5
utilizzate da siti che permettono tale pratica: Youtube ne è un esempio
tangibile.
La spettacolarizzazione della notizia è quindi diventata di uso comune, in
quanto sembra indispensabile per attirare l’attenzione del “cliente” (lettore,
spettatore, navigatore), che alla fine è anche colui che sancisce il successo e
quindi lo stare in vita del prodotto editoriale.
Accanto al cliente-consumatore, il sostegno è infatti fornito dagli sponsor, il
cui interesse primario è avere il maggior numero di contatti attraverso il
prodotto informativo, per modificare il comportamento del consumatore
verso l’utilizzo del proprio prodotto al fine di ottenerne un profitto.
In una logica esplicitamente commerciale, in cui la notizia, l’informazione e la
comunicazione in genere, è una “merce” da vendere ad un pubblico visto
come un insieme di potenziali consumatori di prodotti culturali e potenziali
acquirenti di beni di consumo, da “vendere”, a sua volta, agli inserzionisti
pubblicitari, l’alternativa sembra essere solo il richiamo ad un’etica della
informazione che imponga il dovere di riferire al pubblico con obiettività cose
vere.
Nei capitoli successivi verranno analizzati i moderni mezzi di comunicazione
di massa ed i meccanismi ad essi connessi: lo studio si soffermerà sul mezzo
di comunicazione per eccellenza nel moderno mondo occidentale, la
televisione, che ha fortemente condizionato i moduli espressivi e
comunicativi degli altri media e, in particolare, della carta stampata.
Verrà infine analizzata la diffusione mondiale di un nuovissimo mezzo di
comunicazione di massa, il web, a buon ragione definito il sesto potere.
6
Il metodo di analisi seguito cercherà di prescindere da qualsiasi valutazione
moralistica sull’uso delle tecniche dello spettacolo introdotte nel campo
dell’informazione; si cercherà invece di comprendere se e in quale misura tali
tecniche possano distorcere la notizia, influenzando la percezione della
realtà dell’individuo, per finalità di natura commerciale o, peggio, ideologico-
politica.
Necessario pertanto un approfondimento sull’informazione nei suoi diversi
aspetti, con brevi accenni storici, linguistici e strutturali.
7
CAPITOLO I
I MASS MEDIA TRA COMUNICAZIONE E PERSUASIONE
1.1. Mass media e modelli comunicativi
A differenza della comunicazione interpersonale o “faccia a faccia”, in cui
ciascun individuo è sia emittente che ricevente dei messaggi scambiati, la
comunicazione di massa, o “da uno a molti”, è caratterizzata da un unico
emittente e molti riceventi. Il processo comunicativo quindi non è più
“dialogico” o “interattivo” ma si polarizza in un flusso di messaggi
unidirezionali.
Quando la comunicazione,sia interpersonale che di massa, va oltre la
presenza fisica dei comunicanti, avvalendosi di altri strumenti, si definisce
“mediata”: in essa il messaggio da inviare è riprodotto e trasportato a
distanza attraverso un “medium” tecnico.
Il mezzo può essere materiale (lettere,libri,giornali) o immateriale ( tam-tam,
segnali di fumo, moderni mezzi audiovisivi).
E’ fondamentale, a questo punto, distinguere tra media tradizionali e nuove
tecnologie di comunicazione le quali, negli ultimi anni hanno notevolmente
ampliato il ventaglio delle interazioni mediate, modificando profondamente le
modalità di comunicazione.
8
Mentre i mass media tradizionali, quali stampa, cinema, radio e TV, sono
caratterizzati da un flusso comunicativo unidirezionale, con una scarsa
possibilità di risposta da parte dell’audience, i nuovi media , rappresentati da
tutte le forme di comunicazione nate dai processi di digitalizzazione e dalla
convergenza tra le telecomunicazioni e l’informatica, consentono di dialogare
in tempo reale con le chat, discutere dei temi più vari attraverso i forum,
inviare SMS o MMS, interagire con la TV digitale, etc. .
Accanto allo straordinario aumento della velocità della comunicazione, i
nuovi media hanno operato cambiamenti più radicali ed incisivi nella vita
sociale degli individui: essi hanno annullato i confini fra spazio pubblico e
spazio privato, tra media unidirezionali e media dialogici.
La comunicazione realizzata con i nuovi media introduce la bidirezionalità del
flusso: il cittadino può adesso attingere ad una elevata quantità di
informazioni di servizio e può colloquiare anche con le istituzioni pubbliche,
contribuendo così alla distruzione dell’ immagine di autoreferenzialità della
pubblica amministrazione.
Inoltre il web fornisce una vetrina mondiale a tutti coloro che sono in grado di
accedervi attivamente, realizzando anche, con il fenomeno dei blog
un’informazione alternativa, di particolare interesse per il suo carattere di
comunicazione libera ed indipendente
1
.
Poiché ognuno di essi è adatto ad un certo tipo di comunicazione, a secondo
dell’uso personale e sociale che se ne fa, i nuovi media si sono integrati con i
vecchi, in un processo di reciproca ibridazione
2
.
1
V.Verrastro, Psicologia della comunicazione, Franco Angeli, Milano, 2004
9
Inizialmente i principali mass media (stampa, cinema, radio, televisione) si
sono limitati a rappresentare la realtà, senza modificarla: si parla quindi di
media vuoti, in quanto non contengono un messaggio proprio, limitandosi a
trasmettere quello dei comunicatori.
Successivamente, i mezzi di comunicazione di massa si sono resi meno
dipendenti da eventi esterni, creandone nuovi e sviluppando un linguaggio
proprio: sono cioè diventati pieni, comunicatori, inventando e trasmettendo
un proprio contenuto.
I mass media propongono pertanto la conoscenza di un mondo mediato,
sopperendo alla limitatezza dell’esperienza diretta: essi possono quindi
considerarsi moltiplicatori di mobilità, perché mettono a disposizione
esperienze molteplici senza richiedere materiali spostamenti nello spazio.
Gli individui possono così esplorare forme di vita alternative, che portano alla
riflessione su se stessi e sulla propria esistenza, contribuendo al processo di
costruzione del sé. Il pericolo è che l’aumento della dipendenza dai media
per conoscere la realtà, così come da essi prodotta, porti ad un effetto di
disorientamento e smarrimento.
E’ evidente che oggi la società debba tenere conto dell’importanza sempre
maggiore delle comunicazioni di massa nella socializzazione: essi infatti
sono un potente mezzo di socializzazione primaria, in quanto forniscono al
bambino una serie di valori e competenze, precedentemente dati solo dalla
famiglia, dalla comunità o dalla scuola. Inoltre i mass media forniscono
un’informazione ed un intrattenimento che consentono agli individui di
2
F.Pasquali, I nuovi media.Tecnologie e discorsi sociali, Carocci, Roma, 2003
10
allargare la sfera di conoscenze da utilizzare negli scambi sociali
(socializzazione secondaria).
L’ingerenza dei mass media nella vita dell’individuo è quindi notevole,
arrivando a modificarne radicalmente il modo di vivere: partendo da questo
presupposto fondamentale, gli studi sulla materia (media studies) si sono
variamente diversificati, passando da una visione pessimistica, in cui il potere
persuasivo dei media sarebbe incontrollabile, ad una più ottimistica che vede
questo potere bilanciato dalla facoltà del pubblico di rielaborare criticamente
il contenuto dei messaggi percepiti.
Sono stati elaborati vari modelli comunicativi: primo, quello informazionale,
elaborato da Shannon e Weaver, che ipotizza una comunicazione lineare e
diretta tra emittenti e destinatari. Il messaggio è trasmesso da una fonte di
informazione ad un destinatario, mediante un canale di comunicazione .
Si tratta di un modello che presenta punti critici, in quanto ipotizza una
comunicazione lineare, dalla fonte al destinatario, senza considerare la
relazione intercorrente fra di essi. Conseguentemente, l’audience è
concepita quale completamente passiva ed omogenea al suo interno: gli
individui assorbono esattamente e senza opporre resistenza gli stessi
contenuti informativi inviati dalla fonte.
Sono stati così proposti altri modelli che frappongono tra lo stimolo e la
risposta una forma di resistenza del destinatario; Schramm
3
, ad esempio,
introduce un modello semicircolare, che presuppone uno stesso codice per
emittente e ricevente e prevede la risposta e il feedback: viene così
3
B.Valli, Comunicazione e media-modelli e processi, Carocci,Roma, 1999
11
consentita la restituzione delle informazioni, in uno scambio reciproco di
ruolo tra emittente e ricevente.
E’ anche considerato il campo di esperienza virtuale, cioè le conoscenze, le
esperienze, dei comunicatori, nonché il campo di esperienza reale, cioè
l’ambiente fisico ove si svolge la comunicazione, che influenza
inevitabilmente il processo.
Altro modello è quello sociologico elaborato da Goffman
4
: La comunicazione
è simile all’interazione esistente tra gli attori all’interno di una
rappresentazione teatrale. L’attenzione è posta sugli aspetti organizzativi
della conversazione e sul ruolo della sfera sociale nella trasmissione dei
messaggi. L’aspetto più interessante è la considerazione dell’ambiente della
comunicazione, che viene paragonato ad un palcoscenico in cui c’e’ la ribalta
e il retroscena.
Con il modello semiotico si abbandona lo schema informazionale perché
l’attenzione viene posta sul passaggio di significati, anziché di informazioni,
dall’emittente al destinatario. Non più trasferimento, ma trasformazione di
significati da un sistema all’altro.
Secondo il modello semiotico-informazionale , elaborato da Umberto Eco
5
, i
significati trasmessi vengono “codificati” da un soggetto e “decodificati”, cioè
trasformati e interpretati da un altro, secondo criteri soggettivi.
Indispensabile alla comunicazione pertanto è il codice, cioè l’attribuzione di
un sistema di significati (le conoscenze, le credenze e i valori posseduti da
4
E.Goffman, La vita quotidiana come rappresentazione, Il Mulino, Bologna, 1975.
5
U.Eco, Prima proposta per un modello di ricerca interdisciplinare sul rapporto
televisione /pubblico, Ist.di etnologia e Antropologia culturale, Perugia,
1965.