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Introduzione
L’obiettivo di questa tesi è esporre un’analisi dell’Operazione Sturzo. Nel 1952 i
cittadini italiani sono chiamati alle urne per rinnovare i consigli comunali e provinciali
prevalentemente di importanti città e provincie del Centro e del Sud Italia. Tra queste c’è
Roma. Ed è qui che si sviluppa l’Operazione Sturzo. La paura che il Campidoglio potesse
finire in mano alle forze social comuniste spinge personalità ecclesiastiche e laiche, di
grande impatto sull’elettorato cattolico, a preparare e proporre un disegno politico
spingendo affinché si creasse un forte e vasto fronte anticomunista. Di questo avrebbero
dovuto far parte anche i monarchici e i missini. A questo tendeva l’Operazione Sturzo, sia
che la si voglia interpretare come un tentativo della Democrazia Cristiana di respingimento
delle pressioni vaticane per ritardare la scelta definitiva delle alleanze fino al termine
ultimo della presentazione delle liste elettorali, sia che vi si voglia intravedere la possibilità
di creare un patto con le destre senza però incrinare gli equilibri raggiunti sul piano politico
nazionale.
In tutto ciò due personaggi si distinguono e si contrappongo tra loro. Sono Alcide
De Gasperi, il Presidente del Consiglio Italiano, e papa Pio XII. Senza mai incontrarsi i due
si trovano agli opposti di quel disegno che avrebbe voluto la collaborazione delle destre.
Un Pontefice preoccupato per la minaccia comunista, che nell’Europa Centro Orientale
aveva e stava schiacciando il cattolicesimo e un uomo politico, De Gasperi, cattolico e
leader della Democrazia Cristiana, che era al corrente del pericolo che poteva venire da
sinistra ma allo stesso tempo non incline ad una collaborazione con i neofascisti. E in quel
contesto romano, dove è inevitabile l’intreccio tra politica e ambienti vaticani, fatto di
pressioni, consigli, suggerimenti si inscena un fitto movimento di relazioni e contatti tra
esponenti del mondo ecclesiastico e della sfera politica per trovare un punto di incontro. E
sarà don Luigi Sturzo a dover fare da collante tra le due volontà romane.
Insignito dal Segretario della DC Guido Gonella, ma proposto a questo dagli ecclesiastici
padre Riccardo Lombardi e da Luigi Gedda, attivi per la realizzazione di un fronte unitario
anticomunista, don Sturzo potrà così anche rivendicare una sua sfera di azione personale al
di fuori da influenze. E infatti, proprio quando le destre non accetteranno la richiesta di
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Sturzo di autonomia nell’Operazione, il sacerdote siciliano si tirerà indietro facendo fallire
il progetto vaticano.
Di notevole portata è stata dunque l’analisi storica della vicenda. Un interesse che
andato crescendo man mano che si cercava l’esigenza di chiarire i meccanismi regolatori
del sistema partitico italiano. Oggi il tema dell’Operazione Sturzo risulta ampiamente
trattato e, dopo fasi di incertezza dove la verità trovava difficoltà ad emergere trovando
spesso più versioni della vicenda, al giorno d’oggi il quadro della situazione appare molto
più ben definito. Inoltre, dato che che le elezioni comunali romane del 1952 ricadevano
appena un anno prima di quelle politiche che sarebbero susseguite c’è, quindi, da
sottolineare che eventuali tattiche elettorali avrebbero potuto finire per influire fortemente
anche sullo scenario politico nazionale. Riguardo a ciò di particolare importanza sono state
le analisi di documenti storici: dalle conversazioni tra De Gasperi e monsignor Pietro
Pavan ai diari di padre Lombardi fino, ad esempio, al Promemoria Martegani. Un ruolo
attento nella valutazione dei fondi archivistici è stato svolto dagli storici Andrea Riccardi e
Augusto D’Angelo. Riccardi si sofferma su quella da lui definita come una “storia segreta”
che scaturisce dai rapporti tra il Vaticano e la Democrazia Cristiana di De Gasperi.
Augusto D’Angelo ricostruisce invece con minuzia cronologica quella serie di interazioni
che portarono all’Operazione Sturzo e al suo fallimento attraverso un volume e un articolo
che chiarisce veramente alcuni punti legati all’investitura di Sturzo, al rifiuto di De
Gasperi, al ruolo di Pio XII ed anche per analizzare alcuni documenti storici come il
Promemoria Martegani.
La presente tesi si suddivide in cinque capitoli. Nel primo capitolo si analizzano
una serie di fattori e cause che portano al progetto dell’Operazione Sturzo. Gli ambienti
vaticani stavano infatti lavorando affinché la città di Roma riprendesse il suo ruolo di guida
per la cristianità. Forte era la mobilitazione ecclesiastica affinché nell’Urbe si riscoprissero
i valori cristiani. Diveniva di particolare importanza il ruolo della città capitolina perché
avrebbe dovuto fungere d’esempio e da ispirazione per una riscoperta e una diffusione del
pensiero pontificio. Papa Pio XII teneva fortemente a questo progetto ed era, proprio per
questo, decisamente preoccupato dalla “minaccia comunista”. I segnali che venivano
dall’Est Europeo erano un forte monito per il pontefice. La condanna del primate
d’Ungheria József Mindszenty e l’arresto dell’arcivescovo di Praga Josef Beran avevano
allarmato ulteriormente Pio XII per le forti limitazioni alla Chiesa Cattolica nei paesi sotto
regime comunista. E così, in vista delle elezioni comunali del 1952, una vittoria delle forze
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social comuniste proprio a Roma avrebbe costituito, secondo gli ambienti vaticani, un forte
limite al progetto di rinascita cristiana. Oltre a ciò Pio XII era preoccupato anche per il calo
di consensi della Democrazia Cristiana rispetto alle elezioni del 1948. Si chiedeva al
partito di riferimento per l’elettorato cattolico una maggior forza nella lotta alle forze
comuniste. La figura di De Gasperi iniziava a incrinarsi alla vista dei palazzi papali.
Nel secondo capitolo si descrivono i diretti tentativi di pressione su De Gasperi da
parte degli ambienti ecclesiastici. In particolare si esamina l’incontro tra monsignor Pietro
Pavan e Alcide De Gasperi avvenuto nel dicembre del 1951 dove si andò a sollecitare
affinché la Democrazia Cristiana attuasse una più forte lotta al comunismo anche in
collaborazione con le destre. Lo stesso viene poi chiesto nell’aprile del 1952 con l’azione
di padre Riccardo Lombardi nel cercare di convincere De Gasperi prima, e poi sua moglie
Francesca. I risultati saranno deludenti seppur sai Pavan che padre Lombardi non
valuteranno gli incontri in maniera pessimistica, convinti di aver trovato una mediazione
soprattutto nell’ottica di una possibile alleanza con i monarchici.
Nel terzo capitolo si mette in luce la possibilità di un rinvio delle elezioni
amministrative del 1952. Se dapprima non presa in cattiva considerazione sia dagli
ambienti democristiani che da quelli vaticani, presto ci si rende conto che un rinvio
avrebbe potuto continuare a mantenere aperto un tavolo di trattative per l’apparentamento
con l’MSI. Si deciderà così di tenere le elezioni nel maggio del 1952 senza nessuno
stravolgimento del calendario elettorale. Sempre in questo capitolo si analizza
quell’apertura al Partito Nazionale Monarchico che la DC aveva lasciato intendere. Era
infatti uno dei punti sul quale, dopo l’incontro tra Pavan e De Gasperi, c’era grande fiducia
e maggiore possibilità di realizzazione. Questo però sarebbe andato a mettere in difficoltà
gli altri partiti della coalizione centrista (PLI, PRI, PSDI) che mal vedevano un accordo
con i monarchici. D’altro canto si era anche consapevoli che la DC, soprattutto a Roma,
non era sicura della sua tenuta rimanendo legata solamente agli altri tre partiti centristi.
Sarà però il non chiarito rapporto tra MSI e PNM, incolpato di non avere definito una
chiara recisione con i missini, a far saltare la possibilità di un alleanza PNM-DC a livello
nazionale.
Il quarto capitolo si focalizza sull’Operazione Sturzo. Vengono descritti i rapporti
tra DC e Santa Sede nei giorni immediatamente precedenti al 25 aprile, termine ultimo per
la presentazione delle liste elettorali. Viene coinvolto don Sturzo come uomo d’intesa per
l’Operazione. In quei giorni verrà a crearsi una fitta rete di rapporti, incontri e missive tra
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esponenti di rilievo statale e rilievo ecclesiastico. Decisivo sarà l’agire di Guido Gonella da
una parte e forte sarà l’influenza e la pressione esercitata da esponenti legati a Pio XII
come Giovanni Battista Montini o Luigi Gedda dall’altra. Si andranno a illustrare alcuni
documenti storici come il Promemoria Martegani, alcuni eventi importanti come l’incontro
tra Gedda e Gonella che mise al corrente Gonella di una possibile creazione di una seconda
lista cattolica. Vengono focalizzati, sempre in questo capitolo, i motivi del fallimento
dell’Operazione Sturzo: dall’indisponibilità dei partiti centristi alleati con la DC alla
rinuncia dello stesso Sturzo ritiratosi per non aver ottenuto una forte autonomia nella scelta
dei candidati. Inoltre saranno analizzate le posizioni di Alcide De Gasperi e Pio XII che
sembrano, soprattutto per quanto riguarda il secondo, non agire direttamente. Il loro
contributo e il loro pensiero sarà però determinante nella vicenda.
Nel quinto capitolo dapprima si descrive la campagna elettorale per le elezioni
amministrative che vede un De Gasperi fisicamente impegnato in più località d’Italia per
portare avanti la politica della DC. Spesso punterà a mettere in cattiva luce sia le forze di
sinistra che quelle di destra mostrando così un impegno su due fronti. Il capitolo prosegue
con i risultati delle elezioni che vedono a Roma la vittoria della coalizione centrista legata
alla DC, seppur in calo rispetto ai risultati del 1948 e con un vistoso aumento del consenso
per le forze di destra. In ultimo viene analizzato l’allontanamento tra Pio XII e Alcide De
Gasperi. Il primo infatti rifiuterà qualsiasi udienza con il secondo e De Gasperi morirà, nel
1954, senza esser riuscito ad incontrare il pontefice dopo le vicende legate all’Operazione
Sturzo.