Ora Generali è diventata con l’entrata in diversi Paesi dell’Est una vera e propria
potenza in questa zona con prospettive future di espandersi sempre di più
soprattutto a livello mondiale.
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CAPITOLO 1
L’ATTIVITA’ ASSICURATIVA E LE ASSICURAZIONI ITALIANE
1.1 L’impresa di assicurazione
L’impresa di assicurazione
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svolge un’attività produttiva rappresentata dalla
sistematica assunzione di rischi dietro un corrispettivo commisurato alla
probabilità del verificarsi degli eventi ai quali i rischi si riferiscono. Possono
esercitare l’attività assicurativa soltanto le società per azioni (s.p.a.),le società
cooperative e le società di mutua assicurazione le cui quote siano rappresentate da
azioni. L’impresa di assicurazione è quindi vietata alle persone fisiche,alle società
in nome collettivo alle società a responsabilità limitata (s.r.l.).Le società per azioni
e le società cooperative esercitano l’attività assicurativa mediante la stipulazioni
di contratti di scambio.
La maggior parte dei ricavi sono costituiti quindi dai premi pagati dagli
assicuratori e la maggior parte dei costi è costituita dalle somme erogate per
risarcire i danni. Per questo motivo i costi, in generale, seguono i ricavi (nelle
altre imprese succede generalmente il contrario).
L’accumulo di mezzi monetari genera la necessità di affiancare alla gestione
economica una gestione patrimoniale. Essa è intimamente connessa all’attività
assicurativa. L’inizio dell’attività deve essere autorizzato dall’ISVAP che esercita
anche, in seguito, attività di vigilanza.
ISVAP (Istituto per la vigilanza delle assicurazioni private e di interesse
collettivo),ha le seguenti funzioni:
- controllo sulla gestione tecnica, finanziaria e patrimoniale delle
imprese di assicurazione.
- Esame e verifica dei bilanci.
- Vigilanza sull’osservanza delle leggi e dei regolamenti vigenti (il
controllo si estende ad agenti e mediatori).
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Milazzo Mario, L’Impresa di Assicurazione, in http://www.studiomylae.com/files/matspec05-
06/Lezione%2011%20-%20L'impresa%20di%20assicurazione.ppt
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Successivamente abbiamo la gestione assicurativa che si divide in due grandi
rami: vita e danni. Se ne può esercitare uno solo o entrambi ma, in tal caso, la
gestione e la contabilità dei due rami devono essere separate. Ciò è impostato
dalla natura e dalla finalità diverse di due rami.
Il ramo vita è uno strumento tramite il quale, pagando un compenso, l’assicurato
salvaguarda l’economia delle propria azienda familiare (o famiglia), da eventi
connessi alla vita degli assicurati. Ha anche natura previdenziale e si distinguono
3 tipologie:
- assicurazione caso morte (la prestazione è subordinata alla morte
dell’assicurato);
- assicurazione caso vita (forma che prevede il pagamento di un premio o di
una rendita solo se l’assicurato è in vita ad una certa data);
- assicurazione mista (la più diffusa in Italia) che è la combinazione di una
polizza caso morte e di una caso vita.
L’assicurazione mista si basa sulle tavole di mortalità (calcolo attuariale).
Teoricamente dovrebbe prevedere un premio crescente invece è reso di solito
costante per tutta la durata. Vi è quindi compensazione tra la prima e la seconda
parte del contratto, per quanto riguarda il premio. L’impresa “mista” deve a sua
volta indicare nello Statuto quale parte del capitale nonché delle riserve è
destinata all’adempimento delle obbligazioni relative a ciascuna gestione;tenere
una contabilità separata (vita e danni)e gli elementi comuni devono essere ripartiti
secondo criteri congrui, approvati da ISVAP; tenere un bilancio molto analitico
per fini di controllo.
Nel ramo danni invece il contratto ha natura indennitaria per il sinistro occorso
(l’assicurazione “compra” rischi e l’indennizzo può essere parziale). Il rischio è
maggiore perché i danni sono di molte tipologie e perché i dati a disposizione
sono molto più incerti. Per questo, mentre nel ramo
vita il premio è calcolato con tabelle, nel ramo danni è abbastanza empirico
(valore assicurato per probabilità del sinistro). E’ questo il premio puro; vi sono
poi i caricamenti per arrivare alla tariffa.
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1.1.1 L’assicurazione come operazione economica
L’assicurazione è l’operazione economica
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che consente di garantirsi contro le
conseguenze patrimonialmente dannose del verificarsi di un rischio
determinato,ripartendole tra una pluralità di soggetti esposti al medesimo tipo di
rischio.
La comunione o compensazione dei rischi,che è alla base dell’operazione
assicurativa,si può realizzare sia mediante l’associazione dei soggetti esposti al
rischio al fine di ripartire fra tutti i danni che si verificheranno per alcuni di essi
(assicurazione mutua),sia trasferendo il rischio ad un terzo soggetto che svolge
professionalmente l’attività di assunzione e di compensazione dei rischi della
propria clientela dietro un corrispettivo determinato (assicurazione a premio).
Ritornando quindi al concetto di assicurazione,non è altro che un’operazione
economica fondata su di un procedimento tecnico complesso che consente di
determinare preventivamente il costo della garanzia,predisponendo i mezzi
necessari per far fronte ai relativi oneri e neutralizzando gli effetti patrimoniali di
eventi futuri e incerti.
A sua volta il procedimento tecnico assicurativo presuppone la formazione di una
massa di rischi,il cui numero e la cui omogeneità siano tali da consentirne la
compensazione,vale a dire l’equivalenza tra i premi o i contributi versati dai
soggetti esposti al rischio e le somme necessarie per far fronte agli oneri derivanti
dai sinistri. Questo risultato si può realizzare soltanto nell’esercizio di una attività
sistematica di assunzione di rischi e quindi nell’esercizio di una attività
imprenditoriale. Questa attività deve inoltre essere caratterizzata dall’adozione di
procedimenti tecnici qualificati che consenta l’effettiva neutralizzazione dei rischi
assunti,quindi,poiché il calcolo delle probabilità dà risultati tanto più attendibili
quanto maggiore è il numero e la omogeneità dei rischi che vengono
compensati,è difficile che l’equilibrio economico dell’operazione assicurativa
possa essere raggiunto al minor costo nell’ambito di una singola impresa.
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Donati Antigono, Volpe Giovanna Putzolu, Manuale di Diritto delle Assicurazioni, Giuffrè
editore, Milano, 2006
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1.1.2 L'entrata delle banche nel mercato assicurativo italiano ed
europeo
Il mercato assicurativo italiano
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non ha ancora dovuto cambiare la propria
struttura distributiva ed è rimasto legato ai modelli organizzativi classici del
settore:gli agenti e i broker intermediano tuttora la parte prevalente della
produzione,circa il 90%.
L'unica variazione introdotta nel sistema è rappresentata dall'utilizzo delle reti di
venditori di prodotti finanziari a partire dagli anni '80. Queste,anche se dotate di
minor esperienza assicurativa,hanno ottenuto notevoli performance nella
intermediazione di prodotti Vita,grazie al ricorso di concetti di vendita e di
marketing non utilizzati dalle altre forze di mercato.
La testimonianza di questo successo è palese,basti pensare che Mediolanum Vita
si è resa protagonista in pochi anni di una scalata strepitosa attestandosi
rispettivamente al 6° posto nella graduatoria delle compagnie Vita.
L'unica istituzione non assicurativa che avrà un ruolo importante sarà la banca.
L'attività bancaria e quella assicurativa sono state mantenute separate da vincoli
legislativi,con l'evidente risultato della formazione di due mercati
indipendenti,sebbene vi siano ampie aree di sovrapposizione e integrazione.
Uno dei temi più importanti sarà proprio la rimozione delle barriere artificiali che
tuttora sussistono. L'integrazione fra i due mercati potrà essere realizzata tramite
accordi commerciali e lo sviluppo di una compagnia che garantisca una maggiora
stabilità del rapporto.
In Italia le previsioni di crescita per le banche,anche se positive,sono meno
ottimistiche rispetto all'Europa,infatti basti vedere che nel 1995 una quota di
mercato Vita era del 7% come intermediari e un altro 7% come compagnia di
assicurazione.
In Europa è già in atto da qualche anno un processo di integrazione fra banche e
assicurazioni teso allo sfruttamento delle sinergie esistenti nell'area marketing. Le
banche ad esempio nel 1995 avevano una quota del 20% del mercato Vita,di cui
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Baldissera Carlo Alberto, Tose Ezio, Le Assicurazioni Italiane in un Europa che cambia, Società
Editoriale Assicurativa, Milano, 1991
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un 10% come distributrici di compagnie indipendenti e un 10% come distributrici
di prodotti di compagnie proprie,con ruolo di fornitrici del prodotto.
All'inizio,quindi sempre metà anni '90,le banche dovevano affrontare alcuni fattori
che gli rallentavano il processo di integrazione come ad esempio il timore delle
direzioni bancarie che la vendita di prodotti assicurativi in filiale non sostituisse la
raccolta di conti correnti o l'atteggiamento propositivo che bisogna tenere in fase
di vendita nei confronti dal cliente,dal momento che il mercato assicurativo
è,contrariamente a quello bancario,un mercato di offerta e non di domanda.
Le compagnie guardano con interesse alla potenza distributiva che le reti di
sportelli bancari possono esprimere sfruttando la loro base di clientela e la
migliore immagine di cui godono. D'altronde si rendono conto che il possesso del
canale pone le banche in una posizione di forza relativa che difficilmente facilita
iniziative alla pari.
In Francia le banche sono inizialmente entrate nel mercato attraverso accordi
commerciali con compagnie,ottenendo di vendere prodotti relativamente semplici.
Sempre in Francia la crescita dei premi Vita supera quella di altre forme di
risparmio,provocando una riallocazione delle quote degli investimenti finanziari.
Le banche pertanto si sono gettate nel business per non perdere quote di risparmio
delle famiglie e nell'arco di tre o quattro anni si sono assicurate il 54%della nuova
produzione.
Al pari della Francia,in Spagna le banche hanno conosciuto un rapido sviluppo e
attualmente controllano la maggior parte del mercato Vita.
In Gran Bretagna,sebbene le banche abbiano acquistato compagnie di
assicurazione da molti anni,la penetrazione è stata abbastanza lenta. L'unione fra
mondo bancario e assicurativo non si è comunque limitato all'acquisizione da
parte delle banche di compagnie di assicurazione:le compagnie di assicurazione
hanno costituito delle catene di agenzie immobiliari per raggiungere direttamente
con polizze vita il mercato dei mutui.
In Francia,Spagna e Gran Bretagna l'alleanza tra banca e assicurazione ha assunto
un ruolo di primissimo piano, molto superiore al resto dell'Europa.Sebbene due
fra i più grandi mercati, Germania e Svizzera, abbiano dato chiari messaggi di
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interesse(basti pensare ai casi Deustche Bank e Crèdit Suisse),altri stanno ancora
sulle proprie posizioni.
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1.2 Assicurazioni italiane:confronto con le assicurazioni europee
Le assicurazioni sulla vita rappresentano uno dei principali strumenti di gestione
del risparmio in Italia. Il peso del ramo vita nella gestione del risparmio è
notevole e le polizze di questo tipo sono collocate per oltre il 60% tramite
sportello bancario. Per questo nella concreta evoluzione del mercato non hanno
più ragione di essere antiche contrapposizioni fra banche ed assicurazioni, così
come non avrebbe seno una contrapposizione fra assicurazioni, banche e società
di gestione del risparmio. Nel mercato vita infatti ci sono grandi margini di
sviluppo. Ma le imprese e le famiglie italiane si assicurano comunque meno di
quanto avviene negli altri grandi paesi, con un divario che resta molto rilevante. In
particolare, se in termini di premi siamo ormai a livelli paragonabili a quelli degli
altri principali paesi europei, in termini di consistenze siamo infatti ancora lontani.
A fronte del nostro 25%, il rapporto fra riserve tecniche e PIL è pari all’80% nel
Regno Unito, al 50% in Francia ed in Olanda ed al 28% in Germania.
Nel 2005 i premi assicurativi complessivamente raccolti nel mondo sono stati pari
a 3.426 miliardi di dollari con un aumento del 4,9% in termini reali, più del
doppio rispetto alla variazione registrata nel 2004.
L’assicurazione vita ha raccolto premi per 1.974 miliardi di dollari con una
crescita,in termini reali, del 5,7% (2,3% nel 2004); l’assicurazione danni ha
registrato un volume premi pari a 1.452 miliardi di dollari e una variazione, in
termini reali, del 3,9% (2,3% nel 2004).Il mercato vita ha registrato nel 2005
un’espansione del 9,1% in Europa. La crescita nel Nord-America è stata positiva e
pari al 3,8%, mentre è risultata ancora negativa in Giappone (-3,6%). Una forte
espansione si è registrata in America latina (15,6%).
Nel ramo danni la crescita dei premi è stata pari al 3,4% negli Stati Uniti e al3,5%
in Europa. In America latina la crescita è stata pari al 21%, in fortissimo aumento
rispetto all’anno precedente.
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Figura 1 QUOTE % DEL MERCATO MONDIALE ASSICURAZIONE
DIRETTA NEL 2005
Assicurazione diretta: Una Assicurazione diretta è un'assicurazione che vende i propri
prodotti assicurativi senza l'ausilio delle agenzie, ma tramite canali diretti, come internet e
telefono.
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