Introduzione
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proprio tornaconto. Proprio per questo motivo avrei rischiato di fare solo una tesi
di buoni propositi, ma niente di concreto.
Mi recai perciò alla fine dello scorso Luglio dalla professoressa Alemanni e le
parlai di questo mio interesse. Durante il nostro incontro confermò queste mie
considerazioni, ma trovò anche soluzione ai miei problemi. Infatti mi disse che,
se da una parte il progetto di creare una borsa europea non era realizzabile o che
comunque l’argomento dell’integrazione delle borse era superato, dall’altra avrei
potuto analizzare l’integrazione dei sistemi di post-trading in Europa. Ho trovato
molto curioso che questo argomento sia sconosciuto a moltissime persone. Mi
ricordo che un laureato in economia mi disse: “cosa c’è da dire sui sistemi di
post-trading?” o un mio amico mi chiese se il post-trading avesse a che fare con
le negoziazioni after hour. D’accordo che c’era la parola after che è sinonimo di
post, ma fra trading e hour c’è una sottile differenza! Probabilmente se non
avessi fatto un corso di economia, anche io mi sarei posto una tal domanda che
ad un qualsiasi professore potrebbe fare rizzare i capelli.
Ebbene, i processi di compensazione e regolamento rientrano fra le
caratteristiche meno familiari di ogni sistema finanziario ma sono essenziali al
funzionamento sicuro ed efficiente dei mercati mobiliari. A riguardo può essere
utile una citazione di Enrico Cervone:
“le diverse piazze finanziarie possono essere paragonate ad iceberg dei quali
solo la nona parte emerge dalle acque, mentre le restanti otto ne rappresentano
la componente sommersa, non visibile. Perciò se i mercati costituiscono la punta
emersa dell’iceberg, i sistemi di supporto ai mercati, cioè i servizi di
regolamento e di deposito accentrato, ne rappresentano la parte invisibile e
portante”.
Perciò, senza l’apporto di una struttura di clearing & settlement i mercati non
possono funzionare. Infatti il sistema di regolamento delle azioni ha un peso
fondamentale nella catena del valore della securities industry e si rivela sempre
Introduzione
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più una componente determinante ai fini dell’efficienza e dell’integrazione dei
mercati finanziari.
All’interno dell’Unione Europea l’importanza di questi processi, in un contesto
transfrontaliero, si è accresciuto in linea con l’emergere di un sistema finanziario
più integrato in seguito al lancio dell’euro e al progresso tecnologico. Nonostante
ciò le infrastrutture predisposte per la compensazione e il regolamento sono
rimaste altamente frammentate. Basti pensare che all’interno dell’UE operano 13
istituzioni, fra CSDs e ICSDs. Di conseguenza l’investitore paneuropeo deve
accedere a molti sistemi nazionali che forniscono sì un’ampia gamma di servizi,
ma che sono caratterizzati da requisiti tecnici, pratiche di mercato e infrastrutture
legali e fiscali differenti. Il costo addizionale associato a questa struttura
frammentata rappresenta un limite importante per la negoziazione transfrontaliera
di azioni nell’Unione.
Al fine di migliorare la situazione, le problematiche del post-trading sono state
esaminate approfonditamente in diversi dibattiti che hanno contribuito ad
identificare degli standard comuni per tutti i sistemi di compensazione e
regolamento. Fra questi dibattiti risaltano i due rapporti elaborati dal Gruppo
Giovannini, l’ultimo dei quali dell’Aprile 2003. Nel primo rapporto sono state
identificate le barriere che ostacolano l’efficiente funzionamento dei sistemi di
compensazione e regolamento, mentre nel secondo rapporto il Gruppo
Giovannini suggerisce le azioni da intraprendere al fine di eliminare tali barriere.
Nel corso della trattazione sono stati analizzati anche i contributi della
Commissione e del Parlamento Europeo, le raccomandazioni del Gruppo dei
Trenta (G30), quelle derivanti dal lavoro congiunto tra il Committee on Payment
and Settlement Systems (CPSS) delle banche centrali del gruppo dei Dieci e
l’International Organization of Securities Commissions (IOSCO), le
raccomandazioni dell’ISSA, il lavoro congiunto dell’ESCB/CESR e infine le
raccomandazioni dello European Central Securities Depositories Association
(ECSDA).
Introduzione
10
Mentre molto del lavoro in questi dibattiti è stato focalizzato sui sistemi globali
del clearing & settlement dal punto di vista dell’efficienza, del rischio sistemico e
della vigilanza della banca centrale, il Gruppo Giovannini si è focalizzato
maggiormente sul clearing & settlement europeo.
Se appare chiaro che un ruolo significativo può essere ricoperto direttamente dal
mercato, non si può trascurare il ruolo delle autorità fiscali e degli organi di
controllo sui sistemi finanziari e quindi la necessità di una precisa azione anche a
livello normativo. Sul ruolo che il mercato può giocare, vale la pena fare qualche
riflessione. Una posizione fondamentale nel post-trading la occupano infatti gli
intermediari finanziari che si trovano in una situazione di parziale conflitto di
interessi: se, da un lato, hanno uno stimolo a lavorare per la rimozione delle
cause della frammentazione, dall’altro si trovano a fare i conti con le
conseguenze reddituali che un sistema più integrato può generare.
In aggiunta non è di aiuto per trovare punti di accordo la difficoltà a stimare
adeguatamente l’ammontare e le fonti di costo dei servizi di post-trading a livello
europeo. Secondo alcuni, il post-trading in Europa costerebbe 10-20 volte in più
che nei mercati statunitensi; altri ridimensionano largamente i dati e ritengono
che tale differenziale si assesti su rapporti che vanno da 2:1 a 7:1. La grande
disparità nelle stime non deve sorprendere poiché, a causa dell’articolazione e
della complessità dei servizi di post-trading, non è raro che alcuni elementi
vengano trascurati o su altri si utilizzino stime di costo largamente arbitrarie.
Il mio lavoro pertanto si è focalizzato nella parte finale sull’analisi dei bilanci di
tutti i CSDs e ICSDs europei nel periodo 1998-2002 al fine di identificare le fonti
di ricavo, di costo, e di valutare la redditività e l’efficienza operativa di tali
sistemi. La mia ricerca ha confermato che le transazioni domestiche sono più
efficienti in termini di costo rispetto a quelle transfrontaliere che sono invece
eccessivamente onerose, soprattutto anche in confronto con gli Stati Uniti in cui
opera un’unica istituzione: DTC. A questo punto diventa molto importante anche
il dibattito sul modello di integrazione da adottare: una o molte CCP?
Integrazione verticale come il sistema americano o orizzontale? Il modello
Introduzione
11
americano se applicato al contesto europeo, consentirebbe di ottenere gli stessi
standard di efficienza di DTC? Queste non sono domande a cui si può dare una
rapida risposta. Certo è che il modello americano potrebbe trovare applicazione
nell’UE solo nel medio periodo. E’ necessario intraprendere un percorso a tappe.
Importanti passi avanti sono stati fatti ai fini di una maggiore integrazione, basti
ricordare anche la recente fusione tra Euroclear e Crest dello scorso anno e, più
in generale, la costituzione negli anni passati dei due ICSDs nati dalla fusione di
CSDs nazionali.
E’ prevista nei prossimi mesi l’adozione di una Comunicazione da parte della
Commissione, che costituirà la base per una futura direttiva per i sistemi di
regolamento. I tempi perciò sono lunghi, è necessario uno spirito di sacrificio da
parte di tutti i soggetti e delle istituzioni coinvolte, ma penso che siamo sulla
buona strada.
Capitolo I
Il post-trading attuale
1. COME SI EFFETTUA UNA NEGOZIAZIONE
2. IL CLEARING & SETTLEMENT CROSS–BORDER
2.1. RELAZIONE FRA CSDs, ICSDs E CUSTODI
3. I RISCHI TIPICI NEL PROCESSO DI CLEARING & SETTLEMENT
4. LE ORIGINI DEI RISCHI E DEI COSTI
5. THE ECONOMICS OF CENTRAL COUNTERPARTY CLEARING
5.1. LA CONTROPARTE CENTRALE: CARATTERISTICHE
PRINCIPALI E VANTAGGI
5.2. LA CONTROPARTE CENTRALE: RISCHI E SVANTAGGI
6. I PRINCIPALI SISTEMI DI CLEARING & SETTLEMENT
6.1. L’EVOLUZIONE NEL TEMPO DELLA STRUTTURA DEL
CLEARING & SETTLEMENT
6.2. LA STRUTTURA ATTUALE DEL POST-TRADING IN EUROPA
6.3. UN CONFRONTO CON GLI STATI UNITI
APPENDICE
1. Come si effettua una negoziazione
Premessa
Sulla base del senso letterale del termine, il post-trading rappresenta una serie di
operazioni che sono successive ad una negoziazione. Infatti, affinché una
transazione possa ritenersi conclusa, è necessario che vi sia uno “scambio” di
titoli e denaro fra venditore e compratore. Questo scambio è reso possibile dai
sistemi (ad esempio Montetitoli per l’Italia) che si occupano della
compensazione e del regolamento delle transazioni.
Al termine di un’operazione di negoziazione, che si sostanzia nell’accordo a
scambiarsi una determinata quantità di titoli ad un certo prezzo, inizia la fase di
post negoziazione che si conclude con la consegna dei titoli e con il regolamento
monetario.
Le funzioni di compensazione e regolamento
1
sono perciò i processi mediante i
quali le operazioni su valori mobiliari o derivati sono perfezionate in modo che
l’acquirente riceva lo strumento finanziario e il venditore riceva il pagamento
corrispondente.
Queste funzioni hanno ricevuto finora scarso interesse, sia in sede teorica, sia nel
recente dibattito sulle integrazioni dei mercati poiché erano considerate funzioni
amministrative, di back–office. Ciò viene evidenziato anche da una metafora
fatta da Enrico Cervone in un intervento
2
al Forum del Sole 24 Ore
3
in cui
sostiene che “le diverse piazze finanziarie possono essere paragonate ad iceberg
dei quali solo la nona parte emerge dalle acque, mentre le restanti otto ne
rappresentano la componente sommersa, non visibile. Perciò se i mercati
1
I termini “compensazione e regolamento” sono utilizzati genericamente per abbracciare tutta la gamma
delle attività che il perfezionamento di un’operazione può comportare.
2
Cervone E., Una nuova configurazione del sistema di deposito in Italia secondo il progetto Monte
Titoli, in “Bancaria”, n ° 4, 2000.
3
Il ruolo dei depositari centrali e delle stanze di compensazione, Milano, 23 Novembre 1999.
Il post-trading attuale
14
costituiscono la punta emersa dell’iceberg, i sistemi di supporto ai mercati, cioè
i servizi di regolamento e di deposito accentrato, ne rappresentano la parte
invisibile e portante”. Senza l’apporto di una struttura di clearing & settlement i
mercati non possono funzionare. Infatti il sistema di regolamento delle azioni
(securities settlement system) ha un peso fondamentale nella catena del valore
della securities industry (figura 1.1) e si rivela sempre più una componente
determinante ai fini dell’efficienza e dell’integrazione dei mercati finanziari.
Figura 1.1: La catena del valore della securities industry.
Fonte: G. Lusignani, M. Onado
Il trading di azioni implica il trasferimento della proprietà delle azioni dal
venditore al compratore e il reciproco trasferimento di denaro. I processi di
clearing & settlement sono i servizi che consentono di fare queste operazioni in
modo efficiente e sicuro.
Il clearing & settlement può essere effettuato in modi differenti e può
coinvolgere parecchi intermediari in aggiunta al venditore e al compratore. La
complessità dei processi di clearing & settlement è direttamente collegata al
numero dei soggetti in essi implicati. In particolare una transazione cross-border
tipicamente coinvolge un numero di partecipanti superiore rispetto a una
transazione domestica.
La procedura di compensazione e regolamento può essere riassunta nelle
seguenti operazioni:
Il post-trading attuale
15
ξ conferma dei termini della negoziazione concordati tra venditore e
compratore (confirmation): quest’ operazione può avvenire in modi
diversi a seconda della localizzazione dello scambio e delle parti
coinvolte. Per le operazioni OTC, la conferma viene fatta direttamente tra
venditore e compratore e ci si avvale alternativamente di mezzi elettronici,
di telefax, o di servizi di messaggio specialistici di conferma automatica.
Quest’ultimo approccio è noto come Straight Through Processing (Stp) ed
è adottato da molti mercati organizzati. Grazie a procedure quali Stp si sta
cercando di ottimizzare la fase della confirmation al fine di ridurne la
complessità e gli eventuali errori, soprattutto nel caso di operazioni cross–
border, anche se all’interno di un certo mercato di borsa si ricorre all’ Stp.
In questi casi, infatti, si possono verificare aggravi di informazione
manuali che possono fluire secondo sistemi meno sicuri e più lenti rispetto
ad operazioni domestiche;
ξ liquidazione delle negoziazioni (clearance): una volta che i termini
dell’operazione sono definitivamente confermati, si ha la fase di
liquidazione che consiste nello specificare le obbligazioni degli scambisti.
Tale operazione può essere svolta direttamente in capo alle borse dove si
effettuano le negoziazioni, oppure da parte di clearing house o di sistemi
nazionali (CSD) o internazionali (ICSD) di deposito titoli. La liquidazione
può essere fatta su basi lorde o nette. Nel primo caso le rispettive
obbligazioni sono calcolate individualmente scambio per scambio; nel
secondo caso, si applica il principio di compensazione fra operazioni di
segno opposto compiute fra le controparti e si calcola come obbligazione
solo la quota netta. Così facendo, si riduce sostanzialmente il numero di
trasferimenti azioni/denaro che devono essere fatti fra venditore e
compratore e l’esposizione al rischio di credito di entrambe le controparti.
La liquidazione può essere continua (quando all’arrivo delle conferme le
varie obbligazioni vengono calcolate in tempo reale e inviate direttamente
al sistema di regolamento), o discreta (quando le informazioni relative alle
Il post-trading attuale
16
obbligazioni vengono prodotte e inviate al regolamento con un certo
ritardo rispetto all’arrivo della conferma). I mercati azionari possono
servirsi di una controparte centrale (CCP) che svolge le funzioni di
clearing house, ovvero che, come nel mercato dei derivati, si interpone
contrattualmente fra compratori e venditori di azioni attraverso il processo
della “novazione”. In conseguenza di ciò, i compratori e venditori
interagiscono direttamente con la CCP e rimangono anonimi gli uni agli
altri. Il ruolo della CCP può prevedere la funzione di compensazione
multilaterale (netting
4
). Grazie a questo servizio, ogni partecipante agli
scambi presenta un’esposizione unificata e netta nei confronti della cassa
facilitando in tal modo la gestione dei trasferimenti azioni/denaro e
riducendo l’esposizione al rischio di credito, i requisiti dei margini e i
bisogni di liquidità di compratori e venditori. Nelle operazioni
internazionali, l’accesso ai servizi delle CCP sono quasi sempre indiretti e
generano costi ulteriori nel servizio di intermediazione prestato dai
membri. Spesso agli operatori internazionali non vengono estesi i servizi
di compensazione multilaterale ricordati in precedenza;
ξ regolamento delle negoziazioni (settlement): consiste nella consegna dei
titoli e nel pagamento del controvalore monetario fra compratore e
venditore
5
. Quest’ultima operazione può avvenire direttamente presso il
sistema di regolamento, ma più spesso viene condotto attraverso un
intermediario bancario o direttamente mediante il sistema dei pagamenti.
La consegna dei titoli si effettua presso il CSD o il ICSD. Poiché in molti
sistemi i titoli sono immobilizzati e oggi sono sempre più spesso
dematerializzati presso un singolo CSD, la consegna avviene attraverso
scritture contabili. Spesso il regolamento può dichiararsi concluso solo
dopo che il trasferimento della proprietà delle azioni sia stato formalmente
registrato. Molti CSD offrono la registrazione come servizio addizionale.
4
Vedi Box 1.4.
5
Le procedure che consentono unicamente che le azioni siano trasferite al compratore in cambio del
pagamento ricevuto dal venditore, sono note come procedure di “Delivery Versus Payment” (DVP).
Il post-trading attuale
17
La dematerializzazione/immobilizzazione comporta perciò una serie di
conseguenze pratiche: infatti per effettuare il trasferimento è necessario
detenere dei conti presso il CSD e quindi se il proprietario di un titolo non
ne è provvisto, deve ricorrere a un intermediario (che sia membro dello
specifico CSD) che svolga le operazioni di “ritiro e consegna” in vece
sua
6
. Nelle operazioni internazionali tale evenienza è molto probabile ed è
per questo che ci si avvale di varie tipologie di intermediari, per esempio i
custodi globali (global custodians), che si specializzano nell’offerta a
pagamento di questo tipo di servizio. I global custodians di solito sono
membri di molti CSDs nazionali o hanno accesso alla membership
attraverso sotto-custodi locali.
Figura 1.2: Compensazione e regolamento di un'operazione su valori mobiliari.
Fonte: Gruppo Giovannini (2001)
6
In questo modo perciò i possessori di azioni interagiscono indirettamente con il CSD.
Il post-trading attuale
18
2. Il clearing & settlement cross-border
Una transazione cross-border di azioni implica che i partecipanti al mercato
acquistano e vendono azioni su mercati non domestici e/o effettuano transazioni
con controparti straniere. Ciò determina un bisogno di ricevere e consegnare le
azioni e i rispettivi pagamenti nei vari paesi. Il volume crescente di transazioni
cross-border negli ultimi anni può essere attribuito principalmente allo sviluppo
tecnologico, e alla crescita dei mercati finanziari dovuta alla liberalizzazione dei
movimenti di capitale e alla deregolamentazione che ha inoltre determinato un
ampio sviluppo di prodotti e servizi finanziari. Specificamente al contesto
europeo, le transazioni cross-border di azioni sono aumentate in seguito
all’introduzione dell’euro.
Tradizionalmente, sui mercati nazionali tutte le operazioni di scambio di valori
mobiliari venivano perfezionate utilizzando i sistemi localizzati nello stesso
paese in cui aveva sede la borsa in cui aveva luogo la negoziazione. Oggigiorno
all’attività borsistica non partecipano più soltanto gli operatori nazionali: i valori
mobiliari sono oggi negoziati su più di una borsa o su altre piattaforme non
nazionali, cui aderiscono partecipanti di più paesi e che sono molto spesso
legalmente costituite in paesi diversi da quelli da cui sono emessi i valori
mobiliari negoziati. Di conseguenza, il modello tradizionale secondo il quale il
luogo del regolamento è determinato dal luogo della negoziazione può non essere
più applicabile per tutti i partecipanti al mercato.
La caratteristica distintiva del regolamento di transazioni cross–border rispetto a
una transazione domestica è che si deve poter accedere ai sistemi di regolamento
degli altri paesi e avere la possibilità di poter interagire con essi. Le
complicazioni che sorgono in questo contesto sono una fonte importante di costi
addizionali e di rischi per gli investitori che sono tanto maggiori, quanto più è
alta la segmentazione dei mercati (come nel caso europeo). Nei mercati domestici
invece è tutto più semplice: infatti i partecipanti al mercato hanno la possibilità di
avere l’accesso diretto o indiretto al sistema di regolamento nazionale.
Il post-trading attuale
19
Figura1.3: I canali per il regolamento transfrontaliero.
Fonte: Gruppo Giovannini (2001)
Nel regolare una transazione transnazionale di azioni, le controparti hanno cinque
opzioni (vedi la figura 1.3):
ξ avere accesso diretto al CSD del paese in cui l’azione viene negoziata.
L’accesso diretto implica l’essere membro del CSD nazionale, il che
significa siglare accordi legali, investire nella tecnologia e l’avere accesso
al meccanismo di pagamento. Negoziatori istituzionali non residenti
spesso stabiliscono sussidiarie al fine di avere l’accesso diretto.
Un’indagine condotta dalla BIS (Bank for International Settlements) negli
anni novanta ha evidenziato che l’opzione dell’accesso diretto non è molto
frequente;
Il post-trading attuale
20
ξ usufruire dei servizi di un agente locale, che solitamente è un’istituzione
finanziaria membro del CSD nazionale del paese in cui l’azione viene
negoziata. Questa è l’opzione a cui si ricorre più frequentemente per le
transazioni di azioni, mentre per le transazioni di obbligazioni vengono
usati gli ICSDs. L’agente locale offre ai non residenti un’ampia gamma di
servizi (regolamento, custodia, servizi bancari…) che è determinata su
base contrattuale. Gli agenti locali che possiedono un’ampia gamma di
clienti possono persino regolare transazioni fra i clienti che sono loro
membri e offrire questo servizio ai CSDs o agli ICSDs. Questi sono i
cosiddetti legami indiretti;
ξ ricorrere agli ICSD, la cui attività originaria consisteva nel regolamento
delle transazioni effettuate sul mercato delle euro-obbligazioni
7
, ma che
nel tempo hanno esteso la loro gamma di attività alle negoziazioni
transfrontaliere di azioni. L’attività degli ICSDs è ancora principalmente
focalizzata sul regolamento di transazioni internazionali su titoli a reddito
fisso, ma offrono un singolo punto di accesso ai mercati nazionali
attraverso legami (diretti o indiretti attraverso agenti locali) con i vari
CSDs nazionali. Gli ICSDs godono di un’ampia gamma di clienti
costituita da tutti i principali operatori nei mercati cross–border, il che
consente di regolare la maggior parte delle transazioni all’interno degli
stessi ICSDs;
7
Le euro-obbligazioni sono titoli obbligazionari al portatore, negoziabili a scadenza fissa e normalmente
a tasso fisso, denominati in eurovalute ed emessi da imprese private, grandi organizzazioni internazionali
come la Banca mondiale e la BEI ed enti pubblici. Sono quotati presso le principali borse internazionali e
vengono offerti tramite sindacati bancari a carattere internazionale a risparmiatori residenti in paesi
diversi da quelli in cui ha corso legale e mercato primario la valuta in cui sono espressi. Si distinguono
dalle obbligazioni estere, emesse da un operatore diverso dal suo di origine poiché queste, essendo
denominate nella valuta di tale paese e collocate presso il suo pubblico di risparmiatori con l’ausilio del
sistema bancario locale, sono del tutto simili a quelle tradizionali domestiche, dalle quali si differenziano
per il fatto che l’emittente non è un residente. Per es. a Londra sono Eurobonds tutti i bonds denominati in
una valuta diversa dalla sterlina.
Il post-trading attuale
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Box 1.1: Le origini degli ICSDs
Le origini degli ICSDs possono ricondursi alla crescita del mercato delle euro-
obbligazioni nei tardi anni ’60, in particolare per far fronte ai problemi logistici
creati dal bisogno di regolare certificati obbligazionari fisici fra i vari paesi. A
quel tempo, infatti, la consegna fisica richiedeva diversi giorni e c’era un’alta
percentuale di negoziazioni fallite. La principale innovazione degli ICSDs fu
l’immobilizzazione delle azioni fisiche in un conto di custodia centralizzato e
l’introduzione della registrazione dei trasferimenti in sostituzione dei movimenti
fisici dei certificati. Un’altra innovazione fu il concetto di fungibilità, per mezzo
del quale i titolari dei conti presso gli ICSDs potevano essere accreditati di un
certo ammontare di azioni sul deposito nel conto di custodia centralizzato senza
specificare i numeri di serie dei singoli certificati.
Fonti: Giovannini (2001), K. Lanoo, M.Levin (2001) e Dizionario Internazionale
della finanza.
ξ ricorrere a un global custodian, che dota i clienti di un singolo punto di
accesso ai vari CSDs nazionali attraverso una rete di sottocustodi che
possono essere sussidiarie di global custodian o essere agenti locali.
L’utilizzo di global custodian è un’opzione favorita fra i negoziatori esteri
di azioni poiché, come gli ICSDs, eliminano il costo di mantenere accessi
multipli agli agenti locali; possono offrire minori costi totali del
regolamento (in particolare spalmando i costi fissi tra cui gli investimenti
in tecnologia) su un numero molto ampio di transazioni; possono offrire
un’ampia gamma di servizi ai loro clienti sfruttando economie di scopo. I
global custodians e gli ICSDs svolgono perciò funzioni relativamente
simili. Inoltre i global custodians spesso mantengono conti presso un
ICSD;