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1 CENNI SULL ’EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI SVILUPPO
SOSTENIBILE
1.1 Ambiente ed Energia
Il 16 giugno 1972 a Stoccolma ha luogo il Primo Vertice Mondiale sullo Sviluppo
Sostenibile al quale partecipano i capi di 110 delegazioni che approvano la
“Dichiarazione sull'Ambiente Umano”. L’incontro internazionale determina una presa
di coscienza riguardo ai problemi ambientali. Scopo imperativo per l'umanità deve
essere la difesa e il miglioramento dell'ambiente, il perseguimento della pace e dello
sviluppo economico, sociale, mondiale. (Settore Ambiente - Comune di Padova,
2006).
Un anno dopo scoppia la Guerra del Kippur (Wikipedia, 2007) che vede scontrarsi
Israele e una coalizione composta da Egitto e Siria sostenuti, rispettivamente, da
Stati Uniti e Russia. Con tale guerra i Paesi Arabi utilizzano il petrolio come arma di
ricatto per ottenere l’appoggio dell’Occidente contro Israele colpevole d’aver
occupato i territori del Sinai e del Golan nella guerra del 1967.
Il mondo si accorge d’essere sempre più dipendente dalle risorse energetiche dei
Paesi produttori di petrolio e nasce una crisi petrolifera innescata dai Paesi produttori
aderenti all'OPEC, contro i Paesi industriali d'occidente che appoggiavano Israele.
La questione dei limiti delle risorse non rinnovabili diventa preoccupazione
generalizzata.
Nel 1987 a Tokio si tiene il Terzo Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile durante
il quale viene formulata la prima definizione di sviluppo sostenibile: “è uno sviluppo
che garantisce i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità
che le generazioni future riescano a soddisfare i propri (Brundtland, 1987)
1
”. Per la
prima volta la protezione dell'ambiente è condizione necessaria per uno sviluppo
duraturo e non più un vincolo.
Solo nell’ambito del Quarto Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile del 1992
viene riconosciuto che le problematiche ambientali vanno affrontate in maniera
1
Definizione contenuta nel Rapporto Brundtland, dal nome della presidente della World Commission
on Environmental and Development (WCED) tenutasi a Tokio nel 1987
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universale e bisogna trovare soluzioni che coinvolgano tutti gli Stati. Viene perciò
sottoscritto, da 180 Paesi tra cui l'Italia, un documento, “l’Agenda 21”, strumento di
gestione per le politiche di governance, la cui esecuzione include interventi a livello
internazionale, nazionale, regionale e locale (A21L) con lo scopo di descrivere un
quadro di lungo periodo per trovare un equilibrio tra i bisogni di carattere economico
e sociale e la disponibilità delle risorse e degli ecosistemi della Terra, definendo
chiaramente e precisamente obiettivi e strategie da mettere in pratica nel cammino
verso la sostenibilità.
Il recepimento di questo nuovo orientamento in Italia avviene nel 1993 con la
formulazione del “Piano Nazionale per lo sviluppo sostenibile in attuazione
dell’Agenda 21” (Governo Italiano, 28 dicembre 1993) all’interno del quale sono
definiti obiettivi e azioni congruenti con la condizione ambientale della Penisola in
modo da intraprendere il cammino dello sviluppo sostenibile tenendo conto dei settori
chiave individuati dalla Comunità Europea.
2
Nel frattempo si perviene ad una nuova definizione di sviluppo sostenibile in quanto
cominciano ad esser prese in considerazione anche le relazioni esistenti tra la scala
territoriale locale e globale: lo sviluppo sostenibile è quello sviluppo in grado di offrire
"servizi ambientali, sociali ed economici di base a tutti i membri di una comunità
senza danneggiare i sistemi naturali, culturali e sociali su cui si basa tale
soddisfazione e senza ridurre le potenzialità di sviluppo sostenibile delle comunità
locali in altre parti del mondo (Wikipedia, 2007)
3
”.
A Johannesburg nel 2002 si tiene il Summit Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile
(WSSD) durante il quale leader mondiali, rappresentanti e organizzazioni, tentano di
risolvere i problemi che affliggono il pianeta e pianificare un futuro migliore per tutti.
Tra i temi chiave quello dell’energia, nel quale si riscontra la non accessibilità
universale alle risorse energetiche e la persistenza del dominio dei carburanti fossili
che provocano l'inquinamento atmosferico e l’effetto serra. In tema di protezione
2
Settori chiave: industria manifatturiera, energia, trasporti, agricoltura e turismo
3
Definizione risultante dall’International Council for Local Environmental Initiatives (ICLEI) tenutosi nel
1994
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dell'ambiente naturale viene constatato come sia compromesso l’equilibrio degli
ecosistemi a causa dell'uso indiscriminato delle risorse e dello sfruttamento
eccessivo che ne ha compromesso la capacità di rigenerazione. Responsabili di tale
depauperamento i Paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo, in ugual misura.
Unica soluzione possibile sembra quella di trasformare l'attuale modello di sviluppo
secondo i principi della sostenibilità.
Nonostante tutti gli impegni presi nel corso dei Vertici Mondiali tenutisi a partire dagli
anni 80, nel decennio 1992-2002 si registrano limitati progressi nella realizzazione
degli obiettivi stabiliti dall'Agenda 21 sia a causa di esiguità delle risorse che di
mancanza di volontà politica.
Nell’Agenda 21 si promuove il consumo sostenibile per porre rimedio al continuo
deterioramento dell'ambiente globale causato da modelli insostenibili di produzione e
consumo. In particolare, “gli attuali livelli di produzione e consumo sono del 25% più
elevati rispetto alla capacità ecologica del pianeta. Questo significa che, anche
mantenendo invariati i livelli attuali, l'umanità sta erodendo il capitale naturale della
Terra a una velocità significativa” (Governo Italiano: Ministero dell'Ambiente, 2002).
Infatti, nonostante “nelle società industrializzate produzione e consumi si siano
spostati dai settori ad alta intensità di materiali ed energia al settore dei servizi”
(Governo Italiano: Ministero dell'Ambiente, 2002) e si abbia avuto un minor consumo
di materie prime per unità di produzione, permane la crescita del consumo di risorse
naturali e dell’inquinamento a causa dell’aumento di beni e servizi consumati e
abbandonati. E’ auspicato il cambiamento tecnologico in modo da modificare i
modelli di produzione e consumo nonostante vi siano poche possibilità che le
imprese assumano volontariamente iniziative ecologiche, soprattutto se costose, un
miglior impiego delle risorse, sia nelle nazioni industrializzate che nei paesi in via di
sviluppo, attraverso l’incremento dell'efficienza nell'uso dell'energia e delle risorse,
l’aumento della responsabilità delle imprese nella gestione ambientale anche
attraverso la fornitura di incentivi in modo da aumentare le attività di ricerca e
sviluppo nelle tecnologie di produzione più pulite avendo come obiettivo il
raggiungimento del consumo sostenibile.
8
L’Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente
4
, nel suo “Rapporto Energia e
Ambiente 2007 – Analisi e Scenari” sottolinea “come alle questioni
dell’approvvigionamento, della sicurezza, del costo dell’energia, si possa rispondere
efficacemente rendendo più equilibrato l’apporto delle diverse fonti, mentre alle sfide
del cambiamento climatico e dell’espansione dei consumi, sia necessario rispondere
non solo con l’efficienza energetica e con la promozione delle energie a emissione
zero, ma soprattutto con l’accelerazione del cambiamento tecnologico” (ENEA,
2008).
L’Ente inoltre considera tre possibili scenari in Italia, sia a medio che a lungo periodo,
per verificare se il Paese possa raggiungere gli obiettivi fissati dal Protocollo di
Kyoto, in vigore dal 16 febbraio 2005. Il Protocollo è infatti l’unico strumento a livello
internazionale che tenta di risolvere i problemi ambientali imponendo, per i Paesi
industrializzati e con economie in transizione, un limite massimo di emissione di CO
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da raggiungere entro il 2010. Ebbene, in base all’elaborazione dei dati raccolti
dall’Enea, alla situazione normativa, tecnologica e culturale odierna, gli scenari
indicano che al 2010 l’Italia avrà uno scarto a sfavore sul limite imposto pari a 103,7
MtCO
2
eq. I rimedi proposti consistono anzitutto nell’uso massiccio di tecnologie più
efficienti che tuttavia richiedono investimenti per consentirne la diffusione, quindi
attraverso lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile.
In ambito edilizio infatti è possibile ottenere un’elevata riduzione dei consumi
attraverso interventi di incremento dell’efficienza energetica degli edifici residenziali e
del terziario tramite tecnologie di eco-building, recuperatori di calore e il ricorso al
solare fotovoltaico soprattutto nelle ristrutturazioni. Degne di nota anche altre
tecnologie come il solare termico, la biomassa, i dispositivi ad alta efficienza, i super
isolamenti delle pareti opache e trasparenti, il ricambio d’aria meccanico con
recupero e le accortezze della bioclimatica (Wikipedia, 2008).
4
Ente per le Nuove Tecnologie l’Energia e l’Ambiente: ENEA
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Da quanto detto e in seguito ai continui rialzi dei prezzi
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delle principali fonti di
energia comunemente impiegate, sembra che una delle soluzioni possibili in campo
edilizio sia la presa in considerazione di fonti non fossili quali l’energia nucleare,
idroelettrica, solare, geotermica, eolica, da legna, da sterco, da scarti agricoli, da
biogas, dalle maree, dai gradienti termici e marini. Fonti energetiche da applicare in
funzione delle caratteristiche dell’ambiente naturale nel quale ci si inserisce,
adottando un sistema di progettazione ad approccio esigenziale
6
, in cui il termine
“esigenza” prende in esame quelle caratteristiche come sicurezza, benessere,
fruibilità, aspetto, gestione, integrabilità e salvaguardia dell’ambiente che fanno di un
edificio un luogo in relazione sia con l’ambiente esterno che con i bisogni dei suoi
occupanti (Paparella, 2005-2006).
Il soddisfacimento di questi requisiti e l’applicazione delle tecnologie più avanzate
potrebbe fornire il vantaggio di un’architettura che oltre ad essere confortevole mette
in pratica quel concetto di sviluppo sostenibile delineato già dagli anni 70 ma non
ancora raggiunto.
Come è possibile scegliere l’architettura che soddisfa i nostri bisogni e al tempo
stesso non danneggia l’ambiente che lasciamo alle generazioni future? Dopo aver
considerato alcune definizioni adottate oggi sempre più spesso in campo edilizio,
propongo un tipo di edifici che a mio parere realizzano appieno quanto concordato ai
Vertici Mondiali sullo Sviluppo Sostenibile e conseguentemente, dal Protocollo di
Kyoto e dall’Agenda21: le costruzioni in balle di paglia.
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Nel Rapporto Energia e Ambiente 2007, Analisi e scenari, a pag. 11 si legge “il picco raggiunto dai
prezzi del petrolio nel 1980 pari a oltre 90 US$/barile, in dollari di oggi, è stato abbondantemente
superato dagli inizi del 2008 per arrivare a superare i 140 US$ nel giugno 2008”
6
Come da definizione nella norma UNI 8289 del 1981
10
1.2 Definizioni
1.2.1 Comfort ambientale
E’ quella particolare condizione di benessere ricercata da chi usufruisce di un edificio
ed è essenzialmente determinata da condizioni ambientali in gran parte pianificabili
dal progettista anche se dipende sostanzialmente dalle percezioni sensoriali di un
individuo; si può distinguere in benessere termo-igrometrico, benessere acustico e
benessere luminoso.
Il benessere termico varia a seconda della sensibilità di un individuo alle variazioni di
temperatura, di umidità relativa e di velocità dell'aria e si basa sulla valutazione degli
indici Predicted Mean Vote (PMV) e Predicted Percentage of Dissatisfied (PPD) . Per
il controllo della qualità ambientale ci si può affidare ad una serie di parametri quali la
temperatura dell'aria, l'umidità relativa, la temperatura operante, la temperatura
superficiale del pavimento, la differenza verticale di temperatura dell'aria,
l'asimmetria di temperatura piana radiante e il rischio di correnti d'aria. Per
perseguire il benessere acustico, bisogna considerare che il suono si propaga
nell’aria e nei diversi materiali presenti nell’ambiente con velocità dipendenti dalle
proprietà del mezzo
7
e, per ogni componente edilizio, è necessario distinguere tra
trasmissione diretta
8
e trasmissione laterale
9
. Il benessere luminoso si attua quando
si riesce a garantire la situazione ottica per la corretta fruizione degli spazi e lo
svolgimento delle attività previste negli edifici e ambienti progettati, sia in condizioni
di illuminazione naturale che in condizioni di illuminazione artificiale.
7
Modulo di Young, densità, modulo di rigidità, calore specifico
8
Trasmissione diretta: la trasmissione dell’energia sonora nell’ambiente ricevente avviene solo
attraverso il componente considerato
9
Trasmissione laterale: la trasmissione dell’energia sonora nell’ambiente ricevente avviene attraverso
le strutture adiacenti a quella considerata
11
1.2.2 Sviluppo sostenibile
Con le definizioni di sviluppo sostenibile date nel 1980
10
e nel 1987
11
si intendeva
una forma di sviluppo che “comprende quello economico, quello delle città e quello
delle comunità e che non compromette la possibilità delle future generazioni di
perdurare nello sviluppo, preservando la qualità e la quantità del patrimonio e delle
riserve naturali considerate esauribili” in modo da mantenere uno “sviluppo
economico compatibile con l'equità sociale e gli ecosistemi, operante in regime di
equilibrio ambientale” (Wikipedia, 2007).
Nel 1994 l’ICLEI ha fornito un'ulteriore definizione: lo sviluppo sostenibile “è quel tipo
di sviluppo che offre servizi ambientali, sociali ed economici di base a tutti i membri di
una comunità senza minacciare l'operabilità dei sistemi naturali, l'ambiente edificato
e il sociale” (Borgonovo, 2007).
Infine, nel 2001, l’UNESCO ne amplia il significato aggiungendo il concetto di
diversità culturale che diventa il quarto pilastro dello sviluppo sostenibile, accanto al
tradizionale equilibrio delle tre E (ecologia, equità, economia) (Wikipedia, 2007).
Nel corso degli incontri di Johannesburg nel 2002 e di Aalborg
12
nel 2004, visti gli
insuccessi perdurati dal 1992 al 2002 per lo più riconducibili a impreparazione delle
comunità e a limitata disponibilità di finanziamenti pubblici, viene data maggior
rilevanza alle azioni condotte a livello locale e agli obiettivi stabiliti dalle varie A21L,
alla cooperazione e ai progetti bilaterali tra paesi industrializzati e paesi poveri, alla
definizione precisa di impegni e traguardi con scadenze temporali cercando il
coinvolgimento di enti e associazioni, imprese e cittadini.
10
Rapporto “The World Conservation Strategy”, 1980, lo sviluppo sostenibile è “il mantenimento dei
processi ecologici essenziali per la produzione di alimenti, la salvaguardia della diversità genetica del
mondo animale e vegetale, lo sviluppo degli ecosistemi”
11
Rapporto Bruntland, 1987, lo sviluppo sostenibile è “uno sviluppo che soddisfa i bisogni del
presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni”
12
Aalborg+10 perché a 10 anni dal primo incontro
12
1.2.3 Olismo
Dal greco olos ("tutto, intero"), l'olismo è la teoria secondo cui l'intero è un tutto
superiore rispetto alla somma delle sue parti, prese autonomamente (Wikipedia,
2007).
In campo architettonico, l’architettura olistica del Feng-Shui riprende una tradizionale
concezione cinese di disporre lo spazio in armonia con le energie del cosmo; questo
aspetto viene sempre più preso in considerazione dall’architettura occidentale
contemporanea, in particolare nel modo di arredare e orientare una casa, secondo le
forze energetiche che la circondano (Danon, 2003).
1.2.4 Architettura spontanea e vernacolare
Con il termine “architettura spontanea“ si usa descrivere “quelle forme architettonico-
edilizie che appartengono alla tradizione più antica dell'uomo, dalle tende dei nomadi
alle tombe celtiche, fino ai portici come dispositivo urbano, non attribuibili a progettisti
o autori in particolare”, la cui rappresentante edilizia più caratterizzante è la caverna
(Wikipedia, 2007).
Con il passaggio dalla vita nomade alla sedentarietà si osserva un cambiamento
tipologico-strutturale delle dimore; si passa dall’uso della pietra e dell'argilla
all’adozione di forme parallelepipede con struttura portante lignea, muri in adobe
13
o
pisé
14
e coperture in argilla battuta soprattutto in Africa e Asia.
Per i sostenitori di questo movimento “l’assenza di architettura non significa natura e
landscape da una parte, uomo e problematiche dall'altra e non è nemmeno
sintomatico di un atteggiamento di rifiuto del costruire, ma si esplica con un rapporto
ambientale di tipo passivo consistente nell’accettazione di una realtà esistente,
anziché attivo esplicabile con la volontà di dominarlo” (Dima, 2007).
Con “architettura vernacolare” invece, si contraddistingue quell'architettura “che
rispecchia fortemente il luogo e l'ambiente nei quali si è formata, un’architettura che
13
Mattoni di terra cruda (argilla, sabbia e acqua), essiccati al sole
14
Argilla umida compressa in apposite casseformi fino a raggiungere altezze e spessori desiderati
13
di solito si presenta modestamente, talvolta semplici capanne, e che deve la sua
spettacolare longevità ad una redistribuzione costante di conoscenze duramente
conquistate nel tempo” (Dima, 2007), un’architettura caratterizzata dall'esperienza
del passato, dalla “scienza del concreto”, dal microclima del luogo, dalla specificità
delle risorse naturali della zona e dai rischi e pericoli del territorio e del clima.
1.2.5 Architettura organica
Dalla definizione data dai suoi sostenitori questa “è l’architettura legata alla vera
tradizione dell'abitare” in cui spazi, forme architettoniche, funzioni e decorazioni sono
strettamente connesse alla vita, naturale e spirituale, individuale e come
partecipazione alla civiltà. Infatti “l’essere umano, libero e creativo, ha diritto ad uno
spazio che lo aiuti a crescere e manifestare le sue potenzialità” tramite
“un’architettura senza stile, unica e irripetibile, contemporaneamente legata all’uomo,
al luogo e al tempo”, che non sia frutto di una standardizzazione (Sarno & Sarno,
2008).
1.2.6 Architettura ecosostenibile
“E’ vista come l'attività del pensare, progettare, costruire, usare e dismettere opere
architettoniche (quindi dell’abitare) in armonia con i sistemi antropici e naturali
interessati, contraddistinti non solo da elementi oggettivi, fisici o scientificamente
quantificabili, ma anche da fattori energetici, proiettati nel tempo, non sempre
oggettivamente misurabili, a volte semplicemente percepibili”.
E’ un’architettura che persegue “il risparmio delle risorse e la minima produzione di
inquinamento in tutte le fasi del ciclo di vita in modo da garantire un miglioramento
della salute psicofisica agli abitanti attraverso l’uso di materiali biocompatibili, il
raggiungimento di idonei livelli di comfort termo-igrometrico, acustico e visivo”
(Wikipedia, 2007), creando un sistema interattivo dinamico che pone l’edificio in
relazione all’ambiente, considerando le risorse naturali quali l’acqua, il vento, il sole e
la vegetazione, come materiali fondamentali dell’architettura. Sorgono così edifici che
garantiscono la sostenibilità ambientale, misurabile in termini di salvaguardia