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Introduzione
La tesi che segue ha ad oggetto: L’Ospedale Pediatrico Bambino
Gesø.
Nella mia trattazione, affronterò la disamina dell’ente ospedaliero
nel modo seguente:
1.nel primo capitolo, affronto la tematica da un punto di vista
cronologico e storico, attraverso un susseguirsi di eventi mettendo in
evidenza i momenti piø salienti e che riprenderò nei paragrafi e capitoli
successivi;
2.nel secondo capitolo, doverosamente, espongo le fonti storiche e di
conseguenza le fonti giuridiche, spiegando il significato esatto di alcune
parole chiavi che permetteranno una lettura ed una comprensione maggiore;
3.nel terzo capitolo, inoltre, esamino L’Ospedale in quanto ente
ecclesiastico, integrando la trattazione con delle considerazioni di autorevoli
autori;
4.nel paragrafo conclusivo, procedo ad un sunto di quanto esposto
facendo delle considerazioni.
Fondamentalmente, essendo l’argomento così vasto, ho avuto la
possibilità, attraverso uno studio completo, di apprezzarne le varie
sfaccettature e caratteristiche.
Solo analizzandolo in toto, se ne può apprezzare la sua unicità.
La letteratura presente riguardante l’argomento è piuttosto vasta ma
per lo piø incentrata e ricadente nell’ambito sanitario, piuttosto che
nell’ambito giuridico.
La trattazione dell’Ospedale Bambino Gesø è spesso e volentieri,
ovviamente, legata alla santa Sede.
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Di conseguenza, vi erano rimandi frequenti ad esso piuttosto che
all’Ospedale in sØ.
Per la maggior parte, i testi di Rossana Ruggiero e Andrea
Casavecchia, mi hanno permesso di avere e comprendere un panorama
completo sull’argomento e che mi hanno dato la possibilità di partire da basi
solide per poi approfondire l’argomento con altre pubblicazioni e testi.
La motivazione che mi ha spinto a scegliere questo argomento è stata
ampiamente descritta nella prefazione.
Spinta da motivazioni di carattere personale, ho proseguito il mio
studio con grande interesse.
Gli obiettivi del mio lavoro, risiedono fondamentalmente nel
raggruppare tutta la disciplina relativa all’Ospedale Bambino Gesø, dal
punto di vista giuridico, in quanto essendo un ente ospedaliero, le fonti e le
considerazioni piø frequenti reperibili sono di carattere medico sanitario.
Iniziamo, quindi la nostra disamina dalle origini, dai primi passi
compiuti che dimostrano già quanto il cammino dell’ospedale stesso sia
connotato da valori legati alla fede cristiana.
Questa caratteristiche, sarà sempre presente e ridondante.
Nonostante le difficoltà del tempo, legate soprattutto alla povertà, il
cammino del nosocomio non si è mai fermato, probabilmente spinto,
protetto e benedetto nel suo cammino.
L’apertura anche di altre sedi, attraverso le donazioni delle famiglie
piø ricche hanno di certo contribuito in modo fondamentale nel far
accrescere la fama del nosocomio.
E dopo un percorso piø o meno fortunato, portato avanti con
difficoltà, si giunge all’evento storico determinante: i Patti Lateranensi, che
hanno cambiato il volto dell’Ospedale.
Dopo tale momento, il percorso dell’Ente segue la strada della
specializzazione medica, acquistando e crescendo nella specializzazione
della disciplina pediatrica.
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L’incessante corsa verso la ricerca e lo studio gli hanno permesso di
essere riconosciuto Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico
(IRCCS), l’accreditamento alla Joint Commission International gli hanno
permesso di raggiungere l’accezione di Centro di Eccellenza a livello
Nazionale.
Ora scopriremo il modo e i motivi che hanno portato fino a ciò.
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1.1 Le origini: Un sogno che inizia da un dono
1
Le origini dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesu’ discendono da
un dono.
2
La nascita dell’idea e della sua creazione risalgono a piø di
centocinquanta anni fa, dall’intuizione di una donna e mamma di grande
intelligenza, cultura e fede, vissuta nella stagione del cattolicesimo sociale:
La duchessa Arabella Fitz-James Salviati.
Profondamente colpita dall’esperienza dei bambini malati,
soprattutto i piø poveri, privi di cure o ricoverati negli ospedali insieme agli
adulti in condizioni di promiscuità e senza alcuna particolare cura, ella sentì
crescere in sè il desiderio di voler realizzare un luogo di ricovero per curare
i piccoli infermi, memore di ciò a cui aveva assistito a Parigi e
nell’Ospedale San Giacomo.
L’inizio della realizzazione di questo sogno fu resa possibile
dall’idea del marito della Duchessa, il Duca Scipione Salviati Borghese, che
in occasione del compleanno della Duchessa, il 25 Febbraio 1869, suggerì ai
figli di donarle un dindarolo in terracotta, che custodiva i loro piccoli
risparmi.
Tale salvadanaio, tutt’oggi custodito nella sede di Sant’Onofrio
dell’Ospedale Bambino Gesø, rappresenta un simbolo, non solo delle origini
dell’ospedale ma anche e soprattutto di un’opera di misericordia e di pratica
religiosa trasformatasi in un’opera di carità e solidarietà, dedicata alla cura
dei malati in un luogo dignitoso ed un’attenzione dedicata.
Tale trasformazione e ratio sarà il fondamento della missione della
Duchessa e conferirà una connotazione specifica al percorso storico
dell’Ospedale.
1
CASAVECCHIA ANDREA, L’Ospedale dei Bambini, 1869-2019,Una storia che guarda
al futuro, Milano, Rizzoli, 2020.
2
.Dal sito web ufficiale, Ospedale Pediatrico Bambino Gesu’,La Storia, 2020.
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1.2 I Primi passi
Ricevuto il suo regalo ed entusiasta dell’idea, la Duchessa Salviati,
non perse tempo e passò immediatamente all’azione mobilitando e
scrivendo a potenziali donatari che volessero e potessero abbracciare il suo
progetto.
Trovati nobili benefattori e l’aiuto delle Figlie di Carità di San
Vincenzo de’ Paoli, cui fu affidata la direzione del complesso vista
l’esperienza pregressa nelle opere sanitarie, scrisse a papa Pio IX per
chiederne l’assenso alla realizzazione, nonchØ di prendere il nome di
“Bambino Gesø”.
Il 15 Marzo 1869, il permesso di Pio IX fu concesso con queste
parole: “Dio benedica il buon pensiero, lo consolidi e perfezioni”.
3
Le poche righe autografe rappresentano la testimonianza della
vicinanza dei pontefici all’ospedale e dell’interesse immediatamente
riscosso dall’iniziativa, che rappresentò un segno della carità della città di
Roma, allora capitale dello Stato Pontificio.
Interessante e simbolico fu il giorno di apertura ufficiale del
Bambino Gesø: il 19 marzo 1869, giorno in cui nella religione cristiana si
celebra San Giuseppe, il padre di famiglia che contribuisce alla crescita dei
figli e rinnova la vicinanza alla donna, proprio in omaggio alla Sacra
Famiglia ma anche modello di pietà e devozione per tutti i fedeli.
3
CASAVECCHIA ANDREA, L’Ospedale dei Bambini, 1869-2019,Una storia che guarda
al futuro, Milano, Rizzoli, 2020, pag.23.
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1.3 Il contesto sociale e storico dell’epoca. L’importanza della missione.
4
Nella seconda metà dell’ottocento, l’Italia in cui nacque l’Ospedale
Bambino Gesø, era un paese che si adeguò in ritardo all’assistenza sanitaria
dei bambini rispetto al resto dell’Europa.
Esistevano già in quegli anni, in ordine cronologico: l’Hospital des
Enfants Malades ( a Parigi), l’Ospedale Infantile San Nicolò della
Pietroburgo zarista, l’Ospedale Pediatrico Sant’Anna di Vienna, l’Ospedale
Elisabetta di Berlino e il F.F. Sick Children di Londra.
Oltre che negli ospedali, i bambini trovavano ristoro nelle cure anche
negli ambulatori, primo fra tutti fu l’Ambulatorio fondato da George
Armstrong a Londra, il che rappresentò il riconoscimento di una dignità
specifica ai bambini rispetto agli anni precedenti.
5
Da qui in poi, ci fu un’attenzione particolare nei loro confronti dal
punto di vista educativo.
Era prassi consolidata che la cura dei bambini fosse affidata alle
famiglie, in particolar modo alla saggezza popolare delle donne attraverso
l’uso di rimedi semplici e antichi che per la maggior parte sfociavano in
suppliche e preghiere quando le condizioni fisiche si aggravavano.
Il medico era visto con diffidenza e considerato un rimedio in
extremis e a cui ricorrere allorquando le condizioni dei fanciulli erano
critiche ed irrecuperabili.
A far da padroni, poi, erano le condizioni precarietà in cui versavano
la maggior parte delle famiglie dell’epoca: miseria, carenze alimentari ed
ignoranza sulle misure igienico-sanitarie.
4
CASAVECCHIA ANDREA, L’Ospedale dei Bambini, 1869-2019,Una storia che guarda
al futuro, Milano, Rizzoli, 2020, pagg.19-24.
5
CASAVECCHIA ANDREA, L’Ospedale dei Bambini, 1869-2019,Una storia che guarda
al futuro, Milano, Rizzoli, 2020,pag.25.
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La mortalità infantile era rilevante: quasi 250 nel 1886 rassegnandosi
al fatto che fosse una evenienza inevitabile e comune.
6
Tutti questi fattori, portavano inevitabilmente allo sviluppo del
lavoro minorile che solo con la Legge Berti del 1886, fu anche se solo in
parte, disciplinato.
Tutto ciò anzidetto, acquista maggior valore se si pone l’attenzione
su dati statistici, mostrando come in quegli anni, le ragioni di mortalità
perinatale e neonatale erano associate a: basso peso, infezioni, mancanza di
adeguata assistenza al parto, morbillo, pertosse, infezioni gastroenteriche,
infezioni di bronchi e polmoni. Inizialmente, l’offerta assistenziale sociale
era nei confronti dei neonati abbandonati, definita come “la cura degli
esposti”.
Piø tardi si istituirono i “medici condotti”, dipendenti delle
amministrazioni comunali e che avevano il compito di fornire prestazioni
mediche ai piø poveri gratuitamente.
Ovviamente, non era ancora abbastanza poichØ in caso di ricovero, i
bambini al di sotto dei 4 anni, venivano respinti dagli ospedali.
L’ospedale Bambino Gesø, rispose e supplì a questa carenza,
accogliendo in sØ tali casi che rappresentavano l’eccezione rispetto a ciò che
era organizzato e statuito in quegli anni dalle amministrazioni al livello
assistenziale.
E’ chiaro che fin da subito, la missione dell’O.P.B.G, rappresentò la
risposta ad un urgenza sociale precedentemente ignorata e di fondamentale e
vitale importanza collettiva.
6
ROBERTO BURGIO GIUSEPPE, Articolo “Bambini e adolescenti nei 150 anni dalla
unificazione del regno D’Italia. Un profilo sociale e pediatrico”, pagg 12-13
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1.4 L’Apertura dell’Ospedale Bambino Gesø.
7
19 Marzo 1869, nel Rione Regola in una stanza di un locale in Via
delle Zoccolette (via che prese il nome dalle calzature che indossavano le
bambine ospitate nell’orfanotrofio limitrofo dei SS.Crescenzo e
Crescentino
8
), nel cuore della città di Roma ma in una delle zone piø povere
dell’epoca, nasce l’Ospedale Bambino Gesø, primo ospedale pediatrico
d’Italia.
Quel giorno erano pronti 4 lettini per accogliere Maria ed Elvira di
undici anni e Maria e Loretta rispettivamente di otto e sette anni, affette da
scrofola, una malattia diffusa dell’epoca.
4 suore dell’ordine religioso delle Figlie di Carità, gestivano
l’ospedale insieme ad una madre superiora che gestiva le comunicazioni con
l’amministrazione e due medici primari, un medico chirurgo, due infermiere
ed un portiere con compiti di manutentore.
Il 20 settembre 1870 si inaugura la prima sala chirurgica pediatrica,
che collezionò diversi successi rientranti in piedi torti, labbri leporini, suture
da fratture ecc.
Con il primo regolamento, fu formalizzata ancor di piø la missione
precisa, ovvero di curare le malattie dell’infanzia, offrendo anche
un’istruzione religiosa ed allestendo un ambulatorio per dare assistenza alle
famiglie della zona, particolarmente umili.
1.5 Il percorso ed il sostegno della Chiesa.
Il percorso e l’evoluzione continua, nonostante lo stesso giorno in
cui fu inaugurata la sala chirurgica pediatrica ci fu un importante evento
7
CASAVECCHIA ANDREA, L’Ospedale dei Bambini, 1869-2019,Una storia che guarda
al futuro, Milano, Rizzoli, 2020, pag.27.
8
RUGGIERO ROSSANA, Il Bambino Gesø.Un Unicum nel Panorama della Sanità. La
natura giuridica dell’Ospedale, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2019,pag.15
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storico: la presa di Roma che sancì l’annessione di Roma al regno D’Italia
decretando la fine dello Stato Pontificio quale entità storico politica.
Fu un momento di profonda rivoluzione nella gestione del potere
temporale dei papi, ma questo non bastò a fermare la Chiesa nell’aiutare la
Duchessa Salviati nel perseguire il suo obiettivo, anzi, la struttura originaria
si ingrandì grazie anche all’aiuto dei contributi di cardinali, prelati e di Papa
Leone XIII, versati a favore della continuazione dell’opera.
Le raccolte di donazioni furono organizzate anche nelle parrocchie e
la fondatrice sollecitò le famiglie nobili di sua conoscenza.
L’emergenza sociale le impose di non arrestarsi, proprio perchØ
sfortunatamente l’assistenza sanitaria non era considerata un diritto da
garantire ai cittadini ma una carità concessa.
9
A seguito dell’inondazione del 1870 e del nuovo piano regolatore del
1882, gli stabili del Rione Regola di Roma sarebbero stati abbattuti e
confiscati, decidendo così di trasferire i piccoli malati presso la struttura del
Convento di Sant’Onofrio al Gianicolo”.
1.6 La nuova sede del Gianicolo a Roma e il nuovo polo di Santa Marinella
Il trasferimento
10
presso la nuova sede del Gianicolo avvenne il 20
gennaio 1889, a causa del nuovo piano urbanistico che previde la
costruzione degli argini del Tevere per preservare la nuova capitale del
regno d'Italia dalle inondazioni.
11
Nei primi anni del ‘900, esattamente il 23 febbraio del 1903, la
fondatrice Arabella Salviati morì passando il testimone alla figlia Maria, che
proseguì la missione con passione e zelo.
9
CASAVECCHIA ANDREA, L’Ospedale dei Bambini, 1869-2019,Una storia che guarda
al futuro, Milano, Rizzoli, 2020, pag.39.
10
CASAVECCHIA ANDREA, L’Ospedale dei Bambini, 1869-2019,Una storia che
guarda al futuro, Milano, Rizzoli, 2020, pag.43.
11
Dal sito web ufficiale, Ospedale Pediatrico Bambino Gesu’,La Storia, 2020.