazione che producono effetti più
rilevanti rispetto alla maggior parte degli altri settori.
La dimensione globale del settore turistico ha infatti subito una
accelerazione sotto la spinta della trasformazione dell’industria