I
Introduzione
L’obiettivo di questo lavoro è effettuare un confronto fra due tipologie tipiche di
finanziamento, il mutuo e il leasing, che rappresentano la principale forma di
indebitamento a cui può ricorrere un soggetto economico per finanziare i propri
acquisti di beni mobili o immobili, attraverso l’utilizzo di un indicatore di
redditività finanziaria noto come Tasso Interno di Rendimento di una operazione
finanziaria.
Nel primo capitolo, ho ritenuto opportuno illustrare le nozioni fondamentali della
matematica finanziaria che rappresentano la base per poter comprendere e fare
propri i concetti fondamentali di questa materia. Ho enunciato le definizioni
elementari di calcolo finanziario, di operazione finanziaria e le due principali leggi
finanziarie di capitalizzazione (semplice e composta) che regolano il mercato.
Nel secondo capitolo, ho analizzato la prima forma di indebitamento: il mutuo
bancario. Dopo una breve definizione, ho inquadrato questa operazione finanziaria
come una particolare tipologia di rendita finanziaria in cui nell’istante iniziale
di
stipula del contratto si riceve una somma di denaro e a partire dall’istante
fino
a
si procede al rimborso del finanziamento con rate costanti posticipate su
uno scadenzario regolare cioè in istanti temporali equidistanti fra loro. Per
comprendere bene il funzionamento di questo prodotto finanziario è stato
necessario analizzare gli elementi fondamentali che lo caratterizzano: la rata, la
durata e il tasso di interesse applicato dagli intermediari finanziari. Mi sono
soffermata anche nell’analizzare il processo di ammortamento di un mutuo
II
attraverso un piano di ammortamento progressivo (o “alla francese ”) che ad ogni
scadenza del rimborso evidenzia la quota capitale
e la quota interesse
che
costituisce la rata , oltre al debito residuo
che resta ancora da estinguere.
Nel terzo capitolo ho focalizzato la mia attenzione sul contratto di leasing
finanziario inquadrando anch’esso come una operazione di rendita finanziaria,
dove ho eliminato l’ipotesi del rimborso con rate costanti equidistanti fra loro e ho
supposto un processo di ammortamento del debito in relazione alle disponibilità
finanziarie del soggetto richiedente. Quindi un rimborso caratterizzato da canoni
variabili su uno scadenzario irregolare.
Nel quarto capitolo, ho effettuato un confronto fra le due forme di indebitamento
analizzate utilizzando il criterio del Tasso Interno di Rendimento applicato ad un
esempio pratico, allo scopo di poter fornire gli strumenti per scegliere il
finanziamento meno oneroso nel momento in cui un soggetto si accinge a
richiedere un finanziamento. Infatti, per ogni contratto finanziario, vige l’obbligo
per l’intermediario finanziario (banche o società finanziarie) di rendere noti alla
clientela due tipologie di tassi applicati al finanziamento: il T.A.N e il T.A.E.G (oggi
denominato ISC- Indicatore Sintetico di Costo-).
Il T.A.N. rappresenta il tasso annuo nominale di un’operazione finanziaria che
esprime in misura percentuale l’onerosità di un finanziamento tenendo conto
esclusivamente degli interessi che maturano su un debito per il solo fatto di aver
concesso una disponibilità monetaria da rimborsare successivamente. Ovviamente
questo tasso, non considera le altre spese connesse all’erogazione del
finanziamento che incidono sul valore effettivamente ricevuto dal richiedente,
riducendolo.
III
Si pone quindi la necessità di determinare un Tasso Annuo Effettivo Globale
(T.A.E.G.) che esprima in maniera esaustiva, tutti i costi sostenuti dall’apertura
dell’istruttoria fino alla chiusura del contratto.
Quindi l’obiettivo di questa tesi, è stato raggiunto attraverso la determinazione del
T.I.R. sia del mutuo che del leasing, equiparabile al T.A.E.G. di un’operazione
finanziaria, attraverso l’utilizzo del metodo delle tangenti (o metodo di Newton).
Per la realizzazione di questo lavoro, un particolare ringraziamento è rivolto al mio
Prof. Mauro Bisceglia per la sua professionalità e capacità di coinvolgimento
durante il corso di studi, per il supporto e la pazienza mostrata per la stesura di
questa tesi.
1
CAPITOLO 1
LE OPERAZIONI FINANZIARIE
1.1 Le grandezze tipiche della matematica finanziaria
La Matematica Finanziaria
1
studia i criteri per la valutazione razionale di importi
monetari la cui disponibilità non coincide con l’istante di valutazione. E’ evidente,
infatti, che il “valore” di una somma di denaro si incrementa al passare del tempo sia in
una operazione di investimento (nella quale si rinuncia alla disponibilità immediata di
una somma di denaro nella prospettiva di ottenere in futuro un importo superiore), sia
in una operazione di finanziamento (nella quale si riceve al momento una somma
inferiore a quella che si dovrà rimborsare a scadenza).
I due casi evidenziati implicano uno “scambio” concreto tra operatori economici di
grandezze monetarie certe disponibili in epoche diverse in un intervallo di tempo
determinato.
E’ appunto questo ciò che caratterizza un’operazione finanziaria elementare:
2
Il soggetto A cede a B il capitale C disponibile al tempo
In cambio il soggetto B cede ad A il capitale M disponibile al tempo
con
1
(2003). Zambruno, Elementi di matematica finanziaria e cenni di programmazione lineare. Giappichelli
Editore.
2
(2000). In D. Gardini, Appunti di matematica finanziaria 1. Torino: Giappichelli Editore.
2
Quindi ogni operazione finanziaria avviene tra due operatori economici, ognuno dei
quali assume un impegno finanziario; se lo scambio viene accettato dalle due parti
mediante un accordo, possiamo dire che il capitale al tempo
che indichiamo con
,
e il capitale che indichiamo con ,
e tale che sia , sono
equivalenti finanziariamente fra loro o meglio che l’operazione è equa.
Con la stipula di un contratto di investimento oppure di finanziamento, i due soggetti
A e B convengono su una legge di equivalenza intertemporale per la quale un
capitale al tempo
maggiorato di una quota di interesse (cioè la differenza
tra la somma nell’istante finale e quella nell’istante iniziale) corrisponde ad una
somma al tempo
che chiameremo più precisamente MONTANTE.
In generale si può definire un’operazione finanziaria come una quantità di importi
esigibili alle varie scadenze
che rispettino una
relazione d’ordine, e possiamo rappresentarla attraverso l’utilizzo di una coppia di
vettori
dove rappresenta il vettore dei pagamenti e il vettore delle scadenze,
formati entrambi da componenti reali con la convenzione che le varie scadenze
siano disposte in ordine crescente quindi
…
vettore dei pagamenti
vettore delle rispettive scadenze
3
Possiamo anche dire che l’operazione finanziaria è costituita da un flusso di importi
sullo scadenzario
Nella categoria complessiva delle operazioni finanziarie
3
, si usa distinguere le
operazioni di investimento (che sono quelle per le quali tutte le uscite precedono le
entrate) dalle operazioni di finanziamento ( quelle per le quali tutte le entrate
precedono le uscite). Va da sé che, in generale un’operazione non sarà ne’ un
investimento ne’ un finanziamento se entrate e uscite si alternano in un modo
qualunque.
Ancora, un’operazione finanziaria
4
si dice semplice o complessa a seconda che vi siano
coinvolte due o più scadenze. Ad esempio, è un’operazione semplice lo sconto di una
cambiale, nel quale intervengono due tempi rilevanti: quello in cui la banca anticipa al
portatore della cambiale la somma scontata, e quello in cui la stessa banca entra in
possesso del capitale della cambiale, pagato dal debitore. Generalizzando, in un
contratto finanziario semplice il prestito di una somma qualsiasi al tempo
deve
essere rimborsato ad esempio dopo un anno al tempo
con l’incremento
percentuale di una somma che indicheremo con : il debitore dovrà rimborsare
.
3
(2006). In Cacciafesta, Matematica finanziaria (classica e moderna) per i corsi triennali. Torino:
Giappichelli Editore.
4
(2003). In S. -T. Zambruno, Elementi di matematica finanziaria e cenni di programmazione lineare.
Giappichelli Editore.
4
Invece in una operazione finanziaria complessa, dove vi sono più prestazioni, il
debitore dopo anni dovra’ rimborsare una somma pari a
. Essa è
infatti costituita da più operazioni semplici: un esempio concreto è l’investimento in un
titolo dove vi è l’istante di investimento nel quale il soggetto entra in possesso del
titolo , le varie date di incasso di ciascuna cedola nonché il momento del rimborso
finale del capitale.
Ulteriore distinzione fondamentale è quella tra un’operazione finanziaria a pronti
5
, se il
contratto è stipulato e ha esecuzione nello stesso momento, e un’operazione
finanziaria a termine
6
se il contratto ha esecuzione in un momento successivo rispetto
alla contrattazione.
Nel momento in cui nasce un’operazione finanziaria, ad esempio un’accensione di un
mutuo che tratteremo in seguito, colui che richiede un finanziamento ha la necessità di
conoscere l’ammontare totale del suo debito perché a fronte dell’erogazione di un
capitale iniziale si obbliga a restituire ad una scadenza prestabilita un importo
aggiuntivo che rappresenta il compenso per poter ottenere una disponibilità
immediata di capitale. L’interesse è direttamente proporzionale al tempo stabilito
nell’operazione finanziaria e alla consistenza della somma ricevuta. Inoltre viene
stabilito un tasso di interesse espresso in misura percentuale perché esprime la
proporzione del capitale finanziato e dell’arco temporale dell’operazione.
5
(1995). In Moriconi, Matematica finanziaria. Bologna: Il Mulino.
6
(1995). In Moriconi, Matematica finanziaria. Bologna: Il Mulino.
5
Quindi le grandezze finanziarie principali da considerare sono:
capitale iniziale
tasso di interesse espresso in misura percentuale
durata temporale dell’operazione
Alla scadenza prestabilita nel contratto finanziario, il debitore corrisponderà il capitale
più l’interesse In questo momento si configura un’altra variabile chiamata
montante
La conoscenza del montante è importante per un soggetto che chiede un prestito al
fine di poter valutare i costi che dovrà sostenere per ricevere una somma, di cui
altrimenti non avrebbe potuto disporre.
Per valutare il montante di una operazione finanziaria è fondamentale analizzare le
leggi di capitalizzazione che vengono utilizzate nella prassi finanziaria e che ci
permettono, ognuna con le proprie caratteristiche, di computare l’interesse che verrà
applicato ad una determinata operazione finanziaria.