Tesi di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnica dello Sport “L ’importanza del settore
giovanile nel calcio. Linee guida e confronto tra alcune realtà europee”
5
Introduzione
L ’attuale realtà europea mette costantemente a confronto il lavoro svolto dalle società di
calcio e dalle federazioni nazionali; soprattutto a livello di settore giovanile da quando
la UEFA ha introdotto norme che obbligano i club ad inserire nella rosa e, in qualche
caso, a far giocare obbligatoriamente un numero minimo di giocatori cresciuti “in casa”
in ogni partita.
Questo elaborato si preoccupa di affrontare questo ed altri temi caldi nell’attuale
panorama europeo calcistico, quali la promozione del calcio a livello di base, l’aumento
della partecipazione, l’inclusione sociale e i piani rivolti alla tutela dei bambini, con
l’intento di rendere sicura la pratica dello sport più seguito al mondo. Per perseguire
tali obiettivi, gli organi di governo superiori a livello internazionale (FIFA) e
continentale (UEFA) con la collaborazione delle federazioni calcistiche nazionali hanno
messo in atto dei progetti, che oltre ad aderire alle precedenti ideologie hanno come fine
ultimo lo sviluppo e l’affermazione a livello professionistico da parte dei giovani
calciatori.
Inizialmente ho compiuto uno studio del settore giovanile, analizzando gli aspetti
pedagogici, sociologici e psicologici. La finalità principale che si riscontra è la
formazione del bambino/ragazzo dalle prime esperienze fino alla piena maturazione con
l’ausilio di allenatori/educatori altamente qualificati; i beneficiari di questo processo
sono i club e la collettività (intesa come la società in cui viviamo). A tal proposito sono
stati osservati i risultati di uno studio eseguito da ECA (European Club Association), il
cui obiettivo era di individuare i benefici di una politica di investimenti inerente al
futuro di questi “baby-calciatori”. È stata effettuata inoltre una ricerca sulle iniziative
della UEFA, volte all’organizzazione di tornei giovanili a livello continentale ed
internazionale, con l’obiettivo di far acquisire ai giovani la tanto ricercata “esperienza
internazionale” confrontandosi con pari età di altre nazioni.
Successivamente è stato descritto il progetto FIFA Grassroots, i suoi presupposti ed i
suoi obiettivi: aumentare la partecipazione, l’inclusione sociale e la promozione del
calcio a livello di base. In un secondo momento sono stati osservati gli adattamenti, gli
sviluppi e le messe in atto, in ordine cronologico, della UEFA rispetto al progetto con i
relativi risvolti positivi.
Tesi di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnica dello Sport “L ’importanza del settore
giovanile nel calcio. Linee guida e confronto tra alcune realtà europee”
6
Il terzo ed il quarto capitolo hanno l’obiettivo di presentare e mettere a confronto le
realtà calcistiche di Italia, Inghilterra e Spagna, analizzando gli aspetti principali che si
riscontrano nella gestione, nell’organizzazione, nella filosofia, nella metodologia
d’insegnamento proposta a livello federale, in particolare nel settore giovanile, e come
loro si siano conformati alle direttive europee.
Mi sono soffermato inoltre a descrivere la struttura del calcio italiano, in particolare
quella del Settore Giovanile e Scolastico (SGS), oltre a quelle relative ad Inghilterra e
Spagna, ponendo l’attenzione rispettivamente sulla Youth Academy e sulla famosa
Cantera. In conclusione ho analizzato la metodologia, la filosofia ed i contenuti didattici
con cui Italia, Inghilterra, Spagna affrontano la programmazione e lo sviluppo
dell’attività del settore giovanile, risultando essere notevolmente differente tra loro.
Tesi di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnica dello Sport “L ’importanza del settore
giovanile nel calcio. Linee guida e confronto tra alcune realtà europee”
7
1 Il settore giovanile
1.1 I giovani ed il calcio
Il gioco è associato al divertimento, alla ricreazione ed è contrapposto al lavoro inteso
come attività produttiva e necessaria.
Il gioco è propriamente motivato, nel senso che non tende al compimento di bisogni
fisici primari né dipende direttamente da regole o obblighi sociali. Tuttavia la presenza
di regole non ne contraddice il principio di libertà, in quanto la sottomissione alle
consuetudini ludiche avviene per scelta autonoma dell’individuo.
Il gioco è inoltre contrapposto alla realtà ordinaria, essendo in grado di rifarsi
nell’ambito dei fenomeni quali l’immaginazione e ai prodotti dell’attività creativa;
infine il gioco è inteso come attività che procura piacere, anche quando richiede
impegno, concentrazione e sforzo
1
.
Attraverso il gioco si sviluppa la personalità e l’aspetto psicologico del bambino. La
psicologia, più precisamente Sigmund Freud per primo, si è occupata di
quest’argomento; attraverso di esso il bambino supera le paure, perché trasferisce
l’oggetto del timore su un altro oggetto familiare, che viene identificato come non
pericoloso.
Jean Piaget riconosce al gioco una funzione centrale nello sviluppo di una sfera
cognitiva personale e della personalità, dove i bambini comprendono come funzionano
determinate situazioni della vita reale; rendendosi conto dell’esistenza di regole da
rispettare. Regole e gioco sono concetti che dovrebbero andare in parallelo per quanto
riguarda il mondo del calcio, proprio per far crescere il bambino attraverso di essi. Chi
assume un ruolo rilevante nella realizzazione di quest’obiettivo sono gli allenatori-
educatori assistiti dai genitori. È importante che l’allenatore-educatore, nello specifico,
sia in grado di individuare gli esercizi-giochi più divertenti per il bambino nel tentativo
di progettare e promuovere esercitazioni ludiche appassionanti e divertenti.
Giocare diventa il modo per esprimere i propri stati d’animo, le proprie caratteristiche, il
proprio “io” personale oltre a facilitare l’individuazione delle possibili soluzioni ai
1
Bondioli A., Gioco e educazione, Franco Angeli, Milano, 2002
Tesi di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnica dello Sport “L ’importanza del settore
giovanile nel calcio. Linee guida e confronto tra alcune realtà europee”
8
conflitti apparentemente irrimediabili; risulta fondamentale all’interno delle relazioni tra
pari come mezzo per crearle e momento in cui si impara a gestirle, attraverso la
necessità di sottoporsi autonomamente a norme di comportamento indispensabili alla
convivenza.
Giocando inoltre si dà la possibilità di esercitare e consolidare quanto è stato appreso in
precedenza, attraverso attività che introducono variazioni che mettono alla prova le
proprie possibilità. Ciò permette uno sviluppo fisico, cognitivo, affettivo e sociale.
Considerando che il calcio è un gioco praticato da diversi soggetti, essi dovranno
imparare a conoscersi e a coesistere per raggiungere un unico obiettivo; infatti, per
gioco sportivo di squadra s’intende: “… una forma pratica dell’esercizio fisico-
sportivo, che ha un carattere ludico, agonistico e di processo in cui i partecipanti
costituiscono due squadre che si trovano in rapporto di avversità tipica non ostile, un
rapporto determinato da una competizione in cui attraverso la lotta si cerca di ottenere
la vittoria sportiva per mezzo del pallone o di un altro oggetto di gioco, manovrato
secondo regole prestabilite” (Teodorescu, 1983). Quando il bambino ha la possibilità di
giocare con i suoi coetanei, non solo scopre di poter usare i compagni per i propri fini,
ma anche per accrescere e modulare il piacere. In gruppo infatti il piacere del gioco può
essere più a lungo mantenuto, il desiderio di ripetizione incessante che può trovare
soddisfazione attraverso il gioco con coetanei che hanno la stessa esigenza e non si
stancano di ripetere infinite volte una medesima frequenza.
Un aspetto importante nel collegamento tra il mondo del calcio ed il gioco è la cultura;
questa connessione è stata evidenziata soprattutto da studi che considerano il gioco in
generale come un fenomeno rivelatore di quei meccanismi mediante i quali le società
elaborano e trasmettono i propri valori e la propria organizzazione. I modi di giocare, gli
stessi giocattoli, riflettono la cultura di appartenenza rendendo il gioco come un
fenomeno storicamente e culturalmente situato, donandogli il ruolo di potente
evidenziatore dei modelli culturali in un dato contesto sociale.
L ’approccio antropologico allo studio della dimensione dei fatti ludici, attraverso la
teoria di Callois
2
, propone una classificazione dei giochi suddivisa in:
- giochi di competizione (Agon)
- giochi di azzardo (Alea)
2
Baraldi C., Maggioni G., Mitica M.P. (a cura di), Pratiche di partecipazione. Teorie e metodi di
intervento con bambini e adolescenti, Donzelli, Roma, 2003
Tesi di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnica dello Sport “L ’importanza del settore
giovanile nel calcio. Linee guida e confronto tra alcune realtà europee”
9
- giochi di ruolo (Mimicry)
- giochi di esaltazione (Ilinx)
Sulla base di questa classificazione, Roger Callois costruisce una sociologia che parte
dai giochi in quanto “segni” profondamente connotati, sintesi dalle caratteristiche delle
diverse concezioni del mondo delle società in cui sono in uso. Secondo S. Smith
3
: “I
giochi possono essere considerati simulazioni di problemi e di adattamento, e servono
per ridurre quello stesso problema a una dimensione accettabile”.
Nel mondo del calcio la cultura riveste un ruolo in primissimo piano, perché ha la
capacità di condizionarne i valori e l’organizzazione. I bambini tramite il calcio non
solo entrano in contatto con altri coetanei, ma anche con il modo di pensare e di agire
della società nella quale vivono.
Il calcio in un quadro di riferimento bio-psico-sociale, lavora sugli aspetti psicologici
del bambino e del ragazzo in una fase della vita attraversata da grandi e frequenti
cambiamenti. È importante affiancare ad un allenamento di tipo tecnico, tattico anche
una preparazione per gestire se stesso emotivamente, e la propria autostima. La capacità
psicologica di trovare sicurezza nei propri mezzi, grinta, calma, voglia di vincere,
concentrazione; tutti fattori che fanno la differenza fin dalla più tenera età nella
prestazione. Tutto ciò non è affatto innato ed immutabile: infatti con sacrificio, volontà
ed adeguate tecniche psicologiche si è in grado di migliorare.
Tanti piccoli traguardi parziali sono utili per raggiungerne uno finale. Il concetto è
riconducibile agli studi di Bangura in relazione al sentimento di auto-efficacia
4
; dove
ogni persona s’impegna ad affrontare e superare i compiti assegnati solo se è convinta di
poterlo fare con successo.
La fiducia in se stessi è riconosciuta come uno dei fattori più consistenti nel distinguere
il successo dall’insuccesso, lo stesso autore propose che l’immaginario è un modo per
rafforzarla. Pertanto in uno studio il cui scopo era di esaminare la relazione tra l’uso di
immagini e la fiducia in giovani calciatori di età tra gli 11 e 14 anni, si riscontrò che la
padronanza di motivazione generale (Motivational General-Mastery – MG-M) per
immagini era un predittore significativo di fiducia in sé e di auto-efficacia. Nel
particolare, le immagini MG-M rappresentano tra il 40 ed il 57 % della variazione sia
3
Braga P., Gioco, Cultura e Formazione, Temi e problemi di pedagogia dell’infanzia, Junior, Azzano San
Paolo, 2005
4
Ricci F, Decidere di Valutare, Incontri Editrice, Sassuolo Modena, 2008
Tesi di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnica dello Sport “L ’importanza del settore
giovanile nel calcio. Linee guida e confronto tra alcune realtà europee”
10
dell’autostima che dell’auto-efficacia
5
.
È importante, quindi, allenare la giusta mentalità e la personale capacità di gestire le
proprie emozioni. Ci sono 2 disposizioni psicologiche generali per cercare di
raggiungere degli obbiettivi:
1. un forte orientamento alla performance, che tuttavia porta a vivere il fallimento
come un evento da evitare, derivando dalla necessità psicologica di ricevere
valutazioni positive;
2. un forte orientamento all’apprendimento portando gli individui a non temere
l’errore, in quanto viene percepito come esperienza che consente il
miglioramento delle precedenti prestazioni.
Entrambi gli orientamenti hanno strutture distinte ed indipendenti che tuttavia non si
escludono reciprocamente e nemmeno si contraddicono: infatti sembra sia concepibile
che un individuo abbia allo stesso tempo buone performance nei confronti degli altri e si
sforzi di migliorare le proprie abilità. A tal proposito premiare fin dalla più giovane età
l’orientamento all’apprendimento, consentirebbe di salvaguardare una forte motivazione
intrinseca derivante dalla pratica sportiva; premiare l’impegno personale rivolto al
miglioramento continuo; vivere la vittoria o la sconfitta come uno dei diversi fattori
presenti nel calcio. Lavorare sugli aspetti psicologici del bambino e del ragazzo nel
mondo del calcio significa valorizzare le doti del giovane atleta sul piano emotivo e
cognitivo; tutto ciò in preparazione al divertimento, miglioramento, alla partita ed infine
al risultato.
Il calcio ha un ruolo sociale fondamentale in termini di riduzione dei comportamenti
anti-sociali come il vandalismo, l’abuso di droga, il razzismo, fornendo anche parte dei
programmi di riabilitazione nelle carceri. Questo è uno dei motivi per cui i governi
internazionali, nazionali, locali, enti e associazioni sono sempre pronti e disposti a
contribuire significativamente nei progetti calcistici. Al fine di analizzare criticamente
l’ipotesi sulle funzioni di supporto sociale e di protezione dello sport, Klaus-Peter
Brinkhoff
6
esegue un’analisi sottilmente differenziata riguardo all’abbondanza e la
grande varietà di alternative che influenzano l’esperienza quotidiana di una grande
5
Munroe-Chandler K, Hall C, Fishburne G., (2008) Playing with confidence: the relationship between
imagery use and self-confidence and self-efficacy in youth soccer players. J Sports Sci.
Dec;26(14):1539-46.
6
Roxburg A, Turner G., (2006) "Grassroots Football - The social benefits", Grassroots Football
Newsletter, n°5: 10-11
Tesi di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnica dello Sport “L ’importanza del settore
giovanile nel calcio. Linee guida e confronto tra alcune realtà europee”
11
percentuale di popolazione. I bambini ed i ragazzi di oggi sperimentano un rapido
cambiamento delle condizioni di crescita, un processo che è diventato molto più
accelerato rispetto alle precedenti generazioni. Queste mutate condizioni non solo
offrono nuove opportunità ai bambini ed adolescenti, ma anche una nuova varietà di
pesi e minacce ai quali i loro genitori non sono stati esposti. In particolare per gli
adolescenti, ci sono molte pressioni emotive e sociali, accompagnate dal timore del
fallimento. L ’interazione di questi diversi fattori è la causa principale del fatto che,
nonostante gli elevati standard di vita ed i sistemi di protezione sociale avanzati rispetto
al passato, la percentuale di bambini e ragazzi con problemi sociali, disturbi emotivi ed
impedimenti fisici continua a crescere. Recenti studi suggeriscono che il calcio è in
grado di rendere supporto sociale in vari modi. Infatti nessun altro sport ha una tale
forza dominante durante l’infanzia e l’adolescenza. L ’attività sportiva organizzata, a
differenza di qualsiasi altra forma di “lavoro” giovanile, è più facilmente accettata dagli
adolescenti. Il team all’interno di una squadra di calcio è in grado di fornire un
importante campo di addestramento per lo sviluppo della personalità e dell’identità
durante il delicato periodo adolescenziale. In tal senso i risultati indicano che i giovani
che frequentano una qualsiasi organizzazione sportiva possono essere distinti
positivamente dagli adolescenti che hanno lasciato l’organizzazione o che non ne hanno
mai fatto parte. La ricerca attuale giunge alla conclusione che gli adolescenti
frequentanti società sportive sopportano carichi più leggeri di stress fisico, psicologico e
sociale rispetto ai loro compagni di classe non sportivi. La partecipazione a una squadra
di calcio offre opportunità di espressione positiva e la possibilità di smantellare alcune
sollecitazioni negative. Anche per quanto riguarda i disturbi psicosomatici, essi possono
essere distinti positivamente dai loro coetanei. L ’impegno con una squadra di calcio ha
effetti altamente positivi a livello di integrazione sociale. Da una parte, la squadra di
calcio è in grado di integrare i bambini e gli adolescenti in una cultura giovanile
strutturata sulla base di gruppi di pari. D'altra parte, la cultura giovanile fornisce una
migliore piattaforma di lancio verso lo status di adulto. Gli adolescenti in una squadra di
calcio normalmente sviluppano rapidamente concetti etici e morali degli adulti. Detto
questo, vi è evidentemente un ampio campo di attività con una grande possibilità di
ricerca. La discussione scientifica sul ruolo dello sport in generale e del calcio in
particolare quando si tratta di sviluppo personale, rappresenta una grande sfida per gli
Tesi di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnica dello Sport “L ’importanza del settore
giovanile nel calcio. Linee guida e confronto tra alcune realtà europee”
12
studi futuri, sia in termini di ricerca teorica e pratica. Il calcio ha un ruolo importante da
svolgere nella società.
In termini di benessere fisico, il calcio può anche dare un contributo nelle società in cui
il 30% della fascia di età 5-16 sono considerati in sovrappeso e il 16% potrebbe essere
classificato ufficialmente come 'obeso'. Si stima che, sempre che non si faccia qualcosa,
le percentuali raddoppieranno nei prossimi dieci anni
7
. Uno studio condotto nel 2010 si
propose di analizzare l’efficacia di un programma di 6 mesi di formazione di calcio a
fronte di un programma di educazione fisica standard sui parametri di idoneità e di
salute nei bambini in sovrappeso. Non furono osservate differenze significative tra i due
programmi di esercizio; ma si poté concludere che una formazione calcistica di 6 mesi è
efficace nel migliorare la capacità fisica, i parametri di idoneità relativi alla salute e
l’autostima dei bambini in sovrappeso come un programma di esercizio standard
8
.
1.2 Il processo di formazione
Le finalità poste nella speranza che possano essere utili ad una miglior crescita da parte
del soggetto, comprendono il rispetto dei tempi di crescita mediante attività ludico-
motorie che conferiscono lo spazio e la possibilità di esprimersi secondo i suoi tempi, le
sue attese ed i suoi bisogni. Lo scopo di migliorare le capacità relazionali del bambino e
del ragazzo affinché sia in grado di instaurare rapporti positivi, mira ad aumentare il
coinvolgimento nei confronti dell’attività e, inoltre, aumentare la motivazione a
sperimentare e creare nuove esperienze. Garantire la crescita globale, provando a
riconoscere nell’unicità e specificità dell’individuo una ricchezza da sviluppare e
valorizzare non solo da un punto di vista fisico, ma anche quello psicologico ed
affettivo, che non sono obbiettivi secondari o da considerare meno importanti. Tutto ciò
tramite la metodologia ludica crea un contesto dove imparare sia motivante,
significativo ed autentico. Un ambiente rilassante in cui il bambino sia coinvolto
emotivamente in attività che lo conducano all’utilizzo di un nuovo codice comunicativo
che faccia leva sulla profonda motivazione basata sul piacere e il divertimento. Quando
7
Roxburg A., Turner G., (2005) "The Oslo experience", Grassroots Football Newsletter, n°2: 4-5
8
Faude O, Kerper O, Multhaupt M, Winter C, Beziel K, Junge A, Meyer T., (2010) Football to tackle
overweight in children. Scand J Med Sci Sports. Apr;20 Suppl 1:103-10.