1
Premessa
Obiettivi della tesi e metodo di lavoro
La scelta del titolo del presente lavoro, “L’infermiere in unità spinale: nuove
esperienze verso nuovi orizzonti”, risponde ad una duplice esigenza: di delineare
nuovi possibili sviluppi del ruolo dell’infermiere nella pratica di riabilitazione del
paziente mieloleso, che si configura non solo di tipo assistenziale, ma anche
psicologico - relazionale, nonché di valorizzare i percorsi diagnostici - terapeutici -
riabilitativi delle persone affette da lesioni midollari, attuati nell’Unità Spinale
Unipolare di Pietra Ligure, documentandone i modelli organizzativi.
Si profilano dunque nuovi orizzonti, obiettivi e competenze nella professionalità
dell’infermiere, che dovrà necessariamente ampliare il proprio bagaglio
professionale, acquisendo le conoscenze tecniche e la cultura specifica che
comprende tutto l’arco del divenire patologico della lesione midollare, nonché nella
condizione del paziente stesso, impegnato nel difficile percorso di riprogettazione di
sé e della propria esistenza.
In qualità di “partner” del paziente, l’infermiere dovrà essere capace di cogliere e
stimolare i bisogni del paziente verso il recupero dell’autonomia, adeguando
progressivamente le modalità del proprio intervento assistenziale.
Per conseguire tali obiettivi si dovranno necessariamente prevedere un’adeguata
preparazione teorico - pratica da parte di tutte le figure professionali coinvolte nel
percorso curativo - assistenziale e, considerata la multidisciplinarità dell’approccio
alla cura alla persona midollo lesa, una formazione coerente con le modalità previste
dal Programma ECM, che favorisca momenti ed elementi comuni per le figure
professionali coinvolte nel processo.
2
Il lavoro si articola in cinque capitoli: nel primo capitolo descrivo la funzione
dell’Unità Spinale Unipolare, struttura destinata all’assistenza dei soggetti con
lesioni midollari di origine traumatica e non, che ha lo scopo di permettere ai
mielolesi di raggiungere il miglior stato di salute e il più alto livello di capacità
funzionali, compatibili con la lesione; riporto i pur carenti dati sanitari
epidemiologici relativi alla mielolesione, necessari per garantire la programmazione
adeguata delle Unità Spinali, forniti dalle Linee guida unità spinali unipolari 2004,
della Presidenza del Consiglio dei Ministri e sottolineo la particolarità del paziente
dell’U.S.U., la cui condizione, a differenza degli altri pazienti, non richiede solo una
cura, ma un radicale mutamento e una ben più difficile accettazione della nuova
situazione esistenziale.
Il secondo capitolo è incentrato sulla persona mielolesa, soprattutto sulla sua
condizione psicologica e sulle tragiche problematiche che deve affrontare nella sua
nuova condizione di disabilità e nell’imparare a convivere con essa. Tento di
tracciare quelle che sono generalmente le fasi che attraversa il mieloleso in questo
suo doloroso percorso di ricostruzione identitaria, attingendo a testimonianze scritte,
ma anche a colloqui personali che ho avuto con alcuni pazienti disabili dell’U.S.U. di
Santa Corona, che hanno accettato generosamente di parlarmi della loro condizione.
Il terzo capitolo è incentrato sulla peculiarità dell’assistenza infermieristica al
paziente mieloleso, che presenta una serie di problematiche di carattere specifico,
conseguenti alla condizione, e relazionali: l’infermiere deve saper adattare i suoi
interventi in relazione alla capacità di risposta autonoma del paziente ai suoi bisogni.
Mi soffermo sui riferimenti legislativi che hanno reso l’agire infermieristico una
professione e delineo nuove figure professionali, atte a rispondere in maniera più
adeguata ai bisogni dei pazienti, in un’ottica di maggior personalizzazione
dell’assistenza sanitaria.
3
Nel quarto capitolo descrivo l’Unità Spinale Unipolare di Pietra Ligure, presso la
quale ho condotto la presente ricerca, ne traccio brevemente la storia e ne descrivo i
modelli organizzativi, nonché i percorsi e i progetti attuati dall’équipe sanitaria.
Nel quinto capitolo, più sperimentale, riporto i dati raccolti dall’indagine da me
condotta nei mesi di settembre e ottobre, indirizzata al personale sanitario
dell’U.S.U. dell’Ospedale Santa Corona, attraverso un’intervista e a pazienti
mielolesi nella fase post acuta, attraverso un questionario finalizzato ad individuare i
principali bisogni di tipo relazionale e sociale da loro avvertiti durante le degenze
coincidenti con le fasi dell’iter riabilitativo.
I dati emersi da questi due strumenti di indagine sono stati analizzati e, nel caso del
questionario indirizzato ai pazienti, tradotti in grafici e qui riportati.
Essi costituiscono la prima rilevazione da cui partire nell’individuazione dei bisogni
dei pazienti mielolesi, per impostare un progetto finalizzato al miglioramento della
loro dimensione psicologica, nella costruzione di una nuova “normalità”.
4
CAPITOLO I
1. L’Unità Spinale Unipolare
1.1. Definizione, organizzazione e funzione dell’U.S.U.
Col termine “Unità Spinale Unipolare (U.S.U.)” s’identifica l’istituzione di
centri ospedalieri, guidati da un’équipe di figure mediche e non mediche, che offrono
una “cura globale” o “comprehensive care” verso le persone affette da lesione
midollare. L’unipolarità è motivata dall’esigenza dell’efficacia di un approccio
globale alla persona con lesione midollare: tale concetto si concretizza fisicamente
in una struttura con una collocazione unitaria, anche da un punto di vista edilizio,
ove siano comprese tutte le specialità medico - chirurgiche e le professionalità
infermieristiche, fisioterapiche e di sostegno socio - assistenziale e psicologico della
persona.
Il concetto di cura globale include, quindi, la capacità delle Unità Spinali di divenire
un punto di riferimento per il mieloleso, non solo per tutto il periodo di degenza, ma
fino al completo reinserimento nel nucleo familiare e nel proprio ambiente sociale.
Questo approccio globale evita appunto “ (...) la frammentazione delle cure che si è
dimostrata deleteria per un buon processo riabilitativo.”
1)
1) S. AITO, Direttore Unità Spinale dell’Azienda Ospedaliera Careggi, Firenze, Relazione
multimediale.
5
Oggi, le Unità Spinali rappresentano dunque l’attuazione pratica della moderna
tendenza medica alla visione e al trattamento “globale” del paziente.
Secondo i riferimenti normativi tuttora vigenti,
2)
l’Unità Spinale Unipolare, “... è
destinata all’assistenza delle persone con lesione midollare di origine traumatica e
non, sin dal momento dell’evento lesivo, ed ha lo scopo di permettere alle persone
con lesione al midollo spinale di raggiungere il miglior stato di salute, il più alto
livello di capacità funzionali compatibili con la lesione ed una condizione psico-
fisica nel complesso in grado di consentire un non traumatico reinserimento nella
vita della comunità.”
3)
Dal punto di vista organizzativo, l’Unità Spinale è collocata all’interno di ospedali
sedi di Dipartimenti d’Emergenza e Accettazione di secondo livello e deve
avvalersi in forma organizzata, oltre che delle specialità già previste nel DEA, delle
seguenti attività specialistiche: urologia ed urodinamica, chirurgia plastica, medicina
fisica e riabilitativa, psicologia clinica, ginecologia, andrologia, nutrizione clinica,
neuro fisiopatologia, pneumologia, e diagnostica per immagini, incluse TC e RM.
2) RIFERIMENTI NORMATIVI:
- ATTO DI INTESA TRA STATO E REGIONI DI APPROVAZIONE DELLE LINEE GUIDA
(n.1/1996, G.U. 17/3/1996).
- LINEE-GUIDA DEL MINISTRO DELLA SANITÀ PER LE ATTIVITÀ DI
RIABILITAZIONE (7/5/1998, in G.U. 30/5/ 1998, n. 124).
- LINEE GUIDA PER LE UNITÀ SPINALI UNIPOLARI, Conferenza Stato e Regioni,
Accordo 29 aprile 2004.
3) LINEE-GUIDA DEL MINISTRO DELLA SANITÀ PER LE ATTIVITÀ DI RIABILITAZIONE,
7/5/1998, in G.U. 30/5/ 1998, n. 124.
6
L’Unità Spinale costituisce un’unità operativa autonoma ed utilizza le risorse
professionali e strumentali presenti nella struttura nella quale è inserita, attraverso
un’organizzazione interdisciplinare che soddisfi le differenti necessità cliniche,
terapeutico - riabilitative, psicologico - sociali delle persone con lesione midollare,
sospetta od accertata. Tutto ciò attraverso le attività di ricovero ordinario, diurno e
ambulatoriale, avvalendosi di personale medico fisso e ad accesso programmato, in
modo da garantire unitarietà dell’intervento e approccio multidisciplinare, sia nella
fase precoce che in quella riabilitativa e di operatori tecnici della riabilitazione
(fisioterapisti, terapisti occupazionali), che operano in équipe, strettamente raccordati
con i medici specialisti competenti.
L'Unità Spinale Unipolare:
null provvede ad accettare il paziente entro le prime ore dell'insulto e a fornirgli
un'assistenza adeguata ed un trattamento completo;
null prende in carico il paziente con sospetta o accertata lesione midollare ed il
paziente che richiede di essere preso in carico per accertamenti diagnostici e/o
interventi terapeutici successivi al primo ricovero;
null costituisce punto di riferimento permanente, sia per le persone con lesione
midollare, sia per i presidi sanitari che erogano assistenza riabilitativa intensiva
ed estensiva o intermedia, sia per i servizi socio assistenziali e formativi, gestiti
da Enti Locali o da altri Istituti, al fine di promuovere il pieno reinserimento
sociale e lavorativo della persona medullolesa;
null coordina il proprio intervento con i servizi territoriali o regionali, al fine di
garantire l’integrazione delle attività di prevenzione, assistenza di base e
specialistica di primo livello e delle attività finalizzate all’inserimento e
reinserimento sociale e lavorativo, anche attraverso il coinvolgimento delle
organizzazioni del volontariato sociale e delle associazioni degli utenti.
7
L’Unità Spinale Unipolare ha lo scopo di:
null affrontare tutte le problematiche inerenti alla lesione midollare, garantendo una
completa riabilitazione del soggetto;
null educare il paziente ed i familiari alla gestione della nuova condizione di vita;
null illustrare e educare i familiari circa gli ausili sanitari e i centri assistenziali
regionali - territoriali;
null occuparsi delle conseguenze sociali e familiari mettendo a disposizione
un’assistenza psico-sociale;
null divenire la sede della formazione e motivazione del personale multidisciplinare,
sia medico che paramedico;
null promuovere gli studi clinici ed essere il luogo di confronto e di ricerca per
scienziati e ricercatori;
null essere il luogo di referenza per coloro i quali agiscono a livello comunitario,
costituendo il "Forum" per le associazioni di disabili e promovendo attività
sociali e sportive.
8
1.2. Unità Spinali Unipolari e Bipolari in Italia
Per la loro diffusione sul territorio l’Italia è in ritardo rispetto a molti paesi in
Europa. Basti un dato: i posti letto delle Unità Spinali Unipolari in Germania sono
800, quelli nel nostro Paese sono circa 200, distribuiti in 13 strutture
complessivamente: 9 Unità Spinali Unipolari, 2 Unità Spinali Bipolari (cioè
distribuite in due strutture distinte) e 2 Centri dedicati (Montecatone e Villanova).
4)
Oggi le regioni che ospitano Unità Spinali Unipolari o Bipolari sono: Friuli Venezia
Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Toscana, Umbria,
Veneto. Purtroppo nelle regioni del Sud Italia non esistono né Unità Spinali
Unipolari né Centri dedicati tanto che, da Roma in poi, le persone con lesione al
midollo spinale che non riescono ad essere accolte in strutture adeguate, rischiano
ancora di andare incontro a conseguenze gravissime o, nel peggiore dei casi, alla
morte.
Un dato rilevante è dunque la significativa disomogeneità tra le Regioni Centro-
Settentrionali, presso le quali è concentrato il 95% dei centri esperti, e quelle
Meridionali, nelle quali non si rilevano Unità Spinali Unipolari attive, ad eccezione
della Sardegna.
La situazione di alcune Regioni, comunque, si presenta in divenire: si sono infatti
individuate 4 Unità Spinali in attesa di entrare a regime (Unità Spinale degli
Ospedali Riuniti di Ancona, Unità Spinale del Policlinico di Bari, Unità Spinale
4) Dati tratti dal sito di G.A.L.M (Gruppo di animazione lesionati midollari) Onlus,
http://www.galm.it/galm/unita-spinali.
9
dell’Ospedale Cannizzaro di Catania e Unità Spinale di Villa delle Ginestre a
Palermo).
5)
Tali strutture, una volta inserite nel panorama italiano, andrebbero a rappresentare
dei punti di riferimento in territori attualmente sprovvisti di centri esperti nella
gestione delle persone con lesione midollare, portando ad un risultato significativo.
Lo studio condotto nel 2009 dall’Area Sanità e Salute della Fondazione ISTUD
(Istituto Studi Direzionali),
6)
in risposta al bando di ricerca istituito dalla Direzione
Centrale Prestazioni di INAIL e finalizzato a conoscere quali sono i numeri e
l’organizzazione sanitaria rispetto alle lesioni midollari in Italia, sottolinea come
nelle regioni del sud Italia e nelle Isole si rilevi una situazione di difficile
definizione, poiché ufficialmente traspare una forte carenza di strutture sanitarie a
disposizione per i cittadini con mielolesioni, ad eccezione dell’Unità Spinale
Unipolare di Cagliari.
In realtà si rilevano numerosi presidi ospedalieri e strutture sanitarie di riferimento,
in gran parte private, alcune delle quali con reparti specifici per l’accoglienza dei
pazienti con lesioni al midollo spinale, ma in molti casi si tratta di centri la cui
attività è ancora in fase di progettazione o di non facile identificazione tramite dati
oggettivi.
“... I traumi spinali rappresentano una di quelle patologie per le quali la “fuga”
verso le Regioni del Centro-Nord rappresenta ancora l’unica via per evitare la
morte o attenuare i postumi invalidanti”.
7)
5 ) FONDAZIONE ISTUD per INAIL, La composizione dell’offerta socio-sanitaria per le persone
con lesione midollare - Censimento delle strutture, dei professionisti e delle tipologie assistenziali
esistenti in Italia, 2009, in http://www.istud.it/up_media/ricerche/inail.pdf.
6) FONDAZIONE ISTUD, op. cit., pag.38.
7 ) ibidem.