30
1.3.1 LA CHIESA DI SAN MARCO, IL SERRAGLIO E LA NAVICELLA
TECNOLOGICA E IL RESTAURO
Nel 1212 venne donata “una casa, corte e orto” ai “poveri cattolici in
Cristo”
29
; questo è forse il primo nucleo di quella che in seguito sarebbe diventata la
Chiesa Eremitana di San Marco in Vercelli. In realtà per le poche testimonianze si
può ipotizzare che le origini del San Marco di Vercelli siano proprio legate alla
presenza in città di un gruppo di poveri cattolici; infatti tre di loro, Vuarnario, Anrico
e Ottone, il 7 febbraio 1212, a nome dei loro confratelli, accettarono da Nicola e
Guglielmo, figli del dottor Bellino, la donazione di una casa murata e solitaria, con
aia, corte e orto posta nella città di Vercelli appresso la barbacana ove risiedere,
impegnandosi a conservare la propria fede all‟interno della Chiesa Cattolica.
Nel 1246 doveva quindi già esistere un piccolo oratorio dedicato a San Marco.
I frati forse desideravano costruire un edificio che per la sua ampiezza risultasse più
adatto alle esigenze pastorali del momento ed in particolare alla predicazione.
Seguirono molti altri acquisti. Venne poi il momento della posa della prima pietra il
19 agosto 1266. Dal primo piccolo oratorio si sarebbe costruita la Chiesa a partire dal
1266 per modificarla poi a partire dal 1344. Dalle fonti non emergono elementi che
consentano di seguire la formazione attraverso i secoli della grande Chiesa. Il San
Marco, per le sue dimensioni, può essere considerato similare a molte altre chiese
mendicanti. La sua architettura è semplice ed essenziale per sottolineare la scelta
della povertà degli ordini mendicanti. Poiché con la predicazione si rivolgevano a
moltissime persone, dovevano quindi costruire edifici di grandi proporzioni,
disponendo però di mezzi economici limitati, per cui ricorrevano all‟intervento
finanziario dei fedeli o delle autorità locali.
L‟edificazione della chiesa continuava nel tempo, come testimoniano diversi lasciti
quattrocenteschi.
Era il 29 agosto 1455 quando, con la solennità delle grandi feste liturgiche, il
Vescovo di Vercelli, Ubertino, consacrò la chiesa, il chiostro ed il cimitero a lode di
29
Come da CompendioIstorico Diplomatico di F.Perucchetti; Istituto Tecnico Commerciale e per
Geometri C.Cavour, La ex Chiesa di San Marco in Vercelli oggi, ieri, 700 anni fa. Studio storico,
architettonico e topografico, Vercelli 1994.
31
Dio Onnipotente e dei Santi Marco ed Agostino. La cerimonia fu possibile perché si
erano unite le volontà e gli interventi concreti di tre personaggi: il Vescovo di
Vercelli, il Beato Martino da Curino e Amedeo IX, terzo duca di Savoia
30
.
La consacrazione non segnò il termine dei lavori, che risulta invece essere il 1479,
secondo quanto era scritto nell‟iscrizione posta vicino all‟organo.
Nella storia della Chiesa di San Marco si segnalano continue trasformazioni
dall‟epoca riformistica fino agli inizi dell‟800, quando la chiesa diventò di proprietà
privata. Il 12 agosto 1817 San Marco diventò proprietà del cavaliere Baldassarre
Avogadro di Casanova il quale operò modifiche rilevanti nella ormai ex chiesa;
suddivise la navata meridionale in diversi locali e realizzò su un lato delle aperture,
trasformò la cappella della Beata Vergine in due botteghe dotate di forno, mentre
adibì la grande Sacrestia a magazzino. La modifica più radicale fu quella che
riguardò la facciata della ex Chiesa. Un regolamento del 1833 stabiliva che: “ i
proprietari e possessori di chiese, destinate nelle passate vicende ad uso profano,
sono tenuti a toglierne ogni caratteristica apparenza”
31
.
A partire dal 1841 il Comune di Vercelli decide di affittare da Baldassarre Avogadro
di Casanova la navata centrale e quella settentrionale (poiché il proprietario si
serviva della navata meridionale per usi personali come scuderia, rimesse, legnaia).
Il Comune intendeva utilizzare San Marco come “Cavallerizza” per il reggimento di
stanza in città fino al 1844.
Nel 1852 San Marco fu nuovamente affittato dal Comune e tornò ad essere sede
provvisoria della “Cavallerizza” per divenire successivamente sede del mercato del
vino.
Il consiglio comunale del 3 gennaio 1852 infatti discusse il problema del riordino dei
mercati cittadini; l‟ex chiesa pur ridotta a due navate avrebbe potuto contenere 44
carri ed offrire ancora spazio per il mercato vero e proprio.
Alla morte di Baldassarre Avogadro di Casanova, avvenuta nel 1861, la proprietà
della chiesa passò nelle mani di vari privati, fino a quando il 24 giugno 1869 il notaio
30
Liberamente tratto da: Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri C.Cavour, La ex Chiesa di San
Marco in Vercelli oggi,ieri 700 anni fa. Studio storico, architettonico e topografico, Vercelli 1994.
31
Liberamente tratto da: Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri C.Cavour, La ex Chiesa di San
Marco in Vercelli oggi,ieri 700 anni fa. Studio storico, architettonico e topografico, Vercelli 1994.
32
Bressa procedette all‟incanto dei beni e per quanto concerne l‟ex chiesa ci fu
un‟unica offerta, quella del dottor Felice Monaco, che però non intervenne a titolo
personale ma in qualità di Sindaco di Vercelli.
Da tempo il municipio pensava di ridurre a mercato coperto la ex chiesa in quanto
San Marco, situato nel centro cittadino, era non solo poco lontano dalle sedi abituali
di venditori e compratori ma anche comodo da raggiungere rispetto al mercato
generale. Era necessario formare dei sotterranei da utilizzare come depositi e invece,
per consentire luce ed areazione, era necessario formare grandi aperture nelle fronti e
nei fianchi della chiesa. I lavori iniziarono subito nonostante si fossero levate
proteste in ragione dell‟arte; prima fra queste fu quella di Federico Arborio Mella, il
quale il 1 luglio 1884 scriveva al Sindaco, in qualità di provvisorio Ispettore
governativo degli scavi e dei monumenti del circondario, di sentirsi in dovere di
ricordare con franchezza che l‟edificio era “ dell‟epoche nostre migliori (sec. XIII)
costrutto da artefici nostrali, di pregio Architettonico non comune”. Giudicava un
vero e proprio sconcio le conseguenze dell‟abbattimento dell‟abside. Nell‟agosto
1874, a sostegno della tesi di Federico Arborio Mella, vi era anche Camillo Leone.
Un altro interlocutore fu Guido Carocci, intervenuto più volte da Firenze sulla
questione, pubblicando sulla rivista “Arte e Storia”, di cui era direttore, articoli in
difesa di San Marco.
Dalle cronache emerge uno spaccato della realtà politica e giornalistica vercellese di
fine secolo, che fa da sfondo alla questione dell‟abside, ma che deve essere
abbandonato per ritornare all‟allestimento del mercato coperto
32
.
Erano stati ultimati i lavori che non comprendevano l‟abside, ma l‟installazione dei
banchi e l‟illuminazione a gas. Così il consiglio comunale decise l‟apertura del
mercato coperto il 1 febbraio 1885. In San Marco erano destinati a confluire i
venditori di commestibili e bevande di Piazza Cavour, i venditori di burro e
formaggio dal Vicolo dei Mercanti e quelli di burro, formaggio e carne macellata
della Piazza di Pesci.
32
Liberamente tratto da: Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri C.Cavour, La ex Chiesa di San
Marco in Vercelli oggi,ieri 700 anni fa. Studio storico, architettonico e topografico, Vercelli 1994.
33
La fantasia popolare diede un soprannome anche a San Marco, “Il Serraglio”,
termine usato ancora oggi.
Nonostante l‟iniziale reticenza dei venditori a trasferirsi in quella sede, il mercato fu
attivo fino agli anni ‟90 del secolo successivo, quando dopo un periodo di abbandono
venne deciso di riconvertirlo in sede espositiva.
33
Inaugurato nel novembre 2007 con la mostra “Peggy Guggenheim e l‟immaginario
surreale”, lo spazio Arca è oggi riconosciuto come sede espositiva per le arti visive
nella città di Vercelli.
La struttura Arca ha una forma elementare, è un parallelepipedo di m. 29,90x6,60,
con uno sviluppo espositivo lineare di m. 66,90, una superficie espositiva di 281
metri quadrati, una superficie di calpestio di 190,74 metri quadrati; occupa solo
parzialmente la navata centrale della Chiesa; è semplicemente appoggiata sul
pavimento; non ha punti di contatto né con le colonne né con le pareti; presenta una
copertura vetrata che consente la visione delle volte dall‟interno dello spazio
espositivo; è autoportante sia impiantisticamente sia a livello dei servizi poiché
ospita sul suo interno tutte le funzioni peculiari ad una struttura espositiva
34
.
Questo determina all‟interno della chiesa due differenti spazi, uno circoscritto da
Arca, dotato di tutte le tecnologie che garantiscono gli standard internazionali per
l‟esposizione di opere d‟arte e un secondo, più ampio, costituito dalle navate laterali
e dall‟intera abside, disponibile per gli eventi correlati alle esposizioni interne o
indipendenti da esse.
Figura 6 Prospetto
Nord del progetto
dell‟Architetto
Ferdinando Fagnola per
la trasformare in sede
espositiva la ex Chiesa
di San Marco.
33
Liberamente tratto da: Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri C.Cavour, La ex Chiesa di San
Marco in Vercelli oggi,ieri 700 anni fa. Studio storico, architettonico e topografico, Vercelli 1994.
34
Arca, Arte Vercelli, Arca lo spazio espositivo, www.guggenheimvercelli.it.
34
Figura 7 Prospetto Sud.
Figura 8 Prospetto della facciata principale dell‟edificio in cui è stata lasciata in evidenza la stratificazione
delle tracce storiche successive, che comprendono i segni dell‟epoca gotica, rinascimentale, barocca, neoclassica
35
e preindustrial. Nell‟Ottocento le murature di tamponamento delle tre navate in facciata sono state sostituite con
ampie vetrate apribili di matrice chiaramente ottocentesca che illuminano e aerano l‟ambiente interno.
Tre sono i fattori di interesse che giocano contemporaneamente in San Marco nel
corso di una mostra: l‟esposizione delle opere internamente ad Arca, gli eventi
sviluppati esternamente, e, compatibilmente con le condizioni di sicurezza dei
visitatori, le attività di restauro degli affreschi
35
.
All‟inizio del 2008 infatti il Centro Conservazione e Restauro di Venaria Reale ha
effettuato una prima campagna di indagine stratigrafica nella ex Chiesa, portando
alla luce tracce di decorazione databili alla prima metà del Quattrocento.
Vercelli, mercoledì 16 aprile 2008 – <Vengono presentati oggi per la prima volta gli
affreschi ritrovati all‟interno della ex chiesa abbaziale di San Marco a Vercelli. Le
pitture sono emerse nel corso di una campagna di saggi stratigrafici effettuata
all‟interno dell‟edificio dai restauratori del Centro di Conservazione e Restauro “La
Venaria Reale”, guidati da Pinin Brambilla Barcilon. I lavori, durati circa tre mesi, si
sono appena conclusi e si sono svolti, in accordo con le soprintendenze competenti,
per iniziativa del Comune di Vercelli che ha voluto e finanziato - in occasione del
progetto di ARCA - la campagna di sondaggio nell‟intento di proseguire la forte
azione dell‟Amministrazione comunale rivolta al recupero della chiesa di S. Marco
per troppi anni abbandonata>.
36
Si tratta di più di 30 metri quadri di dipinti murali, che già dalla fine del XVI secolo
erano stati coperti da stesure di scialbo bianco, e rappresentano Santi appartenenti
all‟agiografia degli eremitani di S. Agostino, con figure intere con attributi tipici
riportati dalle fonti, oppure con l‟intitolazione nominale al santo stesso, e con
scansioni coloristiche degli elementi architettonici a fasce orizzontali verdi, rosse e
gialle o bianco-nere sulle semicolonne, tipici del XV secolo. La fattura mostra mani e
tecniche diverse e alcuni lavori si trovano sullo stesso livello di intonaco ed alla
35
Arca, Arte Vercelli, Arca lo spazio espositivo, www.guggenheimvercelli.it.
36
M. Caldera, C. Lacchia, A.R. Nicola, Il restauro di un restauro: il recupero di alcuni strappi
ottocenteschi del Museo Borgogna di Vercelli, in “VI Congresso Nazionale IGIIC- Lo stato dell‟arte.
6”, Spoleto 2-4 ottobre 2008, pagg 273-283. poster: giovedì 8 ottobre 2009 ore 10.30 IL CANTIERE
DIAGNOSTICO PER IL RECUPERO DELL‟EX-CHIESA DI SAN MARCO A VERCELLI.
36
stessa altezza, che oggi è a livello del piano di calpestio, mentre quello originale era
circa 60 cm. più in basso.
Pinin Brambilla Barcilon, Direttore dei Laboratori di Restauro del Centro
Conservazione e Restauro "La Venaria Reale”
37
, spiega che sono inoltre effettuate
analisi e ricognizioni scientifiche tramite tecniche diagnostiche, al fine di individuare
e riconoscere i componenti degli strati costitutivi dei dipinti. Oltre all‟analisi e la
comparazione dei materiali e delle tecniche esecutive, è stata eseguita una attenta
ricerca di eventuali componenti del degrado dell‟opera.
Figura 9 Particolari di alcuni dei dipinti delle decorazioni che i tasselli stratigrafici hanno permesso di
riportare alla luce (è di particolare rilievo per questi ritrovamenti la navata settentrionale, in corrispondenza della
quarta campata un dipinto murale raffigurante la Madonna con il Bambino in trono con un Santo vescovo
(Agostino?) che presenta un committente).
Tali ritrovamenti confermano, quindi, la sopravvivenza della decorazione propria
dell‟imposta degli archi di ingresso delle cappelle, oggi celate e tamponate, delle
quali si intuisce la dimensione tramite vistose fessurazioni nell‟intonaco.
37
M. Caldera, C. Lacchia, A.R. Nicola, Il restauro di un restauro: il recupero di alcuni strappi
ottocenteschi del Museo Borgogna di Vercelli, in “VI Congresso Nazionale IGIIC- Lo stato dell‟arte.
6”, Spoleto 2-4 ottobre 2008, pagg 273-283. poster: giovedì 8 ottobre 2009 ore 10.30 IL CANTIERE
DIAGNOSTICO PER IL RECUPERO DELL‟EX-CHIESA DI SAN MARCO A VERCELLI.
37
Una particolare e fortunata scoperta è stata effettuata sulla parete destra della
cappella nella quarta campata, dove è stata liberata dall‟intonaco una scena che
rappresenta una Madonna con Bambino in grembo con santo Vescovo e
raffigurazione del committente. Nonostante il degrado subito a causa di intonaci e
scialbi sovrammessi, picchettature e lacune procurate dalle utenze relative al
mercato, il dipinto mostra una sostanziale integrità ed una notevole leggibilità della
tecnica esecutiva. Si evidenziano così preziosismi nelle stesure di colore elaborato in
sovrapposizioni e trasparenze, in pennellate sottili e veloci che tratteggiano le
fattezze dei ritratti e nella creazione di effetti di finzione di splendida fattura, come
ad esempio le aureole ed i particolari decorativi delle vesti in rilievo e punzonati.
Un‟altra Madonna con Bambino, questa volta ritratta in trono e riconducibile ad un
epoca antecedente rispetto ai dipinti ritrovati nella navata nord, è stata rinvenuta sulla
lesena della navata sud (campata 8): le caratteristiche conservative sono simili a
quelle della navata nord (intonaci e scialbi sovrammessi alla cromia, picchettature,
lacune di intonaco dipinto causate dagli interventi di manutenzione ed impianti
relativi al mercato), ma la pellicola pittorica, costruita per strati sovrapposti su una
base a fresco come descritto nella trattatistica dell‟epoca, si presenta molto più
fragile e con notevoli difetti di coesione.
L‟indagine sulle pareti del presbiterio rivela, diversamente da quella nelle navate,
una superficie picchettata per farvi aderire gli intonaci sovrammessi ma priva di
dipinti. La parte alta della parete, all‟imposta della volta, mostra alcune decorazioni
molto degradate soprammesse ad altre verosimilmente più antiche simili a quelle
trovate su una semicolonna in controfacciata ( si tratta di una scialbatura a diretto
contatto con il supporto murario dipinta a fasce bianche e nere). I residui ritrovati
devono tuttavia essere ulteriormente studiati e comparati con i dipinti svelati nelle
altre postazioni.
“Eravamo certi - spiega Andrea Corsaro, Sindaco di Vercelli, coadiuvato da Giorgio
Fossale, Assessore alla Cultura e da Liliana Patriarca, Direttore Settore Sviluppo
Urbano ed Economico del Comune – che sotto gli intonaci ci fossero altre opere
preziose: infatti già nel 1970, durante alcune opere di manutenzione, era stata
rinvenuta nella settima campata della navata destra una “Madonna con Bambino,
Sant‟Anna, Santi e donatore”, oggi al museo Borgogna, databile alla seconda metà
38
del Trecento. Il ritrovamento di quest‟opera, strappata e restaurata nel 1971-72, non
diede purtroppo stimolo a successivi studi e indagini.
38
”
“Dal XIX secolo – prosegue Massimiliano Caldera, della Soprintendenza per il
Patrimonio Artistico del Piemonte - inizia però la parte più travagliata della storia di
questo imponente e antico edificio religioso. Dapprima destinato ad essere abbattuto,
fu poi utilizzato come magazzino e mercato coperto. Per questi motivi numerosi
affreschi, per una superficie di quasi 19 mq., erano stati strappati già in tale epoca e
messi in salvo al Museo Borgogna di Vercelli. Si trattava di lavori di grande
interesse, ed è stato appunto per appurare se ci fossero altri analoghi manufatti che si
è deciso, d‟intesa con il Comune, di affidare al Centro l‟incarico di eseguire
rilevazioni.
39
”
“L‟importanza di una campagna di saggi stratigrafici come quella svolta in San
Marco è da riferire- conclude Carlo Callieri, Presidente del Centro - oltre che alla
progettazione di un intervento globale di conservazione e restauro, alla possibilità di
ricostruire e studiare un interessante ciclo decorativo del quale si era persa memoria.
E‟ anche questo uno degli obbiettivi del Centro di Restauro di Venaria Reale:
stimolare l‟interesse per ciò che la nostra identità culturale rappresenta e per ciò che
di unico e irripetibile essa esprime e che costituisce il solo e vero vantaggio
competitivo dell‟Italia.
40
”
Gli studi condotti hanno permesso la pianificazione dell‟intervento di restauro
completo con una visione più articolata della storia conservativa dell‟edificio e delle
38
M. Caldera, C. Lacchia, A.R. Nicola, Il restauro di un restauro: il recupero di alcuni strappi
ottocenteschi del Museo Borgogna di Vercelli, in “VI Congresso Nazionale IGIIC- Lo stato dell‟arte.
6”, Spoleto 2-4 ottobre 2008, pagg 273-283. poster: giovedì 8 ottobre 2009 ore 10.30 IL CANTIERE
DIAGNOSTICO PER IL RECUPERO DELL‟EX-CHIESA DI SAN MARCO A VERCELLI.
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M. Caldera, C. Lacchia, A.R. Nicola, Il restauro di un restauro: il recupero di alcuni strappi
ottocenteschi del Museo Borgogna di Vercelli, in “VI Congresso Nazionale IGIIC- Lo stato dell‟arte.
6”, Spoleto 2-4 ottobre 2008, pagg 273-283. poster: giovedì 8 ottobre 2009 ore 10.30 IL CANTIERE
DIAGNOSTICO PER IL RECUPERO DELL‟EX-CHIESA DI SAN MARCO A VERCELLI.
40 M. Caldera, C. Lacchia, A.R. Nicola, Il restauro di un restauro: il recupero di alcuni strappi
ottocenteschi del Museo Borgogna di Vercelli, in “VI Congresso Nazionale IGIIC- Lo stato dell‟arte.
6”, Spoleto 2-4 ottobre 2008, pagg 273-283. poster: giovedì 8 ottobre 2009 ore 10.30 IL CANTIERE
DIAGNOSTICO PER IL RECUPERO DELL‟EX-CHIESA DI SAN MARCO A VERCELLI.
39
sue decorazioni, un momento centrale per la ricostruzione della cultura figurativa
vercellese fra Gotico e Rinascimento
41
.
Tutto ciò assume rilievo per il visitatore che, dopo la visita alla mostra temporanea,
recandosi verso il bookshop si accorge di poter fare l‟intero giro della chiesa
camminando intorno alla struttura in vetro passando attraverso le navate laterali sotto
le volte di San Marco. Egli può così ammirare i restauratori al lavoro, che non sono
separati dallo sguardo del visitatore da teli o cellophane e che quindi attirano
l‟attenzione quasi quanto i dipinti della mostra. Il visitatore può venire a scoprire la
storia della ex Chiesa grazie ai pannelli integrativi che costellano il percorso
attraverso le navate e seguirne le fasi del recupero di cui lui stesso ora può dichiararsi
testimone.
1.4 LE MOSTRE IN ARCA
La sede Arca, quando l'ideatore, l'architetto torinese Ferdinando Fagnola,
noto per le sue numerose strutture museali ed espositive
42
, l'aveva immaginata e
disegnata, ancora non sapeva che avrebbe ospitato le prestigiose opere della
Fondazione Guggenheim in un allestimento del tutto nuovo
43
. Ma fin da principio il
progettista aveva le idee ben chiare sulla sua funzione: «Il primo passo nel corso
della realizzazione di un progetto – dice Fagnola - è compiere un atto di conoscenza,
41
M. Caldera, C. Lacchia, A.R. Nicola, Il restauro di un restauro: il recupero di alcuni strappi
ottocenteschi del Museo Borgogna di Vercelli, in “VI Congresso Nazionale IGIIC- Lo stato dell‟arte.
6”, Spoleto 2-4 ottobre 2008, pagg 273-283. poster: giovedì 8 ottobre 2009 ore 10.30 IL CANTIERE
DIAGNOSTICO PER IL RECUPERO DELL‟EX-CHIESA DI SAN MARCO A VERCELLI.
42
Tra le quali si possono annoverare: “Museo Museo Museo 1998-2006 Duecentocinquanta nuove
opere per le raccolte della Gam”, Torino, Galleria Arte Moderna, 2006, dove il Progetto architettonico
degli spazi sono stati curati dall'Architetto Ferdinando Fagnola; “ANTOLOGIA DI RESTAURI Arte
in Valle d‟Aosta tra Medioevo e Rinascimento”, Aosta, Chiesa di San Lorenzo, 2007, mostra nella
qualeiIl percorso espositivoè stato ideato dall‟architetto Ferdinando Fagnola coadiuvato da Nicole
Morise; “René Magritte, il mistero della natura”, Milano, Palazzo Reale, 2008, dove l‟Architetto è
stato autore del logo della mostra insieme al Designer Stefano Rovai; “DREAM. L'AUTO DEL
FUTURO DAL 1950” - Evento correlato a Torino 2008 World Design Capital, Torino - Padiglione
Giovanni Agnelli di Torino Esposizion, 2008, dove Fagnola ha curato il progetto dell‟allestimento.
43
Chiara Conti, LA FONDAZIONE GUGGENHEIM A VERCELLI, ilsole24ore.com, articolo del 10
novembre 2007, ritrovato nell‟archivio online del Sole 24 ore, sezione cultura&tempo libero,
consultato il 15 ottobre 2005.
40
dare un nome al frutto della propria creatività e in questo caso fin da subito non
avevo avuto dubbi: la struttura espositiva per la ex chiesa vercellese di San Marco si
sarebbe chiamata Arca per indicare l'inizio di un nuovo viaggio e di un percorso
artistico e principalmente per indicare un luogo protettivo, uno scrigno all'interno di
uno scrigno». E Arca fu, quella che oggi, nella navata centrale, racchiude e
custodisce le opere della mostra "Peggy Guggenheim e l'immaginario surreale" e su
cu ieri a Vercelli, in Piemonte, si è alzato ufficialmente il sipario.
Arca – dal costo di un milione di euro, finanziato per l'80% dalla Regione Piemonte e
per il resto dalla città di Vercelli - è una costruzione architettonica dalle linee
estremamente semplici la cui peculiarità sta nella copertura trasparente in cristallo
blindato che consente, mentre si osservano i quadri d'arte moderna, di alzare lo
sguardo e di ammirare le volte a crociera tipicamente medioevali.
«Il risultato, ottenuto anche grazie alla raffinatezza di Arca e alle trasparenze
interessanti della ex chiesa, che dà l'idea di un aspetto metafisico-surreale, è stato di
un evento di alto livello che risponde in pieno alle finalità della nostra Fondazione,
vale a dire formare ed educare a comprendere l'arte contemporanea» ha dichiarato
Philip Rylands, direttore della Fondazione Guggenheim
44
.
Ecco allora che la ex chiesa di San Marco giunge a nuova vita: sede di
manifestazioni culturali d'eccellenza. Lungo le sue due navate laterali sono stati
posizionati pannelli espositivi che forniscono notizie e informazioni sulla storia
dell'edificio e sul consistente capitale storico-artistico di Vercelli: dal Sant'Andrea,
basilica gotico romanica alla pinacoteca del museo Borgogna, agli affreschi di
Gaudenzio Ferrari in San Cristoforo.
Grazie all'accordo siglato tra Amministrazione comunale e regionale con la storica
Fondazione Guggenheim, il capoluogo di provincia da sempre noto principalmente
per la sua tradizione risicola, si appresta a diventare "piazza" espositiva di arte
contemporanea.
44
Chiara Conti, LA FONDAZIONE GUGGENHEIM A VERCELLI, ilsole24ore.com, articolo del 10
novembre 2007, ritrovato nell‟archivio online del Sole 24 ore, sezione cultura&tempo libero,
consultato il 15 ottobre 2005.
41
Con l'accordo triennale, a partire da novembre 2007 fino al 2009, l'intesa prevede per
ogni anno l'allestimento di tre mostre, realizzate con le opere d'arte provenienti dalle
prestigiose collezioni Guggenheim di Venezia e dal museo Solomon R. Guggenheim
di New York, formate dai capolavori del cubismo e del futurismo, del surrealismo e
dell'espressionismo astratto americano
45
.
Ma non solo, lo spazio espositivo nell‟ ex mercato coperto, che, come già detto è
stato inaugurato nel novembre 2007 con la mostra sull‟immaginario surreale, nel
corso di un anno si è affermato come nuova sede espositiva.
Dopo la prima mostra ha infatti ospitato mostre di ampio livello ed alto richiamo,
spaziando dall‟arte contemporanea, all‟architettura, allo sport.
La prima mostra con la collezione Guggenheim termina il 2 marzo 2008 e già il 24
aprile viene inaugurato un nuovo evento che durerà fino al primo giugno 2008, il
FRAC, la rassegna di opere del Fondo Regionale di Arte Contemporanea.
Infatti la Regione Piemonte, nell'ambito della quattordicesima edizione di Artissima,
ha acquistato undici opere di arte contemporanea creando il FRAC, il Fondo
Regionale dell'Arte Contemporanea
46
.
Nel comunicato stampa viene spiegato come le finalità della collezione di arte
contemporanea della Regione Piemonte sono in primo luogo didattiche e culturali e
che in questo modo il pubblico, ed in particolar modo le giovani generazioni,
avranno la possibilità privilegiata di entrare in contatto con le nuove tendenze e le
ultime ricerche nel campo della cultura visuale contemporanea.
La collezione è stata itinerante e ramificata su tutto il territorio regionale, con il
sostegno di spazi espositivi messi a disposizione dai vari capoluoghi di provincia,
ma la prima città ad aver accolto la mostra in regione è Vercelli, proprio nell‟ex
chiesa di San Marco, e l‟evento è stato annunciato dalla Presidente Mercedes Bresso
e dal Sindaco di Vercelli, Andrea Corsaro.
45
Chiara Conti, “Vercelli, nuova capitale artistica del Nord Ovest”, www.ilsole24ore.com, articolo
del 20 settembre 2007, ritrovato nell‟archivio online del Sole 24 ore, consultato il 16 Ottobre 2009.
46
www.comunedi vercelli.it.
42
ELENCO DELLE OPERE
47
Rosa Barba, It's gonna happen, 2005, Film 16 mm, suono, voci Joel Ryan, Michel
Waisuisz, ed. 5+2
Keren Cytter, Repulsion, 2006/2007, DVD, 3 di 4 + Prove d'artista
Sam Durant, Hand to Eye to Mouth, 2006, installazione, tecnica mista, dimensioni
variabili
Jimmie Durham, Radio Vacuum Tube and Bones from Several Animals along with
Bright Plastic and Glass Elements, 2006, material vari, 42X30X25 cm. ca.
Cyprien Gaillard, Real Remnants of Fictive Wars III, 2004, Film 35 mm trasferito su
DVD
Vidya Gastaldon, Sha-it (BABA), 2007, scultura di lana e acciaio, 200 cm. alt./ cm..
80 diam.
Ian Kiaer, Endlesss House Project; Disco-Coppertone, 2007.Installazione, tessuto,
foglia d'oro, perspex, dimensioni variabili
Josephine Meckseper, March for Peace, Justice and Democracy, New York City,
2007, Film 16 mm, 2 di 3 + Prove d'artista
Tom Molloy, Declaration, 2005, carta ritagliata a mano, edizione 4 di 6,63,50X47,5
cm
Evariste Richer, Le Grêlon, 2006, Struttura in acciaio e motore, 200 cm. alt.
47
FRAC Mostra delle opere del Fondo Regionale dell’Arte Contemporanea, www.comunedi
vercelli.it.