Premessa
L'idea di trattare gli argomenti di seguito proposti nasce dalla mia esperienza di studentessa erasmus
in Svizzera, dove ho trascorso un semestre.
La sensazione che ho avuto leggendo le prime pagine di Das Versprechen (La promessa),
all'interno delle quali Friedrich Dürrenmatt definisce opprimente la presenza delle montagne, è stata
alquanto familiare. Ricordo di aver avuto la stessa impressione la prima volta che oltrepassai il
confine. All'inizio della mia permanenza tale impressione non rimase circoscritta alle montagne e
poco dopo si tramutò in senso di sicurezza e quiete, risultando dunque necessaria e finendo per
divenire, come è naturale in qualunque processo di integrazione, normale.
I luoghi di Dürrenmatt appaiono come distanti, facenti parti di una realtà altra, quasi
intangibile, dove il tempo è sospeso. Si pensi all'immaginaria Güllen con il suo bosco misterioso, ai
fiabeschi paesaggi che fanno da sfondo a La Panne e ancora a Mägendorf con la sua radura dove
una bambina canticchia in attesa dell'Uomo Nero.
Questa dimensione trova riscontro nella percezione che ho avuto in prima persona: in
un'Europa urbanizzata e metropolitana gli ampi spazi di cui gode la Svizzera rappresentano un
unicum, chi proviene da una realtà urbana non può non avere la sensazione che il tempo si sia
fermato.
Mi sembra dunque di rivedere nei luoghi descritti dall'autore quegli stessi luoghi in cui
anche io mi sono imbattuta e nei tratti dei suoi personaggi quelli delle persone che ho conosciuto o
fortuitamente incrociato, nei loro atteggiamenti i modi di essere con i quali mi sono confrontata.
Ecco motivata la mia scelta: è quando uno scrittore dà voce ai pensieri del lettore che riesce a fare
breccia nel suo cuore.
Nel corso di questa dissertazione, più o meno indirettamente, si avrà modo di constatare
numerosi aspetti sociologici di una nazione che per definizione è isolata e centrale, dentro e fuori,
unita e frammentata.
1
Introduzione
La tesi verte sul ruolo che Dürrenmatt attribuisce al caso e al paradosso, chiarito ed approfondito
attraverso l'analisi delle opere La Panne e La Promessa e dei rispettivi protagonisti. Al fine di
permettere una comprensione reale ed esaustiva della sua produzione, ampio spazio è dedicato a
delucidazioni sul contesto sociale, storico e culturale in cui l'autore scrive, nonché alla filosofia di
cui il suo pensiero è intriso. È lo sviluppo di tali aspetti a permettere l'emergere delle relazioni
causa-effetto e della concatenazione degli argomenti, affrontati in modo personale e conciso, in
modo da garantire la presenza di un filo conduttore che non rischia mai di perdersi.
Il primo capitolo è costituito da una biografia breve ma dettagliata di Dürrenmatt, che
ripercorre le tappe più significative del suo percorso di vita, fornendo ulteriori chiavi di lettura.
Protagonista del secondo capitolo è la filosofia, con l'illustrazione del pensiero di Nietzsche,
Kierkegaard e del concetto di nichilismo, particolarmente presenti nella produzione dell'autore,
dichiaratamente influenzato dal secondo filosofo citato.
Il terzo capitolo è costituito da un breve excursus storico, volto a chiarire la natura del
contesto in cui l'autore scrive ed il reale senso della neutralità svizzera, imprescindibile per cogliere
il concetto cardine di "Innocenza infame", esplicato, servendosi dell'opera La visita della Vecchia
Signora, nel quarto capitolo, propedeutico per l'introduzione, nel capitolo immediatamente
successivo, del significato di Welt der Panne, a partire dal quale è possibile intraprendere l'analisi
dell'opera La Panne e del suo protagonista Alfredo Traps, affidata al sesto capitolo. L'idea di
giustizia emersa ne La Panne consente il passaggio, nel settimo capitolo, alle caratteristiche che
essa assume ne La Promessa e l'incidenza del caso nella vita di Traps viene posta in relazione con il
ruolo che, invece, il caso riveste nella vicenda di Matthäi.
L'ottavo capitolo è inerente all'elaborazione del concetto di paradosso, collante di tutte le
opere di Dürrenmatt, in logica. Infine, al nono capitolo sono lasciate le conclusioni, che hanno come
oggetto la personale interpretazione della visione dürrenmattiana del mondo e dell'esistenza.
3
1. Dürrenmatt: la vita e le opere
Friedrich Dürrenmatt nasce il 5 gennaio 1921 a Konolfingen, un villaggio nel cantone di Berna, da
Reinhold e Hulda Dürrenmatt.
La piccola realtà in cui trascorre la sua infanzia influenzerà la sua persona e la sua
produzione, tanto che egli stesso affermerà:
Non sono uno scrittore di provincia. Ma è stato il villaggio a portarmi fuori e dunque resto
sempre un campagnolo dal linguaggio noioso, non sono un cittadino, tantomeno di una grande città,
anche se non potrei più vivere in un paesello.
1
Il ruolo del padre, parroco della comunità, lo rende un giovane privilegiato rispetto ai
coetanei, per la maggior parte figli di contadini, che mostreranno infatti una certa ostilità nei suoi
confronti. Tuttavia, gli anni di Konolfingen scorrono sereni, scanditi dalla lettura di Karl May, Jules
Verne e I viaggi di Gulliver di Swift, e dalla passione per il disegno: Dürrenmatt illustra Die
Schwarze Spinne di Gotthelf e Die Niebelungen di Hebbel. Il suo talento da disegnatore viene
notato dal pittore del villaggio che lo assume nel suo atelier.
Nel 1935 la famiglia si trasferisce a Berna. La crisi economica mondiale si fa sentire anche
in Svizzera e le condizioni del ceto medio peggiorano.
Dürrenmatt frequenta il Freie Gymnasium e in seguito l'Humboldt, dove si diploma nel
1941, non senza difficoltà: non è infatti quello che si definirebbe uno studente brillante, lui stesso si
definisce smemorato e sognatore. Contrariamente ai voleri del padre, che cerca di indirizzarlo agli
studi di teologia, Dürrenmatt vuole diventare un pittore. I due scendono a patti e il padre gli
permette di frequentare l'Accademia delle Belle Arti alla sola condizione che sostenga l'esame di
maturità. Il giovane Dürrenmatt accetta e supera l'esame ma non intraprende il percorso dei suoi
sogni, a seguito del giudizio negativo di un professionista. La madre, prendendo sul serio le
ambizioni del figlio, mostra i suoi quadri a diversi pittori, tra cui il famoso Kuno Amiet, ma tutti
ridono dei quadri, non riconoscendo alcun talento. Sfiduciato, Dürrenmatt decide di studiare
filosofia.
Nel 1941 inizia gli studi a Berna e tra il 1942 e il 1943 trascorre due semestri a Zurigo, dove
studia anche scienze naturali e germanistica. A Zurigo conosce anche il pittore espressionista Walter
Jonas e comincia a trascorrere parecchio tempo nel suo atelier, che si trasforma presto in un salotto
1 ¦«Ich bin kein Dorfschriftsteller. Aber das Dorf brachte mich hervor, und so bin ich immer noch ein Dörfler mit einer
langsamen Sprache, kein Städter, am wenigsten ein Großstädter, auch wenn ich nicht mehr in einem Dorf leben
könnte.» http://www.duerrenmatt.net/biographie/
4
in cui discorrere di politica, filosofia e letteratura. È qui che, per la prima volta, Dürrenmatt sente
nominare Kafka e Brecht e ha modo di conoscere a fondo il movimento espressionista. Affigge
sulla porta della sua stanza un cartello che recita "Friedrich Dürrenmatt, nihilistischer Dichter"
2
e
tornato a Berna, dove conclude gli studi nel 1946, si trasferisce nella "Berner Mansarde", una
mansarda collocata sopra la casa dei suoi genitori, in cui abiterà fino al trasferimento a Basilea e di
cui dipingerà le pareti.
Nel 1942 Dürrenmatt scrive il suo primo testo in prosa Weinacht, ("Natale"), all'inizio del
1943 Der Folterknecht ("L'aguzzino") e la sua prima commedia Der Knopf ("Il bottone"). Lo stesso
anno scrive insieme a Jonas Buch einer Nacht ("Libro di una notte", il testo viene infatti scritto
durante la notte tra il 13 e il 14 gennaio 1943).
A Zurigo conosce Christiane Zufferey, con la quale si fidanza. Sul punto di sposarsi, il
matrimonio viene meno per una serie di coincidenze: Christiane, dopo la fine della guerra, è infatti
intenzionata a trasferirsi a Parigi ma Dürrenmatt vuole prima che si sposino, ella si sente però
vincolata dalla promessa fatta alla madre di Friedrich, cioè che si sarebbero sposati solo una volta
conseguito il dottorato da parte di quest'ultimo. Così, il fidanzamento si rompe.
Sempre nel 1943 Dürrenmatt scrive l'irriverente Die Wurst ("La salsiccia"), pubblicato solo
nel 1978. Segue poi nel 1945 il racconto Der Alte ("Il vecchio") e Es steht geschrieben ("Così sta
scritto"), il suo primo dramma. Nell'estate del 1946 conosce l'attrice Lotti Geißler, che sposa
nell'ottobre dello stesso anno. Subito dopo il matrimonio si trasferisce a Basilea dove nel 1947
debutterà in teatro Es steht geschrieben.
E' in questo periodo che Dürrenmatt si trova a dover decidere che cosa diventare, e non si
tratta di una scelta facile, come lui stesso scrive in una lettera a suo padre del 1941: «Dovrei
dipingere o scrivere? Mi preme fare entrambe le cose. »
3
La decisione ricade infine, naturalmente, sulla scrittura, che costituisce per Dürrenmatt una
liberazione. L'autore comunque non smetterà mai di disegnare, rimpiangendo talvolta di non essere
diventato un artista.
I primi anni di attività sono segnati da una grande insicurezza finanziaria. Dürrenmatt si
trova a dover mantenere da solo la famiglia con il suo lavoro da scrittore, che, complice l'insuccesso
del dramma Es steht geschrieben così come della commedia Der Blind ("Il cieco") e la nascita, nel
1947, del figlio Peter, non si rivela sufficiente. La famiglia è dunque costretta a trasferirsi presso la
suocera a Schernelz sul lago di Biel. In questo periodo, Dürrenmatt comincia a scrivere per il
Cabaret Cornichon di Basilea, nel 1949 scrive la commedia Romulus der Große ("Romolo il
2 "Friedrich Dürrenmatt, poeta nichilista."
3 «Soll ich malen oder schreiben. Es drängt mich zu beidem.» ibidem.
5