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Prefazione
Avete mai visto la scultura del Cristo velato? L’avete mai osservato da vicino? Io
l’ho fatto. Ho avuto l’onore di vedere quel sottilissimo velo poggiato sul Cristo,
tanto bello da far pensare che sia reale. Mi ha colpito in particolare il gioco di luci
e ombre, nonché il volume creato dalle nocche delle mani della scultura. E le vene?
Il solco generato dalle vene della mano destra hanno un qualcosa di sublime, quel
tipo di sublime che ti fa sentire estremamente inferiore all’autore della straordinaria
opera. Ma chi è questo grandioso maestro? Prima di entrare nella Cappella, dove
è situata la statua, pensavo potesse essere Michelangelo, Canova, oppure Bernini.
Nulla di più lontano dalla realtà. L’autore dell’opera si chiama Giuseppe Sanmarti-
no, uno scultore piuttosto sconosciuto. Poco importa della popolarità dell’artista,
il Cristo velato è la scultura più “umana” che abbia mai visto in tanti musei visitati,
anche se a parlare potrebbe essere il mio orgoglio napoletano, dato che essa si trova
nella Cappella di Sansevero a Napoli.
Mi muovo nel religioso silenzio della chiesa, nella penombra della sua navata riesco
a scorgere le varie scritte e da qualche parte leggo di un certo principe di Sansevero,
che scopro essere colui che volle quella straordinaria scultura, oltre che il Gran Ma-
estro della Massoneria napoletana. Le vicende legate all’Ordine mi hanno sempre
appassionato, ma mai sono arrivato così vicino a qualcosa di “massonico”.
Andando avanti col tempo, giunge il momento di scegliere l’argomento di tesi uni-
versitaria e penso: «voglio includere il graphic design, il mio indirizzo di studi, ba-
sandomi su di un argomento inedito, possibilmente qualcosa che non ha mai trat-
tato nessuno». Ecco sopraggiungere l’immagine del Cristo velato nella mia testa: la
Massoneria! «Nella mia tesi voglio parlare della Massoneria». Inizio allora a chieder-
mi come potrei trattare un tale argomento che, pur avendomi sempre affascinato,
non ho mai approfondito adeguatamente. Provo a fare delle ricerche su Internet e
vedo che il quadro si compone poco a poco: «parlerò della Massoneria, ma anche
della sua comunicazione, o meglio di come comunica in quanto istituzione». Perché
se è vero che la Massoneria può essere ritenuta un ente privato, perché essa non
dovrebbe avere un propria comunicazione istituzionale?
Recandomi spesso in biblioteca ho modo di approfondire e capisco come questo
tema possa essere proprio ciò che stavo cercando: qualcosa al di “fuori dagli sche-
mi”, che mi appassioni e mi incentivi a scoprirne tutti i dettagli. Decido allora di
parlarne con la relatrice, che si rivela entusiasta dell’argomento propostogli. Man
mano che seguito a scrivere la mia tesi, e a progettarne l’impaginato, mi convinco
ancor di più di aver scelto un buon argomento; inoltre scopro cose nuove e ho
modo di unire le linee frammentate delle storie, di cui sto per parlarvi, che cono-
scevo grossomodo.
Sono sicuro che questo libro vi aggraderà e vi faccia venir voglia di approfondire
gran parte degli argomenti proposti, nonché vi stupisca per l’impaginazione pulita,
mai tristemente ripetitiva e, a suo modo, fuori dalla normalità.
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Introduzione
Che cos’è la Massoneria?
Perché mi dice cos’è la Massoneria? Non lo sa lei cos’è?
Ancora no.
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La Massoneria è una fratellanza laica d’ispirazione illuminista rivolta, nella sua for-
ma più tradizionale, ai soli uomini e che persegue con ogni mezzo il perfezionamen-
to dell’umanità.
Ufficialmente dichiara di non avere barriere etniche, religiose, ideologiche e poli-
tiche, per effetto delle antiche regole stabilite nelle Costituzioni dei liberi muratori e
alle quali tutte le istituzioni massoniche del mondo, pur nella loro diversità, fanno
riferimento.
Per aiutare la società di cui fa parte, la Massoneria punta alle azioni caritatevoli
e solidali, alla beneficienza e avvia inoltre iniziative filantropiche. All’interno del
gruppo i massoni perseguono il rafforzamento dell’amore fraterno, che deve espli-
carsi soprattutto con l’aiuto reciproco e la tolleranza tra i confratelli dello stessa
Obbedienza.
Quando un “profano”, cioè colui che non è un massone, decide di affiliarsi, deve
sapere che sta per intraprendere un percorso di perfezionamento personale, al ter-
mine del quale potrà offrire il proprio aiuto agli altri.
Per quanto concerne la dottrina e la pratica religiosa, la Massoneria si presenta come
un’organizzazione di uomini credenti, e non come una religione a sé, nel senso che
si richiede ai suoi appartenenti di credere in un “Essere superiore”; il suo nome, i
testi sacri che ne parlano, le sembianze con le quali è venerato riguardano soltanto
il singolo massone.
Durante l’iniziazione, l’adepto presta giuramento sul Libro della Legge che consi-
dera tale. In questo senso, l’Ordine incoraggia i fratelli a seguire gli insegnamenti
della propria religione, anche se durante gli incontri massonici (tornate di loggia) è
vietato parlare di religione, oltre che di politica.
Il modo di operare della Massoneria è particolare. Essa comunica i suoi precetti
tramite una serie di cerimonie rituali definite “gradi”, mediante l’uso di un’elaborata
struttura di simboli attinti perlopiù da strumenti e pratiche dell’arte muratoria me-
dievale (sarà proprio nel Medioevo che entrerà in uso il termine “Libera Muratoria”,
un altro modo per dire Massoneria). Inoltre le cerimonie massoniche sono private
e si tengono nei templi, chiamati “logge”.
A partire dal XVIII secolo, prima l’Europa poi il mondo intero sono stati travolti
dalla corrente della Massoneria “moderna”. Un grande gruppo che ha fatto e fa tut-
tora molto parlare di sé e che nel tempo, nonostante i contrasti iniziali con gli Stati
in cui si espanse e la Chiesa cattolica, si è configurato come una delle istituzioni più
influenti, in grado di vantare un altissimo numero di membri.
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A causa dell’enorme quantità di informazioni non basterebbe scrivere un libro inte-
ro per ogni capitolo che stiamo per trattare. Questa tesi vuole però essere, innanzi-
tutto, un pretesto per approfondire l’argomento: una scintilla in grado di accendere
il fuoco della ricerca personale sui misteri e sulla storia della Massoneria.
In sei capitoli, viene offerto un panorama accessibile, interessante e di facile com-
prensione dell’Organizzazione massonica. La prima parte serve ad introdurre le
origini mitiche dell’Ordine, poi quelle concrete e documentate, analizzando di volta
in volta gli sviluppi, i contrasti, le ripercussioni in ogni paese in cui esso si espande.
Una volta compreso il ruolo che la Massoneria ha avuto nella storia e nelle rivolu-
zioni, che hanno portato alle nazioni che vediamo oggi, sarà il momento di scoprire
come essa ha agito in Italia: dai contrasti con lo Stato a quelli col Vaticano, fino
all’insediamento nella politica e alla Loggia “deviata” P2, nata in seno al Grande
Oriente d’Italia.
La spiegazione della simbologia massonica, dei significati dei “quadri di loggia”, dei
componenti dei templi massonici e degli strumenti tratti dall’arte muratoria compo-
ne un’altra sezione di suddetta tesi e ne anticipa la seconda parte: la comunicazione
massonica. Tre capitoli in cui vengono rivelati i metodi e i canali attraverso cui la
Massoneria comunica la propria verità, sia ai massoni stessi che a noi profani.
A cominciare dalle primissime forme di comunicazione massonica, ovvero i quoti-
diani e le riviste, nei paesi in cui sono inizialmente apparse imbattendosi nelle cen-
sure dei governi. Volgendo lo sguardo al nostro paese, viene approfondito l’operato
del Grande Oriente d’Italia che traspare dalle sue molte riviste, ogni volta pubbli-
cate con scopi diversi e nuovi vesti grafiche, partendo dalle prime fonti e passando
per i divieti posti dal fascismo, fino alla rinascita degli organi di stampa massonici.
In seguito, viene analizzato il più influente mezzo di comunicazione attraverso il
quale la Massoneria globale divulga i propri principi e la propria storia: il cinema. In
tale sezione vi è un’introduzione alla storia dei mass media che apre ai primi riferi-
menti cinematografici, apparsi all’inizio del XX secolo. Passando dalle semplici cita-
zioni a veri e propri casi di “missioni antimassoniche”, verranno poi spiegati i film
italiani che ritraggono la Massoneria e la P2, fino a concludere con i cartoni animati
di Walt Disney. Un’ analisi particolare fatta di messaggi nascosti e casi eclatanti, che
sono apparsi durante tutta la storia del cinema.
L’ultimo capitolo è voluto per far comprendere a chi legge come l’Ordine mas-
sonico si tenga al passo coi tempi. Seguendo i più recenti sviluppi mediatici, la
Massoneria è in condizione di comunicare attraverso i siti Internet, alcuni dei quali
molto ricchi di contenuti, ma anche grazie ai profili istituzionali sui social network.
A chiudere questa sezione vi è attenta spiegazione dei dettagli e dei singoli com-
ponenti del sito ufficiale del Grande Oriente d’Italia: www.grandeoriente.it; utile a
farci conoscere come si presenta quest’Obbedienza alla società italiana, dirci chi ne
fa parte e spiegare i meccanismi adottati oggi per permettere ai profani di affiliarsi
o soltanto di entrare in contatto con essa.
Considerazioni approfondite, volte a stimolare lo spirito critico del lettore, vengono
accompagnate da immagini di oggetti, simboli, opere artistiche e architettoniche
legate alla mondo massonico, che offrono a loro volta una chiave di lettura talvolta
distinta dalla narrazione, ma sempre seguendone gli sviluppi e correndo in parallelo
con essa.
Note
1. Sono le due risposte date da Licio Gelli, ex Maestro Venerabile della Loggia P2, a Alessandro Sortino,
inviato del programma televisivo Le Iene, febbraio 2006.
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La storia della Massoneria
tra mito e verità
Tracciare un profilo storico della Massoneria, o Libera Muratoria che dir si voglia,
non è cosa di poco conto data la complessità dell’argomento, ma soprattutto per
la mancanza di informazioni certe e per la scarsità di documenti che riguardano le
origini dell’Ordine.
Nel presente capitolo verranno analizzate in primo luogo le “origini leggendarie”
della Massoneria, quali prime fonti da cui verosimilmente può esser nato un gruppo
vecchio quanto il mondo. Successivamente verranno esposti i primi accadimenti
documentati legati all’Ordine, avvenuti nel XVIII secolo e per finire verrà spiegato
il ruolo che esso aveva e che tuttora ha nelle società in cui si sviluppa.
Alcuni dei principali rituali massonici vengono tratti dalla leggenda dell’assassinio
di Hiram Abif, architetto capo del tempio di re Salomone, che venne edificato a
Gerusalemme attorno al 988 a.C. Secondo la versione tramandata nel rituale, Hiram
venne ucciso da tre operai che lavoravano alla costruzione del tempio nel tentativo
di estorcergli la “parola sacra” dei liberi muratori. Quale segreto fu mantenuto non
ci è dato di saperlo, perché Hiram, unico custode della parola, non disse nulla, ra-
gion per cui venne ucciso e sepolto sotto delle macerie (su queste crescerà un ramo
d’acacia, simbolo di rinascita). Nonostante il racconto biblico dica diversamente,
cioè che Hiram non morì in tal modo e riuscì a completare i lavori per Salomone,
questa storia resta legata indissolubilmente alle origini allegoriche della Massoneria.
Molti sono i simboli tratti dalla leggenda, come ad esempio il ramo d’acacia sulla
tomba di Hiram e gli strumenti adoperati dagli operai per colpirlo alla testa, tutti
elementi che saranno analizzati successivamente.
Christian Jacq, scrittore e massone francese, afferma nel suo libro La Massoneria:
storia e iniziazione
1
che quasi tutti i massoni del mondo si impegnarono ad edificare
il grande tempio a Gerusalemme, per poi espandersi nei quattro continenti, diffon-
dendo i principi della Libera Muratoria in Oriente e in Occidente. Tale spiegazione
potrebbe essere ritenuta un punto di partenza per identificare la leggenda della co-
struzione del tempio come una delle prime attività massoniche, anche se è da tener
conto dell’assenza di documenti che accertino suddetta ipotesi.
Altra vicenda non documentata, ma comunque degna di nota, da sempre decantata
da studiosi di ogni sorta, è la discendenza diretta dei massoni dai Cavalieri dell’Or-
dine del Tempio (si dà il caso che anche la loro leggenda sia legata al tempio di
Salomone). Secondo tale teoria, nei millenni successivi alle vicende di Hiram Abif
gli iniziati liberi muratori dovettero nascondersi perché perseguitati, camuffando-
si sotto diverse spoglie come maghi, trovatori, alchimisti e astrologhi. Fu André
Michel Ramsay, iniziato massone nel 1730, uno dei primi ad accostare i Cavalieri
crociati alla Massoneria
2
. È probabile che la tradizione degli iniziati divenne, durante
le Crociate, deposito di tale Ordine cavalleresco, il quale aveva quindi lo scopo di
rivendicare il posto che spettava ai massoni nella vita sociale. L’Ordine dei Cava-
Sole: parte maschile, luce sul buio, ragione umana che
dissipa le tenebre. In loggia si trova ad oriente, alla de-
stra del Venerabile.
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lieri Templari, fondato nel 1118 a Gerusalemme, non tardò nel farsi conoscere e
divenne sempre più forte e temuto. L’allora re di Francia, Filippo IV il Bello, decise
ad un certo punto di liberarsi dell’Ordine, anche perché esso andava sempre più
accumulando ricchezze. Comandò l’inquisizione affinché sterminasse i Templari
fino all’ultimo gran maestro, Jacques de Molay, che fu arso vivo. Dopo l’accaduto,
il gruppo fu sciolto e alcuni dei Crociati rimasti si rifugiarono nel 1312 in Scozia.
Qui furono accolti dalla Loggia dei liberi muratori di Kilwinning, in seno alla quale
vissero nascosti e tramandarono ad essa quella dottrina che diverrà poi patrimonio
comune della Massoneria Scozzese.
Non si dispone di molte testimonianze a sostegno della discendenza dei liberi mu-
ratori dai Templari, ma è quanto meno probabile che essi contribuirono indiretta-
mente all’Ordine massonico, grazie al loro legame col Medio Oriente e all’orienta-
mento mistico che pare avessero. Alcuni dei simboli usati dai massoni richiamano le
iconografie appartenute ai Cavalieri crociati. Inoltre è impossibile negare i richiami,
soprattutto filosofici, a tale Ordine da parte di alcune logge massoniche nate a par-
tire dal XVIII secolo.
Esistono notizie sui primi gruppi di massoni, che da ora chiameremo logge (loggia
non significa soltanto il luogo dove si tengono i rituali, bensì è anche il termine che
identifica un insieme di affiliati), già nel negli anni ‘40 del XVII secolo. Si deve però
attendere il 24 giugno 1717, giorno di San Giovanni Battista protettore delle corpo-
razioni di muratori, per prendere in esame documenti certificati. In questa giornata,
quattro logge massoniche, le quali si riunivano già da tempo, si incontrarono nella
birreria Goose and Gridiron di Londra e costituirono la prima Gran Loggia (insie-
me di logge con il compito di organizzarle in modo centralizzato). Fu eletto Gran
Maestro (massima carica di una organizzazione massonica) il gentiluomo Anthony
Sayer. Grazie pure all’influenza dei suoi membri, dopo la nascita della Gran Loggia
d’Inghilterra furono aperte altre logge nei territori inglesi e poi all’estero: le prime
furono quelle di Gibilterra e India.
Nel 1737 fu iniziato alla Massoneria il principe del Galles, Frederick Lewis, evento
che legherà per la prima volta la famiglia reale britannica alla Libera Muratoria,
legame tuttora in vigore.
Nel 1735 a Parigi nacque la Gran Loggia di Francia, nel ‘56 quattordici logge si
unirono per formare la Gran Loggia dei Paesi Bassi, in Germania furono costituite
logge in quasi tutti i principati, in Italia la Libera Muratoria “ufficiale” si diffuse nel
1791, infine la corrente iniziatica raggiunse l’Oriente grazie alle colonie britanniche.
Un fatto fondamentale per comprendere i principi della Massoneria avvenne sei
anni dopo la fondazione della Gran Loggia inglese, quando James Anderson, mi-
nistro di culto presbiteriano scozzese residente a Londra, pubblicò nel 1723 Le
Costituzioni dei liberi muratori (The Constitutions of the free-masons). Queste Costituzioni,
approvate dalla Gran Loggia, formalizzarono molte regole interne, come il divieto
di discutere di politica e religione, oltre a ribadire il requisito di credere in un essere
superiore per il quale l’adepto ha il compito di scegliere nome e modo per venerarlo.
Una gran loggia per essere ritenuta “regolare”, ovvero essere approvata completa-
mente, deve aderire ai principi delle Costituzioni che, fin dalla fondazione della Gran II
II
Architrave con mosaico, Grande Tempio, Freemason’s
Hall, Londra.
III IV
Collare e gioiello dei Cavalieri Templari Massoni, XIX
secolo.
V
Gioiello dei Cavalieri Templari Massoni, Apollo Com-
mandery 1, Chicago, 1901.
III
V
IV