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Introduzione
Questa tesi, di carattere sperimentale, segna il traguardo finale del mio
percorso universitario prima intrapreso attraverso la laurea in Comunicazione
Innovazione e Multimedialità (CIM) e poi continuato con la laurea specialistica
in Comunicazione Professionale Multimediale (CPM). Entrambe le tesi hanno
un elemento in comune: l’Osservatorio dei Media di Pavia dove ho svolto
entrambi gli stage curricolari.
La prima vedeva l’intervento dell’Osservatorio come elemento essenziale per
avvalorare l’indagine fatta nel mio elaborato dove si indagava il rapporto dei
giornalisti italiani con la piattaforma di Twitter, mentre la seconda nasce
proprio in quel contesto lavorativo in seguito ad un progetto di lavoro in team
che ha visto coinvolti il presidente Stefano Mosti, il professore Enrico Esposto,
una mia collega universitaria Alice Trentarossi e la sottoscritta.
Il progetto riguarda l’attuazione di una ricerca in merito all’informazione
ambientale nelle news italiane, che vuole rispondere al quesito di come
l’ambiente viene raccontato nei principali TG nazionali italiani. La prima parte
si è svolta con metodo quantitativo analizzando il contenuto di tutte le notizie
in un arco temporale di nove mesi (1 gennaio 2015 – 30 settembre 2015);
inerenti all’ambiente attraverso una griglia fornita dal partner dell’Osservatorio
di Pavia di quel progetto (Libera Università degli Studi Maria SS. Assunta di
Roma e l’associazione PENTAPOLIS
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). Successivamente è seguita la fase
qualitativa: si è steso un report - comprensivo di elaborazione dati - attraverso
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Pentapolis è un'associazione di persone e imprese (pubbliche e private), che
promuove la responsabilità sociale e lo sviluppo sostenibile. Si propone di
diffondere stili di vita a basso impatto ambientale, favorendo l'eco -innovazione, le
energie rinnovabili, una mobilità a zero emissioni, ecc..
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l’ausilio di grafici e tabelle e in seguito si è realizzato una presentazione finale.
La ricerca principale è stata eseguita in comune con la mia collega; mentre la
seconda l’ho svolta individualmente utilizzando i medesimi criteri della prima:
in questo caso si è preso in esame l’ambiente trattato nei TGR ossia i TG locali
delle 20 regioni italiane.
Infine per una ricerca esterna al progetto originale si è deciso di riportare, in
collaborazione con il professore Vittorio Cobianchi, un esempio rispetto al
mondo del web in particolar modo il social network di Twitter. La fattispecie
riguarda, attraverso l’ausilio dell’analisi del contenuto e del testo, da una parte
l’ambito italiano con il tema caldo delle trivellazioni nell’Adriatico
(referendum 17 aprile 2016) e dall’altra l’ambito internazionale con il dibattito
ambientale pur sempre in merito alla questione alle trivellazioni offshore.
La tesi è stata immaginata come una sorta di manuale della comunicazione e
informazione ambientale in Italia, con un solido apporto teorico per fornire le
basi introduttive al tema e una successiva parte empirica a dimostrazione di
quanto sostenuto. Viene quindi affrontato il tema dell’ambiente prendendo in
considerazione sia l’aspetto che riguarda come questo tema venga comunicato
(la comunicazione ambientale) sia il modo in cui venga raccontato
(l’informazione ambientale) nei TG italiani e locali. Per contro è doveroso
rilevare che si sono riscontrate delle difficoltà di reperimento del materiale
dovuto al fatto che l’ambiente è e rimane un argomento di cui ancora oggi si
parla poco in ambito specifico.
Il primo capitolo introduce ciò che viene definito come ‘ambiente’;
continuando poi con un breve riassunto delle tappe storiche che hanno segnato
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la nascita della comunicazione ambientale: la Conferenza di Stoccolma (1972)
la quale traccia le direttive per conservare l’ambiente umano, la Conferenza di
Rio (1992) che guarda all’emergenza mondiale sull’ambiente e quindi al
delicato legame tra ambiente e sviluppo, e infine la Convenzione di Aarhus
(1998) la quale si sofferma sull’accesso alle informazioni la partecipazione del
pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale.
Infine vengono ricordati i massimi encomi dedicati alla comunicazione
ambientale ossia il Premio Nobel e il Goldman Environmental Prize per
sottolineare la volontà verso un mondo più attento all’ambiente anche se in
Italia la comunicazione ambientale non ha ancora del tutto abbandonato un
atteggiamento refrattario.
Il secondo capitolo avvia una disquisizione su come la comunicazione
ambientale, in ambito nazionale, può venire applicata nella società e più
dettagliatamente: nel sistema delle organizzazioni dove ricopre un servizio
specialistico affidato alle Relazioni Pubbliche; negli enti pubblici in cui si
intende le azioni informative che essi intraprendono sul tema ambientale per
ottenere una maggiore sensibilizzazione della popolazione in modo da
informarla con dati precisi; altri tipi di comunicazione ambientale (per la
prevenzione di conflitti, di sito produttivo, di prodotto) e quella pubblica dove
enti e istituzioni ricoprono il ruolo di gestione e organizzazione del territorio
per attuare politiche di sviluppo territoriale.
Un altro ambito di attuazione è rappresentato dagli organi con il compito di
vigilare – gli strumenti di cui dispongono – sulla popolazione e di proteggerla
in situazioni di pericolo. Si tratta del Corpo Forestale dello Stato (la forza di
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polizia specializzata nella tutela del patrimonio naturale e paesaggistico adibita
anche alla prevenzione e repressione di reati in materia
ambientale/agroalimentare) e del Dipartimento della Protezione Civile
(struttura della Presidenza del Consiglio dei Ministri atto ad assicurare
assistenza alla popolazione in caso di grave emergenza).
Si continuerà poi con l’esempio di associazionismo ambientalista di
Legambiente. Essa si pone come l’associazione (senza fini di lucro) più
autorevole in Italia la quale costruisce ogni progetto che realizza su una solida
base di dati scientifici e su un costante lavoro di informazione e
coinvolgimento dei cittadini. A conclusione del capitolo, si è scelto di portare
un caso di applicazione concreto di comunicazione ambientale, ossia l’evento
di Expo2015 (già ricorrente tra le notizie delle prime due ricerche quantitative).
Il terzo capitolo procede, dopo l’introduzione fatta nei due precedenti, con un
approfondimento di carattere teorico su come i concetti di ambiente e
comunicazione ambientale vengano interpretati negli Stati Uniti D’America.
La fonte bibliografica di riferimento è il volume Environmental
Communication and the Public Sphere (edito da SAGE Publications, 2006) di
J. Robert Cox, professore emerito alla University of North Carolina e esperto
in sociologia e comunicazione ambientale. Costituisce una delle pochi fonti
ufficiali a cui attingere in modo specifico, in quanto affronta in modo
specialistico le tematiche di carattere ambientale. Una prima parte introduttiva
vuole indagare la relazione tra essere umano e natura fin dalle origini storiche,
lo sviluppo dei gruppi ambientalisti – colonna portante principale della
comunicazione ambientale americana, e l’illustrazione del concetto di retorica
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applicata alla questione ambientale. Nella seconda parte del capitolo si
abbandona il tema dell’ambiente in per sé passando alla comunicazione
ambientale statunitense, paese per altro che considera tale tipo di
comunicazione non una branchia della comunicazione generale, ma un ambito
specifico. Per cui ci si è chiesto: come viene affrontata? Quali sono le aree di
competenza? Chi sono i soggetti che se ne occupano? Dopo aver dato una
risposta a questi interrogativi e aver introdotto il ruolo dei media, si passerà al
capitolo successivo per spiegare il rapporto tra quest’ultimi e l’ambiente.
L’Italia fa emergere un quadro sull’informazione ambientale carente dalla parte
dei mass media ma dall’altra dell’opinione pubblica si riconosce una fame di
sapere e condividere. Così nel quinto capitolo si vuole illustrare lo stato
dell’informazione ambientale. Si partirà da un breve excursus sul web, anche
se spesso considerato cassa di risonanza dell’agenda setting della televisione, è
una fonte importante nel discorso ambientale in quanto coinvolge in modo
diretto e immediato i propri destinatari. Segue la stampa con il relativo
sviluppo della narrazione ambientale nel panorama italiano; e la televisione
passando dalla divulgazione ambientale nei programmi televisivi ai Tg i quali
sembrano affrontare l’argomento ambientale in modo più sensazionalistico e
meno razionale. Pertanto questo fattore verrà approfondito nella ricerca
affrontata nei prossimi capitoli.
La seconda parte della tesi si apre con il sesto capitolo che contiene la ricerca
principale avente per oggetto l’informazione ambientale nelle news italiane;
prendendo in considerazione i principali TG nazionali della fascia serale del
prime time: Tg1, Tg2, Tg3, Tg4, Tg5, Studio Aperto, Tg La7. L’analisi è stata
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effettuata seguendo una griglia di valutazione pre-impostata, successivamente
la mole di dati raccolta è stata elaborata con grafici e tabelle per poterne
rappresentare i risultati ottenuti e procedere così a ulteriori considerazioni e
conclusioni.
A seguire vi è il settimo capitolo con l’ulteriore ricerca il cui campione di
riferimento è costituito dalle edizioni di prima serata dei 20 notiziari regionali
di Rai 3. Il periodo di tempo monitorato è di nove mesi a partire dal 1 gennaio
2015 fino al 30 settembre 2015, e pertanto la metodologia di indagine nei
servizi è la medesima della ricerca principale accennata appena sopra.
Infine segue l’ottavo capitolo in cui si presenta una ricerca residuale avente per
oggetto la trattazione del tema ambientale attraverso il social network di
Twitter, per dare voce non solo a quell’informazione che proviene “dall’alto”
tipica dei media tradizionali ma anche “dal basso”. Si è ritenuto interessante
prendere a confronto due contesti geografici differenti: da una parte l’Italia e
dall’altra l’ambito internazionale (in lingua inglese). Il tema principale è
costituito dalle trivellazioni: in Italia è molto sentito in occasione del
referendum indetto per il 17 aprile 2016 mentre a livello mondiale rimane un
dibattito pur sempre acceso (es. retromarcia di Obama sulle perforazioni
nell’artico, trivellazioni offshore nel Ghana e in Angola, ecc.). Il periodo di
analisi va da gennaio 2016 giugno 2016. Le metodologie di ricerca utilizzate
sono quelle rispondenti alla analisi del contenuto per il caso italiano dove si
vogliono individuare gli atteggiamenti ossia tono e approccio adottati nei
tweets; e all’analisi del testo per entrambe le fattispecie in cui si vuole
evidenziare i lemmi frequentemente più utilizzati e le classi tematiche che
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compongono tra loro. Seguirà una breve comparazione tra i due ambiti
geografici con le differenze che vengono portate in luce; ed in fine una
conclusione finale di tutte e tre le ricerche.
1. L’ambiente: una visione d’insieme
Introduzione
Il primo capitolo vuole introdurre il concetto di ‘ambiente’ servendosi della
definizione data dal FAI
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– Fondo Ambientale Italiano, proseguendo poi con un
excursus storico per spiegare la nascita e gli sviluppi della comunicazione
ambientale.
Si inizia a parlare in maniera più approfondita delle tematiche legate alla
relazione tra l’uomo e l’ambiente naturale a partire dagli anni 70; il 1972 è
l’anno che vede la realizzazione della Conferenza di Stoccolma delle Nazioni
Unite sull’Ambiente Umano in cui per la prima volta 113 paesi si riuniscono
per tracciare le linee guida da seguire per la conservazione e miglioramento
dell’ambiente umano.
È grazie al summit di Stoccolma che può venire alla luce un altro contributo
alla formazione della comunicazione ambientale: la Conferenza di Rio del
1992. Si tratta della prima conferenza mondiale in cui i Capi di Stato pongono
l’attenzione su questioni che fino a tempo prima erano rimaste in sottofondo:
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Il FAI (Fondo Ambiente Italiano) è una fondazione italiana costituitasi nel 1975 con lo scopo
di agire, senza scopo di lucro, per la tutela, la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio
artistico e naturale. Promuove l'educazione e la sensibilizzazione della collettività alla
conoscenza, al rispetto e alla cura dell'arte e della natura e l'intervento sul territorio in difesa
del paesaggio e dei beni culturali italiani. (http://www.fondoambiente.it/)