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Introduzione
L’organizzazione aziendale rappresenta il corpus di analisi e
metodologie gestionali che garantiscono il funzionamento ottimale di
un’impresa all’interno del contesto economico e sociale in cui si trova ad
operare. Tale disciplina diviene ancor più decisiva nel panorama
competitivo odierno, in cui ai classici criteri di efficacia ed efficienza si
affiancano sempre più insistentemente le istanze di evoluzione ed
innovazione che le aziende sono costrette a soddisfare per assicurare la
propria sostenibilità nel tempo. Questa tesi è articolata in tre capitoli
incentrati sull’organizzazione aziendale innovativa che trova nelle startup
la sua massima espressione.
Il primo capitolo offrirà una panoramica storica riguardante
l’evoluzione dell’organizzazione aziendale, analizzando gli sviluppi
strettamente legati alle rivoluzioni industriali: la prima, tra il 1760 e il 1840,
di tipo meccanico; la seconda, di fine Ottocento e primi decenni del
Novecento, che favorisce la produzione di massa, con l’affermarsi della
catena di montaggio; la terza, digitale o informatica, in quanto
determinata dallo sviluppo dei semiconduttori, dispositivi di elaborazione
ad alto livello, i cosiddetti mainframe computer negli anni ’60, del
personal computer negli anni ’70 e ’80 e della diffusione della rete internet
negli anni ’90, e che rappresenta le fondamenta di una quarta rivoluzione
industriale, che segna l’era delle energie rinnovabili, delle
nanotecnologie, dell’informatica quantistica e della biotecnologia. Questo
primo capitolo porrà l’accento su come l’organizzazione aziendale e la
sua disciplina si siano evolute in modo parallelo e continuo rispetto alla
società e al contesto economico, sociale e culturale di riferimento, si
analizzerà lo scenario economico e sociale del nuovo millennio, delineato
dall’incessante e costante progresso tecnologico, che ha creato la
necessita di una revisione organizzativa secondo un approccio teso
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all’innovazione al fine di rendere l’azienda competitiva e vincente sul
mercato, in quest’ottica aumenta l’importanza della cooperazione, del
capitale umano e parallelamente della conoscenza e della sua
circolazione.
Nel secondo capitolo si delineeranno più nel dettaglio le
caratteristiche di un’organizzazione innovativa soffermandosi
sull’importanza del ruolo del manager nel coinvolgimento e
addestramento del personale; verrà posta l’attenzione sull’importanza
della leadership non solo nella creazione di un clima creativo, ma anche
nella risoluzione dei conflitti.
Il terzo capitolo descriverà il fenomeno americano delle startup
innovative e come si è invece sviluppato in Italia partendo dalla
definizione contenuta nell’art.25 del decreto legge 18 ottobre 2012, n.179
(noto come decreto crescita bis), che ha stabilito i requisiti fondamentali
che deve avere un’impresa italiana per definirsi startup innovativa e del
perché si differenzia da una PMI innovativa.
Particolare attenzione sarà data al requisito fondante sul quale si
poggia l’intera impalcatura della startup innovativa, ossia la business
idea o value proposition, che ha come oggetto la produzione e la
commercializzazione di prodotti e servizi innovativi ad alto valore
tecnologico e attorno al quale ruotano i 9 elementi del Business Model
Canvas, una metodologia originale e innovativa che viene utilizzata in
fase di creazione e sviluppo di un idea per passare da un’idea intuitiva a
un’idea più strutturata, attraverso questo business design e i suoi 9
elementi costitutivi viene rappresentato il modo in cui l’azienda riesce a
generare e a distribuire valore. In fine verrà posta l’attenzione sul team
di una startup innovativa, le sue competenze altamente specializzate e
distribuite in ruoli strategici; infatti, come è ben noto nessuna impresa
nasce e prospera grazie al singolo individuo, ma necessita dell’appoggio
di un gruppo coeso, che può fare la differenza nello sviluppo e
nell’implementazione dell’idea di business. Saranno inoltre illustrate le
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principali fasi di sviluppo di una startup innovativa, evidenziando infine
anche gli aspetti riguardanti la struttura finanziaria, con tutti i soggetti che
possono essere coinvolti in diversi momenti nel nuovo progetto d’impresa
(business angels, venture capitalist, gli incubatori, gli acceleratori
d’impresa e crowdfunding).
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Capitolo 1 Evoluzione storica delle teorie organizzative
1.1 L’organizzazione aziendale
“Una Organizzazione è un insieme sociale strutturato in parti,
intenzionalmente ordinato e diretto all’ottenimento di un preciso fine,
quello del soggetto (persona fisica o giuridica) che ne ha il controllo.
Trattasi, quindi, non tanto di un aggregato informe, di un’accolta di
elementi, quanto invece di un sottosistema del più vasto sistema della
società, ove ordine, finalizzazione e consapevole orientamento
prevalgono.”
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L’organizzazione aziendale analizza pertanto le combinazioni
economicamente più convenienti del lavoro umano e dei beni disponibili,
con l’obiettivo principale di individuare la combinazione dei fattori di
produzione più efficace ed efficiente, ossia capace di raggiungere un
determinato obiettivo impiegando il minor numero possibile di risorse.
Le risorse umane sono organizzate secondo una dimensione
verticale (la gerarchia), dove pochi comandano su molti e orizzontale,
intesa come divisione del lavoro. La gerarchia viene tradizionalmente
rappresentata attraverso “la piramide aziendale”, dove alla base troviamo
il nucleo operativo, che ha poca autonomia ed ha il compito di eseguire
ciò che gli viene imposto dalla linea intermedia per la produzione di beni
e servizi; la linea intermedia riceve a sua volta ordini dal vertice strategico
al cui culmine spicca la figura dell’Imprenditore. Il gruppo imprenditoriale
può essere rappresentato in una piccola impresa da una sola persona,
in generale il maggior azionista. Nella grande impresa esso include un
alto numero di dirigenti, i grandi azionisti e i grandi finanziatori, i quali,
pur essendo esterni all’organizzazione, possono condizionare le
decisioni più importanti, che sono critiche per la sopravvivenza
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R. CAFFERATA, Organizzazione e direzione aziendale, Roma, Aracne, 2005, p.2
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dell’impresa. Come approfondiremo più avanti, per assicurare la
continuità aziendale, non è sufficiente che l’azienda sia semplicemente
gestita e amministrata, sia pure con la massima competenza, se non si
trasforma continuamente e non si adatta a nuovi compiti e a nuove
situazioni, perde col tempo la sua competitività ed è destinata a
scomparire.
Le risorse materiali dell’impresa trovano il loro principale impiego
nel processo di produzione, ovvero in quell’insieme di attività integrate e
coordinate tra loro mediante le quali le imprese utilizzano i diversi fattori
produttivi a disposizione per effettuare la trasformazione materiale dei
beni o per trasferire gli stessi nel tempo e nello spazio, con lo scopo di
ottenere prodotti idonei a essere offerti sul mercato secondo le esigenze
dei consumatori. Essa rappresenta pertanto il nucleo vitale attorno al
quale è incentrato lo sviluppo del sistema impresa, pur non esaurendolo
completamente, in quanto esso necessita di numerose altre attività che
gravitano attorno alla trasformazione produttiva, senza le quali la
produzione non potrebbe procedere (attività finanziarie, di marketing,
logistiche, di ricerca, ecc.) ed in particolare modo l’organizzazione delle
risorse umane.
Per cercare di comprendere le caratteristiche delle modalità di
produzione e organizzazione dell’impresa odierna è importante
osservare le diverse fasi evolutive che, dall’inizio della Rivoluzione
Industriale ad oggi, hanno interessato gli sforzi compiuti dall’uomo per
incrementare la produttività del suo lavoro nelle differenti condizioni
ambientali in cui si trova.
1.2 L’organizzazione aziendale nelle prime fasi della “Rivoluzione
Industriale”
Gli storici dell’economia hanno individuato diverse fasi di
rivoluzione industriale caratterizzate da innovazioni tecniche specifiche.
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La “Prima Rivoluzione Industriale” ebbe inizio intorno al 1770 in Gran
Bretagna ed è conosciuta come l’epoca del ferro, del cotone, del vapore
e delle ferrovie, dell’affermazione del sistema di fabbrica, del capitalismo
personale, incentrato sulla figura dell’imprenditore individuale, e del
disgregamento delle istituzioni preindustriali. Il simbolo per eccellenza di
questa fase fu la macchina a vapore che, convertendo calore in lavoro,
mise a disposizione dell’uomo una nuova e quasi illimitata provvista di
energia.
Mentre fino al XVIII secolo il sistema manifatturiero era quasi
esclusivamente caratterizzato dalla figura dell’artigiano, le innovazioni
tecnologiche resero possibile un profondo cambiamento
dell’organizzazione della produzione, ossia la concentrazione dei
lavoratori e dei macchinari in uno stesso luogo, così da facilitare la
sorveglianza e imporre una certa disciplina. Il fattore tecnologico fu
importante soprattutto nel settore tessile e in quello metallurgico dove la
necessità di disporre di un’unica fonte di energia termica o idraulica
permise lo sviluppo di unità produttive di grosse dimensioni. Un sistema
di produzione centralizzato consentiva agli imprenditori di realizzare quei
sostanziali guadagni di efficienza necessari a rispondere alla rapida
espansione dei mercati e di migliorare il coordinamento tra le varie fasi
di produzione.
Non meno importante fu il contributo che il nuovo sistema fornì
agli imprenditori nel controllare e disciplinare più efficacemente i
lavoratori, sia riducendo le appropriazioni di materie prime tipiche delle
precedenti industrie a domicilio, sia sorvegliando da vicino l’intensità e la
regolarità del lavoro prestato e la qualità degli articoli prodotti.
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Il sistema di fabbrica stimolò l’emergere della nuova figura
dell’imprenditore-proprietario che era responsabile sia delle decisioni
strategiche dell’impresa sia di quelle più direttamente operative, nelle
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S. BATTILOSSI, Le Rivoluzioni Industriali, Roma, Carocci, 2002