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INTRODUZIONE
L’intenzione di dedicare una tesi di laurea magistrale sul turismo balneare e in
particolare sugli impatti che esso genera nelle località turistiche deriva
dall’importanza che riveste tale settore economico nel contesto sociale ed ambien-
tale dei principali Paesi industrializzati.
Le tematiche ambientali sono, rispetto al passato, maggiormente al centro
dell’attenzione di tutti gli organismi che si occupano della pianificazione e dello
sviluppo delle attività economiche. Negli ultimi anni si assiste sempre più ad un
orientamento delle politiche economiche sui temi della protezione dell’ambiente e
sulla promozione dello sviluppo sostenibile. Anche nel settore del turismo, e so-
prattutto in tale ambito, è necessario attuare delle scelte consapevoli e responsabili
che comportino un minore utilizzo delle risorse ambientali ed un maggiore impe-
gno degli operatori pubblici nella condivisione con i cittadini delle scelte riguar-
danti il territorio e in una maggiore partecipazione degli stessi e del mondo im-
prenditoriale nel modificare i propri stili di vita e renderli più sostenibili.
Obiettivo principale del presente lavoro è quello di analizzare dettagliatamente, e
in maniera teorica ed empirica, lo sviluppo delle attività turistiche nelle destina-
zioni, i possibili rischi ambientali che esse generano e le modalità per prevenire e
far fronte al depauperamento delle risorse ambientali.
Scopo particolare dell’elaborato è quello di raccogliere un insieme ampio di stru-
menti metodologici di gestione sostenibile del turismo e di verificare le possibilità
di miglioramento dell’ambiente mediante l’applicazione di tali strumenti a casi
territoriali e studi condotti in passato.
Nel presente lavoro viene trattato il turismo nella sua ampia definizione e diffu-
sione dello stesso su tutto il territorio mondiale e vengono delineati gli obiettivi
delle politiche economiche convergenti verso il turismo sostenibile. Il primo capi-
tolo introduce il concetto di sviluppo sostenibile con particolare riferimento al tu-
rismo e l’insieme delle considerazioni fatte dai maggiori organismi mondiali quali
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l’Organizzazione Mondiale del Turismo, la Commissione Mondiale
sull’Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite e l’Unione Europea. Completano
il quadro generale del turismo mondiale le considerazione espresse riguardo alla
Carta del Turismo Sostenibile diffusa dall’Associazione Italiana Turismo Respon-
sabile e il Codice Mondiale di Etica del Turismo adottato dall’Organizzazione
Mondiale del Turismo.
Nel secondo capitolo vengono delineati tutti i potenziali impatti che il turismo può
avere sulle destinazioni e nello specifico sulle aree costiere. Nel dettaglio
l’impatto del turismo nelle località può essere suddiviso in una componente eco-
nomica, in una sociale ed in una ambientale.
Il turismo come settore dell’economia contribuisce in maniera considerevole allo
sviluppo economico e alla crescita delle nazioni, esso infatti permette il migliora-
mento delle condizioni lavorative e dell’occupazione della forza lavoro attiva ed
esistono buone condizioni affinché nei prossimi decenni possa aumentare ancora
di più la quota di prodotto interno lordo derivante dal turismo.
Lo sviluppo intenso delle attività turistiche nelle località può comportare però an-
che stravolgimenti sociali e creare condizioni sfavorevoli per la convivenza della
comunità ospite, la quale a causa del consistente numero di arrivi turistici e dei
comportamenti da essi tenuti non viene tollerata dalle popolazioni locali.
Il turismo, inoltre, può avere considerevoli ricadute sull’ambiente naturale in virtù
dello sfruttamento delle risorse che contraddistinguono la località e provocare,
dunque, impatti ambientali negativi.
Riguardo alla componente ambientale si fa riferimento alle esternalità negative del
turismo sulle aree marine e nello specifico sulle zone costiere a ridosso del mare e
sullo sfruttamento ed erosione delle spiagge dovuto all’azione del mare e alle atti-
vità umane. Sono stati trattati studi condotti da Legambiente per ciò che concerne
lo sfruttamento dell’intera area costiera della regione Marche, e le considerazioni
e i pareri dell’ “Osservatorio sulla erosione costiera per il recupero e la valorizza-
zione dei litorali” per ciò che riguarda la situazione delle zone costiere italiane ed
europee.
7
Il terzo capitolo raccoglie un insieme ampio degli strumenti metodologici di ge-
stione sostenibile del turismo, delle tecniche di analisi del territorio nonché dei
marchi e delle etichette ambientali, noti come strumenti di gestione volontari per
la promozione turistica del territorio.
Nell’ultimo capitolo viene svolta una rassegna di alcune esperienze di analisi de-
gli impatti ambientali del turismo su territori e destinazioni costiere esaltando le
ricadute negative provocate alle risorse ambientali e le modalità e i suggerimenti
per evitare o almeno contenere i danni all’ecosistema e alle comunità. In particola-
re vengono trattati alcuni casi svolti da altri autori e ricercatori come è stato per
l’applicazione della capacità di carico turistica alla località di Vieste. È stata pre-
sa, inoltre, come riferimento di studio l’esperienza della Regione Toscana
nell’ambito del progetto CA.TE.To. concernente la capacità di carico dell’intero
territorio toscano. Pur se tale caso non presenta particolari riferimenti al settore
del turismo, la metodologia di svolgimento del lavoro si può ritenere applicabile
anche all’ambito turistico.
Un ulteriore richiamo ad un’esperienza di sostenibilità turistica è relativo alla
Provincia di Rimini, la quale nel 2001 ha realizzato una guida di buone pratiche
del turismo sostenibile. Al progetto hanno partecipato numerosi enti pubblici e di
ricerca di tutta l’area del Mediterraneo e in particolare sono state delineate le tec-
niche e le metodologie per la gestione integrata delle aree costiere e lo studio della
capacità di carico turistica di alcune destinazioni mediterranee tra le quali la città
di Rimini.
Il quarto caso studio preso in esame è quello relativo ad un progetto della Regione
Marche nel quale sono state selezionate come località di interesse e poste a con-
fronto la cittadina di Numana, situata nel Parco del Monte Conero, e l’area costie-
ra di Saranda in Albania.
La prolusione dei casi studio permette di analizzare le modalità di applicazione
delle metodologie più note nell’ambito della sostenibilità ambientale e di confron-
tare i risultati raggiunti o da conseguire ancora in alcune esperienze finora condot-
te.
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CAPITOLO UNO - Quadro generale del turismo mondiale e de-
finizione del turismo sostenibile
Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale del Turismo (WTO), nell’arco
dei prossimi anni l’aumento dei viaggi in Europa sarà originato sempre di più da
forme alternative di viaggio che si distaccano dal consueto turismo abbinato al
“sole e alla sabbia”.
1
Le tendenze dimostrano che tipologie di turismo alternative sono destinate a cre-
scere più in fretta di qualsiasi altro segmento di mercato. La crescita di tali modi
di fare turismo sarà derivata in parte dall’aumento del volume degli arrivi turistici,
ma questa crescita sarà attribuibile anche allo spostamento di turisti tra i diversi
segmenti del mercato.
2
Alla base di questi cambiamenti negli stili di fare turismo vi sono alcuni fattori,
tra i quali la maggiore esperienza di viaggi e conoscenza che hanno i visitatori che
li porta a cercare nuovi posti da visitare e a provare nuovi prodotti del panorama
turistico.
Un altro fattore deriva dalla maggiore mobilità delle persone che permette più fa-
cili spostamenti nei territori offerti dalla liberalizzazione delle linee aeree, dalla
costruzione di nuove strade e infrastrutture e dalla maggiore integrazione tra gli
Stati dell’Unione Europea.
Si sono, inoltre, modificate le abitudini dei turisti poiché essi trascorrono vacanze
più brevi ma con una maggiore frequenza nell’arco dell’anno e quindi dimostrano
una maggiore attività nel ricercare nuovi posti da visitare. A supportare l’aumento
degli spostamenti turistici vi sono le aspettative di vita più lunghe e per tale moti-
1
Dal testo della Commissione Europea, Direzione Generale Imprese, Unità Turismo, “La valoriz-
zazione del patrimonio naturale e culturale per lo sviluppo di un turismo sostenibile in destinazio-
ni turistiche non tradizionali”, Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiale delle Comunità
Europee, 2003, pag. 5.
2
Ibidem.
9
vo la popolazione invecchia ma rimane attiva per un periodo più lungo. Un’altra
importante ragione che spinge i turisti a diversificare i propri stili di trascorrere le
vacanze è la maggiore consapevolezza e preoccupazione per l’ambiente.
Il rapporto tra lo sviluppo del turismo e l’ambiente non è lineare in quanto si pos-
sono avere forme e modalità diverse di correlazione, e tale rapporto è anche dina-
mico poiché queste stesse forme possono modificarsi ed evolversi nel tempo.
Tra l’attività economica del turismo e l’ambiente esistono tre differenti forme di
interrelazione: a) la coesistenza, in altre parole, tra i due insiemi, turismo e am-
biente, vi può essere isolamento e senza alcun legame o comunque con connes-
sioni lievi e trascurabili; b) il conflitto, che avviene quando i due insiemi entrano
in contatto tra di loro, e il turismo provoca evidenti danni ambientali; c) la simbio-
si, quando tra il turismo e l’ambiente si hanno collisioni negative e gli stessi “con-
vivono” insieme e ciascuno riceve benefici dall’altro.
3
Il turismo, dunque, è una importante attività economica degli Stati moderni che
permette di valorizzare le risorse naturali e ambientali mediante la fruizione di tali
risorse e al tempo stesso la loro conservazione. Non sempre però il turismo è in
grado di conservare e proteggere le risorse ambientali, ma a volte lo sviluppo eco-
nomico dei viaggi e degli spostamenti delle persone sui territori condiziona e può
deteriorare i labili confini dei patrimoni naturali.
Negli ultimi trenta anni sono state prese importanti decisioni da parte degli opera-
tori pubblici al fine di sensibilizzare la popolazione sulle tematiche ambientali e
prendere coscienza del rischio che si potrebbe correre permettendo uno sviluppo
delle attività economiche incontrollato a danno delle risorse naturali che per defi-
nizione sono scarse e limitate.
A questo riguardo molto importante è stata nel 1987 la pubblicazione del rapporto
Our Common Future della Commissione Mondiale sull’Ambiente e lo Sviluppo
3
G. Candela, P. Figini, “Economia del turismo, principi micro e macro economici”, McGraw-
Hill, Milano, 2003, pagg. 435-436.
10
delle Nazioni Unite (il rapporto è noto anche con il nome Rapporto Brundtland
4
).
Da quel momento in poi si è diffuso il concetto di “sviluppo sostenibile” e
l’adozione di decisioni che possono salvaguardare la qualità della vita delle gene-
razioni future diventano finalmente un serio problema politico.
L’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT) ha fissato tre caratteristiche che
non possono mancare nell’approccio ad un turismo sostenibile e sono: le risorse
ambientali devono essere protette, le comunità locali devono beneficiare di questo
tipo di turismo, sia in termini di reddito e sia in termini di qualità della vita, e, i
visitatori devono vivere un’esperienza di qualità. Le tre caratteristiche descritte si
sposano bene con l’idea delle 3 E nate in Inghilterra: Environment (ambiente), E-
tichs (etica), Economy (economia).
La premessa alla relazione della Commissione Brundtland era il riconoscimento e
la constatazione che la prosecuzione incontrollata delle attività umane poteva
nuocere in maniera rischiosa e pericolosa al futuro stesso dell’umanità. Il rapporto
recitava in questo modo: “La Terra è una sola, ma il mondo no. Tutti noi dipen-
diamo, per la nostra vita, dalla biosfera. Eppure ogni comunità, ogni paese com-
batte per la propria sopravvivenza e prosperità con scarso riguardo all’impatto
che esercita sugli altri. Alcuni stanno consumando le risorse della Terra a un rit-
mo tale che ne resteranno poche per le generazioni future. Altri, molto più nume-
rosi, consumano troppo poco e vivono con lo spettro della fame, dello squallore,
della malattia e della morte prematura”.
Questa dunque era la premessa inquietante, come sostenuto dai relatori, ma al
quanto veritiera di come stavano proseguendo le attività umane, che senza ombra
di dubbio, avrebbero limitato le risorse disponibili per le generazioni future.
Nella seguente figura è possibile confrontare la modalità di turismo sostenibile,
auspicato dall’Unione Europea e perseguito dalle politiche di sviluppo sostenibile,
4
Il rapporto prese il nome dall’allora coordinatrice Gro Harlem Brundtland che in quell'anno era
presidente del WCED (Commissione Mondiale sull’Ambiente e lo Sviluppo) ed aveva commis-
sionato il rapporto.
11
con il turismo cd “di massa” sviluppatosi dalla seconda metà del Novecento in
poi, che ha condizionato e a volte già compromesso i fragili ecosistemi naturali
delle località turistiche.
Figura 1
Fonte: Dispensa ad uso didattico della dott.ssa Marina Pignatelli, Corso di laurea in Scienze della
Comunicazione, Università degli Studi di Bari. Collegamento della fonte:
http://www.fasf.uniba.it/area_docenti/documenti_docente/materiali_didattici/39_Dispensa_Geogra
fia_del_Turismo-SdC.pdf.
La Commissione per invertire la rotta dello sviluppo incontrollato e per limitare e
contrastare le disparità sociali tra le generazioni presenti che si appropriavano del-
le generazioni future promuoveva uno sviluppo sostenibile, definito come “...lo
sviluppo che soddisfa i bisogni di oggi senza compromettere la possibilità delle
generazioni future di soddisfare i loro”
5
.
5
Dalla definizione è possibile constatare che non si discute propriamente dell’ambiente in senso
stretto, ma ci si riferisce al benessere e alla qualità della vita delle persone. Si evince, dunque, un
principio etico: la responsabilità delle generazioni presenti nei confronti di quelle future.
12
Per il W.W.F., invece, il turismo sostenibile è: “Un turismo capace di durare nel
tempo mantenendo i suoi valori quali quantitativi, cioè, suscettibile di far coinci-
dere, nel breve e nel lungo periodo, le aspettative dei residenti con quelle dei turi-
sti senza diminuire il livello qualitativo dell’esperienza turistica e senza danneg-
giare i valori ambientali del territorio interessato dal fenomeno.
6
Lo sviluppo del turismo deve essere basato sul criterio della sostenibilità, ciò si-
gnifica che deve essere ecologicamente sostenibile nel lungo periodo, economi-
camente conveniente, eticamente e socialmente equo nei riguardi delle comunità
locali. A livello europeo il Trattato di Amsterdam ha introdotto formalmente il
principio di sviluppo sostenibile e anche il principio di integrazione degli impera-
tivi ambientali nelle politiche e azioni comunitarie.
L’intento della Commissione Brundtland era quello di garantire lo sviluppo e la
crescita produttiva dell’economia per la popolazione attuale, ma riconoscendo il
diritto alle future generazioni di svolgere le proprie attività umane senza soffrire
della carenza qualitativa e quantitativa di risorse naturali. In questa importante de-
finizione di sviluppo sostenibile venivano affiancati alla crescita economica
l’ambiente e l’equità intergenerazionale. Diviene essenziale per lo sviluppo soste-
nibile sia la riduzione della distruzione ecologica, che si potrebbe ottenere utiliz-
zando minori quantità di stocks naturali o le stesse quantità in maniera più effi-
ciente, e sia il miglioramento del livello qualitativo di vita dei paesi poveri, la-
sciando ad essi inalterato lo spazio ecologico in modo da permettere il progresso
sociale delle popolazioni locali.
La risoluzione del problema ambientale proposta dalla Commissione si incentrava
sostanzialmente sul termine oramai noto di sviluppo sostenibile, ma non vi è una
univoca chiarezza di intenti nella definizione; infatti alcune categorie sociali po-
trebbero comprendere che il messaggio di fondo sia focalizzato più sullo sviluppo,
mentre altre al contrario, si interessino e ribadiscano la necessità di porre un freno
alla crescita incontrollata concentrandosi, quindi, più sul termine sostenibile. La
6
Definizione da www.wwf.org
13
confusione che si potrebbe generare attorno al concetto di “sviluppo sostenibile”
dipende in larga parte dalla incapacità di distinzione tra vero e proprio sviluppo e
semplice crescita. L’economista Herman Daly
7
suggerisce la differenza tra i due
termini considerando “crescita” come un aumento quantitativo materiale e invece
lo “sviluppo” coincide con la realizzazione di un ampio e pieno potenziale. In al-
tre parole crescita vorrebbe dire diventare più grandi e sviluppo significa diventare
migliori.
Il turismo è un fattore importante di benessere economico e di sviluppo sociale ma
è anche molto incisivo dal punto di vista ambientale.
Il turista trasforma l’ambiente in cui si trova a causa solo della sua presenza fisica.
Il processo di modifica dell’ambiente turistico è formato da quattro fasi successive
che provocano la volgarizzazione dello spazio turistico il quale diviene nella men-
te del visitatore uno stereotipo.
8
In particolare può verificarsi un appiattimento delle diversità intrinseche del luo-
go perché il turista tende a riprodurre nella nuova destinazione le condizioni della
sua area di partenza pur non volendolo. In questo modo il turismo può tendere al
depauperamento della stessa materia prima di cui è composto e nel lungo periodo
potrebbe distruggere se stesso.
7
L’economista (nato nel 1938 negli Stati Uniti) è attualmente docente presso il dipartimento di
politiche pubbliche dell’Università del Maryland e in passato è stato uno tra i più influenti econo-
misti del Dipartimento Ambientale della Banca Mondiale. Molto importante è la pubblicazione
nel 1991 del report “Steady-state economics” - Gli stati stazionari dell’economia, Island Press,
Washington, DC.
8
La teoria fa riferimento agli studi del Prof. Paolo Schmidt di Friedberg, presidente del Centro
VIA Italia, (centro studi sulla Valutazione di Impatto Ambientale). La prolusione dell’autore ha il
titolo: “Turismo sostenibile: dalla teoria alla pratica”. Gli atti sono del “V Convegno Internazio-
nale di studi turismo e ambiente” e sono stati raccolti nella presente collana: G. Scanu, “La soste-
nibilità ambientale dello sviluppo turistico”, V convegno internazionale di studi turismo e ambien-
te, Pàtron Editore, Bologna, 2001.
14
Ciò che avviene nelle fasi di trasformazione delle risorse è scellerato poiché tutti
sono attratti dalla diversità perché rara, bella, affascinante, ma giungendo nella
destinazione alterano le caratteristiche dell’ambiente da visitare a causa anche sol-
tanto della loro presenza, così che questo viene snaturato e perde di valore e di fa-
scino. Per poter preservare l’ambiente è necessario che esso venga tenuto al riparo
dalla fruizione indiscriminata ed esasperata così da aumentarne l’attrazione e suc-
cessivamente limitarne, o al limite monitorarne la pressione in modo da restituirlo
alle finalità turistiche.
Alcune delle caratteristiche più attinenti al processo di trasformazione sono
9
:
- L’esistenza di un “ciclo di vita” delle località turistiche, caratteristica pro-
pria di ogni destinazione che può ridurne la desiderabilità nel tempo;
- L’importanza degli effetti indiretti del turismo sul sistema economico (il
cosiddetto “moltiplicatore turistico”) che possono raddoppiare le entrate
turistiche effettive;
- L’esistenza di esternalità ambientali che subentrano nello sviluppo del tu-
rismo, in particolar modo se incontrollato, e che vanno a caricarsi sulle
spalle dell’intera società;
- La necessità di una valutazione preventiva degli effetti del turismo in mo-
do da evitare il problema delle esternalità ambientali;
- L’elasticità della domanda turistica, di solito alta, che può provocare un
flusso turistico abbondante che si caratterizza per tutta la durata del perio-
do turistico e non conosce soste;
- La considerazione scarsa o nulla da parte del turismo delle teorie basilari
delle politiche ambientali attinenti al consolidato principio “chi inquina
paga”.
9
Dal testo: G. Scanu, “La sostenibilità ambientale dello sviluppo turistico”, V convegno interna-
zionale di studi turismo e ambiente, Pàtron Editore, Bologna, 2001, pag. 34.
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Se con il termine inquinamento si intende un’alterazione degli equilibri ambientali
dovuta al sovraccarico di agenti estranei all’ecosistema, il turismo è, senza dubbio
il più significativo e sistematico fattore inquinante che oggi influisce
sull’ambiente umano perché condiziona gli aspetti fisico, sociale e culturale.
La perdita delle caratteristiche di unicità e di qualità ambientale che determina
l’intenso ciclo turistico, è l’effetto più evidente di questo inquinamento a livello di
sistema.
Le dimensioni dell’inquinamento turistico sono spesso tenute di poco conto per
differenti motivi come, ad esempio, il lieve e perdurante degrado delle strutture
sociali autoctone.
Una decisione politica che permetta di raggiungere l’obiettivo di ridurre questo
tipo di inquinamento deve convergere verso tre fondamentali indirizzi strategici:
- Proteggere la diversità ovvero tutelare le motivazioni che spingono il turi-
sta a visitare i luoghi esistenti;
- Promuovere la diversità ovvero scoprire e inventare nuove opportunità di
fruizione turistica;
- Rendere accessibile la diversità ovvero migliorare le condizioni fisiche e
sociali che convertono il turista da potenziale in effettivo.
Al riguardo e al raggiungimento degli scopi fissati i passi fondamentali sono:
- Definire in via preliminare e in maniera chiara i metri e i valori, il che e-
quivale a stabilire gli obiettivi (quale turismo per quale zona e per quale
società);
- Applicare gli studi di impatto, come la VIA Valutazione di Impatto Am-
bientale e la VIA Strategica ad ogni opera o politica turistica, sia in fase di
progetto sia di consuntivo, per garantire l’aderenza agli obiettivi stabiliti.
Per poter raggiungere gli obiettivi di sopra occorre perseguire il turismo sostenibi-
le, il che significa un turismo capace di durare nel tempo mantenendo i suoi valori
e le sue caratteristiche qualitative e quantitative. In sostanza questo nuovo modo
di fare turismo permette di far coincidere, nel breve e nel lungo periodo, le aspet-
tative dei residenti con quelle dei turisti senza comportare l’abbassamento della