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disponibili sugli aspetti sociali delle Reti telematiche sono in genere costituiti da studi di
caso molto specifici. La letteratura che si può reperire può essere contraddittoria, al
limite della fantascienza. Non c’è niente di certo ancora e anche questa ricerca non ha
pretese di validità conclusiva, ma vuole essere solamente uno strumento metodologico
per vedere come si può trattare sociologicamente questo tema.
Persino il lessico usato dovrebbe adeguarsi al tipo di argomento trattato: essere tecnico e
specifico. Per questo ho scritto un piccolo -anche se forse non esaustivo- glossario con
la spiegazione dei principali termini tecnici che ho usato. Così come è da segnalare
l’ambiguità di alcuni termini di riferimento come “reale “ e “virtuale”.
Gli approcci fenomenologici e costruttivisti allo studio della comunicazione mediata dal
computer smentiscono questa differenza fra vita o mondo reale e mondo irreale, poiché
ritengono che la vita in rete non è né più né meno della vita reale in altri luoghi.
Probabilmente è anche errato riferirsi al mondo esterno alle Reti come al mondo della
vita quotidiana, perché sempre per un maggior numero di persone sono anche queste
esperienze di vita quotidiana a tutti gli effetti ed in tutti i sensi.
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Per cui, dove sarà possibile, userò i termini “comunicazione/società/mondo non-
mediato” per indicare le esperienze e la vita che avvengono fuori dalla Rete e il termine
“comunicazione/società/mondo mediato” per quelle che avvengono nella Rete e, più
nello specifico, nelle chat.
Dove non sarà possibile usare questi termini, anche la distinzione di “reale” e “virtuale”
deve ritenersi come espediente linguistico e non una differenza intrinseca dei due
mondi.
La mia ricerca tenterà di portare alla luce come le chat sono riuscite a superare i propri
limiti strutturali per tendere sempre di più ad assomigliare ad una conversazione faccia-
a-faccia.
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Capitolo primo
S o c i e t à e comunicazione
1.1 Sistemi sociali e sistemi psichici
Per arrivare a comprendere le nostre società cosiddette “post-moderne”, occorre partire
dall’analisi della società e dal modo in cui si è evoluta e si è trasformata nel corso del
tempo.
Possiamo osservare la società nella prospettiva della teoria dei sistemi sociali di Niklas
Luhmann.
In generale, nella sua teoria possiamo distinguere tre diversi livelli dell’analisi della
società:
- la teoria generale dei sistemi e in essa la teoria generale dei sistemi autopoietici;
- la teoria dei sistemi sociali;
- la teoria del sistema della società come caso particolare della teoria dei sistemi sociali.
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Nel suo approccio Luhmann porta una grande innovazione rispetto al passato: la sua
teoria non si occupa di oggetti, ma parla di distinzioni, non solo quelle fra il sistema ed
il suo ambiente, ma anche fra il sistema stesso ed i suoi sistemi parziali.
Per comprendere al meglio cosa intenda Luhmann per differenziazione, bisogna
introdurre un concetto fondamentale, che è quello di forma. Una forma è una
distinzione che separa due ambiti. Lo stesso concetto di sistema indica la distinzione tra
sistema e ambiente e parliamo di forma della differenziazione quando vogliamo indicare
come in un sistema totale è ordinato il rapporto sistema-a-sistema. (Luhmann-De
Giorgi, 1993).
I sistemi di cui parla Luhmann sono detti autopoietici. Questo termine è stato formulato
per la prima volta dal biologo Maturana, che intendeva caratterizzare un sistema vivente
che ha la capacità di produrre e riprodurre esso stesso gli elementi che lo costituiscono
(Baraldi, 1990). In altre parole ogni sistema ha una sua propria operazione che lo
caratterizza e che viene prodotta ricorsivamente solo all’interno del sistema stesso: ogni
operazione dipende solo da una che lo precede ed è il presupposto per una dello stesso
tipo.
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In base a quanto detto ora, prenderò in considerazione due sistemi che rispondono a
queste caratteristiche e che sono un po’ il punto di partenza del discorso che andrò a
svolgere nei prossimi capitoli: il sistema psichico e il sistema sociale.
Le operazioni proprie dei sistemi psichici sono i pensieri, prodotti e riprodotti
all’interno del sistema stesso, senza nessun contatto con l’ambiente esterno. La
coscienza è libera di elaborare gli stimoli che le vengono forniti dal corpo e dalla
società, che si trovano nel suo ambiente: per cui più che socializzazione si parla di
“autosocializzazione” delle coscienze.
Ogni sistema psichico e sociale assicura la continuazione della propria autopoiesi
servendosi della codificazione, che riferisce ogni operazione ad una distinzione di due
valori, il codice binario.
I codici binari sono forme-a-due-parti, dove una ha un valore positivo e l’altra negativo,
che facilitano il passaggio da una parte all’altra attraverso una semplice negazione.
Ognuno di questi due sistemi tratta tutte le proprie operazioni specifiche nel termine del
proprio codice e questo contribuisce a creare i confini esterni al sistema e a specificare i
collegamenti interni.
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Nel caso dei sistemi psichici i due lati del codice sono autoreferenza/eteroreferenza.
Sulla base di questa distinzione, un pensiero viene osservato come rappresentazione-di-
qualcosa, e il pensiero successivo può decidere se orientarsi all’autoreferenza (la
rappresentazione) o all’eteroreferenza (il “qualcosa”rappresentato).
L’altro sistema di cui mi occuperò è quello sociale. Le sue operazioni ed elementi ultimi
sono le comunicazioni.
La comunicazione è una sintesi di tre selezioni:
1) emissione (atto di comunicazione): ogni emissione è azione che può essere verbale
e non verbale;
2) informazione;
3) comprensione della differenza fra informazione ed emissione.
Questo terza selezione è anche la più importante perché è proprio qui che si realizza la
comunicazione ed è anche la premessa perché si abbia nuova comunicazione.
L’unità di queste tre selezioni, però, non ha durata, ma è un evento che scompare non
appena è apparso. Poiché, quindi, è un evento senza durata, la comunicazione diventa
sempre nuova, diversa e il suo continuo prodursi crea contenuti di senso sempre nuovi e
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diversi. Quindi nel sociale c’è continua creazione di comunicazione a partire da altre
comunicazioni.
I sistemi sociali sono tanti e si evolvono continuamente, e ciò incide non poco sulla
formazione delle personalità degli individui, che sono nell’ambiente del sistema.
Anche ogni sistema sociale ha un suo codice, che contribuisce a fissare i confini del
sistema e a specificarne i collegamenti interni. Esempi di codici importanti sono:
vero/non vero (sistema della scienza); ragione/torto (sistema giuridico); pagare/non
pagare (sistema economico).
Nella società odierna (vedi paragrafo 1.2 per la descrizione della struttura della società),
però, oltre ai codici di sistema abbiamo i cosiddetti “codici solo semantici” (Baraldi,
1993): la forma Noi/Loro, che orienta la comunicazione all’interno dei gruppi sociali;
ed il codice Ego/Alter per le relazioni di confronto.
I codici solo semantici si notano in modo trasversale nella società, ma non codificano
nessun sistema primario specifico (vedi paragrafo 1.2).
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In particolare le differenze fra gruppi sociali si producono trasversalmente, attraverso
comunicazioni orientate al codice, che distingue un Noi da un Loro; se non c’è
confronto fra questi due termini non c’è nessun gruppo sociale.
La forma Noi/Loro, che orienta la comunicazione nel gruppo, permette ai membri che
ne fanno parte, di crearsi la propria identità come appartenenti ad un Noi, distinti da un
Loro, ma nega la rilevanza dell’autonomia personale (vedi paragrafo 1.8per la
definizione del concetto), basilare per i codici di sistema.
Le relazioni di confronto stabiliscono un confronto fra un Ego ed un Alter. In questo
caso, si tratta di una particolare struttura, che orienta la comunicazione al confronto fra
individui. Sono le situazioni che si creano quando le persone si riuniscono in gruppi
informali: nella loro interazione Alter ed Ego lasciano da parte qualsiasi comportamento
informale e di distacco; anche a livello linguistico in questo caso sono ammesse delle
licenze che nel caso delle comunicazioni impegnate nei sistemi di funzioni non sono
permesse: il poter parlare con espressioni dialettali, magari l’uso di parolacce o di slang
particolari. A livello non verbale, probabilmente la gesticolazione è diversa, più
accentuata, più carica di significati.
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I sistemi psichici e quelli sociali possono riferirsi gli uni agli altri attraverso unità
appositamente costruite che sono gli individui. Secondo l’approccio luhmanniano, agli
individui viene attribuita un’elevata imprevedibilità. Il concetto di “persona” indica una
struttura sociale che consente alla società di trovare un indirizzo per la produzione delle
comunicazioni. Le persone consentono di attribuire le responsabilità della
comunicazione e di localizzare delle possibilità di comprensione (Luhmann-De Giorgi,
1993).
1.2 Evoluzione e trasformazione della società
La storia delle società ci mostra come, fino ad oggi, si siano sviluppate solo poche
forme di differenziazione: differenziazione in sistemi parziali simili; differenziazione
centro/periferia; differenziazione gerarchica di strati; differenziazione funzionale. Se
prescindiamo dalle prime società che probabilmente erano orientate solo alla differenza
basata sul sesso e sull’età, possiamo analizzare questi quattro tipi di società:
1) Società segmentarie.
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I sistemi parziali di questa società sono uguali rispetto al principio di formazione. E
questo principio è dato dalla discendenza (i sistemi parziali sono tribù, clan, famiglie)
oppure alla residenza (i sistemi parziali sono villaggi o case). In questo tipo di società la
complessità ammessa non è molto elevata ed i confini sono molto ristretti: si osserva il
mondo in base alla differenza fra ciò che è familiare e ciò che non lo è. La
comunicazione si svolge in interazioni faccia-a-faccia e tutto il patrimonio culturale è
conservato nella tradizione orale, poiché non ci sono ancora mezzi per raggiungere
interlocutori lontani o assenti (Baraldi, 1999).
2) Società centro/periferia.
Questa differenziazione si forma a partire dalla residenza, dalla parentela e dalla
ricchezza. Queste nuove forme della differenziazione hanno in comune il fatto che i
sistemi parziali sono disuguali rispetto al principio di formazione.
La differenziazione centro/periferia permette che la comunicazione si diffonda
territorialmente nella società, a partire dal centro verso la periferia. Si osserva una
disuguaglianza sulla base della residenza in città o in campagna ed è proprio questa
distanza che rende scarsi i contatti tra il centro e la periferia. Il centro diventa una sorta
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di isola della società, entro la quale possono svilupparsi nuove forme di
differenziazione: la stratificazione. Si realizza una differenziazione delle forme di
differenziazione: nel centro nasce la stratificazione mentre in periferia si riproduce la
segmentazione (Baraldi, 1999).
3) Società stratificata.
La stratificazione costituisce l’esempio più chiaro di principio gerarchico, in base al
quale i sistemi parziali della società sono disuguali per rango: ogni comportamento deve
essere orientato dalla disuguaglianza o dall’uguaglianza del rango. E ciò porta anche ad
una distribuzione disuguale delle opportunità di comunicazione.
In queste società, lo strato superiore stabilisce l’ordine interno per mezzo della
disuguaglianza, mentre l’uguaglianza regola i rapporti comunicativi interni ad ogni
strato.
La stratificazione ammette un livello di complessità più elevato rispetto alle precedenti
società. Il patrimonio concettuale importante è prodotto dallo strato superiore, dai
nobili, mentre lo strato inferiore, la plebe, il popolo, è impegnato con la risoluzione dei
problemi quotidiani (Baraldi, 1999).
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4) Società differenziata per funzioni.
Questo tipo di società è comparsa quando la complessità ha raggiunto livelli
insostenibili per la stratificazione ed è sorta, così, la differenziazione di sistemi parziali
autopoietici organizzati intorno ad una funzione specifica. Ogni funzione diventa
specifica di un sistema parziale della società e ognuno di questi sistemi parziali è
differenziato e definito dalla specifica funzione che svolge nella società. Per cui, il
fulcro intorno a cui si struttura la comunicazione è la funzione specifica. I principali
sistemi sono: a) il sistema dell’arte, che è orientato dal codice bello/brutto. Si parla su
oggetti che vengono percepiti come artificiale e che non sempre corrispondono all’idea
che ognuno di noi ha del mondo; b) il sistema del diritto, codificato dalla distinzione
ragione/torto. Il diritto può sia risolvere che generare conflitti, ma in generale limita il
senso di libertà e discrimina ciò che può essere accettato oppure no; c) il sistema
dell’economia, orientato al denaro e al suo possesso e codificato proprio secondo la
dicotomia pagare/non pagare; d) il sistema dell’educazione, a cui manca un vero e
proprio codice di differenziazione, ma ha la grande importanza di permettere ai sistemi
psichici di poter partecipare a qualsiasi tipo di comunicazione; e) il sistema della
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famiglia, che è l’unico in cui la comunicazione includi l’intera persona dei partecipanti.
Il significato di questo sistema è andato cambiando nel corso dell’evoluzione sociale e il
tipo di comunicazione che la contraddistingue si è fatta via via più intima; f) il sistema
della politica, codificata dalla distinzione governo/opposizione: c’è che detiene il
potere e chi no e a seconda del posto che occupa dirige la comunicazione che legittima
il potere; g) il sistema della religione, che orienta la comunicazione al codice della
fede: c’è sempre un rinvio a qualcosa di misterioso, di trascendente; h) il sistema della
scienza, che costruisce la conoscenza attraverso il codice vero/non vero: tutto il sapere
deve essere considerato scientifico, anche quello non vero.
Ognuno di questi sistemi osserva la società a partire dalla propria funzione.
Come già accennato nel paragrafo precedente, ciascun sistema assicura la continuazione
dell’autopoiesi e per fare questo si serve della codificazione.
Ogni sistema parziale della società tratta tutte le sue comunicazioni nei termini del
proprio codice. Nello specifico, l’orientamento ad un determinato codice crea una
doppia negazione: da una parte, vengono negate tutte le possibilità non incluse nella
comunicazione in base alla forma; dall’altra parte, nel quadro della forma, un valore
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nega l’altro. Ogni sistema ha il suo codice, ognuno dei quali rifiuta gli altri, ma tutti
valgono simultaneamente. Per questo, al società differenziata per funzioni viene definita
“policontesturale”.
Questa società non è regolata gerarchicamente: non esistono né un centro né un vertice.
E poiché adesso la complessità che può essere accettata è molto alta, la differenziazione
per funzioni incrementa e differenzia l’orizzonte delle possibilità accessibili ad ogni
sistema parziale, arricchisce la relazione tra indipendenze ed interdipendenze tra i
sistemi parziali, stimola le variazioni della società (Baraldi, 1990- Luhmann-De Giorgi,
1993).
1.3 Le forme della comunicazione
Come abbiamo visto, la comunicazione è l’unità di emissione (definita anche come
azione comunicativa) e comprensione che crea informazione. Poiché sintetizza questi
tre elementi in un unico evento, la comunicazione condensa in sé tutte le caratteristiche
dei fenomeni sociali.