2
ricerca, le vibrazioni, la qualit� dei materiali ed in generale le problematiche di
controllo del rumore all�interno ed all�esterno di automobili, aeromobili, navi.
La teoria dell�olografia acustica � basata sull�equazione integrale di Kirchhoff -
Helmholtz e sulla trasformata di Fourier bidimensionale. La pressione complessa su
superfici parallele e conformi con quella olografica � calcolata operando una
trasformata di Fourier inversa in due dimensioni del prodotto dello spettro in frequenza
spaziale della pressione olografica per la funzione di Green valutata alla distanza
opportuna.
Nota che sia la pressione, con l�equazione di Eulero si pu� calcolare la velocit�
particellare e, considerando la parte reale e la parte immaginaria del prodotto della
pressione stessa con il coniugato della velocit�, si possono ottenere i valori
dell�intensit� acustica attiva e reattiva.
Le misure di olografia acustica sono effettuate nel campo vicino della sorgente, ad
una distanza minore di una lunghezza d�onda, per catturare informazioni localizzate
che sono contenute nelle onde cosiddette �evanescenti� che non si propagano nel
campo lontano subendo un decadimento esponenziale in funzione della distanza dalla
sorgente.
Il processo di acquisizione dei dati necessita di un array di punti di misura di
dimensioni almeno 16�16 per cui sono necessari almeno 256 microfoni nel caso di
applicazioni a fenomeni di tipo instazionario o un numero inferiore nel caso il
fenomeno in questione sia stazionario e sia possibile effettuare una scansione della
superficie di misura.
3
In questo lavoro, non disponendo di un numero di microfoni sufficiente per
allestire una prova sperimentale, l�applicazione della tecnica olografica � stata
realizzata a partire da dati ottenuti con una simulazione numerica.
Si � realizzato un modello agli elementi finiti di un pannello di alluminio
accoppiato ad un box acustico; � stata studiata la risposta dinamica del modello ad
un�opportuna sollecitazione con l�ausilio del software Nastran ed i dati di pressione
ottenuti dall�analisi e relativi a piani del volume acustico paralleli al pannello sono stati
utilizzati, in luogo di dati acquisiti sperimentalmente, come input per l�applicazione
olografica.
Tale applicazione � stata implementata con due codici, �PROPAGAZIONE� e
�RICOSTRUZIONE� volti a studiare con la tecnica dell�olografia acustica,
rispettivamente la propagazione sonora in campo libero e la ricostruzione delle
caratteristiche della sorgente vibrante.
4
CAPITOLO I – PRINCIPI GENERALI DI ACUSTICA
1.1 IL SUONO
E� possibile definire il suono come una perturbazione, prodotta da una sorgente
sonora, che, propagandosi in un mezzo elastico, provoca una variazione di pressione ed
uno spostamento di particelle tale da poter essere rilevata da una persona o da uno
strumento acustico. Da quanto affermato scaturisce che un qualsiasi fenomeno acustico
prevede la presenza contemporanea della sorgente sonora, del mezzo di trasmissione e
del ricevitore.
Il fenomeno ondulatorio, connesso con il suono, fa s� che le particelle del mezzo in
cui esso si trasmette vibrino, propagando cos� la perturbazione alle particelle vicine.
Mentre questa perturbazione, che trasporta sia l�informazione sia l�energia, si propaga
a distanza, le singole particelle anche nel caso di fluidi, cio� gas e liquidi, rimangono
sempre in prossimit� della loro posizione originaria. Queste oscillazioni delle
particelle, ciascuna attorno alla propria posizione di equilibrio, determinano in ciascun
punto dello spazio interessato dall�onda sonora delle variazioni in pi� (zone di
condensazione) ed in meno (zone di rarefazione) della pressione rispetto al valore di
5
pressione del mezzo in quiete. La forma di un�onda sonora - cio� la geometria con cui
la perturbazione sonora si propaga nello spazio - dipende sia dalle modalit� di
generazione (cio� dal tipo di sorgente sonora), sia dalle caratteristiche intrinseche e
dalle delimitazioni del mezzo elastico.
Figura 1.1 – Zone di rarefazione e di compressione
In dipendenza essenzialmente dalla sorgente sonora, possono individuarsi due tipi
principali di onde sonore, le onde sferiche e le onde piane.
• L�onda sferica prodotta da una sorgente puntiforme (per es. una sferetta
pulsante) in uno spazio privo di delimitazioni, si irradia in tutte le direzioni
in modo tale che l�ideale superficie che unisce i punti dello spazio ove vi
sia - ad un certo istante - una stessa variazione di pressione (tale superficie
si chiama fronte d�onda) � una sfera concentrica alla sorgente.
Evidentemente, a distanze via via crescenti dalla sorgente, i fronti d�onda
sferici considerati su una area limitata presentano una curvatura
decrescente, tanto che l�onda sferica pu� in tal caso assimilarsi ad
6
un��onda piana� prodotta da una sorgente a superficie piana di grandi
dimensioni;
Figura 1.2 – Propagazione di un’onda sferica
• L�onda piana prodotta per esempio da un pistone agente ad una estremit� di
un tubo cilindrico, si propaga in una unica direzione; in tal caso i fronti
d�onda sono sezioni piane del tubo perpendicolari al suo asse. La moderna
teoria acustica della produzione della parola approssima il condotto vocale
ad una successione di tubi retti di diversa sezione in cui la propagazione
del suono avviene per onde piane.
7
Figura 1.3 – Propagazione di un’onda piana
Per quanto riguarda l�influenza del mezzo di propagazione, si ha che nel caso di
gas o di liquidi, che non possono trasmettere sforzi di taglio, le vibrazioni delle
particelle sono sempre parallele alla direzione dell�onda che si propaga, per cui si parla
di onde longitudinali.
Al contrario, nel caso dei solidi, che possono trasmettere sforzi di taglio, ci sono
anche vibrazioni perpendicolari all�onda, cui corrispondono perci� delle onde
trasversali.
In particolare in questo lavoro sono di interesse fenomeni di propagazione del
suono in aria per cui l�analisi sar� limitata al caso di onde longitudinali.
1.2 VELOCITA’ DI PROPAGAZIONE
La velocit� di propagazione delle onde sonore dipende esclusivamente dal mezzo
di trasmissione mentre la frequenza delle vibrazioni locali dipende dalla sorgente. Nel
caso dei gas perfetti, quale pu� in prima approssimazione essere considerata l�aria nelle
8
condizioni standard di temperatura, 25�C, e pressione, 1 atm, la velocit� di
propagazione del suono che sar� di qui innanzi indicata con c, pu� essere espressa
mediante la relazione:
0
0
0
pE
c
ρ
γ
=
ρ
= [m/s] (1.1)
dove
0
pE γ= � il modulo di elasticit� del mezzo
v
p
c
c
=γ , il cosiddetto indice
dell�adiabatica, � il rapporto tra il calore specifico a pressione costante ed il calore
specifico a volume costante,
0
p [Pa] � la pressione del gas e
0
ρ [kg/m
3
] � la massa per
unit� di volume.
Utilizzando l�equazione di stato dei gas ideali
00
m
0000
TR
M
M
TnRVp == (1.2)
dove, con riferimento al gas considerato,
0
V [ m
3
] � il volume, n [kmol] la
quantit� di gas,
0
T [K] la temperatura assoluta,
0
R [J/kmol*K] la costante universale
dei gas, M [kg] la massa,
m
M [kg/kmol] la massa molare, considerando che la costante
del gas considerato �
m
0
M
R
R = e sostituendo opportunamente nella ( 1.1 ) si ottiene
0
m
00
RT
M
TR
c γ=
γ
= [m/s] (1.3)
Nel caso particolare dell�aria, essendo 4.1=γ ed 29M
m
= [kg/kmol] si ha
0
T*04.20c = [m/s] (1.4)
9
se la temperatura � espressa in K. Equivalentemente, la velocit� di propagazione �
esprimibile in funzione della temperatura θ in �C nel seguente modo
θ+= 6.02.331c [m/s] (1.5)
Tabella 1.1 – Velocità di propagazione del suono (a 20 °C)
1.3 ALTRI PARAMETRI CHE CARATTERIZZANO IL SUONO
Nel fenomeno sonoro, oltre alla velocit� di propagazione, che misura la rapidit�
con cui il segnale si sposta da un punto all�altro del mezzo di trasmissione, occorre
considerare altre propriet� caratteristiche delle onde come la frequenza, il periodo e la
lunghezza d�onda.
La frequenza f, legata alla rapidit� con cui le particelle oscillano in ogni singolo
punto, � il numero di oscillazioni nell�unit� di tempo: si misura in cicli per secondo,
ossia in Hertz [Hz].
L�inverso della frequenza � il periodo T, misurato in secondi [s], che consiste nel
tempo necessario affinch� le particelle compiano un�oscillazione completa.
10
Infine, prende il nome di lunghezza d�onda, indicata con λ e misurata in metri [m],
la distanza percorsa dall�onda durante un�oscillazione completa.
Le tre grandezze appena definite sono legate tra di loro ed alla velocit� di
propagazione da relazioni del tipo:
cT
f
c
==λ (1.6)
Nel caso di individui normal-udenti, il campo di frequenze percepibili si estende
approssimativamente tra 20 e 16000 Hz; ci� consente di definire �perturbazione
acustica� una perturbazione ondulatoria di frequenza appartenente al range su indicato,
capace cio� di sensibilizzare l�orecchio umano. Per essere udibile, inoltre, un suono
deve avere un�intensit� maggiore di un certo valore minimo, detto soglia di udibilit�. Il
campo di sensibilit� dell'orecchio umano � molto ampio; infatti il rapporto tra
l'intensit� sonora della soglia del dolore e l'intensit� della soglia di udibilit� � di
1014:1.
Dal momento che lavorare su una scala cos� ampia non � comodo e che l'orecchio
umano non si comporta in modo lineare, si � introdotta una scala logaritmica: la scala
dei decibel. Il parametro utilizzato � il livello di pressione sonora (sound pressure
level)
2
0
2
p
p
p
log10L = [dB] (1.7)
Il valore 0 di questa scala deve quindi essere definito con una convenzione
consistente nel fissare un valore di riferimento
0
p a cui far corrispondere il valore
0L
p
= . E' bene quindi sottolineare che il dB non � una unit� di misura, ma un modo di
11
esprimere una certa misura: esso � adimensionale. Per la pressione sonora si � stabilito
il valore di riferimento di 20 �Pa, essendo questo il pi� piccolo valore di pressione in
grado di produrre una sensazione sonora in un orecchio normale alla frequenza di 1000
Hz.
Figura 1.4 – Pressione sonora ed SPL
E� necessario fissare anche una frequenza di riferimento, per il fatto che l'orecchio
umano presenta sensibilit� diverse alle varie frequenze, cio� due suoni che hanno lo
12
stesso livello di pressione sonora a diverse frequenze possono provocare una diversa
sensazione sonora.
Tale comportamento differenziato si evidenzia con la famiglia di curve isofoniche,
le quali riuniscono i punti rappresentanti suoni puri, cio� aventi frequenza unica, che,
alle diverse frequenze, danno la stessa sensazione uditiva .
Figura 1.5 – Curve isofoniche
Altre grandezze utilizzate nella caratterizzazione del fenomeno acustico sono la
potenza, l�intensit� acustica, la densit� di energia sonora e la direzionalit� della
sorgente sonora.
13
La potenza acustica W [W] definisce l'energia acustica irradiata dalla sorgente
nell'unit� di tempo, nel caso di una sorgente di ridotte dimensioni, tali che possa essere
considerata puntiforme, omnidirezionale e posta in un mezzo isotropo, l�energia si
irradia nello spazio circostante in modo uniforme al variare della direzione: la
propagazione avviene per onde sferiche. Misurando la variazione di pressione causata
dalla perturbazione, si pu� notare che essa diminuisce in ampiezza man mano che ci si
allontana dalla sorgente, perch� l�energia si distribuisce su un fronte d�onda sempre pi�
ampio.
L�intensit� acustica I [W/m
2
] � definita come la potenza sonora che attraversa la
superficie unitaria orientata ortogonalmente alla direzione di propagazione dell�onda:
in altre parole, I � il flusso di energia sonora per unit� di superficie. Formalmente, il
vettore intensit� sonora in una direzione si pu� definire come il prodotto della
variazione di pressione p per la componente in quella direzione della velocit� di
oscillazione v delle particelle.
Essendo definita come media temporale del prodotto tra pressione e velocit� delle
particelle,
() ()dttvtp
T
1
vpI
T
0
ρρ
ρ
∫
>=⋅=< (1.8)
nel caso di propagazione in campo libero, l�intensit� acustica risulta essere
direttamente proporzionale al quadrato del valore efficace
∫
=
T
0
2
RMS
dt)t(p
T
1
p della
14
pressione acustica. Nel caso di un�onda di pressione sinusoidale, si ha
2
p
p
MAX
RMS
= ,
da ci� deriva per l�intensit� acustica l�espressione:
ϑ
ρ
=ϑ
ρ
=ϑ= cos
c
p
cos
c
p
2
1
cospv
2
1
I
0
2
RMS
0
2
(1.9)
dove v � il modulo della velocit� particellare, ϑ � l�angolo di incidenza dell�onda
acustica e cZ
00
ρ= [kg/m
2
s] � l�impedenza acustica caratteristica del mezzo che
rappresenta la �resistenza� che il mezzo oppone all�oscillazione indotta.
La densit� di energia acustica D [J/m
3
] � definita come l�energia sonora che, in un
dato istante, risulta localizzata nell�unit� di volume che circonda un certo punto dello
spazio, in formule
c
I
c
p
D
MAX
2
0
2
RMS
=
ρ
= (1.10)
La maggior parte delle sorgenti non hanno caratteristiche omnidirezionali n�
possono essere considerate puntiformi ai fini della determinazione della potenza
acustica emessa. Misurando il livello di pressione acustica alla stessa distanza ma in
direzioni diverse, esso pu� variare in maniera consistente per cui si definisce il fattore
di direttivit� Q come il rapporto tra il valore rms della pressione acustica misurato in
una determinata posizione rispetto alla sorgente e quello che si misurerebbe nello
stesso punto se la sorgente, a parit� di potenza, fosse omnidirezionale.