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l'attacco ai miti cardine del potere, quali la scienza, l'efficientismo, la sacralità della
proprietà privata, la logica distruttiva del sistema.
Il tentativo è senz'altro riuscito: Il Dottor Stranamore, oltre ad essere entrato
di diritto nel novero dei capolavori dell'arte cinematografica, ha al contempo lasciato
una traccia duratura nell'immaginario degli spettatori, che in esso hanno rispecchiato
le proprie paure, lasciandole sgonfiare, riuscendo a depositarle alle proprie spalle.
Come recita il sottotitolo, abbiamo imparato a smettere di preoccuparci per la bomba.
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TRAMA DEL FILM
Anni sessanta. Impazzito, in preda a delirante anticomunismo, il comandante
di una base aerea americana (il Generale Jack D. Ripper) manda i suoi aerei l'ordine
cifrato di attacco atomico contro l'Unione Sovietica. Egli spera in tal modo di
spingere il presidente Merkin Muffley a sfruttare il vantaggio acquisito con l'ormai
inarrestabile prima salva (solo il generale conosce il segnale per richiamare i
bombardieri alla base) - che sicuramente provocherà la reazione sovietica - per
lanciare un attacco a fondo con buone possibilità di riuscita.
Il presidente rifiuta il folle ricatto, convoca lo Stato Maggiore al Pentagono,
invitando anche l'ambasciatore sovietico De Sadesky. All'esercito viene ordinato di
prendere a tutti i costi la base, per poter ordinare il rientro degli aerei. Qualche
"falco" (il Generale "Buck" Turgidson) invece consiglierebbe proprio di sfruttare la
situazione determinatasi. Ma dal telefono diretto Mosca-Washington giunge la
notizia che i russi hanno da pochi giorni in funzione l'ordigno "fine del mondo", arma
di dissuasione assoluta, che in caso di esplosione atomica su qualsiasi punto del
territorio nazionale provocherebbe una letale pioggia radioattiva infestando per
decenni tutta la Terra. La cosa doveva essere annunciata al mondo intero (solo se
conosciuta un'arma del genere può far valere la suo tremenda efficacia) durante la
parata del Primo Maggio. Presa la base, ricostruito fortunosamente il cifrario che
sembrava perduto per il suicidio del generale pazzo, gli americani riescono in
extremis a richiamare tutti i bombardieri: meno uno che, colpito da un missile
sovietico, con la radio fuori uso, prosegue inesorabilmente verso un obiettivo
secondario, sfuggendo al radar col volo radente. La bomba precipita sull'obiettivo;
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comincia la "fine del mondo". Al Pentagono il dottor Stranamore, consigliere
scientifico di origine tedesca, spiega come si potrà perpetuare la razza (e la Nazione)
trasferendo nei più profondi pozzi minerari gli appartenenti alle principali scale
gerarchiche e individui razzialmente perfetti, un maschio per dieci donne, al fine di
permettere un rapido ripopolamento in vista di un futuro riemergere alla luce del
sole. Quando finisce la sua relazione (mentre il "falco" ricomincia ad accusare di
spionaggio l'ambasciatore nemico De Sadesky), come per un miracolo il dottor
Stranamore si rialza dalla carrozzella su sui sedeva paralizzato, quindi il fungo
atomico occupa lo schermo, e una voce di donna canta un motivo degli anni `40: «Ci
incontreremo ancora, in un giorno di sole…».
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I DISEGNI DELLA WAR-ROOM
La decisione di includere in questo lavoro i seguenti disegni, mi è stata
suggerita dall'esigenza di fornire un ulteriore elemento di comprensione del film e
del contesto che lo ospita. Attraverso la lettura dei disegni che seguiranno è possibile
chiarire ulteriormente le simbologie ed il linguaggio cinematografico che Kubrick ha
utilizzato ne Il Dottor Stranamore ed in questo modo captare le emozioni e le paure
che il film ha esorcizzato.
L'uso di alcuni strumenti della rappresentazione architettonica (come la
prospettiva, la pianta e la sezione) ci consente di indagare i diversi aspetti del lavoro
dell'artista e di trarre da esso variegate impressioni, emozioni, sensazioni; ciò
permette l'interazione fra la ricezione sensoriale del mondo esterno ed il bagaglio
culturale proprio dell'osservatore. Prima di passare alla visione dei disegni (tre tavole
tecniche ed uno scorcio del tavolo ellittico), mi sembra opportuno chiarire gli
strumenti che permetteranno una profonda indagine dell'ambiente "War-Room", dei
tre che compongono il film, il più carico di valenze e di significati.
La prospettiva è un modello (cioè un traduttore tra la fisicità della realtà e i
modi d'organizzazione del pensiero
1
) che tende a realizzare una perfetta equivalenza
percettiva tra la visione diretta del reale e quella della rappresentazione.
2
Scopo della
prospettiva è quello di costituire un modello che s'avvicina alla percezione umana
della realtà, quella tridimensionale, consentendo una conoscenza precisa e rigorosa
sia dell'intero edificio di cui si vuole indagare la struttura, sia di una parte di esso.
1
Vittorio Ugo. Fondamenti della Rappresentazione Architettonica. Bologna, Progetto Leonardo-
Editrice Esculapio, 1994, p.163.
2
Ibidem, p.209.
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La prospettiva ci permette di prendere piena coscienza dei volumi, delle
proporzioni e delle distanze. Nel nostro caso, ci serviremo di una prospettiva
d’interni, perché appunto si tratta della rappresentazione di uno spazio interno, quello
della War-Room; l'intento è di esplicitare la struttura spaziale della stanza e gli
arredi, nonché evidenziare la geometria incombente della sala.
La pianta, invece, consiste in un "taglio" orizzontale della costruzione
osservata dall'alto. Ciò consente di mettere in evidenza la distribuzione interna delle
varie parti, i percorsi interni e, ad un livello di dettaglio, l'eventuale arredo nonché i
materiali di cui la costruzione è composta.
3
Attraverso la pianta vogliamo mettere in
evidenza, soprattutto, la geometria della War-Room, le sue particolarissime bucature
e la distribuzione dell'arredo interno.
La sezione è un "taglio" verticale della costruzione che mette in evidenza
l'altezza, le proporzioni e gli arredi dei volumi in gioco e, più in dettaglio, i materiali
costruttivi; la sua lettura è solitamente unitaria con quella della pianta.
4
Nel nostro
caso, l'intento è quello di evidenziare la forma particolarissima della copertura e gli
arredi interni della War-Room.
Per una migliore comprensione delle tavole a seguire, un’avvertenza si fa
necessaria: date le notevoli dimensioni in pianta della War-Room, si è preferito (per
chiarezza e leggibilità grafica) evitare di considerare una scala grafica convenzionale.
Vengono comunque rispettate le proporzioni metriche.
3
Vincenzo Hybsch. Visione e Disegno. Milano, FrancoAngeli, 1985, p.62.
4
Ibidem, p.63.
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Il fattore che maggiormente influenza la percezione è la luce. Possiamo
notare come ne Il Dottor Stranamore la luce sia uno degli strumenti che Kubrick
manovra con maggiore perizia, grazie soprattutto alla sua esperienza di fotografo. La
luce influenza notevolmente la percezione di uno spazio chiuso: se una stanza è
illuminata sembra più spaziosa, se invece è poco o punto rischiarata sembrerà più
opprimente o più piccola di quello che è. Tenendo conto che il film è girato in bianco
e nero, l'uso dei fasci di luce nelle scene ambientate nella War-Room (o Centrale
Operativa, realizzata dall'architetto e scenografo Ken Adam) è un elemento portante
del complesso di simbologie che sottolineano lo svolgersi degli eventi e l'intensità
delle situazioni. Simbologie che riportano inevitabilmente ad una situazione storica:
quella della Guerra Fredda e della paura del comunismo.
La luce serve a sottolineare la diversa importanza delle varie parti della
stanza, degli oggetti e delle persone che le occupano: del tavolo ellittico (che è il
luogo più importante dell'intera Centrale Operativa), il posto occupato dal presidente
americano Merkin Muffley sembra più illuminato dei numerosi altri.
Attraverso tutto il film è possibile individuare uno schema binario: noi-loro,
la dicotomia della Guerra Fredda (bianco-nero, come il film). La War-Room non
sfugge a quest'impostazione: la luce usata è quella bianca la quale ha la proprietà di
eliminare le tonalità intermedie dei colori, donando un senso d'irrealtà; all'interno del
vasto interno della Centrale Operativa (misurante 39,67 metri di lunghezza, 30,5 di
larghezza e 10,6 d'altezza) c'è una grande alternanza/contrapposizione tra spazi pieni
(il tavolo e le grandi carte geografiche alle pareti) e spazi vuoti (le disabitate, gelide
ed ampie pavimentazioni di contorno).
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Un altro esempio della veridicità del codice binario come chiave di lettura
dell'intera struttura della War-Room, è dato dalla distribuzione stessa dei materiali
costruttivi: n'è modello l'alternanza fra pieni e vuoti nella parete che ospita le
bucature ad oblò.
Per quanto riguarda gli arredi interni, molto scarni, è possibile leggere una
prova della validità di una percezione binaria della stanza in esame. Il tavolo che
ospita i partecipanti della riunione ad alto livello incaricata di occuparsi della crisi in
atto, è di forma ellittica: l'ellissi è una figura policentrica, ha due centri (i "fuochi").
L'altro elemento d'arredo che è dato di vedere nella sala è una sorta di panca-buffet
che consente agli ospiti di sedersi e di prendere dei cibi ospitati sulla parte piana
dell'oggetto. Come si può così intuire dalla visione del film, nella War-Room due
sono gli elementi d'arredo: il tavolo ellittico (con la sua corona di neon ad
illuminarlo) e la panca-buffet.
Questa duplicità d'informazioni, questa contrapposizione di posizioni è la
rappresentazione di un'antitesi di base: quella fra il bene ed il male. Le coppie di
valori opposti che possiamo addurre come aderenti alla chiave di lettura qui
privilegiata, sono numerose: noi-loro, bene-male, bianco-nero, amico-nemico,
democrazia-totalitarismo, libertà-oppressione, innocenza-colpevolezza, occidente-
oriente, USA-URSS… Queste sono le coppie di concetti che, negli Stati Uniti tra gli
anni cinquanta e gli anni sessanta, costituivano l'insieme delle categorie mentali di
riferimento: dopo la crisi dei missili a Cuba, i militari, i politici e la gente comune
cominciarono ad imparare a convivere con la paura per la "Bomba" e per il nemico
comunista. Il Dottor Stranamore ben evidenzia il grado di profondità col quale tali
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idee erano radicate nei protagonisti della vicenda (e di conseguenza nella realtà
storica che Kubrick decise di rappresentare).
La Guerra Fredda fu proprio la realizzazione di un clima di reciproca ostilità,
diffidenza ed incomprensione: il bianco contro il nero, il bene contro il male, la
libertà contro l'oppressione, dimentichi che il mondo in cui viviamo è lo stesso e che
la bomba ucciderebbe gli innocenti, ma più facilmente (come impietosamente accade
ne Il Dottor Stranamore) risparmierebbe i colpevoli, pronti a ricominciare la lotta per
la supremazia. Proprio questa complementarità dei destini delle due superpotenze (e
dell'umanità) è al centro dei due lucidi che seguono. Entrambi raffigurano la riunione
dello staff americano durante la crisi messa in scena da Kubrick con questo suo film,
ma entrambi volutamente riportano lo stesso momento privo di quei connotati che gli
darebbero una su identità legata allo svolgersi della vicenda negli Stati Uniti.
Attraverso la contrapposizione del nero sul bianco e del bianco sul nero, si
vuole mostrare come la vicenda che Kubrick ambienta e fa scatenare negli Stati
Uniti, si sarebbe potuta realizzare dall'altra parte dell'Atlantico: il Pentagono poteva
essere il Kremlino e Peter Sellers non avrebbe avuto difficoltà nell'interpretare il
premier russo (magari ubriaco). La vicenda cinematograficamente resa da Stanley
Kubrick non può avere solo i caratteri degli Stati Uniti, ma è applicabile in più
scenari storico-politici:
Stranamore - Strangelove - Merkwürdigliebe - Strànnaja-ljubòv'…