Introduzione
E' passato più di un anno da quando, in una fredda serata di Dicembre, mi trovavo
nel cuore della città di Firenze, in Piazza del Duomo per l'esattezza. Era l'8 Dicembre e
tutta la città era addobbata a festa per il Natale ormai prossimo. Gente proveniente da
ogni parte del mondo si accalcava per le vie del centro per ammirare l'enorme patrimonio
artistico e culturale del nostro Rinascimento, dando vita a un enorme crogiolo
multiculturale: cinesi, giapponesi e coreani; americani, tedeschi e inglesi; francesi,
spagnoli e, ovviamente, italiani provenienti da tutta la penisola.
E' stato in quel momento, mentre in Piazza del Duomo ammiravo la “Porta del
Paradiso” del Ghiberti, che mi resi conto che nella folla attorno a me era presente un
numero molto elevato di iPhone (perlopiù nei modelli “3GS” e “4” all'epoca dei fatti, ma di
tanto in tanto compariva già qualche “4S”, appena uscito).
Attraverso l'iPhone, queste persone “registravano”, “iscrivevano” come direbbe
Ercolani, nel loro smartphone tutte le esperienze vissute durante la giornata; scattavano
foto e giravano video in alta risoluzione, postavano su facebook e twitter immagini da
condividere con amici e parenti che magari si trovavano a miglia di distanza, se non
addirittura in un altro continente. Quasi nessuno usava il proprio telefono per telefonare e,
in effetti, lo facevo anche io.
Probabilmente prima di allora mi ero già posto qualche domanda in merito all'uso
del cellulare, come tutti d'altronde, ma sicuramente posso imputare a quel preciso istante
la nascita dell'idea per questa tesi di laurea. Dunque, perché proprio l'iPhone?
Come ho già detto, quella sera rimasi colpito dal numero eccessivamente alto tra
la folla di persone che possedevano l'iPhone e non si facevano problemi a ostentare
questo possesso. Il fatto è che, si sa, l'iPhone ha un costo molto elevato (anche se
teniamo conto degli abbonamenti) e malgrado ci troviamo in un mercato molto competitivo
e in continua crescita, quale è quello del telefono cellulare o, più recentemente, degli
smartphones, sorge spontanea la domanda: come fanno così tante persone a possedere
un telefono così costoso?
Il “melafonino” è un prodotto pensato per una categoria ben definita di persone, le
quali possono accedere a beni maggiori, di lusso, rispetto alla stragrande maggioranza di
persone. Ciò fa presupporre che il numero di iPhone in giro risulti comunque sempre
minore, o perlomeno contenuto, rispetto a tutti gli altri cellulari sul mercato. L'anno scorso
1
inoltre (ci trovavamo a Dicembre del 2011) continuava ancora la crisi economica che, a
partire dal 2007, ha coinvolto quasi tutto il mondo.
A fronte di queste considerazioni, risulta ancora più evidente il mio stupore nel
vedere non solo un numero così elevato di persone possedere l'iPhone, ma soprattutto
che lo possedevano persone appartenenti a culture e nazioni diverse; non si tratta
dunque di una moda presente esclusivamente nel nostro paese. Ciò che non sono mai
stati in grado di fare religione, politica, economia, statuti di unione, di fratellanza e/o di
pace, l'ha fatto invece un telefono cellulare.
Tuttavia, già da queste prime righe, emerge la prima criticità: la maggior parte dei
paesi elencati appartengono al così detto “Occidente del mondo”, quello ricco, quello
potente e in quest'ottica possiamo sicuramente includere anche i paesi “non più
emergenti” del sud-est asiatico, ma pieni protagonisti e promotori dell'economia.
Se dunque Steve Jobs, la Apple e l'iPhone sono stati in grado di un miracolo così
evidente e così grande, viene da pensare di conseguenza che qualcos'altro, sotto sotto,
esista. La domanda di fondo a cui questa tesi cerca di trovare una risposta è se dunque
l'iPhone può essere considerato come un oggetto di culto, il portatore di una nuova
religione che coltiva adepti e seguaci in ogni parte del globo.
Se pensiamo inoltre a tutte quelle auto che presentano sul cofano l'adesivo della
mela mangiata, non si può fare a meno di associare questo adesivo a delle immagini
sacre (santini, crocifissi e/o adesivi a vario sfondo religioso). Se da un lato, con la
presenza di immagini sacre, l'associazione alla propria religione è chiara, dall'altro i
contorni sono più sfumati, ma comunque non meno importanti. In un certo qual modo chi
decide di applicare il logo della Apple sulla propria autovettura, zaino, borsa o maglietta,
dimostra una certa simpatia verso quel determinato marchio.
Se pensiamo infatti a coloro che ostentano la spilla di Che Guevara, ad esempio,
sul proprio zaino o cappellino, dichiarano di essere dei simpatizzanti, dei sostenitori del
leader cubano; magari condividono le sue idee e nello stesso tempo vogliono
differenziarsi dal resto delle persone. Che Guevara è sicuramente un simbolo per molte
persone, quasi un mito contemporaneo possiamo azzardare e il celebre antropologo
Victor W. Turner parte proprio dal simbolo come unità di base dell'esperienza religiosa.
Per Turner il simbolo rappresenta infatti l'elemento strutturale del linguaggio simbolico; ma
il simbolo rimanda a sua volta a una straordinaria complessità. Compito degli antropologi
è dunque cercare di scoprire quel lato oscuro a cui rimanda ogni simbolo, il lato
nascosto
1
. Da antropologo, dunque ciò rappresenta quello che mi prefiggo per l'appunto
1 E. Comba, Antropologia delle Religioni – Un'introduzione, editore Laterza, Bari 2008, pp. 69-76. In
particolare sul concetto di “simbolo” sviluppato da Turner si veda il capitolo 2.
2
di fare in questa tesi: scoprire il lato nascosto dietro il simbolo dell'iPhone. Nel corso di
questa tesi affronteremo temi non solo proveniente da ambiti molto diversi, ma che a loro
volta posseggono una notevole complessità accademica.
Un altro aspetto fondamentale riguarda come la Apple presenta i suoi prodotti e in
particolare l'iPhone, quello che ormai possiamo definire come l'oggetto più
rappresentativo dell'azienda di Cupertino. C'è da dire che dopo il grande avvento
dell'iPhone nel 2007, è cambiato il modo non solo di produrre cellulari, ma anche la nostra
visione del mondo è mutata con esso. Il marketing che la Apple ha messo in campo è
ascrivibile a due macro-settori, entrambi appartenenti a quella categoria che viene definita
come marketing non-convenzionale: il marketing esperienziale, soprattutto nei suoi Apple
Store, dove l'utente-consumatore viene spinto a provare, toccare con mano, attraverso
un'esperienza completamente nuova del prodotto; e il marketing tribale, per mezzo del
quale la Apple mira a creare una comunità, un legame sociale intorno ai propri prodotti.
Quest'ultimo tipo di marketing viene analizzato da un punto di vista puramente
antropologico: la comunità intorno all'iPhone viene paragonata a una vera e propria tribù
post-moderna, in cui si crea un legame sociale tra il prodotto e il consumatore e viene
fortificato il sentimento comunitario dei consumatori attraverso prodotti e strategie
appositamente studiate per catalizzare la formazione delle comunità e supportarne lo
sviluppo, l'auto-riconoscimento e l'auto-sostentamento.
L'iPhone ha rappresentato dunque una rivoluzione non solo in campo informatico
e tecnologico, ma anche dal punto di vista economico, sociale, antropologico e, perché
no, religioso. Ha stabilito un punto di non ritorno e ci ha insegnato che non possiamo più
fare a meno di lui.
L'iPhone prima di tutti ci ha condotto a una dipendenza sempre maggiore dalla
Rete, attraverso l'introduzione di piani telefonici e abbonamenti pensati apposta per lui, le
varie compagnie telefoniche italiane si sono date battaglia (e continuano tutt'ora) per
cercare di offrire l'offerta migliore e accaparrarsi il maggior numero di clienti. Ognuna di
queste offerte deve tuttavia sempre comprendere un piano tariffario che contenga l'uso di
Internet, poiché è impensabile oggigiorno farne a meno. In ogni momento della nostra
vita, sia che siamo a lavoro che a casa o in giro, la sicurezza di avere Internet a portata di
un click, e con esso avere tutto il mondo a nostra disposizione, ci fa sentire protetti, sicuri.
Paolo Ercolani sostiene che in realtà economia, storia, politica e soprattutto
religione siano profondamente intrecciati le une con le altre. E' essenziale dunque
comprendere tutti gli aspetti che ci hanno preceduto per avere una chiave di lettura, un
metodo per decifrare la società umana dopo l'avvento di Internet (o dell'Iphone potremo
dire). Una vita che conduciamo sempre più “in Rete” e che coinvolge ogni aspetto della
3
nostra esistenza, rendendoci schiavi della macchina. In un epoca in cui gli uomini si
combattono per motivi economici o per ragioni ideologiche legate alla religione, Internet
rappresenta l’apice, e al tempo stesso il momento finale, di questa deriva post-umana. Il
libro è stato scritto nel 2011, nel decennale all'attentato delle Torri Gemelle di New York
(11 settembre 2001), un evento emblematico, con i suoi intrecci economici e religiosi.
L’opera si propone di ricostruire e analizzare i grandi conflitti che hanno segnato il
passaggio dalla vecchia società industriale alla nuova società in Rete. Una società,
quest’ultima, che mai come prima mette in evidenza le contraddizioni del capitalismo,
rivelando a vari livelli una degenerazione in ambito filosofico, psicologico, religioso e di
sistema di valori tale da condurre a una società post-umana. Cosa potrà mai accomunare
tre realtà così importanti ma diverse, fin dalle fondamenta, come il mercato, la religione e
la Rete?
2
La risposta è che essi rappresentano tre veri e propri “miti” dell'epoca
contemporanea, capaci di estendere la loro influenza in ogni anfratto del mondo umano.
L'elemento unitario è proprio l'uomo dunque, ma ciò non è sufficiente. Anche se è la
nostra vita, la vita dell'uomo che accomuna queste tre “dimensioni”, occorre comunque
andare oltre: a causa delle conformazioni che hanno assunto nel mondo contemporaneo,
queste tre realtà assai diverse stanno configurando un “mondo” in cui le specificità
dell'essere umano vengono gradualmente ma inesorabilmente ridotte alla più ininfluente
marginalità.
L'iPhone sembra dunque capace di condensare in unico oggetto questi tre aspetti
presentati nel libro di Ercolani: Internet, il mercato e la religione; e se questi tre concetti,
come abbiamo detto prima, rappresentano dei veri e propri miti contemporanei, va da sé
che l'iPhone, rappresentandoli tutti e tre contemporaneamente, sia un simbolo che
rimanda a un mito.
D'altronde, sin dalla sua presentazione ufficiale avvenuta il 9 gennaio del 2007
durante la conferenza di apertura del “Macworld”, in California, Steve Jobs, con una certa
emozione, affermava che questo nuovo prodotto non era solo un cellulare ma, per citare
le sue stesse parole «ciò che stavamo aspettando a partire dagli ultimi anni, […] un
prodotto rivoluzionario che cambierà tutto [..] L'iPhone contiene al suo interno “tre
differenti, rivoluzionari prodotti: il primo è un widescreen iPod con touch controls, il
secondo è un telefono mobile rivoluzionario e il terzo è un applicazione evoluta di
comunicazione Internet»
3
. L'iPhone dunque, sin dalle sue origini, era stato concepito per
condensare tre prodotti in unico supporto mobile; era “l'Assoluto” in grado di fare qualsiasi
2 P. Ercolani, L'ultimo Dio – Internet, il mercato e la religione stanno costruendo una società post-umana,
Dedalo Litostampa, Bari 2012.
3 Presentazione storica di Steve Jobs del primo iPhone; fonte: YouTube.com
4
cosa, per citare le parole del filosofo Maurizio Ferraris.
L'iPhone non è solo un cellulare, è molto di più: è uno strumento che ormai non
possiamo più separare dalla nostra vita quotidiana (e su questo ruota tutta la politica di
marketing della Apple), nutriamo affetto per lui, lo personalizziamo, lo consideriamo un
amico e un confidente. Tutta la nostra vita infatti può essere contenuta dentro un iPhone,
a tal punto che il celebre attore Tony Curtis ha deciso, nel momento della sua morte, di
farsi addirittura seppellire con il suo melafonino; sicuramente per un valore affettivo: il suo
cellulare rappresentava un ricordo, una cosa amata. Ma il telefonino di Curtis era anche di
più che un semplice souvenir. Era un archivio, uno strumento di registrazione. Nei suoi 32
giga, Tony Curtis aveva immagazzinato nomi, immagini, lettere, contatti, con un effetto
tanto più potente in quanto (in buona parte) automatico.
D'altronde già nell'antico Egitto i faraoni erano soliti farsi seppellire con tutti i propri
beni, perché sarebbero serviti loro nel viaggio verso l'aldilà e in questo senso si può
ricostruire un'intera favola egiziana: il Ka, il doppio, l'anima di Tony Curtis si presenta
davanti ad Anubi e posa sul piatto della bilancia il suo iPhone (invece che il cuore, sede
della memoria). Se l'iPhone è leggero come una piuma (purtroppo non è esattamente
così: 112 grammi
4
), ha diritto di passare nel regno di Osiride. Altrimenti viene dato in pasto
al coccodrillo Ammit, e il Ka deve cercarsi un altro telefonino. In Israele esiste anche una
tomba a forma di telefonino: il telefonino è aperto, ed esprime plasticamente e
semplicemente un desiderio di comunicazione. In Ghana, invece, è stata prodotta una
bara a forma di telefonino, che non solo risemantizza il logo michelangiolesco della Nokia,
ma ci fa notare quanto un telefonino, soprattutto di modello non recentissimo, possa
assomigliare a un sarcofago
5
.
In poco più di trent'anni l'azienda fondata da Steve Jobs e Steve Wozniak in un
garage della Silicon Valley si è trasformata in un colosso mondiale che ha cambiato per
tre volte la nostra società. La prima volta definendo l'idea di personal computer, la
seconda creando il mercato della musica digitale con l'iPod e la terza reinventando il
telefono cellulare con l'iPhone. Le tecniche di ideazione, produzione e
commercializzazione dei prodotti di Apple sono diventate una lezione fondamentale per i
manager di qualsiasi settore. Ma la storia di Apple è ancor più avvincente quando si
scopre il contesto culturale nel quale l'azienda è nata e si analizza in profondità l'impatto
sempre maggiore che sta avendo sulla società di oggi.
Possiamo dunque concludere questa introduzione affermando che sicuramente
4 Il peso può variare a seconda della configurazione e del processo di fabbricazione. Fonte: Apple.it
5 Gli spunti riguardanti le metafore con l'Antico Egitto, Israele e il Ghana sono stati sviluppati da Maurizio
Ferraris in Anima e iPad, Guanda, Milano 2011 (in particolare riguardo il capitolo 6, “Corpus”, paragrafo 2,
“Ka”, pp. 150-152).
5
l'iPhone ha sconvolto molti schemi convenzionali. Rappresenta l'oggetto del desiderio dei
ragazzi e di molti adulti; un vero e proprio status-simbol, ma pur sempre un simbolo per
l'appunto, che rimanda a qualcos'altro e che dà accesso a una categoria di persone che
possono essere forse identificate più come una tribù piuttosto che una élite.
All'interno dei famosi cartoni animati “I Simpson” e “Futurama” compaiono inoltre
delle puntate interamente dedicate all'iPhone (chiamato “MyPhone” nel primo caso e
“EyePhone” nel secondo, per ovvi motivi di copyright): in esse tutti sono stregati dal
“potere” di questo strumento a tal punto che non possono vivere senza. Ne “I Simpson” si
vede la nota famiglia americana in visita a un “Mapple Store” e non appena compare sul
megaschermo l'immagine di Steve Jobs, tutti si prostrano ad adorarlo; In “Futurama”
invece il dispositivo viene addirittura installato all'interno del bulbo oculare e rappresenta
così una protesi del nostro corpo. La BBC ha anche prodotto un documentario dedicato al
fenomeno dell'iPhone e all'apertura dell'Apple Store a Covent Garden (Londra), in cui tutti,
dipendenti e acquirenti, sembrano trovarsi in una sorta di estasi religiosa
6
. Oltre a essere
uno smartphone particolarmente dotato, l'iPhone rappresenta sicuramente qualcosa di
più: se vogliamo dimostrare che esso rappresenti un oggetto di culto, allora facciamo
implicitamente riferimento alla Apple come una sorta di nuova religione, una religione
implicita per l'appunto, che per alcuni aspetti presenta dei tratti para-religiosi.
Il primo capitolo è intitolato “l'Annunciazione” perché parla di come tutto ebbe
inizio, a partire dalla fondazione di Apple fino alla presentazione dell'iPhone e oltre.
Tuttavia uno degli argomenti centrali è rappresentato proprio dalla figura del fondatore
della Apple e dall'annuncio della sua morte.Steve Jobs è stato definito in molti modi: era
una figura carismatica, amata, geniale, ma soprattutto viene dipinto come “visionario”.
Parlare della sua vita equivale a tracciare la storia di un uomo che ha saputo sicuramente
innovare e rivoluzionare completamente il modo in cui noi oggi comunichiamo,
navighiamo in Rete o ascoltiamo la musica. Jobs può essere rappresentato come un mito
contemporaneo e ci occuperemo proprio di esplicitare le motivazioni e le caratteristiche
che lo rendono tale. Inoltre faremo riferimento anche all'origine del nome della compagnia
di Cupertino; il nome “Apple” è stato una scelta che ha saputo portare un messaggio
fresco, nuovo, puro agli occhi dei consumatori.
Nel secondo capitolo, ci occuperemo invece dei “Profeti”, in quanto non solo
citeremo chi, per primo, ha intravisto nell'iPhone una sorta di nuovo oggetto di culto e
nella Apple una nuova religione, ma cercheremo di addentrarci meglio in quel discorso,
complicato e molto dibattuto, che riguarda appunto la religione. I “Profeti” dunque sono
tutti quegli autori che si sono occupati di definire la nozione di simbolo e di simbolo
6 Vedi capitolo 3, paragrafo 3.3.1: “Secrets of the Superbrands”.
6
religioso, il concetto di religione, para-religione e religione implicita, e anche coloro che
hanno indagato tutti i possibili significati che può assumere un oggetto all'interno della
sfera sociale in antropologia economica.
Il terzo capitolo è stato intitolato “il Corpo” da una frase di Maria Grazia Turri, la
quale afferma che il corpo è in relazione con gli oggetti, essendo esso stesso un oggetto.
Turri si propone quindi di studiare le implicazioni dell'oggetto-corpo, dato che viviamo in
un mondo in cui siamo profondamente legati agli oggetti ed essi stessi ci definiscono.
L'iPhone istituisce una relazione molto alta e importante con il proprio utente a causa del
suo valore simbolico e del valore d'uso analizzato nel paragrafo dedicato al feticismo delle
merci di Marx e in quanto svolge una funzione-archivio che risulta essere più importante
della funzione-comunicazione. L'iPhone non viene usato principalmente come telefono
quanto piuttosto come strumento in grado di contenere tutte le immagini, contatti, mail,
foto e filmati della nostra vita in un unico dispositivo. Completa il capitolo il paragrafo
dedicato alle neuroscienze e al documentario della BBC, “Secrets of the Superbrands”,
per mezzo dei quali si dimostra come la Apple sia in grado di suscitare fenomeni di estasi
religiosa ed è in grado di attivare quelle stesse zone cerebrali che vengono attivate da un
credente di fronte a un'immagine sacra.
Il quarto capitolo è invece “il Verbo” proprio perché si sofferma ad analizzare le
principali strategie di marketing che la Apple ha messo a punto per pubblicizzare i diversi
modelli di iPhone. Attraverso dunque lo studio del marketing tribale, esperienziale e virale
vedremo dunque esattamente cosa comunica l'iPhone e in che modo il suo messaggio
viene veicolato, quali aspettative crea nei consumatori e attraverso quali meccanismi
viene commercializzato. In parallelo verrà presentato anche l'innovazione che ha saputo
apportare l'Apple Store, considerato non solo il luogo di preghiera di questo strano e
moderno culto, sempre se di culto si può parlare, ma anche come negozio in cui si può
vivere una vera e propria esperienza dei prodotti esposti, in quanto ci permettono di
toccare con mano, sentire, giocare e vedere ogni dispositivo Apple.
Il quinto capitolo è intitolato “le Tavole della Legge” in quanto l'oggetto principale
sono gli iPhone, presi uno ad uno con le loro caratteristiche e specificità tecniche. Il titolo
fa dunque riferimento sia alla funzione-archivio (la tavola) esposta nel capitolo due da
Maurizio Ferraris, all'elogio della scrittura sulla comunicazione, che alla “legge” che
questo dispositivo ha saputo imporre come oggetto di culto, come oggetto rivoluzionario e
come “assoluto” in grado di fare qualsiasi cosa. Questo capitolo si collega anche a quello
precedente poiché, oltre alle varie caratteristiche, vengono presentati tutti i vari spot
comparsi nella televisione italiana e americana cercando di scoprire il significato nascosto
dietro le parole e cercando di capire in che modo le varie strategie di marketing sono state
7
messe in atto. Tutto il discorso esplicitato fino ad ora trova dunque la sua naturale
conclusione in questo capitolo poiché proprio attraverso gli spot e le testimonianze di
alcuni utenti confluiscono insieme i temi sul simbolismo, sulla religione e sull'oggetto che
hanno permeato i capitoli precedenti.
Infine nel sesto, “i Pagani”, vengono illustrati i rapporti, spesso di natura
conflittuale, che la Apple ha avuto e continua ad avere con le case costruttrici rivali, prima
fra tutte Samsung. Analizzando non solo le caratteristiche dei prodotti concorrenti
dell'iPhone, ma anche tutte le varie dispute, sentenze, lotte che si sono succedute col
tempo, si evince come la Apple continui a mantenere il primato in questo settore
risultando il più delle volte vincitrice delle cause in tribunale. Il termine “pagani” dunque
vuole proprio indicare tutte quelle persone che preferiscono altri prodotti rispetto a quelli
dell'azienda di Cupertino, primo fra tutti lo smartphone, e che scelgono volontariamente di
non adeguarsi all'ideologia Apple, anzi la criticano fortemente affermando il prezzo
eccessivamente alto dei prodotti e delle scarse capacità rispetto ad altri dispositivi della
stessa specie.
Nel corso di questo lavoro bisogna comunque tenere sempre a mente una
questione molto importante: la difficoltà di trovare precise norme in base alle quali è
possibile definire la Apple una religione e l'iPhone un oggetto di culto. I confini, specie in
questi campi, sono molto sfumati e incerti. Sono infatti molte le dispute su cui illustri autori
discutono tuttora, ma ciò non ci impedirà di indagare nel miglior modo possibile tutti i
fenomeni che riguardano questo particolare oggetto. E' indubbio che l'iPhone possieda
dei significati molto più profondi; in quanto oggetto conteso, viene sia apprezzato che
criticato molto. Ci occupiamo dunque di scoprire quali sono questi significati nascosti e se
possa essere veramente definito come oggetto di culto.
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Capitolo 1
l'Annunciazione
1.1 – Dalla fondazione di Apple alla morte di Steve Jobs
Non è possibile parlare della storia dell'iPhone, quindi della Apple e di uno dei
personaggi chiave di questo secolo, Steve Jobs, senza citare l'enorme contributo che essi
hanno portato in questi ultimi anni in campo culturale e tecnologico. Parlare dell'iPhone
dunque equivale a parlare di come Steve Jobs ha fondato e poi successivamente
rinnovato la Apple; e questo l'ha fatto esclusivamente grazie ai prodotti che ha messo in
commercio. Egli ha sempre pensato a una tecnologia che fosse semplice e intuitiva per
tutti, ma al tempo stesso innovativa e capace di guardare al futuro.
Per questi motivi credo sia doveroso, per capire meglio cosa abbia portato alla
nascita dell'iPhone, ripercorrere le principali tappe della storia di Apple e, indirettamente,
di Steve Jobs e colleghi tracciando una breve storia dalle origini e dalla comparsa dei
primi MacIntosh fino alla prematura dipartita del loro creatore. Ci soffermeremo pertanto
più sugli episodi e i prodotti che hanno contribuito a costruire l'immagine di Steve Jobs
come icona e mito del mondo moderno, evidenziando come egli sia stato davvero in
grado di inventare il futuro rivoluzionando completamente i settori dei personal computer,
della telefonia e della musica, arrivando persino a introdurne uno completamente nuovo,
quello dei tablet.
1.1.1 – La nascita del personal computer
Apple venne fondata da Steve Jobs e Steve Wozniak nel 1976 a Cupertino, nella
Silicon Valley, in California. Wozniak era un hacker che nel 1975 aveva iniziato a tenere
conferenze all' “Homebrew Computer Club” e fu anche il progettista del primo modello di
computer venduto da Apple
1
. Jobs riuscì a convincere Wozniak ad assemblare una
macchina molto compatta e innovativa e a venderla assieme a lui, prendendo contatti con
il proprietario di un negozio di computer della zona, il “The Byte Shop”.
Il proprietario di questo negozio di computer si dimostrò subito interessato e si
1 Fonte: Wikipedia.it (http://it.wikipedia.org/wiki/Apple); W. Isaacson, Steve Jobs, Mondadori, Milano 2011,
pp. 3-198.
9
impegnò a comprare 50 esemplari pagandoli 500 dollari l'uno; ma non intendeva venderli
in scatola di montaggio, li voleva tutti montati. Quindi, per non perdere il contratto, Jobs e
Wozniak dovettero assemblare tutti i computer senza però disporre né di una fabbrica né
dei soldi necessari per impiantarla.
La macchina era dotata di un paio di caratteristiche
interessanti, e ciò dimostra sin dalle origini la notevole
rivoluzione che la Apple portò nel campo dei computer prima
e nel campo della telefonia e musica poi (rimanendo uno dei
marchi di fabbrica ancora oggi). Il primo computer si
chiamava “Apple I” e fu commercializzato a partire dal 1976; il
suo pregio era comunque la semplicità: malgrado fosse un
computer discretamente potente, Wozniak riuscì a progettarlo
utilizzando pochi componenti rispetto ai computer dell'epoca,
quindi esso risultò relativamente economico.
La capacità di Wozniak di semplificare un circuito elettronico per ridurne i costi fu
leggendaria, e buona parte di questa leggenda era dovuta proprio al progetto dell'Apple I
e dell'Apple II (1977). Comunque sia, fu solo dopo essersi associati con Ronald Wayne, il
quale avrebbe dovuto fare da mediatore tra i due amici
2
, che iniziarono ad assemblare i
computer. I ragazzi usarono qualsiasi mezzo per poter acquistare i pezzi necessari (ormai
sono entrati nella leggenda la calcolatrice scientifica HP di Wozniak e il furgoncino
Volkswagen di Jobs, che dovettero vendere per comprare i primi pezzi) e "sequestrarono"
il garage alla famiglia di Jobs, dove poterono lavorare indisturbati. In giugno riuscirono a
consegnare i computer che vennero regolarmente pagati.
Wozniak intanto stava già pensando al modello successivo. Molte delle scelte
progettuali del primo computer erano dovute alle limitazioni economiche che Jobs e
Wozniak dovettero affrontare durante lo sviluppo del prototipo. Ma ora, dopo avere
venduto i primi computer, Wozniak aveva più risorse a disposizione e iniziò a progettare
l'Apple II, che sarebbe stato un radicale miglioramento del predecessore.
2 J. Ong, Third Apple co-founder sold 10% stake to avoid paper pushing risk, in “AppleInsider.com”, 27
agosto 20
(http://appleinsider.com/articles/11/08/27/third_apple_co_founder_sold_10_stake_to_avoid_paper_pushing
_risk).
10
Illustrazione 1.1: Steve
Wozniak insieme a Jobs in
una foto di fine anni '70,
agli albori della Apple.
Fonte: Google.com