5
Occorre risalire al 2800 a. C. nella Cina degli imperatori.
Secondo la leggenda sarebbe stata "Hsi-Ling, prima moglie
dell’imperatore Huang-Ti, ad essere venerata come la signora dei bachi da
seta"
2
.
Hsi-ling avrebbe scoperto il modo di produrre la seta osservando un
baco che era caduto accidentalmente nel suo tè caldo.
I cinesi cercarono di conservare quel segreto e ci riuscirono per secoli,
fino a quando una principessa cinese, intorno al 420 d.C. andò sposa al
principe della città di Khotan
3
. La principessa riuscì a trasportare uova di
bachi da seta e semi di gelso, nascondendoli nella sua alta acconciatura. In
questo modo "la cultura di questi preziosi vermi venne conosciuta e
praticata nel piccolo stato di Bokhara (Turkestan), dove si estese e prosperò
a meraviglia"
4
.
Questo episodio è di grande importanza in quanto costituisce il primo
passo della sericoltura e della trattura
5
verso il mondo occidentale. "Il primo
passaggio conosciuto sulla direttiva est-ovest è quella delle steppe
settentrionali, attraverso i monti dell’Altaj, tra la Cina e il mar Nero; più a
sud le strade seguivano le carovane che percorrevano i deserti e le valli
dell’Asia centrale"
6
.
2
Scott, P., Il libro della seta, Vallardi, Milano, 1993, p.22.
3
Cfr. Hulig, H., La via della seta, Garzanti, Milano, 1991, p. 170.
4
Sacchi, C., La seta attraverso i secoli, Pifferi, Como, 1994, riediz. del 1929, p. 37.
5
La filatura della seta si definisce trattura.
6
Scott, P., op. cit. p. 50.
6
La seta diviene un importante bene di scambio grazie al suo altissimo
valore per unità di peso. Il traffico commerciale di questo bene si intensifica
sempre di più, tanto da dare il nome alla maggiore via di comunicazione fra
estremo oriente ed Europa:. Seidenstrasse, strade di seta
7
.
In Italia la seta arriva dapprima in Sicilia per effetto della dominazione
normanna. Nel 1146 Corinto cade in mano normanna. "Alcuni operai
specializzati nella bachicoltura, veri e propri setaioli, per usare la
terminologia medioevale toscana, furono presi prigionieri e portati a
Palermo."
8
Questo episodio sarà di fondamentale importanza per l’inizio della
produzione serica dapprima in Sicilia e poi in altre parti d’Italia, dando così
l’avvio ad una tradizione dell’arte di filare la seta prima, e dell’arte di
tessere poi, che ancora oggi danno ricchezza e lavoro.
Nel corso della storia i più fiorenti centri italiani furono Lucca,
Venezia, Genova e Como dove la produzione si concentrò particolarmente.
Il segreto degli industriali comaschi era dato dal bassissimo livello dei
costi fissi. I telai, infatti, non erano riuniti in stabilimenti, ma erano di
proprietà degli stessi operai, i quali realizzavano la produzione nelle loro
case, permettendo così di vendere i tessuti a prezzi tali da abbattere la
concorrenza sui mercati nazionali ed esteri.
7
Questa espressione fu coniata nel XIX secolo dal barone Ferdinand von Richtofen
e si riferiva alle antiche vie commerciali. Scott, P., op. cit. p. 5.
8
Bussagli, M., La seta in Italia, Editalia, Roma, 1986, p. 85.
7
Nel 1869, a Milano, per opera dei fratelli Gavazza, vennero introdotti i
primi telai meccanici, che ben presto soppiantarono quelli a mano.
Nel 1900 i telai meccanici battenti in Italia erano 5500 dei quali 3500
lavoravano per gli industriali di Como.
I progressi che si realizzarono nel campo della tecnica consentirono di
produrre stoffe di maggior pregio e di minor costo, permettendo a strati
sempre più ampi della popolazione, di poter acquistare tessuti sempre più
raffinati."La seta, come dicevano gli operatori del settore, si è
democratizzata, cioè è entrata nel bilancio di classi sociali che in precedenza
non potevano permettersene l’acquisto"
9
.
1.2. CARATTERISTICHE MERCEOLOGICHE
Le fibre tessili
10
sono delle sostanze e dei materiali presenti in natura o
prodotte dall’uomo. La seta si colloca tra le fibre naturali di origine animale.
9
Federico, G., Il filo d'oro, Marsilio, Vnezia, 1994, p. 70.
10
Le fibre si distinguono in fibre senso specifico, e fili o bave o fili da filiera.
La fibra in senso generale è l’elemento di materia caratterizzato da flessibilità, finezza ed
elevato rapporto fra lunghezza e diametro. Nel suo significato specifico rappresenta
l’elemento tessile unitario o composito avente lunghezza limitata e variabile dai 10mm. Ai
50mm. Il filo o bava rappresenta l’elemento tessile unitario avente lunghezza non limitata.
E’ caratteristico delle tecnofibre e della seta (unica fibra naturale ricavata come filo
continuo) cfr. UNITEX, Associazione Nazionale per l’Unificazione Tessile.
8
CLASSIFICAZIONE DELLE FIBRE TESSILI
Fibre Naturali
Fibre chimiche o
"Tecnofibre"
Animali Vegetali Minerali
Da insetti
Seta
Da bulbo
pilifero
Lana
Peli animali
Crini
Da seme
Cotone
Da libro
Lino
Canapa
Juta
Ramiè
Da foglia
Abaca
Sisal
Da frutto
Cocco
Da roccia
Amianto
Organiche Inorganiche
Da polimeri naturali
trasformati (a)
Cupro
Viscosa (b)
Modale
Acetato
Triacetato
Da polimeri
sintetici (c)
Acrilica
Clorofibra
Elastan
Modacrilica
Poliammidica
Poliestere
Polipropilenica
Da polimeri
sintetici
Vetro tessile
Carbonio
Da metalli
(a): Sono indicate anche come fibre artificiali
(b): Si usa anche il termine raion per la viscosa
(c): Vengono indicate anche come fibre sintetiche
9
Prima di entrare nello specifico di questo materiale definito come "la
regina delle fibre tessili"
11
è opportuno dare un’idea di cosa siano le fibre
tessili.
Tutte le fibre che compaiono nel grafico sono considerate “tessili” non
solo perché sostanze fibrose, cioè solidi di forma allungata sottili e flessibili,
ma anche perché possiedono altre qualità.
L’aspetto filiforme ed i requisiti dimensionali
12
sono condizione
necessaria, ma non sufficiente, per l’impiego tessile di un determinato
materiale.
La merceologia delle fibre tessili studia proprio le caratteristiche e le
proprietà che queste devono possedere per essere trasformate in prodotti
tessili.
"Lo studio delle fibre tessili, come quello delle altre merci, si effettua
necessariamente attraverso l’esame dei loro caratteri morfologici,
microscopici, fisici e chimici"
13
.
Tale esame permette di individuare eventuali frodi, accertare lo stato di
conservazione e la qualità della merce.
Prima di esaminare in dettaglio le analisi che riguardano la seta,
forniamo la sua composizione.
La seta greggia o cruda
14
è costituita da due proteine:
11
Definizione riportata da un'azienda del settore: Desco.
12
Per requisiti dimensionali s’intendono la lunghezza, la finezza e l’elevato rapporto
lunghezza/diametro. Si veda Barbera, A., Albertazzi, P., G., Guida informativa di
merceologia e chimica tessile, Zanichelli Editore, Bologna, 1990, p.63.
10
ξ La fibroina, 75-77 %, che conferisce la proprietà di reagire sia con le
sostanze basiche che con quelle acide.
ξ La sericina, 22-23 %, solubile in acqua calda.
Le restanti componenti risultano essere sostanze grasse, cerose e sali
minerali che vengono eliminate attraverso un bagno a bassa temperatura.
La seta vista al microscopio
15
ha l'aspetto cilindrico leggermente
appiattito, formato da due bavelle di fibroina unite insieme da una guaiana
di sericina. Ogni filamento ha diametro medio di 20 micron.
(inserire disegno della seta vista
al microscopio
dal libro analisi delle
fibre tessili p. 36 – 37)
Fig. 1.1. - Seta greggia e seta sgommata viste al microscopio
13
Quaglierini, C., Manuale di merceologia tessile, zanichelli Editore, Bologna, 1985, p. 30.
14
La seta greggia è quella che risulta dalla produzione del baco, la seta cruda è
ottenuta è ottenuta da quella allo stato greggio tramite un lavaggio in un bagno
acquoso di carbonato di calcio che allontana le sostanze grasse e cerose causando
una perdita di peso del 2-3%. La seta sgommata o cotta è quella dalla quale è stata
allontanata la sericina.Cfr. Barbera., A., Albertazzi, P., G., op. cit. p. 180.
15
Per uno studio sull’esame microscopico delle fibre tessili si segnala: Gianolio, A.,
L’analisi delle fibre tessili, Zanichelli Editore, Bologna, 1987.
11
La struttura molecolare è importante perché determina le proprietà e gli
utilizzi della fibra.
Per quel che riguarda le proprietà occorre distinguerle in:
Proprietà esteriori:
ξ Colore: la seta cruda ha colore vario da bianco a giallastro a
verdognolo a bruno. La seta cotta è bianca e lucente.
ξ Lucentezza: la seta è caratteristica per la lucentezza della sua fibra.
Su questa proprietà influiscono molto il modo di condurre l’allevamento del
baco, la scelta dei bozzoli e la loro lavorazione.
ξ Finezza. la seta al momento della dipanazione, non presenta una
sezione regolare ma, all’inizio della bavella è più fine per poi ingrossarsi
negli ultimi strati del bozzolo.
ξ Lunghezza: è possibile raggiungere i 1000 m. di filo continuo da
ogni baco.
ξ Mano della fibra
16
: per la seta grezza la mano è piuttosto sostenuta
mentre per quella torta è molto più morbida.
Proprietà meccaniche:
ξ Tenacità
17
: è superiore a quella della lana e si avvicina a quella del
cotone. Risulta compresa tra i 2.8 e i 5.2 gr./den allo stato condizionato,
16
Per mano si intende la morbidezza e la flessibilità della fibra al tatto.
17
La tenacità indica il carico in grammi necessario a rompere un filo di finezza standard.
Per finezza standard si intende un filo con titolo uguale ad un denari. Quaglierini C., op.
cit. p. 31.
12
mentre scende tra i 2.4 e i 4.9 gr./den. allo stato umido. La seta cruda ha
una tenacità superiore a quella sgommata.
ξ Allungamento a rottura
18
: è del 13-25% allo stato condizionato e del
15-30% ad umido.
ξ Gualcibilità: la seta gualcisce facilmente anche se le pieghe
spariscono spontaneamente se non sono state prodotte in ambiente caldo
umido.
ξ Resistenza all’usura. risulta essere intermedia tra quella della lana e
del cotone.
È opportuno considerare anche alcune proprietà termiche. In particolare
nei confronti del calore, la seta si altera più rapidamente della lana. È
consigliabile non superare i 100°C nella fase di stiro per non avere fenomeni
di ingiallimento che cominciano a manifestarsi sui 130°C. Si decompone a
170°C.
Alla fiamma brucia lentamente ma non si autoalimenta.
È cattiva conduttrice di calore per cui i tessuti di seta sono ottimi
coibenti termici.
Alla luce perde tenacità e ingiallisce
Nei confronti dell’umidità, la seta, ha un tasso di ripresa
19
dell’11%.
Assorbendo umidità dall’aria e dal sudore dona al corpo una sensazione
18
Esprime l’allungamento percentuale subito dal filo prima di rompersi. Quaglierini, C.,
Ibidem.
19
E’ la percentuale media, ufficialmente ammessa, di acqua assorbita. Si misura cioè la
quantità di acqua assorbita a 20°C da 100 gr. Di fibra ad 1 Atm con un’umidità pari al 65%.
13
di caldo, perciò questa fibra è adatta per confezionare indumenti intimi,
foulard, sciarpe.
I maggiori impieghi della seta, oltre a quelli appena descritti, si hanno
soprattutto nella realizzazione di tessuti pregiati e di lusso dato anche il
lungo e costoso processo di produzione.
Si confeziona biancheria raffinata, abiti femminili, cravatte, calze,
camicie.
Inoltre la seta viene utilizzata in tessuti misti soprattutto con le
tecnofibre.
Il peso del materiale che contiene una quantità di acqua pari al tasso di ripresa è
considerato
come corrispondente al suo stato normale e prende il nome di peso legale o mercantile.
Bona, M., Isnardi F., A., Straneo S., L., (a cura di), Manuale di tecnologia di tecnologia
tessile, Edizioni Scientifiche A. Cremonese, Roma, 1981, p. 1808.
14
1.3. IL CICLO DI LAVORAZIONE
Il ciclo di lavorazione della seta si può scindere in due fasi che
corrispondono alle operazioni di preparazione, ed alle operazioni di trattura.
Per trattura della seta, s'intende il dipanamento simultaneo di più
bozzoli in modo che dalle loro bave riunite risulti un "filo di tale consistenza
da essere di pratica utilizzazione"
20
. La bava, infatti, è di tale finezza che da
sola non troverebbe alcun impiego.
Le operazioni preliminari possono essere così distinte:
ξ Spelaiatura: i bozzoli sono separati dalla "spelaia"
21
.
ξ Cernita: separa i bozzoli difettosi, oltre a dividerli in diverse categorie
che devono risultare le più possibili omogenee in funzione del colore,
qualità, grana, al fine della successiva lavorazione. I bozzoli migliori
costituiscono i "reali".
ξ Crivellatura: serve a dividere i bozzoli secondo la loro grossezza,
facendoli passare attraverso appositi crivelli regolabili, al fine della
realizzazione dei vari titoli
22
.
20
Carboni, P., Chimica e tecnologia della seta, Editore Ulrico Hoepli, Milano. 1947, p. 62,
21
L'insieme di fibre con le quali il bozzolo si attacca al bosco.
22
Per titolo di un filato, o di un semilavorato di filatura, s'intende un numero indice della
sua grossezza, proporzionale alla sezione del filato stesso. Si ricava dal rapporto tra
lunghezza e peso moltiplicata una costante. Cfr. Pagano, L., Nozioni fondamentali di
filatura, Universalia Editrice, Napoli, 1973, p. 36 sgg.
15
Dopo queste fasi preliminari, si procede alla trattura. Vi è una prima
fase, detta macero, in cui i bozzoli vengono fatti passare attraverso
successive vasche con acqua riscaldata. Il macero serve a rammollire le
prime vesti della corteccia serica del bozzolo affinché l'azione dello
spazzolone per la ricerca del capofilo nella scopinatura non debba essere
protratta troppo a lungo, con conseguente maggiore produzione di cascame
e diminuzione della rendita. Dopo la macerazione i bozzoli vengono
trasferiti in un recipiente ove sono pronti per l'estrazione del filo.
L'operazione di ricerca del filo è detta scopinatura. Tale fase si effettua
per mezzo di uno spazzolone che, roteando contro i bozzoli galleggianti,
consente la ricerca dei capobava.
Fig. 1.2. - Operazione di scopinatura
16
La scopinatura meccanica, per quanto ben eseguita, dà sempre luogo
alla formazione di una notevole quantità di strusa. Questa elevata perdita di
seta filabile è dovuta al fatto che lo spazzolone deve compiere un numero di
giri sufficiente affinché tutti i bozzoli diano i loro capobava. Il problema
non sussisterebbe se la scopinatura fosse eseguita a mano, ma l'eccessiva
manodopera richiesta non viene compensata da una migliore rendita.
Dopo aver eseguito la scopinatura, i capobava vengono fissati su di un
aspo che, girando continuamente, forma delle matasse. È questa l'operazione
di trattura vera e propria. Nel percorso che le bave compiono per
raggiungere l'aspo si forma la torta di filanda
23
.
Il filato, dopo essere stato annaspato in forma di matasse, viene
sottoposto ad asciugamento, per semplice circolazione di aria alla
temperatura di 35° C. Successivamente le matasse subiscono l'operazione di
incannatura mediante la quale si ottengono i rocchetti. Lo stracannaggio è
l'operazione successiva ed ha lo scopo principale di togliere al filo tutto ciò
che contrasta con la sua nettezza per cui, quest'operazione viene indicata
anche come pulitura del filo. "L'operazione dello stracannaggio è
intimamente legata alla nettezza e alla regolarità di una seta; tanto più una
seta è sporca, tanto più rigoroso dovrà essere lo stracannaggio"
24
. Gli organi
23
In essa, il filo proveniente dalla filiera o dall'attaccabave si attorciglia opportunamente
sfregando su se stesso su di un altro filo del capo vicino, così da spremere sino al 70% della
massa d'acqua contenuta. Il filo diviene così più compatto e migliora la regolarità della sua
sezione raggiungendo una maggiore tensione finale. Bona, M., Isnardi F., A., Straneo S.,
L., op. cit. p.841.
24
Pagano, L., "La seta", dattiloscritto, s.d., s.l, p. 16
17
di pulitura del filo sono rappresentati da stribbie registrabili in modo da
poter regolare la loro apertura a seconda delle grossezza del filo.
Altra fase del ciclo di lavorazione è la binatura che consiste
nell'accoppiare più fili uscenti da altrettanti rocchetti per formare un unico
filo che si raccoglie in un solo rocchetto.
Segue la torcitura. Questa operazione, oltre che dare maggior forza al
filo, in particolare quello che servirà come ordito
25
, è utile anche per fare in
modo che la seta non si aggrovigli in una successiva operazione detta
sgommatura, la quale serve ad eliminare la sericina che unisce le due
bavelle di seta. Con la torsione si creano, quindi, delle spire che tengono
unite le due bavelle che costituiscono ogni singolo filo di seta. La torsione è
espressa dal numero di giri contenuti in una determinata lunghezza, e
precisamente 1 m per la seta, rayon, lana ed 1 pollice per le altre fibre.
La torsione influenza inoltre la lucentezza dei fili che diminuisce con
l'aumentare del numero di spire impartite, tanto da poter dare anche un
effetto opaco. Il fenomeno è dovuto dai rilievi e dagli incavi delle spire, che
producono ombre e disperdono la luce riflessa. Questa possibilità di variare
la lucentezza del filo serico con il numero di torsioni viene messa a profitto
in tessitura per ottenere determinati effetti ottici nei tessuti.
25
Il tessuto viene prodotto per mezzo di un intreccio tra due filamenti tessili, che sono
convenzionalmente chimati ordito e trama. Il primo è collocato nel senso della lunghezza
del tessuto ed è quello che subisce le maggiori sollecitazioni a telaio. Il secondo incrocia il
tessuto in senso trasversale. Cfr. Airoldi G. Tessuti a licci, Busto Arsizio,1981, p.1.