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Introduzione
In questo elaborato verranno presentati i dati ed i risultati relativi
all’inchiesta sull’uso dell’italiano e del dialetto a Teggiano, un
piccolo borgo di origine medievale situato ai confini sud- orientali
della provincia di Salerno (Campania).
L’inchiesta si inserisce negli ambiti di studio sia della
sociolinguistica sia della dialettologia, essendo le due materie
strettamente collegate tra di loro. Attraverso la somministrazione
di un questionario ad un campione della cittadinanza teggianese
si cercherà di comprendere quali sono le dinamiche sociali e
linguistiche che la governano. In particolare si tenterà di capire se
all’interno della comunità esistono specifici fenomeni linguistici
quali la diastratia, la diglossia, il bilinguismo. Inoltre si vuole
verificare se la varietà dialettale è ancora la varietà linguistica
principale della comunità o se è già stata soppiantata dall’italiano.
Non esistono molti studi analoghi sulle varietà dialettali
meridionali e, proprio per questo motivo, si è ritenuto opportuno
intraprendere questa ricerca. Essendo l’inchiesta di carattere
individuale, il campione è proporzionato alla mole di lavoro che
un unico ricercatore è in grado svolgere.
Passando alla presentazione dei capitoli, nel primo verrà illustrata
la metodologia che è stata adottata per condurre l’inchiesta. Il
capitolo è diviso in tre paragrafi: il primo ha come argomento il
questionario somministrato alla popolazione; ne vengono
presentata la struttura e le sezioni in cui è diviso. Nel secondo
verranno esposti i criteri adottati per selezionare il campione.
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L’ultimo paragrafo, infine, contiene un resoconto di come, dove e
quando è stato somministrato il questionario agli intervistati.
Nel secondo capitolo si entra nel pieno dell’inchiesta con l’analisi
delle diverse varietà linguistiche presenti nella comunità.
Mediante l’ausilio di tabelle riassuntive, verranno presentate le
percentuali relative alle risposte date dagli intervistati ai quesiti. Il
capitolo è diviso in sei paragrafi (la lingua dell’infanzia, le varietà
linguistiche utilizzate generalmente, gli usi linguistici in famiglia,
le varietà linguistiche utilizzate negli uffici pubblici, le varietà
linguistiche utilizzate in ambito lavorativo e in ambito scolastico,
le varietà linguistiche utilizzate in contesti ricreativi) in ognuno
dei quali vengono commentati i dati relativi l’impiego del dialetto
e dell’italiano nei diversi contesti comunicativi.
Nel terzo capitolo si parla del punto di vista della comunità
relativo alle varietà linguistiche presenti al suo interno. Nei tre
paragrafi, arricchiti dai commenti degli intervistati, vengono
esaminate le motivazioni d’uso, la valutazione della competenza e
i giudizi linguistici che ognuno dei membri del campione ha in
merito al dialetto e all’italiano.
A chiusura dell’elaborato sono presentate le conclusioni a cui si è
arrivati alla fine dell’inchiesta. Si cercherà di dare risposta alle
domande proposte in questa introduzione e a tutte le eventuali
perplessità che si presenteranno del corso dell’esposizione di
questo studio.
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Dopo questa breve introduzione, passiamo al primo capitolo
relativo all’analisi della metodologia scelta per la conduzione di
dell’inchiesta.
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Capitolo primo: Metodologia della ricerca
In questo capitolo analizzeremo la metodologia con cui è stato
somministrato il questionario ai Teggianesi. esamineremo il
questionario in tutti i suoi punti, descrivendone le sezioni.
Esaminato il questionario passeremo ai criteri di scelta secondo
cui è stato selezionato il campione degli intervistati e alle relative
motivazioni.
Nell’ultimo paragrafo di questo capitolo osserveremo la modalità
in cui è stato somministrato il questionario al campione; più
precisamente osserveremo dove, come e quando sono state
condotte le interviste. Particolare attenzione sarà rivolta alla
varietà linguistica impiegata dall’intervistatore durante la
somministrazione dei questionari; infatti questa inchiesta offre
interessanti spunti di riflessione sin dall’inizio e cioè dal codice
linguistico impiegato nell’inchiesta.
1.1: Il questionario.
Il questionario somministrato agli intervistati è stato scelto oltre
che per la sua specificità, per la sua semplicità. Infatti le
domande sono costruite in modo da essere facilmente comprese
dall’intervistato e si prestano ad eventuali integrazioni e
commenti da parte dell’intervistatore durante l’intervista.
Il questionario scelto per questa inchiesta è stato messo a punto
nell’ambito dell’insegnamento di sociolinguistica nella Facoltà di
Lettere e Filosofia (Università di Bologna).
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Vista l’affidabilità dello strumento di ricerca, si è deciso di
utilizzarlo anche per l’inchiesta sull’uso del dialetto e dell’italiano
a Teggiano.
Il questionario è diviso in sette sezioni: la prima riguarda i dati
sociografici, la seconda l’esposizione ai mass media e i consumi
culturali, la terza la lingua materna, la quarta gli usi linguistici, la
quinta le motivazioni d’uso, la sesta la valutazione della
competenza e la settima i giudizi linguistici.
Nella prima sezione vengono chiesti agli intervistati una serie di
dati sociografici che risulteranno molto importanti quando il
campione verrà diviso seguendo dei parametri ben precisi (nel
nostro caso, sesso, età e professione).
Il questionario è assolutamente anonimo anche se sono presenti i
dati anagrafici degli intervistati. La presenza dei dati anagrafici ha
suscitato delle perplessità tra alcuni intervistati; essendo Teggiano
un comune molto piccolo, la pubblicazione di tali dati, anche se in
forma anonima, avrebbe potuto creare dei problemi di privacy.
Infatti, in un paese dove “tutti conoscono tutti”, è facile risalire
alla persona che ha partecipato all’inchiesta dalla professione o
dalla data e luogo di nascita. Per ovviare a questo problema,
durante l’esposizione e il commento dei dati non saranno fornite
informazioni dettagliate sull’età dei parlanti ma verranno
direttamente raggruppati in fasce d’età.
Tornando alla prima sezione del questionario, oltre ai dati
anagrafici, ai volontari sono state chieste delle informazioni sulla
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propria famiglia, sugli studi effettuati e sulla attività lavorativa
svolta.
Nelle domande sulla famiglia veniva chiesto all’intervistato il
luogo di nascita del padre, della madre e della moglie (o del
marito) (in alternativa, del convivente o della convivente). Inoltre
è stato chiesto anche dove, e per quanto tempo, hanno vissuto il
padre, la madre, la moglie (o il marito) o la convivente (o il
convivente) dell’intervistato.
La seconda sezione è dedicata all’esposizione ai mass-media e ai
consumi culturali. È stato domandato ai volontari per quanto
tempo guardassero la televisione sia nei giorni feriali sia nei
giorni festivi e quali programmi preferissero.
Oltre alle domande sulla televisione è stato chiesto se ascoltassero
la radio e, se sì, che genere di programmi.
È stato domandato anche se andassero al cinema e, in caso di
risposta affermativa, quali fossero i loro film preferiti.
Venendo alla carta stampata, è stato chiesto ai volontari se
leggessero quotidiani d’informazione, quotidiani sportive, riviste,
fumetti, fotoromanzi e libri. Inoltre è stato domandato, in caso di
risposta affermativa, quanti libri leggessero in un anno.
L’ultima domanda della seconda sezione riguardava l’uso del
computer; più precisamente è stato chiesto di descrivere le proprie
competenze in materia, ad esempio sulla navigazione in internet o
sulla frequentazione dei social network.
Da questa domanda sono emerse delle risposte degne di
attenzione: tutti gli intervistati guardano mediamente la
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televisione per tre ore al giorno nei giorni feriali, per due ore nei
giorni festivi.
La radio è ascoltata da tutti gli intervistati per molte ore al giorno
a casa, in macchina e al lavoro (in stereodiffusione)e i programmi
preferiti sono di genere musicale; risultano poco amati i
radiogiornali e i programmi di intrattenimento.
I due terzi dei volontari hanno affermato di andare al cinema di
tanto in tanto e di preferire i film comici ai film d’amore o
d’azione.
A quasi tutti gli intervistati piace leggere; gli uomini preferiscono
leggere i quotidiani sportivi e, come le donne, i quotidiani
d’informazione. Inoltre le donne risultano essere delle lettrici più
attive; i loro interessi spaziano dai libri d’amore ai romanzi, dai
fotoromanzi alle riviste. I giovani invece preferiscono leggere le
riviste giovanili e i quotidiani sportivi. Il libri sembrano essere
poco apprezzati dalle nuove generazioni; infatti gli unici testi che
affermano di leggere con assiduità sono i libri di testo delle scuole
superiori o dell’università. Solo una studentessa ha affermato di
leggere romanzi classici e d’amore.
Per quanto riguarda le abilità informatiche, meno della metà dei
volontari è capace di usare il computer in modo soddisfacente.
Sono pochi coloro che navigano in internet regolarmente e
pochissimi quelli che frequentano i social network. Come
prevedibile, i più abili nell’uso del computer sono i giovani,
mentre gli intervistati appartenenti alle generazioni più mature,
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indipendentemente dalla loro professione, hanno grosse difficoltà
con il mezzo informatico.
Le motivazioni dello scarso utilizzo di internet da parte dei
giovani vanno ricercate nelle “infrastrutture informatiche” di
Teggiano, che risultano essere molto scadenti; infatti non esistono
né linee a fibra ottica né linee ADSL, così che l’accesso ad
internet risulta lento e difficoltoso.
Nella terza sezione vengono chieste ai volontari informazioni
sulla varietà linguistica adoperata nella propria infanzia; più
precisamente è stato domandato agli intervistati con quale varietà
linguistica hanno iniziato a parlare nella propria infanzia e a che
età hanno avuto i primi contatti con l’italiano e con il dialetto.
Inoltre è stato anche chiesto in quali situazioni comunicative
questo contatto è avvenuto (scuola, famiglia, amici, lavoro, mass-
media). Anticipando alcuni risultati relativi a queste domande, gli
intervistati hanno risposto allo stesso modo: per tutti i primi
contatti con il dialetto si sono avuti sin dalla nascita, mentre quelli
con l’italiano, mediamente, non prima dei sei anni d’età.
Le situazioni comunicative in cui hanno cominciato ad usare il
dialetto sono la famiglia e gli amici.
I primi contatti con l’italiano si sono avuti o a scuola o nelle
occasioni di lavoro. Sin dalle prime risposte si intuisce quanto sia
importate il dialetto nelle dinamiche sociali teggianesi, essendo la
prima varietà linguistica con cui gli intervistati vengono a
contatto.
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Nella quarta sezione viene chiesto agli intervistati di parlare dei
propri usi linguistici. Le domande, dopo quella iniziale sulla
varietà linguistica adoperate solitamente vertevano sui codici
linguistici impiegati in precisi contesti linguistici: il contesto
familiare, extra familiare (negli uffici pubblici, a scuola),
lavorativo (con i colleghi, con i superiori e con i clienti) e
ricreativo (al bar, con gli amici e con i conoscenti).
Le domande della quinta sezione vertevano sulle motivazioni
d’uso; veniva chiesto agli intervistati il perché impiegassero il
dialetto o l’italiano. Per la risposta avevano a disposizione diverse
opzioni con l’aggiunta di una opzione generica (“altri motivi”), se
quelle presenti non fossero state sufficienti. Inoltre, in questa
sezione, erano ammissibili più risposte.
Nella sesta sezione gli intervistati erano spinti ad “auto-valutare”
la propria competenza linguistica sia dell’ italiano sia del dialetto.
In questa sezione, come nelle altre, molti intervistati hanno voluto
motivare le proprie risposte attraverso dei commenti che sono
stati trascritti su un taccuino dall’intervistatore.
Nella settima e ultima sezione del questionario gli intervistarti
hanno espresso i propri giudizi sia sul dialetto sia sull’italiano.
Anche in questa sezione non sono mancati i commenti da parte
degli intervistati. Inoltre alcune delle domande di questa sezione,
come vedremo in seguito, ci mostrano quali sono i livelli
d’impiego del dialetto e dell’italiano da parte del campione.
Queste domande sono costruite in modo da suscitare una reazione