LA COMMUNICATION TECHNOLOGY E LE ODIERNE ORGANIZZAZIONI
DEL LAVORO
Università degli Studi di Milano-Bicocca -Facoltà di Psicologia- A.A. 2007-2008
Tesi di Laurea Specialistica di :Federica Tosi MATR. 079609
Relatore: Prof.ssa Nadia Olivero, Ricercatrice.
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ABSTRACT
Communication mediated by technology is getting more and more important
within modern working contexts to coincide with business’ need to be more and
more relocated, decentralized and international. As a matter of fact markets’
globalization has radically changed the concept of “working place”, which is no
longer identified with the traditional office – as meant in real terms – whereas
now, thanks to communication technology, every place in the world becomes in
case of need “a virtual working place”, from which you can work and
communicate with other colleagues though physically far away.
This work is focused on virtual work teams which are being created by the
continuous use of new communication technologies, on the psychosocial
dynamics growing in these groups and on the consequences of a greater
integration between working context and private life (according to the possibility
– through the use of new communication technology – to work all the time and
everywhere).
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DEL LAVORO
Università degli Studi di Milano-Bicocca -Facoltà di Psicologia- A.A. 2007-2008
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Relatore: Prof.ssa Nadia Olivero, Ricercatrice.
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INTRODUZIONE
Nel corso degli anni Novanta del secolo scorso, lo scenario competitivo è stato
caratterizzato da complessi fenomeni che hanno portato a profondi cambiamenti
nelle modalità di organizzazione e di funzionamento delle aziende (Tosi, 2002).
Le organizzazioni del lavoro devono infatti attualmente proiettare la loro attività
su scala globale, internazionale, massimizzando la propria specializzazione e
ricercando nuovi mercati di sbocco, fonti finanziarie e di approvvigionamento
diversificate. E i processi di snellimento, semplificazione e appiattimento delle
strutture organizzative diventano sempre più importanti: la maggiore flessibilità,
intesa come capacità di rispondere alle mutevoli esigenze del mercato, ha
trasformato le strutture burocratiche e verticali troppo pesanti e rigide, poco
adatte a lasciare spazi di azione e autonomia agli individui, in strutture più
snelle, agili, adatte a operare in contesti di mercato ipercompetitivi (Cuomo e
Mapelli, 2007). Con l’avvento della società post-industriale anche i modelli
organizzativi sono infatti mutati: non si ha più verticalità e rigidità
nell’organizzazione dei ruoli interni del personale, ma una orizzontalità ed una
flessibilità maggiori. I nuovi modelli organizzativi puntano a tal proposito
sull’individuo come nucleo portante: diversamente dal passato in cui la
conoscenza era esclusivamente ad appannaggio dei livelli più alti del
management, oggi la pervasività delle relazioni orizzontali e di coordinamento, e
la maggiore integrazione organizzativa impongono l’incentivazione della
professionalità diffusa a tutti i livelli. Essendo dunque tramontati il fordismo ed il
taylorismo come filosofie organizzative centrate sul prodotto unico e sulla
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soluzione unica ai problemi, ora con le nuove filosofie post-fordiste,
l’organizzazione viene ad acquisire connotati completamente diversi da quelli
della organizzazione-macchina: la piramide gerarchica, la chiusura, l’autonomia
monolitica, il modello autocentrato, lasciano il posto alla diversità ed alla
discontinuità, alla complessità.
Ed è proprio in questo contesto di totale rinnovamento che la comunicazione
organizzativa arriva ad assumere un ruolo di massima importanza. È solo con la
comunicazione interna che si possono infatti realizzare fino in fondo quei
cambiamenti importanti per la gestione corretta e l’affermazione del nuovo modo
di fare impresa, il quale si realizza mediante il funzionamento di strutture
organizzative di tipo organico, decentrate, multipolari, a rete, essenziali per
favorire l’innovazione e il cambiamento rapido di strategie e di politiche
operative. Lo sviluppo dell’Information e Communication Technology (ICT) in
particolare, hanno avuto un’influenza non trascurabile sulla comunicazione e
sulla organizzazione interne dell’impresa. La facilità delle interazioni, la grande
quantità di informazioni trattabili, il superamento dei vincoli spazio-temporali,
l’efficacia dei più recenti prodotti informatici, hanno inciso profondamente sul
modo di comunicare e di lavorare delle imprese, sulle strategie messe in atto e
sui messaggi stessi. Ora, nei nuovi contesti di lavoro post-moderni il personale
aziendale deve poter costantemente interagire con molteplici persone all’interno
ed all’esterno delle convenzionali barriere organizzative; la sede lavorativa non
si identifica più, come invece avveniva per i lavoratori moderni, con l’ufficio o
l’azienda fisicamente concepita; gli orizzonti in cui si è chiamati a svolgere la
propria attività si estendono enormemente, ed i necessari spostamenti
estensivi nello spazio vengono favoriti, senza mai dover abbandonare la
connessione con la propria realtà organizzativa, dalle nuove tecnologie
comunicative ed in particolar modo dalla telefonia mobile e dai PDAs, il cui uso
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integrato permette non solo di fare e ricevere chiamate, ma anche di spedire e
recepire e-mail senza doversi curare della propria locazione fisica e con costi
contenuti (Hurme, 2005).
Negli anni precedenti il lavoro a distanza poteva essere effettuato solamente
tramite un computer collegato fisicamente alla rete telefonica, modalità
lavorativa questa definita “wired telework”, e non permetteva ai dipendenti di
avere la possibilità di lavorare in completa e totale mobilità (poiché ancora
troppo limitati nella loro libertà d’azione da un tool comunicativo fisicamente
ingombrante, quale era il computer fisso, e dall’obbligo di poter lavorare
solamente in luoghi forniti di un collegamento alla rete telefonica). Oggi i soggetti
lavorano quotidianamente invece in locazioni assai diversificate (nel loro ufficio,
in quello dei clienti, in treno, in aereo, in macchina, in una camera d’albergo, al
ristorante) ed ogni giorno sperimentano, come ricordato da Kristoffersen e
collaboratori (2000) tre principali tipologie di lavoro mobile, diverse per il
progressivo aumento della quantità di tempo dedicata dai soggetti al loro lavoro
mentre sono in stato di mobilità. La prima forma di lavoro mobile viene dagli
autori definita “wandering” e la si riscontra quando una persona lavora mentre a
piedi raggiunge un altro lato della stessa costruzione in cui si trova o comunque
tutte le volte che questa si sposta all’interno di un area geografica assai limitata.
La seconda modalità di lavoro mobile la si definisce “travelling” riferendosi
all’attività lavorativa svolta durante un processo di spostamento con l’uso di un
mezzo fisico quale l’aereo, il treno o la macchina. Il terzo tipo di lavoro mobile,
definito “visiting”, lo si riscontra quando la persona può lavorare tranquillamente
per un numero di ore prolungato, in quanto essa trascorre in uno stesso luogo,
quale può essere una camera d’albergo, un certo periodo di tempo prima di
trasferirsi in un altro. In tutti questi casi l’attività lavorativa mobile è permessa e
favorita dall’uso, come già ricordato, delle nuove tecnologie comunicative, quali i
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cellulari, i PDAs ed i computer wireless. Ora è possibile comunicare e lavorare a
distanza grazie ad una connessione ad internet senza fili e l’autonomia, la libertà
d’azione che si possono ottenere da questa nuova condizione sono al massimo
grado. Queste nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione si
caratterizzano infatti per favorire e potenziare enormemente la contemporaneità
e l’interattività d’azione. L’informazione mediata dalla tecnologia, ed in
particolare quella mediata dalla tecnologia mobile, è tempestiva e solamente un
dato che giunge in breve tempo alle persone a cui è diretto, consente di
prendere decisioni in modo razionale, efficiente, coerente con la situazione
dell’organizzazione in quell’esatto momento. Ora il microcosmo aziendale,
svolge la sua attività di produzione di valore in un contesto in cui, a fronte
dell’espandersi delle opportunità di business, aumenta il grado di competitività:
se la globalizzazione dei mercati, l’innalzamento del livello di vita e lo
sfruttamento delle innovazioni tecnologiche offrono alle imprese orizzonti più
larghi; al tempo stesso tali fattori determinano un incremento di concorrenza nei
mercati, e le aziende orientate all’innovazione, provviste cioè di adeguati
strumenti di feedback, aventi una struttura organizzativa flessibile (basata sul
coordinamento delle risorse umane, materiali, informative) hanno maggiori
possibilità di raggiungere posizioni di vertice (Paparella e Torre, 1999).
Questa importanza nell’uso di strumenti di comunicazione e di lavoro
innovativi, è stata percepita già nei primi anni Ottanta del secolo scorso anche
dalla psicologia sociale. Il primo capitolo di questa tesi è infatti dedicato
all’esposizione dei diversi approcci di ricerca che negli anni Ottanta e Novanta
del Novecento si sono via via susseguiti, nell’ambito della psicologia sociale, con
l’obiettivo di indagare quanto la comunicazione mediata dal mezzo tecnologico
“computer” (unico strumento che all’epoca permetteva una connessione fra
colleghi fisicamente distanti ed un’interazione fra essi quasi come se stessero