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Introduzione
L'interprete è una figura professionale che probabilmente nell'immaginario collettivo è
collocata in situazioni di grande prestigio sociale (congressi o programmi televisivi), per
riportare i discorsi pronunciati da personaggi di ancor maggior calibro e riconoscimento
sociale. In una sala congressi, egli sta accanto a colui al quale traduce, di fronte ad una ampia
platea, in televisione invece gli è seduto accanto, per sussurrargli la traduzione di quanto si
dice.
In realtà ci sono moltissime altre tipologie di interpretazione, anche se la tipologia piø
conosciuta è sicuramente quella dell’interpretazione di conferenza, la quale, a sua volta,
comprende l’interpretazione consecutiva e l’interpretazione simultanea.
In questa sede però, ci si dedicherà a un altro tipo ancora di interpretazione: l’interpretazione
di trattativa, cioè quell’interpretazione dialogica, quella “mediazione”
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che si trova durante lo
svolgimento, appunto, delle trattative commerciali.
Questo elaborato è atto a chiarire e definire la figura dell’interprete durante le trattative
commerciali con la Cina, ancor’oggi vista come mondo lontano da parecchi, a causa delle
forti divergenze culturali esistenti tra Italia e Cina.
Fungere da interprete tra fornitori e clienti, italiani e cinesi è in effetti un’impresa molto
impegnativa, poichØ, data la grande differenza linguistica e culturale, bisogna prestare molta
piø attenzione a ogni dettaglio, a ciò che si dice e a come lo si dice, rispetto alle
interpretazioni fra europei o comunque con persone che condividono lingue e culture; solo
con uno sforzo importante la resa sarà soddisfacente e si potrà concludere l’affare.
In particolare mi baserò principalmente sulla mia esperienza di interprete di trattativa a
Pechino nel gennaio 2010 e sulle registrazioni audio e video di conversazioni reali di visitatori
e espositori, cinesi e occidentali, mediate da un interprete, in occasione di una fiera
internazionale dedicata al fotovoltaico e tenutasi a Pechino ad aprile del 2011.
Necessariamente per meglio illustrare l'ambito merceologico nel quale ho operato verrà
1 GIAMBAGLI A., 2003, pp. 60-75 e DE FELICE A. A., 2003, pp. 75-87, spiegano che l'interprete è una
figura professionale che probabilmente nell'immaginario collettivo è collocata in situazioni di grande prestigio
sociale (congressi o programmi televisivi), per riportare i discorsi pronunciati da personaggi di ancor maggior
calibro e riconoscimento sociale. In una sala congressi egli sta accanto a colui al quale traduce di fronte ad una
ampia platea, in televisione invece gli è seduto accanto, per sussurrargli la traduzione di quanto si dice.
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delineato in breve il prodotto di cui mi sono occupata, l’impianto fotovoltaico.
Nella prima parte ci si dedicherà alla disciplina dell’interpretazione, concentrata
prevalentemente sull’evoluzione di questa disciplina e la sua storia, le sue radici. Trattandosi
di una tipologia d’interpretazione strettamente collegata al commercio, traccerò una storia
dell’interpretazione rapportata anche allo sviluppo economico e commerciale a cui tuttora
stiamo assistendo. In questa parte avrò l'occasione di evidenziare le percezioni differenti tra
l’interpretazione di trattativa in Occidente e l’interpretazione di trattativa in Oriente.
Nella seconda parte, per motivare l'importanza del prodotto dell’impianto fotovoltaico, sarà
necessario indicare brevemente le ragioni ambientali che stanno alla base di questa tecnologia.
La terza parte vuole mettere in evidenza tratti culturali , usanze e costumi che possono dar
luogo a comunicazioni ambigue o a vere e proprie defallance durante una trattativa tra Italia e
Cina.
La quarta parte è interamente volta a dare riflessioni critiche su tutto ciò che può capitare
durante una trattativa commerciale. In particolare analizzerò il ruolo svolto dall’interprete e le
sue funzioni (il briefing, la ricerca di fonti e così via); fornirò poi alcune simulazioni di rese
interpretative per sensibilizzare l’aspirante interprete di trattativa e dargli consigli circa come
affrontare certe situazioni piø o meno complicate.
Si vedrà infine, come il briefing iniziale, costituisca un fase preliminare indispensabile per
poter produrre una buona resa interpretativa.
L’ultima parte riepilogherà i temi trattati e fornirà opinioni e giudizi conclusivi sulla
professione dell'interprete di trattativa specializzato in lingua cinese e inserito in riunioni
d'affari riguardanti il prodotto del fotovoltaico.
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1- L’interpretazione di trattativa
In questa parte iniziale si illustrerà da un punto di vista teorico la professione dell'interprete di
trattativa.
In particolare verrà presentata la teoria di Shannon e Weaver, i quali hanno dato un contributo
significativo alla disciplina della comunicazione interazionale grazie al loro studio; si tenterà
di definire l'interpretazione di trattativa e si tenterà di sottolineare le differenze esistenti tra
interprete di trattativa, mediatore linguistico e mediatore culturale. Infine, si cercherà di
ripercorrere la storia dell'interpretazione di trattativa fino ad oggi.
L'argomento dell'interpretazione di trattativa affrontato in questa parte iniziale sarà trattato
esclusivamente da un punto di vista teorico e talvolta critico attraverso uno sviluppo
progressivo e ordinato dell'argomento stesso.
1.1- L’interpretazione di trattativa
Esiste un'ampia gamma di interpretazioni e di mediazioni (Mack, 2005: pp. 3-12; Katan,
2004: pp. 7-23). Mediazione culturale e interpretazione sono due termini, potremo dire, quasi
intercambiabili. Ciò che li contraddistingue è il contesto in cui inseriamo l’uno e l’altro
termine. Solitamente infatti, tendiamo a indicare mediatore quella persona che si trova a dover
fungere da tramite tra due interlocutori di diverso status sociale (ad esempio un medico e un
paziente); il mediatore culturale inoltre è spesso una persona delle stesse origini
dell’interlocutore avente rango sociale piø basso e, la maggior parte delle volte, lavora
nell’ambito medico-ospedaliero e nel sociale (in scuole elementari, scuole medie inferiori e
superiori, nei servizi pubblici). ¨ una figura che “agevola” l’integrazione dello straniero nella
società ospitante.
Tuttavia, negli ultimi anni sono sorti nuovi corsi di laurea triennale e magistrale che offrono
agli studenti l’opportunità di ricevere una formazione professionale in qualità di mediatore
linguistico e/o culturale (è il caso della Facoltà di lettere e filosofia dell’Università degli Studi
di Macerata, la quale ha dato vita al corso di laurea triennale in Discipline della mediazione
linguistica e al corso di laurea magistrale in Lingue moderne per la comunicazione e la
cooperazione internazionale) e vari critici e studiosi di linguistica, di teorie
dell’interpretazione e di didattica dell’interpretazione si sono attivati per fornire agli studenti e
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ai docenti delle guide e dei consigli utili per l’insegnamento e l’apprendimento di tale
disciplina.
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L’interpretazione di trattativa è una branca dell’interpretazione (Sandrelli, 2005: pp. 77-78; Lu
Feng, Pang Liang & Su Jie, 2008: pp. 137-138); l’interprete svolge la stessa funzione del
mediatore, ossia “permette la comunicazione” tra due o piø interlocutori che parlano lingue
differenti. A differenza del primo, però, è generalmente considerato “ad un livello superiore”
rispetto al mediatore
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e riceve una remunerazione piø elevata rispetto al mediatore (Katan,
2004: pp. 16-18; Mack, 2005: pp. 3-12).
Le tre grandi tipologie di interpretazione sono l'interpretazione simultanea, l’interpretazione
consecutiva e l’interpretazione di trattativa. Le prime due formano la cosiddetta
interpretazione di conferenza mentre l’interpretazione di trattativa riguarda gli ambiti
economico-aziendale e la trattativa d’affari.
Per spiegare l’interpretazione di trattativa illuminante è la definizione data da Ulrike A.
Kauzner che, nel testo a cura di Mariachiara Russo e Gabriele Mack “Interpretazione di
trattativa: la mediazione linguistico-culturale nel contesto formativo e professionale” in La
competenza comunicativa come prerequisito della mediazione linguistica: proposte per una
didattica preparatoria, pag. 61, scrive: “[…] il mediatore o interprete ha il compito di
permettere e facilitare la comunicazione tra piccoli gruppi di persone, assicurandone la
comprensione in contesti per lo piø informali”.
Mentre l’interpretazione di conferenza, come rivela il termine composto, si svolge in ambiti
ampi e si rivolge a un pubblico piuttosto vasto e variegato, l’interpretazione di trattativa
avviene in ambienti molto piø circoscritti e l’interprete svolge il suo lavoro di fronte ad
2 Alcuni esempi di didattica dell’interpretazione si trovano nello stesso testo di David Katan in
Translating Cultures: an Introduction for Translators, Interpreters and Mediators; nel testo a cura di Mariachiara
Russo e Gabriele Mack in Interpretazione di trattativa: la mediazione linguistico-culturale nel contesto
formativo e professionale il quale fornisce un prezioso contributo agli studenti di mediazione linguistica; nel
capitolo redatto dalla docente Raffaela Merlini, “Teaching Dialogue Interpreting in Higher Education: a
Research-driven, Professionally oriented Curriculum Design” in Tradurre: formazione e professione, testo a cura
di Maria Teresa Musacchio e Geneviève Henrot Sostero.
3 Mentre il mediatore culturale è, nella maggioranza dei casi, uno straniero sul suolo in cui si trova a
fornire il servizio, l’interprete è spesso una figura appartenente allo stesso Paese a cui appartiene la persona che
l’ha impiegata. Inoltre, mentre il mediatore culturale in molti casi svolge questo tipo di servizio senza aver
frequentato alcun tipo di formazione pregressa, l’interprete, per essere tale, deve aver compiuto degli studi di
interpretariato presso un corso di laurea. La differenza tra queste due figure professionali nell’ambito lavorativo è
stata sottolineata da Annalisa Sandrelli in Interpretazione di trattativa: la mediazione linguistico-culturale nel
contesto formativo e professionale (2005) p. 80, la quale sostiene che un aspetto che spesso sfugge ai dirigenti
d’azienda è che molte volte una buona conoscenza della lingua straniera non è sufficiente per poter interpretare
una trattativa d’affari […]. L’interprete può svolgere una funzione di “consigliere culturale”, intervenendo per
scongiurare quelle incomprensioni che un mediatore potrebbe non sapere delucidare nØ spiegare.
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almeno due persone o poco piø.
Un altro elemento che contraddistingue l’interpretazione di trattativa da quella di conferenza,
poi, è il fatto che nel primo si è sottoposti a continui switchings, cioè continue alternanze e
passaggi da una lingua A a un lingua B in quanto durante una trattativa si traduce un vero e
proprio dialogo che, con l’ausilio dell’interprete, diventa un trialogo; nell’interpretazione di
conferenza, invece, l’interprete ascolta un intero testo piø o meno lungo in una lingua A per
poi tradurlo in una lingua B al suo termine o per riprodurlo in una lingua B simultaneamente
all’interlocutore che parla nella lingua A.
Quindi si può dire che nell’interpretazione di trattativa è continuamente presente il feedback,
cioè la comprensione del messaggio dell’interlocutore A da parte dell’interlocutore B e la sua
conseguente risposta coerente (tutto ciò grazie all’interprete il quale si pone nel mezzo delle
due parti per rendere possibile questi feedback) (Livolsi, 2009: pp. 17 e ss.).
Un buon interprete di trattativa non ha soltanto il mero compito di tradurre parole, anzi, si
può dire che un interprete che traduce “parole” non si possa considerare affatto un interprete.
Sarebbe piø opportuno e corretto definirlo una figura che traduce significati, ma ciò non è
sufficiente.
L’interprete di trattativa, per essere considerato tale, deve avere molti altri requisiti e abilità.
La prima, se vogliamo la piø ovvia, è l’abilità traduttiva (Bao Gang, 2005: pp. 206 e ss.):
l’interprete deve trasporre significati tra due o piø parlanti di lingue diverse. Tuttavia, è
impossibile avere l’abilità traduttiva se non si possiede una certa abilità linguistica: è chiaro
che bisogna conoscere e saper parlare la lingua di partenza e la lingua di arrivo altrimenti
l’interprete rischierebbe di ostacolare la comunicazione tra gli interlocutori. A volte
all’interprete può capitare di non riuscire a cogliere appieno il senso di una battuta scherzosa,
di un’espressione, di un gesto tipici della cultura d’arrivo e, dunque, può capitare che
fraintenda o filtri il tono o l’intenzione dell’interlocutore della lingua d’arrivo.
Per far sì che ciò non accada, l’interprete dovrà possedere una buona abilità culturale.
Per esempio, l’interprete di trattativa italiano-cinese dovrà possedere un’elevatissima
competenza di questo tipo. Le rispettive culture infatti, sono estremamente differenti ed è
molto semplice andare incontro a errori, mancanze, fraintendimenti e così via (piø avanti
vedremo alcuni esempi in merito).
L’interprete che possiede queste tre abilità può già considerarsi un interprete di buon livello,
ma non è tutto. Si immagini di dover concludere un affare con un grande imprenditore cinese
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e di avere davanti un interprete dalle ottime capacità traduttive, con un’altrettanto ottima
conoscenza lessico-linguistica, avente un eccellente conoscenza di ambedue le culture, ma
dallo sguardo inespressivo, dal tono di voce piatto e monotono, dai modi e dai toni noiosi e
senza carisma. Per quanto la sua resa sia impeccabile dal punto di visto linguistico-culturale e
traduttivo, si può credere ancora che possa considerarsi un interprete di buon livello? La
risposta è chiaramente negativa. L’interprete deve essere dotato anche di una grande abilità
comunicativa in quanto quest’ultima contribuisce a rendere la resa piø brillante, piø
interessante e senza alcun dubbio, piø coinvolgente per gli interlocutori. Oltretutto, qualora
durante una resa venga a meno una delle abilità descritte precedentemente, grazie all’utilizzo
della capacità comunicativa l’interprete potrà aiutarsi a venire fuori dal problema e ad
affrontarlo senza suscitare dubbi o incertezze negli interlocutori o, ancor meglio, senza che
essi se ne accorgano.
A far parte dell’abilità comunicativa troviamo la gesticolazione, la prossemica, la postura, la
capacità di parlare in pubblico, la distanza sociale assunta dall’interprete rispetto agli
interlocutori: tutti elementi che contribuiscono a delineare l’aspetto psicologico della
comunicazione.
Da ultima troviamo l’abilità procedurale che riguarda soprattutto la fase del briefing
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nell’interpretazione. Non potrebbe esistere alcuna comunicazione se l’interprete non
conoscesse a priori l’oggetto della conversazione tra i parlanti, se egli non si procurasse le
fonti necessarie e non elaborasse un glossario tecnico utile ai fini di una buona resa
interpretativa. Per fare un esempio, un’azienda italiana di impianti fotovoltaici e di pannelli
solari non potrà mai acquistare le materie prime per produrre un impianto fotovoltaico da
un’azienda cinese se l’interprete che si trova in mezzo alle due parti non distingue tra un
pannello solare e un impianto fotovoltaico. La comunicazione a un certo punto si bloccherà
inevitabilmente se l’interprete traduce entrambi i prodotti guāngfú qìjiàn 独 独 光 一 .
1.1.1 - La teoria del processo comunicativo di Shannon e Weaver
Se volessimo illustrare il processo comunicativo che si viene a creare tra l’interlocutore A,
l’interlocutore B e l’interprete, potremmo riprendere il modello comunicativo di Shannon e
4 Il briefing è tutto ciò che riguarda la preparazione, la ricerca del materiale e la documentazione sugli
argomenti che si andranno ad affrontare durante la trattativa commerciale.
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Weaver
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nel quale figurano un emittente, un ricevente e un interprete.
L’emittente (interlocutore A) emette un messaggio al ricevente 1 (l’interprete) che a sua volta,
lo emette nella lingua B al ricevente 2 (interlocutore B) il quale, poi, dovrà mandare un
feedback all’interlocutore A, servendosi dell’interprete (ricevente 1) che a sua volta tornerà ad
essere emittente per l’interlocutore A, mentre quest’ultimo diventerà il ricevente 2.
Ecco che in questo modo, l’interprete rappresenterà il perno, la figura essenziale per poter
instaurare una comunicazione tra due interlocutori che parlano due lingue diverse.
La teoria comunicativa di Shannon e Weaver può essere così esemplificata:
La lettera A rappresenta i partecipanti dell'azienda italiana; la lettera B, i partecipanti
dell'azienda cinese e la lettera I l'interprete:
A: Signor Wang, ritengo che i suoi prezzi siano un po’ troppo alti. Potrebbe
applicare uno sconto all’ammontare del vetro?
I: 王 先 生 , 他 认 为 价 格 有 一 点 儿 高 。
(WÆng xiānshēng, tā rènwØi jiàgØ yǒu yīdiǎn-er gāo).
(Traduzione: Signor Wang, lui ritiene che i prezzi siano un po' alti).
B: 好 吧 , 我 可 以 降 6 % 价 。
(Hǎo ba, wǒ kěyǐ jiàng 6%jià).
(Traduzione: E va bene, posso abbassare del 6% il prezzo).
5 Claude Shannon è un ingegnere elettronico e matematico statunitense. Nasce in Michigan nel 1916 e muore
in Massachusetts nel 2001. Laureato nel 1940 all'Università del Michigan, ottiene il dottorato in matematica
presso il MIT (Massachusetts Institute of Technology). Dal 1941 al 1972 lavora come ricercatore matematico
per l'azienda Bell Telephones. Durante la prima guerra mondiale studia i sistemi di controllo delle batterie
contraeree e, nel 1949, insieme Warren Weaver, pubblica The Mathematical Theory of Communication (La
teoria matematica dell'informazione), un'opera che segna una svolta nella storia della teoria
dell'informazione.
Warren Weaver è uno scienziato e matematico americano che nasce a Wisconsin in Reedsburg nel 1894 e
muore a Connecticut in New Milford nel 1978. Viene riconosciuto come uno dei pionieri della traduzione
automatica (MT, machine translation). Lavora da giovane come professore di matematica in un college per
poi divenire un sosttotenente al servizio dell'Air Service durante laprima guerra mondiale. Dopo la guerra
torna ad insegnare matematica fino al 1932. Dal quest'anno fino al 1955 è il direttore del reparto di scienze
naturali nella Rockefeller Foundation. A partire dal 1958 diviene addirittura consulente scientifico e vice-
presidente del Sloan-Kettering Institute per la ricerca contro il cancro. Le ricerche svolte da Weaver si
basano soprattutto nella teoria della probabilità e nelle statisctiche. Durante la seconda guerra mondiale viene
appoggiato dalla fondazione nella gestione della ricerca di operazioni e linguaggi segreti che porterà alla
scoperta della crittografia.
Nel 1949, assieme a Claude Shannon pubblica la teoria sulla comunicazione (v. sopra) nella quale Shannon
fornisce l'aspetto scientifico e matematico del modello teorico, mentre Weaver fornisce un contributo
filosofico al modello analizzato da Shannon.
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I: E va bene, posso diminuire il costo del 6%.
A: La ringrazio molto, concludiamo l’affare. Sono convinto che la nostra
collaborazione sarà serena e avrà successo.
I: 他 有 个 如 谢 。 我 已 我 们 ! 我 我 您 我 如 所 我 我 我 我 如 已 我 们 。
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(Tā hěn gǎnxiè nín. Wǒmen chØngjiāo! Wǒ xiāngxìn wǒmen de hØzuò jiāng yúkuài hØ chØnggōng).
(Traduzione: Lui la ringrazia molto. Concludiamo l'affare! Io credo che la nostra collaborazione sarà
felice e di successo).
Si può notare che qualsiasi argomento, qualsiasi battuta, qualsiasi enunciato, qualsiasi
informazione passa per l’interprete che spesso può sembrare un figura marginale, ma che al
contrario, svolge un ruolo cruciale ai fini comunicativi.
Grazie al contributo teorico fornitoci da Shannon e Weaver si può capire il motivo per cui
l’interpretazione di trattativa possa altresì essere denominata “interpretazione bilaterale”.
Non è difficile intendere che questo tipo di interpretazione, a differenza dell’interpretazione di
conferenza che è di tipo unidirezionale, ha la caratteristica di essere bidirezionale.
¨ indispensabile, poi, chiarire un concetto: è vero che l’interprete costituisce il “messaggero”
tra le due parti partecipanti, ma il suo lavoro non si limita alla mera traduzione di enunciati da
una lingua all’altra; l’interprete fa molto di piø.
Partendo dal presupposto che in una trattativa d’affari si è davanti a un elevatissimo grado di
interattività, compito dell’interprete è anche (e a volte soprattutto) quello di intervenire per
chiarire dei concetti, risolvere incomprensioni, spiegare battute scherzose, modi di dire, altre
espressioni e concetti appartenenti alla sfera culturale di un partecipante e non dell’altro, deve
gestire la comunicazione al meglio anche quando una delle parti si innervosisce per una
situazione che si sta facendo complicata e così via.
L'esempio riportato è stato proposto con l'esclusivo intento di spiegare il comportamento
dell'interprete in situazioni difficoltose e delicate:
A: Se non vuole collaborare con me e si rifiuta di abbassare il prezzo dei moduli
fotovoltaici, beh morto un papa se ne fa un altro!
6 L'esempio non è tratto da una situazione reale, bensì è stato creato ad hoc al fine di illustrare la teoria
comunicativa di riferimento.
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I: 他 他 他 他 如 客 我 他 他 但 独 独 一 如 所 所 太 个 议 议 为 议 议 ! 他 是 点 点 两 我 。
(Tā xīwàng gēn nín yīqĭ zuò shēngyi dàn rènwØi guāngfú zŭjiàn de jiàgØ tài guì le! Tā bø kĕyĭ
tóngyì).
(Traduzione: lui spera di affari insieme a Lei ma ritiene che i prezzi dei moduli fotovoltaici
siano troppo cari! Non può accettarli).
B: 今 我 如 一 增 个 有 有 费 , 我 是 我 是 增 客 点 们 。
(JīnniÆn de fèiyong jiā le hĕn duō, wŏmen budebu jiā yīdiăn.)
(Traduzione: I costi di quest'anno sono aumentati moltissimo, non abbiamo potuto fare a meno
di aumentare un po' i prezzi).
I: Dice che quest’anno i costi sono aumentati di tanto e non ha potuto fare altro
che aumentare un po’ il prezzo della merce.
A: Al diavolo allora!
I: 如 如 如 是 住 如 客 明 , 他 有 点 点 罗 难 。
(Rúguŏ nín bø huì jiàng yīxià, tā hĕn nÆn kĕyĭ măi).
(Traduzione: Se Lei non abbassa un po' i prezzi, lui difficilmente potrà comprare).
Questo esempio dimostra quanto autocontrollo e quanta attenzione debba avere un interprete
in situazioni difficili da gestire quali quelle conflittuali.
In questo brano, non solo l’interprete deve cercare di conciliare le parti e cercare di strappare
uno sconto alla parte cinese, ma deve anche fronteggiare la barriera linguistica rappresentata
dai modi di dire (“morto un papa se ne fa un altro” e “al diavolo”) in quanto, se li traducesse
letteralmente, il partecipante cinese di certo non capirebbe perchØ privo della conoscenza della
lingua e della cultura italiana.