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Premessa
L’onomastica letteraria che indaga sulla funzione dei nomi propri nelle opere e
nei generi letterari, in Italia acquista maggior rilievo soltanto a partire dagli anni Ottanta
del Novecento, un po’ in ritardo rispetto agli altri paesi; negli Stati uniti, in Gran Bretagna
e in Germania è riconosciuta come disciplina autonoma sin dagli anni Quaranta, e in
Francia dagli anni Sessanta.
Oggi l’attenzione verso tale disciplina si fa sempre più crescente, e in rilevante
aumento sono gli studi condotti su vari autori. Tra i più studiati citiamo Dante, Manzoni,
Petrarca e Pirandello.
Il presente lavoro si vuole inserire nell’ambito di questa ricerca.
L’autore a cui dedichiamo tale studio è Giuseppe Tomasi di Lampedusa,
l’aristocratico scrittore palermitano che raggiunse il successo dopo la morte, sopraggiunta
poco meno di un anno prima della pubblicazione della sua prima opera.
Tomasi pur godendo di una fama mondiale, dovuta soprattutto al successo del suo
romanzo Il Gattopardo, tradotto quasi in tutte le lingue del mondo, finora non è stato
toccato da questo tipo di indagine, se non con qualche breve contributo.
Obiettivo di questo lavoro, è dare qualche indicazione circa la natura delle scelte
onomastiche attuate da Giuseppe Tomasi di Lampedusa nelle sue opere.
Il lavoro consta di quattro capitoli.
Il primo capitolo fornirà indicazioni generali sull’onomastica. Si delineerà il
campo di indagine e i suoi principali settori: l’antroponomastica e la toponomastica.
Il secondo capitolo tratterà nello specifico l’onomastica letteraria, i primi studi
condotti in Italia e le riviste ad essa dedicate. Seguirà un breve approfondimento sul nome
proprio e sul nome nella letteratura, in quanto principale oggetto di studio
dell’onomastica.
Sulla scelta dei nomi in letteratura, ci serviremo di un prezioso contributo di Debus
[2000].
Il terzo capitolo, dopo aver dato qualche cenno biografico sull’autore, entrerà nel
vivo della questione, con uno studio dedicato all’antroponomastica e alla toponomastica
ne Il Gattopardo. Si cercherà di rilevare particolari strategie di nominazione, possibili
intrecci tra il mondo reale e quello fittizio del romanzo.
Inoltre particolare attenzione sarà prestata anche al titolo del romanzo.
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Il quarto e ultimo capitolo si occuperà di indagare sulle scelte onomastiche dello
scrittore su un’altra sua opera I Racconti, l’analisi si occuperà di tre racconti: La sirena,
I gattini ciechi e La gioia e la legge.
Infine il lavoro si concluderà con l’inclusione di schede analitiche, sul modello
ideato e utilizzato da Marzano [2008] per la schedatura di nomi e personaggi presenti
nella novellistica pirandelliana, sarà compilata una scheda per ogni personaggio
individuato e analizzato nelle opere di Tomasi di Lampedusa.
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CAPITOLO I
DEFINIZIONE DEL CAMPO DI STUDI
1. L’onomastica
L’onomastica, ovvero la “tecnica del denominare” come ci suggerisce
l’etimologia greca ὀνομαστική (τέχνη), è una branca della linguistica che si occupa dello
studio dei nomi propri, di un dato sistema linguistico, nel loro complesso (nomi personali,
locali, etnici)
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.
L’iperonimo onomastica comprende due settori principali: l’antroponomastica e
la toponomastica relativi rispettivamente allo studio di nomi di persona, distinti in nomi
individuali (nome, prenome, soprannome) e nomi familiari (nomi di famiglia, cognomi),
e di nomi di luogo comprensivi di nomi geografici e di altri elementi urbani [De Felice
1987: 147].
Vengono utilizzati termini come onimia, antroponimia e toponimia in riferimento
alla documentazione, alla raccolta di nomi.
I due settori principali – la toponomastica e l’antroponomastica – contano al loro
interno un’ampia terminologia settoriale.
Marcato [2009: 10-12] elenca una serie di termini in uso disposti in due categorie,
la prima relativa alla struttura del termine, la seconda al contenuto dello stesso.
Circa la struttura del termine troviamo:
formazioni con -onimo ‘nome di”, ad es. idronimo (nome di fiume), oronimo (nome di
monte);
formazioni con -onimico: patronimico (forma derivata dal nome del padre), matronimico
(forma derivata dal nome della madre);
formazioni con -onimia: toponimia, antrotoponimia usati in riferimento alla
documentazione, alla raccolta dei nomi; esonimia la tradizione del nome esterna alla
comunità; endonimia quando il nome appartiene ad una tradizione interna alla comunità;
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Bruno Migliorini 1935: 378: ‹‹il nome di onomastica è stato talora adoperato per indicare lo studio di tutti
i nomi proprî, sia personali, sia locali, sia etnici; ma di solito il termine designa soltanto lo studio dei nomi
proprî di persona (o antroponimi)››. [Cit. Marcato 2009: 9]. Migliorini considera i termini onomastica e
antroponimia sinonimi.
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formazioni con -toponimi/-toponimico (-toponomastico, -toponomastica): antrotoponimo
‘toponimo derivato da un antroponimo’, fitotoponimo ‘toponimo derivato da un fitonimo
(nome di pianta), agrotoponimo ‘toponimo derivato da un elemento dell’agricoltura.
formazioni con (-)onomastica: deonomastica designa il complesso di forme lessicali
derivate da forme onomastiche dette deonomastici o deonominici.
Relativa alla seconda categoria, organizzata in base al contenuto del termine vediamo:
nell’ambito della toponomastica:
caratteristiche del luogo: microtoponimo solitamente nome di una località minore
contrariamente a quello che indica macrotoponimo, paleonimo nome di città;
riferimenti all’origine del toponimo: agiotoponimo, zootoponoimo;
nell’ ambito dell’antroponimia:
detoponico antroponimo cui l’etimo è un toponimo, matronimico, patronimico.
1.1 Antroponomastica e antroponimia
Come già detto l’antroponomastica nel suo ruolo più proprio si occupa dei nomi
di persona, che noi osserveremo distinguendoli in:
− nomi personali;
− cognomi;
− soprannomi.
Il nome personale è sempre esistito in tutte le parti dal mondo fin dagli esordi della
civiltà, ciò è attestato dai primi documenti scritti di cui disponiamo risalenti ai primi secoli
del III millennio a. C.
L’attribuzione del nome ad un bambino appena nato è dettata da motivi personali,
culturali, ma lo si sceglie quasi sempre tra un repertorio di nomi già in uso.
Secondo Migliorini [1927: 24-28] la scelta del nome da imporre al nascituro può
avvenire in quattro modi, per:
ALLUSIONE ad un determinato individuo. Il nome viene scelto per il significato che
esso ha potuto assumere in quanto attribuito ad una certa persona (un parente, un
conoscente, un personaggio illustre etc.).
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EVOCAZIONE, la scelta consiste nel sottolineare, attraverso il nome, l’appartenenza ad
un determinato ambiente, un contesto storico o culturale.
SIMBOLISMO FONETICO, quando la preferenza ricade su quei nomi che attraverso il
loro suono riportano nella nostra mente certe immagini e certi caratteri determinati.
TRASPARENZA, quando il nome viene scelto per l’identità o l’affinità con un altro
vocabolo, è il caso dei nomi augurali ad esempio.
Nell’ambito italiano si riconoscono due bacini fondamentali da cui attingere: nomi
religiosi e nomi laici.
I nomi religiosi, quasi esclusivamente cattolici e cristiani, sono legati al culto dei
santi, beati, patroni. I più diffusi sono Antonio, Francesco, Giovanni, Giuseppe, Luigi,
Maria, Anna, Caterina, Teresa. Alcuni nomi religiosi hanno la caratteristica di svelare
l’area geografica o la specifica regione da cui si proviene, nomi come Calogero, Rosalia,
Agata, Alfio oltre ad essere di chiara provenienza sicula
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spesso palesano addirittura la
provincia.
L’altra categoria è composta dai nomi laici e comprende, oltre ai nomi generici,
non connotati,: nomi augurali, di buon auspicio come Fortunato, Diletta, Eletta, Gioia,
Felice, Letizia; nomi ripresi dalla classicità greca e romana, soprattutto in uso a partire
dall’Umanesimo e dal Rinascimento, Achille, Augusto, Aurelio, Cesare, Claudio, Lidia,
Patrizia, Virginia etc.; nomi che connotano l’ideologia politica
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, patriottica dei genitori o
di coloro che si sono occupati della scelta del nome, ne sono esempio nomi come Benito,
Vittorio Emanuele, Umberto etc.; altri sono nomi tratti dalla letteratura
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, Laura, Beatrice,
Angelica, Ettore, altri ancora dal cinema e dalla musica.
Tuttavia data l’influenza dei nomi di origine straniera in auge negli ultimi decenni,
l’alta percentuale di immigrati nel nostro Paese con il conseguente aumento delle unioni
di coppie di etnie diverse, il panorama onomastico italiano diventa sempre più ampio e
variegato.
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Per uno studio sull’antroponomastica in Sicilia vedi Castiglione et alii, Onomastica, in G. Ruffino, a
cura di, Lingue e culture in Sicilia, 2 vol., CSFLS, Palermo 2013, pp. 306-411.
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‹‹L’onomastica ideologica si rivela come uno dei segnali più significativi del processo di secolarizzazione
ma è, al tempo stesso, testimonianza delle modalità e della intensità della circolazione del discorso politico
dell’Italia di fine Ottocento e inizio Novecento››, Pivato S., (1999), Il nome e la storia: onomastica e
religioni politiche nell’Italia contemporanea, Bologna, Il mulino. [Cit. in Marcato 2009].
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Fenomeno che ha visto la sua incidenza soprattutto a partire dal momento in cui la letteratura si è diffusa
in tutti gli strati sociali. Per un approfondimento sull’incidenza dei nomi letterari sull’onomastica italiana
cfr. Alda Rossebastiano – Elena Papa, Il Dizionario di onomastica e la letteratura, in “Il Nome nel testo”,
V (2003), pp. 285-317.