5
esteri nel mondo, sia per quanto riguarda l andamento complessivo, che i Paesi
destinatari.
Nel sesto capitolo ho effettuato un analisi del commercio estero mondiale,
rapportandola poi con la performance delle esportazioni italiane nel capitolo
successivo.
Nei capitoli 8 e 9 la mia attenzione si Ł invece concentrata sull economia della
provincia di Brescia. Dopo avere nel primo discusso della struttura produttiva
bresciana e, in particolare, della dinamica dell export, ho, nell ultimo capitolo,
svolto un analisi degli investimenti diretti esteri produttivi effettuati dalle imprese
bresciane all estero.
Questa ricerca Ł stata svolta sulla base dei dati raccolti dal Centro Studi
dell Associazione Industriale Bresciana in riferimento alla presenza di
stabilimenti produttivi di aziende bresciane al di fuori dell Italia negli anni 2000 e
2007, ultimo aggiornamento disponibile, in modo da poter osservare sia la crescita
quantitativa globale, ma, soprattutto, i cambiamenti nelle scelte localizzative.
Nonostante la mancanza di alcuni dati, in particolare relativi al 2000, periodo di
avvio della banca dati cui mi sono riferita, sono riuscita a svolgere un analisi
esaustiva.
Data la crescente importanza dell internazionalizzazione in tutti i settori, sia per le
grandi che per le piccole imprese, credo sia necessaria una implementazione di
queste ricerche, sia per avere un quadro di riferimento per le istituzioni, sia per
offrire una indagine utile anche alle aziende stesse.
Spero che questo mio modesto lavoro possa essere un interessante lettura per chi
voglia conoscere il fenomeno dell internazionalizzazione e avere un idea della
struttura organizzativa che le imprese della provincia di Brescia hanno definito da
inizio decennio ad oggi.
6
CAPITOLO 1- GLOBALIZZAZIONE E INTERNAZIONALIZZAZIONE
DELLE IMPRESE
1.1 INTRODUZIONE ALL INTERNAZIONALIZZAZIONE
Con il termine internazionalizzazione si indica l espansione dell impresa sul
mercato estero, al di fuori del proprio mercato domestico.
L internazionalizzazione pu avvenire secondo tre m odalit :
1) l espansione commerciale: i prodotti realizzati nel paese d origine sono poi
esportati e venduti all estero;
2) gli investimenti diretti esteri (IDE): l impresa multinazionale possiede
stabilimenti produttivi in uno o piø paesi esteri, eventualmente in joint-venture
con operatori locali, considerando sia le partecipazioni di maggioranza che le
partecipazioni paritarie o minoritarie. Secondo la definizione dell Organizzazione
per la cooperazione e sviluppo economico1, gli investimenti diretti esteri (IDE)
sono investimenti effettuati da parte di un soggetto residente in un Paese volti a
stabilire una relazione di lungo periodo e ad acquisire interessi durevoli e di
controllo in un’impresa residente in un altro Paese. Il soggetto residente Ł
chiamato investitore diretto e l impresa Ł detta impresa di investimento diretto.
Gli investimenti diretti esteri presuppongono l’intenzione dell’investitore diretto di
ottenere un livello di influenza significativo sulla gestione dell’impresa e si
differenziano dagli investimenti di portafoglio perchØ questi ultimi sono semplici
partecipazioni finanziarie di soggetti non interessati alla gestione aziendale.
AffinchØ si possa parlare di investimento diretto il soggetto che investe deve
essere in possesso del 10% o piø delle azioni ordinarie, per un’impresa costituita
in societ o l’equivalente per un’impresa non costituita in societ ;
3) le forme intermedie di internazionalizzazione: accordi, licenze, contratti di
assistenza tecnica e commerciale, etc., che consentono di vendere o affittare la
tecnologia ad operatori locali di paesi esteri.
1
Investment Division, Directorate for Financial and Enterprise Affairs Organisation for Economic Co-
operation and Development, OECD benchmark definition of foreign direct investment, 4th edition, aprile
2008
7
1.2 LA GLOBALIZZAZIONE E L INTEGRAZIONE TRA I PAE SI
L internazionalizzazione Ł naturalmente conseguenza della globalizzazione
economica ed allo stesso tempo sua causa; infatti la globalizzazione Ł ormai un
fenomeno consolidato che si riflette nelle dinamiche evolutive dell economia
mondiale.
Negli ultimi anni, ad esempio, si Ł assistito alla intensa crescita economica di
Paesi precedentemente considerati marginali dal punto di vista economico, tanto
che ora sono giunti a livelli di sviluppo sempre piø simili a quelli degli Stati piø
avanzati. Secondo gli studiosi dell UNCTAD, la Conferenza delle Nazioni Unite
sul Commercio e lo Sviluppo, risulta evidente la correlazione tra grado di
sviluppo economico di un paese e la sua rilevanza come origine e destinazione di
investimenti produttivi internazionali.2
Gli Stati economicamente poco sviluppati non attraggono flussi di investimenti
perchØ hanno scarsa attrattivit e, allo stesso tempo, non generano flussi di
investimenti internazionali perchØ il loro sistema produttivo Ł troppo debole per
entrare sul mercato estero. Al crescere dello sviluppo economico iniziano quindi a
manifestarsi prima i flussi in entrata, poi anche quelli in uscita. Infatti, nell ultimo
decennio, vi Ł stata la rapida affermazione di Paesi emergenti sullo scenario della
produzione, quali ad esempio Cina, India e Brasile3, che stanno addirittura
superando i Paesi europei in molti settori produttivi, soprattutto nel manifatturiero.
Questi Stati hanno quindi attirato molti flussi in entrata, avendo aumentato la
propria attrattivit , e stanno ora essi stessi gene rando flussi in uscita.
Questa straordinaria crescita e la costante internazionalizzazione delle imprese
sono state determinate anche dalla evoluzione della tecnologia, in particolar modo
di quella relativa alla produzione per i Paesi in via di sviluppo e quella relativa ai
trasporti e alle comunicazioni per i Paesi avanzati. Il miglioramento della
tecnologia produttiva ha permesso infatti alle nazioni emergenti di poter
2
Unctad., Assessing the impact of the current financial and economic crisis on global FDI flows,
aprile 2009
3
WTO, International Trade Statistic 2008
8
implementare, se non addirittura creare, il proprio sistema industriale, mentre la
maggiore facilit degli spostamenti e dei contatti tra le persone ha ridotto le
distanze, permettendo rapidi trasporti di merci e immediati collegamenti tra
dipendenti di unit produttive in tutto il mondo, a gevolando il lavoro nelle aziende
multinazionali.
Un altra determinante della globalizzazione Ł la lenta ma costante integrazione
economica e politica tra i diversi Stati, anche a livello regionale. L esempio a noi
piø vicino Ł l Unione Europea, nata come Comunit Economica Europea di sei
Paesi nel 1957 e oggi arrivata a comprenderne ventisette, e la conseguente
creazione dell Euro. Oltre all UE esistono altri ac cordi significativi come il
NAFTA, Accordo nordamericano per il libero scambio, costituito nel 1992 tra
USA, Canada e Messico, il MERCOSUR che coinvolge i principali Paesi
dell America Latina, la COMUNITA ANDINA (CAN) creata nel 1969 come Patto
Andino e che oggi riunisce diversi Stati sudamericani e l ASEAN che definisce
un area di libero scambio tra i maggiori Stati del sud-est asiatico e della Australia.
Per quanto riguarda l Europa, si pu osservare il r ilievo dell area di integrazione
economica europea anche nel peso dei flussi commerciali che si verificano al loro
interno; infatti, ad esempio, ben poco piø di 2/3 delle esportazioni e delle
importazioni dei ventisette dell Unione Europea si sono verificati verso altri Paesi
dell Unione stessa.
Fig. 1.2.1 - Quote di commercio tra aree di integrazione economica, 2007
Fonte: World Trade Organization, International Trade Statistics 2008
9
Queste aggregazioni hanno riguardato aspetti perlopiø di tipo economico, quali la
facilitazione degli scambi commerciali, la liberalizzazione della circolazione delle
risorse, l abbattimento delle protezioni dei mercati nazionali a favore delle
imprese locali, la standardizzazione delle normative in materia produttiva e
commerciale, la liberalizzazione dei flussi finanziari e l utilizzazione della moneta
unica (quest ultima nel caso dell Unione Europea); condizioni che hanno un forte
impatto sull apertura internazionale delle imprese e delle economie.
Questa costante integrazione sta inoltre portando ad una convergenza, seppure
parziale, nei modelli culturali e comportamentali delle persone, che permette
quindi alle imprese una maggiore possibilit di esp ansione su altri mercati, oltre a
quello domestico.
La globalizzazione si esprime quindi nella estensione a livelli geografici sempre
piø ampi dei confini dei sistemi economici, produttivi e di mercato; questa
estensione determina elevata mobilit di risorse, p ersone e attivit economiche e
elevata interdipendenza tra i vari fenomeni economici e anche tra i diversi attori
economici, siano questi enti, imprese, etc.
Il Paese d origine non Ł quindi piø l unico riferimento della evoluzione
economica e competitiva; oggi infatti l impresa ha la necessit , ma soprattutto
l opportunit di assumere un ruolo internazionale, dato che, come evidenziato
sopra, i fattori che ne influenzano lo sviluppo hanno tutti natura, direttamente o
indirettamente, internazionale.
1.3 - LA GLOBALIZZAZIONE DAL PUNTO DI VISTA DELL IMPRESA
Le imprese adottano diversi modelli strategici per adeguarsi ai cambiamenti
imposti dalla globalizzazione; il Globalization Team del MIT Industrial
Performance Center4 ha effettuato un analisi su 500 imprese globali in Usa,
Europa e Asia ed ha infatti evidenziato differenze in tali modelli.
Ad esempio alcune imprese esternalizzano la produzione attraverso lo sviluppo di
una vasta rete di fornitori internazionali, mentre altre mantengono la produzione
4
S. Berger, Mondializzazione: come fanno per competere?, Garzanti, 2006
10
all interno con un elevata integrazione verticale, oppure alcune aziende hanno
un estesa localizzazione delle attivit produttive in paesi esteri, mentre altre
mantengono le fasi piø rilevanti della produzione nel Paese d origine.
La globalizzazione comporta il fatto che le imprese siano esposte allo stesso tipo
di pressioni in tutto il mondo e ci che distingue un azienda dall altra si trova
nelle differenze nel modo di reagire alle pressioni ambientali, differenze basate sul
diverso patrimonio di risorse e competenze, con grande importanza della storia e
della localizzazione dell impresa.
Come gi scritto, la globalizzazione ha causato un radicale mutamento dei
mercati, sia dal punto di vista della dimensione che delle loro dinamiche
competitive.
Infatti, aree geografiche che prima erano marginali dal punto di vista
dell attrattivit commerciale come i Paesi dell Eur opa orientale, la Cina, l India e
il Brasile, caratterizzati da una rapida e intensa crescita, e anche alcuni Paesi
africani, rappresentano nuovi mercati con enormi potenzialit di sviluppo. La
globalizzazione offre quindi all impresa nuovi ampi mercati e maggiori
opportunit di business. Questa possibilit potrebb e portare al progressivo
spostamento delle aree geografiche piø importanti dal punto di vista dei consumi e
della evoluzione della domanda e potrebbe dare l opportunit di allungare il ciclo
di vita internazionale del prodotto attraverso la progressiva entrata nei mercati di
Paesi meno sviluppati.
Sempre in riferimento al mercato, la globalizzazione implica la crescente apertura
internazionale dello stesso; si ha infatti la progressiva caduta dei fattori che in
passato favorivano la separazione tra i mercati geografici, quali quelli
precedentemente elencati della liberalizzazione di circolazione delle merci, etc., e
il crescente rilievo delle nicchie globali, cioŁ dei segmenti di mercato che pur
essendo di nicchia, assumono una rilevante dimensione complessiva a livello
internazionale, come somma dei vari segmenti.
Per l impresa locale, l apertura internazionale pu rappresentare sia una minaccia,
a causa della concorrenza internazionale, sia, al tempo stesso, una opportunit per
accrescere rapidamente il proprio volume d affari e acquisire una significativa
11
posizione estera, sfruttando in ambito internazionale le proprie competenze
specialistiche.
La globalizzazione perci penalizza le imprese loca li che rimangono ancorate solo
al mercato d origine e favorisce quelle pronte a replicare all estero i propri fattori
di successo.
Inoltre, la globalizzazione ha favorito la standardizzazione dei bisogni del
consumatore e dei conseguenti modelli comportamentali, anche se il fenomeno si
sta rivelando molto meno lineare di quanto previsto. L impresa pu quindi
proporre in mercati geografici diversi un offerta caratterizzata da consistenti
elementi di omogeneit e accompagnata da politiche di comunicazione e di
distribuzione anch esse in una certa misura standardizzate.
Per poter espandersi nel mercato mondiale, Ł stato necessario apportare dei
cambiamenti al sistema produttivo; mentre in passato la localizzazione delle
attivit produttive era normalmente concentrata nel Paese d origine della impresa,
oggi Ł sempre piø diffusa a livello internazional e. Oggigiorno questo non
riguarda piø solo le grandi imprese, ma anche le medie ed un numero sempre piø
significativo di piccole aziende che insediano i propri stabilimenti anche in aree
geografiche estere.
La localizzazione estera delle attivit produttive Ł spiegata dalla volont di avere
maggiore radicamento nei mercati geografici piø rilevanti e dalla ricerca di
condizioni di produzione piø vantaggiose dal punto di vista dei costi, della
produttivit e della disponibilit degli input prod uttivi.
La globalizzazione si manifesta, da un lato, nel fatto che tali obiettivi siano ora
alla portata di una parte sempre piø ampia ed eterogenea di aziende e in un
numero sempre maggiore di paesi; dall altro lato, nei diversi fattori che hanno
reso tali obiettivi raggiungibili con relativa facilit , come il sistema dei trasporti e
delle comunicazioni internazionali, gli accordi tra gli Stati, la mobilit globale
delle persone, la convergenza dei modelli organizzativi, produttivi e delle
tecnologie.
Negli ultimi anni anche molte imprese che sono nate in aree geografiche
economicamente meno sviluppate hanno raggiunto rapidamente le condizioni per
organizzare le loro attivit produttive in altri Pa esi e questo ha determinato un
12
aumento della intensit della competizione, sia nei mercati di sbocco che in quelli
delle materie prime e degli altri input produttivi.
L impresa deve quindi localizzare la propria produzione nel paese in cui si
rilevano le condizioni piø vantaggiose rispetto alla collocazione dei mercati
geografici e alla qualit dei fattori di attrattivi t .
Si rende necessario perci assumere delle decisioni di natura strategica
strettamente collegate tra loro e con forte impatto organizzativo come scegliere
dove localizzare ciascuna attivit della catena del valore5 e in particolare quelle
core6 nella strategia competitiva dell impresa, come concentrare le attivit
produttive piø rilevanti e quali attivit della cat ena del valore replicare in ciascun
mercato geografico e in quale misura.
Quanto piø l impresa d alla propria catena del val ore dimensione internazionale,
tanto piø deve disporre delle tecnologie e delle competenze organizzative
necessarie per coordinare le varie attivit . 7
La forte presenza produttiva in Paesi diversi da quelli di origine implica che le
unit operative in tali Paesi assumano notevole ril ievo strategico, sia economico
che organizzativo. Sono quindi fondamentali le relazioni che legano le controllate
estere con la casa madre e anche quelle tra singole controllate estere.
L impresa globale Ł quindi un sistema interorganizzativo definito come una rete
di rapporti di scambio tra diverse unit organizzat ive che comprendono sia la casa
madre che le diverse filiali. L impresa assume la configurazione di rete
internazionale, cioŁ una rete costituita dall atto re perno e da una serie di nodi
costituititi dalle unit estere, alle quali sono af fidate funzioni differenziate e le
relazioni che legano i vari nodi.
Un attore di questa rete che ha notevole rilievo Ł il centro d eccellenza. Il centro
d eccellenza Ł una unit operativa collocata all in terno di una determinata
sussidiaria estera che, disponendo di risorse e competenze appunto eccellenti,
5
Per catena del valore si intende un modello che p ermette di descrivere la struttura di una
organizzazione come un insieme limitato di processi . Porter, Il vantaggio competitivo, 5a ed.,
Edizioni di comunit , 1985
6
Per core business si intende la principale attivit aziendale di tip o operativo che ne determina il
compito fondamentale preposto ai fini di creare un fatturato ed un conseguente guadagno.
7
M. Caroli, Economia e gestione delle imprese internazionali, McGraw-Hill, 2008
13
assume un ruolo guida per tutto il gruppo cui appartiene per quanto riguarda la
realizzazione di determinate attivit o la gestione di specifici business.
Una unit estera pu assumere una posizione di cen tro perchØ centralizza presso
di sØ la funzione di controllo di determinate fasi del ciclo operativo svolte in altri
luoghi della rete interna; pu sviluppare e trasfer ire ad altri soggetti tutte le
competenze relative a una tecnologia; infine pu av ere il compito di creare e
sviluppare un determinato business di portata globale, disponendo dell autonomia
di scelta delle strategie, necessaria per portare a termine questo compito.8
Questo compito assegnato a una determinata sussidiaria si manifesta nel fatto che
questa assume una responsabilit a livello internaz ionale per la realizzazione e lo
sviluppo competitivo di un determinato prodotto e, di conseguenza, essa eserciter
un azione di controllo strategico sul comportamento delle altre unit del gruppo,
compresa la casa madre, al fine di raggiungere gli obiettivi fissati.
Il fatto che una sussidiaria sia responsabile a livello mondiale di determinate
scelte di tipo strategico non significa che si trovi in una posizione di indipendenza
dal resto del gruppo; significa piuttosto che Ł chiamata a decidere l orientamento
che tutta l impresa debba seguire in un determinato ambito e assume il controllo
diretto di gran parte delle risorse e delle attivit necessarie per la realizzazione di
quanto le Ł stato assegnato.
Una ulteriore manifestazione rilevante della globalizzazione della produzione Ł
costituita dall ampia diffusione degli accordi strategici tra imprese di Paesi
diversi, accordi che si manifestano sia in linea orizzontale, cioŁ tra imprese
operanti nello stesso mercato, sia in linea verticale, vale a dire tra aziende operanti
a diversi livelli di una stessa filiera produttiva.
La diffusione di imprese di tipo orizzontale testimonia come il confronto
competitivo nei mercati finali non sia un limite alle imprese nel ricercare forme di
cooperazione; la grande estensione dei mercati globali consente ai partners di
un intesa strategica di individuare ognuno i propri spazi di mercato dove sfruttare
al meglio gli effetti di tali accordi.
La diffusione delle intese di tipo verticale sottolinea un altro importante principio
del business globale, cioŁ il fatto che le imprese sempre piø operano a livello
8
F. Musso, cap. 12 Lo sviluppo internazionale, materiale Universit di Urbino Carlo Bo
14
sovranazionale non singolarmente ma in rete, cioŁ attraverso collegamenti con
attori a monte e a valle che consentono un miglioramento dell efficienza e un
aumento del valore della domanda finale.
1.4 - L APPROVVIGIONAMENTO DI RISORSE MATERIALI,
IMMATERIALI E FINANZIARIE
Con la globalizzazione si Ł verificata anche l apertura internazionale dei mercati
finanziari, la liberalizzazione dei flussi e lo sviluppo della competizione degli
intermediari.
Questa apertura ha rappresentato la spinta essenziale per gli investimenti
produttivi all estero in quanto ha creato le condizioni necessarie per dar vita a
collaborazioni tra grandi istituzioni finanziarie e gruppi industriali di paesi diversi
e reso disponibili grandi volumi di capitali per operazioni di acquisizioni e fusioni
internazionali. In questi ultimi anni le banche di investimento internazionali hanno
iniziato a esercitare un ruolo significativo anche nel processo di
internazionalizzazione produttiva e commerciale delle medie aziende.
La globalizzazione implica anche un aumento delle aree geografiche dove
l impresa pu trovare risorse e condizioni favorevo li per la realizzazione delle
proprie attivit e rende possibili migliori modalit di sfruttamento internazionale
delle risorse acquisite in un determinato contesto geografico.
I gruppi di grandi dimensioni e un numero sempre piø crescente di medie imprese
gestiscono gli approvvigionamenti in chiave globale, come diretta conseguenza
dell organizzazione a livello sovranazionale della catena del valore e in
particolare del processo produttivo. L impresa quindi organizza anche gli
approvvigionamenti su scala sovranazionale, sulla base del principio di affidarsi a
operatori esterni in grado di rifornire unit produ ttive normalmente localizzate in
Paesi diversi.
La casa madre individua uno o pochi fornitori ottimali per una determinata
macroarea geografica e affida a questo partner la fornitura dei fattori utilizzati
dalle sue strutture produttive operanti nei diversi paesi dell area in questione.
15
Il global sourcing9 non esclude tuttavia che l impresa cliente mantenga e anzi
sviluppi le relazioni con i fornitori locali, a condizione che questi abbiano la
capacit produttiva e le competenze organizzative p er estendere la loro
collaborazione a livello internazionale appunto.
La dirompente diffusione delle tecnologie di comunicazione insieme con la
rapidissima espansione in un numero elevato di Paesi di nuovi centri di
produzione di conoscenza hanno radicalmente modificato le modalit attraverso
cui un impresa acquisisce competenze tecnologiche e capacit innovativa. Oggi
l impresa internazionale, anche di medie-piccole dimensioni, ha l opportunit di
collegarsi agli interlocutori migliori rispetto ai propri obiettivi di sviluppo delle
conoscenze, a prescindere dalla loro localizzazione geografica.
Un ultimo cruciale aspetto della globalizzazione sul fronte delle risorse riguarda
l intensificazione della competizione per l acquisi zione delle materie prime. Il
rapido sviluppo industriale di grandi aree geografiche precedentemente marginali
ha determinato un altrettanto forte incremento della domanda di input produttivi.
Questa competizione non si sviluppa tanto a livello di singoli gruppi industriali,
quanto di Stati e rappresenta una ulteriore spinta alla riorganizzazione della
produzione su scala internazionale.
La diffusione dell impresa come gruppo internazionale, con un impresa casa
madre che controlla le strutture aziendali in Paesi diversi, rappresenta comunque
un forte fattore di convergenza nei modelli di gestione aziendale.
Anche con le differenze implicate dalle diverse tipologie di struttura organizzativa
internazionale, in tutte le unit appartenenti a un gruppo internazionale si tende ad
applicare uno stesso schema gestionale e simili meccanismi operativi.
Diventa quindi di grande importanza il raggiungimento di un efficace equilibrio
tra l autonomia che deve essere lasciata alle singole consociate per far fronte con
la maggiore rapidit possibile alle problematiche d el proprio contesto competitivo
e il controllo sul loro operato per garantire la necessaria coerenza tra le azioni
svolte da ogni componente del gruppo.
9
Global sourcing: approvvigionamento su scala globale. www.logisticamente.it
16
Tutti i grandi gruppi internazionali, inoltre, pongono notevole attenzione allo
sviluppo di strumenti e iniziative volti a rafforzare la condivisione, il senso di
appartenenza, la collaborazione tra le proprie societ controllate in paesi diversi.
Attraverso diversi canali, dalle relazioni con gli operatori locali alla mobilit
internazionale delle risorse umane, le imprese trasferiscono uno stesso sistema di
gestione e di valori nei diversi paesi in cui sono presenti. Si influenzano
reciprocamente e influenzano le imprese locali con le quali interagiscono; la
leadership economica insieme con l elevata organizzazione che spesso
caratterizzano le grandi imprese internazionalizzate rendono spesso i modelli di
cui esse sono portatrici un riferimento non trascurabile o addirittura lo standard di
riferimento per gli operatori locali.
17
CAPITOLO 2 - IL PROCESSO DI INTERNAZIONALIZZAZIONE
DELLE IMPRESE
2.1 LE POSSIBILI CAUSE DELLA SPINTA
ALL INTERNAZIONALIZZAZIONE1
Una impresa pu essere spinta a ricercare l espansi one della propria attivit
produttiva e commerciale in aree geografiche estere sia per cause interne, quali ad
esempio la volont di sviluppare la competitivit d ell azienda, sia per cause
esterne, cioŁ per adeguarsi agli stimoli provenienti dall ambiente esterno.
L internazionalizzazione Ł comunque sempre piø spesso una evoluzione naturale
della crescita dell impresa; infatti, raggiunte determinate dimensioni produttive e
di mercato, l azienda si trova a dover definire la propria strategia di espansione
verso nuove aree geografiche. Questo non significa per che vi Ł una relazione
certa tra la dimensione e l internazionalizzazione, in quanto anche un numero
sempre maggiore di piccole imprese sta seguendo questo processo; tuttavia, il
conseguimento di una buona posizione competitiva e di fatturato nel proprio
mercato domestico d l opportunit , o la necessit , di individuare nuove
alternative di sviluppo, tra le quali la piø importante Ł sicuramente
l internazionalizzazione.
L espansione della attivit di una impresa all este ro inizia spesso attraverso
l avvio di importazioni che si rendono necessarie per disporre di migliori
condizioni, in termini di quantit , qualit e prezz o, di approvvigionamento dei
fattori maggiormente rilevanti nella produzione. Le importazioni sono
innanzitutto determinate dalla ottimizzazione delle forniture degli input, ma in
alcuni casi possono essere anche spinte dalla volont dell impresa di rafforzare i
rapporti con i fornitori esteri con l obiettivo di creare condizioni favorevoli ad
avviare poi altre modalit di internazionalizzazion e.
Alle importazioni di fattori spesso seguono le prime esportazioni di prodotti nel
mercato estero. Nella fase iniziale, le esportazioni sono causate dalla ricerca di
nuove opportunit di mercato e dalla volont di sfr uttare il potenziale di un
1
Baronchelli G., La delocalizzazione nei mercati internazionali. Dagli IDE all’offshoring, LED
Edizioni Universitarie, 2008
18
prodotto o di capacit produttive in nuove aree geo grafiche. Un azienda pu per
essere spinta a ricercare nuovi sbocchi commerciali all estero dalla stagnazione
della domanda domestica, dall intensificarsi della concorrenza nel proprio Paese o
dal manifestarsi di notevoli potenzialit commercia li nei mercati esteri. L impresa
pu poi essere spinta ad esportare anche dalla volo nt di conoscere le
caratteristiche di un certo mercato senza dovere sostenere subito costi elevati;
l impresa inizia quindi a sviluppare operazioni commerciali in nuove aree per
poter rafforzare le proprie competenze a livello internazionale e acquisire le
conoscenze necessarie per porre in essere successivamente strategie di entrata piø
consistenti, ad esempio attraverso investimenti diretti esteri.
Oltre alla opportunit di esplorare nuovi mercati, le esportazioni consentono di
incrementare la propria presenza all estero. In questo modo vengono a crearsi
delle sinergie che possono dare luogo ad accordi strategici e joint ventures che
permettono all impresa di entrare in nuovi mercati geografici in cui non poteva
precedentemente accedere autonomamente, ad esempio a causa della ridotta
dimensione e della sua scarsa capacit di investime nto o ad esempio a causa di
attivit protezionistiche del Paese estero in quest ione.
Quindi, nel caso la sola presenza commerciale non sia piø adeguata, questo
insieme di fattori spinge l impresa a ricercare forme di accordo con altri operatori,
prima di affrontare un investimento diretto estero. Anche gli accordi possono
essere motivati dalla volont dell impresa di svilu ppare l esperienza necessaria
per attuare poi una presenza piø consistente nei mercati esteri; infatti, la
collaborazione con un operatore locale Ł spesso seguita da una acquisizione o
fusione per consolidare la propria posizione internazionale. Gli accordi sono
comunque frequenti anche in imprese che hanno gi o ttenuto una posizione
internazionale, in quanto permettono comunque di sfruttare sinergie di mercato
derivanti dall unione di piø competenze e esperienze. Inoltre, gli accordi possono
essere motivati dalla necessit dell impresa di acc rescere la propria presenza
diretta nei Paesi esteri e rappresentano quindi una alternativa all investimento
diretto estero, che richiede un maggiore impegno economico e organizzativo.
Un ultima modalit di entrata sono appunto gli inve stimenti diretti esteri, cioŁ
investimenti volti a stabilire tra l imprenditore e l impresa oggetto
19
dell investimento un legame economico durevole e che quindi permettono
all investitore di esercitare un grado di influenza significativo nella gestione
dell impresa.2
Gli investimenti possono avere vari scopi, quali sfruttare i vantaggi competitivi
rispetto agli operatori locali, avere accesso privilegiato ai fattori produttivi in loco,
acquisire vantaggi di costo su scala globale. Gli investimenti diretti esteri sono
comunque un tema che discuter ampiamente nei pross imi capitoli.
Un impresa pu anche essere spinta a internazionali zzarsi se avviene
l internazionalizzazione del proprio ambiente di riferimento. Ad esempio, il
mercato domestico oggigiorno Ł sempre piø esposto alle forze concorrenziali
mondiali e anche le singole aree d affari tendono ad assumere dimensione globale;
anche l azienda locale ha quindi la necessit , che deve esser vista soprattutto come
una possibilit , di estendere la propria posizione competitiva anche al di fuori del
proprio mercato.
L entrata in nuovi mercati geografici pu anche ess ere determinata dal fatto che il
prodotto si trovi in fase di piena maturit o di de clino nel mercato domestico e, in
questo caso, la decisione di operare in aree geografiche diverse si rende necessaria
per la sopravvivenza dell impresa stessa.
La decisione di andare all estero pu essere anche conseguenza della
internazionalizzazione produttiva dei principali clienti se ad esempio parliamo di
aziende operanti come fornitori o subfornitori; in questo caso il processo di
espansione estera Ł trainato dai clienti dell impresa. Lo sviluppo della presenza
estera pu anche essere una reazione competitiva ne i confronti di concorrenti che
hanno gi attuato una strategia di internazionalizz azione o che sono in grado di
metterla in atto, e che minacciano quindi di raff orzare la loro posizione
competitiva e di aumentare le proprie quote di mercato a discapito dell impresa in
questione. Spesso infatti, l impresa entra nel mercato estero dove gi sono
presenti i suoi diretti concorrenti per paura di subire un peggioramento della
propria posizione di mercato o di perdere il controllo di importanti fonti di
vantaggio competitivo.
2
Glossary of foreign direct investment terms, Fondo Monetario Internazionale
20
Questo fenomeno pu anche verificarsi al contrario, nel senso che una impresa
pu essere spinta ad internazionalizzarsi per reagi re ad un attacco di un
concorrente estero nel proprio mercato domestico, entrando magari proprio nel
suo mercato.
L avvio del processo di espansione estera pu anche essere favorito dalla offerta
di servizi di supporto da parte di istituzioni pubbliche o di organizzazioni private.
Questi servizi riguardano normalmente la fornitura di informazioni sulle
opportunit estere, l accompagnamento a manifestazi oni commerciali
internazionali, la consulenza legale sulle problematiche delle operazioni estere e il
supporto sul piano finanziario. Spesso l impresa decide di andare all estero perchØ
appunto, si presentano significative opportunit co mmerciali.
2.2 - IL PROCESSO DI INTERNAZIONALIZZAZIONE E LA RICERCA
DEL VANTAGGIO COMPETITIVO
Il processo di internazionalizzazione parte da semplici rapporti con imprese di
mercati esteri, ad esempio tramite le esportazioni, e porta a forme di investimento
all estero e allo sviluppo di relazioni con aziende di diversi Paesi.
Innanzitutto, l impresa deve definire l area geogra fica in cui intende entrare,
esplicitare gli obiettivi che vuol raggiungere e compiere le scelte iniziali per
realizzare il proprio scopo. Queste scelte riguardano essenzialmente le modalit
operative di entrata nella nuova zona, i tempi e la determinazione della struttura
organizzativa migliore rispetto alla modalit di en trata scelta. Prima di definire
una strategia Ł comunque necessario fare uno screening delle risorse disponibili e
di quelle che si possono acquisire dall esterno. Dopo aver scelto quindi dove
collocarsi, l impresa deve comunque organizzarsi per gestire l impatto economico
e organizzativo della nuova struttura, per poi stabilizzare la propria presenza nel
mercato estero. In questa fase, l azienda decide come muoversi e come allocare
le risorse in un modo da rispettare le prospettive di lungo periodo prefissate.
Oltre quindi alla definizione della strategia, si ha anche l evoluzione del sistema
organizzativo aziendale, in quanto l azienda apprende in maniera continuativa la
21
gestione delle problematiche di gestione internazionale e questo porta a
immagazzinare mano a mano le competenze necessarie a sostenere delle
operazioni su scala globale. Questa continua evoluzione porta quindi ad una
innovazione; infatti lo sviluppo della posizione competitiva sul mercato estero non
solo modifica gli equilibri preesistenti tra gli operatori del mercato, ma anche a far
progredire l azienda stessa. Infatti, vengono a cambiare le condizioni interne e
esterne che erano prima alla base dell impresa ed Ł necessaria quindi una continua
modifica della struttura organizzativa, soprattutto nei primi periodi. In certi casi le
operazioni internazionali acquistano un importanza uguale, se non superiore, a
quelle svolte nel Paese d origine e possono determinare importanti cambiamenti
nel sistema organizzativo.
L internazionalizzazione dell impresa Ł caratterizzata anche dallo sviluppo delle
relazioni con gli operatori esteri, rilevanti non solo dal punto di vista
commerciale, ma anche dal punto di vista dello scambio di conoscenze. Quindi,
attraverso la presenza di una propria unit all est ero, l impresa entra
progressivamente a fare parte di una rete esterna dalla quale estrapola i fattori
necessari per progredire. AffinchØ queste nuove competenze acquisite siano estese
all intera impresa Ł importante anche garantire l unione del Gruppo, in quanto
l espansione nell area estera, la crescita dei rapp orti con gli operatori locali e il
peso sempre piø crescente raggiunto dalle unit est ere, determinano una forte
spinta verso l autonomia di queste, col rischio per la casa madre che il tutto si
trasformi in un mero rapporto commerciale, senza scambi di conoscenze. Bisogna
quindi creare un piano di scambio; infatti le relazioni tra la casa madre e le
sussidiarie sono essenziali per delineare la posizione competitiva dell impresa sul
mercato globale. Si deve quindi configurare una rete interna in cui devono essere
svolte tutte le attivit necessarie a gestire la po sizione dell impresa nelle aree
geografiche di suo interesse.
Naturalmente, il processo di internazionalizzazione non Ł unico , in quanto
l impresa pu trovarsi, anche nello stesso momento a portare avanti diverse fasi in
differenti aree geografiche, ma, ovviamente, i vari percorsi di
internazionalizzazione sono interdipendenti, in quanto l avanzamento di un