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E’ in questa realtà che nasce e risiede la domanda di cura. La definizione del
problema vede la validazione del modello, partendo da un’indagine di benchmark
(prima parte) con i principali modelli esistenti al mondo, si passa in campo
applicativo all’analisi regionale (Regione Basilicata), all’applicazione del modello,
alla valutazione dei risultati sia potenzialmente ottenibili nel breve termine, sia
delle soluzioni raggiungibili nel lungo termine.
La metodologia adottata per lo studio di Tesi ha visto l’apprendimento delle
dinamiche basilari della organizzazione ospedaliera, attraverso sopralluoghi “in
situ”, affiancamento a figure manageriali del vertice strategico, approfondimenti di
tipo bibliografico, l’analisi e la valutazione di documentazione e report economico-
finanziari inerenti, l’acquisizione di dati sul campo e l’elaborazione di misure
statistico-epidemiologiche.
Il progetto ha tenuto particolare conto dell’analisi costi-benefici, delle misurazioni
attraverso indici tipici del management ospedaliero e strumenti classici della
gestione dei progetti.
I risultati ottenuti potrebbero essere di valido supporto nello sviluppo di progetti
sperimentali, da affrontare secondo una tipica formalizzazione scientifica, attenta
all’ottimizzazione delle risorse economiche, ma soprattutto non prescindendo dalla
gestione delle innovative variabili che entrano in gioco in ambito sanitario: infatti la
soddisfazione e l’efficacia delle cure, oggi, devono essere istituzionalmente
misurabili da un punto di vista quantitativo.
La Tesi è organizzata in due parti. La prima consta di un Capitolo 1, a carattere
introduttivo, incentrato sugli obiettivi principali del Sistema Salute: l’ottica è quella
dell’Economia Sanitaria e delle strategie governative di modelli di finanziamento
6
adottati in ambito europeo, a livello nazionale e locale-regionale, attraverso il
Piano Sanitario. Si espliciteranno le motivazioni che spingono l’istituzione a
razionalizzare il finanziamento pubblico in Sanità, delineando la gravità del
sistema pensionistico in relazione al Prodotto Interno Lordo, e ad esso le strategie
adottate per il contenimento della spesa pubblica. Ci si sposterà quindi all’analisi
regionale focalizzando l’attenzione sui tipici modelli di finanziamento Stato-
Regione, evidenziando come ciò vincoli il governo regionale a delle scelte
strategiche successive. Certamente la strategia dell’integrazione tra ospedale e
territorio risulta essere una costante soluzione nei modelli di governo: è il caso
delle reti integrate sul territorio. Si dimostrerà a tal proposito come lo strumento
dell’ICT interviene in aiuto all’implementazione per far fronte all’esigenza di
cooperazione.
Il Capitolo 2 ha per filo conduttore l’esplicitazione delle forme organizzative
ospedaliere sul territorio, derivate da una evoluzione del profilo storico-istituzionale
ricco di riforme, giungendo alla recente struttura architettonica. Si distinguerà in
questo modo l’organizzazione territoriale da quella prettamente ospedaliera,
delineandone le finalità differenti e, nel contempo, dimostrando l’obsolescenza di
taluni aspetti rispetto agli obiettivi prefissati a livello istituzionale. Emergerà il ruolo
del Distretto Sanitario per la funzione centrale che svolge nel processo di
integrazione.
Questo porterà nel Capitolo 3 a confrontarsi con l’evoluzione della tecnica e delle
forme organizzative ospedaliere più innovative nel panorama mondiale.
Costituisce un punto di partenza il parallelo con gli aggregati aziendali tipici del
mercato libero e forme di “alliance”. Si passerà poi a differenziarsi su forme di
7
organizzazione ospedaliera a rete, attraverso un confronto con i modelli
ospedalieri americani ed Europei: consapevoli delle differenze si espliciteranno le
condizioni di applicatività e le inapplicabilità. Partendo dagli elementi che ne
stimolano la nascita, si evidenzieranno le possibili strategie teoriche di un modello
a rete (costo, differenziazione), seguendo l’approccio della catena del valore.
Tra i modelli ipotizzabili si vede come quello Hub&Spoke possa rappresentare un
valido modello (nella specificità territoriale considerata), capace di integrare
ospedale e territorio attraverso un processo di specializzazione ad alto livello e
orizzontalizzazione a basso livello.
La seconda parte della Tesi, di carattere più applicativo, si raffronta con la realtà
della Regione Basilicata, delineando lo stato dell’implementazione delle linee
programmatiche che, nell’ottica del delicato ridisegno della rete, risulterà in
sintonia con gli obiettivi del Piano Sanitario Nazionale. Partendo dalle specificità
epidemiologiche e organizzative del contesto si analizzerà il modello
precedentemente individuato (rete integrata Hub&Spoke) alla luce delle condizioni
reali di applicatività, evidenziando gli Hub (alte complessità ospedaliere) e gli
Spoke periferici (attrattori territoriali), contestualizzandoli nella dimensione
regionale e quella di distretto. Si delineerà quindi il Percorso Diagnostico
Terapeutico come il nuovo cammino di percorrenza del paziente nella nuova rete
ospedaliera, secondo un approccio attento ai tempi,costi e qualità, approccio che
presupporrà una ridefinizione del sistema di imputazione dei costi per una ASL,
allontanandoci dal classico sistema del ricovero.
Il vantaggio dell’implementazione di una rete integrata verrà comprovato da
indagini sulla sua validità economica.
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Il Capitolo 5 studierà gli strumenti di controllo di una rete territoriale, partendo dal caso
della ASL n.1 di Venosa. La metodica formale qui utilizzata espliciterà il grado di accesso
alla rete con l’ausilio di strumenti di localizzazione, procedendo successivamente con
l’analisi della produzione ospedaliera (misurazione della complessità di un hub
ospedaliero) e il monitoraggio per il contenimento della mobilità ospedaliera. Si
definiranno le linee guida per i futuri processi di sperimentazione (telemedicina),
strumenti-base per un avvio all’implementazione di forme a rete. Attraverso la valutazione
della tecnologia innovativa si cercherà di superare le barriere della conoscenza in ambito
sanitario e la tendenza technology driven dei fornitori di tecnologie, giungendo ad
un’analisi dei costi che ne evidenzi il beneficio netto.
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PARTE PRIMA
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Capitolo 1
“ Un viaggio di mille miglia inizia con un passo “
Vecchio proverbio cinese
L’ASSISTENZA SANITARIA:
ACCESSIBILITÀ, QUALITÀ E SOSTENIBILITÀ
1.1 LE PROBLEMATICHE COMUNI IN UN CONTESTO DI CRESCITA EUROPEO
Nel 1970 la spesa sanitaria globale si attestava al 5 % del PIL, dato in crescita
fino al 1998, anno nel quale si registrava un picco pari a più dell’8% del PIL. Dal
1990, momento in cui si concentravano gli sforzi di contenimento delle spese, il
rapporto spesa sanitaria/PIL è rimasto pressoché costante.
Le principali problematiche che affliggono il Sistema Sanitario oggi, possono
riassumersi in tre fenomeni:
1. l’impatto dell’invecchiamento demografico sui sistemi e sulle spese,
2. il miglioramento del benessere e del tenore di vita,
3. lo sviluppo di nuove tecnologie e terapie.
L’invecchiamento demografico riflette l’aumento dell’aspettativa di vita della
popolazione, sensibilmente differente tra paese e paese, ma complessivamente in
11
crescita: nel 2000 era 74,7 anni per gli uomini e 81,1 per le donne; nel 2050
1
sarà
rispettivamente 79,7 e 85,1 anni. Questo fattore si accompagna al complessivo
aumento del tasso d’invecchiamento: si passa dal 16,1% della popolazione
europea nel 2000 alle proiezioni del 27,5% nel 2050, con il 10 % di popolaz.
superiore ad 80 anni.
Le conseguenze sul sistema sanitario sono rilevanti: la spesa pro-capite aumenta
fortemente oltre i 65 anni, così come la morbilità, la gravità e le cronicità maggiori.
L’aumento del tenore di vita e istruzione favorirà l’adozione di modi di vita più sani,
ma la quantità maggiore degli effettivi di questa fascia d’età comporterà richieste
d’assunzione di spese e assistenza di lunga durata. Le previsioni intravedono a
questo proposito un aumento della spesa pubblica tra lo 0,7% e il 2,3 % del PIL; in
compenso le spese per la fascia d’età fino a 65 anni si abbasserebbero fino ad
1,5 punti del PIL (questo ci porterà più avanti a discutere di un altro punto attuale e
fortemente correlato: il problema del reclutamento delle risorse umane e personale
qualificato, ipotizzabile in uno scenario di stabilizzazione della popolaz. attiva).
D’altro canto il miglioramento del benessere e del tenore di vita portano con sè
una crescita più che proporzionale tra la domanda di assistenza sanitaria rispetto
al reddito pro-capite. Difatti assistiamo negli ultimi trent’anni ad un miglioramento
della qualità delle cure, conseguenza di un’evoluzione tecnologica che è avanzata
di pari passo ad un aumento della qualità percepita (livello di qualità percepito dai
pazienti attraverso sondaggi d’opinione ecc). Questo conduce ad evidenti
conseguenze: i pazienti, sempre più istruiti, adottano modi di vita più sani e misure
di prevenzione più efficaci e oculate ( ciò porterà ad un risparmio di assistenza
sanitaria, certamente se affiancato ad una politica di educazione alla
1
Dati Eurostat – 2002 .
12
prevenzione); le ulteriori conseguenze di questo atteggiamento generano
principalmente un’attesa dai sistemi d’assistenza di sempre maggiori qualità ed
efficienza. Lo sviluppo di nuove tecnologie dell’informazione aumenta la possibilità
di rintracciare informazioni mediche, ricorrendo a prestazione di servizi ( consigli
sulla salute ), con l’assunzione farmaceutica libera (ad es. acquisti di prodotti con i
rischi legati alla libera assunzione). Un altro fattore d’attualità consiste oggi nel
desiderio che i pazienti esprimono nell’essere considerati veri e propri attori e
partner coinvolti nel sistema d’assistenza. Un esempio attraverso è l’introduzione
delle “carte dei diritti dei malati”, richiedendo qualità e trasparenza dell’operato.
Un’altra problematica comune riflette il ruolo dello sviluppo di nuove tecnologie e
terapie basate sul progresso tecnico e tecnologico; esse, richiedendo d’altra parte
maggiore flessibilità in termini di risorse e sviluppo, da una parte hanno portato ad
una riduzione delle durate della degenza (obiettivo fondamentale e punto di
partenza della strategia sanitaria attuale), dall’altra hanno richiesto un maggiore
impegno di produttività, al tempo stesso riducendo i rischi connessi alla pratica
medica ( si pensi agli interventi su patologie gravi). Possiamo dire in ogni modo
che in linea generale che l’aumento dell’efficacia delle cure porta con sé la
possibilità di spingersi oltre nella cura di patologie nuove, a maggiori livelli
d’intensità, col rischio intrinseco di innalzare nuovamente i costi complessivi.
Questo processo di stimolo verso il progresso solleva necessariamente la
questione del suo finanziamento e dell’assunzione delle spese; in un ambiente di
controllo delle spese questo richiede lo sviluppo di meccanismi chiari e soprattutto
efficaci ( in termini di accessibilità a nuove terapie). Ciò ci spinge ad affermare che
solo l’affinamento di modelli di valutazione e previsione potrà garantire un livello
13
d’accessibilità maggiore; difatti le nuove tecnologie dell’informazione offrono
nuove possibilità di migliorare queste valutazioni, ma prima di tutto migliorando
l’integrazione tra operatori sanitari.
1.2 LA COMPLESSITÀ DEGLI OBIETTIVI SANITARI: QUALITÀ E SOSTENIBILITÀ
I grandi obiettivi a lungo termine che il mondo sanitario europeo si pone sono
essenzialmente tre: l’accessibilità, la qualità e la sostenibilità finanziaria.
In termini di accessibilità la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea
riconosce all’individuo il diritto di accedere alla prevenzione sanitaria e di ottenere
cure mediche. L’Unione al tempo stesso riconosce e rispetta il diritto di accesso
alle prestazioni di sicurezza sociale. Si osserva tuttavia che in tutti i paesi Europei
lo stato complessivo di salute delle persone dipende dalla loro posizione sociale e
in modo sensibile dai tassi di mortalità: ciò spiega come un reddito insufficiente
induca gli individui ad una riduzione del consumo di servizi sanitari laddove ad
esempio vi è un anticipo sulle spese (questo succede in alcuni stati, ove sono
presenti servizi a carico del paziente, come cure dentistiche od oculistiche, ecc.).
L’accesso alle prestazioni sanitarie dei gruppi svantaggiati e delle persone meno
abbienti sono oggi regolarmente riconosciuti a livello di Consiglio Europeo (di
Nizza); qui la relazione comune di valutazione dei piani nazionali d’azione prevede
precise misure di intervento lungo tre principali linee: prevenzione ed educazione
sanitaria, miglioramento dell’accesso all’assistenza, realizzazione di misure
destinate a gruppi svantaggiati. Se passiamo invece al piano dei costi il
14
compromesso tra benefici per la salute e costi derivanti dai prodotti e cure si
raggiunge per consuetudine individuando mezzi efficaci (ossia i mezzi che
giungono all’ottenimento del miglior rapporto possibile ed accettabile, senza
compromettere l’obiettivo di salute pubblica, tra benefici per la salute e costi di
prodotti e cure). D’altro canto beneficiare di una assistenza di qualità è una
esigenza condivisa da tutti gli europei: il finanziamento pubblico perciò, in tale
ambito, gioca un ruolo fondamentale.
Fig.1- I tre obiettivi dei moderni sistemi di assistenza sanitaria (Fonte: ns. elaborazione)
SOSTENIBILITÀ
FINANZIARIA
MIGLIORAMENTO
DELLA QUALITÀ
ACCESSIBILITÀ
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1.3 IL RUOLO DEL FINANZIAMENTO PUBBLICO
Ad apportare una dimensione di complessità alla comprensione delle metodiche di
finanziamento pubblico influiscono le diversità dei modelli di offerta di cure (ogni
Regione assume un modello di governo delle Asl a livello di accordo regionale,
procedendo in tale direzione, secondo differenti strategie e, di conseguenza,
secondo obiettivi alcune volte in contraddizione tra distinte regioni italiane).
In secondo piano la complessità si traduce in una diversità delle pratiche medico-
terapeutiche (l’analisi delle differenti pratiche è in realtà vista positivamente come
un terreno fertile per procedere a sperimentazioni e in seguito a selezionare,
secondo un processo naturale, le best practice, a condizione che a posteriori
vengano accettate e uniformate di comune accordo ).
Le pressioni esercitate sui costi dell’assistenza e sulla domanda di salute da parte
del governo centrale (e di conseguenza dal federalismo regionale) dimostrano
come il problema della sostenibilità finanziaria sia centrale nella nostra analisi:
difatti le strategie odierne permettono in teoria di controllare meglio le spese
(iscritte in un bilancio), ma la pressione della domanda in realtà può determinare
un allungamento delle liste d’attesa, dimostrando talvolta l’inadeguatezza
dell’offerta (quindi il contenimento dei costi non sembra essere una garanzia a tutti
gli effetti della buona salute della Azienda Asl, né una strategia omnicomprensiva;
in questo senso le liste d’attesa sono talvolta un campanello d’allarme).
A livello europeo fino al ’99 il ritmo di aumento della spesa rispetto alla crescita del
PIL è in leggero calo. Tuttavia si assiste subito dopo ad una ripresa del ritmo di
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aumento delle spese ( in molti paesi superiore al PIL); il motivo è che fino agli Anni
Novanta le leve di contenimento agivano sul controllo di domanda tramite
aumento di contributi (fiscali e sociali) e costi a carico del consumatore finale
(riducendo i tassi di rimborso) e sul controllo d’offerta, tramite fissazione di bilanci
o stanziamenti chiusi per i prestatori di assistenza (regolazione macroeconomica).
In alternativa si procedeva (secondo una logica microeconomica) a rafforzare
l’efficacia dell’offerta attraverso una concorrenza organizzata ( è il caso della
Germania e dei suoi finanziatori e prestatori di assistenza) o tramite
contrattualizzazione dei rapporti tra acquirenti e fornitori di assistenza (il caso della
Regno Unito)
Il tentativo odierno è invece di rendere sostenibile il ritmo di evoluzione delle
spese senza compromettere la disomogeneità dei livelli di qualità del sistema.
Così oggi molti paesi europei si sforzano di trasformare in maniera profonda sia le
strutture che le modalità di finanziamento del loro sistema assistenziale: il
successo è a quanto pare molto legato alla capacità di assicurare una sostenibilità
finanziaria reale sui sistemi. Ma un elemento caratterizzante dei sistemi in
Europa è la diversità nei modi di finanziamento e di organizzazione: ciò si riflette
sul quadro delle riforme destinate ad adattarsi a fattori di evoluzione delle spese
per i servizi sanitari ( uno di questi è la spesa per l’assistenza agli anziani ).
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Fig 2 - Spesa Pubblica per la Sanità (Dati Ocse 2001)
Il finanziamento pubblico ad esempio costituisce ovunque una parte rilevante nelle
spese sanitarie (nel Regno Unito consiste nell’84% della spesa sanitaria, in Grecia
solo del 56% ). Laddove vi è un sistema sanitario basato su un servizio nazionale
troveremo finanziamenti garantiti dalla fiscalità totale (Irlanda, Olanda, Portogallo
ecc.), invece altri sistemi si finanziano con contributi sociali ( in Francia,
Germania). Inoltre il finanziamento pubblico è usualmente associato a quello
privato (parte della spesa sanitaria totale a carico della famiglia, e in alcuni casi
sostenuta da forme assicurative facoltative ( il finanziamento privato assume la
dimensione minima in realtà come Regno Unito e Lussemburgo, per spingersi
oltre il 40% con Italia e Portogallo); poi la quota si diversifica secondo il tipo di
assistenza.
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1.4 ANZIANI E IL SISTEMA PENSIONISTICO
Il mondo sanitario italiano evidenzia come uno dei problemi prioritari, la crisi del
sistema pensionistico. Le cause di tale crisi si rifanno all’allungamento della vita
media e al decremento delle nascite, con un inevitabile squilibrio al mercato del
lavoro: i pensionati aumentano e i lavoratori attivi diminuiscono. E’ evidente come
questo possa influire sulle prestazioni del sistema sanitario, facendone
incrementare la spesa. Attualmente il parere del Fondo Monetario Internazionale
formula uno scenario di spirale virtuosa, che porta con sé effetti benefici per tutto il
sistema e parallelamente descrive il circolo vizioso attuale; l’allungamento della
età pensionabile spinge ad una riduzione della spesa pensionistica e conseguente
riduzione del prelievo fiscale: si creeranno allora presupposti per incentivi
all’incremento della produzione, accumulando ricchezza e riducendo il debito
pubblico, con conseguente maggiore opportunità per le generazioni future (spirale
virtuosa). Attualmente si assiste nei fatti ad un ciclo esattamente inverso:
allungamento della vita media e decremento delle nascite fanno aumentare la
spesa pensionistica e sanitaria, con conseguente aumento continuo del debito
pubblico, prelievo fiscale, decremento della produzione e della ricchezza (circolo
vizioso). Nello scenario del Fondo Monetario Internazionale si prospettano alcune
soluzioni: l’innalzamento dell’età pensionabile porterebbe ad una riduzione del
prelievo fiscale, quindi riduzione del debito pubblico. L’ISTAT d’altro canto
prospetta un incremento dell’indice di dipendenza degli anziani (misura del
rapporto tra la popolazione inattiva, cioè anziani e giovani, sulla popolazione
lavorativa tra15-64 anni) dal 24,6% del ’96 al 57,6% del 2050 e un decremento
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della popolazione complessiva da 57,3 milioni del 96 a 45 milioni del 2050, cioè
un decremento del 20% circa.
La Ragioneria Generale di Stato formula a tal proposito due ipotesi di scenario: se
il consumo sanitario si muove di pari passo al reddito medio pro-capite
l’incremento dell’incidenza della spesa sanitaria sul PIL crescerà
significativamente(portando con sé inevitabili conseguenze, passando dal 5,4%
del ’97 al 6,3 del 2050) qui l’invecchiamento generalizzato porterebbe incrementi
ulteriori di spesa; se invece si opera stabilizzando la spesa sanitaria, in termini di
incidenza sul PIL, l’invecchiamento generalizzato della popolazione agirebbe
procurando contrazioni dei consumi sanitari.