4
Sono presentate inoltre, alcune delle imprese più significative del
comparto di cui si occupano, affinché sia offerta una visione più
completa dell’argomento.
La scelta delle aziende presentate è stata limitata da ragioni di
tempo e di materiale a disposizione e non ha inteso in alcun modo
disconoscere il contributo quotidiano che tanti altri protagonisti della
scena pugliese offrono a questa regione. Sappiamo bene, infatti, che
molti altri ancora sono coloro che lavorano da anni con passione e
impegno per un presente e un futuro migliori di questa grande regione
d’Europa protesa nel Mediterraneo.
5
PARTE PRIMA
CARATTERI GEOGRAFICI E
DI SETTORE
6
1. LA PUGLIA
2
Fonte: Puglia, Microsoft Encarta Premium 2008 [DVD]. Microsoft Corporation, 2007, Ns.
elaborazione
Regione Puglia
2
Stato: Italia
Zona: Italia Meridionale
Capoluogo: Bari
Superficie: 19.363 km ²
Abitanti: 4.068.167 (2005)
Densità: 210 ab./km²
Province: Bari, Barletta-Andria-
Trani *, Brindisi,
Foggia, Lecce, Taranto
Comuni: 258 comuni
Presidente: Nichi Vendola dal
04/04/2005
* Istituita e di prossima attuazione
6
La Puglia è la regione più orientale d’Italia per collocazione
geografica. Il suo nome storico Apulia deriva dall’antica popolazione
degli Apuli.
La regione si caratterizza come un vasto territorio pianeggiante dal
quale si sopraelevano il Promontorio del Gargano, l’Altopiano delle
Murge e le Serre Salentine. Il territorio montuoso rappresenta appena
l’1% della superficie territoriale, mentre su circa due milioni di ettari
di superficie territoriale, il 53% è rappresentato dalla pianura, che nel
Mezzogiorno è pari al 18% ed in Italia al 23%. Il Tavoliere di Puglia è
la più vasta pianura d’Italia dopo la Pianura Padana
3
.
È questa l’unica regione del Sud che possa dirsi pianeggiante. E
non vi è dubbio che alla natura del suo territorio la Puglia, risolti i
problemi idrici, debba il fatto di essere, dal punto di vista economico,
la “locomotiva del Mezzogiorno”
4
.
La Puglia è una regione molto diversificata negli aspetti fisici,
produttivi e umani.
Al suo interno convivono aree forti e di pianura, vocate all’attività
agricola, con una maggiore dotazione infrastrutturale, e aree più
arretrate, interne e svantaggiate. Queste ultime sono caratterizzate da
3
Sulla natura morfologica e geografica della regione Puglia si vedano: Puglia, Microsoft Encarta
Premium 2008 [DVD]. Microsoft Corporation, 2007; http://www.italiaregioni.net/Puglia/;
http://www.wikipedia.org/wiki/Puglia/.
4
Sulla regione Puglia si veda: “Enciclopedia Sintesi”, vol. XI, Zenit Editrice, p. 1714-1717.
7
isolamento territoriale, fenomeni di spopolamento, bassa dotazione di
servizi, scarsa diversificazione e integrazione delle attività produttive.
La popolazione pugliese (più di quattro milioni d’abitanti)
5
si
caratterizza per essere relativamente giovane ed in espansione.
La crescita demografica è tuttora positiva, nonostante persista un
saldo migratorio verso il Nord le cui dimensioni sono ancora rilevanti
(4%) e che interessa principalmente la fascia di popolazione giovane,
istruita e qualificata.
La Puglia è bagnata dal Mar Adriatico e dal Mar Ionio. Le acque
interne sono pressoché scarse. A causa della scarsità di acque
superficiali, i pugliesi ottennero la costruzione di un acquedotto che
avrebbe portato in Puglia le acque del fiume Sele, in Campania.
L’unico lago potabile, da dove attinge l’Acquedotto Pugliese, è il
Lago di Occhito situato al confine con il Molise. La Puglia è ricca di
fiumi a carattere torrentizio, ma esistono anche dei fiumi maggiori che
bagnano solo in parte la Puglia, come l’Ofanto e il Fortore.
Il clima della Puglia è quello tipicamente mediterraneo,
caratterizzato da inverni miti e da estate afose e siccitose.
Le precipitazioni sono scarse e tendenti alla diminuzione. Quello
della diminuzione delle precipitazioni è un fenomeno che s’inserisce
in quel più generale processo d’ampliamento della desertificazione in
5
Dati del 2005.
8
una vasta fascia che interessa ormai anche il Mediterraneo e che
occorre contrastare in vari modi, in particolare con la stimolazione
artificiale della pioggia, non a caso iniziata per prima proprio in
Puglia.
La zona più siccitosa è il Tavoliere. La carenza di acqua è il
principale limite climatico per l’agricoltura, in quanto sia la
temperatura sia la eliofania sono tali da consentire buone produzioni,
se l’acqua c’è.
La regione ha un’economia che la differenzia sensibilmente dal
resto del Mezzogiorno italiano, presentando specifiche caratteristiche
e un particolare dinamismo.
Le fasi di crescita e di rallentamento del ciclo economico in Puglia,
sono state d’intensità maggiore rispetto al resto del Paese. Tale forte
variabilità nel ritmo di crescita denuncia un’economia dinamica, ma
anche fragile, che risente in maniera particolarmente intensa di fasi
congiunturali negative.
In passato si considerava il nostro territorio esclusivamente “terra
di conquista” da parte di realtà economiche, finanziarie ed
imprenditoriali nazionali ed internazionali.
Taluni esempi recenti, invece, dimostrano come anche imprenditori
nati ed affermatisi nella regione siano in grado di essere protagonisti
9
in altre parti del mondo, esportandovi il “made in Puglia” e facendolo
conoscere ed apprezzare da fasce sempre più larghe di consumatori.
Natuzzi, Divella, Softline sono soltanto alcuni di questi esempi che
dimostrano come le potenzialità della Puglia siano elevate in vari
settori
6
.
6
S. Distaso, Il significato di una iniziativa, in “La California Possibile”, Edizioni Palomar 2001,
cit. p. XVII.
10
2. IL SETTORE PRIMARIO
Terra agricola per eccellenza, in conseguenza della sua
configurazione, l’agricoltura rappresenta un settore di primaria
importanza nell’economia pugliese.
Essa, infatti, pur caratterizzata da una forte varietà di situazioni
produttive – direttamente collegate a marcate differenziazioni
territoriali – e da notevoli problemi strutturali, partecipa alla
formazione del PIL regionale per l’8,1% e del valore aggiunto per
l’8,3%, valori ben superiori a quelli riscontrabili sia nel Mezzogiorno
sia in Italia
7
.
La produzione lorda vendibile rappresenta circa il 12% dell’intero
Paese, ponendo la Puglia al terzo posto nella graduatoria delle regioni,
dopo Lombardia ed Emilia Romagna
8
.
L’agricoltura pugliese ha iniziato una fase di modernizzazione con
la riforma fondiaria degli anni Cinquanta, che ha decretato la fine o
almeno la riduzione del latifondo. La scarsa produttività di queste
terre era pari, un tempo, alla miseria dei braccianti.
7
Per maggiori considerazioni sull’agricoltura e lo sviluppo rurale della regione si consulti il sito:
http://www.dps.mef.gov.it/documentazione/qcs/PORPuglia/1_AnalisiPartenza.pdf;
8
O. S. Zeuli, L’orgoglio di essere contadini anche nel terzo millennio, in “La California
possibile”, Edizioni Palomar 2001, cit. p. 272.
11
La distribuzione di numerosi comprensori ai coltivatori diretti e
nello stesso tempo la nascita di vaste aziende, con alta
specializzazione delle colture, soprattutto nelle fasce litoranee
bonificate, hanno trasformato il paesaggio d’intere zone
9
.
Il sistema economico vanta un settore primario di affermate
tradizioni che ha saputo localmente acquisire forme organizzative
moderne e uno sviluppo industriale che, per quanto di recente origine
e fortemente concentrato, risulta piuttosto dinamico.
L’agricoltura è importante anche sotto il profilo occupazionale.
Sono oltre 12 milioni le giornate lavorative l’anno in Puglia (quasi un
quarto del totale nazionale), in virtù della specificità degli ordinamenti
colturali più diffusi nella regione che necessitano di un notevole
apporto di manodopera.
Negli ultimi anni, però, si è registrato un forte calo degli occupati
dovuto essenzialmente a processi di trasformazione in atto nelle
aziende agricole, sia per gli adeguamenti tecnologici nelle grandi
aziende e sia per il disimpegno delle piccole a causa di perdita di
competitività
10
.
Si è manifestata la persistente incapacità, venuti a cessare i
tradizionali flussi di emigrazioni, d’assorbire l’offerta di forza lavoro
9
Puglia, Microsoft Encarta Premium 2008 [DVD]. Microsoft Corporation, 2007, cit.
10
O. S. Zeuli, L’orgoglio di essere contadini anche nel terzo millennio, in “La California
possibile”, Edizioni Palomar 2001, cit. p. 273.
12
delle nuove generazioni, determinandosi in tal modo in un forte
incremento della disoccupazione (oltre il 16%).
Malgrado la positiva evoluzione registrata anche negli anni
Ottanta, la regione non appare ancora pienamente in grado di
trasformare i progressi ottenuti in una crescita equilibrata e
autopropulsiva.
Di contro alla favorevole condizione morfologica data dalla
prevalenza della pianura, l’agricoltura risente sia della natura calcarea
del suolo sia delle scarse disponibilità d’acqua, implicanti condizioni
di limitata fertilità.
Protagonista di una lunga ed estesa opera di modificazione
dell’ambiente, dopo aver registrato un significativo consolidamento
grazie all’allargamento della motorizzazione e dell’uso di fertilizzanti,
si trova oggi penalizzata dall’insufficienza dello stesso Acquedotto
Pugliese (cui suppliscono, in parte, la captazione dai bacini-serbatoi
della vicina Basilicata), oltre che dalla debolezza delle strutture di
commercializzazione al suo servizio.
Dominato dalla piccola e media proprietà fondiaria, e quindi con
prevalente conduzione diretta, il settore agricolo, nonostante il
sensibile calo di occupati che ha sperimentato nell’ultimo decennio,
conta un numero di addetti fra i più alti del Paese, dando lavoro al
13
18% della popolazione attiva, cui si abbina il massimo valore
regionale per contributo alla formazione del reddito.
L’elemento caratterizzante l’occupazione agricola è rappresentato
dalla massiccia incidenza della manodopera familiare e dal ricorso, in
corrispondenza delle operazioni colturali che hanno un maggior
fabbisogno lavorativo, di forza lavoro esterna all’impresa. Le
statistiche evidenziano una forte preponderanza di lavoratori a tempo
determinato rispetto agli occupati in maniera stabile.
In termini strutturali, l’agricoltura regionale presenta un’elevata
numerosità d’aziende agricole (circa 300.000 secondo le ultime stime
ISTAT) le quali hanno una dimensione fisica media unitaria
particolarmente contenuta (4,7 ha), al di sotto sia della media
nazionale sia del Mezzogiorno
11
. Rispetto al totale regionale,
l’incidenza delle aziende fino a cinque ettari di SAU (Superficie
Agricola Utilizzabile) è dell’84%, mentre le aziende con oltre
cinquanta ettari rappresentano solo l’1%.
La parcellizzazione fondiaria rappresenta sicuramente un punto di
debolezza.
Le piccole dimensioni limitano fortemente le possibilità
competitive, sia perché aumentano i costi e sia perché la produzione è
11
Per i dati sull’agricoltura:
http://www.dps.mef.gov.it/documentazione/qcs/PORPuglia/1_AnalisiPartenza.pdf;
14
poco concentrata con la conseguenza che diventa difficile da
commercializzare
12
.
Il dato trova conferma anche in termini di dimensione economica,
poiché solo il 15,3% delle aziende si posiziona al di sopra degli otto
UDE (Unità di Dimensione Economica).
Contenuta è la superficie irrigata (circa 15% della SAU),
principalmente con pozzi privati che concorrono ad aggravare il
purtroppo già allarmante problema della salinizzazione delle falde.
L’impresa diretto coltivatrice è la forma di conduzione nettamente
prevalente nella realtà agricola pugliese; essa rappresenta il 96% del
numero delle imprese agricole e l’84% della SAU.
Risulta necessario evidenziare, la marcata senilizzazione degli
imprenditori agricoli, due terzi dei quali hanno più di 55 anni, mentre
decisamente contenuto è il numero di quelli con età inferiore ai 35
anni (meno del 5% del totale). È evidente, quindi, il limitato ricambio
generazionale, primo fattore sia per la continuità dell’attività agricola
che per l’introduzione delle innovazioni
13
.
Ciò nonostante, la Puglia è una delle regioni in cui l’agricoltura
riveste un ruolo preminente nel contesto economico.
12
O. S. Zeuli, L’orgoglio di essere contadini anche nel terzo millennio, in “La California
possibile”, Edizioni Palomar 2001, cit. p. 273.
13
Per i dati sull’agricoltura:
http://www.dps.mef.gov.it/documentazione/qcs/PORPuglia/1_AnalisiPartenza.pdf;
15
Buoni sono il volume della produzione, con taluni primati
nazionali, e ancor più la varietà delle colture, che contribuisce a far
conseguire alla Puglia la più alta produttività dell’Italia meridionale.
A fianco della cerealicoltura, nella quale la regione ha una lunga
tradizione, si sono affermate nuove specializzazioni, come
l’orticoltura e la viticoltura che hanno portato la Puglia ad evidenti
primati a livello nazionale.
L’uva da tavola, per esempio, prodotta in regione, è pari, in valore,
a quasi due terzi della produzione nazionale, mentre olive ed olio
costituiscono più di un terzo del comparto olivicolo italiano. La
Puglia, con i suoi stimati cinquanta milioni di alberi è al primo posto
per la produzione d’olio d’oliva, e se per il vino è solo al terzo posto,
ne fornisce tuttavia un tipo ad alta gradazione alcolica che è stato
largamente impiegato nel consumo corrente per il taglio (vale a dire
per miscelarlo ad altri vini più leggeri che migliorano così la propria
qualità).
Detiene ruoli importanti anche per quanto riguarda il pomodoro,
l’insalata, il carciofo, il finocchio, il cavolo, il sedano.
La Puglia conservava un antico primato nella produzione di
mandorle, oggi tramontato nonostante i tentativi di costituire
mandorleti moderni sul modello californiano.
16
Aree specifiche registrano il successo di colture frutticole quali il
pesco, il ciliegio e il kiwi.
Per contro, l’allevamento rimane modesto, contribuendo in misura
minima alla formazione dell’intera produzione agricola nazionale
(2%). Prevalgono le aziende bovine seguite da quelle ovi-caprine,
suinicole e bufaline. Frequente, inoltre, è l’allevamento misto, con più
di una specie allevata nella stessa unità produttiva.
Insignificante è l’attività forestale dato lo scarso patrimonio
boschivo. Infatti, la Puglia – con una superficie forestale di 149.400
ettari, quasi l’8% della superficie territoriale complessiva – è la
regione con la minor superficie boschiva.
I boschi pugliesi sono prevalentemente di proprietà privata (57%) e
in linea generale, destinati alla funzione produttiva (es. produzione
legna da ardere); quelli pubblici appartengono a Stato, Regione,
Comuni e Comunità Montane e sono indirizzati alla protezione del
territorio, alla valorizzazione del paesaggio o alla funzione turistica-
ricreativa.
Secondo l’ultima rilevazione ISTAT, realizzata nel 1997, ogni
anno in Puglia vengono effettuati tagli su 2.136 ettari di boschi, pari
all’1,4% della superficie forestale (che in termini di volume
equivalgono a circa 74.000 m³ di legno).