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Interrelazione fra mente e consumo
1. Le tre parti celebrali del consumatore
1.1 Cervello Rettiliano
Il concetto di "cervello rettiliano" è una terminologia utilizzata in psicologia e neuroscienze
comportamentali per riferirsi a una parte del cervello coinvolta principalmente in funzioni di base
e primitive. Il termine deriva dal fatto che questa regione del cervello è spesso associata a
caratteristiche che condividiamo con gli animali rettiliani o rettili, considerati più primitivi dal
punto di vista evolutivo (Milani, 2018). La parte del cervello che viene spesso collegata al
concetto di "cervello rettiliano" è il tronco encefalico, che è la parte più antica e primitiva del
cervello. Questa regione comprende strutture come il midollo allungato, il ponte e il mesencefalo.
Le funzioni principali associate al "cervello rettiliano" includono (Cubeiro, 2012). Il concetto di
cervello rettiliano è spesso menzionato in contesti di marketing e comportamento del
consumatore per indicare la parte più primitiva e istintiva del cervello umano. Questa area del
cervello è associata a reazioni immediate e istintive, spesso legate a bisogni di sopravvivenza e
soddisfazione dei desideri di base. Nel contesto del consumo, il riferimento al cervello rettiliano
può essere utilizzato per sottolineare l'importanza delle emozioni, degli istinti e delle reazioni
immediate nelle decisioni di acquisto. Il cervello rettiliano è legato a istinti di sopravvivenza,
come il desiderio di sicurezza, cibo e riproduzione. (Pirotta, 2019) Nel contesto del consumo, i
prodotti e i servizi possono essere posizionati per soddisfare questi bisogni di base (Milani,
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2018). Il cervello rettile è quindi un cervello istintivo che si attiva inviando stimoli molto forti
ad agire, difficilmente reprimibili (Saletti, 2016).
È importante sottolineare che il concetto di cervello rettiliano" è una semplificazione e una
metafora e che le decisioni di consumo coinvolgono molte altre regioni del cervello, inclusi i
processi cognitivi superiori nel neocortex detto anche cervello nuovo. Tuttavia, comprendere le
dinamiche emozionali e istintive può essere rilevante per creare strategie di marketing efficaci.
1.2.Cervello Limbico
Il cervello limbico è una parte del cervello associata alle emozioni e alle risposte emotive. Nello
specifico, include strutture come l'ippocampo, l'amigdala, l'ipotalamo e altre regioni coinvolte
nella regolazione delle emozioni, della memoria e delle risposte autonomiche. Nel contesto del
consumo, il cervello limbico svolge un ruolo cruciale nella formazione delle preferenze, nella
percezione del piacere e nel processo decisionale. Ecco come il cervello limbico può essere
collegato al consumo (Cubeiro, 2012). Per chiarezza facciamo una piccola parentesi
sull’ipotalamo che svolge un ruolo importantissimo; l'ippocampo, parte del cervello limbico, è
coinvolto nella formazione e nel recupero dei ricordi. Le esperienze di consumo positive o
negative possono essere memorizzate e influenzare le decisioni future. L'ipotalamo, un'altra parte
del cervello limbico, è coinvolto nella regolazione delle risposte fisiologiche al benessere, come
l'appetito, la sete e la temperatura corporea. Le scelte di consumo spesso sono guidate dalla
ricerca di soddisfazione e benessere emotivo (Jordi Jauset, 2020). Il cervello limbico è coinvolto
nella generazione e nella regolazione delle emozioni. Nel contesto del consumo, le esperienze
emotive associate a un prodotto o a un marchio possono influenzare fortemente le preferenze dei
consumatori, esso regola le risposte del sistema nervoso autonomo, influenzando funzioni come
la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e la respirazione. Le esperienze di consumo
possono attivare risposte fisiche basate sulle emozioni (MacLean, 1972). MacLean nella sua
teoria individua il cervello mammifero chiamato più comunemente, cervello limbico, esso si
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occupa di quello che concerne la vita relazionale ed emotiva dell’essere umano consentendogli
di sentire le emozioni e di provare sentimenti (Avico, 2017).
Nel marketing, la comprensione del cervello limbico può guidare l'uso di strategie che suscitano
emozioni positive legate a un prodotto o a un marchio. Le campagne pubblicitarie spesso cercano
di creare connessioni emotive con i consumatori. Le emozioni influenzano le decisioni di
acquisto. Il cervello limbico può essere coinvolto nel processo decisionale quando i consumatori
valutano non solo aspetti razionali, ma anche sensazioni ed emozioni associate a un prodotto. Il
cervello limbico è anche coinvolto nella percezione delle esperienze sensoriali, comprese le
esperienze gustative. La piacevolezza o la sgradevolezza di un sapore può influenzare le scelte
alimentari e il consumo. Comprendere il ruolo del cervello limbico nel consumo è fondamentale
per le strategie di marketing, che spesso cercano di colpire le emozioni e le connessioni emotive
dei consumatori. La creazione di esperienze di consumo positive e memorabili può influenzare
significativamente la fidelizzazione del cliente e la percezione di un marchio. Il cervello limbico,
in particolare l'area dell'amigdala, è coinvolto nella regolazione delle risposte emotive, e la
dopamina può modulare tali risposte in questo contesto. Ad esempio, può amplificare la
percezione di piacere o gratificazione legata a esperienze emozionali. La dopamina è un
neurotrasmettitore, una sostanza chimica che trasmette segnali tra le cellule nervose (neuroni)
del cervello. La dopamina è coinvolta in molte funzioni cerebrali, inclusa la regolazione
dell'umore, la motivazione, la ricompensa e il controllo del movimento. Nel contesto del
sopracitato cervello limbico, che è una parte del cervello associata alle emozioni, la dopamina
gioca un ruolo chiave nelle risposte emotive e nei processi motivazionali. Vediamo come la
dopamina è collegata al cervello limbico.(Jordi Jauset). La dopamina è spesso associata al
sistema di ricompensa del cervello. Quando sperimentiamo qualcosa di piacevole o riceviamo
una ricompensa, i livelli di dopamina possono aumentare, creando una sensazione di piacere e
gratificazione. Questo meccanismo è coinvolto nelle motivazioni e nelle risposte positive alle
esperienze di consumo. (Jordi Jauset, 2020).Detta sostanza svolge un ruolo nel processo di
apprendimento associativo, contribuendo alla formazione di memorie legate alle esperienze
emozionali. Ciò significa che le esperienze di consumo positive o negative possono influenzare
la formazione di ricordi emotivamente carichi. In sintesi, la dopamina è un elemento chiave nelle
dinamiche emotive, motivazionali e di ricompensa del cervello, e il suo ruolo è particolarmente
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rilevante nel contesto del cervello limbico. La comprensione di questi meccanismi neurochimici
è cruciale per capire come le esperienze di consumo possono influenzare le emozioni e i
comportamenti dei consumatori (Jordi Jauset, 2020).
Un altro neurotrasmettitore che svolge un ruolo chiave nel cervello in relazione al consumo è la
serotonina, essa influenza vari aspetti della salute mentale e del benessere emotivo; anche se il
suo ruolo primario è spesso associato al controllo dell'umore, la serotonina può avere
implicazioni nel contesto del consumo, influenzando le emozioni, il comportamento alimentare
e le decisioni di acquisto. La serotonina può essere collegata al consumo in quanto risulta
coinvolta nella regolazione dell'umore, infatti livelli adeguati di serotonina sono spesso associati
a una maggiore stabilità emotiva e a una sensazione di benessere. Le persone potrebbero cercare
esperienze di consumo, come fare shopping, come mezzo per migliorare il loro stato emotivo; la
stessa sostanza può influenzare la percezione di soddisfazione e gratificazione. Livelli equilibrati
di serotonina possono contribuire a una sensazione di appagamento, mentre bassi livelli possono
essere associati a una maggiore ricerca di ricompense, inclusi comportamenti di consumo, in
quanto è coinvolta nella regolazione del comportamento alimentare. Alcune persone possono
cercare cibo come mezzo per aumentare temporaneamente i livelli di serotonina, specialmente
cibi ricchi di carboidrati, che possono influenzare positivamente l'umore. Un equilibrio adeguato
di serotonina può contribuire a decisioni di acquisto più razionali e meno influenzate da impulsi
emozionali intensi. D'altra parte, bassi livelli di serotonina potrebbero aumentare la suscettibilità
a scelte di consumo emotive. (Jordi Jauset, 2020); contrariamente livelli bassi di serotonina sono
stati collegati a sintomi di stress e ansia. In situazioni di stress, alcune persone possono cercare
il sollievo attraverso comportamenti di consumo come lo shopping compulsivo. Uno stato
generale di benessere e salute mentale, influenzato dalla serotonina, può avere un impatto
sull'atteggiamento nei confronti del consumo. Ad esempio, persone con una buona salute mentale
potrebbero fare scelte di consumo più consapevoli.
È importante notare che la relazione tra serotonina e consumo è complessa e influenzata da vari
fattori, compresi quelli genetici e ambientali. Inoltre, il consumo come risposta a variazioni nei
livelli di serotonina può variare notevolmente da individuo a individuo. La comprensione di
questi meccanismi può contribuire a sviluppare strategie di gestione dello stress e del benessere
emotivo più consapevoli e personalizzate
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1.3.La Neurocortex
Il termine cervello nuovo o neocorteccia si riferisce a una parte specifica del cervello, nota come
neocorteccia, che è evolutivamente più recente rispetto ad altre regioni cerebrali. La neocorteccia
è coinvolta in molte delle funzioni cognitive avanzate negli esseri umani. Vediamo cosa
rappresenta la neocorteccia e quali sono le sue principali funzioni (Cubeiro, 2012).
La neocorteccia gioca un ruolo fondamentale nelle decisioni di consumo, influenzando le scelte
e i comportamenti degli individui in risposta a stimoli e informazioni provenienti dall'ambiente
circostante; è coinvolta nella capacità di pianificare e prendere decisioni razionali. Nella sfera
del consumo, questo si riflette nella valutazione delle opzioni disponibili, nella considerazione
dei pro e contro, e nella pianificazione degli acquisti. La neocorteccia è responsabile
dell'elaborazione delle informazioni complesse, inclusi messaggi di marketing, recensioni di
prodotti e informazioni sulla marca. Le persone utilizzano questa parte del cervello per
comprendere le caratteristiche, i benefici e i rischi associati a un prodotto o servizio. Essa è
coinvolta nella comprensione del linguaggio. Pertanto, l'efficacia di messaggi pubblicitari, slogan
e descrizioni di prodotti dipende dalla capacità della neocorteccia di elaborare e comprendere
queste informazioni. La stessa può guidare esperienze di acquisto basate su una valutazione
razionale dei prodotti o servizi. Questo può includere la considerazione di recensioni, confronti
di prezzo e analisi dettagliate delle caratteristiche. La neocorteccia è coinvolta nella
comprensione delle dinamiche sociali e nei comportamenti di gruppo. Le decisioni di consumo
possono essere influenzate dalla percezione sociale, dall'appartenenza a gruppi e dalle tendenze
culturali.
Sebbene la medesima sia coinvolta in molte delle decisioni di consumo razionali, è importante
notare che il processo decisionale è spesso una combinazione complessa di influenze provenienti
da diverse regioni cerebrali, compreso il cervello limbico che gestisce le risposte emotive. La
comprensione di come queste regioni interagiscono può fornire una visione più completa del
comportamento di consumo umano.
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Richard Thaler economista comportamentale coinvolge aspetti di psicologia ed economia, nella
sua ricerca non si limita esclusivamente alla neocorteccia, ma abbraccia una prospettiva più
ampia. Le sue idee principali si basano sulla teoria dell'economia comportamentale, che
riconosce che gli individui spesso deviano dai modelli economici tradizionali a causa di fattori
emotivi, sociali e cognitivi
2 I modi di pensare del consumatore
2.1.I due modelli di Kahneman
Daniel Kahneman, psicologo ed economista comportamentale, noto soprattutto per il suo lavoro
sulla teoria dei due sistemi di pensiero ha sviluppato il concetto di due sistemi di pensiero distinti
per descrivere come le persone prendono decisioni e risolvono problemi. Questi due sistemi sono
noti come Sistema 1 e Sistema 2 (Cubeiro, 2012). Il Sistema 1 è il sistema di pensiero rapido,
automatico e intuitivo. È coinvolto in processi decisionali veloci, istintivi ed emotivi. Il Sistema
1 è attivo quando le persone rispondono rapidamente a stimoli familiari senza la necessità di un
pensiero profondo o di analisi dettagliata. È associato alle reazioni immediate e istintive. Il
Sistema 2 è il sistema di pensiero lento, controllato e riflessivo. È coinvolto in processi
decisionali più complessi, che richiedono sforzi consapevoli, analisi approfondita e ragionamento
logico. Il Sistema 2 è attivo quando le persone si impegnano in attività che richiedono
concentrazione, valutazione e risoluzione di problemi complessi (Kahneman, 2015). Ecco come
il concetto dei due sistemi può essere applicato in vari contesti:
Nel contesto delle decisioni finanziarie, il Sistema 1 potrebbe influenzare la reazione istintiva a
un investimento rischioso, mentre il Sistema 2 potrebbe essere coinvolto nella valutazione più
ponderata dei rischi e dei benefici. Il Sistema 1 potrebbe influenzare le decisioni di acquisto
basate su impulsi emotivi e istinti, mentre il Sistema 2 potrebbe essere coinvolto nelle decisioni
di acquisto più riflessive e ponderate. Nel contesto organizzativo, il Sistema 1 potrebbe essere
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coinvolto nelle decisioni quotidiane e automatiche, mentre il Sistema 2 potrebbe essere attivato
quando si tratta di decisioni strategiche o complesse. Nel processo di fare previsioni o giudicare
situazioni complesse, il Sistema 1 potrebbe portare a giudizi veloci basati su stereotipi o
impressioni superficiali, mentre il Sistema 2 potrebbe essere coinvolto nella valutazione più
ponderata di prove ed evidenze. Il modello dei due sistemi di pensiero proposto da Kahneman
offre una cornice utile per comprendere i processi decisionali umani e come le persone affrontano
diverse sfide cognitive. La comprensione di questi due sistemi può essere applicata in molti
campi, dalla psicologia all'economia comportamentale, e ha avuto un impatto significativo nelle
scienze sociali (Kahneman, 2015). E’ doveroso evidenziare come questi due sistemi non sono
limitati solo all’acquirente ma si applicano a qualsiasi individuo che prende decisioni o risolve
problemi.
2.2.Pensiero emozionale o emotivo
Il pensiero emozionale gioca un ruolo significativo nel processo di consumo. Le emozioni
influenzano le decisioni di acquisto, il coinvolgimento del consumatore con i prodotti e le
marche, nonché la percezione generale delle esperienze di consumo. Ecco come il pensiero
emozionale è coinvolto nel consumo (Kahneman). Questo tipo di pensiero è centrale nella
creazione di connessioni emotive tra i consumatori e i marchi. Le aziende spesso cercano di
evocare emozioni specifiche attraverso le loro campagne di marketing per creare un legame
emotivo con il consumatore, rendendo il marchio più memorabile e coinvolgente; Le pubblicità
spesso sfruttano il pensiero emozionale per catturare l'attenzione e influenzare il comportamento
del consumatore. Annunci che suscitano emozioni positive, come felicità, amore o gioia, possono
creare un'associazione positiva con il prodotto o il marchio. Le emozioni positive associate a un
marchio o a un prodotto possono contribuire alla fedeltà del cliente. Se un consumatore associa
un'esperienza di consumo a emozioni positive, è più probabile che continui a scegliere quel
marchio in futuro. In sintesi, il pensiero emozionale è profondamente intrecciato con il consumo,
e le emozioni possono essere una forza trainante potente dietro molte decisioni di acquisto e
comportamenti dei consumatori. Le aziende che comprendono e sfruttano le dinamiche
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emozionali possono creare connessioni più forti con il loro pubblico e migliorare l'efficacia delle
loro strategie di marketing ( Mileti, Prete, Guido, Marra e Scarlino).
2.3.Il pensiero verticale ovvero razionale
Il pensiero verticale, o razionale, si riferisce a un tipo di pensiero lineare, logico e analitico.
Questo modo di pensare è spesso associato alla risoluzione di problemi attraverso la sequenzialità
e la strutturazione logica delle informazioni. In relazione al consumo, il pensiero razionale può
influenzare diversi aspetti del processo decisionale (Bracaletti,2017). Le persone con un
orientamento razionale tendono a valutare le opzioni di acquisto in modo logico. Esaminano
caratteristiche, benefici e svantaggi per prendere decisioni informate basate sulla razionalità
piuttosto che sull'emozione; esse sono spesso inclini a stabilire un budget e a attenersi ad esso.
La pianificazione finanziaria può giocare un ruolo chiave nel processo decisionale di acquisto,
assicurando che le scelte siano sostenibili dal punto di vista finanziario.
Il pensiero razionale spinge le persone a cercare informazioni dettagliate prima di fare un
acquisto. Questo può tradursi in una maggiore attenzione ai dettagli, alle specifiche tecniche e
alle recensioni dei prodotti. Questo tipo di pensiero può portare a una fedeltà al marchio basata
sulla qualità del prodotto o del servizio. I consumatori potrebbero essere disposti a pagare un
prezzo più elevato per prodotti che percepiscono come affidabili e di alta qualità, questo modo
di pensare può contribuire a una maggiore gestione del rischio. I consumatori potrebbero essere
meno inclini a prendere decisioni impulsivi o azzardate e più propensi a optare per opzioni che
percepiscono come sicure e affidabili. Nel processo decisionale di acquisto, le persone orientate
al pensiero razionale sono più propense a basare le loro decisioni su fatti concreti e dati oggettivi,
riducendo l'influenza di emozioni e impulsi. Tuttavia, è importante notare che il pensiero
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razionale non è l'unico fattore che influisce sul consumo. Il comportamento di acquisto è spesso
una combinazione complessa di razionalità ed emozione. Molti consumatori considerano
entrambi gli aspetti nel prendere decisioni di acquisto, e il modo in cui questi fattori si combinano
può variare notevolmente da persona a persona.
2.4..Il pensiero laterale
Il concetto di "pensiero laterale" è stato introdotto da Edward de Bono, uno psicologo e autore
maltese, per descrivere un modo di pensare creativo e non convenzionale. A differenza del
pensiero verticale, che è lineare e logico, il pensiero laterale cerca di trovare soluzioni a problemi
attraverso approcci meno tradizionali e più fuori dagli schemi quindi possiamo affermare che la
principale differenza con il sistema 2 definito da Kahneman risiede nell'ambito di applicazione e
nell'obiettivo. Il sistema 2 riguarda la profondità e la riflessione nel pensiero razionale, mentre il
pensiero laterale è orientato alla creatività e alla generazione di nuove prospettive per affrontare
i problemi. Entrambi sono importanti in contesti diversi e possono collaborare per migliorare la
qualità delle decisioni e delle soluzioni.
Alcune caratteristiche chiave del pensiero laterale sono la non linearità tanto che si discosta dalla
sequenzialità del pensiero verticale. Non segue un percorso logico diretto, consentendo salti e
connessioni non ovvie tra idee. Questo modo tipo di pensiero promuove la creatività e
l'originalità. Si concentra su nuove prospettive e soluzioni innovative, incoraggiando l'individuo
a considerare opzioni al di fuori dei percorsi convenzionali (Tversky e Kahneman,1974);
incoraggia a considerare soluzioni che possono sembrare inusuali o controintuitive inizialmente.
L'obiettivo è superare i modelli di pensiero consolidati. Il pensiero laterale cerca di superare gli
schemi mentali preesistenti che possono limitare la creatività. Invita a sfidare le aspettative e a
guardare ai problemi da nuovi punti di vista; piuttosto che seguire passo dopo passo un processo
logico, si concentra su strategie creative per risolvere i problemi. Può coinvolgere l'uso di