“La banda larga come servizio universale per il cittadino”
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dei dati, emergerà se la banda larga incentiva o meno una
maggiore intensità di accesso ai servizi.
Contenuti: il lavoro è strutturato in quattro capitoli. Nel
primo capitolo sarà introdotta la banda larga, la legislazione
italiana ed europea che ne regola il mercato e le tecnologie che
consentono l’accesso in modalità wired, wireless e radio mobile.
Nel secondo capitolo saranno presentati i dati nazionali
dell’Osservatorio Banda Larga sulla sua diffusione presso comuni
e istituzioni, strutture sanitarie e strutture scolastiche. Sarà
inoltre introdotto il caso di studio specifico della provincia ligure di
La Spezia, dapprima evidenziando gli aspetti socio-economici del
territorio, poi la segmentazione per profili della domanda di banda
larga, la tipologia di servizi erogati da enti e istituzioni coperti
broadband e non, al fine di analizzare le possibilità che essa crea
loro. Il terzo capitolo raccoglie un’analisi settoriale dei dati sulla
quantità di collegamenti in banda larga presso strutture sanitarie,
scolastiche e istituzionali della provincia, per determinare se
l’utenza in banda larga ha più possibilità rispetto all’utenza in
banda stretta. Le conclusioni saranno raccolte nel quarto e ultimo
capitolo.
“La banda larga come servizio universale per il cittadino”
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1. La banda larga
“La banda larga come servizio universale per il cittadino”
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Introduzione
L'elevato dinamismo che caratterizza la nostra società
attribuisce all’informazione il ruolo di risorsa strategica che
condiziona l'efficienza dei sistemi, rendendola fattore di sviluppo
economico, di crescita e di ricchezza culturale. Viviamo in un
mondo in cui l'informazione è il nuovo bene economico, attorno al
quale si concentrano gli interessi produttivi primari: informazione
non nei termini e nei modi tradizionali ma in un’accezione più
ampia, mirata a rappresentare a 360 gradi la conoscenza umana
e in grado di offrire uno spunto di differenziazione nella
competizione tra imprese.
All'interno degli organismi pubblici e privati, la trasmissione
in tempo reale di informazioni è un fabbisogno primario. La
richiesta crescente di multimedialità, servizi telematici avanzati
(ad esempio la cartografia on-line) generano volumi elevati di
traffico dati, rendendo necessari canali di comunicazione rapidi,
efficienti, sicuri e sempre disponibili. La banda larga costituisce
una risposta a questo fabbisogno.
1.1 La banda larga
Col termine “banda larga” si fa riferimento ad un concetto
astratto e mutevole nel tempo di canale di comunicazione ad alta
capacità, veloce, efficiente e sempre disponibile. La Commissione
interministeriale di studio (task force) istituita dal Ministero delle
Comunicazioni e dal Ministero per l‘Innovazione e le Tecnologie,
l’ha definita come “l‘ambiente tecnologico che consente l‘utilizzo
delle tecnologie digitali ai massimi livelli di interattività”. Per tale
motivo è impossibile darne una definizione tecnica “assoluta”:
“La banda larga come servizio universale per il cittadino”
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essa è in continua evoluzione, cambia col tempo in base agli
scenari offerti dalle nuove tecnologie, alle esigenze dei
consumatori che mutano e a quelle che nascono insieme ai nuovi
servizi. La banda larga non è una capacità e non può essere
quantificata, perché così facendo non si terrebbe traccia della
dimensione temporale ad essa intrinseca. La capacità che fino a
pochi anni fa era tipica di un collegamento a banda larga,
oggigiorno non potrebbe essere definita nemmeno “banda stretta”
e, in un prossimo futuro anche le attuali velocità di collegamento
saranno obsolete. È importante sottolineare questa relatività per
analizzare in maniera critica le situazioni che si presenteranno nel
corso dello studio. Da qui in poi, quando al concetto di banda
larga sarà affiancato un sistema tecnologico in grado di
implementarla e di renderla disponibile all’utente finale,
implicitamente si assumerà di adottare la dimensione temporale
del momento in cui questo documento viene redatto.
La diffusione della banda larga è proporzionalmente legata
alla disponibilità di infrastrutture capillari sul territorio in grado di
gestire il cambiamento della domanda e della tecnica: la
scalabilità della tecnologia è un requisito fondamentale per
garantire sempre un accesso al passo coi tempi. Se anni addietro
si credeva che la presenza di servizi e contenuti multimediali
innovativi potesse essere un volano per incentivare la diffusione
della banda larga, oggi pare evidente che è necessario investire in
infrastrutture facilmente aggiornabili, vista la rapida obsolescenza
della tecnologia e la facilità con cui i servizi esistenti e nascenti
“assorbono” banda. Supportare le infrastrutture è una priorità
assoluta per chiudere il divario tra zone, raggiunte e non, dalla
banda larga. Problema, quest’ultimo, che ancora affligge una
larga percentuale di popolazione italiana.
“La banda larga come servizio universale per il cittadino”
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1.1.1 La banda larga e il “servizio universale”
Il concetto di servizio universale definisce l’insieme di
esigenze che devono essere soddisfatte affinché nessun cittadino
sia escluso dai benefici prodotti da servizi erogati dallo Stato e da
imprese private. Esso consiste, nella pratica, nel fornire ai
consumatori l’accesso a servizi quali: posta, energia elettrica,
gas, telefono, acqua potabile, etc. di buona qualità e a prezzi
accessibili, indiscriminatamente dal reddito e dalla zona
geografica di chi ne fa richiesta e, soprattutto, dal fallimento o
meno del mercato. Il concetto di servizio universale evolve nel
tempo e deve essere corretto in funzione dello sviluppo sociale.
Se fino a qualche decennio fa i servizi precedentemente elencati
potevano rappresentare il paniere ottimo dei servizi universali,
oggi, con l’evoluzione e il progresso nell’ambito informatico e
delle comunicazioni, sono nate e cresciute nuove esigenze.
Internet in pochi anni ha permesso lo sviluppo di tutta una serie
di applicativi che spaziano negli ambiti più disparati, ma che
fondamentalmente hanno come scopo comune l’accorciare le
distanze tra le parti, in modo da semplificare, migliorare e
velocizzare i processi tradizionali. Pensiamo, ad esempio, ai
cambiamenti ancora in corso nella società dell’informazione volti a
fornire sempre più servizi elettronici al cittadino. Ciò si traduce in
risparmio di tempo (code evitate agli sportelli pubblici), quindi
economici (meno carta, meno burocrazia) e di efficienza, poiché i
servizi telematici presuppongono alla base della loro applicazione
una serie di cambiamenti nel “modo di pensare” i processi
tradizionali, spesso inefficienti e causa di spreco di risorse.
I benefici apportati dalle nuove tecnologie non si limitano a
quelli precedentemente elencati. Sono infatti in fase di
progettazione o sviluppo molti altri servizi di e-government, e-
“La banda larga come servizio universale per il cittadino”
12
learning, e-health, e-business, di controllo del territorio, di VoIP e
videoconferenza e vari altri per piccole e medie imprese che
miglioreranno ulteriormente la vita sociale, ma determineranno
un assorbimento di banda crescente. Ecco quindi il dinamismo
precitato: la banda larga, tecnologia poco diffusa fino a qualche
tempo fa, assume ora l’aspetto di un servizio indispensabile, al
pari di acqua, telefono, luce e gas e la capacità di banda richiesta
aumenta nel tempo.
1.1.2 Legislazione italiana
Nel nostro Paese, l’importanza della banda larga come
supporto a progetti innovativi, venne recepita per atto la prima
volta nell’anno 2002, con l’approvazione del DPEF 2003-2006
1
che definì l’innovazione come uno dei principali fattori della
crescita economica e sottolineò l’urgente necessità di superare i
ritardi che l’Italia registrava in tale ambito attraverso l’adozione di
un piano d’azione per la diffusione della Banda Larga; questa
prima presa di coscienza ebbe seguito nel DPEF 2004-2007
2
,
(paragrafo V, lettera a), che impegnò il Governo a “sostenere lo
sviluppo e l’ammodernamento delle dotazioni infrastrutturali del
Paese nel settore delle comunicazioni, in considerazione del loro
ruolo essenziale per la competitività e l’innovazione del sistema
produttivo e, in questo ambito, a promuovere la realizzazione
delle infrastrutture per l’accesso alla banda larga”.
1
http://www.infrastrutturetrasporti.it/page/standard/mop_all.php?p_id=01113
2
http://www.dt.tesoro.it/Aree-Docum/Analisi-Pr/Documenti-/Documento-/DPEF-
2004-2007.pdf
“La banda larga come servizio universale per il cittadino”
13
In tempi più recenti, col DPEF 2005-2008
3
, si ribadì che “per
quanto riguarda la politica industriale è urgente definire un
programma di intervento per lo sviluppo di settori innovativi,
come la banda larga”, e che “Il Governo intende migliorare la
strategia volta a rendere più incisive le politiche per il Sud”, con
particolare riguardo alla realizzazione di infrastrutture anche nel
settore delle telecomunicazioni.
In seguito sono elencati gli atti più salienti nel processo di
adozione e diffusione della banda larga in Italia.
Il 12 marzo 2003, col Memorandum per la diffusione della
banda larga nel Mezzogiorno, sottoscritto tra il Ministero delle
Comunicazioni, il Ministero dell’Economia e delle Finanze /
Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione, il Ministero
per l’Innovazione e le Tecnologie e Sviluppo Italia S.p.A., i
Ministeri citati si impegnarono a promuovere la realizzazione del
“Programma per lo sviluppo della banda larga nel Mezzogiorno”,
parte integrante dello stesso Memorandum, mediante
l’individuazione di specifiche risorse a valere, in particolare, sui
fondi nazionali e comunitari destinati allo sviluppo delle aree
sottoutilizzate.
Con l’Art. 6, comma 1, del Decreto Legislativo del 1 agosto
2003, n. 259 - Codice delle Comunicazioni Elettroniche -
4
, si
stabilì che lo Stato, le Regioni e gli Enti locali, o loro associazioni,
non possono fornire reti o servizi di comunicazione elettronica
3
http://www.dt.tesoro.it/Aree-Docum/Analisi-Pr/Documenti-/Documento-/DPEF-
2005-2008.txt_cvt.htm
4
http://www.parlamento.it/leggi/deleghe/03259dl.htm
“La banda larga come servizio universale per il cittadino”
14
accessibili al pubblico, se non attraverso società controllate o
collegate;
Altra tappa fondamentale fu la Convenzione del 22 dicembre
2003
5
sottoscritta tra il Ministero delle Comunicazioni e Sviluppo
Italia S.p.A., con la quale il Ministero affidò a quest’ultima
l’attuazione del “Programma per lo sviluppo della banda larga nel
Mezzogiorno” ed in cui, a tale scopo, Sviluppo Italia si impegnò ad
attuare gli interventi previsti nel Programma per il tramite di una
società di scopo controllata, denominata Infrastrutture e
Telecomunicazioni per l’Italia S.p.A. (“Infratel”);
L’Autorizzazione generale del Ministero delle
Comunicazioni, ai sensi dell’art. 25, comma 4, del D. Lgs. 1°
agosto 2003, n. 259 - Codice delle Comunicazioni Elettroniche -
legittimò Infratel, a far data dal 22 dicembre 2004, alla
costruzione ed all’offerta di infrastrutture di rete di
telecomunicazioni agli operatori e provider di settore ed alla
Pubblica Amministrazione;
Il 14 maggio 2005, con la legge n. 80, art. 7, venne stabilito
che gli interventi per la realizzazione delle infrastrutture per la
banda larga, di cui al Programma approvato con delibera CIPE 13
novembre 2003, n. 83, possono essere realizzati in tutte le aree
sottoutilizzate del Paese ed attuati dal Ministero delle
Comunicazioni per il tramite della Società Infrastrutture e
Telecomunicazioni per l’Italia S.p.A. (Infratel) del Gruppo
Sviluppo Italia;
5
http://www.comunicazioni.it/
“La banda larga come servizio universale per il cittadino”
15
Di primo piano fu anche l’Accordo di Programma (e relativo
disciplinare di rendicontazione) di regolamentazione delle attività
di realizzazione del potenziamento della rete infrastrutturale
pubblica per la banda larga in tutte le aree sottoutilizzate del
Paese, stipulato tra il Ministero delle Comunicazioni ed Infratel in
data 22 dicembre 2005, in aggiornamento ed integrazione della
Convenzione del 22 dicembre 2003. L’Accordo di Programma
integra ed adegua la Convenzione del 22 dicembre 2003.
Ulteriori accordi con le Regioni permisero di avviare Progetti
Tecnici Territoriali per le aree oggetto d’intervento ed integrarono
le disponibilità finanziarie rispetto alle dotazioni finanziarie rese
disponibili dallo Stato.
Col Documento strategico preliminare nazionale del 14
dicembre 2005 si confermò l’importanza del Programma per lo
sviluppo della banda larga nel Mezzogiorno quale strumento
essenziale per lo sviluppo economico, per la creazione di un
ambiente tecnologico digitale ai massimi livelli di interattività e
per lo sviluppo dei mercati della convergenza tra informatica,
telecomunicazioni, elettronica di consumo e media e l’accesso ai
servizi on-line.
Recentemente, il 20 settembre 2007 la presidenza del
Consiglio dei Ministri ha reso pubblico sul portale del governo
italiano
6
la Presa d’atto della relazione datata 17 luglio 2007,
concernente le “Linee Guida per i piani territoriali per la
Banda Larga”, proposta dalla Commissione permanente per
l’innovazione tecnologica nelle Regioni e negli Enti locali, istituita
con deliberazione rep. n. 973/CU del 14 settembre 2006.
6
www.governo.it
“La banda larga come servizio universale per il cittadino”
16
(RIFORME E INNOVAZIONE TECNOLOGICA NELLA P.A.-AFFARI
REGIONALI E AUTONOMIE LOCALI-INTERNO-SALUTE-ECONOMIA
E FINANZE-COMUNICAZIONI- SVILUPPO ECONOMICO) - Punto
12A - Rep. Atto n.77/CU nella quale si osserva l’attuale stato
dell’arte della banda larga in Italia e si definiscono le principali
linee guida nei piani d’intervento per la riduzione del digital
divide, ponendo particolare enfasi sulle carenze nel piano
infrastrutturale. Dopo aver individuato una sequenza di fasi per
l’annullamento del digital divide infrastrutturale, nel documento
vengono successivamente pianificati degli interventi da mettere in
atto con modalità diverse a seconda del territorio. Particolare
rilevanza viene data alla collaborazione con gli operatori telefonici
al fine di rilevare in primis la situazione e successivamente
mettere in atto piani di sviluppo adeguati anche laddove si
verifichi la situazione di fallimento del mercato fornendo alle
società telefoniche incentivi di vario genere quando necessario
7
.
Nel documento in questione, rivestono particolare importanza le
diverse tecnologie candidate a colmare il digital divide. In
particolare, laddove il cablaggio terrestre risulti troppo esoso,
vengono individuate le tecnologie senza fili come alternativa
economica ed efficiente in termini prestazionali. Il WiMax
8
, una
delle più recenti tra queste tecnologie, potrebbe rappresentare
una possibile soluzione in grado di chiudere definitivamente il
digital divide in zone geograficamente svantaggiate.
7
Viene spesso definito “modello scozzese”
8
IEEE 802.16 e successivi
“La banda larga come servizio universale per il cittadino”
17
1.1.3 Legislazione europea
Nei paesi dell’Unione Europea, il dibattito sulla banda larga
e sul suo sviluppo è particolarmente ricco.
Le prime iniziative strategiche per la diffusione della banda
larga in Europa risalgono al Piano d’azione “eEurope 2005”
9
,
presentato il 21 e 22 giugno 2002 a Siviglia. Con tale documento,
si mirò a creare un contesto favorevole agli investimenti privati e
alla creazione di nuovi posti di lavoro, ad accrescere la
produttività, modernizzare i servizi pubblici e garantire a tutti i
cittadini la possibilità di partecipare alla società dell’informazione
globale. eEurope 2005 intendeva pertanto promuovere servizi,
applicazioni e contenuti sicuri basati su un’infrastruttura a banda
larga ampiamente disponibile.
Il 28 gennaio 2003, la Commissione europea organizzò un
“Broadband Day
10
” per la presentazione dei piani nazionali di
promozione della banda larga e a valle di questo incontro avviò
alcuni piani d’azione. Questa conferenza riunì insieme tutti gli alti
funzionari per la diffusione delle nuove tecnologie degli Stati
Membri, per scambiare opinioni al fine di allargare la disponibilità
di banda larga nei paesi dell’Unione Europea.
9
http://ec.europa.eu/information_society/eeurope/2002/news_library/documents
/eeurope2005/eeurope2005_it.pdf
10
http://ec.europa.eu/information_society/eeurope/2005/all_about/broadband/bb
_day/index_en.htm
“La banda larga come servizio universale per il cittadino”
18
Sempre nel 2003 la Commissione pubblicò una
comunicazione
11
nella quale vennero evidenziati i vantaggi della
banda larga nell’ambito dell’economia. Con tale comunicazione,
gli Stati membri furono chiamati a procedere alla realizzazione di
servizi a barda larga e di servizi mobili di terza generazione in
maniera tempestiva ed efficace, creando le condizioni necessarie
a stimolare la domanda e l'offerta, sviluppando contenuti, servizi
e applicazioni interessanti e investendo in infrastrutture a banda
larga e multi-piattaforma sicure. La piena applicazione del piano
d'azione "eEurope 2005" venne inquadrato come l'elemento
essenziale per favorire l'aumento degli introiti. Venne inoltre
sottolineata l’importanza di creare piattaforme interoperabili e
aperte, per facilitare l'accesso diffuso ai servizi, favorendo una
società dell'informazione più inclusiva.
A valle di questo incontro, i singoli Paesi decisero di istituire
strategie nazionali in materia di banda larga. Ogni Stato pubblicò
quindi i propri piani nazionali corredati di obiettivi e calendari di
esecuzione; l’esito del loro esame venne reso noto dalla
Commissione europea in una Comunicazione
12
del 2004.
Nel 2005 venne presentato il nuovo Piano d’azione,
“i2010”
13
il cui primo obiettivo consiste nel creare uno spazio
unico europeo dell’informazione che offra comunicazioni in banda
larga a costi accessibili e sicure, contenuti di qualità e diversificati
e servizi digitali.
11
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/site/it/com/2003/com2003_0065it01.pdf
12
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/site/it/com/2004/com2004_0369it01.pdf
13
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/site/it/com/2005/com2005_0229it01.pdf
“La banda larga come servizio universale per il cittadino”
19
I problemi derivanti dai rischi di emarginazione di digital
divide sono stati quindi esaminati in una successiva
comunicazione
14
del 2006, nella quale la Commissione ha assunto
l’impegno prioritario di monitorare i progressi in questo settore
specifico.
14
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/site/it/com/2006/com2006_0129it01.pdf