2
lo sviluppo ed il cambiamento dell’insieme di riferimento hanno fatto sì
che gli operatori possano oggi confrontarsi e proporsi con diversi segmenti,
ciascuno con proprie esigenze, non limitando più, pertanto, il proprio
tentativo di penetrazione alla sola nicchia di “fruitori benestanti e con
molto tempo libero a disposizione”
1
.
Il settore crocieristico inoltre, come gli altri rientranti nell’ambito delle
attività connesse con il “fenomeno turismo”, sta subendo sempre di più gli
effetti delle nuove tecnologie informatiche e di telecomunicazione, che
stanno accelerando i processi di internazionalizzazione e globalizzazione
di questo comparto.
Il settore crocieristico si presenta quindi come un comparto molto giovane
e dinamico. I processi di cambiamento, sia per quanto riguarda le
preferenze della domanda che per le forme di organizzazione dell’offerta,
si susseguono continuamente, determinando un settore alla continua ricerca
di un proprio equilibrio dinamico. I suddetti processi di cambiamento, in
maniera particolare i processi di concentrazione dell’offerta, hanno portato
oggi ad avere una struttura dell’offerta divisa in due tronconi ben separati.
1
Il riferimento è allo stereotipo del cliente crocerista, che fino ad un po’ di tempo fa veniva
fatto coincidere con la persona benestante, disposta a spendere pur di ricevere un servizio
eccellente, con il risultato di percepire il prodotto crociera con un prodotto di lusso,
elitario; la stessa durata media dei viaggi, spesso superiore ai dieci giorni, contribuiva a
questa selezione naturale dei soggetti di domanda. Oggi, seppur permanga presso alcuni
l’idea della crociera come di una vacanza per pochi, particolarmente costosa, il lavoro
compiuto dalle compagnie di crociera sui costi e sulla comunicazione hanno permesso di
uscire da questa mora finendo con il presentare e classificare tale prodotto come una delle
alternative di vacanza, con differenti livelli di servizio/qualità, accessibile, ed appetibile, a
molti. (Battimani, 2001)
3
Da un lato abbiamo gli operatori che insistono sul mass market,
determinando una fortissima tendenza alla concentrazione e al gigantismo
navale in questo segmento.
Da un’ altra parte abbiamo un segmento di lusso, nel quale operano piccole
imprese che si specializzano in una offerta particolarmente esclusiva,
riuscendo a guadagnare posizioni di riguardo all’interno delle proprie
nicchie ed ottenendo un forte livello di valore aggiunto dalla propria
produzione.
Il prodotto viene comunemente definito come un servizio complesso,
composto da una pluralità di servizi, alcuni considerati come diretti ed altri
come ausiliari ed integrativi. Alla produzione del “prodotto crociera”
concorrono diversi attori che devono essere coordinati tra loro, in modo da
formare una filiera ben consolidata.
Il ruolo di impresa pivot è svolto dall’ impresa crocieristica, che molto
spesso è una impresa che trae origine nel settore del trasporto marittimo e
che entra nel segmento crocieristico per ampliare il proprio raggio
d’azione. L’attività crocieristica nasce quindi dalla decisione degli
operatori trasportistici marittimi di perseguire il proprio trend di sviluppo
operativo, poiché la crescita di concorrenzialità su tutti i mercati spinge
dette imprese a ricercare nuovi ambiti di intervento rispetto al core
business.
Il caso aziendale esaminato in questa trattazione illustra come un’ impresa
affermata nel settore del trasporto marittimo passeggeri, la Andrea Costa,
4
decida di ampliare il proprio raggio d’ azione entrando nel settore
crocieristico. Nasce quindi la Costa Crociere, che gia nel 1997 figurava
come impresa leader della crocieristica nel mediterraneo, sicuramente tra i
maggiori cruise operators al mondo per numero di navi e di passeggeri
trasportati ogni anno, e che negli ultimi anni ha mostrato un ulteriore trend
positivo di sviluppo davvero rilevante.
La presente tesi intende offrire una visione piuttosto accorta delle
dinamiche interne a tale settore, ponendo l’accento sulle modalità di
collaborazione dei diversi attori che operano al suo interno, sui processi di
concentrazione in atto ed anche sugli effetti dell’ utilizzo delle nuove
tecnologie dell’ ICT, che hanno portato un radicale cambiamento non solo
nella produzione del prodotto crociera, ma anche e soprattutto nelle sue
modalità di commercializzazione.
Questa tesi nasce dal forte interesse che hanno da sempre suscitato in me le
attività marittime e l’attività crocieristica in particolare.
5
Capitolo Primo
LA NASCITA DELL’ INDUSTRIA CROCIERISTICA E
LO SVILUPPO DEL MERCATO
1. 1 L’ INDUSTRIA CROCIERISTICA
1.1.1 La nascita e lo sviluppo dell’ industria crocieristica
La nave ha costituito per molti secoli, soprattutto per coprire le grandi
distanze, il mezzo di trasporto per eccellenza. La prima crociera, intesa
come viaggio organizzato via mare ad uso di turisti itineranti, venne
progettata ed organizzata già nella seconda metà dell’ Ottocento,
precisamente nel 1875, da Thomas Cook, e prevedeva, almeno
inizialmente, un viaggio lungo la costa norvegese con puntate all’interno
dei fiordi. In realtà, l’idea di Cook era nata dall’esigenza di coprire i
periodi di inattività delle navi nel business del trasporto passeggeri
piuttosto che per la effettiva volontà di soddisfare una nuova esigenza di
consumo.
Le navi passeggeri di allora, e ciò fino a tutti gli anni sessanta di questo
secolo, erano strutturalmente poco idonee ad un impegno strettamente
turistico. La finalità delle navi maggiori (i cosiddetti transatlantici) era
quella di consentire il trasporto di passeggeri tra le due sponde dell’
oceano, e, in particolar modo, tra l’ Europa e New York..
6 1. La nascita dell’ industria crocieristica e lo sviluppo del mercato
L’ organizzazione e la gestione dell’attività crocieristica: il caso Costa Crociere
Le carenze strutturali della nave, in termini di soddisfacimento della nuova
domanda che andava profilandosi, erano riconducibili ad alcuni fattori
(Costa N. 1992):
ξ l’ esigenza primaria da soddisfare era quella di garantire al
passeggero di arrivare a destinazione nel tempo più breve possibile:
conseguentemente l’ itinerario era diretto, senza scali intermedi, e
percorso alla massima velocità consentita dalle caratteristiche della
singola nave;
ξ la nave era caratterizzata da una rigida divisione in classi dei
passeggeri e degli spazi;
ξ il trattamento a bordo era caratterizzato da una elevata
discriminazione, per cui si passava dalla massima cura del servizio
per i passeggeri, le cabine e i saloni di prima classe a un servizio
limitato e scadente per i passeggeri di terza classe, in massima parte
emigranti che dormivano stipati in grandi cameroni.
Dalla fine della prima guerra mondiale fino agli anni sessanta il
transatlantico ha rappresentato, per i vari Paesi sotto la cui bandiera
solcavano i mari, non solo un mezzo di trasporto essenziale per i traffici
relativi alla propria popolazione, ma anche un simbolo di potere e
prestigio
1
.
1
Si pensi alla famosa contesa transatlantica per la conquista del blue ribbon (nastro azzurro) del
quale potevano ogni anno fregiarsi i transatlantici che detenevano il record della traversata.
(V.D. Flore, 1979)
1. La nascita dell’ industria crocieristica e lo sviluppo del mercato 7
L’ organizzazione e la gestione dell’attività crocieristica: il caso Costa Crociere
Nei primi anni sessanta, tuttavia, il settore del trasporto marittimo entra in
una profonda crisi che obbliga le compagnie a rivedere la tradizionale
concezione delle navi.
Sono soprattutto i collegamenti tra le due sponde dell’ Atlantico a subire la
maggior perdita di passeggeri
2
, causata da un insieme di fattori sociali,
tecnologici ed economici.
La riduzione notevole dei flussi migratori verso le Americhe unitamente
alla comparsa operativa dei grandi aerei quadrigetto che consentivano di
trasvolare l’Atlantico in poche ore sono state le cause principali di questa
profonda crisi.
Contemporaneamente, la chiusura del Canale di Suez costringe le
compagnie a modificare profondamente le tradizionali rotte verso
l’Oriente, organizzandosi per la forzata circumnavigazione del continente
africano per raggiungere mete quali l’Australia e l’Oceano Indiano, con un
aumento dei costi e dei tempi di percorrenza sempre meno accettabili a
fronte del progressivo affermarsi del trasporto aereo di massa.
È proprio in quegli anni che nasce l’industria crocieristica, così come la
intendiamo oggi (figura 1.1).
2
Il traffico via mare tra Europa e Nord America ha raggiunto il suo picco tra il primo e il
secondo decennio del ‘900, e più precisamente nel 1913 toccando quota 2.570.000
passeggeri. Ha successivamente vissuto una fase di crisi a cavallo dei due conflitti mondiali,
per poi riprendersi nell’ immediato dopoguerra, passando da un numero di 637.176
passeggeri, nel 1948, a 1.036.923 nel 1957. Intorno al 1960 però il trasporto via mare entra in
una crisi irreversibile: tra il 1959 e il 1968 il numero di passeggeri passa da 880.000 a
375.000 unità (V.D. Flore, 1979, pag.63 nota 7 e pag.286 nota 39).
8 1. La nascita dell’ industria crocieristica e lo sviluppo del mercato
L’ organizzazione e la gestione dell’attività crocieristica: il caso Costa Crociere
Essa si presenta come il risultato di un complesso processo di
ristrutturazione e riconversione dei vecchi transatlantici unitamente alla
costruzione di alcune nuove navi. In tale processo si determina una
ridefinizione delle posizioni di mercato con l’uscita di alcune compagnie di
trasporto passeggeri e l’avvento di altre. Si afferma di fatto una concezione
della nave di tipo innovativo: essa deve essere adatta a soddisfare un nuovo
bisogno espresso dalle esigenze di una domanda turistica e non solo essere
un mezzo per il trasporto passeggeri. La nave deve essere cioè lo
strumento, l’impianto, la struttura necessaria per ottenere un nuovo
prodotto: la crociera.
A tale scopo le navi perdono la tradizionale distinzione in classi, adottando
una semplice distinzione tra cabine interne (senza oblò) e cabine esterne,
da un lato, e fra cabine dei ponti superiori e quelle dei ponti inferiori,
dall’altro. Gli spazi comuni sono resi accessibili a tutti i passeggeri e
trasformati in locali più comodi ed attraenti; la velocità del viaggio non è
più un fattore primario, mentre acquista importanza la scelta dell’ itinerario
e degli scali intermedi, soprattutto in un’ ottica turistica, in aree
geografiche attrattive come ad esempio il Mediterraneo e i Caraibi
3
.
3
C’è da ricordare che negli anni ’60, che costituiscono un periodo di transizione, vi furono
delle forme di ibridazione delle traversate atlantiche: ad esempio, il Cristoforo Colombo dell’
Italia di Navigazione, pur conservando la ripartizione in classi, aveva adottato un itinerario
per metà tipicamente crocieristico (Trieste, Pireo, Messina, Palermo, Algesiras) prima di
salpare per Halifax e New York. Certamente le fermate nei porti del Mediterraneo avevano
lo scopo di raccogliere viaggiatori per la rotta transatlantica, ma si prestava anche ad un
viaggio limitato alle Colonne d’Ercole.
1. La nascita dell’ industria crocieristica e lo sviluppo del mercato 9
L’ organizzazione e la gestione dell’attività crocieristica: il caso Costa Crociere
Si modifica all stesso tempo l’orientamento strategico delle compagnie che
da sales oriented, impostazione che caratterizza le imprese di trasporto
passeggeri fino agli anni sessanta, diventa market oriented. Le compagnie
che restano sul mercato non si occupano più esclusivamente di trasporto
passeggeri, ma svolgono attività di produzione turistica, progettando e
realizzando un nuovo prodotto che risulta composto di diverse componenti
che si aggiungono al viaggio in se stesso.
Anni '60 = Finisce l'era dei grandi transatlantici in seguito alla crisi dei trasporti
marittimi passeggeri;
Anni '70 = Fase di transizione in cui coesistono i vecchi liners con le prime
nuove navi da crociera;
Anni '80 = Esplode il fenomeno crociere sul mercato americano e nell'area
caraibica in particolare;
Anni '90 = L'industria crocieristica si libera di gran parte dei suoi connotati
armatoriali e diventa una delle industrie del macrosettore dei viaggi
e del turismo; la produzione crocieristica si estende anche ad altre
aree geografiche (Europa e Asia).
Figura 1.1 - Schematizzazione della nascita e sviluppo della moderna
industria crocieristica
Fonte: Rispoli, Di Cesare, Manzelle- 1997- pag. 87
10 1. La nascita dell’ industria crocieristica e lo sviluppo del mercato
L’ organizzazione e la gestione dell’attività crocieristica: il caso Costa Crociere
1.1.2 Le ragioni di una crescita vertiginosa
La nascita del prodotto crociera avviene quindi durante gli anni ’60,
attraversa un periodo di transizione negli anni ’70 nei quali si possono
trovare contemporaneamente nuove navi costruite secondo i principi
innovativi e navi frutto di riconversioni dei vecchi transatlantici, per
arrivare ad un vero e proprio boom di nuove progettazioni e costruzioni a
partire dall’ inizio degli anni ottanta.
Fino ad ora è stato il mercato americano il protagonista assoluto dello
sviluppo dell’ attività crocieristica, precedendo in sostanza di quasi dieci
anni tutte le altre aree geografiche.
Risulta interessante cercare di capire i motivi di questa crescita
differenziata del business crocieristico nell’ area nord americana rispetto ad
altre regioni crocieristiche del mondo. A tale scopo appare necessario fare
riferimento ad alcune problematiche strategiche e di marketing (Hobson
1993b).
Innanzitutto, fenomeno basilare dello sviluppo del business crocieristico
nel Nord America è stata la costituzione, nel 1970, della Cruise Line
International Association (CLIA). Il mercato americano ha fortemente
beneficiato dell’insieme delle politiche promozionali e di sostegno di
1. La nascita dell’ industria crocieristica e lo sviluppo del mercato 11
L’ organizzazione e la gestione dell’attività crocieristica: il caso Costa Crociere
questa associazione, soprattutto in relazione alla diffusione globale del
concetto di crociera fra i potenziali fruitori
4
.
In secondo luogo, decisivo è risultato il cambiamento della strategia
distributiva. È stata infatti predisposta una rete di agenti di vendita
professionalmente preparati per la commercializzazione di un prodotto che
fino a quegli anni non aveva destato l’interesse degli intermediari.
Attraverso le indicazioni della CLIA, le compagnie hanno capito
l’importanza di lavorare in stretto contatto e in piena collaborazione
specialmente con le agenzie di viaggio, che, di fatto, distribuivano la quasi
totalità delle proposte. Si è cercato allora di stimolarle ad incrementare il
volume di vendita concedendo commissioni particolarmente allettanti, in
ogni caso superiori a qualsiasi altro tipo di pacchetto turistico. Come
risultato si è avuto che molta agenzie hanno optato per una
specializzazione nel comparto crocieristico dando vita ad un’associazione
di categoria denominata National Association of Cruise Only Agencies
(NACOA).
Il terzo fattore è legato al delicato processo di riposizionamento su nuovi
segmenti di mercato che ha visto protagonista il prodotto crociera. Attorno
al 1974, con le cosiddette fun ships della Carnival Cruise Lines, viene
4
Le compagnie della CLIA, che rappresentano il 97,5% della capacità offerta nel mercato
nordamericano, sono 23 : Carnival Cruise Lines, Celebrity Cruises, Costa Cruises, Crystal
Cruises, Cunard Line, Disney Cruise Line, First European Cruises, Holland America Line,
MSC Italian Cruises, Norwegian Coastal Voyage Inc./Bergen Line Services, Norwegian Cruise
Line, Oceania Cruises, Orient Lines, Princess Cruises, Radisson Seven Seas Cruises, Royal
Caribbean International, Silversea Cruises, Swan Hellenic, The Yachts of Seabourn e Windstar
Cruises.Di queste 23 compagnie, ben 16 hanno sede in Nord America (CLIA, 2004)
12 1. La nascita dell’ industria crocieristica e lo sviluppo del mercato
L’ organizzazione e la gestione dell’attività crocieristica: il caso Costa Crociere
introdotto sul mercato un nuovo modo di concepire la crociera. I dirigenti
della Carnival si erano resi conto di come lo sviluppo del business
crocieristico dovesse necessariamente passare attraverso una ridefinizione
del prodotto stesso. Si trattava di fare emergere una domanda addizionale
rispetto a quella preesistente ricorrendo a mutamenti che riguardavano
innanzitutto gli impianti, nel senso che le navi furono concepite in modo0
nuovo e completamente riprogettate e ristrutturate, ma venne ripensato e
riprogrammato anche il modo di promuovere e vendere la crociera.
Bisognava convincere i potenziali clienti di come la crociera fosse adatta
ad una larga parte della popolazione e non più strettamente legata ad un
turismo d’elite e comunque a coloro che potevano spendere per una
vacanza una somma relativamente elevata. Nuovi concetti di divertimento,
di attività a bordo e nei porti di scalo, dovevano stimolare segmenti di
domanda sempre più giovani e con un reddito medio, affiancando così i
tradizionali segmenti composti da persone in età anziana e con notevoli
disponibilità finanziarie. Inoltre, furono creati prodotti particolarmente
adatti alle famiglie e ai loro bambini, che costituiscono oggi uno dei
segmenti più importanti dell’attività crocieristica.
In quarto luogo, l’industria crocieristica modificò il modo con cui il
prodotto veniva offerto, nonché le sue componenti. In particolare, le
compagnie cominciarono a vendere la crociera con la clausola all inclusive
che comprendeva molto spesso anche l’eventuale viaggio aereo.
1. La nascita dell’ industria crocieristica e lo sviluppo del mercato 13
L’ organizzazione e la gestione dell’attività crocieristica: il caso Costa Crociere
La diffusione della cosiddetta formula fly & cruise
5
ha aiutato in parecchi
modi la diffusione del prodotto crociera. Innanzitutto ha consentito una
diminuzione delle tariffe, in seguito ai particolari accordi tra imprese
crocieristiche e compagnie di trasporto aereo, addirittura, come nel caso
della Carnival prima, ed anche di molte altre imprese tra cui la Costa poi, si
è passati alla gestione diretta dei propri voli charter. Questa formula ha
permesso inoltre alle imprese crocieristiche di riposizionare le navi e
scegliere quindi itinerari sempre nuovi ed esclusivi.
Per chiudere dobbiamo dire che inoltre è stato fondamentale lo sforzo di
creare prodotti altamente specifici per particolari categorie di clienti e
quindi rivolgere la propria offerta a nuovi segmenti di domanda (singles,
famiglie).
5
La formula “fly & cruise” permette di associare alla crociera un apposito viaggio aereo che
consente al crocerista di raggiungere il porto di imbarco (che può quindi essere anche molto
lontano dalla residenza del crocerista stesso) per l’inizio del viaggio in nave.