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INTRODUZIONE
La diffusione di massa di Internet, e soprattutto l’avvento del Web 2.0,
hanno rivoluzionato la società di oggi, portando ad un cambiamento radicale nel
modo di relazionarsi degli individui. La Rete ha infatti permesso l’abbattimento
delle distanze comunicative tra le persone che, trascorrendo sempre più tempo
online, creano ragnatele di conoscenze e rapporti prima inimmaginabili, attraverso
cui si scambiano informazioni ed opinioni, si svolgono conversazioni e si creano
vere e proprie comunità virtuali; tutto questo ha portato al configurarsi di quella
che viene definita “network society”. In particolare i Social Media hanno
contribuito all’affermarsi di un nuovo modello di comunicazione, quello della
“autocomunicazione di massa”, in cui la produzione di contenuti, semplificata
dalle nuove piattaforme tecnologiche, viene svolta dalla grande massa di utenti
stessi che ne usufruiscono e che diventano così emittenti e riceventi allo stesso
tempo. Dal tradizionale modello di comunicazione unidirezionale e verticale dei
mass media, si è passati quindi ad una nuova comunicazione orizzontale,
bidirezionale ed interattiva.
Tutto questo ha chiaramente avuto un forte impatto anche sugli individui
nel loro ruolo di consumatori, che grazie alla maggiore disponibilità di
informazioni e possibilità di interazione, hanno acquisito potere nei rapporti con
l’impresa, tanto che si parla di processo di “customer empowerment”. Si è perciò
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reso necessario un profondo mutamento nel modo di relazionarsi dell’impresa con
il mondo esterno e soprattutto nella comunicazione aziendale; abbandonato il
modello comunicativo verticale basato sul totale controllo dell’immagine
percepita dal mercato, l’impresa ha dovuto quindi aprirsi al dialogo con il nuovo
consumatore, il quale vuole essere ascoltato ed avere un ruolo attivo nella
definizione dell’identità del brand e nella creazione di valore.
In questo nuovo scenario, in cui i social media sono divenuti mezzi di
comunicazione fondamentali, Facebook ricopre un ruolo di primo piano. Il social
network, nato nel 2004 ed oggi più diffuso al mondo, è divenuto infatti un
fenomeno di importanza tale da influire sulla vita delle persone e sulla società,
anche al di fuori della Rete.
Questo elaborato si pone quindi l’obiettivo di indagare se e come Facebook
possa costituire per l’impresa un valido mezzo di comunicazione da integrare
nella propria strategia di marketing. Analizzandone le caratteristiche e le
potenzialità, si cercherà quindi di illustrare come questo social network possa
essere utilizzato dall’impresa al fine di dialogare con i propri consumatori; in
particolare si individueranno, anche attraverso lo svolgimento di un indagine
empirica, le possibili strategie di utilizzo di Facebook più efficaci nella
costruzione di una relazione proficua e di lungo termine tra impresa e
consumatori.
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Nel primo capitolo, verrà spiegato il concetto fondamentale di Social Media
e se ne descriveranno brevemente le caratteristiche e le varie tipologie. Si
illustreranno poi le implicazioni principali della diffusione di tali mezzi, ovvero
l’avvento della network society e della “autocomunicazione di massa”. Seguirà
un approfondimento sull’impatto di tali mutamenti sul mondo delle imprese ed in
particolare verranno analizzati il fenomeno del “customer empowerment” ed il
nuovo modello di comunicazione d’impresa.
Il secondo capitolo introdurrà il social network Facebook, riportandone
brevemente la storia ed il percorso che l’ha portato a diventare un fenomeno
mondiale, la cui rilevanza emerge chiaramente dai dati riportati sul suo utilizzo in
Italia e nel mondo. Verrà inoltre illustrata la procedura di iscrizione a Facebook di
un soggetto privato e le caratteristiche dei due elementi fondamentali di questo
social network, vale a dire il profilo personale e la home page.
Il terzo è il capitolo centrale in relazione all’obiettivo che si pone questo
elaborato; si focalizzerà infatti sull’utilizzo di Facebook da parte dell’impresa
come mezzo di comunicazione con i propri consumatori. Innanzitutto verranno
presentati i principi e le modalità da adottare per un’efficace inserimento dei
social media all’interno della strategia di marketing, a cui farà seguito un
approfondimento sulle potenzialità di Facebook come strumento di
comunicazione. Si passerà poi ad un’analisi dell’aspetto più tecnico dell’adozione
di Facebook da parte dell’impresa, ovvero la creazione della Pagina aziendale e la
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comprensione delle sue principali caratteristiche e funzionalità. Nella parte finale
del capitolo si approfondirà invece l’aspetto strategico dell’uso di Facebook come
mezzo di comunicazione con i consumatori: seguendo la struttura di un piano per
la creazione di un brand connesso di successo, si analizzeranno infatti le principali
attività che l’impresa dovrebbe svolgere sfruttando le potenzialità di Facebook, al
fine di instaurare una comunicazione efficace con i propri consumatori e creare
quindi con essi una relazione proficua e di lungo termine.
Nel quarto ed ultimo capitolo verrà infine presentata l’indagine empirica
svolta allo scopo di identificare i fattori che influiscono maggiormente sulla
risposta dei consumatori ai messaggi trasmessi dall’impresa attraverso Facebook.
Nello specifico verranno osservati alcuni aspetti qualitativi dei contenuti
pubblicati nelle diverse Pagine aziendali allo scopo di analizzarne l’influenza sul
conseguente livello di engagement del consumatore raggiunto. Verrà innanzitutto
illustrata la metodologia d’indagine, la quale si sostanzia nella selezione di un
campione di Pagine Facebook appartenenti ad alcune imprese italiane,
nell’osservazione della loro attività per un dato periodo di tempo, per rilevarne
alcune variabili qualitative e quantitative, ed infine nell’analisi dei dati raccolti al
fine di calcolare degli indici indicativi del “livello di engagement” generato negli
utenti. Sulla base dei risultati ottenuti si cercherà quindi di trarre delle conclusioni
generali e redigere alcune linee guida, che possano essere utili alle imprese
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nell’implementazione di un’efficace strategia di comunicazione mediante
Facebook.
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1.3. IL PROCESSO DI CUSTOMER EMPOWERMENT
In passato erano le imprese a dominare il mercato con il loro “supply
power”, ovvero il potere di fornire prodotti e servizi al mercato; successivamente
il potere è passato in mano agli intermediari commerciali, per la loro abilità di
fornire ai consumatori una maggiore scelta di prodotti (assortment power); oggi
sta avvenendo un altro passaggio fondamentale che vede il potere spostarsi a
favore dei consumatori (Kukuk e Krishnamurthy, 2007, 47). Questo processo
viene definito “customer empowerment” ed è stato permesso da Internet e dalla
diffusione degli strumenti digitali sociali. Le nuove tecnologie hanno innanzitutto
facilitato la diffusione e il reperimento da parte del consumatore di informazioni
più accurate ed aggiornate riguardanti l’impresa ed i suoi prodotti; ad esempio i
motori di ricerca comparativi permettono all’acquirente di effettuare scelte più
consapevoli tra i diversi prodotti offerti sul mercato. La grande quantità di
informazioni disponibili online ha quindi messo fine all’asimmetria informativa,
che da sempre caratterizzava la relazione tra consumatore e impresa e che metteva
quindi quest’ultima in una posizione di vantaggio. Ogni aspetto, come le
caratteristiche del prodotto o il suo prezzo, veniva infatti deciso unilateralmente
dall’impresa mentre il consumatore veniva percepito come una figura distante ed
incapace di influenzare tali scelte (Kukuk e Krishnamurthy, 2007, 48).
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Altro aspetto molto importante del processo di customer empowerment è il
maggior grado di attività e di coinvolgimento del consumatore nei processi
aziendali. Questo è reso possibile dalla crescente possibilità di interazione fra
consumatore e impresa, ed anche fra gli stessi consumatori nell’ambito di forum e
comunità virtuali (Pascucci, 2010, 61). Sempre più rilevanza nel mercato
acquisisce quindi lo User-Generated Content (UCG), in qualità di importante
mezzo attraverso il quale i consumatori esprimono loro stessi e comunicano
online con gli altri (Smith, Fischer, Yongjian, 2012, 102). Lo User-Generated
Content indica tutti quei contenuti che vengono creati dagli utenti all’esterno di un
contesto professionale e che in particolare presentano tre requisiti (Kaplan e
Haenlein, 2010, 61): innanzitutto devono essere pubblicati su un sito accessibile
pubblicamente o all’interno di un social network accessibile ad un selezionato
gruppo di persone; inoltre devono mostrare di essere il risultato di un certo sforzo
creativo; infine devono essere creati al di fuori di pratiche lavorative.
Il mercato dell’informazione online si è di conseguenza spostato verso un
modello user-centric, che vede come figura centrale quella del singolo utente e
non più quella del publisher professionista. Un crescente numero di consumatori
sposta infatti l’attenzione dai media tradizionali verso i media interattivi
(Daugherty, Eastin e Bright, 2008, 16). Ne rappresenta una dimostrazione la
sempre maggiore diffusione delle review online, informazioni fornite dagli
individui su un certo prodotto o servizio e basate sulla propria esperienza
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personale d’uso. Oggi sono molti i siti tematici e specializzati nella raccolta di
recensioni scritte dagli utenti; alcuni noti esempi sono Epinions, Yelp (per le
attività commerciali) e TripAdvisor (dedicato ai viaggi). Questo fenomeno in
pratica porta online ed amplifica quello che da sempre è un elemento rilevante per
ogni brand, ovvero il passaparola; passaparola che in Internet prende il nome di
eWOM (electronic Word-of-mouth) e che indica “ogni dichiarazione positiva o
negativa fatta da consumatori potenziali, attuali o passati su un prodotto o
un’impresa, che viene messa a disposizione di una moltitudine di persone ed
istituzioni attraverso Internet” (Hennig-Thurau e altri, 2004, 38). Le recensioni dei
prodotti fatte dai consumatori online costituiscono oggi una componente
fondamentale delle decisioni di acquisto delle persone. Diversi studi hanno infatti
dimostrato che l’opinione dei pari e di altri consumatori viene considerata più
credibile rispetto alle informazioni provenienti da fonti riconducibili all’impresa
(Mangold e Smith, 2012, 143). In questo modo ciascun consumatore ha quindi la
possibilità di influenzare le scelte degli altri e del mercato e di conseguenza
detiene un certo potere nei confronti dell’impresa.
Il processo di Custormer empowerment non avviene però soltanto a livello
del singolo individuo; i consumatori possono acquisire un potere ancora maggiore
interagendo tra di loro e collaborando per la formazione di soggettività collettive.
Questo è possibile attraverso la partecipazione alle comunità virtuali di consumo,
ovvero “aggregazioni di clienti-consumatori, che interagiscono fra di loro in modo
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virtuale, per gestire i propri interessi e perseguire i propri obiettivi di
comunicazione, di informazione e di divertimento” (Pascucci, 2010, 63). Il
consumatore, inserendosi all’interno di queste comunità, riesce ad ottenere
maggiore potere annullando il gap cognitivo con l’impresa, dovuto alla sua ridotta
capacità di accesso alle informazioni come singolo individuo. I clienti, essendo
più informati, posso effettuare decisioni d’acquisto più consapevoli e quindi più
convenienti ed aggregandosi acquisiscono maggiore forza contrattuale nei
confronti delle imprese fornitrici di beni e servizi.
Tutti questi cambiamenti vengono efficacemente sintetizzati da alcune delle
tesi contenute nel noto saggio “The Cluetrain Manifesto” (Locke, Weinberger,
Levine e Searls, 1999):
Il risultato è che i mercati stanno diventando più intelligenti, più informati,
più organizzati. Partecipare a un mercato in rete cambia profondamente le
persone.
Non ci sono segreti. Il mercato online conosce i prodotti meglio delle
aziende che li fanno. E se una cosa è buona o cattiva, comunque lo dicono a
tutti.
Se le aziende pensano che i loro mercati online siano gli stessi che
guardavano le loro pubblicità in televisione, si stanno prendendo in giro da
sole.
Le aziende che non capiscono che i loro mercati sono ormai una rete tra
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singoli individui, sempre più intelligenti e coinvolti, stanno perdendo la loro
migliore occasione.
Le aziende possono ora comunicare direttamente con i loro mercati. Se non
lo capiscono, potrebbe essere la loro ultima occasione.
In particolare quest’ultima “tesi” fa capire come oggi per l’impresa sia
necessario e vitale per la sopravvivenza nel mercato un cambiamento nel suo
approccio alla relazione con il consumatore. Di conseguenza al maggiore potere
detenuto nel rapporto con l’impresa e alle nuove possibilità di interazione
attraverso i social media, il consumatore moderno è infatti portato a desiderare, se
non a pretendere, di stabilire con l’azienda un rapporto analogo a quello che ha
con i suoi simili. Si tratta quindi di un rapporto “alla pari”, caratterizzato da una
comunicazione ed una relazione diretta con il brand, tramite le piattaforme sociali
come Facebook e Twitter, e che quindi non prevede, al contrario di ciò che
avveniva in passato, il supporto di alcun intermediario. In Italia, rispetto ad altri
Paesi, questo atteggiamento dei consumatori sembra essere particolarmente
marcato; risulta infatti che il 50% della popolazione online desidera utilizzare i
social media per relazionarsi e comunicare con i brand (Lupi in Di Fraia, 2011,
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