Introduzione
IX
Ho rilevato che la TV costituisce una vera e propria presenza, molto più invadente
rispetto alla radio di cui ha assorbito le funzioni con la propria comparsa,
avvenuta (nel nostro Paese) alla metà degli anni Cinquanta. Se è interessante
studiare le differenze esistenti tra la radio e la TV, entrambi strumenti che hanno
consentito all’umanità di raggiungere progressivamente una potenzialità
comunicativa prima impensata ed impensabile, è curioso altresì esaminare le
diversità esistenti tra la cosiddetta televisione dei pionieri o paleotelevisione,
(quella, per intenderci, che ha caratterizzato all’incirca i primi vent’anni di
programmazione dominati dal monopolio RAI), e la televisione di oggi, ovvero la
neotelevisione che, a ben guardare, non sembra migliore della prima, ma pare,
anzi, aver fatto un passo indietro almeno per quel che concerne i doveri di servizio
pubblico cui (almeno la Televisione di Stato) dovrebbe adempiere. Aspetto di
fondamentale importanza del rapporto tra utenti e TV, è il modo di proporsi della
televisione nei confronti dei bambini e dei ragazzi che spesso trascorrono intere
giornate in compagnia soltanto del piccolo schermo rimanendo in tal modo in
totale balìa delle immagini che da esso scaturiscono. Quali sono i contenuti
presenti nei programmi dedicati agli spettatori più giovani? Purtroppo, questo
studio ha evidenziato la quasi totale assenza oggi di una televisione predisposta
per i più giovani, una sorta di TV dei ragazzi così come esisteva un tempo; inoltre,
la programmazione prevede sempre più spesso scene di violenza e di sesso che
vanno a concentrarsi proprio nelle fasce orarie in cui è più facile che i bambini si
trovino davanti al video; scene di inevitabile turbamento, perché la categoria di
Introduzione
X
telespettatori interessata non ha gli strumenti per comprendere a fondo il contesto
e le ragioni che sottostanno agli avvenimenti presentati.
Il secondo capitolo del lavoro cerca di chiarire al meglio la storia della cosiddetta
communication research, ossia il lungo cammino che psicologi, sociologi ed altri
studiosi hanno percorso dall’inizio del XX secolo ad oggi per cercare di capire se
esistano effettivamente delle influenze alle quali i mass media sottopongono gli
individui o meno. Al giorno d’oggi non esiste ancora una risposta esaustiva a
questa domanda, perché, per quanto i mezzi di massa possano agire nel modificare
comportamenti, credenze, valori, atteggiamenti dei loro fruitori, essi
interagiscono, comunque, con tutta una serie di altre e diverse componenti che
fanno parte della nostra società. Da notare che le indagini svolte hanno conosciuto
un alternarsi continuo di periodi in cui gli effetti degli strumenti di massa
venivano considerati forti ed immediati, ed altri in cui si dava adito ad influenze
più deboli (dipendenti dal contesto di fruizione) o a lungo termine.
In ultimo, la parte forse più leggera di questo scritto, dedicata in particolare a due
tra i maggiori personaggi della nostra TV e due tra le produzioni che hanno
riscosso maggior successo e popolarità tra il pubblico: si tratta degli “eterni” Mike
Bongiorno e Raffaella Carrà, e di grandi varietà come Canzonissima e Fantastico.
Il tutto rientra nel discorso che lega la televisione, in quanto strumento di
comunicazione di massa, alla costruzione e alla modificazione delle caratteristiche
dell’immaginario individuale e collettivo; lo scopo è, cioè, quello di comprendere
se la televisione recita un ruolo nell’ambito della ricerca incessante da parte degli
Introduzione
XI
esseri umani del “mito”, ossia di cose o persone che possano essere presi come
punti di riferimento per migliorare sé stessi modificando il proprio agire secondo
il loro esempio. Non c’è dubbio, infatti, che se “(...) un tempo gli dèi erano
avvolti nelle nebbie dell’Olimpo, oggi ci guardano dai teleschermi”
2
.
Si ringrazia per la preziosa collaborazione prestata il:
CENTRO DOCUMENTAZIONE ARNOLDO MONDADORI EDITORE DIVISIONE SPETTACOLO
MILANO
2
Anna OLIVERIO FERRARIS, La macchina della celebrità, Firenze, Giunti, 1999, retro copertina
CAPITOLO I
L’INCIDENZA DELLA TV
SULLA FORMAZIONE DEGLI UTENTI
“E, un giorno, la casa accoglie
fra le sue suppellettili un televisore (…).
È ingombrante, poco sicuro,
costoso, stilisticamente goffo (…)”.
Aldo Grasso
Quella tra utenti e televisione é una relazione molto difficile da penetrarsi e
discernersi; essa rientra nella più vasta questione relativa al fenomeno cosiddetto
del consumo dei media di cui costituisce un capitolo a sé stante per la complessità
della propria natura oltre che per quella dell’oggetto in esame
(la televisione, appunto).
Richiede, perciò, un’accurata analisi sotto numerosi punti di vista, perché
molteplici si rivelano anche le implicazioni e le conseguenze che l’esistenza del
mezzo televisivo e la fruizione di esso introducono all’interno della società,
coinvolgendo il singolo telespettatore come i nuclei familiari che di essa
rappresentano le cellule fondamentali e, in ultima analisi, l’intera collettività.
La televisione e l’insieme dei suoi utenti “(...) non sono presenze estranee l’una
all’altra, bensì complici che mescolano le loro vite”
1
.
1
Francesco CASETTI, L’ospite fisso, Cinisello Balsamo, San Paolo, 1995, pag. 33
L’influenza della televisione nei rapporti interpersonali L’incidenza della TV sulla formazione degli utenti
13
Il rapporto che li vede protagonisti é estremamente composito, “(...) talvolta fonte
di tensioni, talaltra di soddisfazioni reciproche (...); talvolta scandito dalla
complicità, talaltra dal sospetto (...). Un rapporto, comunque, mai pacifico.
E sempre denso di risvolti e sorprese”
2
.
I.1. CHE COS’È LA TELEVISIONE?
Appare troppo semplicistico affermare, come ogni tanto si sente dire, che, in
fondo, la TV non é altro che uno dei tanti elettrodomestici presenti nella pressoché
totalità delle abitazioni, almeno per quel che riguarda la civiltà occidentale.
Secondo questa affermazione, le preoccupazioni concernenti il consumo televisivo
e la sua influenza sullo svolgersi quotidiano della vita sociale sarebbero, per la
maggior parte, infondate, poiché tutto dipenderebbe dalle modalità d’utilizzo
dell’apparecchio. Come per ogni oggetto, anche nel caso della tivù, un impiego
adeguato non causerebbe alcun tipo di problema, mentre un suo uso
sproporzionato potrebbe dare origine a ripercussioni negative di cui i singoli
fruitori dovrebbero essere considerati gli unici responsabili.
Una tale asserzione, tuttavia, rappresenta soltanto un tentativo superficiale di
eludere a priori la trattazione di un tema che si presenta, al contrario, arduo e
multiforme, a volte imbarazzante e persino contraddittorio nelle copiose
sfaccettature che esso può assumere.
2
F. CASETTI, ibidem, pag. 13
L’influenza della televisione nei rapporti interpersonali L’incidenza della TV sulla formazione degli utenti
14
I primi a conoscere molto bene il carisma enorme che il mezzo televisivo
possiede, sono coloro che con e per la televisione lavorano, i quali non esitano ad
indirizzare un ascendente di così grande forza verso l’adempimento delle proprie
finalità. Il pensiero corre immediatamente in direzione degli innumerevoli
spot pubblicitari che intervallano la programmazione di tutte le reti ad ogni ora del
giorno e della notte: “(...) se la televisione non ha alcun effetto sugli spettatori,
(...) come si spiegano i miliardi di dollari spesi ogni anno in pubblicità
televisiva?”
3
.
Non é dunque possibile parlare dell’apparecchio televisivo alla stessa stregua
della lavatrice, del ferro da stiro, del frullatore, della lavastoviglie e così via.
Meglio allora definire la TV come ciò che essa costituisce a tutti gli effetti: la
televisione é un medium, ossia uno strumento di divulgazione dell’industria
culturale, assimilabile, come tale, alla radio, al quotidiano, al libro, all’impianto
stereo, al computer, poiché tali oggetti rappresentano, infatti, mezzi di
comunicazione di massa di cui é possibile una fruizione in ambiente domestico.
Da che cosa é caratterizzata la sostanziale differenza tra elettrodomestici e media,
tanto da indurre a separare in modo netto tali categorie di apparecchiature?
Non si tratta, in fondo, di strumenti rispondenti in ogni caso a precise esigenze e
specifici bisogni degli utenti?
Si potrebbe rispondere: sì, e no.
3
Karl R. POPPER, John CONDRY, Cattiva maestra televisione, Milano, Reset, 1996, pag. 91
L’influenza della televisione nei rapporti interpersonali L’incidenza della TV sulla formazione degli utenti
15
La differenza che distingue i due gruppi di oggetti concerne le seguenti tre
componenti: il ruolo, le modalità di fruizione, il legame con chi ne fruisce.
Con il termine elettrodomestico si intende, in generale, una macchina o un
utensile atti al disbrigo delle svariate incombenze che costellano l’andamento
quotidiano della vita domestica e familiare, in modo rapido, efficace, e senza che
al consumatore sia necessario un dispendio eccessivo di fatica. Si può parlare,
quindi, di un rapporto utente-accessorio. L’impiego di tali macchinari rientra in
una sfera di praticità e di comodità cui deve pure essere ricondotto lo smarrimento
dal quale sembra venire assalito colui che non ne possa usufruire anche
temporaneamente o momentaneamente a causa, il più delle volte, di un guasto
tecnico o dell’improvviso venir meno dell’energia elettrica.
Il contatto con i media, invece, pone di fronte a veri e propri
partners comunicativi
4
; “(...) le proposte che i media offrono sono pur sempre
discorsi, testi. Misurarsi con esse e farle proprie significa, allora, inevitabilmente,
entrare in una rete comunicativa, prolungarla, estenderla: é affrontare resoconti
e racconti, (...) ripeterli, discuterli”
5
.
Il consumo mediale é infatti da intendersi come “(...) quel processo che porta non
soltanto a recepire, ma anche ad acquisire e a utilizzare nel proprio mondo di
vita quanto é offerto sugli schermi televisivi o cinematografici, sulle pagine dei
giornali o dei libri, sulle onde della radio, (...) é quella pratica (...) attraverso cui
4
F. CASETTI, op. cit., pag. 20, nota 11
5
F. CASETTI, ibidem, pag. 20
L’influenza della televisione nei rapporti interpersonali L’incidenza della TV sulla formazione degli utenti
16
taluni soggetti e certi gruppi si impadroniscono dell’offerta mediale fino a
inglobarla nella propria esistenza”
6
.
Ecco che allora l’usufrutto dell’apparecchio da parte del consumatore si tramuta in
una correlazione nuova, insieme più profonda ed attraente. Non si tratta più
soltanto di adoperare degli strumenti, ma di instaurare con essi un dialogo che
prevede un’esposizione a messaggi di un certo tipo e un’interpretazione di questi.
Per parte sua, il mezzo di comunicazione sottopone l’utente ad una rete di stimoli
molteplici e ripetuti, ai quali egli risponde mediante l’insieme delle proprie
reazioni a ciò che può ascoltare, leggere, osservare. Tali reazioni, anche nel caso
di una fruizione individuale dei media, coinvolgeranno in seguito altri individui
attraverso l’intreccio delle relazioni interpersonali che il consumatore instaurerà
all’interno della collettività.
L’apparecchio televisivo, tuttavia, costituisce ancora qualcosa di diverso e
qualcosa di più se paragonato agli altri mezzi di comunicazione
“(...) la televisione tende a fare caso a sé: si sovrappone agli altri media e li
ingloba; meglio ancora, ne vampirizza le funzioni e le modalità di consumo”
7
.
Quello della TV é , infatti, un impiego multiforme.
Data la grande quantità delle sue proposte ed il carattere eclettico di queste, lo
strumento televisivo si presta ad essere utilizzato con una funzione vicaria di altri
mezzi, oppure come se si trattasse di quegli apparecchi, integrando, cioè, la
6
F. CASETTI, ibidem, pag. 20
7
F. CASETTI, ibidem, pag. 23
L’influenza della televisione nei rapporti interpersonali L’incidenza della TV sulla formazione degli utenti
17
fruizione di essi. Si possono prendere in esame i due seguenti esempi:
la TV come cinema e la TV come giornale
8
. L’accostamento del mezzo televisivo
allo schermo cinematografico é semplice ed immediato ogniqualvolta la
programmazione propone un film, oppure, mediante l’impiego del
videoregistratore, si opta per la visione di una videocassetta. In entrambi i casi, la
scelta ricade sulla tivù, alla quale si ricorre al posto di andare al cinema, magari
per sopperire all’opportunità venuta meno in precedenza, di assistere al film
quando questo era offerto nelle sale. La relazione, invece, tra la televisione e il
quotidiano é più complessa: il riferimento più diretto appare quello alle notizie
che la TV trasmette, ma non si tratta unicamente delle sue caratteristiche di mezzo
di informazione: la vera somiglianza tra apparecchio televisivo e giornale si crea
quando, mediante e durante la visione, il consumatore si estranea dai propri simili,
esattamente come accade nel caso in cui si sfogli o si legga un quotidiano.
Tale paragone diventa ancora più palese allorché sul teleschermo appaiono le
rassegne-stampa, che invitano ad una lettura anticipata e pressoché globale dei
titoli principali che potranno ritrovarsi il giorno seguente sulle prime pagine delle
testate più importanti. Alcuni sostengono che “(...) non basta quello che si legge
sui giornali (...); bisogna anche sentire la voce (...) di gente che é lontana
da noi (...)”
9
. In questo caso, la TV e, nello specifico, la visione del telegiornale,
integrano la fruizione del quotidiano; altri, però, ritengono che
8
F. CASETTI, ibidem, pag. 22
9
F. CASETTI, ibidem, pag. 60
L’influenza della televisione nei rapporti interpersonali L’incidenza della TV sulla formazione degli utenti
18
“(...) la televisione é molto più immediata (...). Per informarsi, é sufficiente,
mettersi davanti alla TV”
10
. Ecco che il mezzo televisivo sostituisce la carta
stampata.
Ad indirizzare con estrema facilità verso un altro mezzo di comunicazione
(in verità ad esso molto simile) é l’utilizzo radiofonico dell’apparecchio
televisivo, a proposito del quale, si deve accennare brevemente ad un argomento
che sarà sviluppato meglio in seguito: la forte percezione da parte del nucleo
familiare di come la televisione costituisca, in realtà, una forma di tempo.
Intendo fare riferimento, con questa espressione, alla porzione spesso troppo vasta
della giornata che gli spettatori impiegano nel rimanere incollati al teleschermo;
si tratta di ore preziose che l’individuo lascia passare si direbbe “pericolosamente”
perché, affascinato dal potere ammaliatore delle immagini, non si avvede del
trascorrere delle prime e di come queste avrebbero potuto, invece, essere utilizzate
per lo svolgimento di numerose altre attività. Alla luce di tale concetto di tempo
perso, ecco allora spiegarsi un primo tipo di uso della TV come radio: l’usufruire
del mezzo televisivo privandosi delle immagini da esso trasmesse, può costituire,
in questo caso, “(...) una forma di autogiustificazione per il tempo trascorso
davanti al video”
11
.
Servirsi della televisione in funzione vicaria della radio é un’abitudine di coloro
che sono soliti trascorrere molte ore del giorno nelle proprie dimore, perché
10
F. CASETTI, ibidem, pag. 60
11
F. CASETTI, ibidem, pag. 58
L’influenza della televisione nei rapporti interpersonali L’incidenza della TV sulla formazione degli utenti
19
impegnati in attività come lo studio (é il caso soprattutto dei ragazzi) o i lavori
domestici (le casalinghe); la convinzione che il teleschermo acceso possa essere
un ottimo surrogato dell’apparecchio radiofonico é però ingannevole ed inesatta.
Anche la TV, come la radio, é in grado di fare compagnia, di assistere persone
sole, malate, anziane; nel caso specifico, però, le differenze tra i due strumenti non
sono di poco conto. Se, infatti, la radio si limita a seguire in modo discreto
l’individuo, mantenendo una posizione periferica nell’ambiente per non costituire
un ostacolo alle operazioni che é necessario portare a termine, il mezzo televisivo
ha un comportamento molto più invadente: l’essenzialità della televisione è infatti
rappresentata dal flusso ininterrotto di immagini che scaturiscono dal video,
perciò essa pretende ad ogni momento di catturare l’attenzione dello spettatore
potenziale, nel tentativo di costringere costui a rivolgere lo sguardo nella propria
direzione: “(...) [la radio] l’ascolti e lavori; la televisione non ti fa far niente; (...)
é vero, l’ascolti, ma però stai bloccato”
12
. “(...) Il potere fascinatorio delle
immagini rimane, anche se non si guardano con attenzione, anche se si ascoltano
soltanto”
13
. E’ possibile, dunque, cominciare a delineare con precisione la
peculiarità della tivù, che consiste in quanto segue: essa non si configura come un
dispositivo a servizio dei consumatori, bensì come una presenza tra le mura
domestiche. Si mostra come un’entità non semplicemente collocata all’interno
dell’abitazione, ma che giunge a dominare quest’ultima mettendone a soqquadro
12
Un telespettatore in: F. CASETTI, ibidem, pag. 48
13
Un telespettatore in: F. CASETTI, ibidem, pag. 58
L’influenza della televisione nei rapporti interpersonali L’incidenza della TV sulla formazione degli utenti
20
gli ambienti e rivoluzionando le abitudini di vita degli individui.
Tutto questo sarà analizzato con maggiore profondità più avanti, per il momento
basti pensare a ciò che è stato giustamente definito come effetto agenda
14
, ossia
“(...) quella caratteristica della televisione per cui, se da una parte essa sembra
inseguire l’interesse del pubblico, nel lungo periodo é lei a determinare che cosa
merita l’attenzione e che cosa no”
15
. Se si concede al mezzo televisivo di
intromettersi eccessivamente nella quotidianità individuale e familiare, la
fruizione di esso può prendere rapidamente il sopravvento relegando in secondo
piano ogni altra attività della giornata.
Mediante l’utilizzo del telecomando, i telespettatori sono indotti a ritenere di
gestire a proprio piacimento le proposte del teleschermo, soffermandosi su alcuni
canali più che su altri e prestando attenzione solo a trasmissioni che incontrino i
loro gusti o rispecchino i loro interessi; un’esposizione eccessiva ai messaggi
televisivi, però, permette alla TV di ergersi a protagonista del rapporto
utente-medium. Se non se ne circoscrive l’enorme potere, il mezzo televisivo può
arrivare a coincidere con la vita stessa di chi lo guarda: quante volte, di fronte ad
un invito, si preferisce declinare l’offerta per lasciarsi “cullare” dal
“fratello televisore”
16
? Ecco che allora l’essere presenza, proprio della tivù, arriva
a completarsi: la funzione più importante che alla televisione viene implicitamente
14
Carlo Maria MARTINI, Dialogo con il televisore, “l’Unità”, 1993, pag. 16
15
C. M. MARTINI, ibidem, pag. 16
16
C. M. MARTINI, ibidem, pag. 14
L’influenza della televisione nei rapporti interpersonali L’incidenza della TV sulla formazione degli utenti
21
assegnata nell’istante in cui essa è accolta nelle case, è quella che la vede
sostituirsi con estrema facilità a diverse figure basilari per la vita di tutti i giorni.
A seconda di chi le si pone di fronte e conformemente alle differenti situazioni in
cui gli utenti si trovano, l’apparecchio televisivo é infatti in grado di assumere le
sembianze ora di una valida baby-sitter (“la bambinaia elettronica”
17
) o una
compagna di giochi per i bambini, ora di una assistente sociale per le persone
sole, gli ammalati, gli anziani. La TV può trasformarsi, inoltre, in una preziosa
confidente per gli adolescenti lasciati troppo in balìa di sé stessi e delle proprie
insicurezze da genitori totalmente assorbiti dal lavoro, oppure configurarsi
soltanto come un’amica con cui condividere un momento ludico (es. la visione di
un gioco a premi), o insieme alla quale discutere dei più svariati argomenti, siano
essi futili o d’attualità (il riferimento, in questo caso, va al genere del talk-show).
E’ da qui che deve partire il discorso molto complesso che concerne
l’ineluttabilità del mezzo televisivo, il suo essere così indispensabile al paragone
di qualsiasi altro medium; se é vero che “(...) non é più concepibile la vita senza
televisione”
18
, ciò é dovuto a ragioni molteplici, tra cui quella, fondamentale, che
essa rappresenta ormai nelle case ed é accolta all’interno del nucleo familiare
come un “ospite fisso”
19
, un “inquilino telematico”
20
, per cui privarsi di essa
equivale ad allontanarsi da un congiunto.
17
Karol Wojtyla in: K. R. POPPER, J. CONDRY, op. cit., pag. 49
18
F. CASETTI, op. cit., pag. 49
19
F. CASETTI, L’ospite fisso.
20
Aldo GRASSO, Enciclopedia della televisione, Milano, Garzanti, 1996, pag. 767