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INTRODUZIONE
Il presente lavoro si inserisce all‟interno del progetto ARMEP (Architettura Residenziale
Medievale a Padova), il quale ha come obiettivo il censimento e lo studio del patrimonio
architettonico residenziale del centro storico di Padova compreso all‟interno delle mura comunali.
In particolare si analizzerà l'uso del legno nell'edilizia storica in generale e, specialmente,
nell'edilizia residenziale padovana durante l'età medievale (concentrandomi sui secoli dall‟ XI al
XV d.C.). Lo scopo del mio studio è quello di individuare, sia tramite le fonti scritte e iconografiche,
sia, soprattutto, attraverso l'osservazione dei resti architettonici ancora conservati, quali fossero gli
elementi in legno caratterizzanti gli edifici medievali padovani e quali tracce questi possono aver
lasciato sulle facciate delle architetture presenti ancora oggi nel centro storico della città.
Grazie allo studio dei documenti scritti si può documentare l‟amplissima diffusione, a partire dal
V secolo, del legno come materiale da costruzione, un materiale di impiego diffuso nell‟edilizia
residenziale altomedievale rurale ed urbana dell‟Occidente europeo per l‟edificazione delle pareti,
degli elementi architettonici accessori, per la copertura dei tetti degli edifici, e solo lentamente
sostituito nei secoli successivi al Mille da altri materiali, come la pietra o il laterizio, in grado di
garantire una maggiore solidità e durata alle strutture.
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Questa ricerca si è basata su tre tipi di fonti principali: le fonti scritte, iconografiche e
archeologiche.
Tra le fonti scritte utilizzate nella ricerca un posto di fondamentale importanza è occupato dalle
leges promulgate dalle città durante il Medioevo. Queste sono lo specchio della società che le ha
prodotte, e spesso traducono in norme scritte consuetudini maturate lentamente nel corso del tempo.
All‟interno degli statuti di diverse città, soprattutto quando siamo in presenza di centri di una
qualche importanza, è frequente trovare menzioni sui materiali da costruzione degli edifici cittadini.
Dopo la vivace espansione urbana avvenuta tra XI e XIII secolo, furono presi molteplici
provvedimenti riguardo al tessuto edilizio, e numerose prescrizioni furono promulgate anche
riguardo all‟uso del legno nell‟architettura, in particolare indicando la sua sostituzione con materiali
più duraturi quali pietra o laterizio. Il fatto che queste indicazioni venissero ripetute in diverse
redazioni statutarie nel corso del tempo è indicativo del fatto che le nuove disposizioni facessero
fatica ad affermarsi.
Le fonti iconografiche ( rappresentazioni di architetture in affreschi, dipinti, sculture o altre
forme artistiche come le tarsie lignee) offrono, soprattutto se contemporanee, importantissime
informazioni, in particolare sull‟uso quotidiano di molti elementi lignei, presenti nell‟edilizia
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BALLARIN 2004/05.
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residenziale (come gli erri, arpioni da stanghe che sostenevano aste in legno, le quali servivano a
reggere tende e panni stesi al sole, o a cui venivano attaccati al guinzaglio animali domestici come
cani o bertucce).
Infine mi sono concentrata sulle fonti archeologiche, cioè sulle tracce che le strutture in legno
possono aver lasciato sulle facciate degli edifici e all‟interno degli stessi, e sulle vestigia in legno.
In primo luogo ho studiato altre analisi effettuate in diverse città italiane, come Bologna, Parma
o Siena, per passare dopo a una ricognizione nella città di Padova, durante la quale ho individuato
quelle tracce (mensole in pietra, barbacani, buche pontaie, solai e scale) che possano far ipotizzare
un‟antica presenza di elementi in legno sulle murature dei palazzi.
Con questo lavoro voglio quindi fornire un‟immagine più completa ed esaustiva della realtà
urbana di alcune città italiane durante il Medioevo, in particolare di Padova, caratterizzate dalla
presenza di numerose strutture in legno che, a causa della forte deperibilità del materiale non sono
giunte fino ai nostri giorni, ma che sicuramente erano presenti in gran numero nei centri cittadini.
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CAPITOLO 1: L’uso del legno nell’edilizia storica
Il legno, unitamente alla pietra, è stato uno dei primi materiali a cui l'architettura si è rivolta; era
l'unico, infatti, che poteva indifferentemente essere impiegato a compressione, a trazione e,
soprattutto, a flessione.
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In relazione alla diffusione del patrimonio boschivo, il legno ha svolto ruoli
diversificati: da materia esclusiva per l'integrale realizzazione delle dimore, a materiale con
specifiche funzioni come la costruzione di solai e coperture, oppure macchine e oggetti della vita
quotidiana.
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Disponibile nella maggior parte dei territori occupati dall‟uomo, era l‟unico materiale che
forniva elementi costruttivi di forma prevalentemente lineare.
Insieme al fango, alla pietra e ai mattoni crudi, veniva utilizzato dall‟uomo per la costruzione
d‟architetture stabili, a incominciare dai sistemi a palafitta. Nondimeno, per il suo favorevole
rapporto peso/resistenza, ha rappresentato la risorsa più indicata per la realizzazione d‟ambienti di
vita confinati in grado di essere facilmente trasportati dalle popolazioni non stanziali: si veda, ad
esempio, la struttura d‟elevazione verticale della tenda.
Ha costituito per molti secoli l‟unico elemento adatto a realizzare strutture portanti orizzontali
per la sua leggerezza, resistenza a trazione e disponibilità dimensionale.
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Fin dall‟antichità, è stato
usato con continuità per tutti i componenti costruttivi, sia portanti che complementari, soprattutto
per l‟edificazione di scheletri lignei autoportanti che permettevano di velocizzare sensibilmente le
operazioni costruttive, da complementare poi con tamponamenti leggeri o pesanti che collaborano
all‟irrigidimento di tutto il complesso strutturale.
A favore del legno hanno giocato sicuramente per molte regioni, una diffusa possibilità
d‟approvvigionamento in natura, un‟agevole lavorabilità, una spiccata duttilità applicativa, una
leggerezza che consente un facile trasporto e un‟altrettanto agevole messa in opera, senza risultare
limitante per l‟ottima resistenza meccanica.
Il legno esposto all‟aria e all‟ambiente umido si degrada facilmente, a causa dell‟attacco d‟insetti
e microrganismi, in ambiente anaerobico e oscuro tende a conservarsi per secoli (vedi il caso delle
fondazioni a pali di legno su cui poggia Venezia: il fango in cui sono infissi i pali li ha mantenuti
integri per millenni).
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Inizialmente il legno veniva spesso impiegato per la realizzazione di molteplici parti: oltre che
per le strutture d‟elevazione orizzontale ed inclinata (solai e coperture a falde), anche per le
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www.archinfo.it
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Per un‟analisi sull‟uso del legno in edilizia dall‟antichità ad oggi BALLARIN 2004/2005.
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Confronta CAGNANA 2000.
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Confronta CASTELLETTI 1988.
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chiusure verticali e partizioni interne. Un esempio noto sono certamente le infinite tipologie dei
primi ripari a capanna dove il tronco e gli apparati connessi servivano per realizzare praticamente la
quasi totalità del sistema edilizio. Dove invece gli alberi non erano così abbondanti, i tamponamenti
ed i sistemi di chiusura vedevano l‟introduzione di sistemi complementari.
Un passo importante è rappresentato dalla nascita dei sistemi costruttivi a intelaiatura lignea, più
o meno diffusa, dove gli elementi diagonali sono inseriti all‟interno della maglia ortogonale
deformabile, per garantire un insieme d‟elementi triangolari e quindi indeformabili. L‟elemento
costruttivo in legno lasciato a vista è stato tuttavia quasi sempre sinonimo di costruzione povera o
comunque provvisoria: l‟architettura di pregio e quella monumentale volute e progettate per durare
nei secoli tendevano a limitare l‟uso di questo materiale o a proteggerlo, nascondendolo sotto
rivestimenti in pietra o intonaco.
Gli elementi lignei vennero sostituiti con il tempo da materiali più duraturi che tendevano a
soddisfare requisiti come per esempio la resistenza dell‟edificato agli incendi che si sviluppavano
all‟interno di perimetri urbani.
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Le più antiche costruzioni artificiali in legno rinvenute, risalgono all‟era paleolitica: parte di
queste erano realizzate con il tetto inclinato con la struttura simile a una tenda, e altre, sotterranee,
rifinite con un rivestimento in legno sulle pareti verticali e il tetto costituito da tronchi d‟albero
sistemati orizzontalmente e ricoperti di terra.
Sono state rinvenute molte prove di costruzioni in legno erette durante il neolitico, a conferma
dell‟abbondanza di foreste presenti in quel periodo.
Uno degli esempi più validi che testimonia l‟impiego di questo materiale sin dai tempi più remoti,
sono sicuramente le palafitte. Le più antiche “città” palafitticole sorsero soprattutto nei territori
delle attuali Germania, Svizzera e Italia, nell‟età Neolitica , e si svilupparono specialmente nell‟età
successiva, ma continuarono ad essere impiegate per tutte le età del bronzo e del ferro.
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Nel periodo del Bronzo Medio e del Bronzo Tardo, favorevoli condizioni del terreno hanno
preservato molto legno nelle cosiddette "Terramare" nella valle del fiume Po.
I maggiori reperti si trovano però in due insediamenti lacustri palafitticoli:
1. A Ledro, immediatamente ad ovest del Lago di Garda, nell'area degli scavi del 1936-37,
furono rinvenuti circa 10.000 pali infissi nel terreno, realizzati soprattutto da tronchi di larice, abete
bianco, abete rosso, quercia e, in misura minore, pino silvestre, tasso e castagno.
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2. Nella vicina Fiavé, le abitazione erano realizzate su una piattaforma lignea sostenuta da pali
fitti ma isolati profondamente piantati nel fondo lacustre; sopra a questi erano appoggiate le
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Confronta GALETTI 2004.
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Confronta BALLARIN 2004/2005.
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Confronta MOSER, ZAMBONI 2006.
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travature orizzontali mediante l'utilizzo di mensole ed incavi.
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Parte dei pali verticali,
opportunamente prolungati mediante incastri, servivano come pilastri portanti delle abitazioni.
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Per quanto riguarda, invece,la realizzazione di pareti lignee portanti, i principali sistemi
costruttivi utilizzati sono due:
a) Il Fachwerk (dal tedesco = costruzioni a scomparti) è caratterizzato da un‟armatura di pali
verticali leggermente distanziati tra loro.
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Lo spazio tra di essi è riempito da rami, ciottoli, oppure
da mattoni o tavole legate da argilla o malta. Si posso distinguere numerose varianti di questo primo
sistema costruttivo, in base ai tipi di tamponamento realizzati tra i pali, della disposizione di questi
ultimi, o in base alla presenza di elementi lignei negli specchi di riempimento. Abbiamo molti
esempi di epoca romana, prevalentemente rinvenuti a Pompei ed Ercolano: qui le murature ad
ossatura di pali erano rinforzate grazie a travi orizzontali, parallele tra loro, che dividevano la parete
in pannelli quadrati. Questi tipi di pareti (identificabili con l‟opus craticium descritto da Vitruvio),
piuttosto leggere, erano utilizzate nella realizzazione di muri divisori o perimetrali dei piani
superiori; dovettero essere abbastanza diffuse anche nell‟Alto Medioevo, anche se, data l‟alta
deperibilità del materiale, abbiamo scarsissime testimonianze archeologiche. Un caso decisamente
interessante è emerso a Fidenza (Parma), dove, nel corso di recenti scavi, si sono trovati resti di
edifici (databili tra VI e X secolo) in cui il legno si è conservato in maniera eccezionale: travi
orizzontali in legno di quercia, poste a terra, definivano i muri perimetrali e presentavano, a
intervalli regolari, gli spazi per l‟incastro dei pali portanti verticali.
In epoca basso medievale le costruzioni a ossatura si diffusero in tutta Europa: abbiamo esempi
di interi edifici a più piani, i più antichi dei quali risalgo al XIII o al XIV secolo, a Rouen, a York, a
Salisbury e a Esslingen. In questo periodo però si iniziarono a utilizzare basi in muratura, per isolare
le pareti e dare maggiore solidità all‟intera struttura.
Nel XV secolo compare un‟altra innovazione: l‟uso di pali verticali, da terra fino alla sommità
del tetto, venne abbandonato in favore della realizzazione di singoli piani indipendenti. Grazie a
questo sistema si potevano utilizzare tronchi più corti e aumentare l‟altezza dell‟edificio.
Questo sistema rimase in uso fino al XVII – XVIII secolo in molte regioni europee, finché venne
sostituito dalle murature in pietra o in mattoni. In Italia, dove la muratura in pietra ha soppiantato
quella in legno già nel Medioevo, l‟uso di pareti ad ossatura si è comunque riscontrato in alcuni
edifici per la realizzazione di muri divisori, soprattutto ai piani superiori, dove servivano pareti
molto leggere.
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Confronta MARZATICO 1988.
10
Confronta CAGNANA 2000, p. 229
11
Confronta CAGNANA 2000, pp. 224-225.
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b) Il Blockbau (dal tedesco = costruzione a blocchi) prevede, invece, l‟utilizzo di tronchi
sovrapposti orizzontalmente e incastrati agli angoli.
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Era probabilmente molto diffuso
nell‟Antichità, anche se le prove archeologiche che abbiamo sono assai scarse.
Questo tipo di tecnica si è conservato a lungo in area alpina, l‟esempio più notevole è
rappresentato dalla strutture rinvenuta presso il lago di Ledro in Trentino, e in molte regioni
montuose dell‟Europa centro orientale.
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Ne possiamo trovare testimonianza negli affreschi della
Torre dell‟Aquila del castello del Buonconsiglio di Trento (XV secolo) in cui sono illustrati diversi
edifici realizzati con la tecnica del Blockbau.
Figura 1: Blockbau (da www.tecnologos.it).
Il legno, variamente utilizzato, ebbe un ruolo molto importante durante tutto il Medioevo sia
nelle costruzioni rurali che nell‟edilizia urbana. Purtroppo non abbiamo molte informazioni
all‟interno della documentazione scritta riguardo ai tipi di legname più utilizzati nell‟architettura.
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Probabilmente si preferivano legni forti e pesanti, durevoli, resistenti e facilmente accessibili, come
quelli di quercia, conifera, castagno o olmo.
Sono scarse anche le informazioni nelle fonti scritte sulle tecniche utilizzate per preparare il
legname da costruzione. Le indicazioni riportate riguardano soprattutto i tempi rapidi di
realizzazione dell‟edilizia lignea, e la sua flessibilità e modificabilità. Frequentemente è
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Confronta CAGNANA 2000, pp. 226-227.
13
Confronta MAGRINI 2003, p. 556.
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Una sintesi sull‟uso del legno nell‟architettura medievale in GALETTI 2001.
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documentata l‟usanza di smontare gli edifici, anche solo in modo parziale, per poterne riutilizzare
gli elementi in luoghi diversi.
Nel Medioevo non era difficile procurasi questo materiale, dal momento che le aree boschive a
disposizione era molto estese. Inoltre, le tecniche elementari di lavorazione del legno erano
conosciute dalla maggioranza della popolazione, che le conservò e le tramandò; per molto tempo
infatti furono gli stessi abitanti della case a costruire le proprie abitazioni. Con l‟arrivo dei popoli
barbari, a partire dal V secolo, il legno, comunque largamente utilizzato in architettura già in età
romana, soprattutto in ambito rurale, iniziò ad essere impiegato più frequentemente anche in ambito
urbano, sostituendo materiali più solidi, come la pietra e il laterizio, che si riaffermarono solo nei
secoli finali del Medioevo.
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La sua diffusione probabilmente era legata alle nuove esigenze della società altomedievale. Lo
scarso utilizzo di pietra e laterizio nell‟edilizia residenziale in molte zone d‟Europa indica
soprattutto un regresso delle capacità tecniche della società medievale rispetto alla tradizione antica,
necessarie per la costruzione di un edificio tecnologicamente più complesso, una differente
situazione economica, cioè rispetto all‟epoca precedente una condizione di maggiore povertà
generale, e anche un nuovo modo dell‟uomo di rapportarsi all‟ambiente che lo circondava.
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In Italia Settentrionale, tra V e VII secolo, nell‟edilizia abitativa destinata ai ceti più bassi, si
registra un radicale cambiamento nelle tecniche costruttive
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: è documentato un sostanziale ricorso
a tecniche costruttive legate a materiali deperibili.
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Solo una parte ristretta della popolazione infatti
aveva il surplus necessario per pagare artigiani specializzati o i materiali costruttivi, mentre i ceti
più poveri si costruivano da sé le abitazioni, quindi si comprendono sia la grande diffusione del
legno, sia la varietà di tipi edilizi legati a tradizioni locali o etnico - culturali.
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Le trasformazioni che investono, nell‟età di transizione tra Tarda Antichità e Alto Medioevo,
molte domus urbane, e anche diverse ville, hanno come comune denominatore un frazionamento
dell‟edificio e la comparsa di numerose strutture lignee, segnalate archeologicamente da una
miriade di piccole buche di palo, distribuite talora lungo i perimetri dei vani.
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Nonostante finora si siano rinvenuti scarsi resti materiali, quindi, non paiono esserci molti dubbi
che il legno fu uno dei componenti principali di una grande quantità di edifici, da solo o unito ad
altri materiali, e di una parte considerevole delle strutture di completamento.
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15
Confronta GALETTI 2001.
16
Confronta BROGIOLO 1993, p. 109.
17
Confronta CHAVARRÌA ARNAU 2007, pp. 123- 131.
18
Confronta BROGIOLO 1991.
19
Confronta BROGIOLO 2008, pp. 14-15.
20
Sull‟edilizia residenziale tra V e IX secolo BROGIOLO 1993.
21
Confronta PARENTI 1993, p. 28.
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Quale tipo di essenza legnosa, quale parte dell‟albero veniva utilizzata, come era preparato o
lavorato, in che modo veniva impiegato questo materiale, sono informazioni che si posso ricavare
solo dall‟analisi archeologica diretta dei resti. Vista la scarsità e la frammentarietà dei ritrovamenti,
rimane ancora poco chiaro lo schema strutturale delle costruzioni, ma risulta comunque chiara la
complessità e la ricchezza delle utilizzazioni.
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Sicuramente il legname era impiegato sia sottoforma
di tronchi grezzi, sia sottoforma di tavole più o meno sagomate, oppure con pali portanti
parzialmente o perfettamente squadrati.
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È dal XII secolo che materiali e tecniche dell‟architettura cominciarono a modificarsi: si
perfezionarono le tecniche di carpenteria, il legno veniva lavorato e squadrato, si adottarono
strutture di base più robuste. In un secondo tempo iniziarono ad affermarsi materiali più resistenti e
durevoli rispetto a paglia e legno, come la pietra e il laterizio, anche se questo non comportò la
scomparsa di edifici in legno e altri materiali poveri. Infatti ancora nel Duecento e nei secoli
seguenti, soprattutto nei paesi nord-europei, l‟edilizia in legno segnava il paesaggio urbano: veniva
utilizzato per l‟ossatura delle pareti, per gli elementi architettonici accessori, come scale, ballatoi o
tramezzi divisori, e anche per la pavimentazione e le armature dei tetti, per la copertura degli stessi.
Proprio per questo motivo, la legislazione di molte città risalente a quei secoli, proibiva l‟utilizzo
di materiali facilmente infiammabili e invitava a sostituirli con pietra e laterizio, in modo da limitare
il frequente insorgere di incendi che devastavano i centri abitati. Questo comportò una diminuzione
delle costruzioni lignee in area urbana, anche se queste non scomparvero mai del tutto: a Firenze, ad
esempio, abitazioni costruite interamente in questo materiale durarono fino al XV secolo.
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Era frequente anche l‟edilizia mista, in cui si combinavano in modi diversi pietra, mattone e
legno, con un utilizzo frequente di materiali di riuso, abbondanti in un tessuto insediativo in
continuo assestamento.
Gli edifici meno resistenti erano solitamente quelli appartenenti agli strati più poveri della
popolazione, mentre le strutture più solide appartenevano di solito all‟edilizia medio - alta.
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L‟ipotesi, ritenuta valida in passato, di un‟esistenza di aree nettamente diverse nel Medioevo,
cioè di un‟Europa del nord, terra del legno, e una del sud, terra della pietra, oggi è completamente
da rivalutare; infatti sappiamo che coesistettero in certe zone, soprattutto durante il Basso Medioevo,
case in legno e case in pietra, come, ad esempio, nella parte centro-settentrionale dell‟Italia.
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22
Confronta PARENTI 1993, p. 28.
23
Confronta MONNERET DE VILLARD 1920, p. 8.
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Confronta GALETTI 2001.
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Confronta BROGIOLO 2008.
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Confronta GALETTI 2001.