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Introduzione
E’ possibile vivere senza emozioni? Si può riuscire a vivere con indifferenza a tutto ciò che
accade attorno? La capacità di regolare le emozioni è posseduta da tutti?
Questi sono solo alcuni quesiti ridondanti a cui si è cercato di rispondere nella presente ricerca,
la quale si incentra sul tema delle emozioni e sulla loro regolazione. Tali interrogativi invitano a
meditare sulla società attuale, sempre più nel pieno di una forte crisi identitaria ed esistenziale, e a
trovare possibili soluzioni per un vivere il più armonioso possibile nel pieno rispetto dell’alterità.
Il tema delle emozioni, in una società in cui segnali ammonitori di alienazione sociale e di
disperazione individuale, che, se non controllati, potrebbero degenerare e lacerare il tessuto sociale,
si rivela estremamente importante.
Anche se la ricerca è stata condotta in una realtà di provincia essa non sembra essere esente da
episodi che sono accomunabili, anche se in misura molto minore, con quelli che si verificano nelle
grandi città.
Comportamenti quali il consumo alcolico, il fumo, la dipendenza da sostanze stupefacenti sono
per lo più connessi alla vita emotiva degli individui, i quali, dinanzi alle angosce e ai problemi
quotidiani, cercano di sminuire tutto ricorrendo a queste pratiche, che sono molto dannose per il
soggetto stesso, ma anche per la società in cui egli vive, in quanto, con il suo comportamento, mette
a repentaglio i suoi rapporti interpersonali e le normali attività sociali.
Saper stare con gli altri è la base da cui partire per riuscire a regolare le emozioni ed è sintomo
del benessere psicofisico dell’individuo.
In questo senso diventa rilevante far riferimento alle emozioni.
Il tema delle emozioni è uno dei più ampi e dibattuti nei vari campi delle scienze umane, le
quali hanno riconosciuto il ruolo dell’emozione, intendendola non solo come un impulso istintivo e
una tendenza all’agire, ma anche come una componente plasmata dalla mente e dalla
consapevolezza. Lo studio psicologico delle emozioni ha mostrato che esse favoriscono, piuttosto
che ostacolare, le decisioni e le azioni degli individui, ma ha posto anche l’accento sulla loro
intrinseca regolabilità.
“Il vantaggio delle emozioni è che ci traviano”. Così affermava il celeberrimo scrittore
irlandese Oscar Wilde, facendo capire che le emozioni sono una componente molto importante nella
vita di ogni individuo ed emozioni molto forti possono cambiare la percezione della realtà in un
attimo, poiché ci travolgono imperterrite, non lasciando nemmeno il tempo di rifletterci su il più
delle volte. Bisogna saper regolare le emozioni e questa capacità deve essere instillata nei primi
anni di vita dell’individuo, perché è proprio da lì che l’intelligenza emotiva viene plasmata,
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mediante il contatto che il bambino instaura dapprima con i propri genitori, soprattutto con la
madre, poi nelle istituzioni scolastiche legando con i propri pari. Attraverso la creazione di un clima
spontaneo e sereno, il bambino riesce a saper stare bene con gli altri.
Per quel che concerne la struttura della ricerca, questa si articola in tre capitoli.
Il primo capitolo tratta le principali teorie di riferimento da Darwin a Watson, da Rogers a
Lazarus, per poi incentrarsi sulla famosa teoria culturale dell’emozione di Ekman e Friesen,
prendendo in considerazione alcuni esperimenti da loro condotti. Inoltre, in questo capitolo si è
preso in considerazione lo sviluppo delle emozioni e le loro funzioni, facendo riferimento alla teoria
differenziale di Izard e alla teoria della differenziazione di Bridges, le quali prendono in
considerazione diversi stadi o fasi relativamente alla comparsa delle emozioni primarie e
secondarie. Successivamente, il capitolo si incentra in modo più approfondito sulla comparsa e la
comprensione delle emozioni, per finire con un accenno all’amigdala, organo deputato alla funzione
della rete emozionale.
Nel secondo capitolo si pone ampia attenzione alla capacità di regolare le emozioni e diventa
determinante il concetto di intelligenza emotiva, reso noto da Daniel Goleman nel 1996, in un
momento in cui la società civile americana si dibatteva in una crisi profonda, caratterizzata da un
netto aumento delle frequenza dei crimini violenti, dei suicidi, dell’abuso di sostanze stupefacenti,
come anche di altri indicatori di malessere emozionale. La descrizione della società americana non
si distacca molto dalla società italiana attuale e il suo consiglio per sanare queste negatività è di
prestare maggiore attenzione alla nostra competenza sociale ed emozionale e di coltivare queste
abilità sempre. Strettamente correlata all’intelligenza emotiva è l’empatia, una condizione che fa sì
che si riescano a percepire le emozioni, i sentimenti degli altri come se fossero propri.
Questo capitolo, inoltre, tratta anche una componente di non poco conto, ovvero
l’analfabetismo emozionale, che ha origine da un’educazione inefficace alla vita emotiva instillata
nell’infanzia e nella fanciullezza ed è caratterizzato dall’incapacità di esprimere i sentimenti, dalla
diffusione di relazioni sempre più impersonali incentivata sicuramente dall’evoluzione delle ultime
tecnologie, ma anche dal moltiplicarsi di condotte antisociali accennate precedentemente.
Un accento viene posto anche alla stretta correlazione del benessere psicologico con
l’intelligenza emotiva. La chiave di volta del benessere psicologico è il saper controllare, gestire e
regolare le emozioni, poiché proprio il rapporto tra emozioni positive e negative fa sì che si
determini la sensazione di benessere. Infine, si riporta un caso di intelligenza emotiva applicata,
nell’ambito di una relazione di coppia, con interesse alla diversa realtà emozionale rispettiva
dell’uomo e della donna che ha origine proprio nelle differenze fra la vita emotiva dei bambini e
quella delle bambine e prestando particolare attenzione alla causa che può far finire un matrimonio,
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ma, ai fini della sua sopravvivenza, si rivela fondamentale l’intelligenza emotiva, la quale può
essere deputata al raggiungimento di un’ intesa e ad affrontare le difficili situazioni emozionali.
Il terzo capitolo, invece, prende in esame la ricerca sperimentale avvenuta attraverso la
somministrazione di un questionario a 100 soggetti tra i 14 e i 38 anni (50 maschi e 50 femmine) e
analizza i risultati ottenuti.
Il progetto ha come obiettivo quello di descrivere il fenomeno della regolazione delle emozioni
in relazione a variabili anagrafiche e comportamenti a rischio, quali il consumo alcolico, il fumo e
la dipendenza da sostanze stupefacenti, in una realtà di provincia, quale Isernia e le sue zone
limitrofe.
“L’emozione sorge laddove corpo e mente si incontrano”
(Eckhart Tolle)
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CAPITOLO I
L’importanza delle emozioni
1.1. Che cos’è un emozione?
Ogni emozione ha un ruolo unico e tutte hanno un valore inestimabile nell’esistenza di ciascun
individuo.
Dal verbo latino “e-moveo” (“muovere da, trasportare fuori, scuotere”), si deduce che in ogni
emozione è insita una tendenza all’agire, una spinta spontanea all’azione.
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Dunque, l’emozione è intesa come un impulso ad agire, affinché qualsiasi eventualità
quotidiana possa essere sempre gestita al meglio.
Procedendo ad una descrizione più accurata, le emozioni si possono definire come stati psichici
e affettivi momentanei che consistono in risposte comportamentali a eventi di rilievo personale,
caratterizzate da particolari vissuti soggettivi e da una complessa reazione biologica, ma possono
essere anche definite come inclinazioni biologiche a un certo tipo di azione che si plasmano
attraverso la cultura, l’esperienza personale, la coscienza, il linguaggio e si esternano sotto forma di
passioni, sentimenti ed affetti.
L’emozione è un vero e proprio processo dinamico e complesso capace di includere molti
aspetti del funzionamento mentale. A tal proposito è possibile distinguere la presenza di diversi
componenti, tra cui: la sensazione interna, i modelli di risposta a livello neurofisiologico,
l’espressione motoria, l’impulso ad agire e l’ “appraisal” (ossia l’attribuzione a ciò che accade).
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La sincronizzazione dei processi fisiologici e psicologici dinanzi ad un evento scatenante
comporta dei costi, in quanto si impedisce ad alcuni sottosistemi di eseguire la loro normale
funzione e la forte mobilitazione di energie riduce le risorse dell’organismo.
Le emozioni, inoltre, possono essere classificate. Esse, infatti, vengono distinte in primarie o di
base e in secondarie o complesse. Le primarie sono emozioni innate, spontanee e precodificate
dall’organismo. Sorgono rapidamente e hanno la durata di qualche secondo. Molti studiosi, ancora
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D. Goleman, (2013) Itelligeza eotia – Che os’ e osa può edei felii, traduzione di Isabella Blum e
Brunello Lotti, bestBUR, p. 24.
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[online] Disponibile a < http://elementidipsicologia.wordpress.com/2013/11/04/le-5-componenti-delle-emozioni/>
[Ultimo accesso: 3 Ottobre 2014].
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oggi, si dibattono relativamente al loro numero, ma per la maggior parte includono nel loro elenco
le seguenti: gioia, sofferenza, rabbia, paura, sorpresa e disgusto. Le secondarie, invece, sono
emozioni la cui espressione è modellata culturalmente e sono maggiormente connesse con
l’apprendimento e l’esperienza personale. Tra queste sono incluse la timidezza, la vergogna, la
colpa, il disprezzo, l’orgoglio, l’imbarazzo, l’invidia e molte altre. Queste emozioni, come le prime,
sono universali, ma se ne distanziano perché sono più tarde a svilupparsi e a scomparire.
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In questo ambito, particolare attenzione va posta all’ alleanza tra emozione e ragione, proprio
perché l’interazione tra queste due componenti risulta caratterizzare l’agire intelligente.
Per molto tempo emozione e ragione sono state considerate due aree spesso in contraddizione,
ma, con le ricerche di molti neuro scienziati affettivi, questa tesi è stata abbandonata. Dalle loro
ricerche è risultato che il sistema emotivo è fondamentale per il nostro sistema cognitivo, in quanto
esso si sviluppa a partire dalle emozioni che l’individuo sperimenta in ogni circostanza della sua
esistenza. Sono due sistemi in grande armonia tra loro e le loro modalità di conoscenza si integrano
reciprocamente. Inoltre, sono due sistemi perfettamente coordinati, poiché le emozioni sono
essenziali per il pensiero razionale così come questo lo è per le emozioni. Ogni emozione, infatti,
predispone l’individuo ad agire in modo caratteristico. Tuttavia, la mente razionale, in alcuni
momenti critici, può non essere di alcun aiuto, in quanto il cuore prende il soppravvento, turbando
l’equilibrio mentale, soprattutto quando si è travolti da un’ intensa passione. L’intelletto, senza le
emozioni, non può funzionare al meglio.
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1.2. Le principali teorie di riferimento
Nel 1872 Darwin (1809-1882), dopo anni di ricerche e riflessioni, con la pubblicazione
dell’opera “L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali”, affronta il tema delle
emozioni, studiandone l’attinenza non solo con i sentimenti interni, ma soprattutto con le
espressioni facciali ed altri segnali.
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Lo studioso evoluzionista concentra la sua attenzione su queste espressioni, in quanto per egli
sono prove convincenti della discendenza dell’uomo dagli animali, sono oggetti naturali, sono il
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D. Evans, (2010), Eozioi. La sieza del setieto, traduzione di Mario Carpitella, Editori Laterza, Roma-Bari,
pp. 8,26.
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D. Goleman, (2013) Itelligeza eotia – Che os’ e osa può edei felii, traduzione di Isabella Blum e
Brunello Lotti, bestBUR, p. 28-29.
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[online] Disponibile a < http://www.news.unina.it/dettagli_area.jsp?foto_dossier=8144&ID=8146> [Ultimo accesso:
6 Ottobre 2014].