Premessa
dimensione degli intangibles, cioè procedere alla valutazione e quantificazione
delle competenze aziendali.
Nel corso del secondo capitolo si va ad approfondire la tematica della
Balanced Scorecard come meccanismo di misurazione della strategia. Viene
dimostrata la necessità di superare i semplici parametri economico-finanziari
per riuscire a misurare con un ridotto numero di indicatori-chiave, collegati tra
di loro a sistema in modo dinamico, correlati alle attività operative e
strettamente coerenti con gli obiettivi strategici, ciò che è veramente critico
per il futuro dell’azienda. La Balanced Scorecard, in particolare, propone di
misurare la performance aziendale secondo quattro dimensioni rilevanti: la
prospettiva economico-finanziaria, la prospettiva di soddisfazione del cliente,
quella dei processi aziendali e, infine, la prospettiva dell’apprendimento,
dell’innovazione e dello sviluppo. Un’attenzione particolare è dedicata alla
descrizione di queste prospettive, alla illustrazione delle possibili misure da
inserire al loro interno ed ai meccanismi di costruzione delle Scorecard stesse.
Il terzo capitolo procede a dimostrare che la Balanced Scorecard è, tuttavia,
qualcosa di più che un sistema di misurazione tattica ed operativa. Infatti, il
suo valore aggiunto scaturisce proprio nel momento in cui essa viene
impiegata come sistema strategico di management, per gestire la strategia a
lungo termine. L’obiettivo del management è, quindi, di utilizzare la Scheda di
valutazione bilanciata per realizzare processi di management di importanza
vitale: chiarire e tradurre visione e strategia; comunicare e collegare fra loro
obiettivi e misure strategiche; pianificare, fissare obiettivi ed allineare
iniziative strategiche; potenziare il feedback e l’apprendimento strategico.
Utilizzata in questo senso, la Balanced Scorecard diventa lo strumento
principe adottato dal management per le organizzazioni operanti nell’era
dell’informazione.
L’obiettivo del quarto capitolo è quello di mettere in evidenza gli ulteriori
vantaggi legati al modello. Si tratta di una metodologia estremamente
flessibile capace di supportare l’implementazione sia di un sistema di controllo
diagnostico, sia di un sistema di controllo interattivo. Nel primo caso, la
Balanced Scorecard svolge un ruolo chiave nella comunicazione delle variabili
critiche di performance e nel monitoraggio dell’implementazione delle
strategie deliberate; nel secondo caso, invece, essa rappresenta una leva
fondamentale per allineare e modificare la strategia ai cambiamenti del
mercato competitivo di riferimento. Oltre a queste peculiarità, è possibile
evidenziare ulteriori vantaggi legati all’utilizzo della Balanced Scorecard ed in
realtà organizzative diverse. La Scheda di valutazione bilanciata può, infatti,
essere implementata proficuamente in aziende che svolgono e-commerce, in
imprese di piccole, medie, e grandi dimensioni, in organizzazioni non profit e
in enti governativi, e per informare interlocutori esterni.
Mentre sul piano teorico il modello risulta essere semplice e facilmente
comprensibile, nel quinto capitolo, si chiarirà come esistano delle difficoltà
relativamente ad una sua implementazione pratica. In particolare, l’intenzione
è di evidenziare i cambiamenti di tipo tecnologico che risultano essere
fondamentali per automatizzare sia l’implementazione, che la gestione della
Balanced Scorecard. Critico a tale livello è come raccogliere i dati,
organizzarli in informazioni e strutturare il reporting, in modo tale che gli
elementi informativi siano facilmente fruibili e consultabili dai vari
responsabili aziendali.
Nel capitolo successivo, invece, vengono esaminate le condizioni
organizzative e culturali determinanti al fine di una implementazione e
gestione di successo della Balanced Scorecard. L’attenzione è rivolta a mettere
in evidenza gli aspetti critici legati alla gestione del periodo di transizione, alla
decisione del soggetto a cui affidare la gestione del sistema di management
strategico incentrato sulla Balanced Scorecard, e al contenimento delle
resistenze motivate dal desiderio di proteggere lo status quo aziendale. Oltre
alle analisi delle condizioni organizzative e culturali suddette, un ulteriore
obiettivo di analisi è quello di rivolgere una serie di critiche alla Balanced
Premessa
Scorecard ed ai suoi presupposti, e di proporre altre possibili soluzioni od
evoluzioni ad integrazione o a totale sostituzione del modello.
A conclusione della parte teorica, nei restanti due capitoli, è presentato il
caso di una azienda italiana, operante nel settore del credito al consumo, che
ha deciso di implementare la Balanced Scorecard. Dopo la descrizione del
settore di riferimento e della specifica attività aziendale, si procede alla analisi
degli attuali sistemi di pianificazione e controllo e delle necessità che
spingono il top management a valutare l’opportunità di introdurre la Balanced
Scorecard. Nel prosieguo viene formulato un progetto di implementazione per
la specifica realtà aziendale e proposta una Balanced Scorecard strategica, con
la conseguente individuazione degli obiettivi strategici e delle misure di
performance da inserire nella scheda stessa. Vengono individuate le tappe da
seguire, in collaborazione con il partner tecnologico (Procos), per la
realizzazione del Sistema Informativo a supporto della Balanced Scorecard e
per l’adozione del software dedicato alla stessa. Si propongono alcune
possibili evoluzioni future in capo alla società, in merito ai sistemi di
pianificazione e controllo e, da ultimo, si cerca di tenere traccia delle criticità
sorte durante la fase di analisi preliminare, realizzata dalla società, e che si
presume sorgeranno nel prosieguo del progetto.
A chiosa di quanto detto, mi preme di ringraziare alcune persone: in primo
luogo il Dott. Giuseppe Imbastaro (Responsabile del Controllo di Gestione), il
Dott. Roberto Benuzzi (Direttore Controllo e Amministrazione), il Dott.
Giuseppe Cargnino (Direttore Sistemi), ed il Dott. Alfredo Defilippi
(Amministratore Delegato e Direttore Generale) per l’attenzione dedicatami
nella fornitura delle informazioni necessarie alla redazione del caso Agos
Itafinco; e successivamente Enrico, i miei genitori, mia sorella e tutti i miei
amici per il supporto. Un sentito ringraziamento va, infine, alla Prof. Ariela
Caglio e al Prof. Franco Amigoni per la cortesia e la disponibilità
dimostratami.
Marilena Massera
CAPITOLO I
IL CONTESTO DI NASCITA E SVILUPPO DELLA
BALANCED SCORECARD
1.1 La Balanced Scorecard come risposta alle nuove
esigenze di controllo strategico nell’era dell’informazione
Nel corso del tempo si sono verificati profondi cambiamenti nei contesti in
cui le aziende si sono trovate e si trovano tuttora ad operare, e ciò ha avuto
rilevanti riflessi sulla quantità e, soprattutto, sulla qualità delle variabili che
devono essere governate. In particolare, l’insorgere di nuove istanze
ambientali ed organizzative ha comportato l’esigenza di riferirsi sempre di più
ad un sistema integrato di variabili, composto di parametri sia economico-
finanziari sia fisico-tecnici e qualitativi.
Stiamo attraversando, infatti, una fase di passaggio culturale ed epocale, in
cui i beni tradizionali “pesanti” o materiali, legati al periodo fordista, hanno
lasciato il posto ai beni immateriali o “pensanti”, quelli che oggi determinano
il valore di un’impresa
1
. L’interesse all’immateriale e all’intangibile è nato
inoltre come conseguenza diretta dell’avvento dell’economia digitale. Le
società della new economy, infatti, nella grande maggioranza dei casi, non
possiedono terreni, immobili, impianti o macchinari: dunque il loro valore è
dato dal “capitale intellettuale” e, dunque, dall’immateriale.
L’evoluzione degli studi e delle concrete applicazioni dei sistemi di
programmazione e controllo appare essere coerente con le esigenze appena
1
Tratto da: Chiara Osnago Gadda, Metti a bilancio il Capitale Intangibile, Espansione, Aprile 2001.
Capitolo I
descritte. Si assiste, infatti, allo sviluppo di sistemi di misurazione delle
performance finalizzati a governare, in modo integrato, tutte le variabili
rilevanti (esprimibili in forma quantitativo-monetaria, in forma quantitativa
non monetaria ed in forma qualitativa), e volti a favorire l’armonizzazione
degli aspetti gestionali con quelli strategici. Un ruolo di primo piano in tal
senso è giocato dalla cosiddetta Balanced Scorecard.
1.1.1 L’evoluzione del contesto di riferimento: i riflessi sulle
variabili da governare
I rilevanti cambiamenti che sono avvenuti negli ultimi decenni hanno
profondamente mutato il contesto in cui l’azienda opera e le caratteristiche di
governo delle organizzazioni stesse. Le imprese sono impegnate in una
trasformazione rivoluzionaria: la concorrenza dell’era industriale si va
trasformando in concorrenza dell’era dell’informazione.
I fattori che rendono vincente un’impresa non sono più quelli individuati
nell’ambito della teoria dell’economia classica, vale a dire capitale, terra,
lavoro. Sono bensì elementi che risiedono quasi interamente nelle menti delle
persone, unica vera fonte di ricchezza dell’impresa. I fattori su cui si basa la
nuova economia sono l’informazione e la conoscenza. Quest’ultima, in
particolare, diventa, oggi, la risorsa numero uno, in quanto le informazioni
sono abbondanti e le tecnologie si possono acquistare.
La conoscenza emerge come un elemento distintivo capace di offrire un
reale vantaggio competitivo all’impresa. Attraverso le conoscenze, l’individuo
diviene più padrone di sé stesso, infatti, è lui stesso a decidere a chi convenga
offrire la propria conoscenza. Il patrimonio intellettuale si orienterà, così, dove
c’è maggiore attrattività e resterà solo dove verrà valorizzato e sviluppato.
Ciò che fa la differenza, nella società dell’accesso, è la capacità di
elaborare informazioni, trasformandole in “conoscenza” per le imprese.
Il contesto di nascita e sviluppo della Balanced Scorecard
L’impresa non può più permettersi di essere esclusivamente abilis, ossia di
raccogliere dati utilizzandoli senza un’attenta rielaborazione, ma deve riuscire
a diventare sapiens sapiens, ovvero attraverso un’adeguata organizzazione di
dati e informazioni saper creare conoscenza, permettendo così di mantenere il
proprio vantaggio competitivo nel tempo
2
.
L’evoluzione ambientale si è caratterizzata per una continua e crescente
dinamicità, complessità e discontinuità. I riflessi sull’operato delle aziende
sono stati estremamente rilevanti, e si sono manifestati sotto due diversi
profili: da un lato l’emergere di nuove esigenze cui dover far fronte, dall’altro
lato la possibilità di utilizzare nuovi strumenti e tecnologie.
Infatti, deve essere sottolineato come, negli ultimi decenni, lo stesso ruolo
dell’azienda, nel contesto sociale, abbia assunto una sempre maggiore
importanza. Ciò ha avuto rilevanti riflessi sull’insieme delle relazioni che
l’azienda intrattiene con il sistema degli interlocutori sociali e con i soggetti
del sistema competitivo. Le dinamiche concorrenziali hanno subito
un’accelerazione ed un ampliamento dell’ambito di riferimento, mentre le
attese degli interlocutori sociali si sono manifestate con sempre maggiore
intensità ed ampiezza di richieste.
Dall’altro lato le aziende hanno a disposizione nuovi strumenti e tecnologie
a carattere avanzato. In particolare, per quanto riguarda la concreta
applicazione in ambito aziendale delle nuove tecnologie, possono essere
individuate tre aree di riferimento
3
:
a) la progettazione di nuovi prodotti: i sistemi CAE (Computer Aided
Engineering);
b) i sistemi di produzione: sistemi CAM (Computer Aided Manufacturing) e
FMS (Flexible Manufacturing System);
c) i sistemi gestionali, tramite lo sviluppo dell’information tecnology.
2
Tratto da: Franco D’Egidio, L’impresa scopre il peso dell’intangibile, Il sole 24 ore On line, Inserto:
Finanza & Mercati, 14 Maggio 2001.
3
Tratto da: Fabio Donato, La misurazione delle performance ambientali in un’ottica integrata,
www.ea2000.it/paper/Donato/donato.htm.
Capitolo I
Una tal evoluzione ha avuto dirette conseguenze in termini di
< dimensioni> da governare. Infatti, il nuovo contesto di riferimento appare
caratterizzato da:
1) dinamiche competitive sempre più spinte e contraddistinte da un’esasperata
variabilità delle caratteristiche tecniche e qualitative dei prodotti e dei
servizi;
2) l’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche nei processi di gestione e nei
sistemi informativi aziendali;
3) la rilevanza della dimensione culturale e l’esigenza di favorire lo sviluppo
di valori aziendali di carattere anche immateriale;
4) l’orientamento alla qualità, sia nelle filosofie gestionali sia nell’adozione di
peculiari metodologie e strumenti di gestione;
5) il sorgere di un fenomeno di terziarizzazione dell’attività, sia a livello
interno, in quanto aumenta la rilevanza delle attività non direttamente
produttive, sia a livello esterno, in quanto si sviluppa la tendenza ad
assegnare quote di attività a terze economie.
Ne è derivata da parte delle aziende la necessità di riconsiderare le proprie
logiche gestionali ed i propri strumenti informativo-contabili sulla base di una
serie di nuovi presupposti. Per quanto riguarda le logiche gestionali, si vuole
porre in evidenza la crescente importanza dei seguenti fattori:
a) Orientamento alla dimensione orizzontale: mentre negli anni dello
sviluppo industriale le aziende ottenevano un vantaggio competitivo
tramite la specializzazione a livello delle singole funzioni, l’attuale
contesto produttivo rende necessaria una forte integrazione tra i processi.
Viene così a perdere di rilevanza la tradizionale concezione verticale
dell’impresa a vantaggio di un’ottica di riferimento di tipo trasversale.
Tramite un orientamento alla dimensione orizzontale, resa possibile
soprattutto attraverso l’introduzione dei moderni sistemi informatici di
trasmissione ed elaborazione dei dati, diviene possibile ottenere un
migliore compromesso tra i benefici della specializzazione funzionale e
Il contesto di nascita e sviluppo della Balanced Scorecard
quelli, in termini di velocità, efficienza e qualità, derivanti
dall’integrazione tra i processi.
b) Legami con i clienti ed i fornitori: nell’attuale contesto competitivo è
necessario considerare tali rapporti non più in un’ottica conflittuale, volta a
soddisfare un interesse di breve periodo, ma in un’ottica di collaborazione
di lungo periodo. Per quanto riguarda i fornitori, è del tutto opportuno
procedere ad una loro integrazione nel sistema aziendale secondo le
logiche della comakership, intesa come rapporto fornitore-cliente evoluto,
in quanto il fornitore deve essere considerato come un anello del sistema di
produzione del valore dell’azienda. Per questo motivo deve essere
coinvolto nei rischi e nelle opportunità potenziali del business del cliente
con responsabilità specifica di coproduttore (comaker)
4
. Osservazioni
simili possono essere svolte per i rapporti con i clienti, che devono essere
quanto più possibile coinvolti nelle scelte aziendali nell’ottica della co-
produzione del valore.
c) Differenziazione dei prodotti e dei servizi offerti. Le aziende, infatti,
devono soddisfare classi di bisogni sempre più elevate. Ciò comporta
l’esigenza di fornire prodotti e servizi il più possibile personalizzati ad un
costo competitivo.
d) Scala globale dei mercati: le moderne tecnologie, soprattutto di carattere
informatico, hanno reso sempre meno definiti i confini territoriali delle
aree di transazione. Ne derivano mercati maggiormente turbolenti e, per
molte aziende, l’esigenza di realizzare efficaci ed efficienti sistemi di
produzione a carattere globale, che siano nel contempo in linea con le
esigenze che emergono dall’analisi delle peculiari richieste di ogni mercato
locale.
e) Innovazione di processo e di prodotto: i cicli di vita del prodotto tendono a
diminuire ed il tasso di obsolescenza è in costante aumento. La sfida
4
Tratto da: Giorgio Merli, Comakership – La nuova strategia per gli approvvigionamenti, ISEDI,
1990.
Capitolo I
competitiva richiede di essere in grado di anticipare le richieste dei
consumatori, offrendo prodotti e servizi che si pongano sulla frontiera delle
conoscenze disponibili.
f) Sviluppo della conoscenza a livello aziendale: a differenza dell’epoca
industriale in cui vi era una netta divisione tra lavoro intellettuale e
manuale, nelle odierne aziende tale distinzione tende a perdere di
significato. I sistemi di automazione, infatti, hanno quasi completamente
sostituito l’uomo nei processi manuali e ripetitivi, ed al personale sono stati
affidati nuovi e più impegnativi compiti. In un tale contesto, diviene
essenziale favorire lo sviluppo delle conoscenze critiche dei lavoratori,
sollecitando un loro contributo in termini di suggerimenti per il
miglioramento della qualità, la riduzione dei costi e lo sviluppo di nuovi
prodotti e servizi.
Per quanto riguarda, invece, i sistemi informativo-contabili, deve essere
evidenziato come i tradizionali sistemi di controllo, basati unicamente su
variabili economico-finanziarie ed orientati al breve periodo, abbiano perso
gran parte dell’efficacia che avevano nei decenni precedenti. Il processo di
rendicontazione economico-finanziario resta ancorato a un modello di
contabilità elaborato decenni fa per un ambiente di transazioni dirette, frontali
e tra entità indipendenti.
Il budget ed il sistema di reporting economico-finanziario erano strumenti per
una “navigazione in acque tranquille” e in assenza di altri fenomeni di
turbolenza ambientale. E’ in un contesto dinamico ed estremamente
discontinuo che nasce l’esigenza di far evolvere il sistema di controllo, in
modo da considerare congiuntamente da un lato sia gli aspetti di efficienza che
di efficacia, e, dall’altro, sia gli aspetti di breve che di lungo periodo.
Il contesto di nascita e sviluppo della Balanced Scorecard
In tal senso, diviene necessario superare la logica della rigida separazione
tra il controllo strategico e quello direzionale
5
e, tramite un bilanciamento
delle rispettive caratteristiche, addivenire ad un sistema unico di controllo di
gestione.
Tale bilanciamento deve permettere il contemperamento di esigenze di breve e
di medio-lungo termine, riferite, entrambe, sia al perseguimento dell’efficacia
sia dell’efficienza. Infatti, deve essere osservato che gli obiettivi di efficacia
(in termini di rapporto tra risultati ottenuti e risultati attesi) possono talora
essere in contrasto con obiettivi di efficienza (in termini di rapporto tra risorse
impiegate e risultati ottenuti), e ciò nelle diverse dimensioni temporali.
D’altronde, lo stesso perseguimento di un obiettivo di efficienza di breve
termine può essere in contrasto con un obiettivo di efficienza se considerato
nel lungo termine; e simili considerazioni possono essere svolte in relazione
agli obiettivi di efficacia.
5
Per controllo direzionale si intende un sistema utilizzato per far funzionare in modo efficace ed
efficiente una struttura organizzativa complessa, definendo determinate guide ed azioni finalizzate che
andranno ad influenzare i membri della stessa organizzazione. Il controllo strategico deve, invece,
andare a monitorare il posizionamento di un’impresa nel tempo e nello spazio competitivo, al fine di
dare evidenza all’evolversi del suo profilo strategico. [Definizioni tratte da: Franco Amigoni, 1982].
Capitolo I
Figura 1.1
Efficienza di
breve periodo
Efficacia di
breve periodo
Efficienza di
medio-lungo
periodo
Efficacia di
medio-lungo
periodo
CONTROLLO
DIREZIONALE
CONTROLLO
STRATEGICO
Tratto: da Bergamin Barbato M., Programmazione e controllo in un’ottica strategica,
Torino, Utet, 1991, pag. 44.
E’ importante sottolineare come tale approccio si distacchi dalla
tradizionale visione gerarchica dei momenti decisionali inizialmente
sviluppata da Anthony, che considerava, in un’ottica piramidale, la
formulazione della strategia, quindi il controllo direzionale ed infine il
controllo operativo.
Nell’attuale era della conoscenza il controllo strategico deve essere
interpretato come un processo integrato di competenze manageriali ed una
potenziale fonte di vantaggio competitivo. Per diventare tale, il controllo
strategico deve allora diventare un’espressione della cultura manageriale. Ad
esso devono afferire i contributi (culturali), quali la comunicazione della
strategia, il suo monitoraggio e valutazione costante e, non meno importante,
la cultura della responsabilizzazione e dell’incentivazione. Così questo
controllo, evoluzione di quello tradizionale centrato sulla gestione operativa,
deve aiutare a monitorare il posizionamento di un’impresa nel tempo e nello
Il contesto di nascita e sviluppo della Balanced Scorecard
spazio competitivo, al fine di dare evidenza all’evolversi del suo profilo
strategico
6
. Il controllo strategico deve aiutare, secondo Mintzberg, a rilevare i
risultati della strategia realizzata rispetto a quelli della strategia pensata e poi
pianificata.
<Il controllo strategico –come dice Carlo Alberto Carnevale Maffè,
docente dell’università Bocconi di Milano
7
- non è la razionale organizzazione
e strutturazione dei dati aziendali con criteri di lettura tradizionali, bensì la
capacità di analisi, simulazione ed interpretazione dei dati interni ed esterni,
strutturati e no, per supportare l’implementazione della strategia >.
Infatti, come puntualizza lo stesso Carnevale <La strategia non è una gara
formale contro misure assolute e oggettive, ovvero il tempo, la quota di
mercato, il rendimento finanziario, il valore economico. La strategia è
un’interazione innovativa che si confronta sia con l’organizzazione, sia con
l’ambiente competitivo, il mercato, i partner, i concorrenti >.
1.1.2 Lo sviluppo dei sistemi di programmazione e controllo
in un’ottica strategica
I sistemi di programmazione e controllo devono tendere a contemperare le
numerose esigenze che derivano dal mutato contesto di riferimento, al fine di
governare adeguatamente tutte le variabili che risultano avere sempre una
maggiore rilevanza per le aziende. Possono, quindi, essere individuate
specifiche caratteristiche che tali sistemi devono possedere per poter
supportare adeguatamente i processi direzionali aziendali:
a) multidimensionalità dei parametri di controllo: per controllare e guidare
adeguatamente l’attività nell’attuale contesto competitivo, le variabili di
tipo economico-finanziario appaiono essere indispensabili, ma da sole non
6
Una prima definizione di controllo strategico in questa accezione è stata proposta da Amigoni (1982)
e successivamente ripresa da Bubbio (1990).
7
Tratto da: Le tecnologie al servizio del manager, Il sole 24 ore On line, Inserto: Informatica, 28
Gennaio 2001..
Capitolo I
più sufficienti. I parametri economico-finanziari devono, infatti, essere
integrati da ulteriori variabili di controllo, a carattere non economico-
finanziario, che misurino i risultati sotto profili diversi. Una delle
assunzioni di base del filone di studi del Performance Measurement
8
è che
l’utilizzo delle sole variabili economico-finanziarie non riesca a misurare
adeguatamente, quando si è di fronte a situazioni di complessità gestionale,
gli elementi che costituiscono i fattori critici di successo nella produzione
del valore. In tal senso, la logica di fondo consiste nella volontà di
governare non tanto i costi in quanto tali, ma le attività di cui tali costi
derivano e quindi analizzare più compiutamente che cosa può essere
migliorato nei processi. E’ dunque necessario costruire un sistema di
parametri, di tipo sia qualitativo sia quantitativo, che permetta di
monitorare fattori quali la soddisfazione dei clienti, l’ottimizzazione dei
flussi dei processi interni, l’innovazione di processo e di prodotto ed il
miglioramento delle attività in modo da indirizzare correttamente le
decisioni aziendali. La direzione aziendale non può cioè fare affidamento
su un unico sistema di parametri, escludendo l’analisi di tutte le altre
variabili. Ad ogni evidenza, infatti, un sistema di parametri centrato su un
unico aspetto, compreso quello economico-finanziario, non può focalizzare
l’insieme delle aree critiche delle attività. Deve anzi essere osservato che,
paradossalmente, un sistema basato su indicatori unicamente di tipo
economico-finanziario (come possono essere il ROI o il ROE) può dare
segnali fuorvianti sui percorsi da seguire in tema di innovazione e di
miglioramento di lungo periodo. E’ quindi evidente l’esigenza di pervenire
ad un sistema di controllo e di guida dell’azione aziendale che si avvalga,
8
I diversi approcci del Performance Measurement fanno riferimento al sistema di “Integrated
Performance Measurement” sviluppato da Dixon-Nanni-Vollmann (1990) e riproposto nel più recente
Nanni-Dixon-Vollmann (1992), la “piramide delle performance” proposta da Lynch e Cross (1991),
l’approccio “bilanciato” di Maisel (1991), la “matrice quantum” per la misurazione della performance
elaborata da Andersen Consulting e presentata da Hronec (1993), nonché alcune soluzioni strutturali
sviluppate da Silvi (1995).
Il contesto di nascita e sviluppo della Balanced Scorecard
in modo equilibrato, di parametri sia di tipo economico-finanziari, sia di
tipo qualitativo e quantitativo non monetario.
b) Armonizzazione degli aspetti gestionali e strategici: i sistemi di controllo
tradizionali sono focalizzati su elementi di breve termine, che sono
implicitamente assunti quali fattori critici. Appare di converso necessario
procedere ad un ampliamento del sistema dei parametri che consenta di
realizzare un sistema di controllo in grado di considerare in modo
armonico sia gli aspetti gestionali che quelli strategici. Ciò risulta essere
particolarmente necessario quando il sistema è centrato unicamente su
parametri di tipo economico-finanziario orientati al breve periodo. In tali
circostanze, infatti, si verifica spesso uno <scollamento> tra la
formulazione della strategia e la sua concreta implementazione. In
particolare, è importante sottolineare i riflessi derivanti dall’adozione del
sistema di analisi degli scostamenti tra standard e consuntivo, che è alla
base dei sistemi di programmazione e controllo tradizionali. Esso è
essenzialmente rivolto a misurare l’efficienza di breve periodo,
evidenziando i responsabili e le cause degli eventuali scostamenti.
Nonostante l’indubbia validità di tale sistema per l’analisi dell’efficienza di
breve periodo, e pur sottolineando l’indiscutibile importanza degli standard
per la realizzazione del processo di programmazione, deve altresì essere
osservato come il sistema di analisi degli scostamenti tradizionalmente
utilizzato denunci rilevanti manchevolezze nel far emergere gli aspetti di
medio e di lungo periodo. In realtà, sarebbe più opportuno riferirsi ad un
sistema di parametri in grado di collegare compiutamente gli obiettivi
strategici di lungo periodo con le attività di breve termine. Si vuole cioè
sottolineare l’esigenza di realizzare un sistema di controllo dotato di
parametri accuratamente selezionati in grado di analizzare ed indirizzare
l’andamento delle variabili significative, non solo di tipo economico-
finanziario, sia nel breve che nel medio-lungo periodo.