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Il lettore di questo lavoro potrà riflettere sull’evoluzione della figura
dell’Infermiere di Famiglia nel contesto domiciliare estero e marginale italiano,
nonché sull’aumento della domanda sanitaria, strettamente collegata ad una
crescita dei bisogni assistenziali, palliativi e riabilitativi dei malati a domicilio.
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CAPITOLO 1
L’INFERMIERE DI FAMIGLIA:
IDENTIKIT, PRINCIPI ETICI E OPPORTUNITA’
Nella realtà italiana questa figura poliedrica non è ancora stata percepita in tutta la
sua totalità e potenzialità: l’atteggiamento, storico, che si ha nei confronti di
questa figura che in realtà internazionali ha già un ruolo ben consolidato, è di
diffidenza e di dubbio per l’alta autonomia, ricordiamo però che tale autonomia è
supportata da quadri legislativi chiari. Il pensiero va sicuramente alla
trasformazione demografica della popolazione e al cambiamento della politica
delle malattie, sempre più croniche con la necessità di rivalutare nuovi modelli
assistenziali.
1.1 Chi è l’Infermiere di Famiglia
Il quadro politico sanitario della Regione Europea OMS presenta un nuovo tipo di
infermiere: l’Infermiere di Famiglia, che offrirà un contributo fondamentale in
seno all’equipe multidisciplinare di figure sanitarie per il raggiungimento dei 21
obiettivi per il XXI secolo definiti da questa politica. L’Infermiere di Famiglia
svolgerà un ruolo centrale all’interno della comunità durante tutto il continuum
assistenziale (come dalle raccomandazioni della Conferenza Europea sul Nursing
tenutesi a Vienna nel 1988).
I suoi compiti sono:
• aiutare gli individui ad adattarsi alla malattia, alla disabilità cronica, ai
momenti di stress;
• trascorrere buona parte del suo tempo a lavorare a domicilio dei pazienti e
con le famiglie;
• fornire consulenza sugli stili di vita e sui fattori comportamentali di rischio
e assistere le famiglie in materia di salute;
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• garantire che i problemi sanitari delle famiglie siano curati al loro
insorgere, attraverso a diagnosi precoce;
• identificare gli effetti dei fattori socio economici sulla salute della famiglia
e richiedere l’intervento della rete dei servizi territoriali;
• promuovere una dimissione precoce assicurando l’assistenza domiciliare
infermieristica e costituire il punto di collegamento tra famiglia e medico
di medicina generale e sostituirsi a quest’ultimo quando i bisogni
identificati sono di carattere prevalentemente infermieristico.
Anche se il titolo di “Infermiere di Famiglia” fa supporre che oggetto
dell’assistenza siano soltanto i membri delle famiglie così come comunemente
intese, in effetti il ruolo è molto più ampio, partendo dalla conoscenza della
famiglia intesa come “unità di base della società” e comprendendo indistintamente
tutte le persone della comunità e il loro ambiente sia esso la casa, il luogo di
lavoro, la scuola.
Il Documento “Salute 21” puntualizza: “La famiglia è l’unità base della società
dove chi si occupa dell’assistenza è in grado non soltanto di indirizzare le
lamentele fisiche somatiche, ma anche tenere nel dovuto conto gli aspetti
psicologici e sociali delle loro condizioni… Infermiere di Famiglia, utilizzando
una attività interattiva, divengono partner. L’infermiere è responsabile di un
gruppo predefinito di famiglie… è in quest’ottica che l’Infermiere di Famiglia
assume un ruolo strategico negli interventi di assistenza preventiva, curativa,
riabilitativa e di sostegno”.
1.2 Obiettivi e principi etici
L’Infermiere di Famiglia giocherà inoltre un ruolo importante nel potenziamento
della comunità e nel lavoro congiunto con questa per incrementare le risorse ed i
potenziali e perché riesca a trovare soluzioni proprie ai loro problemi. Svolgerà un
ruolo essenziale per raggiungere il pieno potenziale di salute per tutti, attraverso il
perseguimento di due obiettivi principali:
• promuovere e proteggere la salute della popolazione, lungo tutto l’arco
della vita;
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• ridurre l’incidenza delle malattie e degli incidenti più comuni e alleviare le
sofferenze che questi causano.
I principi etici da perseguire sono:
• la salute è un diritto umano fondamentale;
• equità nella salute e solidarietà nell’azione delle nazioni e fra di esse e i
loro abitanti partecipazione e responsabilità dei singoli, dei gruppi, delle
istituzioni e delle comunità per lo sviluppo sanitario continuo.
1.3 Un quadro concettuale per l’infermieristica di famiglia
Il quadro concettuale fornisce un metodo per capire ed organizzare i concetti
chiave della pratica infermieristica e del programma di formazione che prepara lo
studente a quella pratica, in questo caso, l’infermieristica di famiglia. Tale quadro
fornisce direttive e punti focali rendendo visibili i valori e gli obiettivi
dell’attività.
Per descrivere il ruolo dell’Infermiere di Famiglia è stata elaborata una teoria dei
sistemi, una teoria dell’interazione ed una dello sviluppo.
La teoria dei sistemi fornisce un utile modo di rappresentare ed analizzare la
complessità di una situazione e l’assistenza è materia abbastanza complessa.
La teoria dell’interazione incoraggia le considerazioni riguardanti i rapporti
infermiere/paziente e infermiere/famiglia ed i concetti di partnership e lavoro
d’equipe, fondamentali nella filosofia dell’assistenza primaria.
La teoria dello sviluppo o evolutiva è un importante aiuto per capire non soltanto
il singolo individuo umano ma anche lo sviluppo della famiglia nel contesto dei
principali eventi della vita, comuni a tutti ma variabili in intensità ed impatto degli
individui e della famiglia per meglio definire la famiglia stessa.
L’Infermiere di Famiglia e le famiglie con le quali lavora possono essere
considerate sistemi che operano all’interno di un contesto o ambiente. Molti
elementi dell’ambiente sollecitazioni) influiscono, sia positivamente che
negativamente, su questi sistemi, rafforzandone o indebolendone l’esistenza e
l’integrità. La salute è vista come l’equilibrio dinamico che si mantiene tra i
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sistemi, cioè tra la famiglia o l’individuo e l’ambiente. Questi sistemi cambiano e
si sviluppano nel tempo, non sono mai statici.
Il lavoro dell’Infermiere di Famiglia è una relazione interattiva in cui infermiere e
famiglia sono partner. Obiettivo dell’intervento infermieristico è quello di
mantenere e, se possibile nel tempo, migliorare l’equilibrio o lo stato di salute
delle famiglie, aiutandola ad evitare o ad adattarsi alle sollecitazioni o alle
minacce per la salute.
In questo modello sono identificate tre modalità di intervento:
• Prevenzione Primaria: verificare la possibile presenza di fattori dannosi
che minacciano la salute e lavorare attivamente per evitare che questo si
ripercuota sulla famiglia. Può aiutare la famiglia a costruirsi le proprie
risorse difensive attraverso l’educazione sanitaria ed il sostegno ed
aiutandola a mobilitare altre risorse e monitorando l’integrità del sistema
per definire possibili fattori dannosi;
• Prevenzione Secondaria: attraverso attività come screening, programmi
vaccinali ed una approfondita conoscenza delle famiglie, permette rapidi
interventi per ridurre al minimo la disgregazione individuale e familiare,
coinvolgendo altre risorse e altri professionisti della salute;
• Prevenzione Terziaria: ha come obiettivo la riabilitazione e la
ricostruzione delle “risorse di resistenza e difensive” della famiglia.
Interventi in casi critici/assistenza diretta: implica una collaborazione tra
infermiere e la famiglia o con il singolo per appropriati interventi di cura,
riabilitazione, cure palliative e o sostegno.
All’Infermiere di Famiglia è richiesto di essere competente come “Infermiere a 5
stelle”: erogatore di assistenza; decisionalista; comunicatore; leader di comunità;
manager.
Queste competenze si acquisiranno attraverso il processo di sviluppo delle
competenze di base, cioè quelle che consentiranno all’Infermiere di Famiglia di
essere efficiente ed efficace nel:
• identificare e valutare lo stato di salute ed i bisogni degli individui e delle
famiglie nel loro contesto culturale e di comunità;
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• prendere decisioni basate sui principi etici;
• pianificare, iniziare e fornire assistenza alle famiglie che fanno parte del
carico di casi definito;
• promuovere la salute degli individui, delle famiglie e delle comunità;
• applicare la conoscenza di diverse strategie di insegnamento ed
apprendimento con i singoli, le famiglie e le comunità;
• utilizzare e valutare diversi metodi di comunicazione;
• partecipare alle attività di prevenzione;
• coordinare e gestire l’assistenza, compresa quella delegata ad altro
personale;
• documentare sistematicamente la propria pratica;
• creare gestire ed utilizzare informazioni statistiche (dati) cliniche e basate
sulla ricerca per pianificare l’assistenza e definire le priorità nelle attività
relative alla salute ed alla malattia;
• sostenere ed incoraggiare gli individui e le famiglie ad influenzare e
partecipare alle decisioni relative alla loro salute;
• definire standard e valutare l’efficacia delle attività infermieristiche di
famiglia;
• lavorare da soli o in seno ad una equipe;
• partecipare alla definizione delle priorità nelle attività relative alla salute
ed alla malattia;
• gestire il cambiamento ed esserne agenti;
• mantenere relazioni professionali ed un ruolo collegiale di sostegno con i
colleghi;
• mostrare l’evidenza di un impegno alla formazione continua ed allo
sviluppo professionale.