1
Capitolo primo
LE NUOVE FRONTIERE DELLA
MICROFINANZA
Introduzione
La microfinanza può essere ricompresa in quel ramo di attività della finanza etica
1
che
sostiene la lotta alla povertà e all’esclusione finanziaria
2
. Siamo nel campo della finanza che
sostiene principalmente obiettivi sociali ed umanitari, attraverso il sostegno di iniziative utili a
migliorare le condizioni di vita di singoli individui o di nicchie di popolazioni. Nel mercato
della finanza etica, microfinanza e microcredito meritano un posto d’eccezione. Con
l’espressione “microfinanza” si è soliti individuare l’offerta di servizi finanziari di modesta
entità a clientela a reddito nullo, o a basso reddito, o con difficoltà di accesso ai servizi
finanziari di base
3
. Per lungo tempo la microfinanza ha coinciso con il microcredito, ovvero
con l’offerta di prestiti di piccolo ammontare, privi di garanzie tradizionali, finalizzati al
miglioramento della qualità di vita dei beneficiari poverissimi, attraverso il sostegno di attività
economiche di dimensioni ridotte e fortemente localizzate
4
. Seppur siano stati utilizzati per
indicare uno stesso concetto, microfinanza e microcredito sono stati praticati seguendo
percorsi e modalità diverse, ma con una visione di fondo comune: favorire l’accesso al credito
e ai servizi finanziari da parte di coloro che ne sono esclusi. Per tradizione la microfinanza è
associata a iniziative a favore di beneficiari residenti in paesi in via di sviluppo, ma le
esperienze operative che la stessa ha sperimentato negli ultimi anni hanno profondamente
mutato il tradizionale modello di microfinanza ereditato dalle prime iniziative di microcredito.
I nuovi scenari demografici, sociali ed economici insieme ad un sempre più attivo
1
La finanza etica, infatti, può essere ricondotta a tre principali linee di azione: la finanza che sostiene la lotta alla
povertà ed all’esclusione finanziaria; la finanza che sostiene alcuni settori considerati etici dalla coscienza
collettiva; la finanza che rispetta leggi e codici aziendali, o assicurativi, che regolamentano tematiche riferite alla
diligenza, alla correttezza ed alla trasparenza dei comportamenti adottati e dei processi produttivi attuati. Cfr. La
Torre M., Finanza etica e microfinanza nel nuovo millennio,2005.
2 Per esclusione finanziaria s’intende l’esclusione dal sistema finanziario tradizionale, inteso come incapacità di
accedere ai servizi finanziari di base. Cfr. La Torre M., op. cit.
3 Cfr. La Torre M. e Vento G. A., Per una nuova microfinanza:il ruolo delle banche, Bancaria, n.2/2005, pp. 68-
84.
4 Cfr. La Torre M.,op. cit.
2
coinvolgimento degli intermediari finanziari hanno evidenziato che ricondurre la
microfinanza ai soli programmi di microcredito potrebbe essere riduttivo. Infatti, alla struttura
finanziaria del microcredito si sono affiancati altri diversi prodotti, forse anche più complessi.
Ad innovare il settore è stata anche l’applicazione delle metodologie e delle strategie della
finanza strutturata, che ha reso possibile la creazione di “nuovi” prodotti, quali i veicoli di
investimento di microfinanza e le cartolarizzazioni dei microcrediti. Questi ultimi
rappresentano un passo evolutivo importante del settore. Tale evoluzione non è passata di
certo inosservata alle banche, le quali anch’esse si stanno sempre più interessando alle attività
della microfinanza. Le grandi banche di investimento hanno, oramai, capito le enormi
potenzialità e superato, in parte, le diffidenze verso un sistema di fare credito che inizialmente
sembrava un modo alternativo di esercitare la carità. Il loro coinvolgimento testimonia la
grande crescita del settore e l’ottimo lavoro svolto dalle MFIs nel migliorare sempre di più il
sistema. Sulla base delle presenti riflessioni l’obiettivo del capitolo è descrivere i caratteri
della microfinanza moderna, analizzando gli sviluppi avvenuti nella composizione della sua
domanda ed offerta, nonché illustrare le recenti esperienze operative che la stessa sta
sperimentando nel campo della finanza strutturata.
1.1 L’EVOLUZIONE DELLA MICROFINANZA: CRESCITA E COMMERCIALIZZAZIONE
La microfinanza si è sviluppata da ormai una trentina d’anni a partire dalle esperienze
pionieristiche di Yunus avvenute in Bangladesh e in alcuni paesi del Sud del mondo, come
Bolivia ed Indonesia. Nata dalla necessità di trovare alternative al credito tradizionale, la sua
importanza è andata aumentando, fino ad essere riconosciuta a livello mondiale nel 2005,
anno in cui è stata inserita all’interno degli Obiettivi del Millennio, proclamati dall’Assemblea
delle Nazioni Unite. Il fenomeno della microfinanza, però, non costituisce una novità per gli
studiosi del settore. Piccoli gruppi informali di credito e risparmio, infatti, si possono
osservare intorno al 1970 anche in Italia, dove nelle provincie di Venezia, Padova e Treviso
cominciavano la loro espressione peculiari organismi creditizi, denominati Casse Peote
5
.
Quest’ultime non rappresentano un unico e sporadico esempio di istituzione di credito e
risparmio rivolta ai poveri. Nel lontano quindicesimo secolo, infatti, in Italia vennero istituiti
dalla Chiesa Cattolica, come alternativa agli usurai, i Monti di Pietà, che si diffusero
rapidamente in diverse zone urbane europee. I Monti di Pietà non solo sono gli ispiratori della
5 Cfr. Tutino F., Le casse peote: peculiari organismi creditizi operanti nel Veneto, Il Risparmio, n. 4/1975.
3
nascita del credito cooperativo e delle banche popolari, ma presentano diverse affinità con il
microcredito moderno, tra cui quella di rivolgersi ad un target di bisognosi e poveri, ai quali
venivano concessi prestiti di piccola entità a fronte di un pegno
6
. Successivamente e nel corso
del secoli, si è assistito, in Europa e nel resto del mondo, all’ulteriore proliferazione di simili
organizzazioni volte a ceti poveri, sia delle zone urbane sia di quelle rurali. Le radici del
microcredito sono, dunque, più remote di quanto normalmente si creda, ma l’esempio più
noto è indubbiamente quello di Muhammad Yunus e della Grameen Bank, fondata in
Bangladesh a fine anni Settanta del secolo scorso. Da allora la c.d. finanza di terzo settore
7
ha
compiuto passi da gigante. Al fine di rappresentare nella maniera più esaustiva possibile
l’evoluzione che il fenomeno indagato ha presentato negli ultimi anni, si espone di seguito
una rielaborazione statistica dei dati pubblicati negli ultimi report da alcune organizzazioni
che si occupano su scala mondiale della raccolta di dati sulla microfinanza. In particolare si
farà riferimento a due organizzazioni: The Microfinance Information Exchange (MIX),
organizzazione privata no-profit che ha lo scopo di promuovere lo scambio di informazioni
sull’industria della microfinanza, che raccoglie dati su istituzioni che accettano di aderire a
principi standard di contabilità, pubblicati in MicroBankingBullettin; The Microcredit Summit
Campaign (MSC), che è un progetto di Results (organizzazione no-profit) per combattere la
povertà nel mondo. Secondo il Microcredit Summit Campaign
8
, come riportato nella Tabella
1.1, alla fine del 2009, 3.589 istituzioni di microfinanza hanno segnalato il raggiungimento di
190.135.080 di clienti con un prestito in essere. Di questi ultimi, 128.220.051 erano tra i c.d
poorest of the poor(più poveri tra i poveri). Circa il 91,4% dei clienti “più poveri tra i poveri”
segnalati sono in Asia, un continente che ospita più del 66% della popolazione mondiale che
vive con meno di 1,25 US$ al giorno
9
. I dati riportati dal Microcredit Summit Campaign
Report 2011, mostrano come nel corso degli ultimi 10 anni, il settore ha presentato un trend
crescente, registrando un incremento dell’87% nel numero dei clienti raggiunti (89% se si
considerano i clienti c.d. “i più poveri tra i poveri”).
6 Cfr. Malachini F., Pizzo G., Vettorato F., Vita M., Osservatorio Monetario n.3/2010; Visconti R.M.,
Microfinanza nei paesi in via di sviluppo: un’opportunità di investimento socialmente responsabile, Banche e
banchieri, n.3/2009, pp. 211-225.
7 Cfr. La Torre M., Finanza etica e microfinanza nel nuovo millennio, 2005.
8 I dati forniti dal MSC sono stati verificati per 327 istituzioni e rappresentano il 93% della totalità dei clienti più
poveri.
9 Secondo PovcalNet nel mondo 1,4 miliardi di persone vivono al di sotto dei 1,25 US$ al giorno, di cui 912
milioni (o il 66,4%) sono in Asia. Cfr. http://iresearch.worldbank.org/PovcalNet/povDuplic.html.
4
Tabella 1.1: Clienti raggiunti dalle MFIs nel mondo
Data
Numero di
istituzioni
Numero di
istituzioni
verificate
Numero di
clienti totali
raggiunti
Numero di
clienti Più
poveri verificati
% Verificata di
clienti Più
poveri roportati
Numero totale di
Clienti Più
poveri riportati
31/12/1999 1.065 78 23.555.689 9.274.385 67 13.779.872
31/12/2000 1.567 138 30.681.107 12.752.645 66 19.327.451
31/12/2001 2.186 211 54.932.235 21.771.448 81 26.878.332
31/12/2002 2.572 234 67.606.080 35.837.356 86 41.594.778
31/12/2003 2.931 286 80.868.343 47.458.191 87 54.785.433
31/13/2004 3.164 330 92.270.289 58.450.926 88 66.614.871
31/12/2005 3.133 420 113.261.390 64.062.221 78 81.949.036
31/12/2006 3.316 327 133.030.913 79.181.635 85 92.922.574
31/12/2007 3.552 284 154.825.825 84.916.899 80 106.584.679
31/12/2009 3.589 327 190.135.080 119.490.847 93 128.220.051
Fonte: Microcredit Summit Campaign, Report 2011
Figura 1.1: Crescita dei clienti raggiunti dalle MFIs.
Fonte: Microcredit Summit Campaign, Report 2011
Dei 128,2 milioni di clienti “più poveri tra i poveri” raggiunti nel 2009, l’81,7%, ovvero 104,7
milioni sono donne; il numero di donne molto povere raggiunto è passato da 10,3 milioni,
dato registrato a fine 1999, a 104,7 milioni, dato riportato nel 2009
10
. Infatti, come è mostrato
in Figura 1.2, le donne rappresentano ancora oggi una fascia di clientela rilevante nel mercato
della microfinanza.
10 Cfr. . Microcredit Summit Campaign, State of the microcredit summit campaign report, 2011.
5
Figura 1.2: Crescita del numero di donne più povere in relazione al totale dei “più poveri”.
La microfinanza, però, è un fenomeno fortemente eterogeneo in relazione alle peculiarità dei
sistemi economici e sociali dei diversi Paesi in cui vengono intrapresi i progetti di
microcredito. Al fine di rappresentare il fenomeno nella maniera più oggettiva possibile è
bene descriverlo in riferimento ad ogni specifica Area in cui si manifesta. Il Microcredit
Summit Campaign, nei suoi Report annuali, distingue tra Paesi in via di sviluppo e Paesi
industrializzati. Tra i primi sono comprese le seguenti Regioni: Africa Sub- Sahariana
(Africa); Pacifico ed Asia; America Latina e Caraibi (LAC); Medio Oriente e Nord Africa
(MENA); mentre tra i Paesi industrializzati, troviamo: America del Nord e America
occidentale; ed infine, Europa Orientale e Asia Centrale (ECA). Come si può osservare nelle
Figure 1.3 e 1.4, le Regioni presentano gradi di profondità e selettività diversi. La Regione
che presenta un maggior numero di clienti raggiunti è quella dell’Asia e Pacifico, per le
ragioni precedentemente affermate, ma è possibile notare che le altre Regioni, seppur rispetto
a quest’ultima hanno un numero ridotto di clienti, presentano un trend di penetrazione di
mercato in crescita. Tra le Regioni che fanno parte dei Paesi in via di sviluppo quella che
mostra tassi di crescita migliori è il Medio Oriente e Nord Africa, che dal 2005 al 2009,
registra un incremento del 72% nei clienti totali e un incremento del 73% nei clienti “più
poveri” raggiunti. Tra i Paesi industrializzati, invece, si evidenziano i risultati conseguiti
dall’America del Nord e dall’America Occidentale (+63%, nel numero di clienti totali; +84%,
nel numero totali di clienti “più poveri”). Buoni sono anche i dati che si registrano in
America Latina e Caraibi.
Fonte: Microcredit Summit Campaign,
Report 2011
6
Figura 1.3: Distruzione clienti totali per Regione
Fonte: Microcredit Summit Campaign, Report 2011
Figura 1.4: Distribuzione Clienti “Più poveri” per Regione
Fonte: Microcredit Summit Campaign, Report 2011
A completare il quadro dell’andamento del mercato della microfinanza nelle diverse Aree del
mondo sono i dati forniti dal MIX, il quale ci fornisce indicazioni circa il numero di debitori
attivi ed il numero di depositanti, per ogni singola Regione. Nonostante i dati forniti dal MIX
riflettono un numero minore di istituzioni rispetto a quello forniti dal MSC, è possibile
riscontrare pressoché lo stesso trend tra le Regioni. Infatti, come mostrano le Figure 1.5 e 1.6,
l’Asia costituisce la Regione che mostra la crescita più imponente rispetto alle altre. A ben
vedere, però, anche altre Regioni, come l’Africa ed America Latina e Caraibi, hanno
sperimentato importanti sviluppi negli ultimi 5 anni.
7
Figura 1.5: Numero di debitori attivi
Fonte: Microfinance Information Exchange (MIX), www.mixmarket.org
Figura 1.6: Numero di depositanti con qualsiasi tipo di conto di deposito
Fonte: Microfinance Information Exchange (MIX), www.mixmarket.org
Nonostante l’estrema difficoltà nel raccogliere dati che descrivano l’ampiezza del mercato
della microfinanza, i numeri riportati mostrano come il settore, sebbene presenti nelle varie
Regioni notevoli difformità per la diversa densità, registri un trend crescente in ognuna di
esse. La crescita che ha sperimentato il settore della microfinanza in questi ultimi anni è stata
alimentata dall’azione simultanea di fattori quali l’aumento del numero delle istituzioni di
microfinanza, l’incremento del numero dei clienti raggiunti; l’ampliamento dei prodotti
offerti, che hanno giocato un ruolo determinante nel processo di integrazione della
microfinanza nel sistema finanziario. È bene sottolineare, però, che un forte contributo allo
sviluppo del settore proviene anche dal sempre maggiore accesso a fonti di finanziamento
8
commerciale
11
. La microfinanza, infatti, si sta commercializzando sempre di più. Quando si
parla di commercializzazione del settore della microfinanza, si intende quel processo per cui
l’accesso alle risorse finanziarie avviene sempre a condizioni di mercato e non più a
condizioni preferenziali. In pratica, la microfinanza sta gradualmente cessando di essere un
attività sussidiata, e dunque fortemente dipendente dalla disponibilità dei donatori, e si sta
legando sempre più al sistema finanziario tradizionale
12
.
1.3 MICROFINANZA VS MICROCREDITO
L’evoluzione che la microfinanza ha sperimentato negli ultimi anni ha evidenziato che
ricondurre la stessa ai soli programmi di microcredito risulta estremamente riduttivo. Per
lungo tempo il concetto di microfinanza ha coinciso con quello di microcredito, ma tra i due è
possibile tracciare una sottile linea di confine che ne scandisce i caratteri reciproci. A ben
vedere, infatti, il microcredito nasce storicamente prima del concetto di microfinanza. Seppur
in forma ancora primordiale, è possibile rilevare il “fenomeno” del microcredito in epoche
antecedenti la manifestazione più eclatante della profetizzata microfinanza di Yunus. Il
microcredito, dunque, manifestatosi come una forma articolata di accordi di tipo mutualistico,
ha subito, poi, nel corso degli anni considerevoli mutamenti. Attraverso errori e difficoltà il
microcredito ha compiuto, infatti, notevoli passi in avanti: le criticità emerse nel corso degli
anni hanno reso possibile affrontare questioni come sostenibilità, pricing e risk management,
attraverso le quali è stato possibile migliorare le tecniche finanziarie dei prestiti e le
metodologie organizzative e creditizie. Oggigiorno, infatti, si sono sviluppati modelli
differenti di microcredito e diversi modelli di gestione, anche in virtù del fatto che tale
strumento ha caratteristiche peculiari in base al Paese in cui esso viene attuato. All’attività
originariamente svolta nel settore del microcredito si è andata nel tempo affiancando una serie
di iniziative aventi la finalità di ampliare la gamma di servizi finanziari erogati a vantaggio di
soggetti che ne sarebbero rimasti altrimenti esclusi. Ed è in tale ambito che emerge la linea di
confine tra le due attività che delinea l’operatività di entrambe. Infatti, mentre con il termine
microcredito si è soliti identificare un prestito di modesto ammontare, privo di garanzie
tradizionali, finalizzato al finanziamento del capitale circolante necessario al funzionamento
11 Cfr. Malachini F., Pizzo G., Vettorato F., Vita M., Osservatorio Monetario n.3/2010; CGAP, Focus Note
n.61, 2010.
12
Cfr. Ibidem.
9
di un attività, la nozione di microfinanza risulta essere più estesa
13
. La “microfinanza”, infatti,
è concetto più ampio del microcredito, comprendendo non solo l’offerta di credito a debitori
poveri ma anche un più ampio insieme di prodotti finanziari, comprensivi anche di servizi per
l’allocazione dei risparmi, polizze assicurative, servizi di money transfer, micro leasing,
housing microfinance. Nell’ambito della finanza per lo sviluppo si è quindi elaborato un
progressivo superamento della nozione di microcredito, per passare al più complesso concetto
di microfinanza, categoria all’interno della quale rientrano, oltre che il prestito per l’impresa,
anche i crediti per finalità sociali, per la casa, il risparmio, i servizi assicurativi, i servizi di
gestione delle transazioni finanziarie, il migrant banking e i programmi di inclusione
finanziaria. A spostare il focus dal microcredito alla microfinanza è stata senza ombra di
dubbio la maggiore comprensione ed attenzione alla domanda del cliente. In passato, la
microfinanza era un settore guidato più dall’offerta che dalla domanda
14
. Oggi, invece, si ha la
consapevolezza che non tutti i poveri sono microimprenditori ma che tutti hanno bisogno, e
utilizzano una vasta gamma di prodotti finanziari. Un passo importante che la microfinanza
sta compiendo è quello di cercare di progettare prodotti finanziari che soddisfino i flussi di
cassa delle persone che vivono in povertà, attraverso uno sguardo più attento alle loro
esigenze ed aspirazioni
15
. Emblematica è stata l’esperienza della Grameen Bank, la quale nel
2002 iniziò ad aggiungere migliori prodotti al suo mix di servizi finanziari. Sulla basse delle
ricerche finanziarie su come disegnare nuovi prodotti per i propri clienti, la banca fondata da
Yunus sviluppò Grameen II, meglio noto come Grameen Generalized System
16
, attraverso il
quale la banca offrì quattro nuovi prodotti di deposito. Quando la Grameen introdusse i nuovi
prodotti nel 2002, contava 197 milioni di dollari in crediti insoluti e 170 milioni di dollari in
depositi
17
. Alla fine del 2009, la stessa aveva 816 milioni di dollari in prestiti scaduti e 1,3
13
Cfr. La Torre M. e Vento G. A.,op. cit.; Visconti R.M.,op. cit.
14
Cfr. Malachini F., Pizzo G., Vettorato F., Vita M., op.cit.
15
Eloquente è stato il parere fornito a riguardo da Monique Cohen, Presidente del Microfinance Opportunities,
sul report del Microcredit Summit Campaign del 2011. Monique Cohen, infatti, afferma che “we are beginning
to see flows within families and between people. We are starting to know what clients do with their money when
special needs or economic shocks happen to the family. The problem is that very few organizations are using this
data to develop products that match the cash flow needs of their clients”. Cfr. Microcredit Summit Campaign,
State of the microcredit summit campaign report, 2011.
16
Grameen II, conosciuta formalmente come “the Grameen Generalised System” rappresenta il volto pubblico
della Grameen Bank in Bangladesh dalla metà del 2002. In senso stretto, Grameen II, è la metodologia utilizzata
dalla Grameen Bank per fornire servizi finanziari ( ed altri servizi) alla popolazione rurale del Bangladesh. Essa
presta servizio soprattutto ai membri poveri della Banca (principalmente donne). Cfr Rutherford S. et al,
Grameen II at the of 2003, MicroSave, 2004.
17
Cfr. Rutherford S., MicroSave Briefing Notes on Grameen II #2: Member Savings, 2005; Microcredit Summit
Campaign, State of the microcredit summit campaign report, 2011.
10
miliardi di dollari in depositi
18
. L’esperienza sperimentata dalla Grameen Bank, quindi,
dimostra quanto l’ampliamento dell’offerta consente di migliorare le performance, sia
operative che sociali delle istituzioni, creando strumenti che possano soddisfare i bisogni dei
clienti. Al fine di soddisfare sempre più le necessità dei propri clienti, molte istituzioni
finanziare stanno, di fatto, annoverando nella loro offerta anche la fornitura di servizi specifici
a carattere non finanziario, il cui trend è in aumento
19
. Come riportato da una ricerca
pubblicata da CGAP
20
, la grande maggioranza delle istituzioni che offrono servizi non
finanziari, forniscono una serie di servizi alle imprese, e più della metà forniscono servizi di
istruzione per adulti e servizi di empowerment alle donne. Molte istituzioni, infatti, sono
convinte che fornendo anche servizi non finanziari, non solo consentono ai loro clienti di
utilizzare meglio i prodotti finanziari e servizi disponibili, bensì riescono anche a perseguire
meglio la loro mission
21
.
In conclusione è possibile affermare che sebbene il microcredito rappresenti il più importante
tra gli strumenti a disposizione della microfinanza, gli sviluppi avvenuti negli schemi
operativi attraverso cui essa opera hanno contribuito a migliorare l’assetto strutturale del
mercato della microfinanza.
1.3 UNA NUOVA TASSONOMIA PER LA MICROFINANZA
La microfinanza in questi ultimi venti anni è stata teatro di numerosi e innovativi progressi.
L’importanza di questi cambiamenti è dimostrata, non solo dal crescente interesse di cultori e
investitori verso questo comparto della finanza etica, bensì anche, e soprattutto, dai numeri
che il “fenomeno” registra da circa 20 anni. Attualmente, il settore presenta connotazioni
differenti in quanto, sia la tipologia della clientela beneficiaria, sia i soggetti finanziatori,
che la gamma di prodotti serviti hanno subito profondi cambiamenti nel corso dell’ultima
decade. Tali sviluppi hanno reso necessario un ulteriore sforzo definitorio che meglio delimiti
la nuova operatività del settore. Si è già chiarito, nel precedente paragrafo, come la
microfinanza sia un concetto più ampio del microcredito, tuttavia rimangono ancora irrisolte
alcune questioni: 1) occorre definire i nuovi target di clientela della microfinanza; 2) è
18
Cfr. Microcredit Summit Campaign,op. cit.
19
Cfr. Pistelli et alt., A Survey of 405 MFIs reporting to MIX in 2009-2010, July 2011.
20
La ricerca è stata condotta da Mix (Microfinance Information Exchange) su 405 istituzioni di microfinanza di
73 Paesi nel 2009-2010. Cfr. Ibidem.
21
Cfr. . Pistelli et alt., op.cit.
11
necessario verificare se credito, risparmio e copertura assicurativa esauriscano il ventaglio dei
servizi finanziari della microfinanza.
È necessario, quindi, definire con maggior dettaglio una tassonomia della microfinanza con
riferimento alla sua domanda ed offerta, nonchè agli strumenti operativi di cui si avvale.
1.3.1 La domanda nella microfinanza
La diffusione a livello planetario della microfinanza, la conseguente varietà di contesti in cui
essa opera e la progressiva sofisticazione dell’offerta rendono difficile fornire una definizione
omnicomprensiva del cliente tipo dell’industria della microfinanza. La formazione di nuove
sacche di povertà ha contribuito a rendere il “segmento” dei beneficiari della microfinanza, un
aggregato di individui molto variegato, sia in termini di grado di povertà che in termini di
dimensioni dei prestiti
22
. A differenza di quanto avveniva nei decenni precedenti, infatti, il
settore ha assunto un importante ruolo di sviluppo anche verso soggetti che non appartengono
a fasce di popolazione particolarmente povere, ma che comunque sono vittime di una
financial exclusion
23
. Parallelamente al consolidarsi della microfinanza nel mondo in via di
sviluppo, nei Paesi Indutrializzati si è intensificato il dibattito sul ruolo dell’esclusione
finanziaria, quale facilitatore dei processi di impoverimento che con crescente severità stanno
coinvolgendo anche economie sviluppate
24
. Le dimensioni del fenomeno a livello globale,
tocca cifre esorbitanti, infatti secondo stime recenti, oltre la metà della popolazione adulta
mondiale non utilizza servizi finanziari ufficiali. Di questi, oltre il 90% vive in paesi
emergenti e in via di sviluppo (confronta Figura 1.7)
25
.
22
L’ammontare dei prestiti, infatti, dipende dalla regione geografica. Sovente gli importi non sono equivalenti.
In Asia ad esempio il prestito medio è di circa 150 USD, mentre nell’Europa Orientale e nell’Asia Centrale
siamo su una media approssimativa dei 1600 USD. In Europa, invece, siamo su cifre ancora maggiori, dove
l’ammontare di un microprestito va da un minimo di 2658 euro in Lettonia, ad un massimo di 19058 euro in
Finlandia. Cfr. Deutsche Bank research, Microfinance: an emerging investment opportunity, December, 2007;
Jayo B., Gonzalez A., Conzett C., Overview of the microcredit sector in the European Union; EMN, 2010.
23
L’esclusione finanziaria è stata definita in letteratura come l’incapacità di accedere ai servizi finanziari in
modo appropriato. Secondo stime recenti il fenomeno oggi riguarda circa 2,5 miliardi di individui e oltre 450
milioni di micro, piccole e medie imprese. Cfr. Banca d’Italia, Inclusione finanziaria le iniziative del G20 e il
ruolo della Banca d’Italia, Occasional Papers, n.96, Luglio 2011; La Torre M., Vento G.A.,op. cit.; La Torre
M., op. cit.
24
Sebbene l’universo dei potenziali clienti della microfinanza sia poco conosciuto, il numero, a livello mondiale,
delle persone escluse dal sistema finanziario è esorbitante. Il fenomeno dell’esclusione finanziaria sta, infatti
interessando anche contesti contraddistinti da un elevato benessere. Per esempio, negli Stati Uniti, dove il
sistema finanziario è molto sviluppato, si stima che più di 50 milioni di persone non hanno un conto corrente
bancario. Cfr. Helms B., Access for all: building inclusive financial systems, Word Bank Pubn, 2006; Banca
d’Italia, Inclusione finanziaria le iniziative del G20 e il ruolo della Banca d’Italia, Occasional Papers, n.96,
Luglio 2011; Lupone R., Esclusione finanziaria. Acquisizioni e sfide della finanza di frontiera; Studi e Note di
Economia, Anno XII, n. 3/2008, pagg. 551-573.
25
Cfr. Banca d’Italia, op. cit.