INTRODUZIONE.
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L'argomento trattato dalla tesi: l'occupazione americana in
Iraq, dal 2003 al 2011.
– La rilevanza del tema. La collocazione del nostro elaborato
nella letteratura esistente
L'obiettivo che mi sono posto con questa tesi di laurea magistrale è quello
di elaborare un'analisi storica degli eventi che hanno caratterizzato i rapporti
tra Stati Uniti d'America ed Iraq negli ultimi anni. In particolare, ho cercato
di analizzare l'occupazione militare americana iniziata in seguito
all'invasione del 20 marzo 2003 e terminata di fatto con il ritiro delle ultime
truppe statunitensi nel dicembre 2011.
Trattandosi di una tesi storica ho cercato di ricostruire tutti gli avvenimenti
principali del periodo dell'occupazione, soffermandomi in alcuni casi ad
analizzare più a fondo alcuni eventi che hanno interessato gli aspetti politici
o militari dell'occupazione stessa e che ho ritenuto degni di un'attenzione
maggiore rispetto ad altri. In alcune parti del presente lavoro l'analisi ha
assunto carattere prettamente narrativo, dal momento che mi è sembrato
essenziale fornire una descrizione cronologica di quanto accaduto, facendo
riferimento alle fonti che oggi ci permettono di ricostruire gli avvenimenti di
quegli anni. In altre sezioni ho invece cercato di fornire un'analisi critica e
distaccata dalla visione degli stessi autori di tale fonti, cercando dunque di
esporre la mia personale opinione.
L'argomento che mi appresto a trattare è – a mio avviso – uno dei più
controversi non solo oggi ma sicuramente anche per gli anni a venire.
Trattandosi di fatti relativamente recenti, non abbiamo innanzitutto a
disposizione una totalità di documenti e fonti che ci permettano di fare luce
su molti aspetti del problema. Questo è certamente un limite. Dobbiamo
peraltro sottolineare che il tema della guerra in Iraq è allo stesso tempo uno
tra i più dibattuti al giorno d'oggi, e che perciò è disponibile un'amplissima
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letteratura scientifica in merito. Questo invece è sicuramente un ottimo
punto di partenza. Tale letteratura ha rappresentato il nostro maggiore
supporto nel periodo di ricerca, dal momento che vi sono veramente molti
contribuiti teorici senza i quali l'elaborazione di questa tesi di laurea sarebbe
stata impossibile. La maggior parte di questi contributi è rappresentata da
volumi monografici, paper e studi elaborati da autori statunitensi. Si tratta
sia di singoli individui, sia di istituti di ricerca specializzati o di agenzie
governative. Evidenziamo dunque il fatto che la maggior parte della
letteratura presente – e utilizzata – per la ricerca su questo tema, è quella
elaborata da autori o da soggetti statunitensi. Questo è probabilmente dovuto
al coinvolgimento diretto del governo degli Stati Uniti nella vicenda in
questione e dunque alla volontà di capire quale siano stati i motivi degli
insuccessi e dei fallimenti ottenuti in Iraq e comprendere quindi quali aspetti
si potessero migliorare. In merito a questo aspetto è rinvenibile un vero e
proprio sforzo da parte del mondo accademico, scientifico e militare
americano di elaborare degli studi approfonditi per stabilire quali siano stati
gli errori commessi in Iraq e al fine di non commetterne di nuovi in futuro.
Di questa letteratura ho fatto un utilizzo molto ampio.
Ci sono poi anche molti studi elaborati da autori iracheni o di nazionalità
araba, persiana o mediorientale in generale. Il punto di vista di questi autori
è anch'esso molto importante perché ci ha invece fornito una prospettiva
diversa (ma non sempre divergente) degli avvenimenti in questione. Alcuni
di questi autori hanno passato gran parte della propria carriera in paesi
occidentali come Stati Uniti o Regno Unito; altri invece hanno vissuto in
Iraq o nei paesi limitrofi fino a poco tempo fa o vi vivono tutt'ora. Nel primo
caso, i loro elaborati si avvicinano di più alla tipologia di quelli “totalmente
americani” citati poc'anzi. Nel secondo caso si tratta di fonti molto preziose
perché in grado di fornirci il punto di vista degli iracheni (o degli arabi)
stessi ed è dunque interessante capire se alcuni eventi siano percepiti alla
stessa maniera da entrambe le parti.
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Possiamo peraltro affermare che la maggior parte degli avvenimenti
principali legati alla guerra in Iraq tutto sommato è stata letta e interpretata
largamente alla stessa maniera dalla quasi totalità degli autori. Dal punto di
vista storico, l'interpretazione degli autori è apparsa infatti piuttosto
omogenea e condivisa. Questo è un risultato incoraggiante e ci fa intuire che
si tratta di interpretazioni attendibili e solide per lo studio di ulteriori
ricerche, essendo considerate valide dalla maggior parte degli analisti e
degli esperti della materia. Il loro limite è quello, ammesso anche da parte
degli stessi autori, dell'esistenza di molte zone d'ombra nell'evoluzione degli
eventi in questione. Soprattutto in merito al periodo antecedente alla guerra,
il cosiddetto “run-up to the war”, ovverosia il periodo in cui
l'amministrazione Bush si è sforzata in maniera considerevole per costruire
un vero e proprio casus belli per poter invadere l'Iraq, abbiamo notato una
miriade di contraddizioni, di ombre e di ambiguità che abbiamo interpretato
come una evidente mancanza di fonti attendibili al cento per cento. Quanto
al periodo qui considerato centrale nella mia analisi – quello relativo
all'occupazione – ho notato una relativa ed apprezzabile “trasparenza” delle
varie fonti disponibili, ma sono convinto che anche in tal caso dovremo
aspettare altri anni per poter venire a conoscenza di nuovi aspetti di
importanza tutt'altro che marginale. Solo di recente, ad esempio, il mondo è
venuto a conoscenza del fatto che la Central Intelligence Agency (CIA)
abbia autorizzato e applicato tecniche di interrogatorio che erano in piena
violazione dei diritti umani. Ciò non era peraltro una novità; il tema del
bilanciamento tra lotta al terrorismo e tutela dei diritti fondamentali è stato
già più volte dibattuto in passato e ha portato alla scoperta di numerosi abusi
di potere perpetrati dai vari governi e dai militari impegnati nella cosiddetta
“guerra al terrorismo”, americani in primis.
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Per un approfondimento si veda Di Stasio C., La lotta multilivello al terrorismo
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In conclusione, possiamo dunque dire che la questione irachena,
considerandola soprattutto dal 2000-2001 fino ad oggi, presenta ancora
larghe zone d’ombra. Ritengo però che si sia giunti ad un momento storico
in cui è finalmente possibile cercare di formulare analisi approfondite.
Questo per quanto riguarda il periodo che termina nel dicembre 2011 con la
fine dell'occupazione americana. Partite le truppe statunitensi, l'Occidente si
è ovviamente privato di un importante punto di vista sull'Iraq e su tutta la
regione ed è dunque risultato più complicato avere a disposizione una
conoscenza approfondita su quanto accaduto in Iraq dopo il 2011 fino ad
oggi. Gli eventi più recenti, in particolare l'ascesa del gruppo terroristico
noto come ISIS o Stato Islamico, ci stanno mostrando che di fatto
l'Occidente per un certo lasso di tempo ha “perso di vista” l'evolversi degli
avvenimenti nella regione ed è di fatto rimasto sorpreso (e impreparato) di
fronte a questa nuova minaccia.
– La ricerca effettuata. Strumenti e metodologie utilizzati
Come ho sottolineato in precedenza, buona parte delle fonti utilizzate per la
ricerca effettuata per questo lavoro è rappresentata dall'ampia letteratura
presente in materia. Ho peraltro usufruito anche di altri canali per
raccogliere informazioni. Nello specifico, avendo svolto un periodo di
ricerca scientifica negli Stati Uniti – presso Washington D.C. e New York
City – ho potuto raccogliere una serie di informazioni molto importanti e
utili, soprattutto attraverso una serie di interviste rilasciate da varie
personalità legate in maniera più o meno diretta con la guerra in Iraq o, più
in generale personalità, con una particolare competenza dell'area
internazionale: garanzia di sicurezza versus tutela dei diritti fondamentali, Giuffrè
Editore, 2010; Gargiulo P. e Vitucci M. C., La tutela dei diritti umani nella lotta e nella
guerra al terrorismo, Editoriale scientifica, 2009.
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mediorientale. Per alcune di queste interviste ho avuto l'autorizzazione per
la loro trascrizione all'interno di questo elaborato; nell'Appendice ho perciò
raccolto le interviste integrali che sono stato autorizzato a rendere
pubbliche. Per altre sono stato invece costretto ad impormi dei limiti
divulgativi su richiesta esplicita di coloro che le hanno rilasciate e che
hanno preferito rimanere anonimi. In ogni caso si è trattato di fonti
estremamente utili. Ad esempio una delle interviste che ho avuto la
possibilità di trascrivere e rendere pubblica è quella che mi ha rilasciato
Paul Hughes – oggi Senior Advisor for International Security and
Peacebuilding presso l'U.S. Institute of Peace, a Washington. Hughes è un
ex colonnello dell'esercito americano e dal gennaio all'agosto 2003 ha
rivestito in Iraq il ruolo di Senior Staff Officer per l'Office of Reconstruction
and Humanitarian Assistance (ORHA) e in seguito per la Coalition
Provisional Authority (CPA), le due autorità civili di occupazione e
ricostruzione che il governo americano ha deciso di istituire una volta
invaso l'Iraq.
Le interviste hanno avuto luogo nel momento centrale che definirei “di
transizione” tra la fase di ricerca e quella di stesura. Hanno avuto un
importante ruolo di integrazione e di consolidamento delle questioni che
avevo osservato nella ricerca precedente e che si sarebbero andate a
confermare (o confutare) nel momento in cui avrei cominciato a scrivere e
ad elaborare la mia riflessione teorica.
Infine ho anche usufruito di numerosi documentari cinematografici che,
includendo interviste e dichiarazioni ufficiali di membri direttamente
impegnati nella guerra in Iraq, rappresentano – a mio avviso – una fonte più
che attendibile e certamente da non sottovalutare nell'ampio panorama delle
ricerche scientifiche.
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– La struttura della tesi
Questa tesi è suddivisa in tre capitoli principali. Nel primo ho tentato di
fornire una base di orientamento storica e concettuale, cercando di delineare
il contesto all'interno del quale questo argomento si colloca. Trattandosi di
una tesi che analizza l'occupazione americana in Iraq, mi è sembrato
opportuno fornire maggiori informazioni in merito al contesto mediorientale
nel complesso, soprattutto dal punto di vista storico. In particolare, si è
deciso di partire dall'anno 1979, che, per motivi che sono spiegati nel
suddetto capitolo, è considerato dalla maggior parte della storiografia come
“l'anno che ha modellato il moderno Medio Oriente”. La centralità di questo
anno nell'evoluzione trasformativa del Medio Oriente così come lo
conosciamo oggi e nell'evoluzione dei rapporti della regione con l'Occidente
e in particolare con gli Stati Uniti, mi hanno indirizzato verso la scelta di
partire proprio da questo singolo anno. Come esporrò nel capitolo in
questione, alcuni degli eventi verificatisi nel 1979 hanno avuto conseguenze
su quanto avvenuto in Iraq negli anni a seguire e, se vogliamo, hanno avuto
ripercussioni delle quali risentiamo in maniera diretta ancora oggi.
All'interno di questo primo capitolo ho anche trattato il tema della divisione
che oggi divide molti paesi in Medio Oriente e in tutto il mondo islamico,
cioè quella tra sunniti e sciiti, le due principali correnti dell'Islam. Abbiamo
ritenuto opportuno ripercorrere la storia di questa divisione sin dalle origini
dello scisma verificatosi dopo la morte del profeta Maometto, fino ai giorni
nostri.
Il secondo capitolo svolge anch'esso un ruolo introduttivo all'argomento
centrale della tesi. Dalla mia ricerca, emerge infatti che la decisione di
invadere l'Iraq sia stata presa poco dopo gli attentati dell'11 settembre 2001
e che l'elaborazione di un “movente” per iniziare tale guerra sia un processo
di fatto iniziato tra il novembre-dicembre 2001 e conclusosi nel momento in
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cui è iniziata la stessa invasione nel marzo 2003. In questi diciotto mesi
circa, l'amministrazione americana ha tentato in tutti i modi di costruire ad
arte un vero e proprio casus belli per muovere guerra all'Iraq e nel secondo
capitolo ho tentato di illustrare gli aspetti più noti e quelli più latenti che
hanno caratterizzato questo periodo, durante il quale l'intelligence è stata
modificata ad arte e adattata alla politica che si voleva seguire, ovverosia
l'invasione dell'Iraq. Soprattutto per la stesura di questo capitolo mi sono
avvalso di alcune interviste che mi hanno fornito informazioni più sensibili
e che proprio per questa ragione rientrano tra quelle che non si possono
rendere pubbliche nell'Appendice.
Il terzo capitolo è quello che invece va a trattare l'argomento centrale di
questa tesi, ovverosia l'occupazione in Iraq. Ho deciso di suddividere tale
capitolo in tre sezioni, ognuna dedicata ad uno specifico periodo
dell'occupazione. Le tre sezioni riguardano infatti i tre trienni 2003-2005,
2006-2008 e 2009-2011. La suddivisione non è peraltro connessa
esclusivamente ad un aspetto cronologico e ad una comodità strutturale.
Essa è infatti legata anche ad aspetti concettuali. Fino alla fine del 2005 gli
americani hanno combattuto la guerra in Iraq senza mai accorgersi che si
andava incontro ad una sconfitta e che l'intervento di invasione e rimozione
del regime, dopo essersi trasformato in un complicato progetto di nation-
building nel corso del 2003-2004, era allo stesso tempo diventato una guerra
contro insorti e organizzazioni terroristiche che nel frattempo si erano
infiltrate nel paese. Nel 2006 la situazione militare e politica in Iraq assunse
toni drammatici ma fortunatamente a Washington si cominciò a capire che
solo un cambiamento di strategia poteva evitare la disfatta totale. Per questo
il 2006 rappresenta un anno di svolta e segna l'inizio della seconda sezione
del presente elaborato. Nel 2007 si ebbe l'applicazione sul campo della
nuova strategia e nel corso del 2008 si ebbe la relativa stabilizzazione del
paese. A fine 2008 Barack Obama venne eletto presidente degli Stati Uniti e
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questo rappresenta per noi il passaggio ad una nuova ulteriore fase, dal
momento che segnò il transito dall'era Bush a quella del suo successore. Per
questo il 2009 segna l'inizio della terza ed ultima fase dell'occupazione,
terminata a fine 2011, dopo ben 9 anni di guerra.
Dopo questi tre capitoli, nelle conclusioni ho infine raccolto tutte le
elaborazioni teoriche che ho avuto modo di fare nel corso di questa analisi e
– illustrando anche quella che è la situazione odierna, tutt'altro che
tranquilla, considerando l'ascesa del gruppo terroristico dello Stato Islamico
– ho esposto le mie personali conclusioni.
In queste considerazioni finali ho presentato tutto ciò che ritengo di aver
appreso dallo studio di questo argomento e soprattutto tutto ciò che ne ho
dedotto, in termini di aspettative e di eventuali previsioni per il futuro.
Grazie alla ricerca effettuata e alla stesura di un elaborato che ha coperto –
in alcuni casi in maniera più approfondita e in altri in maniera più generale
(come nel caso del primo capitolo) – ben 32 anni di storia dell'Iraq, sono
giunto ad elaborare delle personali teorie sulle cause della situazione critica
e caotica in Iraq e in Medio Oriente oggi.
Credo che i punti di forza di questo elaborato risiedano essenzialmente nella
ricchezza delle fonti utilizzate. Molti dei riferimenti bibliografici ai quali ho
fatto riferimento per approfondire questo tema, sono nella maggior parte dei
casi dei testi che utilizzano a loro volta una sola tipologia di fonti. Con ciò
intendo dire che molti dei testi che parlano della guerra irachena sono scritti
o da persone che hanno vissuto un'esperienza diretta in Iraq e che dunque in
questi libri hanno trascritto la loro personale visione (sostanzialmente si
tratta dunque di biografie); o da giornalisti che hanno avuto la possibilità di
fare numerose interviste, anche a personalità di alto livello, e che hanno poi
scritto solo sulla base di quanto raccolto da un'indagine di tipo giornalistico
d'inchiesta; o da autori che hanno avuto la possibilità di accedere a
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documenti ancora classificati dal governo americano e che dunque hanno
scritto sulla base di quanto tratto da questi documenti. Nella maggior parte
dei casi si tratta dunque di testi che, nonostante siano risultati ricchi di
informazioni e ben dettagliati, facevano affidamento su una sola o, nel
migliore dei casi su poche tipologie di riferimenti bibliografici.
Nel mio lavoro invece ho assemblato una bibliografia che comprende una
varietà di fonti. Innanzitutto un elevato numero di riferimenti che rientrano
nelle tipologie appena elencate, ai quali ho però aggiunto anche numerosi
testi e studi accademici, articoli di riviste scientifiche, indagini statistiche
elaborate da istituti di ricerca, testimonianze dirette ricevute attraverso le
interviste, visione di vari documentari cinematografici.
La fusione di questa varietà di fonti mi ha permesso di concludere un
elaborato che si regge su un'impalcatura bibliografica ampia e – a mio
giudizio – solida. Questa varietà di fonti mi ha permesso di fornirmi un'idea
approfondita sulla situazione attuale e sulle sue cause, che risiedono in
quello che è il tema centrale della tesi di laurea, ovverosia l'occupazione
americana in Iraq.