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negli equilibri e nelle relazioni fra popoli, paesi e culture. E in questo la lettura
può avere un ruolo fondamentale: infatti la lettura permette quell’ approccio al
diverso che nella vita spaventa, lavora sulle nostre paure e ci permette di
addomesticarle. Per questo essa si presta naturalmente all’ esplorazione
interculturale e funziona anche da terapeutico ammortizzatore nei confronti
della paura per la diversità.
Ho scelto questo argomento perché mi interessava e perché è un campo
ancora aperto e in via di sviluppo nelle biblioteche italiane. E ho scelto la
biblioteca di Arese perché è un buon esempio di servizi multiculturali
realizzati in questi ultimi anni.
Per svolgere la mia ricerca sulla biblioteca di Arese ho intervistato la
direttrice della biblioteca Maria Grazia Cislaghi, che ringrazio per la
disponibilità e la gentilezza nel darmi tutte le informazioni richieste. Ho
parlato con lei in vari incontri che si sono svolti dal giugno all’ ottobre 2005,
ed ho usato il materiale e i dati che lei mi ha fornito, presenti all’ interno del
testo del progetto originale della “Biblioteca Multiculturale per Bambini in
Lingua Originale”, delle delibere e delle determinazioni della giunta
comunale, dei documenti ufficiali della biblioteca, e dei dati statistici e delle
presentazioni elaborate dalla biblioteca. Ho pensato di strutturare il lavoro
affrontando dapprima in maniera generale il tema della multiculturalità
all’interno delle biblioteche italiane ed esponendo le riflessioni e le
esperienze che sono state fatte in proposito in Italia. Nella seconda parte
invece ho raccontato in dettaglio l’esperienza della biblioteca di Arese come
esempio di esperienza positiva di realizzazione di servizi multiculturali in una
biblioteca italiana. Ho analizzato i vari servizi offerti dalla biblioteca di Arese,
poi la nascita e lo sviluppo del progetto della “Biblioteca Multiculturale per
Bambini in Lingua Originale”, le attività di animazione del libro legate ad
esso, l’ acquisizione e catalogazione del patrimonio della “Biblioteca
Multiculturale”. Ho poi rivolto la mia attenzione alle tipologie degli utenti dei
servizi multiculturali e al servizio multiculturale per adulti e agli inevitabili
problemi che ogni nuova esperienza porta con sé e alle possibili prospettive
future della “Biblioteca Multiculturale”.
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CAPITOLO PRIMO
LA MULTICULTURALITA’ IN BIBLIOTECA
1. La situazione dell’ immigrazione in Italia
Possiamo affermare che l’ immigrazione nel continente europeo ha iniziato
ad assumere una certa consistenza verso la fine degli anni sessanta del
secolo scorso. In Italia le incerte condizioni economiche e sociali hanno
inizialmente scoraggiato l’ arrivo degli stranieri, tenendo molto bassa la
percentuale degli immigrati almeno fino agli inizi degli anni ottanta. Tuttavia il
nostro paese si è andato lentamente trasformando da luogo di emigrazione a
terra di immigrazione. Oggi il mantenimento del livello demografico in Italia si
deve quasi esclusivamente all’ aumento della popolazione immigrata
(attualmente stimata in 2.400.000 persone circa, al cui numero ne vanno
aggiunte oltre 700.000 in attesa di regolarizzazione). Nonostante ciò la
percentuale di popolazione straniera residente rispetto al totale degli abitanti
è ancora bassa, poco oltre il 3%, in rapporto ad altri paesi europei come la
Francia e la Germania e soprattutto rispetto a paesi con una più ricca
composizione multietnica come il Canada, gli Stati Uniti, l’ Australia. Il flusso
di nuovi ingressi in Italia cresce con un ritmo del 20% circa l’ anno. Poiché la
stragrande maggioranza degli immigrati viene in Italia in cerca di lavoro, le
regioni più ricche, il nord e buona parte del centro, sono quelle preferite per
la residenza, mentre si registra un leggero decremento dei flussi più recenti
verso il sud e le isole. I paesi dai quali l’ emigrazione verso l’ Italia
attualmente è più forte sono Albania, Marocco, Romania
2
. Ci troviamo ormai
di fronte a una situazione che potremmo definire di multiculturalismo
permanente, nel senso che il nostro paese è una società multietnica e
sempre lo sarà in futuro. Ad esempio l’ allargamento dell’ Unione Europea
favorirà la mobilità delle persone soprattutto dai paesi dell’ est. Tutto ciò ha
delle evidenti ricadute per le strutture culturali pubbliche, poste di fronte a
2
Dati statistici attendibili sull’ immigrazione in Italia, anche se imperfetti per via della
percentuale di popolazione residente in maniera irregolare e quindi difficile da quantificare,
sono ricavabili da fonti del ministero dell’ Interno e dall’ Istat. Frutto dell’ analisi e dell’
elaborazione dettagliata di tali dati è l’ annuario Immigrazione: dossier statistico, curato dalla
Caritas di Roma ed edito da Nuova Anterem.
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significativi impegni e a nuovi compiti per cercare di soddisfare bisogni ed
utenti sempre più differenti.
Se guardiamo alla percezione del fenomeno immigrazione in Italia, sia nelle
politiche governative sia nei mezzi di comunicazione di massa, i criteri e i
modi di affrontare la questione non sono stati finora nel complesso all’
altezza della situazione.
La nostra società e la nostra classe politica hanno preso coscienza che
anche da noi esisteva una questione immigrazione solo alla fine degli anni
ottanta, con l’ intensificarsi degli arrivi in Italia dai paesi del vicino est
europeo con la caduta dei regimi comunisti e all’ acuirsi della crisi economica
nei Balcani. Eppure gli stranieri in Italia in quel periodo erano già diverse
centinaia di migliaia, tra cui circa ventimila bambini e ragazzi in età scolare.
Le norme sulle condizioni di soggiorno degli immigrati hanno avuto un
carattere di “ordinaria emergenza”: dalla legge 28 febbraio 1990 n.39,
cosiddetta “legge Martelli”, alla legge del 30 luglio 2002 n. 189, cosiddetta
“legge Bossi-Fini”, l’ intervento legislativo è stato quasi sempre sbilanciato sul
fronte della lotta alla clandestinità, delle procedure per i permessi o per i
rimpatri, del controllo dei flussi e delle previsioni relative alla quantità di forza
lavoro necessaria, affrontando in maniera residuale le fondamentali questioni
riguardanti l’ effettivo godimento del diritto alla salute, del diritto alla casa,
della pari dignità sociale e degli altri aspetti della vita civile in grado di
favorire l’ inserimento delle minoranze etniche in una nuova società. Anche il
dibattito parlamentare si è concentrato molto di più sulle questioni di politica
migratoria lasciando in secondo piano l’ importanza di elaborare anche in
Italia una stabile e convincente politica di inclusione sociale.
Nel nostro immaginario collettivo alla parola immigrato, extracomunitario,
continua ad essere associato un quadro di degrado, di violenza, di inferiorità
culturale. Pregiudizi duri a scomparire, spesso presenti in noi in modi sottili o
latenti, che alimentano il perdurare di forme di intolleranza e razzismo. Un
ruolo sostanzialmente negativo hanno giocato anche la stampa e la
televisione che, con il loro clamore e un’ enfatizzazione distorta dei fatti di
cronaca, hanno finora contribuito a rafforzare le paure, le ansie, i sentimenti
di sospetto e ostilità che gli individui istintivamente provano nei confronti della
diversità etnica e culturale.
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Occorre assolutamente invertire questa linea di tendenza, attraverso un
circuito mediatico-culturale che restituisca al multiculturalismo il suo giusto
valore. Le biblioteche possono contribuire a tale azione di democrazia,
promuovendo con regolarità momenti e percorsi di studio e riflessione, eventi
e iniziative culturali, senza eccessivi timori di snaturare la loro funzione
essenzialmente “libresca”.
2. I servizi multiculturali: nascita e sviluppo dello scaffale multiculturale
Tra gli strumenti didattici per l’ educazione interculturale, libri e audiovisivi
occupano un posto di grande rilievo. Nelle sezioni per bambini e ragazzi delle
biblioteche pubbliche ha avuto in Italia grande fortuna la prospettiva dello
scaffale multiculturale: ideatore e principale sostenitore di questo concetto è
Vinicio Ongini, esperto della Direzione Generale dell’ Istruzione Elementare,
per diversi anni responsabile della Commissione Nazionale per l’ Educazione
Interculturale, profondo conoscitore della letteratura dell’ immigrazione e
delle collane per ragazzi e instancabile motore di progetti, idee, realizzazioni
editoriali, corsi di aggiornamento e convegni sullo sviluppo di raccolte e
servizi multiculturali nelle biblioteche. Così lo stesso autore definisce lo
scaffale multiculturale: “Lo scaffale multiculturale è un insieme di testi e
materiali utili nella dimensione dell’ educazione interculturale. Naturalmente
la parola “scaffale” ha più significati, non va interpretata in senso letterale.
Può quindi assumere diverse forme, come testimoniano peraltro le diverse
esperienze presenti in Italia: può essere davvero uno scaffale di biblioteca, o
una tipologia di testi diffusi in modo “normale” nella biblioteca o
semplicemente segnalati in catalogo. Può essere, ancora, un insieme di testi
particolari che caratterizza la biblioteca stessa, una sua specializzazione.
Può essere l’ allestimento di un angolo, o di uno sfondo in una classe. Lo
scaffale può essere permanente o temporaneo o allestito in occasione di una
mostra, di uno spettacolo, di una festa, in funzione di un percorso didattico
particolare: il cibo, le feste, le fiabe e così via.
Lo scaffale può essere anche un contenitore speciale, collocato su un mezzo
itinerante: un cesto, una valigia, uno zaino, un bibliobus. Anche i luoghi in cui
allestirlo possono essere tanti.
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Certo, ne dovrebbero disporre le biblioteche pubbliche, le scuole e le
biblioteche scolastiche, le istituzioni culturali e le associazioni interessate ai
temi della multicultura.
Ma un angolo, una cesta, una valigia multiculturale possono essere collocati
anche in un asilo nido, in una casa, in un teatro, in un luogo di vacanza, in
treno”
3
.
Lo scaffale multiculturale può essere funzionale ai bambini e ai genitori
immigrati ed essere finalizzato alla conoscenza e alla tutela della cultura e
della lingua d’ origine e quindi prestare particolare attenzione ai testi e ai
materiali prodotti dai paesi d’ origine degli immigrati, tradotti in italiano o nella
loro lingua d’ appartenenza.
Un’ altra finalità è invece quella di fornire attraverso la lettura opportunità di
scambio, di reciproco arricchimento tra le culture ed è questa la finalità
specifica dell’ educazione interculturale. Lo scaffale può inoltre avere la
funzione di sostenere con piste bibliografiche un’ esposizione di oggetti, di
immagini, di libri o uno spettacolo. La concezione dello “scaffale” rappresenta
lo sbocco e il compimento di un cammino almeno decennale nello sviluppo
del tema della multiculturalità all’ interno delle biblioteche pubbliche italiane. Il
gioco, la percezione sensoriale, lo stimolo alla creatività, la rassicurazione
psicologica, le occasioni di socializzazione, l’ apprendimento graduale, il
consolidamento delle abilità linguistiche sono le componenti essenziali
attivate dai libri come mediatori interculturali. Libri usati come strumenti di un
percorso di integrazione difficile, spesso reso più difficile da un contesto
sociale ancora pericolosamente attraversato da intolleranza, pregiudizi,
stereotipi. Per questo motivo le fiabe per il carattere archetipico e
transfrontaliero dei loro protagonisti, si prestano in modo efficace ad
avvicinare tra loro le storie e le geografie più lontane creando così un
orizzonte unificante.
3
Vinicio Ongini, Lo scaffale multiculturale, Milano, Mondadori, 1999.