5aziende italiane (Barilla, Fiat, Plasmon, Benetton, etc.) ed internazionali (Levi
Strauss, General Motors Corporation ed altre).
Si tratta di alcuni metodi che, applicati tradizionalmente a problematiche
demografiche, vengono adattati a problemi aziendali. Nel lavoro saranno
analizzati, in particolare, quattro distinti gruppi di metodi: 1) l’analisi per coorte
(applicato a coorti inusuali per la demografia tradizionale, identificate ad esempio
dal primo acquisto di un prodotto o servizio, per lo studio del suo consumo); 2)
l’analisi di dati di sopravvivenza, finalizzata a valutare la probabilità che un
determinato prodotto/servizio o un’azienda sopravvivano dopo un certo numero di
anni dalla nascita, nonché la loro speranza di vita nelle diverse fasi; 3) i metodi di
stima e proiezione di popolazione, utili a stimare la domanda e quindi la
conseguente vendita di un prodotto/servizio ma anche a prevedere la popolazione
ad una certa data, analizzandone la diversa composizione e tutte le altre variazioni
da essa subite; 4) i metodi di standardizzazione, normale e doppia. In alcuni
settori, le differenze nella struttura per età della popolazione o nella propensione
all’acquisto possono portare a conclusioni fuorvianti circa le potenziali vendite e
quindi a politiche di mercato inadeguate. Tenendo sotto controllo una delle due
variabili, la struttura o la propensione, è possibile ottenere risultati più efficienti,
compatibili con un’ottimale soddisfazione della clientela.
6Tra tutti, i metodi di previsione sono quelli verso i quali sarà maggiormente
concentrata la nostra attenzione. Il capitolo V riporterà l’applicazione di un
metodo previsivo, il “Cohort Componet Method”, riferito alla popolazione
residente in provincia di Ragusa in data 1/1/2003, allo scopo di mostrare quali
variazioni può subire questa popolazione in un breve periodo (2003-2010).
Il ritardo con cui si è diffusa in Italia la Business Demography spiega la
scarsa attenzione che le aziende mostrano nei confronti dell’elemento
demografico nell’ambito delle strategie aziendali. Questa situazione è stata
evidenziata su scala nazionale (Cap.III), in un lavoro effettuato nel 1994 da alcuni
studiosi dell’Università di Roma
1
, i quali dimostrano come le strategie di mercato
delle aziende di credito siano ancora più il risultato di analisi di marketing che
dell’applicazione di metodi statistico-demografici. Sulle orme di questo studio si
tenterà di effettuare un’indagine su scala locale (Cap. IV), proponendo un
questionario, modificato e arricchito di nuovi elementi, al fine di poter toccare,
quanto più possibile, problematiche locali. Saranno coinvolte alcune agenzie
locali: la Banca Agricola e Popolare di Ragusa, la cui sede è proprio nella città
ragusana, il Banco di Sicilia (agenzia capozona di Ragusa), Banca Intesa (sita a
1
Si tratta di Golini Antonio, Racioppi Filomena e Pozzuoli Stefania, professori dell’Università
di Roma “La Sapienza”.
7Modica Bassa) e la Banca di Credito Cooperativo (presso Rosolini). Per
completare il quadro sugli istituti di credito verranno trattate le loro principali
strategie ed in particolare ci si soffermerà sulla segmentazione, una politica di
mercato che per essere applicata ha bisogno di buone conoscenze demografiche.
PARTE PRIMA
BUSINESS DEMOGRAPHY: APPLICAZIONI,
STRATEGIE AZIENDALI E METODOLOGIE
9CAPITOLO PRIMO
L’UTILIZZO DELL’ELEMENTO DEMOGRAFICO
NEL SETTORE AZIENDALE
I.1 Che cosa è la “business demography”?
Per comprendere i contributi e la vasta gamma di utilizzi che la “business
demography” può avere bisogna fare un breve cenno alla demografia, ovvero allo
studio scientifico della popolazione umana. La demografia è direttamente
interessata all’analisi di eventi quali matrimoni, divorzi, nascite, morti,
scolarizzazione, fertilità ma cerca anche di misurare con differente approccio le
relazioni tra tali eventi e variabili quali razza, sesso, possibilità economica, stato
occupazionale, cultura ed altri fattori. Essa può essere puramente descrittiva e
quindi limitarsi a definire la composizione della popolazione per eventi oppure
analitica; in questo caso il demografo cerca di esplorare le determinanti e le
conseguenze delle decisioni della popolazione umana
2
.
È da parte di una larga schiera di demografi americani che comincia a
2
Norfleet W. Rives-William J. Serow, 1984, Introduction to applied demography. Data source
and estimation techniques, Sage publication, n. 39.
10
parlarsi di “demografia applicata”, quando ci si rende conto che lo studio della
popolazione non è fine a se stesso e che può essere la chiave di lettura in
moltissimi ambiti, soprattutto nella programmazione e gestione aziendale e nel
mercato in generale (da cui business demography). Un’esauriente definizione di
demografia applicata viene fornita da Murdock ed Ellis, (1991)
3
:
“AD can be defined as the study of population size, distribution, and
composition and of the processes of fertility, mortality, migration in a specific
area or areas with emphases on gaining knowledge of the consequences and
concomitants of demographic change to guide decision - making related to the
planning, development, and distribution of public or private sector goods or
services for current and future use in the study area or areas.”
Ovunque c’è popolazione c’è necessità di pianificazione, organizzazione,
produzione, servizi. Nel 1990, nell’ambito della “Australian Population
Association Conference”, una delle tante sessioni si definiva con un interrogativo:
“What Population Studies can do for business? La BD sembra avere tutti gli
elementi per dare una risposta a questo interrogativo; i tempi sono ormai maturi
per il riconoscimento di un settore della demografia orientato al mercato, se si
3
Murdock S.H. - Ellis D.R., 1991, Applied demography. An introduction to basic concepts,
methods and data, Westview press Oxford.
11
concorda sul fatto che, da un lato, i mutamenti demografici influenzano tantissimo
il mercato e, dall’altro, i metodi demografici di analisi hanno una flessibilità tale
da poter essere applicate anche a popolazioni non tradizionali: personale
d’azienda, portafoglio clienti, produzione. La demografia lavora, infatti, su due
livelli differenti: nel primo, analitico/descrittivo, l’attenzione è puntata sulla
evoluzione della popolazione e sull’interpretazione dei mutamenti demografici
rilevanti per l’azienda; nel secondo, metodologico, sono impiegati metodi
demografici nel marketing e più in generale nelle attività aziendali
4
.
Basandosi sulla esperienza finora acquisita si possono individuare alcuni
campi di studio che caratterizzano la business demography:
- gestione delle risorse umane;
- previsioni per piccole aree;
- analisi geografica della popolazione;
- segmentazione del mercato;
- analisi del comportamento dei consumatori;
- standardizzazione dei mercati;
- misurazione della “customer satisfaction”;
4
Filomena Racioppi, Insegnare la business demography: un progetto per materiale didattico, in
“Giornate di studio sulla popolazione”, Università di Milano - Bicocca, 20 - 22 febbraio 2001.
12
- problemi di localizzazione (site location).
Le aziende hanno fondato le loro decisioni sui dati e sulle tecniche
demografiche sin dal tardo Novecento, anche se l’applicazione della demografia
come strumento specifico non inserito nel più ampio ambito del marketing è
piuttosto recente, a partire dagli anni settanta negli USA e una decina d’anni più
tardi in Italia. La nascita di strumenti che hanno permesso di raccogliere con
molta più semplicità dati aziendali, per via elettronica, ha fatto crescere il numero
di società fornitrici di dati. Negli USA in risposta a questo sviluppo, la Population
Association of America (PAA) ha formato una Commissione sulla BD nel 1982,
la quale insieme alla Commissione sulla demografia locale e statale ha lanciato la
pubblicazione del notiziario “Applied demography”.
Non si può studiare la BD senza definire la figura del “business
demographer”, vale a dire di colui che tale scienza studia e applica. Si possono
individuare tre distinti gruppi: il primo è costituito da analisti impiegati nelle
aziende private, il cui lavoro attiene in maniera specifica queste aziende e i loro
affari (per es. analisi di mercato, profilo dei consumatori, site selection). Il
secondo è formato da analisti impiegati nelle aziende direttamente produttrici di
database demografici. Queste aziende sviluppano nuove applicazioni di software
e organizzano ricerche, lavorando sia per le agenzie di governo che per le società
13
private. Infine, il terzo gruppo è formato da organi individuali (uffici di
demografia) che lavorano per specifici clienti su richiesta. Questa attività, in
Italia, non è molto sviluppata, a differenza degli Usa dove l’ufficio di demografia
è presente come può esserlo in Italia un ufficio di consulenza. Tutti o quasi hanno
comunque un percorso formativo non solo in demografia, ma possiedono anche
un background in economia, geografia, marketing, statistica, e altre discipline.
Nei loro lavori i “business demographers” utilizzano gli strumenti
tradizionali impiegati generalmente in demografia. Questi variano dai censimenti,
effettuati periodicamente sulla popolazione, alle indagini effettuate sulle aziende
private circa la possibile evoluzione del settore o i potenziali clienti, agli archivi
dei consumatori. Un ruolo di primo piano stanno avendo i sistemi di informazione
geografica (GIS), per i diversi dati che riescono a fornire sulle aree di mercato,
sulle zonizzazioni e sulle concentrazione di popolazione e richieste di servizi
5
.
Volendo concludere, si può dire che la demografia applicata al mercato sta
avendo grandi successi, grazie all’iniziativa di alcuni studiosi; c’è voluto un po’ di
tempo ma ora si è consapevoli che se alla base delle variazioni nei consumi,
risparmi, organizzazione del lavoro e del tempo libero ci stanno i cambiamenti
5
Stanley K. Smith - Peter A. Morrison, 2003, Encyclopedia of population, Farmington Hills,
MI: Macmillan reference.
14
della struttura demografica, è a quest’ultima che deve essere dato spazio per
affrontare studi e ricerche. La cultura e l’esperienza demografica anche in Italia
devono essere parte necessaria ed integrante nel mondo degli affari, nella
programmazione dell’economia, del territorio, della finanza; le competenze in
campo demografico sono indispensabili nella gestione delle risorse e dei servizi,
nel campo della sanità, dell’istruzione, dell’edilizia, della pianificazione urbana e
in altri settori ancora. Per questa ragione, si deve evidenziare e reclamizzare la
loro estrema utilità nelle strategie decisionali. In un contesto di crescita nella
utilizzazione delle conoscenze scientifiche, domanda e offerta devono incontrarsi;
potremmo dire che la demografia deve andare a scuola dal business, il business
deve apprendere dalla demografia
6
. In sintesi, l’esperto di demografia nel portare
il contributo delle sue competenze deve indubbiamente acquisire una
disponibilità, una mentalità e una logica attente principalmente agli interessi
dell’impresa, se vuole diventarne parte attiva e importante.
6
Cfr. Lamberto Soliani, 1992, Introduzione alla sessione specializzata “Cambiamenti
demografici e business demography. Nuove strategie per il settore privato e per gli enti
locali”, in “Atti della XXXVI riunione scientifica”, SIS, pp. 233-279.
15
I.2 Le diverse applicazioni della demografia: dal settore privato a
quello pubblico, dalle grandi aziende alle piccole imprese
Nel paragrafo precedente si è brevemente fatto cenno alla crescente
applicazione dell’elemento demografico sia nel settore privato sia in quello
pubblico, vale a dire nell’ambito della sanità, dell’istruzione, del pubblico
impiego, etc.; si è anche detto che alla base di questo interessante impiego della
demografia nel business vi è il continuo cambiamento nella composizione e nella
dinamica della popolazione. Le diverse ricerche in questo campo dimostrano
situazioni contrastanti: nei paesi più poveri la popolazione cresce a ritmi
incessanti e incompatibili con le risorse a disposizione, nell’occidente
industrializzato, invece, gli esperti prevedono che fra qualche anno si arriverà ad
un tasso di crescita pari a zero. In questa parte del mondo la percentuale di
persone anziane rispetto a qualche decennio fa è cresciuta, mentre è diminuita
molto la popolazione giovane e ancor più le nascite; il primo fenomeno è dovuto
prevalentemente al tenore di vita, decisamente migliore rispetto agli anni passati e
ai progressi in campo medico, mentre il secondo dipende da vari fattori tra cui il
crescente costo della vita che scoraggia coppie giovani a sposarsi ed avere figli.
Sono questi i principali fenomeni che sia le grandi sia le piccole aziende
devono prendere in considerazione, se vogliono attuare un’ottimale strategia di
16
mercato.
A questo punto viene spontaneo domandarsi quali sono gli ambiti di
applicazione della demografia, in altre parole in quali settori del mercato la
considerazione dell’elemento demografico risulta decisiva?
Secondo il POL L.G. (1987)
7
si possono individuare due contesti: “the large
businesses and the small business context”
8
. Nel primo si può esaminare, in
particolare, il settore assicurativo delle polizze vita. Le compagnie che lavorano in
questo settore sono state tra le prime a far uso dei dati demografici per le loro
strategie. Circa un terzo di coloro che contraggono queste forme di assicurazioni
sono giovani tra i 25 e i 35 anni, una fascia della popolazione che come abbiamo
già detto è in decrescita; un cambiamento chiave nelle vendite, questa volta in
positivo, potrebbe arrivare invece dalla crescente forza lavoro femminile.
Rifacendosi al mercato statunitense, si possono individuare quattro potenziali
gruppi di contraenti di polizze assicurative. Il primo è costituito dalle donne in
carriera, particolarmente interessate alle polizze assicurative indispensabili per
rimpiazzare le loro entrate una volta divenute inabili al lavoro. Le casalinghe
costituiscono il secondo gruppo, il cui valore economico come produttrici di
7
Pol L.G., 1987, Business demography: a guide and reference for business planners and
marketers, New York, Quorum Books.
8
Cfr. Pol L. G., 1987.
17
servizi per la famiglia ha da qualche anno cominciato ad essere riconosciuto. È
fondamentale per queste la tutela contro eventuali rischi che si presentano nel loro
lavoro. Le famiglie senza figli, che costituiscono il terzo gruppo, sono cresciute
marcatamente negli ultimi dieci anni. In esse l’un componente dipende
direttamente dall’altro, per cui sono divenute l’obiettivo principale delle
compagnie assicuratrici. Infine, l’ultima categoria è quella dei genitori single, o
perché separati o perché vedovi. Negli USA il numero di queste famiglie è
cresciuto dal 1970 al 1990 dal 5,5% al 10,6% diventando un mercato
potenzialmente ampio.
Un’altra area dove i cambiamenti demografici stanno avendo forti influenze
nelle strategie di programmazione è quella riguardante la gestione delle risorse
umane. Gran parte delle strategie aziendali riguarda la formazione e lo sviluppo
del personale e l’insieme delle azioni ad essi finalizzato (reclutamenti, assunzioni,
trasferimenti, licenziamenti), in altre parole la cosiddetta Gestione delle Risorse
Umane (GRU) dell’azienda. I mutamenti demografici incidono pesantemente sul
mercato del lavoro condizionando le attività di gestione aziendale. Il calo della
fecondità, il processo di invecchiamento, l’aumento della presenza straniera sono
fenomeni che riguardando la popolazione in generale si riflettono prima o poi
sulla popolazione aziendale. In queste attività di gestione e programmazione è
18
opportuno che la componente demografica sia tenuta in conto, sia in termini di
conoscenza dei principali trend dei fenomeni demografici sia in termini di
possibilità di utilizzo dei metodi demografici di analisi per la popolazione
aziendale. Alcuni obiettivi del contributo della demografia alla GRU sono:
- l’adattamento delle strategie di gru in azienda ai cambiamenti
demografici;
- lo studio dei fenomeni aziendali rifacendosi alla composizione della
forza lavoro per età e sesso;
- la previsione delle conseguenze delle strategie decisionali aziendali su
ammontare e composizione del personale d’azienda.
Importante è il riconoscimento di un’analogia tra popolazione umana,
tradizionale per il demografo, e popolazione aziendale. Gli eventi nascita, morte,
immigrazione, emigrazione corrispondono a eventi aziendali quali assunzioni,
dimissioni, licenziamenti, mentre quei cambiamenti solo qualitativi (matrimoni,
divorzi) che la popolazione umana subisce corrispondono alle retrocessioni,
promozioni, trasferimenti, etc.
9
, all’interno delle aziende.
I cambiamenti della popolazione hanno influenzato anche il mercato della
9
P. Giorgi - F. Racioppi - P. Funiciello, Metodi demografici per l’analisi dello sviluppo di una
popolazione aziendale: un caso concreto, in Giornata di studio sulla popolazione, Università
di Milano - Bicocca, 20 - 22 febbraio 2001.